Ritorno a Krishna
Edizione Italiana di Back to Godhead (tradotta integralmente) Vol. 21, Numero 6
Back to Godhead, Fondata nel 1944 Vol. 43, Numero 6 Novembre/Dicembre 2009
SOMMARIO
4 Srila Prabhupada su
Darwin e il Darwinismo
Una selezione di citazioni sulla teoria evoluzionistica da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, con commenti.
8 L’Evoluzione della Coscienza
Le scritture Vediche hanno un’opinione diversa da quella di Darwin su che cosa — o chi —sta evolvendo.
13 Calendario
14 Il Quoziente di Intelligenza della Natura
La teoria dell’evoluzione non riesce a spiegare molti meccanismi e comportamenti sorprendenti del mondo animale.
22 La Creazione e la Dissoluzione
Del Mondo Materiale
Se non l’evoluzione, allora cosa? Citazioni da Srila Prabhupada e dallo Srimad-Bhagavatam presentano la descrizione vedica della creazione.
COPERTINA L’anima, cioè noi, non muore mai ma entra
in un altro corpo al momento della morte. Le anime che si trovano in corpi animali “evolvono” automaticamente verso forme animali
superiori finché non ottengono un corpo umano, da cui vanno su e giù, a seconda del loro merito spirituale. Vedere l’articolo a pagina 14. (Dipinto di Yadurani Devi Dasi.)
FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
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DIRETTORE: Nagaraja dasa
EDIZIONE ITALIANA
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© Associazione Ritorno a Krishna - Tutti i diritti riservati - Ritorno a Krishna - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 - Vol. 21, N.6 Novembre/Dicembre 2009
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BENVENUTO
QUESTO NUMERO SPECIALE commemora il duecentesimo anniversario della nascita di Charles Darwin. Centocinquanta anni dopo la pubblicazione del suo libro Origine delle Specie, gli elementi di base della sua teoria dell’evoluzione sono ampiamente accettate come verità e oggi, in pratica, influenzano ogni ramo della conoscenza.
Durante l’anno del bicentenario di Darwin, egli è stato lodato in conferenze e pubblicazioni in tutto il mondo. Questa pubblicazione non si unisce al coro. Le nostre sono note discordanti. Nonostante conoscano bene la scienza, i collaboratori di questo numero di Ritorno a Krishna osservano il mondo, prima di tutto, attraverso le lenti delle Scritture vediche e dei grandi maestri spirituali guidati dalle Scritture. Essi vedono le idee di Darwin come il prodotto della mente speculativa. I Veda ci dicono che la speculazione mentale, o congettura, non è in grado di rivelare la perfetta verità. Piuttosto che scartare le idee di Darwin solo su queste basi, gli autori presentano in questa edizione argomenti scientifici in opposizione ad esse. Come, per esempio, potrebbe il semplice prototipo di pesce evolversi, passo dopo passo, con mutazioni casuali, in un pesce che lascia entrare nella sua bocca un pesce più piccolo per pulirsi i denti?
Possono gli scienziati Hare Krsna sconfiggere gli scienziati materialisti nel loro campo? Leggete e giudicate voi stessi.
Hare Krsna.—Nagaraja Dasa, Direttore
I NOSTRI SCOPI
Aiutare la gente a discernere la realtà dall’illusione, lo spirito dalla materia, l’eterno dal temporaneo.
Evidenziare i difetti del materialismo.
Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale.
Preservare e diffondere la cultura vedica.
Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Mahaprabhu.
Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, Dio, la Persona Suprema.
Srila Prabhupada su
DARWIN & IL DARWINISMO
Una selezione di citazioni tratte dai libri, dalle lettere e dalle conversazioni di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada con commenti (in corsivo) di Drutakarma Dasa
Dallo Srimad-Bhagavatam (4.24.73) apprendiamo che Brahma, il primo tra gli esseri celesti, all’inizio della creazione ordinò ad alcune personalità di rango inferiore chiamate Prajapati di generare i vari tipi di corpi materiali. La parola sanscrita prajapati significa “generatore di popolazione”. Nella spiegazione a questo verso Srila Prabhupada commenta:
Nello Srimad-Bhagavatam Kapiladeva dice a sua madre che l’essere vivente ottiene un particolare tipo di corpo in base alle sue azioni e questo corpo è deciso dalle autorità superiori. Queste autorità superiori – Brahma, tutti i Prajapati e i Manu – sono designate da Dio, la Persona Suprema. Quindi è possibile vedere che fin dall’inizio della creazione la prima creatura è la più intelligente. Non è vero che la cosiddetta intelligenza dei nostri tempi si è sviluppata attraverso un processo evolutivo graduale.
Com’è affermato nel Brahma-vaivarta Purana, esiste un processo di evoluzione graduale, ma non è il corpo che evolve. Tutte le forme corporee esistono già. È l’essere spirituale, la scintilla spirituale all’interno del corpo che, mediante le leggi della natura e sotto il controllo di autorità superiori, si eleva. Da questo verso possiamo capire che fin dall’inizio della creazione esistevano differenti varietà di corpi. Non è che alcune varietà si siano estinte. Tutto esiste da sempre, ma a causa della nostra mancanza di conoscenza non possiamo vedere le cose nella giusta prospettiva.
In questo verso le parole devasta-tamasah sono molto importanti, perché se non si è liberi dall’ignoranza, non si può controllare la creazione con le sue differenti specie di esseri viventi. Come insegna lo Srimad-Bhagavatam (3.31.1), i corpi sono ricevuti sotto il controllo di un potere superiore (daiva-netrena). Come potrebbero questi poteri superiori controllare il processo evolutivo dell’essere vivente se non fossero liberi da tutte le imperfezioni? Coloro che seguono le istruzioni vediche non possono accettare la teoria darwiniana dell’evoluzione perché essa è il frutto di una conoscenza imperfetta.
Secondo Darwin, l’origine dei corpi di tutti gli esseri viventi ha avuto luogo come segue: in una piccola quantità di acqua calda alcuni elementi chimici si combinarono tra loro per dare origine al primo organismo monocellulare. Poi creature multicellulari si svilupparono nell’acqua, diversificandosi in piante e animali. Successivamente alcune di queste piante e di questi animali si spostarono sulla terra. I primi animali terrestri erano anfibi e rettili. Poi apparvero i mammiferi e infine si manifestarono gli esseri umani.
Darwin non aveva una posizione costante sulle cause di questo sviluppo. A volte sembrava favorevole a un rigido materialismo e a volte sembrava acconsentire a un certo tipo di concezione teistica, in cui Dio fissò le leggi della natura in modo tale da permettere lo sviluppo di forme di vita sempre più complesse.
Gli attuali seguaci della teoria dell’evoluzione hanno perfezionato la teoria di Darwin sull’origine delle specie e la maggior parte di essi preferisce interpretarla rigorosamente in termini di cause materiali incontrollate. Secondo loro i più antichi fossili unicellulari risalgono a circa due bilioni di anni fa. Le prime piante terrestri e i primi animali sono apparsi circa quattrocento milioni di anni fa. I primi mammiferi originari apparvero circa trecento milioni di anni fa. I primi primati apparvero circa quaranta milioni di anni fa, i primi ominidi circa sei milioni di anni fa e finalmente gli esseri umani come noi apparvero durante gli ultimi centocinquantamila anni.
Oggi alcuni teologi e molte altre persone spiegano questo sviluppo in termini di evoluzione teistica, con Dio che opera in modo tale da causare la generazione delle prime forme di vita e le loro successive evoluzioni in differenti specie senza violare le leggi della natura accettate dalla scienza moderna. Secondo Srila Prabhupada invece, il Bhagavatam afferma che tutte le forme di vita, comprese quelle più intelligenti, furono manifestate all’inizio del giorno di Brahma, datato circa due bilioni di anni fa. Perciò il punto di vista del Bhagavatam sull’origine delle specie – le date, la successione e lo sviluppo – è diverso sia da quello dell’evoluzione materiale non guidata sia da quello dell’evoluzione guidata da Dio.
Nell’estratto seguente, tratto dalla spiegazione di Srila Prabhupada al verso (4.29.60) dello Srimad-Bhagavatam, Prabhupada amplia uno degli argomenti da lui proposti nell’estratto precedente e cioè che in ciò che è vivente c’è di più del solo corpo materiale grossolano.
L’essere individuale ha due tipi di corpo – il corpo sottile e il corpo grossolano. Egli gode con il corpo sottile composto di mente, di intelligenza e di ego, mentre il corpo grossolano è soltanto un involucro esterno che agisce da intermediario. Quando un corpo grossolano va perso, cioè quando muore, la radice del corpo grossolano – la mente, l’intelligenza e l’ego – continua a vivere e provoca la formazione di un altro corpo grossolano. Sebbene i corpi grossolani sembrino cambiare, la loro vera radice – il corpo sottile composto di mente, intelligenza ed ego – è sempre presente. Le attività virtuose ed empie del corpo sottile creano per l’essere un’altra situazione di godimento o di sofferenza nel futuro corpo grossolano. Così il corpo sottile permane, mentre quello grossolano cambia di volta in volta.
Poiché gli scienziati e i filosofi di oggi sono troppo materialisti, la loro conoscenza è portata via dall’energia illusoria, perciò essi non sanno in che modo avviene in cambiamento del corpo mate grossolano. Darwin, un filosofo materialista, ha cercato di studiare i cambiamenti del corpo grossolano, ma poiché era privo della conoscenza che si riferisce al corpo sottile e all’anima, non è riuscito a spiegare chiaramente lo svolgimento del processo evolutivo.
Secondo la concezione del mondo nel Bhagavatam, esiste un tipo di evoluzione, ma non quello immaginato da Darwin. L’anima evolve attraverso i diversi corpi materiali sino alla forma umana, in cui è possibile liberarsi dall’esistenza materiale. Come Srila Prabhupada afferma nella spiegazione al verso 5.14.30, alcune anime arrivano alla forma umana dalla forma di scimmia.
Seguendo il processo evolutivo che dalle specie acquatiche giunge fino ai mammiferi, l’essere individuale raggiunge infine la forma umana. Le tre influenze [guna] della natura materiale [sattva o virtù; raja, passione; tama, ignoranza] sono sempre operanti nel corso del processo evolutivo. Coloro che raggiungono la forma umana attraverso l’influenza del sattva-guna erano mucche nella loro ultima incarnazione animale; quelli che arrivano alla forma umana attraverso l’influenza del rajo-guna erano invece leoni e quelli che arrivano alla forma umana attraverso l’influenza del tamo-guna erano scimmie nell’ultima vita animale. In quest’era coloro che sono arrivati alla forma umana dalle varie specie di scimmie sono considerati discendenti delle scimmie da antropologi come Darwin.
Secondo il Bhagavatam il tempo è composto da cicli di quattro yuga o ere. Ora siamo nell’era di Kali, che è sotto il dominio del tamo-guna, l’influenza dell’ignoranza. Srila Prabhupada fa dell’ironia sul fatto che i seguaci della teoria dell’evoluzione credono a torto che il corpo umano derivi dai corpi delle scimmie originarie. Se si considera l’evoluzione dell’anima, effettivamente questo in un certo senso è vero, perché nell’era di Kali la stragrande maggioranza delle anime che arrivano alla forma umana nascono sotto l’influenza dell’ignoranza pervenendo alla forma umana dai corpi di scimmia che avevano nella loro ultima vita.
L’importanza della forma umana nel percorso evolutivo dell’anima attraverso differenti corpi è spiegato nel verso 7.13.25 dello Srimad-Bhagavatam:
Nel corso del processo evolutivo causato dalle attività interessate tese all’indesiderabile gratificazione dei sensi materiali, ho ricevuto questa forma di vita umana che può portare ai pianeti celesti, alla liberazione, alle specie inferiori o a rinascere tra gli esseri umani.
Srila Prabhupada sviluppa nel suo commento il significato di questo verso.
Tutti gli esseri di questo mondo materiale subiscono il ciclo di nascite e morti sulla base delle leggi della natura. Questa lotta per la nascita e la morte nelle differenti specie di vita può essere definita processo evolutivo, ma la cultura occidentale l’ha spiegato in modo imperfetto. La teoria di Darwin dell’evoluzione dalla forma animale alla forma umana è incompleta perché non presenta la condizione inversa, cioè l’evoluzione dalla forma umana alla forma animale. Ma in questo verso l’evoluzione è stata spiegata molto chiaramente con la forza dell’autorità vedica. La vita umana che si raggiunge nel corso del processo evolutivo offre la possibilità di elevarsi (svargapavarga) o di degradarsi (tirascam punar asya ca). Se si usa bene questa forma umana di vita ci si può elevare ai sistemi planetari superiori, dove si può godere di una felicità materiale che è molte migliaia di volte superiore a quella di questo pianeta, oppure si può coltivare la conoscenza per liberarsi dal processo evolutivo e tornare alla propria originale vita spirituale, il che è definito apavarga o liberazione ...
La parola tirascam si riferisce a una vita degradata. Naturalmente, la vita umana ci offre l’opportunità di approfittare delle migliori condizioni di vita. Gli occidentali sono convinti che gli esseri umani discendano dalle scimmie e pensano di essere situati in una posizione più confortevole. Ma chi non utilizza questa vita umana per svarga o apavarga, cade nuovamente nella vita degradata di animali come i cani e i maiali. Perciò un essere umano sano di mente deve considerare con attenzione se vuole elevarsi ai pianeti superiori, se vuole prepararsi ad uscire dal ciclo evolutivo o se preferisce viaggiare di nuovo attraverso il processo evolutivo elevandosi e degradandosi in forme di vita superiori o inferiori. Chi agisce in modo virtuoso può essere elevato ai sistemi planetari superiori oppure può raggiungere la liberazione e tornare a Dio, nella dimora originale, altrimenti sarà degradato ad una vita di cane, di porco e così via. È spiegato nella Bhagavad-gita (9.25) yanti deva-vrata devan. Le persone interessate ad elevarsi ai sistemi planetari superiori ( Devaloka o Svargaloka) devono prepararsi per raggiungere questa destinazione e similmente chi desidera la liberazione e vuole tornare a Dio dovrebbe prepararsi a questo scopo.
Il nostro Movimento per la coscienza di Krsna è dunque il più importante Movimento destinato a benedire la società umana in quanto insegna alla gente come tornare a Dio, nella nostra dimora originale.
Una ragione per cui Srila Prabhupada non era d’accordo con la teoria dell’evoluzione di Darwin era la sua compatibilità con l’ateismo e il materialismo, che servono a distrarre le persone dal vero scopo della vita umana, assicurando loro la continuazione della sofferenza nel ciclo di nascita e morte. Nella seguente conversazione con uno dei suoi discepoli scienziati (il biochimico dottor Thoudam Damodar Singh, poi conosciuto con il nome di Bhaktisvarupa Damodara Swami), Srila Prabhupada biasima quei governi che sostengono l’evoluzione. Questa conversazione ha avuto luogo il 3 febbraio 1977 a Bhubaneswar in India.
Srila Prabhupada: Allora perché i governi sostengono questa teoria atea dell’ “evoluzione” – questa posizione disonesta? Perché i capi di governo sono anch’essi disonesti. Vogliono semplicemente accumulare denaro spingendo le persone a lavorare nelle loro grandi industrie. In questo modo ingannano le persone sul loro diritto di nascita: vivere una vita semplice e naturale per diventare coscienti di Dio e alla fine della vita tornare a casa da Lui.
I governi devono accertarsi che le persone sviluppino una sincera coscienza di Dio. Questo è il vero compito dei capi di governo. Essi devono promuovere una sincera coscienza di Dio seguendo rigidamente le Sue leggi naturali. Tutto ciò che non è sincero deve finire. Non è permessa alcuna falsità. Questo è il vero governo. Questo è ciò per cui noi lavoriamo. È compito dei capi di governo accertarsi che la classe degli scienziati e degli intellettuali dia agli studenti il senso della Personalità trascendentale di Dio, il senso del divino.
Dottor Singh: Oggi i capi di governo si preoccupano che gli intellettuali insegnino il concetto secondo cui la materia è tutto senza bisogno di anima e di Anima Suprema. Questo si potrebbe definire un concetto demoniaco. È difficile immaginare come questi esseri demoniaci possano essere persuasi da argomenti a favore di Dio.
Srila Prabhupada: Dobbiamo andare avanti. Gradualmente tutto il mondo vedrà che ci sono uomini di prima classe e che c’è una cultura di prima classe. La divina cultura vedica, la vera cultura. Dobbiamo sempre ricordare che le persone sono attratte da questa cultura cosciente di Dio. È naturale. E Sri Krsna lo vuole. Perché dovremmo preoccuparci delle obiezioni di qualche mascalzone? Fate qualcosa per diffondere una cultura cosciente di Dio. Si tratta di Krsna. Stampate libri. Viaggiate in tutto il mondo. Sfidate la politica di questi governi atei. Sfidate i loro intellettuali mercenari. “Suvvia, scienziati mascalzoni. Vi siete impegnati a diffondere il materialismo e l’ateismo. Noi dimostreremo in modo scientifico l’esistenza del sé spirituale – l’anima – e di Dio.”
Srila Prabhupada ordinò ai suoi discepoli dotati di preparazione scientifica di contrastare la teoria dell’evoluzione di Darwin. A volte egli si riferiva ai sostenitori di questa teoria usando parole forti (“mascalzoni”). Si può far notare che non tutti gli evoluzionisti sono materialisti atei. Per esempio oggi alcuni sostengono le varie forme di evoluzione teistica, il che implica l’accettare come vera la rappresentazione che Darwin fa dello sviluppo dei corpi di tutto ciò che è vivente. Essi affermano: “Dio ha creato i corpi delle piante e degli animali, ma lo ha fatto attraverso l’evoluzione descritta da Darwin. Come risulta da questa scelta di citazioni tale idea non è compatibile con la descrizione dell’origine dei corpi di tutto ciò che vive fatta nella letteratura vedica (intesa in tutta la sua ampiezza fino a comprendere i Purana).
L’Evoluzione Della Coscienza
Sebbene Darwin avesse ragione nel proporre un processo
evolutivo, aveva torto a proposito di ciò che si evolveva.
di Aja Govinda Dasa
La coscienza o consapevolezza nel senso più elementare non caratterizza solo gli esseri umani. Prendete ad esempio i cani. Non solo essi possono sentire ciò che li circonda (attraverso gli odori, i suoni, la vista, i sapori ecc.), ma sono anche in grado di riconoscere i luoghi, gli odori, i sapori e i suoni. Si può sostenere che anche le macchine sono in grado di sentire per mezzo dei detector, quindi che cosa le rende differenti da un cane? Un cane può provare dolore, paura, collera, comodità, eccitazione e via dicendo, mentre una macchina priva di vita non ne è capace. Tutti i mammiferi, i vertebrati, i rettili, gli anfibi, gli esseri acquatici e così via sono coscienti, anche se quello che percepiscono può differire a seconda della specie. I delfini e i pipistrelli navigano usando un sonar; i serpenti e alcuni animali notturni riescono a vedere con gli infrarossi; i pescecani e altri pesci sono sensibili all’elettricità. Indipendentemente dalla varietà delle loro sensazioni, tutti condividono la facoltà della coscienza.
E gli insetti? Se tu sbarri il percorso a un insetto, questo ci girerà intorno oppure se avverte un pericolo può correre per salvarsi o mordere per autodifesa. Dunque l’istinto di sopravvivenza è presente. Questo da solo però non basta come attributo distintivo della coscienza, perché anche un robot può essere programmato per evitare alcuni pericoli. Il robot però non ha desideri, mentre l’insetto desidera vivere, desidera sopravvivere.
I microrganismi – i batteri e le creature unicellulari – sono coscienti? Essi possono spostarsi per effetto di stimoli come la luce e le variazioni chimiche del loro ambiente. Ora, perfino un robot può riposizionarsi come fa un batterio per effetto di una stimolazione esterna, ma la differenza è che il robot è di per sè solo un sistema non vivente controllato da una persona vivente, manualmente o per mezzo di un codice scritto da un programmatore. Ma chi controlla i movimenti di un batterio? Chi decide in che modo il batterio farà ruotare il suo flagellum?
L’istinto è la risposta di una sola parola che viene in mente. Alcuni genetisti affermano che i modelli di comportamento innati di un organismo o quelli automatici ed ereditari sono codificati nel suo DNA. In questo senso, l’organismo, un sistema biochimico dotato di un codice DNA, è solo la controparte biologica di un robot, una macchina a base di silicio programmata con un linguaggio da computer. Ma proprio come un robot, un computer o una macchina non possono funzionare senza che una persona vivente li comandi, così il batterio, una macchina biochimica, non può funzionare senza un essere vivente che lo controlli.
Uno scettico può allora lanciare la sua sfida: “Il batterio vive autonomamente. Non c’è bisogno di un essere vivente separato che lo controlli.” Questa confutazione si basa su una teoria meccanicistica che riduce la vita di un organismo alle sue reazioni interne biochimiche. Srila Prabhupada rispondeva sottolineando che se la vita è solo il risultato di reazioni chimiche allora gli scienziati dovrebbero poterla creare in laboratorio, ma nessuno scienziato può affermare di aver creato neanche una sola cellula vivente.
Atma: la Sorgente della Vita
Ogni organismo è vivente solo perché al suo interno c’è l’anima. Per lo scettico, credere nell’anima appare una superstizione, ma casi documentati da medici professionisti ne sostengono la validità. Nel suo libro Light and Death il cardiologo Michael Sabom descrive l’intervento chirurgico su Pam Reynolds, una paziente che soffriva di un aneurisma (il rigonfiamento a sacchetto di un’arteria) alla base del cervello, che era sul punto di rompersi con conseguenze fatali. Poiché l’aneurisma era localizzato alla base del cervello di Pam, il suo chirurgo, il dottor Robert Spetzler, direttore del Barrow Neurological Institute a Phoenix in Arizona, dovette drenare tutto il sangue del suo cervello per abbassare le onde cerebrali e fermare il battito cardiaco e il respiro. Durante l’intervento chirurgico Pam era clinicamente morta. Dopo l’operazione ben riuscita però ella fu in grado di ricordare esattamente le conversazioni tra i chirurghi e riferire accurate descrizioni dei ferri chirurgici (visibili solo dopo che la paziente era stata anestetizzata) usati nell’operazione durante la quale si supponeva che fosse incosciente. Nel corso dell’intervento Pam poteva vedere il suo corpo dall’alto; stava fluttuando fuori del suo corpo, per così dire. Questo ed alcuni altri casi documentati di pre-morte e di vita fuori dal corpo suggeriscono l’esistenza dell’anima, la particella spirituale, l’essere metafisico che è la vera sorgente della coscienza.
Secondo la Bhagavad-gita in ogni organismo vivente risiede un’anima spirituale. L’anima spirituale, o atma in sanscrito, è la sorgente della coscienza. L’anima spirituale entra in un corpo al momento del concepimento e ne esce alla morte, passando in un nuovo corpo predisposto dalle leggi della natura in base ai desideri dell’anima e alle sue azioni passate. Durante questo ciclo di nascite e morti (o reincarnazione), l’anima può dirigersi verso forme di vita inferiori o superiori, ma quanto più l’anima scende in basso nella scala delle forme di vita, tanto più la coscienza si assopisce e tanto meno si manifestano i sintomi della coscienza. Perciò anche se ogni batterio è controllato da un’anima spirituale, la presenza dell’anima non è così evidente come lo è nei mammiferi e nelle altre specie superiori.
Lo Sviluppo della Coscienza
La maggior parte dei biologi vi dirà che l’enorme disparità tra i livelli di coscienza delle varie specie è un risultato dell’evoluzione. Essi affermano che la consapevolezza e l’esperienza cosciente si sono evolute dalle percezioni grossolane tipiche delle prime forme di vita agli organismi pluricellulari che hanno sviluppato sensori biologici più sofisticati. Le cellule hanno sviluppato sensori per registrare i cambiamenti della luce e della chimica dell’ambiente e in seguito si sono combinate per formare organi sensoriali adatti ad ottenere informazioni visive, uditive, tattili, olfattive e gustative. Per elaborare questi dati e decidere la reazione o la risposta di un organismo ad uno stimolo, si sono manifestati i sistemi nervosi. I sistemi nervosi centrali hanno offerto ad un organismo una percezione integrata di ciò che lo circonda. Mentre i cervelli si evolvevano, la coscienza si espandeva. Il sistema limbico, sviluppato allo scopo d’immagazzinare ricordi di comportamenti derivanti da esperienze piacevoli o sgradevoli, permetteva quindi all’animale d’“imparare” a non ripetere un’azione che aveva prodotto conseguenze negative.
Quindi lo sviluppo della corteccia cerebrale ha aiutato non solo la percezione sensoriale ma anche funzioni cognitive più elevate come la memoria, la localizzazione, il senso dell’orientamento e il movimento. Per esempio, i predatori che cacciano la preda ne riconoscono la forma visiva; alcuni mammiferi più sviluppati sono capaci di attenzione; i cani possono guardarti direttamente negli occhi e mostrare la loro intenzione.
Nelle specie più sviluppate la corteccia ha accresciuto la sua complessità fino a comprendere la capacità di ragionare e di comunicare. Sebbene alcuni animali acquatici, alcuni uccelli, alcuni insetti e altri animali possano comunicare attraverso suoni di diversa frequenza, alcune specie di primati molto più sviluppate sono in grado di usare simboli. Gli scimpanzé e i gorilla non possono parlare perché il movimento della loro lingua è limitato e perché sono privi di laringe o scatola vocale, ma hanno la facoltà d’imparare parole e di comporre frasi nel linguaggio dei segni.
La versione vedica concorda con la moderna biologia evolutiva sul fatto che si sono molte specie e forme di vita, alcune sviluppate ed altre meno, ma la progressione di queste specie non è uno sviluppo cronologico. Non c’è alcuna prova evidente che faccia pensare che una forma di vita si sia evoluta nel corso di milioni di anni. I “salti evolutivi” di complessità (da livelli di sviluppo più bassi a quelli più alti), sono speculazioni prive di sostanza. I Darwiniani si basano sui reperti fossili per sostenere la loro teoria di un graduale sviluppo di un’unica specie attraverso la variazione e la selezione naturale. I reperti fossili però hanno molti collegamenti mancanti, né ci sono prove di forme di vita transitorie o intermedie che facciano da ponte tra le specie conosciute.
Il defunto paleontologo di Harvard Stephen Jay Gould ha ammesso che questo è “il segreto commerciale della paleontologia”. In un articolo intitolato “Lo Strano Percorso dell’Evoluzione” pubblicato nella rivista Natural History, egli riconosceva: “Gli alberi dell’evoluzione che adornano i nostri libri di testo hanno dati certi solo sulle punte e sui nodi dei loro rami; il resto è illazione, che per quanto sia ragionevole, non è ciò che testimoniano i fossili.”
Inoltre, come hanno riferito i ricercatori Michael Cremo e Richard Thompson nel loro libro Archeologia Proibita, i reperti fossili presentano anomalie che non sono in accordo con l’evoluzione darwiniana. Per esempio, sullo stesso strato sono state trovate impronte di dinosauro e impronte umane ed alcuni manufatti ricavati dagli scavi datano la presenza dell’uomo milioni d’anni fa.
Lo stesso Charles Darwin nel suo libro Sull’origine delle Specie afferma: “Se si potesse dimostrare che è esistito un qualsiasi organo complesso che non sia stato possibile produrre con numerose, successive, piccole modificazioni, la mia teoria sarebbe completamente sconfitta.” Il biochimico Michael Behe ha richiamato l’attenzione su sistemi biologici complessi non riducibili, quali i flagelli dei batteri (che agiscono da propulsori) e le ciglia vibratili (antenne biologiche sensorie). Nessuno di questi potrebbe essere stato il prodotto di un’evoluzione graduale perché “la rimozione di una qualsiasi delle parti fa sì che il sistema cessi di funzionare in modo efficace. Un sistema complesso non riducibile non può essere prodotto direttamente (cioè migliorando costantemente la funzione iniziale, che continua ad operare con lo stesso meccanismo) da piccole e successive modifiche di un sistema precursore, perché qualsiasi precursore di un sistema complesso non riducibile che manchi di una parte non è funzionale per definizione.” (Darwin’s Black Box: The Biochemical Challenge to Evolution, Behe 1996). Inoltre, i darwiniani non sono mai riusciti a spiegare in modo convincente come si sia sviluppata l’organizzazione di una cellula complessa, né hanno dimostrato sperimentalmente l’origine della prima cellula vivente dalla materia inanimata.
Il conflitto tra creazionisti ed evoluzionisti dura da tempi lunghissimi. Negli scritti dei primi eruditi indiani si può trovare l’antesignana della teoria darwiniana dell’evoluzione. La Svabhava-vada è la filosofia secondo cui il cosmo, le formazioni geologiche, la vita e tutte le varietà biologiche nelle specie si sono manifestate spontaneamente senza un Creatore. I teologi indiani hanno contestato questa teoria, facendo notare che l’ordine e la progettazione non possono essere sottoprodotti del caos, che la vita non può aver avuto origine dalla materia inerte e che non può essere stato il caso a dirigere la formazione di forme di vita complesse.
Il Viaggio Evolutivo
Nei tempi moderni Charles Darwin è considerato lo scienziato che ha formulato una teoria evolutiva basata sulla selezione naturale, ma il concetto di evoluzione era noto molto prima di Darwin. Srila Prabhupada scrive: “Benché gli occidentali riconoscano in Darwin l’iniziatore della teoria dell’evoluzione, la scienza dell’antropologia non è nuova. Il processo dell’evoluzione fu rivelato molto tempo prima nel Bhagavatam, che fu scritto cinquemila anni fa.” (Srimad Bhagavatam 3.29.29, spiegazione)
Sebbene noi seguaci della scuola Bhagavata (devoti di Krsna), non accettiamo la spiegazione di Darwin, accettiamo invece l’evoluzione – ma con una differenza. Secondo lo Srimad-Bhagavatam una specie non si evolve in un’altra, ma è invece la coscienza dell’anima che si evolve mentre trasmigra da forme di esistenza inferiori a forme superiori nel ciclo di nascita, morte e rinascita. Nel dominio materiale l’anima comincia il suo viaggio in un corpo umano. I desideri materiali e le conseguenti azioni comportano che l’anima nasca in specie adatte alla sua mentalità. Se l’anima cade nelle specie inferiori, poi prende nascite successive in specie caratterizzate da sempre più elevati stati di coscienza. Questo è il processo della trasmigrazione. Come Srila Prabhupada ha detto: “La teoria dell’evoluzione di Darwin non è che una spiegazione incompleta della trasmigrazione dell’anima. Darwin non ha ... alcuna idea dell’anima.” (La Scienza della Realizzazione del Sé)
A questo punto è necessario definire il concetto Bhagavata di specie viventi: non biologico ma che si riferisce allo stato di coscienza. Per esempio, gli esseri viventi che si trovano in forme inferiori come le piante, i coralli, le spugne, i cetrioli di mare, i ricci a forma di moneta e le stelle di mare sono appena consapevoli dell’ambiente esterno che li circonda. Le specie mobili come i pesci, gli insetti, gli uccelli e gli animali hanno una maggior consapevolezza di ciò che li circonda e sensi di percezione più sviluppati. Salendo la scala evolutiva l’anima diventa sempre più consapevole fino a raggiungere la forma umana. Questa è l’esposizione di Prabhupada: ”Il percorso evolutivo delle differenti specie di corpi assomiglia allo sbocciare di un fiore fino alla completa fioritura. Come ci sono differenti tappe nella crescita di un fiore – la gemmazione, lo sboccio e la piena fioritura, in cui si manifestano pienamente il profumo e la bellezza dei colori e delle forme – vi sono 8.400.000 specie di corpi in graduale evoluzione e si nota un progresso sistematico da una specie all’altra, dalle specie più basse fino alle più elevate.” (Srimad-Bhagavatam 3.31.19, spiegazione).
Perché Tante Forme di Vita?
Secondo i Veda, Dio è il genio all’origine di tutte le forme di vita. La varietà che troviamo nel modo materiale è l’espressione delle Sue qualità artistiche.
Ma qual è lo scopo di tante forme di vita? Sono mezzi diversi con cui l’anima può godere. Per esempio, se qualcuno prova piacere a mangiare la carne, per lui sono adatti i denti e le unghie della tigre. Per chi desidera volare le ali sono la risposta giusta. E quale modo migliore di soddisfare il desiderio di chi ama tuffarsi e nuotare che dotarlo di una forma acquatica provvista di pinne e branchie? Nello stesso modo il corpo di un serpente è adatto alle persone soggette alla collera e all’invidia.
L’anima può o scendere a livelli di coscienza più bassi o evolvere a livelli più elevati. Le anime trasmigrano in corpi adatti alla loro posizione mentale. Dio è il padre amoroso di tutti gli esseri viventi e consente loro di godere (nei limiti dei loro meriti) in differenti forme di vita in funzione dei loro desideri. Quando un’anima cade in una specie inferiore per godere in una certa forma di vita, risale lungo la scala di milioni di specie non umane lasciando il corpo della specie precedente per entrare nel corpo di quella successiva più elevata – sempre più in alto finché non ottiene nuovamente la forma umana.
Al di là della Forma Umana
Il fascino che i super-eroi esercitano sul pubblico fa riflettere sul fatto che noi fantastichiamo sulla possibilità di superare i nostri limiti umani per trasformarci in specie super-umane. Ci chiediamo se l’Homo Sapiens sia il punto d’arrivo dell’evoluzione. Alcuni eruditi come Pierre Teilhard de Chardin e Sri Aurobindo ritenevano che l’evoluzione fosse diretta verso una certa destinazione o punto più elevato. Chardin lo chiamava Punto Omega, il livello più elevato di coscienza verso cui evolve l’universo; per Sri Aurobindo esso era una “vita divina”. Come Sri Aurobindo diceva: “L’uomo è una forma di transizione, non una forma finale. Il passaggio da uomo a superuomo è il prossimo risultato che sta per verificarsi nell’evoluzione della Terra. Questo è inevitabile perché è contemporaneamente il fine dello spirito interiore e la logica del processo naturale.”
Ma secondo i Veda quest’ultima fase di transizione o evoluzione non è un fatto biologico, ma un risveglio spirituale, ovvero una liberazione dell’anima intrappolata dalle coperture dell’ignoranza e un liberarsi delle energie sopite dell’anima: eternità, conoscenza e felicità. Questa evoluzione è possibile solo nella forma umana ma non nelle forme animali.
Gli animali sono dotati di coscienza, ma gli esseri umani sono consapevoli di esseri coscienti. Gli esseri umani possono porre domande. Questa è la speciale prerogativa della forma umana.
Quando l’anima evolvendosi torna alla forma umana ottiene l’unica e speciale opportunità di conseguire la completa liberazione dalle sofferenze di questo mondo mortale e di realizzare la sua natura originale di essere amato da Dio. Questo si può ottenere impegnandosi nel servizio devozionale al Supremo Signore, Sri Krsna. Prahlada, il bambino santo, nel verso 7.6.1 del Bhagavatam, dà questo insegnamento a tutta l’umanità: “Ottenere un corpo umano è cosa molto rara e sebbene esso sia temporaneo come gli altri corpi, assume un’importanza particolare perché permette di compiere il servizio devozionale. Anche una minima dose di servizio devozionale può darci la perfezione completa.”
CITAZIONE SPECIALE
I discepoli di Srila Prabhupada Bhaktisvarupa Damodara Swami (Thoudam D. Singh, Ph.D., 1937–2006) e Sadaputa Dasa (Richard L. Thompson, Ph.D., 1947–2008) sono stati pionieri nel campo della scienza nella coscienza di Krsna. Qui, dai loro scritti, pubblichiamo alcune citazioni rilevanti sul tema di questo numero speciale di Ritorno a Krishna.
A causa dell’enfasi unica data dalla teoria di Darwin alla vita materiale o geologica, le attività dell’uomo moderno sono state indirizzate verso le macchine e l’automazione. Il risultato finale è stato che nel tentativo di cercare l’eccellenza scientifica e tecnologica, sembra che le questioni morali fondamentali, quali il modo giusto e sbagliato di vivere, siano state ignorate. Il risultato è la quasi totale svalutazione dell’etica, che distrugge la dignità dell’uomo ed è la causa primaria del conflitto tra scienza e religione.
—Bhaktisvarupa Damodara Swami, “Visione Vedica dell’Evoluzione,” in Sintesi di Scienza e Religione, 1987
Proprio come Bach abilmente combina e modifica differenti temi nelle sue fughe, così il Supremo Artista può orchestrare il mondo della vita in un modo che mostri ordine, parsimonia e una esuberante originalità di forme. Gli schemi dei cambiamenti parsimoniosi seguono naturalmente dalla procreazione delle specie. L’originalità fluisce dall’intelligenza creativa di Krsna e non può essere attribuita alla teoria neo-Darwiniana.
—Sadaputa Dasa, “C’è stata una vigilia?” (BTG, Sett/Ott 1992)
Nella definizione Darwiniana della vita, la vita geologica è formata solo da elementi chimici; Dio non è considerato, quindi non c’è alcuna possibilità che qualcosa sia concessa da Lui. Con questa comprensione l’uomo spesso usa male il suo intelletto e distrugge l’equilibrio naturale uccidendo, senza alcuna necessità, certi gruppi di alberi, di animali, di uccelli, di pesci e così via. In questo modo causa disastri ecologici e vari altri problemi. Qui vediamo un’altra debolezza del paradgma Darwiniano.
—Bhaktisvarupa Damodara Swami, “Visioni Vediche dell’Evoluzione,” in Sintesi di Scienza e Religione, 1987.
La teoria di Darwin dell’evoluzione può essere vista come un tentativo di dare un’alternativa all’idea di una capricciosa, improvvisa creazione causata da un ordine divino. La teoria cercò di spiegare in modo razionale l’origine delle specie, nei termini di un processo naturale di causa ed effetto. Secondo la letteratura vedica esiste infatti un processo razionale della creazione. Ma questo processo considera concetti e categorie di esseri che vanno molto oltre i limiti della scienza di oggi..
—Sadaputa Dasa, “I Semi della Ragione” (BTG, Sett/Ott 1993)
CALENDARIO
Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area collegatevi al sito www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea di maestri che discende da Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite ai compagni del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.
5 Ottobre–2 Novembre
(Mese di Damodara)
NOVEMBRE
2—Sri Krsna Rasa-yatra. Ultimo giorno del Damodara-vrata e del Caturmasya.
3 Novembre–2 Dicembre
(Mese di Kesava)
12—Utpanna Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7:06-10:21)
28—Moksada Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi. Anche, giorno in cui Sri Krsna enunciò la Bhagavad-gita.
(Rompere il digiuno 7:26-10:31)
3 Dicembre–31 Dicembre
(Mese di Narayana)
DICEMBRE
5—Anniversario della scomparsa di Srila Bhakti-
siddhanta Sarasvati Thakura, il maestro spirituale di Srila A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
12—Saphala Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7:40-10:07)
17—Anniversario dell’apparizione di Srila Locana Dasa Thakura, un grande devoto di Krsna noto per le sue canzoni devozionali in Bengali.
19—Anniversario della scomparsa di Srila Jiva Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana.
28—Putrada Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7:48-10:47)
1 Gennaio –30 Gennaio
(Mese di Madhava)
GENNAIO
5—Anniversario dell’apparizione di Srila Gopala Bhatta Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana.
6—Anniversario della scomparsa di Srila Jayadeva Gosvami, grande maestro spirituale e autore della Gita-govinda.
11—Digiuno per Sat-tila Ekadasi (del 10 gennaio) di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7:47-10:51)
20—Anniversario dell’apparizione di Srila Raghunatha Dasa Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana. Anniversario della scomparsa di Srila Visvanatha Cakravarti Thakura, maestro spirituale Vaisnava e autore che apparve nel disciassettesimo secolo. Anniversario dell’apparizione di Srimati Visnupriya Devi, la consorte di Sri Caitanya.
22—Anniversario dell’Apparizione di Sri Advaita Acarya, un’incarnazione dell’espansione di Sri Krsna, Maha-Visnu, e intimo compagno di Sri Caitanya Mahaprabhu. Digiuno fino a mezzogiorno
24—Anniversario della scomparsa di Sripada Madhvacarya, filosofo Vaisnava e maestro spirituale che apparve nel tredicesimo secolo.
25—Anniversario della scomparsa di Srila Ramanujacarya, filosofo e maestro spirituale dell’undicesimo secolo.
26—Bhaimi Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi. Digiuno completo fino a mezzogiorno. La festa di prasada si osserva domani.
(Rompere il digiuno 7:47-10:51)
27—Apparizione di Sri Varaha, l’incarnazione cinghiale di Sri Krsna.
28—Anniversario dell’apparizione di Nityananda Prabhu, un intimo compagno di Sri Caitanya Mahaprabhu e incarnazione del fratello maggiore di Krsna, Sri Balarama. Digiuno fino a mezzogiorno.
30—Anniversario dell’apparizione di Srila Narottama Dasa Thakura, maestro spirituale nella linea di successione di Sri Caitanya che compose molte canzoni devozionali in Bengali.
Il QI della Natura
Lo studio del mistero degli istinti e del comportamento degli animali può dare la soluzione dell’origine della vita?
di Isvara Krsna Dasa
Essendo stato allevato in una città, Budapest, all’inizio ho appreso dai libri e dai film ciò che riguarda la natura. Per lungo tempo sono rimasto affascinato dai libri sul mondo degli esseri viventi – racconti narrati da ornitologi, relazioni di naturalisti che descrivevano le loro spedizioni e presentazioni del comportamento degli animali da parte di ricercatori. I miei autori preferiti erano Gerald Durell e David Attenborough. Non avrei mai pensato che la ricerca sugli aspetti più segreti della natura sarebbe diventata la mia professione.
La familiarità dei miei genitori con la scienza mi portò a fare della biologia la mia materia preferita durante la scuola elementare e secondaria. Mia madre era farmacista e mio padre dottore. Pensare in termini scientifici era diventato naturale nella nostra famiglia composta di tre figli.
Nel corso di biologia del liceo non potei sfuggire alla dissezione di cavie animali. Ero molto addolorato e sentivo un senso di repulsione morale nel vedere lombrichi crocifissi con spilli e rane sventrate o uccelli già preparati che apparivano molto più attraenti a vedersi intatti anziché con le budella in vista.
Rivolsi il mio interesse alle scienze sociali e frequentai l’Università per studiare le scienze antropologiche che mettono a confronto le civiltà del passato con quelle attuali.
In Ungheria, dove vivevo, i miei primi anni d’Università coincisero con il cambiamento del sistema politico. Il comunismo era finito e improvvisamente mi resi conto che ci sono modi diversi di vedere il mondo e che l’uomo è libero di scegliere il punto di vista che preferisce. Questa libertà era stimolante ma faceva anche paura a causa delle pesanti implicazioni derivanti dalla scelta. Perciò la struttura e il modo di pensare delle altre società divennero importanti per me non solo da un punto di vista scientifico ma anche a livello esistenziale, perché relativi per la mia stessa vita.
Durante questo periodo, venni a contatto con la saggezza contenuta nelle Scritture vediche dell’India grazie ai libri di Srila Prabhupada, un insegnante indiano che rappresentava una tradizione rimasta intatta nel tempo. Dopo qualche libretto sulla reincarnazione lessi la Bhagavad-gita ed acquisii una visione generale della sua filosofia: ogni essere vivente (piante e animali compresi) è un’anima eterna che in un modo o nell’altro è rimasta prigioniera nel mondo materiale ed ora vaga da un tipo di corpo ad un altro accettando molte forme corporee. Quando le anime ottengono una forma umana, viene concessa loro la possibilità di risvegliarsi alla pura coscienza originale e, se agiscono in modo appropriato, alla fine della vita possono tornare nel modo spirituale ricollegandosi a Dio.
All’inizio pensai che questo era troppo bello per essere vero. Nello stesso tempo però ero affascinato dalla coerenza del ragionamento, dal concetto di non violenza e dall’ipotesi che la vita possa avere uno scopo più elevato. Dopo il materialismo scientifico di cui era intriso il sistema educativo del socialismo, tutto questo era molto attraente, ma anche molto insolito e difficile da credere.
Caddi in una crisi ideologica. Il mio modo di pensare acquisito nell’infanzia e considerato aldilà di ogni dubbio, fu messo in discussione, ma nello stesso tempo era ancora abbastanza forte da impedirmi di accettare un’altra ideologia.
Una domanda in particolare mi metteva in difficoltà: da dove provenivano i regni degli animali e delle piante che io ammiravo così tanto? Secondo i libri della mia infanzia e quelli di scuola, la vita si era manifestata per mezzo di processi chimici casuali e le specie si erano evolute da antenati comuni attraversi milioni di anni. Ma secondo i testi vedici antichi di alcune migliaia di anni, che cominciavo a rispettare, invece, i sistemi corporei delle piante e degli animali esistevano sul nostro pianeta fin dall’inizio del tempo.
Avevo anche trovato alcune pubblicazioni che contenevano dissertazioni scientifiche contrarie alla teoria dell’evoluzione. Fui sorpreso nello scoprire tutta una serie di argomentazioni e iniziai a riflettere sul fatto che, dopo tutto, la teoria dell’evoluzione potesse non costituire un fatto innegabile. Forse era soltanto una possibile interpretazione della natura – l’unica con cui ero stato allevato. Ero curioso di trovare la verità e pensai che se non avessi trovato una risposta alle domande sulla nostra origine, non avrei potuto prendere una decisione ben ponderata sullo scopo della mia stessa vita.
Ritorno ai Libri
Rileggendo i miei libri sugli animali notai che le loro origini venivano trattate con notevole superficialità.
Di qualunque fenomeno parlassero gli autori usavano termini come “evoluto”, “emerso”, “si era modificato”, “adattato”, ecc ... , ma non entravano mai nei dettagli di come ciò fosse accaduto.
Pensai di poter trovare informazioni più dettagliate sulle riviste di biologia, ma con costernazione scoprii che le descrizioni, sebbene espresse in termini più scientifici, si basavano su preconcetti non provati. Questo rafforzò il mio sospetto che l’insegnamento da me ricevuto era deviante e che la teoria dell’evoluzione non era altro che una costruzione di parole, una spiegazione mitica del mondo propria del diciannovesimo e ventesimo secolo. Prendendo in prestito un’espressione dalle discipline classiche, si trattava di un “racconto”, una storia inventata da alcune persone in un certo periodo e riferita agli altri.
Rileggendo questi libri, rimasi meravigliato dagli istinti innati dimostrati da molte specie animali. Per raccogliere maggiori informazioni e decidere sul problema delle origini, scelsi di studiare questo argomento in modo approfondito. Il comportamento animale è l’oggetto della disciplina scientifica detta etologia. Essendomi laureato in scienza dell’antropologia ed essendo anche interessato alle culture non umane, mi nominai “scienziato zoologo” (forse l’unico sul pianeta Terra).
Esaminiamo alcune domande che sorgono in relazione al comportamento istintivo degli animali.
Non sorprende affatto che gli insetti si comportino come insetti, gli uccelli come uccelli e i mammiferi come mammiferi. Essi eseguono la maggior parte dei loro complessi comportamenti in modo predeterminato e istintivo. Ma come fanno a sapere quando e come agire? Da dove proviene l’intelligenza che si manifesta nella natura?
Per spiegare l’origine dei modelli di comportamento, gli evoluzionisti fanno riferimento a modifiche graduali di comportamenti più semplici. Ma l’attuale modo di vedere è necessariamente quello corretto? È basato su una deduzione dettagliata e plausibile? Oppure ci potrebbe essere in alternativa una spiegazione migliore? È possibile che il nostro mondo rifletta in molti modi un’intelligenza sovrannaturale che ha applicato le proprie soluzioni infinitamente ingegnose per creare il mondo vivente?
Il Termostato della Natura
Molti modelli di comportamento animale non consistono in un’unica singola fase, ma comprendono tutta una serie di sequenze comportamentali che devono sempre avere luogo per ottenere il successo dell’operazione. Questo rappresenta una seria, se non fatale, minaccia alla teoria di Darwin.
I fagiani (Leipoa ocellata) dell’Australia orientale covano le uova in un modo insolito. Innanzitutto con le loro zampe robuste scavano una buca larga circa quattro metri e mezzo e profonda novanta centimetri. Durante l’inverno raccolgono piccoli rami e foglie in un raggio di una cinquantina metri e li ammassano nella buca. Quando questo materiale è completamente inzuppato d’acqua piovana, coprono tutto con uno strato di sabbia spesso mezzo metro. Questo è il modo in cui questo uccello costruisce il suo nido a cratere alto circa un metro e mezzo.
La femmina depone le uova sulle foglie marce della camera delle uova situata all’interno del nido a forma di cumulo e poi il maschio seppellisce la camera delle uova. A partire dalla primavera, la femmina per tre o quattro mesi viene una volta alla settimana a deporre un uovo alla volta e poi lascia il nido. Durante il lungo periodo di nove mesi della cova il fagiano si adopera affinché l’incubazione avvenga alla giusta temperatura.
La maggior parte delle specie di uccelli cova le uova con il calore del corpo. Questo caso è completamente diverso. Le uova vengono covate dal calore del cumulo perché la materia vegetale marcescente, pressata sopra, fermentando fornisce al suo interno il calore che cova le uova. Di tanto in tanto il maschio infila il becco nel cumulo per controllare la temperatura del suolo. Molto probabilmente è capace di misurare la temperatura con la lingua o la cavità orale. Egli mantiene la temperatura del cumulo che fa da incubatrice a 34 gradi centigradi con una precisione incredibile, permettendo una variazione massima di un solo grado centigrado nonostante che in questa regione le temperature durante il giorno e durante l’anno possano variare notevolmente.
Se le uova sono in pericolo di surriscaldamento, il maschio toglie diligentemente uno strato di sabbia dalla cima del cumulo per far uscire l’eccesso di calore. Oppure, per far il cumulo dall’eccessivo calore del sole, aggiunge altro terriccio sul cumulo stesso. Quando la temperatura esterna si raffredda, durante il giorno toglie gli strati superiori del cumulo in modo che il sole splenda direttamente sul centro del nido e la sera invece lo ricopre nuovamente perché trattenga il calore.
I piccoli escono dall’uovo in momenti diversi rompendone il guscio con le loro forti zampe. Miracolosamente tenendo gli occhi e il becco completamente chiusi riescono a non soffocare all’interno del cumulo da cui fuoriescono. Con sforzi tremendi, per cinque o dieci minuti tentano di aprirsi la strada di pochi centimetri, poi riposano per circa un’ora e ricominciano. Per raggiungere la superficie possono impiegare da due a quindici ore. Appena usciti respirano profondamente e aprono gli occhi. Poi camminano ondeggiando o rotolano giù dal cumulo della cova e corrono nei cespugli circostanti. Non incontrano mai i loro genitori e non apprendono da nessuno come costruire il mucchio e come mantenerne la temperatura. Tuttavia quando arrivano all’età giusta si comportano esattamente come hanno fatto i loro genitori.
Aldilà delle Spiegazioni sulla Bravura dell’Uccello
I fagiani australiani appartengono alla famiglia degli uccelli che si riproducono per incubazione (Megapodiidae). Tutte le specie degli uccelli che appartengono a questa famiglia tassonomica sono noti perché usano una sorgente di calore esterna per covare le uova. Le riviste di scienza dell’evoluzione affermano che questo metodo di cova si è formato per evoluzione a piccoli passi dal tradizionale metodo di covare seduti sulle uova. Tuttavia non riescono a dare alcun tipo di spiegazione teorica dettagliata e convincente di questa graduale evoluzione, che sarebbe in linea con i principi della loro teoria.
Per capire più profondamente perché la teoria basata sull’evoluzione non sta in piedi per quanto riguarda l’origine della tecnica di cova dei fagiani australiani, prendiamo in considerazione ciò che è necessario per una covata di pulcini che abbia successo.
Per la femmina:
Tornare con regolarità a deporre le uova nel luogo giusto.
Per il maschio:
Conoscere il materiale e la struttura della collina.
Costruire il cumulo per la cova.
Un organo specifico per controllare la temperatura del suolo.
Un istinto sofisticato per assicurare una temperatura costante
all’interno del cumulo della cova.
Per il pulcino:
Un opportuno comportamento istintivo dopo l’apertura dell’uovo.
Una struttura anatomica adatta a sviluppare la forza per uscire dal
cumulo e sopravvivere da solo.
Modelli di comportamento istintivi dalla nascita in poi che li rendano
capaci di riprodursi e nutrirsi.
Provate a rifletterci. Sarebbe possibile omettere uno qualsiasi di questi elementi e avere lo stesso le uova covate? No certamente, perché tutte queste particolari caratteristiche anatomiche e questi programmi di comportamento istintivi sono richiesti tutti contemporaneamente, affinché le generazioni successive di uccelli possano nascere. Questa è la ragione per cui non è possibile tracciare un percorso di progressivo sviluppo fatto di numerosi e graduali piccoli cambiamenti che porti dal “riscaldare con il corpo” al “sistema della costruzione del cumulo”. Nel periodo in cui le uova sono posate e nascoste nella terra, tutti gli altri elementi (caratteristiche fisiche e istinti dell’uccello) devono essere presenti, altrimenti la temperatura delle uova non sarebbe mantenuta costante e gli embrioni al loro interno morirebbero.
Perciò il metodo di cova del fagiano australiano è un sistema non riducibile perché funziona soltanto se ogni pezzo del puzzle nella catena comportamentale si trova nella sua posizione giusta. Il contemporaneo manifestarsi di così tanti elementi coordinati senza un controllo cosciente – semplicemente per indirette mutazioni casuali – è del tutto impossibile.
Perciò l’origine del fagiano australiano è un’enigma con un’unica soluzione: questo uccello con tutte le sue caratteristiche anatomiche e i suoi comportamenti istintivi è stato ideato da un’intelligenza superiore. Inoltre, le tecniche d’incubazione del “sedere sulle uova” e del “costruire il cumulo” molto probabilmente si sono manifestate nello stesso momento come parti di un progetto superiore di vasta portata.
Una Risposta più Attendibile
Il fagiano australiano non è che uno degli esempi del nostro libro Nature’s IQ, scritto in collaborazione con il mio amico bio-ingegnere Bhagavat-priya Dasa. Esso riporta cento esempi di strani istinti in animali la cui origine non è nota.
Ecco alcune domande stimolanti:
Da dove ha preso il pesce arciere l’idea di sputare sopra il livello dell’acqua? E come ha fatto a svilupparsi la sua bocca, particolare, è un’arma capace di abbattere gli insetti con l’acqua? Quale tipo di sviluppo evolutivo ha rappresentato la capacità di sputare piccole quantità a breve distanza per molte e molte generazioni?
Come può un pesciolino (il labro pulitore) restare in vita mentre nuota volontariamente nella bocca di un pesce predatore (la cernia del corallo)?
Come fanno gli uccelli migratori a sapere quando e in quale direzione partire?
Quali particolari abitudini di accoppiamento contraddicono l’evoluzione di Darwin?
Quali sono le strategie dei genitori animali nell’allevare la propria prole e perché è probabile che queste provengano da un’intelligenza superiore anziché da variazioni genetiche casuali?
I modelli di comportamento degli animali pongono enigmi logici che difficilmente possono essere risolti senza ammettere l’intervento di un progetto intelligente. Sembra ragionevole allora prendere in considerazione il punto di vista delle antiche Scritture.
Secondo la filosofia delle Scritture vediche gli esseri viventi di questo mondo sono formati da tre componenti. In tutti i casi la sorgente della vita e della coscienza in ogni corpo vivente è un’eterna, individuale scintilla spirituale. Un corpo fisico sottile in cui si svolgono le attività mentali dell’entità vivente, copre l’essere vivente. Sembra che gli istinti di una data specie siano codificati anche in questo corpo materiale sottile e che sostanzialmente siano costanti. Il corpo biologico visibile copre il corpo sottile. Le svariate forme di vita e gli opportuni modelli di comportamento in ultima analisi provengono da un essere di intelligenza e ingegno infiniti che è presente nel cuore di tutto ciò che è vivente come Anima Suprema.
Ho imparato a riconoscere i pregiudizi ideologici ingannevoli presenti nei libri di scienza e ad usarli con le opportune riserve. E oggi, quando leggo qualcosa sulla natura, spesso sento che dietro le righe Qualcuno mi strizza l’occhio.
La Creazione e la Dissoluzione del
MONDO MATERIALE
Alcune citazioni dallo Srimad-Bhagavatam e dai commenti (“spiegazioni”) allo Srimad-Bhagavatam di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada descrivono come l’universo è creato e distrutto.
Compilato da Urmila Devi Dasi
Illustrazioni di Ananta Sakti Dasa
Sri Visnu e Laksmi a Vaikuntha
Al di là del cielo materiale, completamente fuori dalla nostra visione e al di là ... dell’universo, si apre l’illimitata distesa del mondo spirituale, conosciuta come lo sfolgorio del Brahman. In questa luce si bagnano innumerevoli pianeti spirituali, i Vaikunthaloka. Ciascuno di essi è molte volte più vasto del più grande universo materiale ed è abitato da miriadi di esseri che assomigliano esattamente a Sri Visnu. Questi abitanti sono ... diretti servitori del Signore. Vivono felici su questi pianeti, lontano da ogni sofferenza e in una giovinezza perpetua, godono di un’esistenza di felicità e conoscenza perfetta senza temere la nascita, la malattia, la vecchiaia e la morte (Bhag. 1.14.35-36, Spiegazione). In questi pianeti non esiste alcuna differenza tra il corpo e l’anima e il tempo non esercita la sua influenza come nel mondo materiale (Bhag. 2.5.39, Spiegazione).
Maha Visnu Genera l’Universo nell’Oceano Causale
In un angolo del cielo spirituale talvolta si forma una nuvola spirituale e la parte coperta viene chiamata mahat-tattva ... Poi il Signore, nella forma di Maha-Visnu, Sua emanazione plenaria, Si sdraia sulle acque del mahat-tattva ... Durante il sonno Maha-Visnu genera, ad ogni Suo respiro, innumerevoli universi. Questi universi fluttuano qua e là sull’acqua ed esistono solo per il tempo di un respiro di Maha-Visnu (Bhag. 2.5.33, Spiegazione). Questa manifestazione materiale si rivela necessaria per il bene delle anime condizionate che rifiutano di servire il Signore in una relazione d’amore trascendentale ... Al contrario, vogliono godere dell’esistenza esattamente come Lui. Gli esseri viventi sono per natura eterni servitori del Signore, ma alcuni di essi, facendo cattivo uso della loro indipendenza, non vogliono servirLo; a questi esseri è permesso dunque di soddisfare i propri desideri nella natura materiale, che è chiamata maya, o illusione ... perché gli esseri prigionieri nelle sue grinfie non gustano alcun vero piacere, contrariamente a ciò che credono (Bhag. 2.6.42, Spiegazione).
Garbhodakasyayi Visnu & la Dea della Fortuna, Laksmi Devi
Lo stesso Maha-Visnu penetra in ognuno degli universi, dove assume la forma di Garbhodakasyayi Visnu e Si sdraia sull’avatara Sesa, che ha l’aspetto di un serpente. Dal Suo ombelico emerge lo stelo di un fiore di loto e sul fiore sbocciato nasce Brahma, il signore dell’universo (Bhag. 2.5.33, Spiegazione). Brahma ... è padre di tutti gli esseri umani e maestro di tutti gli esseri celesti, perfetti architetti del piano universale. Nello stelo di questo loto ci sono quattordici sistemi planetari e i pianeti terrestri sono situati nel mezzo. Al di sopra ci sono i sistemi planetari superiori dove le condizioni di vita sono migliori e ... al di sotto dei pianeti terrestri ci sono sette sistemi planetari inferiori (Bhag. 1.3.2, Spiegazione).
La Ruota del Tempo
La gigantesca manifestazione del mondo fenomenico, presa nel suo insieme, forma il corpo personale della Verità Assoluta. In essa si trova la nozione di passato, presente e futuro del tempo materiale (Bhag. 2.1.24). L’arma personale di Sri Krsna, il disco, è chiamato hari-cakra, il disco di Hari. Questo cakra è la ruota del tempo (Bhag. 5.14.29).
La Creazione degli Esseri Umani
Brahma, che era dotato di potere dal Signore Supremo, pensò di assicurarsi la discendenza e generò così dieci figli perché crescessero e si moltiplicassero ... [Tra loro] nacque ... Daksa da uno dei suoi pollici, [e] Marici dalla sua mente ... Il saggio Kardama, marito della nobile Devahuti, nacque dall’ombra di Brahma (Bhag. 3.12.21, 23, 24, 27). Quando Brahma vide che, nonostante la presenza di saggi dotati di grande potenza, la popolazione dell’universo non cresceva adeguatamente, cominciò a pensare seriamente al modo di accrescerla. Altre due forme furono generate dal suo corpo. Esse sono ancora oggi celebrate come il corpo di Brahma. Quella che aveva un aspetto maschile fu conosciuta come il Manu di nome Svayambhuva e l’altra, dall’aspetto femminile, fu chiamata Satarupa, la regina del grande Manu. [Manu] ebbe da Satarupa cinque figli – due maschi ... e tre figlie ... Il padre, Manu, dette ... la seconda figlia, Devahuti, a Kardama e la più giovane, Prasuti, a Daksa. In seguito alle loro unioni l’universo si popolò di esseri [umani] (Bhag. 3.12.50, 52, 54, 56, 57). Manu, il padre dell’umanità, è l’emblema della Sua [Krsna] intelligenza esemplare e l’umanità è il Suo luogo di residenza (Bhag. 2.1.36). La forma umana ... offre all’anima condizionata un’intelligenza sufficiente a farle percepire la Verità Assoluta (Bhag. 11.9.28).
Kasyapa & le Figlie di Daksa
Daksa era [nella sua prima nascita] il figlio di Brahma ... ma a causa del suo ... insulto ... a Mahadeva (Siva), ... diventò il figlio dei Praceta [in un’altra nascita] (Bhag. 4.30.48, Spiegazione). [Nella sua seconda nascita] Daksa generò sessanta figlie dal grembo di sua moglie Asikni ... A causa dell’unione di queste con varie ed elevate personalità, esseri viventi di specie diverse popolarono l’intero universo nella forma di esseri umani, di esseri celesti, demoni, quadrupedi, uccelli e serpenti (Bhag. 6.6, Riassunto). La figlia di Kardama Muni, Kala, che era stata data in moglie a Marici, generò ... Kasyapa (Bhag. 4.1.13). Kasyapa ricevette diciassette figlie [in matrimonio dal loro padre Daksa] (Bhag. 6.6.2). [Queste sono] mogli di Kasyapa ... [e] sono le madri di quasi tutta la popolazione dell’intero universo, e i [loro] nomi sono molto propizi per chi li ascolta. Esse sono Aditi, Diti, Danu, Kastha, Arista, Surasa, Ila, Muni, Krodhavasa, Tamra, Surabhi, Sarama e Timi (Bhag. 6.6.24-26) [e anche] Vinata [Suparna], Kadru, Patangi e Yamini (Bhag. 6.6.21-22).
La Creazione degli Esseri Celesti
Aditi [è la] madre degli esseri celesti (Bhag. 8.23.4). Indra era il suo undicesimo figlio (Bhag. 6.18, Riassunto). Vinata (Suparna) generò Garuda, il trasportatore di Visnu e Anuru o Aruna, l’auriga del carro del dio del sole (Bhag. 6.6.21-22). Dal grembo di Muni nacquero gli angeli (Bhag. 6.6.27). I Raksasa, spiriti maligni, nacquero dall’utero di Surasa (Bhag.6.6.28). I Gandharva nacquero dal grembo di Arista (Bhag. 6.6.29-31). Gli esseri celesti come i Gandharva, i Vidyadhara, i Carana e gli angeli rappresentano il Suo [di Krsna] senso musicale e i guerrieri demoniaci sono la Sua incomparabile audacia (Bhag.2.1.36).
Esseri Acquatici & Vegetazione
Dal grembo di Timi nacquero tutti gli esseri acquatici (Bhag. 6.6. 24-26). Tutte le varietà di piante rampicanti e alberi nacquero dall’utero di Ila (Bhag 6.6.28).
Insetti & Animali
Yamini generò le locuste (Bhag. 6.6.21-22). Krodhavasa fu la madre delle zanzare (Bhag. 6.6.28). Dal grembo di Sarama nacquero gli animali feroci come le tigri e i leoni (Bhag. 6.6.24-26) e dal grembo di Surabhi nacquero i bufali, le mucche ed altri animali che hanno gli zoccoli biforcuti (Bhag.6.6.27).
Gli animali i cui zoccoli non sono spaccati, come il cavallo, nacquero da Kastha (Bhag. 6.6.29-31). Il cavallo, il mulo, il cammello e l’elefante sono [considerati] le unghie [della forma universale del Signore] e gli animali selvaggi e tutti i quadrupedi cingono la Sua vita (2.1.35).
Uccelli e Rettili
Patangi generò molte specie di uccelli (Bhag. 6.6.21-22) e da Tamra nacquero le aquile, gli avvoltoi e altri grandi uccelli rapaci (Bhag. 6.6.27). La varietà degli uccelli indica il Suo [di Krsna] incomparabile senso artistico (Bhag. 2.1.36). Kadru diede alla luce diverse varietà di serpenti (Bhag. 6.6.21-22). I figli nati da Krodhavasa erano i serpenti noti come dandasuka, oltre ad altri serpenti [e rettili] (Bhag. 6.6.28).
Conclusione della Manifestazione Materiale
Alla fine del kalpa, quando il Signore Supremo, Narayana [Maha-Visnu] Si sdraiò nelle acque devastatrici, Brahma cominciò a riassorbirsi in Lui insieme con tutti gli elementi della creazione (Bhag.1.6.29). Gli esseri viventi si riassorbono automaticamente nel corpo di Maha-Visnu alla fine dei cento anni della vita di Brahma. Riassorbiti in Lui, gli esseri individuali mantengono la loro propria identità. E non appena, per la volontà del Signore, la creazione entra di nuovo nello stato manifestato, tutti gli esseri, fino ad allora inattivi e come addormentati, sono liberi di riprendere le loro svariate attività secondo le condizioni della loro esistenza passata (Bhag. 1.10.21, Spiegazione). Secondo i calcoli fatti dall’uomo, un giorno di Brahma equivale a mille volte quattro ere di quattro milioni trecentomila (4.300.000) anni terrestri e la sua notte dura altrettanto. Un Brahma vive cento anni composti di questi “giorni” e poi muore (Bhag. 2.6.11, Spiegazione). Le quattro ere sono dette Satya, Treta, Dvapara e Kali. La durata totale di queste quattro ere equivale a dodicimila anni degli esseri celesti. L’era di Satya dura 4.800 anni celesti [1.728.000 anni terrestri]; [l’era di Treta dura 1.296.000 anni terrestri]; l’era di Dvapara dura 2.400 anni [864.000 anni terrestri] e l’era di Kali dura 1,200 anni degli esseri celesti [432.000 anni terrestri, di cui circa 5.000 sono già trascorsi] ... Nell’era di Satya l’umanità seguiva perfettamente i principi della religione, ma con l’arrivo delle altre ere la religione ha perso ogni volta una parte di se stessa nella proporzione in cui l’irreligione è stata ammessa ... Alla fine della notte di Brahma la creazione dei tre mondi riprende appena venuto il giorno ... Alla fine del giorno [di Brahma], la potente manifestazione universale viene immersa nell’oscurità della notte, sotto una minuscola parte d’ignoranza tenebrosa. Per l’influsso del tempo eterno, gli innumerevoli esseri viventi sono inghiottiti in questa devastazione e tutto diventa silenzio. Quando sopraggiunge la notte di Brahma, i tre mondi scompaiono, il sole e la luna perdono il loro splendore ... e il fuoco emana dalla bocca di Sankarsana [l’incarnazione di Sesa con la forma di serpente] ... Tutti i mari straripano e si alzano forti tempeste di vento. Le onde dell’oceano infuriano e in brevissimo tempo i tre mondi sono sommersi dall’acqua ... [A questo punto della storia dell’uomo] la prima metà della durata della vita di Brahma è già trascorsa ed egli si trova ora nella seconda metà. La durata della vita di Brahma, con le sue due parti, così come sono state calcolate precedentemente, equivale solo a un nimesa [meno di un secondo] per Dio, la Persona Suprema, che è immutabile, infinito e causa di tutte le cause dell’universo (Bhag. 3.11.18, 19, 21, 23, 28-31, 34, 38). Gli universi allo stato di seme emanano dal respiro di Maha-Visnu, che è solo un’emanazione parziale del Signore e quando Maha-Visnu ritrae il Suo respiro possente tutti gli universi, con i Brahma che li governano, sono annientati. In questo modo i mondi materiali sono creati e distrutti per la volontà suprema del Signore (Bhag.2.1.25, Spiegazione).
Può l’evoluzione spiegare questo? . . .
La teoria di Darwin dell’evoluzione è ampiamente accettata come spiegazione per tutte le varietà di vita, e gli evoluzionisti affermano che i complessi organi e comportamenti animali si sono sviluppati con modificazioni graduali di organi e comportamenti più semplici, attraverso una mutazione graduale.
Con le sue accattivanti fotografie e i suoi splendidi esempi, Nature’s IQ rivela come questa popolare spiegazione è impossibile. Ecco un esempio: il pesce pescatore del mare profondo attrae la sua preda agitando un organo simile a una bacchetta magica, con una “lampadina” alla fine della sporgenza della sua testa. In quale modo concepibile potrebbe questo strumento — e il comportamento necessario per renderlo utile — essersi evoluto in modo casuale, ag-giungendo un valore di sopravvivenza ad ogni passo?
Nature’s IQ offre una visione affascinante del perchè il pesce pescatore e molte altre creature sfidano la teoria dell’evoluzione e suggerisce un progetto predeterminato.
Nature’s IQ: Extraordinary Animal Behaviors that Defy Evolution
Di Balazs Hornyanszky e Istvan Tasi. Copertina rigida, 159 pagine,