Ritorno a Krishna
Edizione Italiana di Back to Godhead (tradotta integralmente) Vol. 20, Numero 2
Back to Godhead, Fondata nel 1944 Vol. 42, Numero 2 Marzo/Aprile 2008
SOMMARIO
Lezione del Fondatore
7 Sviluppare l’Attaccamento per Krsna
Srila Prabhupada spiega che spostando il nostro attaccamento dalle cose materiali a Krsna, possiamo creare ovunque l’atmosfera di Vrndavana, il modo spirituale
9 Calendario
12 Sette Livelli di Purificazione
Nel primo verso della Sua SiksAstaka (“Otto Istruzioni”), Sri Caitanya Mahaprabhu descrive sette tipi di progresso spirituale raggiunti da una persona che canta attentamente i santi nomi del Signore.
20 Scacco Matto! La Vittoria dell’ ISKCON in Russia
Dopo una serie di contrarietà, il Movimento Hare Krsna possiede ora un terreno — ed un grandioso progetto — per costruire un tempio a Mosca. Uno sguardo al passato sulle lotte e i successi dell’ISKCON nella precedente Unione Sovietica.
39 Due Semi Cresciuti nel Ferro
42 I Dialoghi di Srila Prabhupada La ricerca per la creazione della vita
43 Sezione Libri: Srimad-Bhagavatam
La regina Suruci insulta Dhruva
48 Un Gusto di Pane Salato
Durante i primi giorni dell’ISKCON nell’URSS, i devoti hanno rischiato la prigione ed anche la morte per stampare clandestinamente i libri e distribuirli ai lettori che li attendevano con grande desiderio.
COPERTINA Uno schizzo computerizzato del progetto del tempio Hare Krsna e centro culturale di Mosca. Per sapere del tempio e della storia dell’ISKCON nella precedente Unione Sovietica si prega di guardare gli articoli che iniziano alle pagine 20, 39 e 48.
BENVENUTO
QUESTO NUMERO è per la maggior parte dedicato alla storia e alla situa-zione attuale del movimento Hare Krsna nell’ex-Unione Sovietica. Nel 1971, Srila Prabhupada trascorse solo alcuni giorni a Mosca. Ma lì incontrò un giovane russo che sarebbe poi diventato suo discepolo ed avrebbe guidato il rapido sviluppo sotterraneo della coscienza di Krsna nell’URSS.
Nonostante le persecuzioni, gli “Hare Krsna Sovietici” continuarono nella loro spinta, e fin dalla caduta del regime Comunista, il movimento Hare Krsna nell’Unione degli Stati Indipendenti è cresciuto in maniera esponenziale. In “Scacco Matto! La Vittoria dell’ISKCON in Russia,” Satyaraja Dasa racconta la storia dell’ISKCON dalla visita di Prabhupada fino all’attuale successo di Mosca, dove i devoti di Krsna hanno finalmente ricevuto un terreno ed i permessi per costruire un grandioso tempio.
Due delle principali forze dietro il progetto del tempio di Mosca sono Bhakti Vijnana Goswami e Brahmananda Puri Dasa. Urmila Devi Dasi nell’articolo “Due semi che crebbero nel Ferro” racconta il modo in cui entrambi arrivarono a Krsna e fiorirono spiritualmente a dispetto dell’opprimente atmosfera.
L’estratto del libro “Un Gusto di Pane Salato” rivela il coraggio e la determinazione dei devoti di Krsna che rischiarono moltissimo per portare il messaggio di Krsna in una terra che si trovava sotto un governo ateo.
Hare Krsna.—Nagaraja Dasa, Direttore
I NOSTRI SCOPI
Aiutare la gente a discernere la realtà dall’illusione, lo spirito dalla materia, l’eterno dal temporaneo.
Evidenziare i difetti del materialismo.
Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale
Preservare e diffondere la cultura vedica.
Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Mahaprabhu.
Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, la Personalità di Dio.
LEZIONE DEL FONDATORE
Sanand, India —27 Dicembre 1975
La nostra vita avrà successo quando dirigeremo nuovamente il nostro amore verso il suo vero oggetto: Sri Krsna.
di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
sri-bhagavan uvaca
mayy asakta-manah partha
yogam yunjan mad-asrayah
asamsayam samagram mam
yatha jnasyasi tac chrnu
“Dio, la Persona Suprema disse: O figlio di Prtha, ascolta ora in che modo praticando lo yoga nella piena coscienza di Me, con la mente fissa in Me, potrai conoscerMi completamente, libero da ogni dubbio.” –Bhagavad- gita 7.1
SE SI APPRENDE perfettamente dall’autorità suprema, la conoscenza è perfetta. Le persone comuni hanno quattro difetti: commettono errori, sono soggette all’illusione, hanno sensi imperfetti e, cercando con la loro conoscenza imperfetta d’istruire gli altri sulla verità assoluta, ingannano. Dobbiamo ricevere la conoscenza dalla persona che conosce il passato, il presente e il futuro. Perciò le persone migliori da cui possiamo ricevere la conoscenza sono Krsna e i Suoi rappresentanti. Krsna è perfetto, non c’è dubbio, e colui che dice quello che Krsna dice è anch’egli perfetto. Non si può pretendere che un essere umano o un essere vivente divenga perfetto come Krsna. Questo è impossibile, ma se una persona segue strettamente le istruzioni di Krsna, senza alterarle in nessun modo, è anch’essa perfetta.
Sfortunatamente, le persone modificano le parole di Krsna. I cosiddetti eruditi e politici interpretano male la Bhagavad-gita. Per esempio, nella Bhagavad-gita (1.1) viene detto, dharma-ksetre kuru-ksetre samaveta yuyutsavah: “Riuniti per combattere nel luogo santo di Kuruksetra…” Qualcuno interpreta: “Questo dharma-ksetra è il corpo.” Perché si deve dare questa interpretazione? Un’interpretazione è necessaria quando le cose non sono molto chiare. Kurukshetra esiste ancora. Le persone vanno a Kurukshetra per eseguire pratiche religiose. Nei Veda viene affermato, kuru-ksetre dharmam acaret: “Si deve andare a Kurukshetra per compiere pratiche religiose.” Perché si deve interpretare dharma-ksetra come “il corpo”? In quale dizionario dharma-ksetra significa “corpo”?
Se interpretiamo la Bhagavad-gita, sciupiamo tutto, danneggiando noi stessi e gli altri. Dovremmo accettare la Bhagavad-gita così com’è – com’è stata enunciata da Krsna.
È Dio, la Persona Suprema, che parla e perciò dovremmo accettare quello che dice senza cercare d’interpretarlo. Krsna, l’autorità suprema, dice: “Dovete trasferire su di Me i vostri asakti, i vostri attaccamenti. Tutti hanno asakti, attaccamenti materiali. Qualcuno è attaccato alla famiglia, qualcun altro alla società, un altro alla nazione, un altro ancora ai propri affari e via dicendo. Noi abbiamo degli asakti, ma per rendere perfetta la nostra vita dobbiamo trasferirli su Krsna. Nei paesi occidentali ho incontrato molte persone che non hanno famiglia, ma poiché hanno ugualmente degli asakti, tengono con loro un cane. Si sono abituati a riporre i loro asakti nei gatti e nei cani. Questo significa che gli asakti non se ne vanno, ma che bisogna trasferire gli asakti, tendenza agli attaccamenti, su Krsna.
Questa è la vita a Vrndavana. A Vrndavana il centro degli asakti è Krsna. Gli asakti di Nanda Maharaja e Yasoda sono diretti a Krsna. Gli asakti delle giovani ragazze sono per Krsna. Gli asakti dei pastorelli sono per Krsna. Gli asakti degli alberi sono per Krsna. Gli asakti dei fiori e dei frutti sono per Krsna. Gli asakti del fiume Yamuna sono per Krsna. Se noi facciamo di Krsna il punto centrale dei nostri asakti, creiamo Vrndavana ovunque.
Questo è il successo della vita. Dobbiamo trasferire i nostri asakti su Krsna. Questa è la forma più elevata dello yoga mistico. Krsna nel verso precedente ha già spiegato:
yoginam api sarvesam
mad-gatenantar-atmana
sraddhavan bhajate yo mam
sa me yuktatamo matah
Ci sono molti yogi e molte forme di praticare lo yoga, ma colui che pensa sempre a Krsna è uno yogi di prima classe.
Krsna Attrae la Nostra Attenzione
Lo scopo del nostro movimento per la coscienza di Krsna è quello di educare le persone a sviluppare attaccamento per Krsna, ma se una persona non sa chi è Krsna, non ha senso accrescere i propri asakti per Krsna. Perciò per aiutarci a comprenderLo, Krsna appare di persona per attirare la nostra attenzione su di Lui. La dimenticanza del nostro asakti per Krsna è la causa della nostra vita materiale; in questa vita materiale noi lottiamo per l’esistenza. Krsna dice [Bhagavad-gita 4.7]:
yada yada hi dharmasya
glanir bhavati bharata
abhyutthanam adharmasya
tadatmanam srjamy aham
Dharmasya glani significa deviare dal proprio dovere. Quando trascuriamo i nostri doveri verso Krsna, Egli, per la Sua misericordia senza causa, appare per insegnarci come dirigere nuovamente la nostra attenzione e i nostri asakti verso di Lui. Dharmasya glani – deviare dal percorso della religione – significa dimenticare la nostra relazione eterna con Krsna. Perciò – alla fine della Bhagavad-gita (18.66) – Krsna, la Persona Suprema, ordina in modo definitivo, sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja: “Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me.” Krsna non è venuto per stabilire un dharma indù o musulmano o cristiano o un tipo di dharma o un altro. Egli è venuto per stabilire il vero dharma: arrendersi a Krsna.
Nello Srimad-Bhagavatam [1.1.2] i vari tipi di dharma ingannevoli vengono eliminati. Lo Srimad-Bhagavatam spiega che il vero dharma è quello fissato da Krsna. Sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja: “Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me.” Secondo alcune scritture che trattano del dharma si dovrebbe progredire dal dharma (la religione) ad artha (lo sviluppo economico), a kama (gratificazione dei sensi) e infine a moksa (la liberazione). A questo proposito Sridhara Swami, il grande commentatore dello Srimad-Bhagavatam, dice atra-moksa-vancha api nirasta: “Nello Srimad-Bhagavatam non c’è possibilità o opportunità per pensare alla cosiddetta liberazione.” La spiegazione è che quando ci si arrende completamente a Krsna si ottiene immediatamente la liberazione. Bilvamangala Thakura dice, muktih svayam mukulitanjali sevate ’sman: “Perché un devoto dovrebbe preoccuparsi della mukti, la liberazione? Essa è sempre alla sua porta, pronta a servirlo – mukulitanjali-seva, a mani giunte.”
Un devoto non deve sforzarsi specificatamente per la mukti. Non appena il devoto è impegnato nel servizio devozionale, la mukti c’è già. Quando un uomo diventa ricco, automaticamente la sua povertà se ne va. Un uomo ricco non deve sforzarsi specificatamente per eliminare la miseria. Quindi il punto centrale è quello che Krsna ci sta suggerendo in questo verso: “Basta far crescere il vostro asakti, l’attaccamento per Me. E allora tutto seguirà.”
La parola mad-asrayah di questo verso è molto importante, perché non è possibile accrescere l’attaccamento a Krsna senza essere mad-asrayah. Mad-asrayah significa dipendere direttamente da Krsna o da qualcuno che ha preso rifugio in Lui. Perciò Krsna consiglia di essere mad-asrayah. Non si può sviluppare il metodo dello yoga – il servizio devozionale, il bhakti-yoga – senza essere sotto il controllo di qualcuno che è sotto il controllo di Krsna. Srila Sukadeva Gosvami ha consigliato, yad upasrayasraya. Per purificarci si deve prendere rifugio in un puro devoto.
kirata-hunandhra-pulinda-pulkasa
abhira-sumbha yavanah khasadayah
ye ’nye ca papa yad-apasrayasrayah
sudhyanti tasmai prabhavisnave namah
“Le razze Kirata, Huna, Andhra, Pulinda, Pulkasa. Abhira, Sumbha, Yavana, Khasa e altre ugualmente dedite ad attività peccaminose possono essere purificate se prendono rifugio nei devoti del Signore, poiché il Signore possiede la potenza suprema. A Lui offro i miei più umili omaggi.” [Srimad-Bhagavatam 2.4.18] Anche le persone considerate di bassa nascita possono purificarsi se prendono rifugio in un puro devoto. Krsna nella Bhagavad-gita (9.32) dice:
mam hi partha vyapasritya
ye ’pi syuh papa-yonayah
striyo vaisyas tatha sudras
te ’pi yanti param gatim
“Chiunque, anche se di bassa nascita, può ottenere la perfezione suprema, se prende rifugio in Me.”
È dovere di un devoto di Krsna espandere progressivamente l’avanzamento degli altri verso il servizio devozionale. Altrimenti, come possono imparare le persone? Questa espansione è para-upakara, operare per il benessere e questa è la missione di Caitanya Mahaprabhu:
bharata-bhumite haila manusya- janma yara
janma sarthaka hari ’kara para- upakara
[Caitanya-caritamrta, Adi-lila 9.41]
“Chi è nato come essere umano sulla terra dell’India [Bharata-varsa], dovrebbe innanzitutto fare della sua vita un successo comprendendo Krsna e poi predicare all’esterno operando per il bene degli altri.”
Krsna si manifestò come Caitanya Mahaprabhu per insegnarci praticamente a predicare la coscienza di Krsna e a liberare le persone di bassa nascita. Sri Narottama Dasa Thakura, un acarya della Gaudiya sampradaya, della linea spirituale di Caitanya Mahaprabhu, canta, sri-nanda-nandana yei, saci-suta haila sei: “Krsna, la Persona di Dio che apparve come figlio di Nanda Maharaja, è apparso ora come Caitanya Mahaprabhu, il figlio di Madre Saci.” E balarama haila nitai: “Balarama è apparso come Nityananda Prabhu.” Ora, qual è il Loro scopo? Narottama canta: dina-hina yata chilo, hari-name uddharilo, tara saksi jagai madhai. Egli sta spiegando come vengono liberate le anime cadute. “Ecco l’esempio di Jagai e Madhai.” Jagai e Madhai erano nati in una buona famiglia di brahmana, ma a causa di cattive amicizie erano diventati ubriaconi, ladri, stupratori ed altro, ma furono liberati da Caitanya Mahaprabhu e diventarono Vaisnava di prima classe
L’attaccamento è Sopito
Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di accrescere il nostro attaccamento a Krsna. Questo attaccamento esiste naturalmente, non è artificiale. Nella Caitanya-caritamrta (Madhya-lila 22.107) è affermato:
nitya-siddha krsna-prema ‘sadhya’ kabhu naya
sravanadi-suddha-citte karaye udaya
La krsna-bhakti, attaccamento per Krsna, è del tutto naturale. Esiste già. Deve essere semplicemente risvegliata.
Se v’impegnate ad ascoltare chi parla di Krsna, il vostro cuore ne sarà purificato e la vostra originale coscienza di Krsna verrà risvegliata. Per questo scopo Caitanya Mahaprabhu consiglia anche, param vijayate sri krsna-sankirtanam: “Tutte le glorie al movimento del sankirtana,” perché tutto si realizzerà automaticamente con il semplice canto del mantra Hare Krsna. Quanto più canterete il maha-mantra Hare Krsna tanto più la malattia del vostro cuore – il piacere materiale – diminuirà. Allora capirete la vostra posizione e gradualmente sarete attratti da Krsna.
Questa è la prova della bhakti: se v’impegnate ventiquattro ore al giorno nel servizio devozionale, sarete immediatamente liberati. Liberazione significa detestare il piacere materiale.
Attaccarsi a Krsna è così bello! All’inizio Dhruva Maharaja era attratto dai piaceri materiali, voleva un regno più grande di quello di suo padre e per ottenere quella benedizione si recò nella foresta per incontrare Dio, la Persona Suprema. Quando però vide Dio, la Persona Suprema, rifiutò qualsiasi benedizione. Questo è il beneficio dell’asakti a Krsna. Se diverrete veramente attaccati a Krsna, vi riterrete completamente soddisfatti. Non chiederete più alcun beneficio materiale.
Perciò nelle scritture viene consigliato:
akamah sarva-kamo va
moksa-kama udara-dhih
tivrena bhakti-yogena
yajeta purusam param
[Srimad-Bhagavatam 2.3.10]
Anche se si hanno desideri materiali, se si è attaccati a Krsna, le nostre aspirazioni materiali saranno soddisfatte e allo stesso tempo si otterrà Krsna.
Quando Dhruva Maharaja rifiutò qualsiasi benedizione, il Signore Visnu lo informò: “Non affliggerti. Volevi soddisfare un desiderio materiale e così ora puoi avere il tuo pianeta personale, Dhruvaloka. Goditelo e quando la tua vita finirà, verrai a Vaikuntha, nel mondo spirituale.”
Krsna è Generoso Krsna è così gentile, così generoso che se anche hai un piccolo desiderio lo soddisferà e nello stesso tempo tornerai a casa da Dio. Perciò si consiglia, yajeta purusa param. Se avete desideri materiali dovete lo stesso adorare Krsna. Egli soddisferà i vostri desideri e potrete tornare a casa da Dio.
Krsna è onnipotente, supremo, completo nelle sei opulenze. Perciò se avete desideri materiali Krsna può soddisfarli, ma attaccatevi a Krsna in modo che il vostro asakti cresca. Se dirigete la vostra attenzione verso gli esseri celesti, allora il vostro asakti verrà meno.
Un devoto che ripone la propria fede in Krsna non ha ragione di adorare gli esseri celesti. Un devoto di Krsna non ha alcun motivo per adorare qualche altra divinità perché questo non lo aiuterebbe ad accrescere il suo attaccamento per Krsna. Si devono abbandonare tutti i desideri materiali e semplicemente attaccarsi a Krsna per essere sempre pronti a servirLo. Arjuna era pronto a servire Krsna. Allo stesso modo tutti dobbiamo essere pronti a servire Krsna. Questa è la perfezione della vita.
Si deve praticare il servizio devozionale. Come Krsna dice, mad-asraya: “Prendete rifugio in Me o nel Mio devoto.” Nella Bhagavad-gita Krsna in persona ci istruisce. Perciò dobbiamo rifugiarci nelle Sue istruzioni personali e rendere la nostra vita un successo.
Come qui viene detto, un puro devoto comprende Krsna asamsayam samagram: non parzialmente, ma completamente. Naturalmente non è possibile comprendere Krsna completamente. Tuttavia un devoto può comprendere Krsna quasi completamente. Ciò viene anche confermato nell’ultimo capitolo della Bhagavad-gita:
bhaktya mam abhijanati
yavan yas casmi tattvatah
tato mam tattvato jnatva
visate tad-anantaram
“Soltanto con il servizio devozionale è possibile conoscere Me, il Signore Supremo, così come sono. E quando si diventa pienamente coscienti di Me grazie a questa devozione si può entrare nel regno di Dio.” [Bg. 18.55]
Se vogliamo tornare a casa, a casa da Dio, dobbiamo far crescere il nostro attaccamento per Krsna e con questo metodo possiamo comprendere Krsna. Allora la porta per tornare a casa, a casa da Dio, si apre per noi. La conclusione quindi è che dobbiamo aderire al metodo della bhakti come è indicato in autorevoli scritture da Krsna e dagli acarya. Sarva dharman parityajya mam ekam saranam vraja: “Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me.” [Bg 18.66] Questo è l’unico modo per ottenere la perfezione della vita.
Vi ringrazio moltissimo.
Che cos’è il Movimento Hare Krishna?
Fondata nel 1966 da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON) porta avanti un’antica tradizione che trae le sue radici dalla Bhagavad-gita, gli insegnamenti che Krsna enunciò alcuni millenni fa. La Gita e le altre scritture Vediche dichiarano che Krsna è la Persona Originale, Dio stesso, che appare periodicamente in questo mondo per liberare tutti gli esseri viventi. Appena cinquecento anni fa, Krsna discese come Sri Caitanya Mahaprabhu per insegnare il più sublime ed efficace metodo di meditazione per i nostri giorni: il canto dei nomi di Dio, in particolare quelli che si trovano nel mantra Hare Krsna.
Oggi i membri dell’ISKCON continuano il Movimento di Sri Caitanya distribuendo gli
insegnamenti di Krsna ed il mantra Hare Krsna in tutto il mondo.
CALENDARIO
Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area, collegatevi al sito www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea disciplica di
Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite ai compagni del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.
22 Febbraio – 21 Marzo
(Mese di Govinda)
Marzo
3 — Vijaya Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 06:46 - 10:33
4 — Anniversario della scomparsa di Srila Isvara Puri, maestro spirituale di Sri Caitanya.
6 — Sri Siva Ratri, il giorno in cui si onora il Signore Siva.
8 — Anniversario della scomparsa di Srila Jagannatha Dasa Babaji, il grande devoto nella linea di successione di Sri Caitanya che confermò la scoperta del luogo di nascita di Sri Caitanya da parte di Srila Bhaktivinoda Thakura.
17 — Amalaki-vrata Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 06:21 - 10:23
18 — Anniversario della scomparsa di Srila Madhavendra Puri,
il maestro spirituale del maestro spirituale di Sri Caitanya.
21 — Sri Gaura Purnima, Anniversario dell'apparizione Sri Caitanya Mahaprabhu, che è Krsna stesso nel ruolo del Suo devoto. Digiuno fino al sorgere della luna, seguito da un rompi-digiuno di prasadam di Ekadasi (senza cereali e legumi).
22 Marzo – 20 Aprile
(Mese di Visnu)
30 — Anniversario dell’apparizione di Srila Srivasa Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya.
Aprile
2 — Papamocani Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il digiuno 05:53 - 10:10
10 — Anniversario dell’apparizione di Srila Ramanujacarya, un maestro spirituale Vaisnava che apparve nell’undicesimo secolo.
14 — Sri Rama Navami, Anniversario dell’apparizione di Sri Ramacandra. Digiuno fino al tramonto, seguito dalla festa di prasadam.
16 — Kamada Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 05:28 - 07:04
20 — Sri Krsna Vasanta Rasa, la danza rasa primaverile di Sri Krsna. Balarama Rasa Yatra, la danza rasa di Sri Balarama. Anniversario dell’apparizione di Hanumanji, eterno servitore di Sri Rama. Anniversario dell’apparizione di Srila Syamananda Pandita, un seguace dei sei Gosvami di Vrndavana.
30 — Anniversario della scomparsa di Srila Vrndavana Dasa Thakura, l’autore della Sri
Caitanya-Bhagavata, una delle biografie di Sri Caitanya.
21 Aprile – 20 Maggio
(Mese di Madhusudana)
Maggio
1 — Varuthini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il digiuno 07:10 - 09:50
5 — Anniversario dell’apparizione di Srila Gadadhara Pandita, uno dei compagni principali di Sri Caitanya.
8 — Inizio del Candana Yatra, il festival in cui per ventuno giorni si coprono le divinità dei templi con polpa di sandalo.
13 — Anniversario dell’apparizione di Srimati Sita Devi, la consorte di Sri Ramacandra. Anniversario dell’apparizione di Srimati Jahnava Devi, la consorte di Sri Nityananda Prabhu. Anniversario della scomparsa di Srila Madhu Pandita, un grande devoto di Sri Caitanya.
15 — Mohini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Digiuno 05:48 - 10:44
16 — Rukmini Dvadasi, Anniversario dell’apparizione di Srimati Rukmini Devi, la consorte di Sri Krsna nella forma di Dvarakadhisa, il Signore di Dvaraka.
17 — Anniversario della scomparsa di Srila Jayananda Prabhu, un dedicato discepolo di Srila
Prabhupada che lo aiutò a portare il festival del Rathayatra in Occidente.
7 Livelli di Purificazione
Sri Caitanya descrive le numerose benedizioni che si ottengono cantando il santo nome del Signore.
di Radhanatha Swami
IL PRIMO VERSO dello Siksastakam («Gli otto insegnamenti») descrive le sette lingue della fiamma del sacrificio del canto dei santi nomi di Krsna. Sri Caitanya spiega come si susseguano sette livelli di trascendentale purificazione ed elevazione quando cantiamo Hare Krsna.
Togliere la Polvere
Sri Caitanya inizia con ceto-darpana-marjanam: il canto congregazionale dei santi nomi del Signore pulisce lo specchio della nostra coscienza. In origine noi siamo tutti puri esseri coscienti di Krsna. L'anima individuale fa parte dell'anima suprema, Krsna. Il puro amore per Krsna in una felicità estatica si trova all'interno del cuore di ogni essere vivente. La funzione dello specchio della nostra coscienza è quella di riflettere la vera identità e la vera natura del nostro sé. Quando guardiamo in questo specchio non ci aspettiamo di vedere qualcun altro.
La bellezza dell'anima non ha limiti perché qualitativamente essa è una con Krsna, la bellezza suprema. Nella Bhagavad-gita Krsna dice che una sola scintilla della Sua bellezza è all'origine di tutte le cose che nell'esistenza materiale ci inebriano con un piacere illusorio.
Tuttavia, la bellezza di una jivatma (anima) infinitesimale di qualsiasi specie di vita possiede più bellezza e fascino di tutto quanto è all'interno della totale manifestazione cosmica. Non possiamo neanche immaginare la bellezza dell'anima.
Quando guardiamo nello specchio della nostra coscienza, pensiamo di vedere il riflesso del nostro sé, ma in un modo o nell'altro la nostra coscienza è stata ricoperta da strati e strati di polvere che si sono accumulati nascita dopo nascita dopo nascita. Perciò non possiamo vedere chi siamo o qual è il nostro significato. Tutto quello che riusciamo a vedere è questa polvere.
Questa polvere è completamente dovuta ai nostri desideri egoici ed egoistici di godere dell'esistenza materiale. È polvere dovuta alla lussuria. Abbiamo molti desideri per godere in vari modi. Siamo inebriati dalla fantasmagoria illusoria delle cose cosiddette belle di questo mondo, che sono simili a miraggi. Noi inseguiamo questi miraggi nascita dopo nascita alla ricerca della felicità senza mai essere veramente soddisfatti.
Insoddisfatti diventiamo spesso preda della collera e della frustrazione. I nostri desideri egoistici non sono soddisfatti e perciò desideriamo prendercela con qualcuno o qualcosa. E in questo modo facciamo moltissime offese. Anche se in un modo o nell'altro riusciamo a trovare un po' di piacere nel mondo materiale, non siamo soddisfatti. Vogliamo sempre di più. In questo modo cadiamo preda dell'avidità, un'altro tipo di polvere.
Krsna spiega che la lussuria è come un fuoco. Quanto più carburante ci metti tanto più ne richiede. Quanto più abbiamo tanto più diventiamo avidi. E se in un modo o nell'altro una persona ha una cosa che tu desideri o qualcosa di più di quello che desideri allora si manifesta la polvere dell'invidia. Si diventa invidiosi di quella persona. Si desidera e si prega che quella persona perda tutto e soffra. Si diventa invidiosi. «Perché tu devi avere quelle cose? Perché io no? Io me le merito.»
E come conseguenza di tutto questo – lussuria, collera, invidia – diventiamo orgogliosi di qualsiasi piccola cosa abbiamo e pensiamo di essere molto grandi. In questo modo cadiamo nell'illusione che ci rende pazzi.
Perciò il nostro falso ego, il nostro desiderio di godere e tutti i suoi sottoprodotti e le reazioni ai nostri tentativi di godere sono i tipi di polvere che coprono lo specchio dell'anima.
A volte le persone meno intelligenti, frustrate in molti modi dalla mancata soddisfazione di tutte le loro ambizioni nella vita materiale, accettano un metodo religioso per liberarsi diventando Dio. Questo è un altro tipo di polvere.
Il primo livello del canto dei santi nomi del Signore serve a rimuovere tutta questa polvere dallo specchio della mente.
Estinguere il Fuoco
Il livello successivo è il bhava-maha-davagni-nirvapanam: il canto dei santi nomi spegne il fuoco della foresta delle sofferenze materiali. Questo mondo, dice Krsna, è sostanzialmente un luogo di sofferenza. Stiamo cercando di essere felici in un luogo di sofferenza. È come cercare di mantenersi asciutti quando siamo immersi nell'oceano. Se si vuole restare asciutti si deve uscire dall'oceano. Perciò se volete il piacere, dovete uscire dall'esistenza materiale.
Tutto quello che dovete fare per uscire dall'esistenza materiale è desiderare di uscirne. Cantate e tornate da Dio. L'unica cosa che ci trattiene è il nostro desiderio di rimanerci. E maya ci dà queste poche briciole di felicità proprio perché noi possiamo avere questo stato d'animo: «Oh, mi piace questo posto. Vale bene tutte queste miserie e queste sofferenze, morte dopo morte. Solo per prendere qualche buon cibo o toccare qualche morbido oggetto o guardare la televisione. Ne vale la pena!» In questo modo maya ci trattiene in questa miserevole situazione.
L'esistenza materiale viene paragonata ad una foresta in fiamme. Che cosa può spengere una foresta in fiamme? Nessuna squadra di pompieri può riuscirci. Soltanto per la potenza del Signore, quando fa cadere la pioggia, ciò diventa possibile. Il canto dei santi nomi di Krsna è paragonabile a questa pioggia intensa. Ciò che è impossibile per noi fare da soli o anche tutti insieme come società umana – spegnere una foresta in fiamme – può essere fatto solo per la misericordia di Krsna.
Nei nostri cuori arde un fuoco che è milioni di volte più grande e più intenso di quello di un incontrollabile incendio in una foresta e le fiamme di questo fuoco ci coinvolgono nelle tre sofferenze dell'esistenza materiale. Le prime sofferenze provengono dal nostro corpo e dalla nostra mente. Il corpo ha molti disturbi e problemi. Vale come esempio la malattia. Una piccola creatura che entra nel tuo corpo può provocare moltissima sofferenza. Poi ci sono le sofferenze dovute alla mente – ansia, angoscia, lamento e delusione. Molte sono le lacrime che sgorgano dagli occhi a causa di queste sofferenze.
Poi ci sono le sofferenze dovute agli altri, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, alle nostre famiglie, ai nostri mariti e alle nostre mogli. I politici, gli insetti – molti altri esseri viventi procurano sofferenza all'anima condizionata.
Anche i fenomeni naturali possono procurare sofferenza. Troppo caldo, troppo freddo, troppa pioggia, troppo poca pioggia. Nel mondo materiale sia il troppo che il troppo poco fanno soffrire. Per avere sollievo o felicità tutto deve essere perfettamente a posto. Quando c'è siccità preghiamo per la pioggia; quando c'è un'inondazione invochiamo la siccità. «Speriamo che piova. No, no, ho cambiato parere; speriamo che smetta di piovere.» Quando è troppo caldo, preghiamo: «Speriamo che venga un po' di vento. Ed ecco arrivare una tempesta di freddo e – “No, no, ho cambiato parere. Non lo voglio più il vento. Voglio il caldo.» Le dualità dell'esistenza materiale sono sempre presenti. Terremoti, eruzioni vulcaniche, cicloni. Tutte queste sono sofferenze proprie della natura materiale.
Al secondo livello del canto del santo nome, la misericordia di Krsna viene come un sollievo, proprio come un temporale che spegne completamente il bruciante fuoco della foresta dell'esistenza materiale. Otteniamo la libertà nel senso che siamo per sempre liberati da tutte le sofferenze dell'esistenza materiale.
La Luna della Benedizione
Il livello successivo è sreyah-kairava-candrika-vitaranam. Abbiamo ripulito lo specchio del cuore da tutta la sporcizia degli attaccamenti materiali. Abbiamo spento il fuoco ardente della foresta dell'esistenza materiale, origine di tutte le sofferenze ed ora la nostra vera, gioiosa natura spirituale comincia a risvegliarsi. Il Signore Caitanya Mahaprabhu paragona il santo nome ad una splendente luna piena. Il santo nome di Krsna è Krsna. Il santo nome emana un'oceanica quantità e qualità di benedizioni. Come il loto che sboccia di notte alla luce della luna piena, così l'anima fiorisce sotto i raggi del santo nome.
Finché il loto è chiuso, non si può godere della sua fragranza e della sua bellezza, ma quando il loto entra in contatto con la luce della luna, fiorisce e tutta la sua fragranza e tutta la sua bellezza si manifestano al mondo. Quando il santo nome tocca i nostri cuori risveglia le naturali e meravigliose qualità d'amore delle nostre anime. Allora realizziamo la nostra realtà spirituale nella nostra relazione con Krsna. Mentre questa relazione si sviluppa, si manifestano cinque rasa, gusti spirituali: una relazione neutra con il Signore, una di servizio al Signore, una di amicizia con il Signore, una come genitori del Signore e una come amante del Signore.
La Vera Conoscenza
Il livello successivo descritto dal Signore Caitanya è vidya-vadhu-jivanam. Quando il loto della nostra anima sboccia, riceviamo la vera conoscenza di chi siamo. Sappiamo che il nostro vero scopo è di arrenderci completamente alla volontà di Dio. Nella misura in cui ci arrendiamo, gustiamo l'estasi. Nella misura in cui siamo compiaciuti o riluttanti o rifiutiamo di arrenderci al volere di Krsna, al servizio di Krsna, ci priviamo del nettare dell'amore trascendentale che costituisce un nostro diritto di nascita. Una resa completa è il segno della vera conoscenza della natura del nostro sé, l'anima.
In senso materiale, arrendersi significa sottomettersi contro la nostra volontà ed è un'idea che fa soffrire. Quando si combatte una guerra, si desidera che sia l'altra parte ad arrendersi. A nessuno piace arrendersi perché significa perdere tutto. A livello spirituale è proprio l'opposto.
In realtà ci arrendiamo sempre, cambia solo la persona a cui ci arrendiamo perché nel mondo materiale tutti sono in una posizione subordinata. Noi abbiamo il libero arbitrio di arrenderci all'energia spirituale di Krsna o alla Sua energia materiale.
Ogni volta che desideriamo di vedere, gustare o ascoltare qualcosa di materiale, ci stiamo arrendendo alla natura materiale. Quando ci arrendiamo a maya, ogni volta che ci arrendiamo a qualcuno dei nostri desideri sprofondiamo sempre più profondamente nella foresta in fiamme.
L'unico modo di essere liberi dal potere di maya è arrenderci a Krsna, ricettacolo di ogni bene, di ogni bellezza e di ogni piacere. Perché siamo riluttanti ad arrenderci a Krsna? Perché siamo abituati ad arrenderci a maya. Sottomettersi a Krsna è la cosa più facile, più semplice e più naturale. Noi però siamo diventati così poco naturali nel nostro modo di pensare, di sentire e di volere che questo ci appare molto difficile. Tuttavia, per il potere del santo nome – mentre si toglie la polvere dal nostro cuore, mentre si estingue il fuoco della foresta dell'esistenza materiale e della sofferenza dovuta alle azioni e reazioni delle nostre attività peccaminose, mentre la vera conoscenza comincia a rivelarsi nel loto del nostro cuore – arrendersi a Krsna diventa la nostra vera natura. Sottomettersi significa amare Krsna, servire Krsna. Il servizio è l'espressione dell'amore.
Un Oceano di Felicità in Espansione
Lo stato successivo che il Signore Caitanya presenta è anandambuddhi-vardhanam: quando ci arrendiamo a Krsna, quando nel nostro cuore siamo disposti a vivere in armonia con Lui e ad essere il servitore del servitore dei Suoi servitori, allora per la Sua grazia veniamo collocati in un oceano senza limiti di estasi trascendentale. La felicità di questo mondo è come una goccia d'acqua nel deserto, ma la felicità che si ottiene attraverso il canto del santo nome è quella che deriva dall'essere sommersi in un oceano di nettare, un oceano di estasi.
L'anima desidera ardentemente l'illimitata gioia estatica della riunione con Krsna. Non appena vediamo la bellezza di Krsna diventiamo consapevoli che le cose di questo mondo che affascinano il nostro cuore sono prive di significato e d'importanza. Quando realizziamo di non essere il corpo, sappiamo che non c'è niente di grande nel piacere materiale e che esso non ha niente a che fare con l'anima e con la realtà.
Nel nostro stato impuro, quando vediamo una cosa bella è come se una luce entrasse nei nostri occhi, ma questo ci rende pazzi e lo stesso accade quando qualche frequenza sonora entra nei nostri orecchi. Qualcosa contatta la nostra lingua – cos'è la lingua se non un pezzo di carne che si muove tutto intorno? Se però qualcosa tocca la sua superficie, diventiamo pazzi. Questo è il piacere materiale che noi prendiamo tanto sul serio.
Basta però un rapido sguardo alla bellezza ed al fascino di Krsna perché la nostra mente venga completamente e per sempre distolta dall'esistenza materiale. La potenza suprema di Krsna non è quella impiegata nella creazione del mondo materiale, bensì quella che manifesta la Sua bellezza che tutto attrae e che affascina i cuori di tutti gli esseri viventi per l'eternità. Una goccia di amore per Krsna può conquistare l'intero universo in un secondo. Tutta questa potenza, tutta questa bellezza, tutto questo amore e tutte le opulenze sono nel Suo nome e quando questo nome entra nel nostro cuore tutte le aspirazioni e i desideri per tutto ciò che non è servizio a questo nome cessano di esistere.
Un Piacere che Purifica
Il successivo aspetto del canto è sarvatma-snapanam. Il piacere cosciente di Krsna è molto diverso dai piaceri del mondo materiale. I piaceri materiali ci contaminano. Quanto più piacere proviamo tanto più i nostri cuori vengono contaminati dal concetto errato di essere noi i goditori. Il piacere della coscienza di Krsna invece ci purifica. Quanto più siamo felici nella coscienza di Krsna, tanto più ci purifichiamo.
Il piacere del canto e dell'ascolto dei nomi e delle glorie del Signore purifica completamente il nostro cuore. Non restano né i semi né le erbacce del piacere materiale. A volte quando tagliamo via le erbacce ci sentiamo al sicuro, ma i semi sono ancora nella terra ed è solo una questione di tempo prima che crescano di nuovo. Il santo nome ha il potere di purificarci completamente, al punto che perfino i semi dei desideri materiali cessano di esistere mentre noi ci immergiamo nell'oceano della krsna-bhakti e del krsna-prema.
Vittoria sull'illusione
Il livello successivo illustrato dal Signore Caitanya è param vijayate sri-krsna-sankirtanam. Il Signore Caitanya afferma: «Continuate con questo sri-krsna-sankirtana. Fate che sia vittorioso in tutte le direzioni.» Questa è la benedizione del Signore Caitanya. Il santo nome del Signore cantato da devoti sinceri non solo offre le sei precedenti meravigliose benedizioni, ma si diffonde e si espande per realizzare la vittoria sull'illusione e in tutto il mondo. Ovunque sinceri devoti del Signore cantino il santo nome, si realizzeranno questi sette effetti. La suprema definitiva vittoria si ottiene per mezzo del canto di Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Radhanatha Swami, un guru ISKCON, è un GBC responsabile di alcune parti dell'India, dell'Italia e degli Stati Uniti. La sua residenza base è il tempio ISKCON di Chowpatty (Mumbai).
Scacco Matto
Vittoria dell’ISKCON in Russia
A Mosca i devoti Hare Krsna sono impegnati nella costruzione di uno straordinario tempio vedico e di un centro culturale.
Uno sguardo indietro per vedere come sono arrivati a questo punto.
di Satyaraja Dasa
CALAVA LA SERA dell'undici luglio del 1972. Appassionati del gioco degli scacchi riempivano un'area sportiva a Reykjavik in Islanda, mentre milioni di persone guardavano la televisione o ascoltavano la radio. In quella che fu chiamata «la partita del secolo», Bobby Fischer sfidava Boris Spassky, il campione mondiale russo di scacchi, per il titolo, ben sapendo che uscirne vittorioso avrebbe avuto ripercussioni sul mondo della Guerra Fredda.
Solo un anno prima, Srila Prabhupada aveva elaborato uno stratagemma per portare Dio nell'atea Russia Sovietica. Se consideriamo la ricerca di Prabhupada come una partita di scacchi, sarebbe sembrato che avesse pochi pezzi sulla scacchiera, mentre i sovietici avevano i pezzi più importanti e bloccavano posizioni chiave. Ma anche un solo pedone o un cavaliere sostenuti dai più potenti re e regina possono a volte dare scacco matto a castelli fortificati e a brillanti strateghi. Perciò, la storia della vittoria di Prabhupada mette in ombra quella del Campionato mondiale di Scacchi del 1972.
All'inizio Srila Prabhupada nel tentativo di entrare nell'URSS come rappresentante ufficiale dell'India aveva scritto una lettera in cui dichiarava il suo intento al ministro della cultura, ma l'ingresso gli era stato negato senza alcuna spiegazione. Infine, dopo molti tentativi, ottenne un visto turistico che gli consentiva una breve permanenza anche se non gli era stato concesso di tenere una lezione all'Università di Mosca. La lezione era stata una delle ragioni del suo desiderio di visitare la Russia.
Tuttavia i cinque giorni che Prabhupada trascorse in territorio russo gli fornirono un'ampia opportunità di ben posizionarsi per lo scacco matto decisivo che il suo movimento avrebbe realizzato nella Russia Sovietica. La sua strategia iniziale prese forma quando, per mezzo di Syamasundara Dasa, suo discepolo e segretario, incontrò un giovane ricercatore russo – Anatoly Pinyayev – che presto sarebbe divenuto Ananta-santi Dasa, il suo coraggioso, solitario studente dell'Unione Sovietica.
Un'altra mossa in avanti fu la conversazione di Prabhupada con il professore G. G. Kotovsky, allora capo del Dipartimento degli Studi per l'India e l'Asia Meridionale dell'Accademia Sovietica delle Scienze. Prabhupada lasciò una forte impressione sul professore Kotovsky, che fece pubblicare la loro conversazione su un importante periodico russo («Il Vaishnavismo» su Otkrytyi Forum 1, 1997, pag. 109-114). Fu però Ananta-santi che si prese a cuore il messaggio di Prabhupada, da solo, con forza, condividendo quello che aveva imparato con centinaia di cittadini sovietici, molti dei quali diventarono devoti. Dopo l'incontro con questo russo pieno d'entusiasmo, Prabhupada fece questa osservazione: «Proprio come si può giudicare se il riso è ben cotto prendendone un piccolo chicco, così si può conoscere un'intera nazione osservando uno dei suoi giovani.»
Poi, nel 1977 e nel 1979, il Bhaktivedanta Book Trust riceve un invito per la prestigiosa Fiera Internazionale del Libro di Mosca, che per la prima volta permise ai Moscoviti di conoscere i libri di Prabhupada. The New York Times (31 luglio 1983) ne notò il significato: «[La mostra] attrasse la curiosità dei Russi, i libri si diffusero e Hare Krsna iniziò il suo cammino in Russia.»
Dal 1980 però, con Brezhnev al potere, alcuni devoti furono messi in prigione e tra l'ISKCON e l'Unione Sovietica iniziò una relazione tesa e spesso traumatica.
Dalla metà degli anni '80 fu al potere Andropov che intensificò la campagna già iniziata contro il movimento Hare Krsna. Egli vedeva nei devoti i rappresentanti di tutto ciò che è religioso ed era determinato ad eliminarli. A causa del contagioso entusiamo di Ananta-santi e dei brillanti risultati delle fiere dei libri, Semyon Tsvigun, capo responsabile del KGB sotto Andropov affermò che le tre principali minacce per l'Unione Sovietica erano costituite «dalla pop music, dalla cultura occidentale e dagli Hare Krsna».
Queste prese di posizione e i sentimenti che le alimentavano provocarono un'intensa persecuzione contro i devoti Hare Krsna.
Cavalieri Iskcon in Russia
E così, all'individuazione dell'ISKCON come una delle grandi minacce per l'Unione Sovietica, seguì una battaglia di crescente intensità, ma non si trattava di Fischer contro Spassky – due avversari ugualmente validi opposti l'uno all'altro. Era una guerra condotta da uno Stato totalitario contro un numero piuttosto piccolo di devoti di Krsna. La conseguenza fu che decine di nuovi fedeli sovietici dell'ISKCON furono gettati in prigione, nei campi di lavoro e negli ospedali psichiatrici, dove subirono malvagi maltrattamenti per mano della polizia e dei servi dei politici. Alcuni devoti morirono in prigione, tenendosi stretti alla loro fede mentre venivano torturati in vari modi.
Harikesa Swami, allora GBC dell'ISKCON per l'Unione Sovietica, non tollerava questi orrori. Con la sua forte capacità di modificare le situazioni, fece della tragedia russa un problema mondiale. Kirtiraja Dasa era stato segretario regionale ISKCON per l'Unione Sovietica fin dal 1979. Iniziò una campagna internazionale di diffusione di notizie e di dimostrazioni per far pressione sulle autorità sovietiche affinché liberassero i devoti imprigionati e cessasse la persecuzione contro il movimento Hare Krsna. Per compiere questa opera fondò il Comitato per la Liberazione degli Hare Krsna Sovietici. Interventi di sostegno furono svolti in occasione del summit a Reykjavik tra Reagan e Gorbachev, alle Nazioni Unite e sui giornali internazionali. All'incontro a Vienna del novembre del 1986 della Commissione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, l'organizzazione che in base agli accordi di Helsinki vigila sulla conformità ai diritti umani dei vari provvedimenti, i componenti Hare Krsna richiamarono di nuovo l'attenzione sulla situazione dei devoti sovietici imprigionati.
Successivamente in quello stesso anno la situazione raggiunse il culmine quando Sri Prahlada Dasa, un devoto di una scuola ISKCON in Australia, allora appena adolescente, si unì agli sforzi di Kirtiraja. Egli e i «The Krishna Kids» incisero un album con la sigla internazionale della EMI, una delle più grandi compagnie mondiali di dischi. L'album comprendeva la canzone «Free the Soviet Krishnas», un'istanza a Gorbachev che era uscita anche come singolo. Prahlada appariva frequentemente in TV e alla radio per pubblicizzare l'album e condividere il suo impegno a favore dei devoti in Russia. Finalmente i devoti vennero liberati, e questo segnò l'inizio di una nuova fase per la religione nell'ex Unione Sovietica.
Pedoni, Falsi Progressi e Mezze Vittorie
In una splendida giornata di primavera del 1988, il Consiglio per gli Affari Religiosi registrò ufficialmente l'Associazione per la Coscienza di Krishna di Mosca, concludendo, per lo meno così sembrava, una lunghissima faida tra i devoti e lo Stato. (Fu la prima associazione religiosa che veniva registrata nell'Unione Sovietica dopo la seconda guerra mondiale). Ora i devoti potevano cantare in pubblico e praticare liberamente la loro religione. In quello stesso anno furono registrate oltre 1600 nuove comunità religiose, la maggior parte delle quali russe ortodosse.
Qualcosa chiaramente bolliva in pentola e molti esperti attribuirono questo cambiamento, in grande misura, ai devoti. Solo due anni dopo, in risposta a richieste dell'ISKCON, le autorità di Mosca destinarono un edificio fatiscente a due piani ad essere usato come tempio. Dopo che i devoti ebbero restaurato la proprietà, aprirono il primo tempio nella storia della Russia e dell'Unione Sovietica, un tempio frequentato anche da un gran numero di Indù.
Successivamente, nel 1991, l'ISKCON fece domanda per un terreno a Mosca su cui costruire un autentico tempio vedico ed un centro culturale, un progetto grandioso. Sorprendentemente la richiesta venne approvata e i devoti cominciarono a cercare una collocazione adatta. Sembrava che il governo fosse intenzionato a dare ai devoti russi tutto quello che volevano.
Ma non durò a lungo. Come l'acqua torna sempre al proprio livello anche le autorità russe furono vittime di quelli stessi pregiudizi religiosi che avevano conosciuto nel passato. Il Consiglio vescovile della chiesa ortodossa russa emise un documento ufficiale in cui gli insegnamenti della Bhagavad-gita venivano indicati come il prodotto di una «falsa religione». Essi inoltre definirono tutte le altre religioni come una minaccia all'unità della coscienza nazionale e dell'identità culturale russa.
Nel 1997 il Parlamento russo (Duma) approvò una legge che individuava nella chiesa ortodossa russa l'unica religione predominante della federazione russa con un addendum che riconosceva solo altre tre fedi tradizionalmente diffuse in Russia: ebraismo, islamismo e buddismo. Le altre religioni non avrebbero avuto lo stesso riconoscimento giuridico e nessun contributo per le loro opere missionarie.
Nuovamente però i devoti non si lasciarono intimorire. Il tempio ISKCON era diventato l'unico posto di adorazione per oltre diecimila Indiani. Nel corso degli anni '90 la coscienza di Krsna in Russia cominciò a fiorire con 97 comunità ufficialmente registrate, 22 monasteri e 250 gruppi che si riunivano nelle case.
All'alba del nuovo millennio, il Primo Ministro indiano A.B. Vajpayee seppe dell'attività dell'ISKCON dagli amministratori russi. Nonostante il benevolo appoggio di Vajpayee, il governo di Mosca decise di trasformare l'area intorno al vecchio tempio ISKCON, ostacolando ancora una volta la pratica della coscienza di Krsna da parte dei devoti.
E fu così che nel 2004 il governo di Mosca si riprese l'edificio e lo demolì in base a un progetto di ristrutturazione della città, privando migliaia di devoti del luogo dove svolgevano la loro adorazione.
Alla ricerca di sostegno, l'ISKCON chiese aiuto a eminenti politici indiani. A quel tempo, Vajpayee, già Primo Ministro, aveva seguito gli avvenimenti in Russia da alcuni anni. Egli si incontrò con i devoti in molte occasioni sia in India sia a Mosca per programmare il modo migliore per risolvere il problema.
Nel gennaio 2004, dopo molti anni di lotte, il sindaco di Mosca finalmente firmò un'ordinanza che affermava che sarebbe stato concesso un terreno per un nuovo tempio ISKCON – in una importante posizione nella città di Mosca e gratuitamente, senza dubbio su pressione di importanti politici indiani. Il terreno era ubicato lungo la principale strada che dal Cremlino porta all'aeroporto internazionale, a circa dieci minuti di macchina dal cuore di Mosca. I devoti felici provvidero alla realizzazione di un edificio temporaneo sul terreno da poco ottenuto preparandosi a realizzarvi il nuovo complesso del tempio.
Non trascorse molto tempo però prima che la chiesa ortodossa russa insieme alle autorità musulmane ed ebree si pronunciasse contro quella costruzione, ritenendo che la religione di Krsna nel suo complesso fosse contraria alle tradizioni russe. Ci furono proteste di cittadini che si raccolsero nella piazza Pushkin, nel centro della capitale, agitando icone, bandiere e cartelli con scritte del tipo «I seguaci di Krsna hanno subito il lavaggio del cervello» e «Amici, difendete la vostra fede. Noi siamo contrari alle sette. State attenti!».
Queste proteste offesero i circa 100.000 seguaci di Krsna sparsi in tutto il paese. In risposta, la comunità indiana russa, guidata da Sanjit Kumar Jha, presidente dell'Associazione degli Indiani in Russia, replicò e ancora una volta ne scaturì un violento scambio di accuse. Sebbene i devoti sapessero che Krsna alla fine sarebbe risultato vittorioso, la situazione sembrava negativa per loro. Proprio come Spassky aveva usato alcune mosse strategiche nelle prime battute della partita Fisher-Spassky, allo stesso modo sembrava che il Cremlino ora avesse il sopravvento. Nell'ottobre del 2005, il sindaco di Mosca, Yury Luzhkov, improvvisamente annullò l'ordinanza che concedeva il terreno all'ISKCON e il tempio fu demolito.
A loro vantaggio, l'ufficio legale esecutivo della città trovò alcune contraddizioni nell'originale ordinanza del governo di Mosca decidendo pertanto di procedere alla sua revisione. Questa fu semplicemente un sotterfugio che dette loro la possibilità di arrivare ad annullare completamente l'ordinanza. In poche parole, i devoti ora non avevano né una casa, né un posto per le loro pratiche di predica.
Stando così le cose, i devoti furono sommersi da giornalisti e reporter dei principali giornali, da interviste alla radio e sui circuiti televisivi, compreso il principale programma televisivo russo di notizie, «Vremyachko». Sua Santità Bhakti Vijnaja Goswami, presidente dell'ISKCON della Russia, fu intervistato e con lui membri influenti della comunità indiana, che fecero conoscere l'oltraggio ricevuto. Il Vishwa Hindu Parishad entrò nella disputa e fu d'accordo di organizzare una campagna di «Difesa degli Indù russi». Dignitari indiani e russi si fecero avanti e le loro voci risuonarono forti e chiare.
Fine Del Gioco
Alla fine il sindaco di Mosca assegnò il terreno all'ISKCON nonostante l'opposizione della chiesa ortodossa, che minacciò di rinnovare la sua protesta contro la costruzione. Il dado però era tratto e cambiare la decisione del sindaco appariva molto improbabile. I devoti avevano fatto una mossa vincente.
Il significato di un'assegnazione definitiva del terreno era facilmente comprensibile. Le fedi cristiana, quella islamica, buddista ed ebrea insieme alla chiesa ortodossa russa sono religioni tradizionali della Russia, ritenute parti del patrimonio russo. La religione degli Hare Krsna però – il Vaishnavismo e anche le fedi indù ad esso imparentate – non fa parte di questo gruppo esclusivo che ha visto nella concessione del terreno un evento negativo di proporzioni storiche. Le sette cattoliche e protestanti non hanno avuto il riconoscimento dell'assegnazione di terreni; l'unica setta cristiana ad ottenere il terreno è stata la chiesa ortodossa russa. Solo l'ISKCON e le altre tre religioni riconosciute hanno ricevuto terreni in assegnazione.
Una voce importante che ha influenzato la decisione del Sindaco fu quella del primo ministro di Delhi Sheila Dikshit che si era recata in Russia per il Delhi Culture Fest e per rinsaldare le relazioni diplomatiche. Essa si adirò molto per tutta la disastrosa vicenda del tempio e fece pressione perché la situazione venisse subito corretta.
Precedentemente, l'argomento era stato sollevato in molti incontri diplomatici, in cui il Presidente russo Vladimir Putin aveva assicurato al Primo Ministro indiano Man Mohan Singh che si sarebbe interessato del caso. Evidentemente lo aveva fatto.
K. Raghunath, ambasciatore dell'India in Russia, fece il seguente commento in un intervento diffuso in tutta la nazione:
Vorrei dedicare qualche parola anche all'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON). Noi siamo molto vicini a questa organizzazione. L'ISKCON ha ottenuto un successo meraviglioso nella diffusione della filosofia della Bhagavad-gita e nel suo inserimento nella vita di tutti I giorni. Al di là di questo l'ISKCON si è impegnata moltissimo a preservare e proteggere l'impareggiabile cultura dell'India.
L'ISKCON merita inoltre di essere glorificata per aver rafforzato i legami d'amicizia tra la Russia e l'India.
La campagna per la costruzione del nuovo tempio conosciuto come «Tempio del Cuore», sta ricevendo sostegno da mecenati di tutto il mondo.
L'autunno del 2006 è stato testimone di una nuova alba per l'ISKCON della Russia: più di seimila persone, la maggior parte indiane si sono recate a questo tempio non ancora finito ma meraviglioso per celebrare Janmastami, l'anniversario dell'avvento di Sri Krsna in questo mondo. Erano presenti gli ambasciatori del Nepal, dello Sri Lanka e delle Mauritius e il direttore del Centro Culturale J. Nehru. Un anno dopo, ancora in occasione di Janmastami, l'ISKCON ha firmato un contratto per sviluppare la progettazione architettonica del nuovo tempio. In quel giorno furono anche ottenute le approvazioni governative e i permessi necessari per iniziare la costruzione.
Nonostante la permanenza di qualche intrigo, legato a particolari interessi di gruppi che cercano di contrastare l'opera, niente ora può fermare i devoti. Essi hanno dalla loro parte importanti leader politici e l'opinione pubblica è diventata pienamente consapevole della situazione. Qualsiasi tentativo di fermare il progetto costituirebbe una notizia di primo piano. Grazie agli sforzi di devoti determinati, del governo indiano e di altre organizzazioni internazionali l'ISKCON della Russia ha ora una solida base.
«È stato tutto un arrangiamento di Krsna,» dice Bhakti Vijnana Goswami, uno dei componenti del GBC ISKCON a Mosca (insieme a Niranjana Swami e Gopala Krsna Goswami). «Nonostante tutte le manovre politiche e i momenti difficili, abbiamo finito per ottenere per il tempio il terreno migliore possibile. È un terreno di gran lunga migliore di quello ottenuto prima e che ricorda molto Vrndavana, dove Krsna venne sul pianeta cinquemila anni fa. È un po' fuori dal centro della città ed è collocato in mezzo a bellissimi fiumi, a colline ondulate e ad una meravigliosa foresta. Krsna sapeva bene quello che faceva. Centinaia di migliaia di persone verranno qui ad imparare la meditazione sul mantra e la filosofia della coscienza di Krsna.
Anche nel 2003 mentre correvano tempi più duri, i devoti realizzarono un notevole successo: quasi 6000 persone in quell'anno visitarono il tempio ed inoltre 14500 scolari parteciparono alle cerimonie del tempio come parte di un'esperienza scolastica obbligatoria. I devoti cantavano regolarmente nelle strade di Mosca, distribuivano grande quantità di prasadam e misero più di 160.000 libri nelle mani dei Russi.
Naturalmente con il nuovo tempio questi dati possono solo aumentare. La congregazione indiana è di circa 15.000 persone, molte delle quali sono studenti delle università e di altre istituzioni di alto livello culturale.
Molte persone native di Mosca sono diventate devote a tempo pieno o frequentano cerimonie e festival del tempio ISKCON durante tutto l'anno. I libri di Prabhupada ora sono tradotti in dieci delle lingue ufficiali della Russia e sono state distribuite più di undici milioni di copie della sua Bhagavad-gita As It Is in lingua russa.
Il Centro Culturale Vedico
Da tutto quello che è stato detto, risulta chiaramente che il nuovo tempio è il più significativo trofeo della battaglia dell'ISKCON della Russia per la libertà religiosa. Secondo il progetto attuale, ci sarà un Centro Culturale Vedico con le seguenti caratteristiche:
1. Il tempio vedico
2. La sala multimediale Veda-expo
3. Il centro educativo e culturale
4. La biblioteca dei testi vedici classici
5. Il centro dei servizi sociali
6. Il centro sanitario
7. La sala delle conferenze
8. Il ristorante con cucina vedica
9. Il giardino d'inverno
Importanti devoti dell'ISKCON di tutto il mondo hanno visitato il nascente tempio di Mosca e, apprezzando la visione per il futuro dei suoi leader, sono tornati profondamente impressionati. Non hanno potuto far altro che riconoscerne il potenziale e gli effetti che avrà in tutto il mondo.
Bhakti Tirtha Swami (1950-2005) poco prima di lasciare questo mondo disse: «Ci stiamo rendendo conto che i devoti russi sono tra i più entusiasti del mondo. Moltissime persone sono diventate devote, molte sono le opportunità di predica e molte persone stanno venendo avanti.
Perciò, abbiamo bisogno di qualcosa di molto grandioso, di molto meraviglioso per accogliere tutte queste persone… La storia dimostrerà che i devoti del CIS e della Russia in particolare, sono stati potenziati per erigere questo tempio che è il più grande e glorioso, il più famoso e favoloso.»
«Ci sentiamo eccitati,» continuò. «Desideriamo incoraggiare quante più persone possibili a sostenere questo sforzo – perché è uno sforzo non solo per il CIS o per la Russia, ma… è qualcosa per il mondo intero, qualcosa che Srila Prabhupada in persona desiderava moltissimo. Egli era così impegnato a predicare in tutto il mondo e nei suoi ultimi giorni espresse una speciale attenzione alla predica nei paesi comunisti.»
Anche Radhanatha Swami ha recentemente parlato con chiarezza sul grandissimo potenziale del progetto in Russia: «Credo sinceramente che la costruzione di questo tempio a Mosca sia uno dei più importanti progetti della storia del movimento Hare Krsna.»
«Srila Prabhupada è venuto personalmente a Mosca all'inizio degli anni '70,» dice Radhanatha Swami, «e sebbene tutto questo avvenisse dietro la Cortina di Ferro, dove erano predominanti l'ateismo e il comunismo, egli vide l'immensa potenzialità del popolo russo di accettare la dottrina del puro, incontaminato amore per Sri Krsna. E perciò scrisse che se i devoti avessero collaborato con sincerità… questo tempio sarebbe stato costruito. Con enfasi affermò inoltre che sarebbe stato un grande trionfo.»
Anche Bhakti Caru Swami si è espresso con eloquenza sul significato dell'opera dei devoti nei territori che costituivano l'Unione Sovietica: «Chi avrebbe immaginato che la coscienza di Krsna si sarebbe diffusa in Russia? Caitanya però ha predetto che il movimento per la coscienza di Krsna si sarebbe diffuso in ogni città e in ogni villaggio del mondo e poiché Egli è Dio, la Persona Suprema, la Sua predizione non può non avverarsi.»
Bhakti Vijnana Goswami conclude: «La costruzione di questo tempio in Russia è un fatto di enorme portata – dal punto di vista storico, simbolico, emozionale e spirituale. Inoltre il tempio sarà grandioso per le sue dimensioni e in grado di accogliere migliaia di devoti, di visitatori e di ricercatori. Stiamo già considerando praticamente questo aspetto e il suo impatto è secondo soltanto ai templi dell'India. Nel futuro, la sua influenza si farà sentire in tutto il mondo, non solo nell'Europa orientale, nella Russia e nella ex Unione Sovietica. Avrà un significato grandioso per l'ISKCON e al di là dell'ISKCON, in tutto il mondo.
Boris Spassky perse la sua partita con Bobby Fischer nel campionato mondiale di scacchi. Sebbene I giocatori di scacchi russi avessero tenuto il titolo per più di quaranta anni, quella era stata la prima volta in cui un giocatore sovietico aveva la peggio in una partita. Nel gioco degli scacchi, una strategia superiore vince sempre alla fine, ma nella vita è sempre meglio essere dalla parte dei giusti. Come la Bhagavad-gita c'insegna nel suo verso conclusivo: «Ovunque si trovi Krsna, il maestro di tutti i mistici, ovunque si trovi Arjuna, l'arciere supremo, là senza dubbio regneranno anche opulenza, vittoria, straordinaria potenza e moralità.» Quasi tutti i cittadini di Mosca oggi traggono beneficio dai libri di Prabhupada e dal santo nome di Krsna e questo è una mossa vincente. E sebbene la Piazza Rossa sia ancora la più famosa piazza di Mosca, il Tempio del Cuore presto darà scacco a tutti.
Satyaraja Dasa, un discepolo di Srila Prbhupada collabora regolarmente con BTG. Ha scritto più di venti libri sulla coscienza di Krsna e vive in prossimità di New York.
Prabhupada sul Tempio di Mosca
Vrindavana, 7 luglio 1977
Mio caro Harikesa Maharaja,
ti prego di accettare i miei umili omaggi ai tuoi piedi. Sua Divina Grazia Srila Prabhupada ha ricevuto la tua lettera datata 28 giugno 1977 e mi ha incaricato di risponderti.
La tua lettera è stata molto incoraggiante per Sua Divina Grazia. Prabhupada ha ricevuto da Ghanasyama Prabhu [Bhakti Tirtha Swami] un resoconto diretto sulla sua predica in Yugoslavia che gli ha dato una felicità estatica. Mi ha fatto leggere ognuno di questi riferimenti non meno di dieci o undici volte alle persone importanti che venivano a visitarlo. Prabhupada gusta sempre tutti i resoconti.
Prabhupada è stato particolarmente felice nell'apprendere della possibilità di realizzare un tempio in Russia. Ha detto: «Cogliete subito questa opportunità. Sarà un grande trionfo se riusciamo ad aprire un tempio là. Se v'impegnate con sincerità sicuramente ciò avverrà. Il popolo russo non è composto solo da atei. Sono persone molto brave. Ho avuto modo di studiarli. Solo che il governo…»
Tuo servitore, Tamal Krishna Gosvami Segretario di Srila Prabhupada
Food for Life
Mentre l'ISKCON lottava per la giustizia in Russia, i suoi volontari del Food for Life distribuivano più di un milione di tazze di porridge caldo, pane fresco e té. Mettendo a rischio la loro vita, i devoti russi si sono recati in missione umanitaria nelle zone di guerra come la Cecenia e la Abkazia per dare da mangiare alle persone. Ancora una volta hanno dimostrato che la fede in Dio e nel servizio divino è più importante delle comodità del corpo e degli scopi egoistici. I devoti hanno aiutato centinaia di migliaia di Russi, di Ceceni, di Georgiani e di Armeni – sia ragazzi che adulti, vittime della guerra. Il Food for Life degli Hare Krishna è stata l'unica organizzazione di beneficenza con base in Russia e non governativa, che ha operato nelle zone di guerra della Russia. I devoti hanno dato alle persone in difficoltà una speranza per un futuro migliore, un conforto spirituale e un sostegno morale. Spesso arrestati per questo servizio, hanno continuato a distribuire cibo consacrato alle persone bisognose. Alcuni sono stati perfino uccisi mentre stavano cercando di aiutare gli altri.
Un esempio degli sforzi dei devoti: un terremoto di livello 7,2 aveva raso al suolo una piccola città nell'estrema penisola orientale della Russia. Il giorno successivo i volontari del Food for Life sono stati trasportati là in elicottero dal ministero per l'emergenza russo. Appena arrivati hanno fornito cibo caldo ai sopravvissuti e tratto in salvo squadre che lavoravano ininterrottamente per trovare i corpi e prendersi cura dei sopravvissuti.
Lettera di un Osservatore
di Devi Deva Dasa
Dopo che nel 2000 fu richiesto il mio aiuto per il progetto del tempio di Mosca, cominciai a prestare più attenzione alle notizie che riguardavano la Russia. Due cose mi furono chiare: la ritrovata ricchezza di Mosca e il potere che la Russia è arrivata ad avere nella comunità internazionale. È estremamente importante che ora la coscienza di Krsna metta le radici in Russia.
Negli ultimi anni, viaggiando per organizzare incontri a livello di vari dipartimenti e con persone devote, ho acquisito un grande rispetto per la natura creativa, incline alla cultura e alla spiritualità dei Russi e mi sono reso conto che sono dei ricercatori della verità. Hanno sofferto moltissimo. La coscienza di Krsna e le risposte che provengono dalla letteratura vedica sono un gradito respiro di sollievo per i loro cuori addolorati.
Il movimento della coscienza di Krsna in Russia è stato un lungo viaggio, ma alla fine questa durissima prova si è risolta per il meglio, poiché il viaggio ha offerto ai devoti di Krsna molte opportunità per trasmettere la cultura vedica, per creare relazioni e procurarsi eminenti sostenitori. I devoti in Russia hanno ricevuto sostegno dal parlamento britannico e dal sindaco di Delhi, così come da molti ufficiali di alto rango dei governi federali dell'India e della Russia. Tutti hanno usato forti pressioni diplomatiche per aiutare i devoti a costruire il primo grande tempio ISKCON in Russia.
Cercare di costruire questo primo tempio è stata una lunga e ardua battaglia. Durante questa lotta prolungata, i devoti sono stati costretti a tenere le cerimonie in un'area di parcheggio abbandonata, dove non c'era né acqua né fognature. Nonostante queste sofferenze e quelle precedenti, molti hanno dedicato se stessi alla coscienza di Krsna da oltre venti anni. Essi hanno visitato l'India, sono andati in pellegrinaggi ed hanno continuato ad incrementare in vari modi la loro fede.
Hanno sviluppato più di sessanta comunità nel'ex URSS, creandole tutte con uno spirito di sacrificio personale. I devoti di Krsna russi posseggono una forte etica del lavoro e sono sempre pronti a fare ciò che è necessario per terminare un'opera. Mi sento ispirato a testimoniare tutto questo e centinaia di miei colleghi hanno espresso sentimenti simili.
Ho partecipato a tre raduni/festival nella zona turistica russa sul Mar Nero. Che esperienza! La grande varietà di devoti russi rappresentava tutte le età e tutte le classi sociali. Dal più giovane al più anziano, erano presenti intere famiglie e molti giovani di buona cultura.
I devoti contano amici fra i sofisticati leader della società e della cultura artistica russa. I devoti russi popolano i templi di tutto il mondo. I devoti si sono incontrati con Vladimir Putin e con l'ex Primo Ministro indiano A. B. Vajpayee.
Quanto è stato lungo e tortuoso il percorso della nostra storia in Russia! Ora siamo entrati in una nuova fase e le opportunità più stimolanti sono davanti a noi.
Il 4 settembre del 2007, dopo che il governo della città di Mosca ci ha assegnato il terreno, i devoti hanno ultimato i disegni del tempio e firmato un contratto con un'impresa costruttrice di opere architettoniche per la realizzazione del tempio. Il tempio e il centro culturale saranno di livello mondiale ubicati in una posizione elevata con vista su uno splendido fiume e su foreste protette. Quest'area pregiata è conosciuta come «la Svizzera di Mosca.»
Nello scorso novembre abbiamo lanciato una campagna di raccolta di fondi con l'obbiettivo di realizzare i 15 milioni di dollari necessari per la costruzione di un tempio raffinato, dove Russi di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali possano essere educati formalmente alla coscienza di Krsna. Il centro fornirà un'utile ambientazione per ulteriori scambi culturali dei Russi con la cultura vedica che già contribuisce ai dinamici programmi teatrali e artistici dei devoti russi. I devoti hanno realizzato un crescente programma di distribuzione di cibo e sono molto rispettati per i servizi che rendono al pubblico. Con il meraviglioso spazio che un tempio può mettere a disposizione i devoti potranno diramare verso l'esterno ed espandere questi servizi.
Come comunità spirituale in crescita, i devoti devono affrontare la sfida di mantenere un forte coinvolgimento comunitario dei suoi membri. È un tempo pieno di difficoltà per le famiglie che hanno a che fare con difficili realtà economiche. La corruzione è ancora molto forte in Russia e particolarmente a Mosca. Questo, unito ad un'atmosfera di sfiducia che nasce dai ricordi del passato, pesa fortemente su coloro che aspirano a dedicarsi alla vita spirituale. Essi hanno bisogno del nostro aiuto.
Per favore unitevi a noi in questa opportunità che capita una volta sola nella vita di offrire valori permanenti alle anime della Russia.
Un Gusto di Pane Salato
Nell'ex Unione Sovietica, i devoti Hare Krsna per distribuire i libri di Srila Prabhupada hanno rischiato la prigione e la tortura.
Gli estratti che seguono provengono dal libro Pane Salato di Sarvabhavana Dasa che narra come lui e il suo amico Sacisuta hanno servito il Signore Krsna diffondendo i Suoi insegnamenti
nell'Unione Sovietica. Questi estratti, che provengono dalla maggior parte dei capitoli di Pane Salato, sono stati scelti dalla collaboratrice di BTG Urmila Devi Dasi che ha pubblicato il libro.
L'inizio
Ho trascorso un'infanzia normale in Armenia, crescendo come qualsiasi altro bambino. La più grande fortuna della mia infanzia è stata quella di avere avuto un carissimo intimo amico che chiamavo Sako. Siamo stati vegetariani fin dall'età di quindici anni. Il mio sogno più caro era di poter un giorno fare un bagno nel sacro fiume Gange, visitare tutti gli antichi templi e scalare le montagne dell'Himalaya per incontrarvi i grandi yogi.
Entrare nel mondo spirituale
Dopo che ebbi lasciato l'esercito il mio amico Senik mi portò al centro Hare Krsna di Yerevan. Mi trovai così a cantare e a battere le mani insieme ai devoti. Pensavo che non finisse mai. I cembali e i tamburi erano così armoniosi che mi sembrava di essere in cielo! Tutti nella stanza stavano danzando muovendosi avanti e indietro come onde in un oceano di felicità. Alcuni devoti continuavano a trasportare vassoi di cibo suonando dei campanellini; stavano offrendo il cibo a Krsna. Notai subito che anche i frutti che avevo portato erano stati offerti sull'altare e mi guardai intorno per vedere se qualcun altro aveva notato che quella era la frutta che io avevo portato.
Non so come accadde, ma cominciai a guidare il canto. Quello che alla fine mi obbligò a smettere fu la polizia, il KGB, che stava cercando di abbattere la porta. Alcuni devoti correvano da una stanza all'altra nascondendo libri, macchine da scrivere ed altri oggetti.
Dopo un po' di tempo i devoti decisero di aprire la porta. Cinque uomini adirati si precipitarono dentro cominciando ad urlare ordini. Iniziarono a frugare ovunque; non riuscivo a capire che cosa cercassero con tanta determinazione.
Cominciarono col registrare i nomi di tutti controllando i documenti. Dopo che tutto si fu calmato, i devoti iniziarono a serivire il prasadam, cibo santificato, come se cinque minuti prima non fosse successo nulla.
«Mi dispiace per l'altra sera,» mi disse un devoto la mattina successiva. «Il KGB ha preso il tuo nome?»
«Sì, l'hanno preso.»
«Allora questo significa che tu sei già uno di noi. Sei un devoto Hare Krsna!»
«Non m'importa,» dissi.
Tutti i devoti me compreso cominciarono a ridere sommessamente.
Il tempo giusto per decidere e via verso Krsna
Non appena varcai la soglia di casa dopo il mio viaggio di ritorno, mi accorsi che il KGB era venuto a perquisire la nostra casa. Subito Sako e poi io traslocammo nel centro di Yerevan.
Il mio nuovo stile di vita
Sako m'incoraggiò a distribuire i libri e così ci provai. Per la prima volta nella mia vita offrii un libro ad uno studente universitario che fu felice di accettarlo. Il secondo uomo invece dopo averne letto un po’ me lo tirò in faccia. Mi disse che gli Hare Krsna erano dei pazzi e che uno dei suoi parenti aveva aderito alla coscienza di Krsna.
Mi gridò: «E ora è completamente pazzo – non mangia carne, uova e pesce e neppure beve alcool! Che tipo di pazzia è questa? Dio ha creato tutto perché noi potessimo goderne e questo stupido va dicendo che non può mangiare con i suoi amici!»
Mi sentii offeso ma non persi il mio entusiasmo a causa di questo uomo e continuai a distribuire libri.
L'unico problema che avevo in quel momento era che non volevo che la polizia disturbasse i miei genitori, ma questo era praticamente impossibile perché il mio nome e il mio indirizzo erano già sulla lista nera. Due o tre mesi dopo che mi ero trasferito nel tempio appresi che la polizia in Russia cominciava ad arrestare i devoti e a metterli in prigione.
Tutti diventarono tigri – cominciarono a stampare e a distribuire sempre più volantini e libri. Un giorno dopo la distribuzione, tutti i devoti apparivano come se stessero festeggiando qualcosa. Entrati rapidamente dentro vedemmo la Bhagavad-gita in lingua russa e Coming back in lingua armena.
Chiesi al nostro leader Sannyasa Dasa se potevo guardarli ma egli mi rispose: «Questi testi devono essere usati come originali da cui stamparne altre copie. Perciò è meglio non toccarli per non lasciare impronte sulle pagine o sui disegni.»
Dopo alcune settimane, Sannyasa ci portò le prime pagine stampate della Gita. Dopo che ci ebbe insegnato come metterle insieme, ci sedemmo tutti per unire tutte le pagine in modo ordinato per farne un libro. Applicammo della colla sulla costa dell'insieme delle pagine e dopo averlo pressato nella copertina lo ponemmo sotto pesanti valigie vicino al termosifone in modo che asciugasse rapidamente. Quando fu asciutto Sannyasa con un lapis appuntito vi tracciò una linea e poi iniziò a tagliare l'eccesso di carta usando una lama di rasoio e un righello metallico.
Il nostro libro fatto a mano fu subito pronto. Un devoto voleva aprirlo per leggerlo ma un altro glielo tolse di mano dicendo che prima dovevamo offrirlo a guru e a Krsna e solo dopo avremmo potuto sfogliarlo. Così dopo averlo messo sull'altare cominciammo un estatico e insolito kirtana. Allora non realizzai il pieno significato di quello che stava accadendo in questa piccola stanza al nono piano e a quale sacrificio molto particolare stessi partecipando. Molti anni dopo capii che stavamo davvero fondando una potente missione nell'Unione Sovietica. Allora non sapevo che questi libri avrebbero provocato una rivoluzione e che solo dopo dieci o quindici anni nell'Unione Sovietica ci sarebbero stati centinanaia di templi e migliaia di devoti di Krsna solo per effetto di questi piccoli libri fatti a mano.
Il mio primo arresto
Subito, Sannyasa riempì completamente una stanza con pagine stampate della Bhagavad-gita e tutti si misero a riunirli insieme per trasformarli in centinaia di copie complete degli insegnamenti di Srila Prabhupada. Fu estatico vedere il nostro primo libro che usciva da quella stanza per essere subito venduto nella strada. Sannyasa ci diceva che tutti noi avremmo dovuto imparare perfettamente ogni fase di questa operazione cosicché se un devoto mancava gli altri fossero in grado di fare la sua parte. Voleva dire che se un devoto veniva arrestato gli altri potevano continuare. Ci sforzavamo di non parlare molto di questo argomento ma nello stesso tempo era impossibile evitarlo. Quasi ogni giorno la polizia prendeva dei devoti, li picchiava, prendeva tutti i libri e poi li liberava dopo qualche ora o qualche giorno.
Nessuno lo diceva ma ciascuno di noi pensava che poteva essere lui il prossimo ad essere arrestato.
Anch'io la pensavo in questo modo: «Che cosa accadrà se mi prendono? Che cosa farei? Che cosa dirò loro?»
Quando all'inizio cominciai a distribuire libri, a volte mi capitava d'incontrare persone che ricopiavano un libro con la carta carbone per farne quattro copie. Essi dovevano farlo in un luogo segreto perché in Armenia non si poteva possedere liberamente una macchina da scrivere o una fotocopiatrice senza avere un permesso speciale che non era facile da ottenere. Essi inoltre scrivevano a macchina molto lentamente con un dito o due. Quando chiesi loro che cosa facessero, mi risposero: «Molte persone mi hanno chiesto di prestar loro questo libro ma io non volevo darlo in prestito perché chissà quando lo avrei riavuto. Perciò ne faccio quattro copie.»
Io dicevo: «Perché non me ne hai chiesti altri?»
Rimanevano a bocca aperta e chiedevano: «Ce ne sono ancora?» come se non avessero mai pensato che ce ne potessero essere degli altri.
Cominciammo a spedire libri per posta in Russia. Per un po' di tempo andò bene finché il KGB non lo scoprì. Fecero una nuova regola per cui un pacco che superava una certa misura e un certo peso era soggetto ad ispezione.
Allora cominciammo a contrabbandare libri fuori dell'Armenia con i camion. Prendemmo contatto con persone che portavano merci in Armenia dove ritiravano altra merce da portare in Russia. Essi sapevano come nascondere le nostre scatole nella parte anteriore del camion davanti all'altra merce.
Una mattina. dopo colazione, per caso, offrii un libro ad un uomo in strada che era un agente del KGB. Egli cominciò a farmi sempre più domande e questo mi fece capire che c'era qualcosa di sospetto, ma non sapevo cosa fare.
Si identificò come poliziotto e mi disse: «Metti le mani dietro la schiena e seguimi.»
Fu la prima volta in cui dovetti camminare con le mani dietro la schiena. Avevo visto questo tipo di imposizione soltanto nei film e solo un anno prima non avrei mai pensato che un giorno anch'io sarei stato trattato in questo modo.
Cominciai a cantare il maha-mantra mentalmente mentre camminavo verso la stazione di polizia. Sentii qualcuno che gridava. Uno dei poliziotti era molto grasso e brutto, l'altro era magro e mi sorrideva. Questa è la tattica normale della polizia; più avanti nel tempo ciò mi divenne molto familiare. Uno ti percuote, mentre un altro con gentilezza ti fa delle domande.
In ogni città e in ogni villaggio
Questo tipo di arresto di breve durata era diventato un evento comune. Molti devoti erano stati arrestati varie volte subendo quello che dovevano subire. In occasione di ogni arresto il KGB confiscava i libri, che richiedevano tanto sforzo e tanto tempo per essere fatti, e anche il denaro raccolto dalla vendita dei libri. Per quanto riguardava i devoti, molti di loro lasciavano il tempio o non venivano al tempio per evitare di essere arrestati.
Sempre di più, molti devoti vennero in Armenia da diverse parti dell'URSS per prendere i libri di Prabhupada e i volantini.
Un devoto disse: «Sarebbe bene che voi devoti armeni non usciste affatto a distribuire libri. Curatevi solo di stampare e rilegare libri di buona qualità e noi verremo qui a prenderli da voi e li distribuiremo anche per voi. Se vi arrestano dove prenderemo i libri?»
Un altro devoto disse: «Alcuni devoti fanno fotocopie della Bhagavad-gita e le mettono insieme per distribuirle partendo da casa. Alcuni devoti non hanno i libri originali perciò quello che producono è una quinta o una sesta fotocopia difficilmente leggibile. A volte le pagine non sono in ordine e non si riesce a trovare la pagina giusta. Tuttavia le persone li comprano lo stesso dai devoti perché hanno sete di questi libri.»
La predica è l'essenza
Sako, che in seguito da iniziato ricevette il nome di Sacisuta Dasa, era tornato da una distribuzione di libri. Cominciò ad incollare qualche libro e a mettere alcuni libri in lingua russa in una scatola. L'atmosfera era tranquilla e qualche devoto cantava un dolce kirtana, alcuni parlavano della coscienza di Krsna ed altri cucinavano.
All'improvviso poi qualcuno cominciò a gridare: «Cè il KGB!»
Dopo il quarto giorno fu chiaro a tutti noi che il KGB aveva già trasferito i nostri leader dalla stazione di polizia alla prigione. Sapere i nostri leader in prigione era così deprimente che a volte trascorrevamo dei giorni interi senza uscire, cantando, mangiando e dormendo. L'unica persona attiva era Sacisuta – stava preparando sempre più libri per la distribuzione e difficilmente parlava con noi. Era serio ed era come se fosse in un altro mondo. Era spesso l'unico che puliva il pavimento, faceva la spesa, lavava le pentole dopo aver cucinato e via dicendo.
Il mio ultimo arresto
Avevo dimenticato quante volte mi avessero arrestato e rilasciato, ma quando Sannyasa e Kamalamala furono tratti in arresto, pensai che poiché la polizia era convinta di avere in mano i leader del nostro movimento in Armenia, non avrebbe più arrestato nessun altro di noi. Però mi sbagliavo. La polizia arrestò me e alcuni altri devoti molte volte anche dopo. Durante questo periodo avevamo preso in affitto un'altra casa per immagazzinare i libri ed altri oggetti importanti e ci andavamo forse una volta alla settimana.
Una sera circa alle otto, Sacisuta ed io stavamo andando verso quella casa per portarvi alcune pagine della Gita che mancavano per completare i libri. In quel momento, mentre viaggiavamo sull'autobus, ebbi uno strano presentimento e chiesi a Sacisuta se anche lui avesse questa stessa sensazione. Mi rispose che anche lui sentiva che c'era un pericolo, ma non sapevamo cosa fare e se andare avanti o indietro. Entrambi avevamo una così forte sensazione di pericolo che decidemmo di tornare indietro senza portarci nessun'altra pagina per i libri. Non ricordo nessun'altra circostanza in cui Sacisuta sia mai tornato indietro da qualsiasi situazione.
Una volta che eravamo stati arrestati, un poliziotto grasso mi fece molto male, calpestando le dita dei miei piedi con i suoi stivali, infliggendomi in questo modo un dolore acutissimo.
«Allora,» disse mentre mi faceva male «ora penso che ci puoi dire dove vengono stampati i libri e dove li tenete.»
«Non lo so, signore,» risposi. «Non lo so davvero. Gliel'ho già detto molte volte.»
«Va bene, dopo che ti avrò preparato un bel sedile, allora ci dirai subito tutto.»
Con la mano fece cenno ad un poliziotto vicino a lui chiedendogli di portare una bottiglia di birra. Poi mi venne vicino e con tutta la sua forza premette sulla punta delle dita dei miei piedi con i suoi pesanti stivali.
«O Dio,» pensai «questa è una delle cose peggiori che abbia mai provato.»
Allora arrivò un poliziotto con una bottiglia di vetro in mano e la mise nel centro della stanza.
«Ora te lo chiedo per l'ultima volta e poi basta. O me lo dici o dovrai sedere su questa bottiglia.»
Chinai la testa e cominciai a cantare ad alta voce: «Namaste narasimhaya,» invocando aiuto.
Il poliziotto venne e mi prese le mani torcendole mentre un altro mi afferrava per le gambe ed insieme mi tirarono su. Venne un terzo che cercò di togliermi la cintura. Cominciai a sobbalzare e a scuotere tutto il mio corpo per impedire loro di togliermi i pantaloni. Fu allora che egli mi colpì probabilmente con tutta la sua forza sulla pancia ed io pensai che forse stavo per essere tagliato in due pezzi, ma nonostante questo non smisi di divincolarmi.
Cominciai a sferrare dei calci contro di loro e a graffiarli quanto più potevo. Strappai la camicia del poliziotto che mi teneva le mani rendendolo ancora più furioso. In qualche modo, nonostante tutte queste percosse riuscii a sviluppare una grandissima quantità di energia cominciando a muovermi in un modo tale per cui non riuscirono a togliermi i pantaloni. Iniziai a gridare così forte come non avevo mai fatto nella mia vita, come una tigre, ininterrottamente per lungo tempo. Cominciai a pensare quanto forte Nrsimhadeva avesse gridato quando apparve per uccidere il demone Hiranyakasipu. Appena riuscirono a portarmi vicino alla bottiglia cominciai a muovermi velocemente facendola cadere di fianco. Dopo averci provato varie volte, finalmente mi lasciarono cadere e uscirono dalla stanza.
Mi portarono al pian terreno e mi chiusero a chiave in una delle numerose stanze. In questa stanza c'erano anche alcuni criminali che cominciarono a pormi molte domande. Alcuni di loro avevano già sentito parlare di Krsna ed uno aveva perfino letto qualcosa della Bhagavad-gita.
Entrare nell'inferno
Al mattino ero solito prendere solo un pezzo di pane e un cucchiaio di zucchero. Il pane era di una qualità molto scadente, nero e umido e se pressato con forza ne usciva dell'acqua. Allora conservavo il pane sulla finestra per tre o quattro giorni aspettando che diventasse asciutto e croccante e poi lo mangiavo. Imparai a fare i grani del japa con il pane.
Una mattina, una guardia usò i miei grani per colpirmi sulla faccia e sul corpo finché non fu esausto. Questi grani del japa erano l'unica cosa che possedevo e per farli avevo messo da parte molti pezzi di pane. Presto ci rendemmo conto che perfino i cinquantaquattro grani erano troppo rischiosi da tenere e allora cominciammo a preparare delle piccole corone con ventisette grani, che essendo più piccole era più facile nasconderle alle persone ostili. L'unica differenza era che dovevamo cantare quattro volte per fare 108, cioé un giro. A volte ho usato perfino una corona da nove grani, tenendola praticamente sempre in mano.
Dopo un po', tutti in prigione conoscevano Krsna. Alcune persone delle altre celle cominciarono a rivolgere domande a me e agli altri devoti. Subito l'offerta del cibo prima del pasto divenne una consuetudine nella nostra cella. Tutti i prigionieri prendevano prasadam dai devoti. Perfino persone che erano contarie alla coscienza di Krsna mangiarono qualcosa delle nostre offerte. Molti dei miei compagni di prigione mi dissero di essere davvero in grado di notare la differenza tra il cibo offerto e quello non offerto.
Chi è matto?
Un giorno fummo trasferiti in un ospedale psichiatrico. Non potevo credere che la persona davanti a me fosse quello stesso Sannyasa che avevo conosciuto prima. Era così magro! Si muoveva lentamente e pronunciava male le parole. Il suo mento era diventato appuntito e I suoi occhi affossati. Il suo bel volto, ricoperto da una leggera barba, era pallidissimo. Da circa un mese prima del mio arrivo, avevano cominciato ogni giorno a fare con la forza ai devoti una iniezione di una droga con effetti neuro- psicologici. A volte quando Sannyasa parlava gli si asciugava la bocca e i suoi occhi roteavano come quelli di un ubriaco. A volte stava seduto guardando fisso un punto per lungo tempo senza muoversi o parlare. Dopo un po' si alzava e tremava come se avesse freddo. Sannyasa aveva una personalità molto forte e qualunque cosa accadesse e in qualsiasi situazione si trovasse ogni giorno cantava tutti i sedici giri del maha-mantra Hare Krsna – una determinazione che mi sorprese e mi ispirò ad andare avanti con più energia. Dopo un po' di tempo ci riportarono in prigione in attesa di giudizio.
Giorni non desiderabili
Nella mia nuova prigione, la peggiore delle guardie era un uomo molto rude e sempre sudato. Egli gridò: «Oggi mi dirai con esattezza dove stampavate i vostri libri e chi lo faceva per voi. Lo so che non l'hai detto a nessuno, ma oggi lo dirai a me, solo a me. Hai capito?»
Afferrò il suo bastone e mi picchiò molte volte con forza sulla fronte e sulle tempie. Poi mi colpì probabilmente con tutta la sua forza. Il colpo mi fece volare dall'altra parte della stanza e caddi a terra perdendo molto sangue dal naso e dalla bocca. Allora mi venne vicino e cominciò a darmi calci sulla schiena e sul petto così forti che persi coscienza e dopo questo non ricordo nient'altro. Dopo un po' di tempo aprii gli occhi e lo vidi che trascinava il mio corpo sul pavimento. Mi stava maledicendo e mi colpiva sullo stomaco e sul viso senza pietà. Per proteggermi il viso mi girai, ma non appena mi fui girato mi dette un calcio sulla spina dorsale per cui svenni nuovamente. Tutto diventò nero. I miei orecchi erano completamente bloccati e sentivo solo uno strano sibilo che risuonava costantemente. Poi mi gettò nella mia cella chiudendo la porta con un'imprecazione.
Le uniche conseguenze negative durature sono state il dolore cronico alla spina e problemi agli occhi. Il non vedere portò un enorme cambiamento nella mia vita e mi dovetti abituare a questa nuova situazione. Avrei dovuto attraversare la vita mezzo cieco e quasi disabile.
I devoti avevano pagato il triplo della tassa normale per mandarci un pacco pieno di meraviglioso prasadam. Un prigioniero mentre spezzava il pane vi trovò dei messaggi nascosti che ci incoraggiavano ad essere forti, a non dimenticare mai Krsna e a continuare a cantare e a seguire i principi regolatori per quanto fosse possibile nella nostra difficile situazione. Lacrime mi scorrevano sulle guance mentre leggevo questi sentimenti sinceri e le mani mi tremavano.
La decisione del tribunale
Dopo il nostro processo, fummo mandati in Siberia in un campo di lavoro dove trascorsi il resto del tempo della mia condanna.
Conclusione
Dopo la registrazione dell'ISKCON in URSS cambiarono molte cose, ma non fu facile ottenere questa registrazione. Essa fu il risultato di innumerevoli dimostrazioni davanti a molti edifici e in molte strade di Mosca. Generalmente durante queste dimostrazioni c'erano scontri con la polizia e molti devoti venivano arrestati.
Nel 1989, per la prima volta nella storia, il governo russo concesse a cinquanta devoti di recarsi in India per un pellegrinaggio. La maggior parte di essi erano stati torturati dal KGB soltanto alcuni mesi prima. Era stato organizzato un tour della durata di due mesi ed io sono stato fortunato a partecipare a questo storico pellegrinaggio. Soltanto un anno prima stavo soffrendo in prigione ma ora cantiamo e danziamo con centinaia di devoti provenienti da tutto il mondo.
Il tempio ISKCON di Radha-Govinda a Calcutta fu il primo che avessimo mai visto. C'era un organizzazione di accoglienza per noi e migliaia di fiori caddero dalla balconata su tutti i devoti sovietici. Lentamente salimmo le scale ed entrammo nel tempio.
I volti simili alla luna di Radha e Govinda sorridevano a tutti noi come per dirci: «Finalmente siete a casa. Qui non c'è nessun KGB, perciò per favore cantate e danzate a vostro piacere.»
DUE SEMI CRESCIUTI NEL FERRO
La devozione per Krsna di due leader del progetto per il
Tempio di Mosca fiorì dietro la cortina di ferro.
di Urmila Devi Dasi
dal racconto di Bhakti Vijnana Goswami
LO SCOPO era di ottenere una nazione di atei. Per tre generazioni – settanta anni – il governo aveva fatto un’esplicita politica determinata a creare un tale tipo di nazione. Come nelle altre repubbliche sovietiche, la propaganda atea permeava la cultura e la vita sociale in Armenia. Qualsiasi minima pratica di devozione a Dio sia pubblica che privata, di qualsiasi religione, si scontrava spesso con immediate e brutali conseguenze.
Un giorno in un paese di montagna dell’Armenia, un ingegnere, tipico ateo, un uomo molto rispettato nella sua comunità, sedeva fuori casa a fumare. Sopraggiunse un camion per consegnare un pacco e lui e il suo amico autista parlarono delle novità che circolavano in città. Quando l’autista portò il pacco in casa, l’ingegnere vide uno strano libro nel camion, una traduzione in lingua russa della Sri Isopanisad. Incuriosito lo prese.
Guardando la foto di Srila Prabhupada sul retro del libro, pensò: “Strano che sul pianeta ci sia un tipo come questo!”
Poi, spontaneamente, cadde a terra per fare gli omaggi alla fotografia.
“Che libro è questo?” chiese all’autista che stava tornando.
“Ma, qualcuno me l’ha voluto dare. Lo vuole? Io non ne ho bisogno.”
L’ingegnere trascorse il resto della giornata assorto nella lettura della traduzione di Prabhupada di questa fondamentale Upanisad dello Yajur Veda. Nei suoi diciannove versi e relativi commenti, l’ingegnere trovò due punti che decise di mettere immediatamente in pratica, non solo personalmente ma per tutta la sua famiglia. Da quel giorno la sua famiglia, compresi i suoi sei figli, diventò vegetariana e cantò il maha-mantra Hare Krsna.
Due anni dopo, l’ingegnere, che sarebbe stato iniziato come discepolo con il nome di Brahmananda Puri Dasa, riuscì ad incontrare altri devoti di Krsna. Apprese che essi stavano stampando segretamente libri spirituali, spesso compilandoli a mano o con minime e povere attrezzature. Egli offrì l’uso della sua grande casa e della cantina per la stampa. Con il poco denaro proveniente dalla vendita dei libri unito ai suoi risparmi personali, cominciò a procurarsi un’attrezzatura per la stampa. Poiché stampare era illegale, procurarsi quello che serviva non si poteva fare semplicemente comprandolo in un negozio, ma comportava un grosso rischio e richiedeva ingegnosità. Spesso fu costretto a scambi a volte anche non leciti, perfino per procurarsi la carta, di solito introvabile a qualsiasi prezzo.
Finalmente, Brahmananda Puri riuscì ad organizzare una completa attrezzatura da stampa nella sua cantina. Essendo il principale responsabile della stampa di libri religiosi, allora proibita, egli stava correndo il rischio più alto di tutti i devoti sovietici. Mentre coloro che stampavano e vendevano libri in piccola quantità correvano costantemente il rischio di dover subire giorni, mesi o alcuni anni di torture e d’imprigionamento nelle prigioni e negli ospedali psichiatrici, l’eventuale arresto di Brahmananda Puri, con tutta probabilità, gli avrebbe comportato una pena di oltre quindici anni e forse anche una condanna a morte.
Dopo il crollo del comunismo nei paesi sovietici e il ritorno alla legalità della stampa, Brahmananda Puri stampò quasi dieci milioni di libri impegnando un piccolissimo capitale. Oggi egli è una delle persone chiave che stanno realizzando il progettato tempio di Mosca. È lui che si occupa dei permessi, delle approvazioni governative e fa in modo che il progetto vada avanti.
La Scoperta di Uno Studente di Scienze
Lontano da quel paese dell’Armenia, uno scienziato ateo camminava per le strade di Mosca. Era il 1977 ed egli allora era un brillante studente universitario che frequentava le lezioni di chimica all’Università di Stato di Mosca. L’idea che la vita potesse avere a che fare con la religione era l’ultima cosa che avrebbe potuto pensare, ma dopo la Fiera del Libro di Mosca, dove i devoti “avevano perduto” qualche libro e degli opuscoli, uno dei suoi amici diventò vegetariano. Egli notò anche che questo suo amico era diventato stranamente riservato. Anche lo studente di scienze, influenzato dall’amico, smise di mangiare carne, pesce e uova e lesse la Bhagavad-gita in russo, sebbene fosse una traduzione diversa da quella di Srila Prabhupada. Scoprì subito la ragione che si celava dietro all’improvviso comportamento furtivo dell’amico. Per evitare di essere arrestato stava cantando di nascosto il mantra Hare Krsna.
Questo scienziato, che molto più tardi avrebbe accettato l’ordine di rinuncia con il nome di Bhakti Vijnana Swami, rimase molto colpito dalla lettura della Gita. Suo padre e suo nonno occupavano elevate e rispettabili posizioni come scienziati e tutti i suoi familiari erano atei. Tuttavia la Gita lo colpì come solo un altro libro – il Vangelo di Giovanni – aveva fatto. Dopo aver letto la Gita, capì che non avrebbe più potuto vivere come prima. Il libro offriva un quadro della vita così armonioso e bello da indurlo a lasciare un modo di vivere che non lo soddisfaceva più.
Notò comunque che la principale differenza tra la lettura del Vangelo e quella della Gita era che dopo quella del Vangelo non sapeva come cambiare o che cosa cambiare. Ora insieme alla Gita il suo amico gli aveva consigliato di praticare i quattro principi regolatori (no agli intossicanti, no al sesso illecito, no al gioco d’azzardo e no alla carne, al pesce e alle uova) e di cantare il mantra Hare Krsna – Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
L’accettazione del canto del mantra Hare Krsna da parte di Bhakti Vijnana Swami è stata veramente notevole, dato che il suo amico non gli aveva dato alcuna spiegazione sul significato e sulla natura del mantra. Gli aveva semplicemente detto che cantare gli avrebbe fatto bene. Non gli aveva spiegato chi è Krsna. La traduzione della Gita che aveva letto usava la parola Bhagavan (che significa Dio completo di tutte le opulenze) ma non la parola Krsna. Comunque, come scienziato, Bhakti Vijnana Gosvami decise di provare a cantare il mantra e con sua grande felicità ne fu profondamente impressionato.
Sapeva che, se fosse stato sorpreso a cantare, sarebbe stato arrestato e torturato. Perciò il primo mezzo per cantare di Bhakti Vijnana Swami fu una cordicella con ventisette grani invece dei 108 tradizionali, che gli permetteva di nascondere rapidamente il suo japa se necessario.
Quando il suo amico lo portò ad incontrare altri devoti, Bhakti Vijnana Swami rimase deluso perché la maggior parte di loro non erano intellettuali come le persone che frequentava. Apprezzò il fatto che essi erano persone tranquille e trasse molta gioia dal kirtana. Ne fu coinvolto e continuò a cantare, tuttavia non s’impegnò completamente.
L’incontro con il Kgb
Un giorno mentre Bhakti Vijnana Swami camminava nell’area dove frequentava l’università, fu avvertito che il suo consigliere accademico desiderava vederlo. Mentre saliva le scale per recarsi nel suo ufficio, vide il suo consigliere di solito energico ed estroverso, scendere le scale in fretta bianco in faccia come un foglio di carta.
Tremante, con voce rotta, il consigliere gli disse: “Nel mio ufficio c’è qualcuno che vuole vederti.”
Nell’ufficio c’era un uomo, tre volte più grande di lui, che lo aspettava. Quell’uomo enorme sorrise e si presentò – un colonnello del KGB. Lo studente che era rimasto collegato soltanto alla lontana al movimento Hare Krsna non si aspettava un incontro come questo. Ora era sicuro di essere in un grosso e pericoloso guaio.
Il colonnello del KGB non cercò nemmeno di ragionare con il giovane terrorizzato.
“Tu sei un uomo colto, con un brillante futuro e una carriera davanti a te. In qualche modo però ti sei coinvolto con persone che sono molto pericolose. Spero tu sappia che è tuo dovere riferirci di loro. Non ti chiediamo molto, ma se lo fai la tua carriera ne sarà avvantaggiata. Avrai una promozione. Se non lo fai sarai espulso dall’università e non avrai futuro. Potrai anche finire in prigione dove finiranno anche tutte queste persone.”
Lo studente riuscì solo a rispondere: “Non posso risponderti ora.”
L’uomo del KGB si addolcì leggermente. “Va bene, ma devi venire da noi fra tre giorni per farmelo sapere.”
Il giovane studente, che cominciava a interessarsi alla vita spirituale, rimase profondamente spaventato.
“Che cosa accadrà?” pensò. “Non avrò più futuro. Dovrò andare in prigione.”
Allora però ebbe un’idea completamente diversa.
“Come mai il KGB prende questo canto così seriamente da mandare un suo colonnello a minacciarmi solo perché ho appena cominciato a praticarlo? Deve essere qualcosa di molto potente e importante.”
In questo modo il colonnello del KGB agì da guru, spingendo Bhakti Vijnana Swami a sperimentare seriamente la vita spirituale.
Un Consiglio Potente da Una Piccola Sorgente
Questa nuova determinazione si stabilì nel suo cuore fianco a fianco con la paura per la minaccia del KGB. Decise di consultarsi con una delle persone più intellettuali tra i devoti: una piccola ragazza di diciannove anni di nome Malini Devi Dasi a cui in segreto raccontò l’incontro avuto in ufficio.
Essa rise e con grande fede disse: “Non possono farti niente. Tu sei un’anima spirituale.”
Le sue parole lo colpirono come un fulmine.
“Non possono fare niente al mio vero sé,” realizzò.
Un’onda di serenità lo avvolse e la paura svanì.
“Questa piccola donna ha cambiato il mio modo di vedere.” concluse.
Più tardi quello stesso giorno si recò al suo appuntamento con il KGB sentendosi calmo e fiducioso.
L’incontro segreto avvenne in uno degli hotel internazionali della città, tutti rigidamente controllati dal governo. In una piccola stanza sedevano il colonnello e un altro uomo sorridenti.
“Allora,” disse il colonnello parlando pacatamente, “hai pensato alla mia offerta?”
“Non sono disposto a lavorare per voi, perché questo è contrario ai miei principi.”
Il colonnello balzò sulla sedia e gridò: “Quali principi avete, stupidi esseri, al di là dei quattro principi regolatori? Ora vai a casa, ma sappi che sei finito.”
Bhakti Vijnana Swami uscì tranquillamente dalla stanza e si recò in un appartamento vuoto che un amico gli aveva messo a disposizione a Mosca. Disse a se stesso che in un modo o nell’altro sarebbe andato tutto bene.
Una Fatidica Festa in Casa
A casa s’impegnò molto più seriamente nelle pratiche spirituali e decise di dare una grande festa in questo appartamento. Il kirtana della festa fu molto vivace, addirittura fragoroso. Bhakti Vijnana Swami si sentiva felice di aver ospitato una festa così grandiosa e importante, ma tre giorni dopo, metà delle persone che avevano partecipato alla festa furono arrestate e trattenute. I dirigenti citarono Bhakti Vijnana Swami come testimone per le accuse contro i devoti. Il cosiddetto interrogatorio che subì fu in effetti una tortura. Gli agenti gli riferirono molti dettagli della festa compreso quello che ciascuno aveva detto, in quale momento e in quale circostanza. Allo scopo di creare un’atmosfera di terrore in cui nascondere qualsiasi cosa sarebbe stato inutile, cercavano di dare l’impressione di essere ovunque e di sapere tutto.
Dopo questo incidente del 1983, Bhakti Vijnana Swami cessò le proprie attività a Mosca perché era all’ultimo anno di quella parte dei suoi studi. In pratica si spostò da Mosca alla sua città natale per prendere rifugio da suo padre e suo nonno che occupavano posizioni importanti. La mano del KGB inesorabilmente arrivò fin là tre giorni dopo nella forma di una lettera che chiedeva un appuntamento.
Ogni settimana lo convocarono ad un incontro in cui degli agenti lo torturavano psicologicamente. Egli aveva una buona situazione a livello materiale e loro lo minacciavano di sconvolgere la sua vita. La situazione era terrificante, ma ogni volta durante queste sedute il dolce suono del mantra si faceva sentire. Il mantra era come la voce della sua mente ed aveva un potente effetto simile a quello delle coraggiose parole di Malini. Perciò all’inizio di ogni riunione si sentiva pieno di paura, ma poi il mantra veniva ed egli diventava sereno al punto di riderne dentro di sé. Contemporaneamente, colui che lo interrogava, che all’inizio appariva violento, improvvisamente diventava inquieto e timido.
La Partenza dalla Russia
Dopo quattro sedute Bhakti Vijnana Swami decise semplicemente di non andarci più. Con sua grande sorpresa nei due anni seguenti non ebbe più notizie dal KGB. Insegnava agli altri quello che riguardava Krsna, distribuiva libri e s’incontrava con le persone per parlare di Krsna. Discusse anche la sua tesi e ottenne la laurea in biologia molecolare dall’Accademia sovietica della Scienza. La vita sembrava tranquilla.
In questo periodo, un devoto americano, Kirtiraja Dasa, era impegnato ad aiutare i devoti sovietici. Egli desiderava che Bhakti Vijnana Goswami traducesse i libri di Prabhupada in lingua russa perché era il più colto tra i devoti. Alcuni devoti, che avevano una conoscenza superficiale dell’inglese, avevano tradotto in russo la maggior parte dei testi in inglese di Prabhupada. Allora, qualcuno fuori dalla Russia, che aveva una conoscenza modesta della lingua russa, li aveva pubblicati usando un vecchio dizionario inglese-russo. Il risultato era stato scarso da un punto di vista letterario. Per esempio la frase di Prabhupada “servizio devozionale al Signore” era diventata “schiavitù devozionale” e “i servitori” di Dio erano diventati “gli schiavi”. Sebbene i libri avessero questo tipo di problema e fossero spesso scritti a mano – mancavano delle pagine e la stampa era difficilmente decifrabile – furono molte le persone che leggendoli aderirono alla coscienza di Krsna. Kirtiraja però
desiderava portare i libri in lingua russa ad un livello internazionale. Se Bhakti Vijnana Gosvami fosse rimasto in Russia per tradurre sarebbe stato sempre sotto la costante minaccia di essere arrestato. Per garantire che questa traduzione di alta qualità potesse continuare senza ostacoli, Kirtiraja si era proposto di portare Bhakti Vijnana Goswami nella sede svedese del Bhaktivedanta Book Trust. Per mezzo di vari stratagemmi, ivi compreso quello che vide devoti svedesi digiunare e protestare davanti all’ambasciata russa, a Bhakti Vijnana Goswami fu consentito di emigrare in Svezia dove trascorse otto anni traducendo i libri di Prabhupada in lingua russa. Oggi egli è una delle guide spirituali preminenti dell’ex blocco sovietico ed è responsabile del progetto del tempio di Mosca.
Decenni di ateismo imposto dal governo nel blocco sovietico hanno avuto l’effetto di aumentare l’intenso desiderio delle persone per la vita spirituale. Ora che è stata introdotta una cultura consumistica, le persone si sentono frustrate da entrambe le parti. Sanno che sia il comunismo sia il consumismo sono ingannevoli perché in entrambi i casi non c’è felicità materiale. Per trovare quella felicità duratura e crescente che l’anima cerca ci si deve rivolgere al ricettacolo di tutto il piacere: il Signore Supremo, Sri Krsna. Devoti del livello di Brahmananda Puri e di Bhakti Vijnana Goswami non si sentono soddisfatti di bere da soli da questo ricettacolo e vogliono portare a tutti quelli che hanno sete di una piena soddisfazione, l’opportunità del servizio d’amore a Krsna. Nell’Oman gli alberi dell’incenso crescono dalla dura roccia. Qui in Russia le più meravigliose e fragranti piante dell’amore per Dio sono cresciute dal duro ferro. Chi ha piantato questi semi?
Il movimento per la coscienza di Krsna ha avuto inizio dalla visita di tre giorni a Mosca di Prabhupada dove egli iniziò un discepolo, Ananta-santi Dasa. In questa terra di miseria dove attendere per due ore un po’ di pane o un po’ di latte era cosa comune, le persone erano inclini a prendersi ogni ricchezza che gli altri avevano. Perciò, Ananta-santi a chiunque incontrava diceva: “Ce l’hai già un mantra?” Non sapendo che cosa fosse un mantra, le persone rispondevano: “No, non ce l’ho.” “Oh, tutti i miei amici cantano già un mantra, perché non lo fai anche tu?”
Subito coloro che aveva indotto a cantare si misero a stampare volantini che spiegavano il canto da un punto di vista scientifico con riferimento anche alla parapsicologia, molto popolare nell’Unione Sovietica. Per lo meno il settanta per cento delle persone che leggevano questi volantini iniziarono a cantare Hare Krsna e il movimento cominciò a crescere.
Oggi, chi visita in settembre l’annuale festival Hare Krsna in Russia si trova nel mezzo della più grande festa di devoti di tutti i festival ISKCON. A livello mondiale il movimento sta crescendo nel modo più veloce nei paesi dell’ex blocco sovietico ed è normale per famiglie intere – figli grandi, genitori, nonni, zie e zii – di decidere insieme di dedicare la loro vita a Sri Krsna. Certamente è giusto che questi devoti che si sono sacrificati più di tutti, anche per fare semplici atti devozionali, abbiano un posto per l‘adorazione all’altezza della loro devozione.
Urmila Devi Dasi si è laureata in scienza dell’educazione presso l’Università del North Caroline a Chapel Hill.
I D I A L O G H I D I S R I L A P R A B H U P A D A
La Ricerca per Creare la Vita
Questo dialogo tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e il suo discepolo Bhaktisvarupa Damodara Swami, laureato in filosofia, si è svolto ad Atlanta nel marzo del 1975.
Bhaktisvarupa Damodara Swami: Gli scienziati moderni sono fortemente impegnati nel tentativo di creare la vita in laboratorio.
Srila Prabhupada: Cerca di capire questo. Proprio come Dio esiste già eternamente, così anche gli esseri viventi, essendo parte di Dio, esistono già dall’eternità. Perciò non c’è motivo di “creare”. Questa è stupidità, perché gli esseri viventi sono eterni, non sono mai creati. Semplicemente si manifestano nel mondo materiale in quattro modi. Alcuni di loro si manifestano attraverso i semi, alcuni attraverso la fermentazione, alcuni per mezzo delle uova ed altri per mezzo di un embrione. Gli esseri viventi però esistono già, perciò non ha senso parlare di “creazione”. Questa è la scienza degli esseri viventi.
Esistono già milioni e trilioni di esseri viventi e tuttavia gli scienziati materialisti tengono grandi dibattiti su come creare qualcosa. Guarda com’è infantile questo comportamento. Essi sprecano il tempo ingannando le persone e sprecando il denaro di tutti guadagnato con fatica. Per questo io dico che sono dei mascalzoni. Essi cercano di “creare”. Che cosa potranno creare? C’è già tutto, ma loro non lo sanno, nonostante la loro cultura sviluppata. Perciò la Bhagavad-gita li classifica come mudha, mascalzoni.
Ora prova a dire a questi mudha: “Mio caro signore, tu non puoi creare e niente può essere creato. Cerca piuttosto di conoscere da dove vengono gli esseri viventi, qual è la loro sorgente. Qual è il cervello dietro tutti i fenomeni materiali. Cerca di scoprire questo. Questa è vera conoscenza. Se v’impegnate nella ricerca di questa conoscenza cercando di scoprire la sorgente originale di tutto, un giorno potrete arrivare al livello di vasudevah sarvam iti sa mahatma sudurlabhah: comprenderete che Dio è la sorgente di tutto e così la vostra conoscenza sarà perfetta.”
Guarda questo bel fiore – pensi che si sia manifestato automaticamente, senza la direzione di un cervello? Questa filosofia è priva di senso. Questi cosiddetti scienziati usano molte parole altisonanti, ma in verità cosa riescono a spiegare? Nessun altro può capire, solo loro. Essi usano un linguaggio così complicato che nessuno può comprendere se loro non lo spiegano. Essi affermano che tutto si manifesta automaticamente “per natura”. Questo non è vero.
La natura è uno strumento, è come un meraviglioso computer, ma tuttavia c’è un operatore. Questi mascalzoni sono privi di buon senso. Come può esistere una macchina che lavori senza un operatore. Esiste una macchina così nella nostra esperienza? Come possono affermare che la natura opera automaticamente? La natura è una macchina meravigliosa, ma l’operatore è Dio, Krsna.
Questa è vera conoscenza. Il semplice fatto che una macchina funzioni in modo meraviglioso, significa forse che non c’è un operatore? Per esempio, anche l’harmonium è una macchina e se è suonato da un esperto musicista produce suoni melodiosi e belli. “Oh che bellezza!”. Ma l’harmonium funziona ed emette suoni melodiosi automaticamente? Perciò essi sono assolutamente privi di buon senso e tuttavia dicono di essere scienziati. Questo è quello che ci fa dispiacere – il fatto che queste persone che sono prive di buon senso siano tuttavia considerate scienziati.
Bhaktisvarupa Damodara Swami: Essi pensano che poiché, per mezzo della chimica, riescono a sintetizzare alcuni amminoacidi primitivi…
Srila Prabhupada: Questa è un’attività da artigiani, non è conoscenza. Per esempio, diciamo che tu dipingi una rosa su un quadro. Tu sei un pittore, non un uomo di conoscenza. “Uomo di conoscenza” indica colui che conosce come sono fatte le cose. Un pittore si limita ad imitare quello che vede e basta. Perciò l’arte e la scienza sono due livelli diversi.
Bhaktisvarupa Damodara Swami: Allora se essi creano qualcosa di sintetico, questo è solo arte.
Srila Prabhupada: Sì. Per esempio, un bravo cuoco sa come mescolare le spezie e i condimenti per ottenere cibi molto gustosi. Perciò un chimico può essere chiamato un buon cuoco. La chimica non è nient’altro che l’arte di mescolare elementi chimici differenti e basta. C’è l’olio, c’è la sostanza alcalina, se vengono mescolate in modo professionale viene fuori il sapone che è molto utile.
Bhaktisvarupa Damodara Swami: Gli scienziati però sono convinti che in qualche modo riusciranno a creare la vita e perfino un essere umano.
Srila Prabhupada: Non è che se voi non create la vita il mondo andrà in rovina, è un falso problema. La vita esiste già. Per esempio, ci sono moltissime automobili – se io fabbrico un’altra automobile, questo mi renderà famoso? Ci sono già così tante automobili! Quando non c’erano ancora le automobili, il primo uomo che ne ha costruito una diventò famoso. “Sì, tu hai fatto qualcosa d’importante – una vettura senza cavalli. Le persone ne trarranno vantaggio – una cosa utile – molto bene.” Se però ci sono milioni e milioni di automobili che provocano incidenti e io costruisco un’altra automobile, cosa ho fatto di utile?
Bhaktisvarupa Damodara Swami: Niente.
Srila Prabhupada: Sì niente. E per ottenere questo “niente” si accingono a tenere grandi dibattiti a cui interverranno molte persone spendendo molto denaro.
Bhaktisvarupa Damodara Swami: Essi vogliono fare un essere umano migliore. Vogliono rendere migliore la vita.
Srila Prabhupada: Sì, questo è ciò che ci proponiamo. Diciamo agli scienziati: “Non sprecate il tempo cercando di creare la vita. Cercate di rendere migliore la vostra vita, cercate di comprendere la vostra vera identità spirituale in modo che possiate diventare felici in questa vita.
Questa è la ricerca che dovete fare.” La prima cosa che essi devono imparare è che c’è un autista, un’anima, dentro l’ “automobile” del corpo. Questo è il primo punto della conoscenza. Se non si capisce questa semplice cosa, non si è differenti dagli animali. È l’autista – l’anima – che fa muovere l’automobile di questo corpo. Se l’autista ha conoscenza, allora può dirigere il proprio corpo verso la realizzazione del sé, in modo da poter tornare a casa, a casa da Dio. In questo modo si diventa perfetti. Per questo noi educhiamo l’autista – non cerchiamo di costruire un’altra macchina di latta. Questa è la coscienza di Krsna.
SEZIONE LIBRI : SRIMAD-BHAGAVATAM
Considerato “il frutto maturo dell’albero della letteratura Vedica,” lo Srimad-Bhagavatam è la più completa ed autorevole esposizione della conoscenza Vedica. Cinquemila anni fa Krsna Dvaipayana Vyasa compose questo purana, o storia, per spiegare l’essenza della conoscenza spirituale. Qui presentiamo lo Srimad-Bhagavatam col testo originale sanscrito, la traslitterazione, la traduzione parola per parola, la traduzione letterale e le spiegazioni di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
Acarya Fondatore dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
LA REGINA SURUCI INSULTA DHRUVA
Maitreya Rsi inizia a raccontare la storia del giovane Dhruva Maharaja, che a causa degli insulti della sua matrigna andò da solo nella foresta per cercare il Signore Supremo.
CANTO 4: CAPITOLO 8
jaye uttanapadasya
sunitih surucis tayoh
surucih preyasi patyur
netara yat-suto dhruvah
jaye: delle due mogli; uttanapadasya: del re Uttanapada; sunitih: Suniti; surucih: Suruci; tayoh: di entrambi; surucih: Suruci; preyasi: molto cara; patyuh: del marito; na itara: non l’altra; yat: della quale; sutah: figlio; dhruvah: Dhruva.
Il re Uttanapada aveva due regine, Suniti e Suruci. Suruci era la più cara al re, mentre l’altra, Suniti, che aveva un figlio di nome Dhruva, non era la favorita.
SPIEGAZIONE: Il grande saggio Maitreya voleva descrivere le attività virtuose compiute dai re. Priyavrata era il primo figlio di Svayambhuva Manu, e Uttanapada era il secondo, ma il grande saggio Maitreya immediatamente cominciò a parlare di Dhruva Maharaja, il figlio di Uttanapada, perché era molto ansioso di descrivere le sue attività virtuose. La storia di Dhruva Maharaja attrae molto i devoti. Dalle sue attività si può imparare il modo di distaccarsi dai possessi materiali e il modo di intensificare il proprio servizio devozionale con austerità e penitenze. Con l’ascolto delle attività del virtuoso Dhruva, la propria fede in Dio può essere accresciuta, ed è possibile entrare direttamente in contatto con Dio, la Persona Suprema. In questo modo saremo molto velocemente elevati allo stadio trascendentale del servizio devozionale; l’esempio dell’austerità di Dhruva Maharaja può generare immediatamente un sentimento di servizio devozionale nel cuore di chi ascolta.
ekada suruceh putram
ankam aropya lalayan
uttamam naruruksantam
dhruvam rajabhyanandata
ekada: una volta; suruceh: della regina Suruci; putram: il figlio; ankam: sulle ginocchia; aropya: mettendo; lalayan: mentre accarezzava; uttamam: Uttama; na: non; aruruksantam: che cercava di salire; dhruvam: Dhruva; raja: il re; abhyanandata: accolse.
Un giorno, il re Uttanapada stava accarezzando il figlio di Suruci, Uttama, che stava sulle sue ginocchia. Anche Dhruva Maharaja cercava di salire sulle ginocchia del re, ma il re non gli prestava molta attenzione.
tatha cikirsamanam tam
sapatnyas tanayam dhruvam
surucih srnvato rajnah
sersyam ahatigarvita
tatha: così; cikirsamanam: il piccolo Dhruva, che stava cercando di salire; tam: a lui; sa-patnyah: dell’altra moglie (Suniti); tanayam: figlio; dhruvam: Dhruva; surucih: la regina Suruci; srnvatah: che sentiva; rajnah: del re; sa-irsyam: con invidia; aha: disse; atigarvita: troppo orgogliosa.
Mentre il bambino, Dhruva Maharaja, cercava di salire in braccio a suo padre, Suruci, la sua matrigna, diventò molto invidiosa del bambino, e con grande orgoglio cominciò a parlare in modo da farsi udire dal re.
SPIEGAZIONE: Il re, naturalmente, nutriva uguale affetto verso i suoi due figli, Uttama e Dhruva, perciò avrebbe desiderato prendere in braccio anche Dhruva insieme ad Uttama, ma a causa della sua inclinazione verso la regina Suruci, non poté accogliere Dhruva Maharaja nonostante i sentimenti che provava. Suruci, che aveva colto i sentimenti del re Uttanapada, piena di orgoglio, cominciò a parlare dell’affetto che il re provava per lei. Questa è la natura di una donna. Se una donna sa di essere considerata favorita dal marito, e questi si dimostra con lei particolarmente affettuoso, ne approfitta oltre misura. Questi segni sono visibili anche nel comportamento di persone nobili come i familiari di Svayambhuva Manu. Dobbiamo dunque concludere che la naturale caratteristica della donna si manifesta dappertutto.
na vatsa nrpater dhisnyam
bhavan arodhum arhati
na grhito maya yat tvam
kuksav api nrpatmajah
na: non; vatsa: mio caro figlio; nrpateh: del re; dhisnyam: trono; bhavan: tu; arodhum: salire; arhati: meriti; na: non; grhitah: presa; maya: da me; yat: poiché; tvam: te; kuksau: nel ventre; api: sebbene; nrpa-atmajah: figlio del re.
La regina Suruci disse a Dhruva Maharaja:
“Mio caro bambino, tu non meriti di sederti sul trono o sulle ginocchia del re. Certamente anche tu sei figlio del re, ma poiché non sei nato dal mio grembo, non sei qualificato a sederti sulle ginocchia di tuo padre.
SPIEGAZIONE: La regina Suruci informò orgogliosamente Dhruva Maharaja che per sedersi in braccio al re, o sul trono, essere figlio del re non era una qualifica sufficiente. Questo privilegio dipendeva dal fatto di essere nato dal suo grembo. In altre parole, la regina informò indirettamente Dhruva Maharaja che sebbene fosse nato dal re, era considerato figlio illegittimo in quanto era stato generato da un’altra regina.
balo ’si bata natmanam
anya-stri-garbha-sambhrtam
nunam veda bhavan yasya
durlabhe ’rthe manorathah
balah: bambino; asi: tu sei; bata: ciò nonostante; na: non; atmanam: il mio; anya: altra; stri: donna; garbha: ventre; sambhrtam: nato; nunam: ciò nonostante; veda: cerca di conoscere; bhavan: tu; yasya: dal quale; durlabhe: inavvicinabile; arthe: una cosa; manah-rathah: che desidera.
“Caro bambino, tu ignori di non essere nato dal mio grembo, bensì da quello di un’altra donna. Sappi, dunque, che i tuoi tentativi sono destinati all’insuccesso. Stai cercando di soddisfare un desiderio che non si può realizzare.
SPIEGAZIONE: Il piccolo Dhruva Maharaja provava un naturale affetto verso suo padre e non sapeva fare distinzioni tra le sue due madri. Questa distinzione fu sottolineata dalla regina Suruci; essa lo informò che, essendo lui un bambino, non poteva capire la differenza tra le due regine. Questa è un’altra dimostrazione dell’orgoglio della regina Suruci.
tapasaradhya purusam
tasyaivanugrahena me
garbhe tvam sadhayatmanam
yadicchasi nrpasanam
tapasa: con l’austerità; aradhya: soddisfatto; purusam: il Signore Supremo; tasya: per la Sua; eva: sola; anugrahena: per la misericordia; me: mio; garbhe: nel grembo; tvam: tu; sadhaya: per mettere; atmanam: te stesso; yadi: se; icchasi: desideri; nrpa-asanam: il trono del re.
“Se desideri veramente accedere al trono del re, devi sottoporti a dure austerità. Prima di tutto devi soddisfare Dio, la Persona Suprema, Narayana; poi, quando con questa adorazione avrai ottenuto il Suo favore, dovrai rinascere dal mio grembo.”
SPIEGAZIONE: Suruci era così invidiosa di Dhruva Maharaja che indirettamente lo invitò a cambiare corpo. Secondo lei, prima di tutto doveva morire, e poi rinascere nel suo grembo; solo allora Dhruva Maharaja avrebbe potuto salire al trono del padre.
maitreya uvaca
matuh sapatnyah sa durukti-viddhah
svasan rusa danda-hato yathahih
hitva misantam pitaram sanna-vacam
jagama matuh prarudan sakasam
maitreyah uvaca: il grande saggio Maitreya disse; matuh: della madre; sa-patnyah: l’altra moglie di suo marito; sah: egli; durukti: parole dure; viddhah: trafitto; svasan: ansimando; rusa: per la collera; danda-hatah: colpito da un bastone; yatha: proprio come; ahih: un serpente; hitva: lasciando; misantam: che osserva; pitaram: suo padre; sanna-vacam: silenzioso; jagama: andò; matuh: da sua madre; prarudan: piangente; sakasam: vicino.
Il saggio Maitreya continuò: Caro Vidura, come un serpente colpito da un bastone respira pesantemente, Dhruva Maharaja, colpito dalle parole dure della matrigna, cominciò ad ansimare pesantemente per la grande collera. Quando vide che suo padre rimaneva in silenzio senza protestare, lasciò immediatamente il palazzo e andò da sua madre.
tam nihsvasantam sphuritadharostham
sunitir utsanga uduhya balam
nisamya tat-paura-mukhan nitantam
sa vivyathe yad gaditam sapatnya
tam: lui; nihsvasantam: ansimante; sphurita: tremante; adhara-ostham: le due labbra; sunitih: la regina Suniti; utsange: in braccio; uduhya: sollevando; balam: suo figlio; nisamya: dopo aver ascoltato; tat-paura-mukhat: dalla bocca di altri abitanti del palazzo; nitantam: la descrizione degli avvenimenti; sa: ella; vivyathe: si rattristò; yat: che; gaditam: detto; sa-patnya: dall’altra moglie del re.
Quando Dhruva Maharaja giunse da sua madre, aveva le labbra che gli tremavano per la collera, e piangeva accoratamente. La regina Suniti prese subito suo figlio sulle ginocchia, mentre gli abitanti del palazzo, che avevano ascoltato le dure parole di Suruci, le raccontavano nei particolari l’incidente. Così anche Suniti fu invasa da un profondo dolore.
sotsrjya dhairyam vilalapa soka-
davagnina dava-lateva bala
vakyam sapatnyah smarati saroja-
sriya drsa baspa-kalam uvaha
sa: ella; utsrjya: lasciando; dhairyam: pazienza; vilalapa: lamentò; soka-dava-agnina: dal fuoco del dolore; dava-lata iva: come una pianta arsa dalle fiamme; bala: la donna; vakyam: parole; sa-patnyah: l’altra moglie del re; smarati: ricorda; saroja-sriya: il volto bello come un fiore di loto; drsa: guardando; baspa-kalam: piangente; uvaha: disse.
Questo episodio superò i limiti della pazienza di Suniti. Ella cominciò a bruciare come se si trovasse in una foresta in fiamme, e nel suo dolore si lasciò andare ai lamenti come una foglia consumata dalle fiamme. Al ricordo delle parole pronunciate dall’altra regina, il suo volto luminoso e simile al fiore di loto si bagnò di lacrime ed ella parlò così.
SPIEGAZIONE: Quando un uomo è afflitto si sente esattamente come una foglia che brucia in una foresta in fiamme. Questa era la situazione di Suniti. Sebbene il suo volto fosse bello come un fiore di loto, si era inaridito a causa del fuoco ardente che le parole dure dell’altra regina avevano provocato.
dirgham svasanti vrjinasya param
apasyati balakam aha bala
mamangalam tata paresu mamstha
bhunkte jano yat para-duhkhadas tat
dirgham: pesante; svasanti: ansimano; vrjinasya: del pericolo; param: i limiti; apasyati: non trova; balakam: per suo figlio; aha: disse; bala: la donna; ma: non ci sia; amangalam: cattiva fortuna; tata: mio caro figlio; paresu: agli altri; mamsthah: desideri; bhunkte: sofferto; janah: una persona; yat: che; para-duhkhadah: colui che infligge sofferenze ad altri; tat: quello.
Anche lei respirava pesantemente e non sapeva come rimediare in modo efficace a questa situazione dolorosa. Non trovando alcuna soluzione, disse a suo figlio: “Mio caro figlio, non augurare niente di funesto a nessuno. Chiunque infligga sofferenza agli altri soffrirà di queste stesse sofferenze.”
satyam surucyabhihitam bhavan me
yad durbhagaya udare grhitah
stanyena vrddhas ca vilajjate yam
bharyeti va vodhum idaspatir mam
satyam: verità; surucya: dalla regina Suruci; abhihitam: raccontato; bhavan: a te; me: di me; yat: poiché; durbhagayah: della sfortunata; udare: nel grembo; grhitah: preso nascita; stanyena: nutrito col latte del mio seno; vrddhah ca: e cresciuto; vilajjate: si vergogna; yam: a quello; bharya: dalla moglie; iti: così; va: oppure; vodhum: accettare; idah-patih: il re; mam: me.
[Suniti disse:] Mio caro bambino, tutto ciò che Suruci ha detto è vero, perché tuo padre, il re, non mi considera sua moglie e nemmeno la sua serva. Ha vergogna di accettarmi, perciò è vero che tu sei nato dal grembo di una donna sfortunata, e sei cresciuto nutrendoti del suo latte.
atistha tat tata vimatsaras tvam
uktam samatrapi yad avyalikam
aradhayadhoksaja-pada-padmam
yadicchase ’dhyasanam uttamo yatha
atistha: esegui; tat: quello; tata: mio caro figlio; vimatsarah: senza essere invidioso; tvam: a te; uktam: detto; samatra api: dalla tua matrigna; yat: tutto ciò; avyalikam: completamente vero; aradhaya: comincia ad adorare; adhoksaja: della Trascendenza; pada-padmam: i piedi di loto; yadi: se; icchase: desideri; adhyasanam: sederti insieme; uttamah: il tuo fratellastro; yatha: per quanto.
Mio caro bambino, tutto ciò che ha detto Suruci, la tua matrigna, anche se molto duro da ascoltare, è vero. Perciò, se desideri veramente sederti sul trono col tuo fratellastro Uttama, abbandona la tua invidia e cerca subito di seguire le istruzioni della tua matrigna; senza perdere tempo, impegnati subito nell’adorazione dei piedi di loto di Dio, la Persona Suprema.
SPIEGAZIONE: Le parole dure rivolte da Suruci al suo figliastro erano vere perché senza ricevere il favore di Dio, la Persona Suprema, non si può ottenere alcun successo nella vita. L’uomo propone e Dio dispone. Suniti, la madre di Dhruva Maharaja, condivideva il parere di Suruci, che sosteneva la necessità per Dhruva d’impegnarsi nell’adorazione del Signore Supremo. Indirettamente, le parole di Suruci furono una benedizione per Dhruva Maharaja, infatti, fu per l’influenza delle parole della sua matrigna che egli diventò un grande devoto.
(continua nel prossimo numero)
LIBRO DI MEDITAZIONE
Su Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FONDATORE-ACARYA DELL’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE PER LA COSCIENZA DI KRISHNA
È con immensa gioia che la Bhaktivedanta Book Trust presenta a tutti i devoti un libro di meditazione su Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Si tratta di una selezione di immagini storiche, molte delle quali inedite, presentate per la prima volta in un’edizione d’arte di grande formato.
È un’opportunita per consentire a tutti di avvicinarsi a Srila Prabhupada e sviluppare un sentimento di amore e devozione.
Caratteristiche dell’opera:
Grande formato: 39,5 x 31,5 cm.
Copertina e cofanetto in seta.
192 pagine su carta avorio.
178 fotografie restaurate a colori e in bianco e nero, che mostrano momenti storici e indimenticabili di Srila Prabhupada con i devoti e la sua predica in tutto il mondo.
Il libro è disponibile presso:
BBT Italia srl, strada Bonazza, 11
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)
telefono: 0558076414
fax: 0558076630
mail: nimaipandit@bbtitalia.com
Vi preghiamo di non perdere questa opportunità unica di avere il darsana di Srila Prabhupada, mitigando in questo modo la tristezza della separazione da lui, nel trentesimo anniversario della sua scomparsa.