Ritorno a Krishna
Edizione Italiana di Back to Godhead (tradotta integralmente) Vol. 19, Numero 6
Back to Godhead Fondata nel 1944 Vol. 41, Numero 6 Novembre/Dicembre 2007
SOMMARIO
Lezione del Fondatore
4 Liberi con il Santo Nome
Srila Prabhupada spiega come il canto dei nomi di Dio può liberare l’anima dall’oppressione della vita materiale.
9 L’inchiostro che fa discutere
10 Quando Swami Incontrò Sally
La famiglia Agarwal di Butler, in Pennsylvania, si abbandona ai ricordi del tempo da loro trascorso con Srila Prabhupada quando egli arrivò in America per la prima volta.
16 Il Segreto Dietro “Il Segreto”
Un popolare libro di “miglioramento individuale” afferma che può mostrare come ottenere qualunque cosa si desideri.
19 Sezione Libri: Srimad-BhAgavatam
La Supremazia di Sri Visnu
23 Calendario
Le incarnazioni di K®ß?a
24 Sri Nrsmha: il Protettore dei Devoti Perché Krsna appare in una forma terrificante che è mezzo uomo e mezzo leone.
31 I Dialoghi di Srila Prabhupada
Una filosofia di frustrazione
Come sono diventata Cosciente di Krsna
33 Sollievo dal Dolore di una PerditaLa perdita di una persona amata risveglia domande che richiedono risposte contenute negli insegnamenti di Srila Prabhupada.
35 Felicità con Poco — È Possibile?
Molti villaggi in India mantengono ancora la gioiosa, semplice cultura della coscienza di Krsna.
38 Scambi di Amore Sebbene, tecnicamente, Krsna è Colui che riceve il piacere e il Suo devoto è colui che lo dà, entrambi godono di una felicità
inestimabile.
42 Il Suono Oltre il Silenzio: Salendo lungo l’asse-Y
Coloro che praticano il silenzio per il progresso spirituale non conoscono il valore del suono spirituale.
44 Il Nostro Amico Sconosciuto Dio è presente nei nostri cuori, in attesa che noi rivolgiamo a Lui.
BACK TO GODHEAD
FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada
DIRETTORE: Nagaraja dasa
EDIZIONE ITALIANA E AMMNISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
TRADUZIONI: Purandara Misra dasa e Sri Saci dasi
ABBONAMENTI: Visnupriya dasi
Per informazione sugli abbonamenti contattare la Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna - strada Bonazza, 11 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Tel. (055) 8076414 - Fax (055) 8076630
E-mail: nimaipandit@bbtitalia.191.it
NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia
Euro 3,00. Le donazioni per ricevere la rivista devono essere versate sul C.C.P. n. 42036004, intestato a:
‘Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna’, strada Bonazza 11, 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI).
© Associazione Ritorno a Krishna - Tutti i diritti riservati - Ritorno a Krishna - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 - Vol. 19, N.6-Novembre/Dicembre 2007 Stampa: La Zincografica, Firenze. Sped. Abb. Post. Comma 20 C Legge 662/96 Filiale FI
BENVENUTO QUESTO NUMERO contiene un dipinto (pag 24-25) del Signore Nrsimha, la forma mezzo-uomo e mezzo-leone di Krsna, che uccide Hiranyakasipu, un re ateo determinato ad uccidere il suo stesso figlio. Una persona che veda un dipinto di Sri Nrsimha per la prima volta può reagire con uno shock e con scetticismo. Come può Dio fare una cosa simile?
Il devoto di Krsna reagisce in modo diverso. La forma feroce di Krsna mostra quanto Egli ami i Suoi servitori e che Egli farà qualunque cosa per proteggerli. Esiste anche un retroscena di questa storia: Hiranyakasipu era anche lui un servitore del Signore ed aveva preso il ruolo di un re vile, per dare a Krsna la possibilità di mostrare la sua giusta collera.
Per apprezzare le azioni del Signore Nrsimha è richiesta una completa conoscenza spirituale. Quando Srila Prabhupada arrivò in America, portò con sé questa conoscenza, che è parte della tradizione da lui introdotta. Fin dal momento che arrivò egli cercò sempre ogni opportunità per insegnare a tutti profonde verità spirituali.
In questo numero Sally e Gopal Agarwal ci raccontano i primi giorni in America di Prabhupada. I loro racconti di un anziano swami indiano, che incontra una cultura straniera sono affascinanti ed a volte anche umorosi, ma mostrano anche la dedizione con cui Prabhupada compì la sua missione di portare al mondo la devozione a Krsna ed ai Suoi avatara.
Hare Krsna.— Nagaraja Dasa, Direttore
I nostri scopi
Aiutare la gente a discernere la realtà dall'illusione, lo spirito dalla materia, l'eterno dal temporaneo.
Evidenziare i difetti del materialismo.
Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale
Preservare e diffondere la cultura vedica.
Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Mahaprabhu.
Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, la Personalità di Dio.
LEZIONE DEL FONDATORE
Vrindavan — 31 Agosto 1972
I nomi di Dio sono un dono divino che può elevarci da questa esistenza materiale restituendoci la nostra originale libertà spirituale.
di Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
Signore e signori, vi ringrazio moltissimo per la vostra gentile partecipazione a questo movimento per la coscienza di Krsna. Questa conoscenza, bhagavata-dharma, è stata esposta da Bhagavan stesso, il Signore Sri Krsna. Bhagavan è una parola sanscrita. Bhaga significa fortuna e van indica colui che possiede. Perciò bhagavan significa il più fortunato di tutti. Ci sono sei opulenze principali: bellezza, ricchezza, forza, fama, conoscenza e rinuncia. Colui che le possiede tutte, in modo completo senza rivali, è detto Bhagavan.
Bhagavata-dharma indica la relazione tra i devoti e il Signore. Il Signore è Bhagavan e il devoto è bhagavata, colui che è in relazione con Bhagavan. Tutti sono collegati con Dio, la Persona Suprema, come lo sono padre e figlio tra loro. Questa relazione non può mai essere interrotta, in nessun momento, ma a volte accade che il figlio, usando la sua indipendenza, abbandoni la casa dimenticando la sua affettuosa relazione con il padre. Nel vostro paese questo non è un fatto straordinario. Moltissimi figli lasciano la casa e l’affetto paterno. Tutti hanno questa indipendenza. Allo stesso modo tutti noi siamo figli di Dio, ma nello stesso tempo siamo indipendenti, non completamente indipendenti, ma indipendenti. Abbiamo la tendenza all’indipendenza perché Dio è completamente indipendente e noi siamo nati da Lui. Sebbene non possiamo essere totalmente indipendenti, come lo è Dio, abbiamo la tendenza a pensare: “Diventerò indipendente.”
Noi esseri viventi siamo parti di Dio. Quando avvertiamo il desiderio di vivere indipendentemente da Dio, diamo inizio alla nostra esistenza condizionata. “Esistenza condizionata” significa che accettiamo un corpo materiale che è condizionato in moltissimi modi. Per esempio, il corpo è soggetto a sei tipi di cambiamento: ad un certo momento nasce, cresce, rimane per qualche tempo, si riproduce, diventa instabile e alla fine scompare.
Oltre a questi sei cambiamenti del corpo, affrontiamo molte sofferenze. Ci sono tre tipi di sofferenza: quelle che provengono dal corpo e dalla mente, quelle dovute agli altri esseri viventi e quelle procurate da calamità naturali. L’intero argomento può essere riassunto in quattro fasi: nascita, morte, vecchiaia e malattie, che insieme costituiscono la nostra vita condizionata.
La Nostra Coscienza Originale
Per uscire da questa condizione di vita dobbiamo far rivivere la nostra coscienza di Krsna o coscienza di Dio. Come è naturale ricordare nostro padre in questa vita, altrettanto naturale è ricordare il nostro padre originale. Noi però dimentichiamo il padre supremo, Krsna, e vogliamo vivere in modo indipendente per goderci la vita a nostro capriccio.
Questo è ciò che chiamiamo indipendenza, ma con questa indipendenza non siamo mai felici e alla ricerca di questa felicità illusoria trasmigriamo da un corpo all’altro. Ogni tipo di corpo ha una propria attitudine per la felicità. Vorremmo volare nel cielo, ma poiché siamo esseri umani non abbiamo le ali e non possiamo volare. Gli uccelli invece, sebbene appartenenti ad una specie inferiore, possono volare con facilità. Se approfondite questa analisi vedrete che ogni tipo di corpo ha una particolare attitudine che gli altri non hanno. Noi però vorremmo possedere tutte le attitudini. Questa è la nostra tendenza. Per esempio gli scienziati moderni cercano di andare sugli altri pianeti, ma, essendo condizionati, non possono farlo. Ci sono milioni e milioni di pianeti davanti a noi – il sole, la luna, Venere, Marte. A volte esprimiamo questo desiderio: “Come posso andarci”, ma poiché siamo condizionati e non indipendenti non ci possiamo andare.
In origine, come anime spirituali, siamo liberi di andare ovunque. Per esempio Narada Muni si sposta a suo piacimento: può andare su qualsiasi pianeta voglia. In questo universo c’è un pianeta chiamato Siddhaloka, i cui abitanti possono volare da un pianeta all’altro senza aeroplano. Anche gli hatha-yogi esperti possono andare da un luogo ad un altro qualsiasi. Essi si siedono in un posto e si trasferiscono subito in un altro luogo. Essi possono tuffarsi in qualche fiume qui vicino e uscire da un fiume in India. Si tuffano qui ed escono là. Questi sono i poteri dello yoga.
Noi abbiamo un’indipendenza senza limiti, ma al momento siamo condizionati da questo corpo. Perciò la forma umana costituisce un’opportunità per riavere la nostra indipendenza originale. Questa è la coscienza di Krsna. Questa è la libertà.
Due Tipi di Corpo Materiale
Il nostro corpo spirituale è all’interno del corpo materiale. Questa è la nostra vera identificazione. Ora siamo coperti da due tipi di corpo materiale. Uno si chiama corpo sottile e l’altro è detto corpo grossolano. Il corpo sottile è composto da mente, intelligenza e falso ego e quello grossolano da terra, acqua, fuoco, aria ed etere. In generale possiamo vedere il corpo grossolano, ma non quello sottile. Io so che voi avete una mente, che siete dotati d’intelligenza. Voi sapete che io ho una mente e un’intelligenza, ma io non posso vedere la vostra mente e neppure la vostra intelligenza. Non posso vedere la vostra determinazione, i vostri pensieri, i vostri sentimenti e la vostra volontà. Voi vedete il mio corpo grossolano, fatto di terra, acqua, aria e fuoco e io posso vedere il vostro. Quando poi, per cambiare il vostro corpo grossolano, siete trasportati via dal corpo sottile, questa è la morte.
Noi diciamo: “Oh, mio padre se n’è andato.”
“Come potete vedere che vostro padre se n’è andato? Il suo corpo giace davanti a voi.”
In realtà però il padre se n’è andato per mezzo del corpo sottile. Qualcosa di simile succede di notte. Io dormo in un bell’appartamento, ma il mio corpo sottile mi trasporta via fino sulla cima di una montagna. A volte cado da una montagna. Il mio corpo grossolano sta dormendo in un bell’appartamento confortevole, ma il corpo sottile mi porta via. Facciamo questa esperienza ogni giorno.
Ugualmente, morire significa cambiare il corpo grossolano. Per esempio, voi avete la camicia e il cappotto e potete cambiare il cappotto ma tenervi la camicia. Allo stesso modo noi manteniamo il nostro corpo sottile e lasciamo il corpo grossolano; questa è la morte. Per le leggi della natura il corpo sottile ci trasporta nel grembo di un’altra madre dove sviluppiamo un altro corpo grossolano usando gli elementi forniti dalla madre. Quando infine il corpo è pronto, usciamo dal suo grembo per agire nuovamente con i nostri due corpi, sottile e grossolano.
Bhagavata-dharma significa che dobbiamo trascendere il corpo sia grossolano che sottile e arrivare al corpo spirituale. Questo è scientifico e non appena arriviamo al nostro vero corpo spirituale, essendoci liberati dal corpo grossolano e da quello sottile, allora finalmente proviamo felicità e senso d’indipendenza.
Il metodo della coscienza di Krsna costituisce la più alta benedizione per la società umana perché cerca di portare l’essere umano al livello del corpo spirituale –?trascendendo i corpi materiali grossolani e sottili. Questa è la perfezione più elevata. La vita umana è fatta per arrivare a questo livello, il livello spirituale, trascendendo il concetto di vita materiale basata sui corpi grossolani e sottili.
Questa perfezione è possibile e in quest’era è stata resa facile. Il Kali-yuga, l’era attuale, non è davvero un’era propizia. Ci sono solo discordia, contrasti, liti e incomprensione. Quest’era è piena di tutto ciò. Quindi in quest’era è molto difficile arrivare al livello spirituale, in passato non era così difficile. Le persone venivano facilmente educate secondo il metodo vedico, ma oggi esse non sono interessate. Le persone s’interessano soltanto del corpo grossolano e solo qualcuno più avanzato si occupa del corpo sottile. Essi però non sanno niente del corpo spirituale. Nonostante il progresso culturale, non c’è alcuna conoscenza del corpo spirituale. La conoscenza si limita ad occuparsi dei corpi grossolani e sottili. Quindi questo movimento per la coscienza di Krsna è molto importante e coloro che vi partecipano sono molto, molto fortunati.
“Sto Sprecando La Mia Preziosa Vita”
Illustrerò ora una canto composto da Narottama Dasa Thakura, uno dei nostri predecessori acarya o maestri. Nella nostra società Vaisnava i suoi canti sono accettati come verità vediche. Egli ha scritto in lingua bengali, ma il contenuto è verità vedica. Ha composto molti canti, uno dei quali comincia con hari hari biphale janama gonainu: “Mio caro Signore, sto solo sprecando la mia preziosa vita.”
Narottama Dasa parla alle persone in generale. Sebbene siamo nati come esseri umani, non sappiamo usare la vita umana. Siamo come animali. L’animale mangia; noi semplicemente riusciamo a mangiare in un modo non naturale. Questo è il nostro avanzamento. Nel regno animale ogni essere ha un particolare tipo di cibo. Una tigre mangia carne e sangue, ma se voi date dei buoni aranci o dell’uva a una tigre, essa non li toccherà neanche, perché non sono il suo cibo. Allo stesso modo un maiale mangia escrementi. Se voi date al maiale della buona halava, egli non la toccherà neanche. Vedete? Ogni animale ha un tipo particolare di cibo.
Allo stesso modo, noi esseri umani abbiamo il nostro tipo di cibo. Quale? Frutta, latte, cereali e vegetali. I nostri denti sono adatti a questi cibi. Se mangiate un frutto potete tagliarlo facilmente in pezzi con i vostri denti. Se mangiate un pezzo di carne, sarà difficile tagliarlo con questi denti. Una tigre però ha un tipo particolare di denti che le permettono di tagliare subito la carne in pezzi. Stiamo avanzando culturalmente, ma non studiamo affatto i nostri denti. Ci limitiamo ad andare dal dentista, questo è tutto. Questo è il nostro modo di avanzare nella civiltà. La tigre non va mai dal dentista. I suoi denti sono così forti che possono immediatamente strappare la carne cruda in pezzi, ma non c’è bisogno del dentista, perché lei non mangia mai niente che non sia naturale per lei. Noi mangiamo di tutto e perciò abbiamo bisogno dell’aiuto di un dentista.
L’essere umano ha un particolare tipo di dovere che è quello di studiare e discutere della vita da bhagavata. Questo è il nostro dovere naturale. Dovremmo cercare di comprendere Bhagavan, Dio. La relazione tra Bhagavan e il bhakta, il devoto, si chiama bhagavata-dharma. Il dovere della vita umana è molto semplice: basta ascoltare ciò che riguarda Krsna. Krsna è Bhagavan, Dio la Persona Suprema e noi siamo Sue parti.
Supponiamo che io abbia dimenticato la mia casa. Ho lasciato la mia casa molto tempo fa e ho dimenticato mio padre. Perciò se qualcuno mi ricorda: “Conosci il Signore Tal dei Tali? È tuo padre. Tu giocavi e tuo padre ti aiutava…” In questo modo basta che lui parli di mio padre perché io mi ricordi della mia casa. Allo stesso modo noi abbiamo dimenticato la nostra relazione con Krsna. Se ascoltiamo parlare di Lui allora ricorderemo. È un metodo semplice. Dobbiamo soltanto ascoltare quello che riguarda Krsna. Krsna è nel cuore di ognuno e noi abbiamo dimenticato Krsna, nostro padre supremo, a causa della contaminazione materiale. Allora ascoltate con attenzione parlare di Krsna. Ora gentilmente lo state facendo. È un’opportunità molto buona. Vi ringrazio molto. Voi tutti siete ragazzi e ragazze giovani, ma molto fortunati. I vostri genitori e i vostri nonni non vengono qui, ma voi siete venuti perché siete fortunati. Continuate così, cercate di ascoltare ciò che riguarda Krsna. La vostra vita sarà piena di successo. Non avete nient’altro da fare. Non è necessario che diventiate professori o filosofi. No. Dio vi ha dato due orecchie e se voi con sottomissione e gentilezza le userete per ascoltare le anime realizzate, la vostra vita sarà un successo.
La Potenza dell’Ascolto
In realtà questo sta accadendo. Tutti questi ragazzi e ragazze sono venuti da me in differenti parti del mondo solo per la potenza dell’ascolto. Non li ho corrotti; io non ho denaro. Essi stanno sacrificando tutto per me. Perché? Semplicemente perché mi hanno ascoltato. Questo è tutto. L’ascolto è molto potente. Essi sono ragazzi e ragazze dotati di cultura, laureati all’università. Non sto prendendoli in giro. Ascoltando comprendono l’importanza di questo movimento e gradualmente si convincono e si situano fermamente in questa pratica. Questo si chiama bhagavata-dharma.
Stiamo dando a tutti l’opportunità di ascoltare ciò che riguarda Krsna. Naturalmente nel vostro paese questa è una novità, ma nel nostro, in India – nonostante che l’India sia decaduta sotto molti aspetti – un dibattito sul tema del bhagavata attira grandi folle. Noi abbiamo tenuto dibattiti sul bhagavata a Calcutta, a Bombay, a Delhi, a Madras, a Jaipur – città molto grandi. Trentamila persone sono state presenti ogni giorno per dieci giorni a Calcutta e a Bombay. Sebbene in India ci sia una propaganda per far dimenticare la coscienza di Krsna, come possono le persone dimenticare? Sono nate nella terra dove Krsna è apparso. Non possono dimenticare. Hanno avuto l’opportunità di nascere in India grazie alle loro attività pie del passato.
Krsna però è per tutti. Krsna non è solo per gli Indiani e per gli Indù. No. Krsna è per tutti. Nel vostro paese questo movimento per la coscienza di Krsna è iniziato nel 1966 a New York e gradualmente vede aumentare il numero degli studenti e delle nostre sedi. Continuate quindi gentilmente a coltivare quest’abitudine: ascoltate parlare di Krsna. Allora Krsna vi aiuterà. Egli è nel vostro cuore e vi aiuterà in ogni modo.
Krsna dice: “Se una persona è veramente seria e sincera e costantemente impegnata nel mio servizio devozionale, io le do intelligenza.” Krsna è all’interno di tutti. Krsna è nel vostro cuore – nel mio cuore, nel vostro cuore, nel cuore di ognuno. In questo modo vi dà l’intelligenza. Quale tipo d’intelligenza? L’intelligenza per tornare a casa, da Dio.
Queste conferenze sul bhagavata-dharma costituiscono un costante richiamo: “Mio caro essere vivente, per favore risvegliati, per favore risvegliati.” Jiva jago jiva jago gauracandra bole. Questo è il messaggio di Sri Caitanya Mahaprabhu. Egli dice: “Mia cara jiva, o essere vivente, gentilmente risvegliati. Questa è la tua opportunità.”
Liberarsi con Il Santo Nome
Prima parlavo del canto di Narottama Dasa Thakura. Vorrei concludere. Egli dice:
hari hari biphale panama gonainu
manusya-janama paiya
radha-krsna na bhajiya
janiya suniya bisa khainu
“Mio caro Signore, ho avuto questa preziosa forma di vita umana, ma l’ho sprecata per niente. Questa vita è fatta per comprendere Radha e Krsna, ma io non l’ho fatto. Perciò coscientemente ho bevuto del veleno.” A volte una persona prende il veleno per suicidarsi. Egli sa che non appena prenderà il veleno morirà. Ugualmente colui che non accoglie la coscienza di Krsna prende del veleno. L’opportunità di questa vita è diventare coscienti di Krsna e se voi non userete questa opportunità, questo significa bere coscientemente del veleno.
Golokera prema-dhana hari-nama-sankirtana. Proprio come riceviamo dei suoni via radio da diversi paesi, dal mondo spirituale riceviamo la vibrazione: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Rati na janmilo kene tay: “Non sono riuscito a sviluppare attaccamento a questa vibrazione trascendentale.”
Samsara-bisanale, diba-nisi hiya jwale, juraite na koinu upay: “Continuo a soffrire a causa del veleno di questo modo di vivere materialistico e non ho cercato di uscirne prendendo rifugio nel maha-mantra. Poi Narottama Dasa dice, brajendra-nandana yei,saci-suta hoilo sei: “In quest’era la stessa Persona Suprema, Dio, che è apparso cinquemila anni fa come figlio di Nanda Maharaja – lo stesso Krsna è apparso come figlio di madre Saci.” Il nome della madre di Sri Caitanya era Saci Devi. Balarama hoilo nitai: “Lo stesso Balarama che apparve come fratello maggiore di Krsna è apparso come Nityananda.”
Qual è il compito di Sri Caitanya e di Nityananda Prabhu? Dina-hina jata chilo, hari-name uddharilo – liberare col santo nome le anime cadute e infelici. Ci sono due tipi di persone nel mondo materiale. Il primo commette peccati e l’altro è afflitto dalle reazioni dovute ai peccati. Papi-tapi. Questa è la nostra situazione. In questa vita soffro per le reazioni delle mie passate attività empie e creo un altro insieme di attività empie che mi faranno soffrire nella prossima vita. Hari-name uddharilo: tutti però possono essere liberati semplicemente cantando Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Vi ringrazio moltissimo.
LETTERA AI LETTORI
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Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
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L’INCHIOSTRO CHE FA DISCUTERE
Commento di Indradyumna Swami sull’articolo “Tatuaggi” pubblicato nel numero precedente e risposta dell’autore Madhava Smullen.
“Dipingersi di Supremo,” di Madhava Smullen pubblicato nel numero di settembre-ottobre incoraggia il tatuaggio nel nostro movimento ISKCON, ma, all’infuori del tilaka fatto con l’argilla con cui adorniamo i nostri corpi, negli sastra della Gaudiya Vaisnava non c’è alcun riferimento alla pratica di marcare il proprio corpo ed in particolare a tatuaggi fatti con l’inchiostro.
L’articolo descrive il metodo di tatuare il corpo con simboli di Visnu, ma questo viene fatto specificatamente dai seguaci di Ramanuja della Sri Sampradaya.
Nella Raga-vartma-candrika Visvanatha Cakravarti Thakura dice che per i Gaudiya Vaisnava non è opportuno marchiare il corpo con i segni di Visnu.
Più vicino a noi, Srila Prabhupada non ha mai incoraggiato questo tipo di pratica. Si può anche pensare che non si è neanche opposto ad essa, ma io credo che sia più giusto concludere che se egli non lo ha specificatamente ammesso, non dovremmo introdurre una nuova pratica cosiddetta devozionale.
Perché non c’è nessuna differenza tra un tatuaggio e un dipinto? In effetti un tatuaggio è spesso un dipinto. Portiamo forse un’immagine di Krsna nella toilette? Naturalmente si può citare Gopala Guru Gosvami che disse a Sri Caitanya che il santo nome è così puro che può essere cantato ovunque – perfino in bagno – ma non è mai stata data una concessione di questo tipo per una divinità del Signore.
“ È detto che la forma della divinità del Signore può apparire in otto tipi di materiali: pietra, legno, metallo, terra, pittura, sabbia, mente o gioielli,” (Hari-bhakti-vilasa)
“La pittura è uno degli otto tipi di divinità a due dimensioni. Il devoto può adorare la murti in pittura …proprio come se egli adorasse una murti tridimensionale.” (Pancaratra-pradipa, ISKCON GBC Press)
L’autore si sforza di stabilire che il tatuaggio è una pratica Vaisnava, ma all’infuori di un’unica citazione di Baladeva Vidyabhusana non dà nessun altro riferimento alle scritture e neanche cita un solo precedente nella nostra Gaudiya Vaisnava per questa pratica. Baladeva Vidyabhusana scrive che marcare il corpo con i simboli di Visnu è un esempio d’austerità, ma di nuovo, Visvanatha Cakravarti Thakura (guru di Baladeva) afferma con chiarezza che gli stessi Gaudiya Vaisnava non lo fanno. Forse che Srila Prabhupada, o Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati o Gaura Kisora Babaji o Srila Bhaktivinoda Thakura hanno marcato i loro corpi con i simboli di Visnu o usato tatuaggi? No. In effetti Srila Bhaktivinoda Thakura ha scritto contro questo uso:
“Nella Sri Sampradaya di Ramanuja, tapa [l’austerirà] si pratica marcando il corpo con i simboli della conchiglia e del disco, ma il Signore Caitanyadeva ci ha insegnato a marcare il nostro corpo con l’harinama usando pasta di sandalo, ecc., invece di tatuarlo.
Questa regola è una benedizione per le anime del Kali-yuga.” (Panca Samskara, pag.2) Il mio timore è che, nel corso del tempo, la pratica del tatuaggio (in contrasto con le specifiche istruzioni dei nostri predecessori) divenga una tradizione nel nostro movimento. Non possiamo mettere insieme tutto e di tutto e poi chiamarlo spirituale. Per me “i tatuaggi devozionali” introducono qualcosa di nuovo e Srila Prabhupada ci ha ammonito a non introdurre pratiche nuove.
In ultimo si deve osservare che, sebbene il tatuaggio sia maggiormente accettato nella società, esso non è così diffuso da poter essere definito come una pratica di massa. Esso è tuttora molto limitato. Stiamo presentando la più elevata delle culture (al cui interno non c’è il tatuaggio), il che comporta che dobbiamo sempre presentarci come gentildonne e gentiluomini.
Madhava Smullen risponde: Nella tua lettera hai evidenziato molti punti importanti e validi ed io penso che se un devoto serio sta pensando di usare i tatuaggi dovrà riflettere sulle tue osservazioni e pensarci due volte prima di decidere. Non avevo in nessun modo l’intenzione di promuovere la pratica del tatuaggio o di farla passare come una tradizione dell’ISKCON. Personalmente non ho tatuaggi e con tutta probabilità non li avrò mai, ma è una realtà che molti devoti e amici di Krsna hanno tatuaggi devozionali e questo costituisce un fenomeno culturale adatto ad un articolo interessante. Niente di più di questo – certamente non un incoraggiamento. Spero che questo appaia evidente dall’articolo e di aver dato una visione equilibrata di un fenomeno, ivi compresi i suoi aspetti negativi.
Per quanto concerne il problema di portare un’immagine di Krsna nel bagno, ancora una volta non intendo difendere i tatuaggi contestando le tue osservazioni, ma voglio sottolineare che non mi sembra che troviamo da ridire quando portiamo oggetti sacri in bagno se essi sono attaccati al nostro corpo. Per esempio, la nostra collana di Tulasi (per non parlare di Krsna nel cuore) e il nostro tilaka (che può essere interpretato come Radha-Krsna). Questo perciò può costituire oggetto di ulteriore discussione tra i devoti.
Questo articolo è importante perché i tatuaggi stanno diventando sempre più di moda e non più limitati a persone di “classe inferiore” come i gruppi di motociclisti. Certamente, i tatuaggi non sono da raccomandare a devoti rigorosi che vivono in un tempio, ma la coscienza di Krsna non è anche per coloro che portano le T-shirt e sono tatuati? Vogliamo proibire qualcosa contro cui non esiste una regola specifica e allontanare così tante persone? Se le persone vogliono esprimere la loro devozione per mezzo dei tatuaggi, perché non permetterglielo? È davvero necessario controllare queste forme di devozione?
Quando Swami Incontrò Sally
La gentilezza di alcune persone estranee ha giocato un ruolo fondamentale nella preistoria dell’ISKCON.
di Satyaraja Dasa
foto di Akhilhnanda Dasa (Alfred F.Fitch)
L’anno scorso ebbi la fortuna di conoscere Gopal e Sally Agarwal, un’anziana coppia che ha avuto un ruolo importante nella fase iniziale dell’ISKCON. Essi saranno per sempre impressi nella memoria collettiva dei devoti come due dei primi occidentali che hanno ricevuto la misericordia di Srila Prabhupada. Furono gli Agarwal che lo ospitarono nell’autunno del ’65, quando l’ISKCON non esisteva neanche di nome, dandogli rifugio, ospitalità, amicizia e affetto. Infatti la loro casa fu per un mese il primo rifugio per Prabhupada fuori dall’India.
Quando Srila Prabhupada fu ospite della casa degli Agarwal a Butler, nella Pennsylvania occidentale, conobbe una tipica tranquilla cittadina americana annidata sulle colline, una città che è cambiata molto poco dai tempi della sua breve visita di molti anni fa.
Lo scorso anno Nitai Dasa, un anziano discepolo di Srila Prabhupada, organizzò una festa a Butler per onorare il periodo che Prabhupada vi aveva trascorso. Giustamente, l’evento si svolse presso il Butler Cubs Club al 113 della South McKean Street, presso lo YMCA che era servito a Prabhupada come alloggio per dormire durante i giorni trascorsi dagli Agarwal. Gli Agarwal naturalmente furono gli ospiti d’onore della festa. Sally salutò il pubblico composto per la maggior parte da devoti ISKCON, compreso Radhanatha Swami, Varsana Swami e Candrasekhara Swami. Il dottor Allen Larsen fece l’intervento principale. Egli è ora un professore di filosofia in pensione dell’Università statale di Slippery Rock di Butler, ma nel 1965 aveva invitato Prabhupada a tenere la sua prima lezione universitaria in occidente.
Uno dei risultati più duraturi della festa di Butler, almeno per me, è stato quello di aver conosciuto Sally e Gopal, persone gradevoli e generose, che hanno particolari e profondi ricordi di Srila Prabhupada. Nei mesi seguenti, siamo rimasti in contatto per telefono ed e-mail ed essi mi hanno fatto partecipe di molti racconti meravigliosi relativi al periodo di tempo da loro trascorso con il mio maestro spirituale. Sebbene non siano mai diventati devoti nel senso consueto della parola, Prabhupada segnò le loro coscienze, cambiando in molti modi il loro modo di vivere e di vedere. Un racconto dettagliato del loro rapporto con un puro devoto di Krsna è contenuto nella Srila Prabhupada-lilamrta di Satsvarupa Dasa Goswami e questo mio breve scritto può servire come un’aggiunta a quel racconto.
L’inizio Della Missione
Un piccolo evento può condurre a qualcosa di grandioso. Un seme secco in mano può apparire insignificante, ma nel suo interno c’è quello che diverrà una pianta. Fu così quando un uomo d’affari di Agra –?Mathura Prasada Agarwal – offrì le garanzie richieste nel mondo occidentale ad un venerabile, straordinario monaco, che il mondo avrebbe poi conosciuto come Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Certamente Srila Prabhupada aveva detto a Mathura Prasad di aver ricevuto dal suo maestro spirituale l’istruzione di diffondere l’eterno messaggio della coscienza di Krsna –?la scienza per la realizzazione di Dio – in tutto il mondo. Quel pio uomo d’affari poté così capire che aiutare questo speciale sadhu significava assisterlo nel suo viaggio in occidente; questa era la sola forma di aiuto di cui Prabhupada aveva bisogno o che voleva ricevere da lui. Prabhupada si sarebbe subito recato all’estero per cambiare la storia religiosa del mondo fondando il movimento Hare Krsna.
I membri dell’ISKCON conoscono molto bene questi avvenimenti: dopo un difficile viaggio per nave che lo portò ad approdare nel porto di Boston e poi a New York, Prabhupada si impose al mondo occidentale, portando secoli di tradizioni e la gemma preziosa della conoscenza vedica per tutti coloro che la volessero ricevere. In forza di legge dovette incontrare ed abitare con i suoi sponsor, Gopal figlio di Mathura Prasad e sua nuora Sally. Gli Agarwal avevano il documento legale che autorizzava Prabhupada ad entrare in America. Essi gli offrirono la loro casa a Butler in Pennsylvania, che fu il suo primo santuario in terra straniera.
Era il 1965 e i coniugi, di circa trent’anni d’età, erano sposati solo da sei anni. Sally, una metodista caucasica nata a Pittsburg, impegnata a conoscere la cultura indiana di suo marito, era molto eccitata al pensiero che un vero swami avrebbe vissuto nella loro casa.
Come Sally racconta, gli Agarwal all’inizio di settembre avevano ricevuto la prima lettera di Prabhupada con cui aveva spedito una fotografia per essere riconosciuto al suo arrivo.
“Per mezzo di questa foto,” racconta Sally “mio marito lo incontrò a Pittsburg dove stava arrivando su un bus della Greyhound da New York City. Gopal per mezzo dell’Assistenza Viaggiatori aveva organizzato di farlo arrivare in Pennsylvania. Fu così che lo incontrammo. Era circa mezzanotte quando egli arrivò a Butler, il pover’uomo era sfinito per questo viaggio senza sosta e l’unico posto in cui potemmo sistemarlo fu il nostro divano.”
Purtroppo non c’erano alternative. La residenza degli Agarwal era un piccolo appartamento di città composto da poche stanze, con due camere al piano superiore occupate dai due figli, Kamla Kumari (la figlia di tre anni) e Brij Kumar (il bambino appena nato). Dopo la partenza di Prabhupada, la coppia ebbe ancora due figli, Indu e Maya, nati rispettivamente nel 1969 e nel 1971.
Poiché l’appartamento degli Agarwal era così piccolo – e per evitare che Prabhupada dovesse dormire sul loro divano tutte le notti – decisero che sarebbe stato meglio per lui riposare presso lo YMCA e trascorrere la mattina, il pomeriggio e la sera con loro finché fosse stato disponibile a trascorrere in questo modo le sue giornate. Si trattava del Cubs Club di Butler ubicato sulla South McKean Street, a pochi isolati di distanza dalla casa degli Agarwal.
In una recente conversazione Sally mi ha parlato di queste prime settimane con Prabhupada:
Egli era così gentile, accomodante e cortese da darmi l’impressione che fosse il padre di Gopal – un nonno in casa, se capisci cosa intendo dire. Giocava con Kamla e Brij. Amava davvero i bambini anche quando Brij che metteva i denti si mise in bocca le sue scarpe! Rideva su tutto avendo un buon senso dell’humour. A volte ci parlava della sua missione, ma rispettava sempre la mia impostazione metodista e non cercò mai di convertirmi o di imporci le sue credenze. Non parlava di dar vita ad un movimento o qualcosa del genere, ma era impegnato nella distribuzione dei libri che aveva portato dall’India e riteneva che lo scopo della sua vita fosse il portare questa profonda conoscenza all’Occidente, riferendo in inglese quello che sapeva. Finimmo per amare la sua sincerità, la sua conoscenza e il suo calore. Quando lasciò Butler, io piansi.
A Sally piace anche ricordare che sua figlia da bambina è stata la prima persona in occidente a scoprire la santità di Prabhupada: “Una volta la mia Kamla di tre anni vedendo Swamiji vestito da persona santa, lo chiamò ‘Swami Gesù’ Egli si limitò a sorridere dicendo: ‘E un bambino li guiderà’”
Uno Swami A Butler
Subito dopo l’arrivo di Prabhupada Sally si rivolse ai giornali locali e poco dopo sul Butler Eagle apparve un servizio speciale: “In un buon inglese, un devoto di culto indù spiega qual è la missione che lo ha portato a visitare l’Occidente.” Un fotografo era andato a casa degli Agarwal e aveva scattato una foto di Srila Prabhupada in piedi nel salotto che tiene in mano un libro aperto, un volume dello Srimad Bhagavatam. La didascalia diceva: “Ambasciatore del Bhakti-yoga.”
L’articolo cominciava così:
Un uomo di carnagione leggermente scura in lunghi abiti color arancione pallido e con scarpe bianche da bagno, è sceso ieri da una piccola auto ed ha fatto ingresso allo YMCA di Butler per partecipare ad una riunione. È A.C. Bhaktivedanta Swamiji che porta un messaggero dell’India per gli uomini dell’Occidente.
L’articolo così citava le parole di Prabhupada:
“La mia missione è quella di far risvegliare nella gente la Coscienza di Dio,” dice lo Swamiji. “Dio è il padre di tutti gli esseri viventi, in migliaia di forme diverse” spiega. “La vita umana rappresenta uno stadio di perfezione all’interno dell’evoluzione della specie; se non approfittiamo di questo messaggio, dobbiamo tornare a ripercorrere il ciclo…” Se gli Americani dessero più importanza alla loro vita spirituale, sarebbero molto più felici, ha detto.
Su richiesta di Prabhupada, Gopal mise a disposizione il suo appartamento tutte le sere dalle sei alle nove. La famiglia invitava amici e vicini ad ascoltare lo “Swami” che parlava dell’India esotica, della filosofia vedica e del misticismo. Gli Agarwal conoscevano molti intellettuali e varie persone vennero dalle città vicine solo per sentirlo parlare.
Fare lezione ad un gran numero di persone era evidentemente una delle sue molte qualità, ma questa era solo la sua personalità formale. Gli Agarwal conobbero anche un altro suo aspetto, quello di una persona attraente e amichevole, semplice e affettuosa. Per esempio Gopal ci racconta di come Prabhupada cucinasse ogni giorno per loro, insegnando come si preparano i pasti in un autentico stile Vaisnava.
Era anche curioso e capace di meravigliarsi come un bambino, dice Sally: “Era affascinato dalle macchine delle lavanderie a gettone, che lavavano ed asciugavano, e dalle verdure congelate nel congelatore. Evidentemente, queste cose non erano comuni in India ed egli ne parlava per ore. Parlava sempre dei progressi moderni e di come essi potevano essere usati al servizio di Dio.”
A volte, la presenza di Prabhupada nella casa degli Agarwal comportava anche cose di minore importanza. Sally racconta di quando egli lavava i suoi abiti nel bagno, al piano di sopra:
“Oh sì! Non mi ero accorta subito che ogni sera lui lavava i soli due abiti che aveva. Sapete, allora lui aveva solo due abiti da monaco ed ogni giorno li lavava. Rimaneva occupato usando il lavandino del bagno al piano superiore bagnandone, completamente e per molto tempo, il pavimento – slop, slop, slop.
Un giorno Gopal dovette andare di sopra per spiegargli che questo non si poteva fare in America e che si doveva stare attenti con l’acqua. In India i pavimenti sono di cemento, di fango o di argilla e perciò non ha importanza se li inzuppi di acqua, ma nel nostro paese, quando la stanza da bagno è al secondo piano questo ha molta importanza! E poi egli stendeva i suoi abiti, le due parti del suo abito sull’erba proprio davanti al nostro condominio e ciò costituiva una vista davvero inconsueta per tutto il vicinato.”
Tuttavia, Sally e Gopal apprezzavano profondamente la presenza di Prahupada nella loro casa e così sempre di più fecero anche altri della comunità di Butler.
Sally ricorda i suoi piacevoli scambi con lui contenuti nella Lilamrta:
Era l’ospite meno difficile che avessi mai avuto, perché quando non avevo tempo da dedicargli si metteva a recitare le sue preghiere, e sapevo che si sentiva perfettamente felice. Quando non potevo parlare con lui, si metteva a pregare. Mi sentivo a mio agio, perché sapevo che non si annoiava mai. Non mi sono mai sentita tesa o forzata a causa della sua presenza. Era così accomodante che quando dovevo andare a prendermi cura dei bambini, restava lì a pregare ed era soddisfatto. Quando dovevo fare qual cos’altro, gli bastava pregare per essere felice. Era un ospite meraviglioso. Quando venivano a trovarmi degli amici e fumavano, lui diceva: “Non importa, non fa niente.” Ecco quello che diceva: “Non fa niente.” Sapeva che eravamo diversi. Io non fumavo mai davanti a lui. Sapevo che non dovevo fumare davanti al padre di Gopal, e mi sembrava un po’ la stessa cosa. Non creava mai problemi a nessuno.
La Prima Predica In Occidente
Prabhupada ebbe modo di parlare a molti gruppi organizzati della comunità di Butler, compreso il Lions Club, dove ricevette un documento ufficiale su cui era scritto: “Attestiamo che A. C. Bhaktivedanta Swami è stato ospite del Lions Club di Butler, Pennsylvania e in segno di apprezzamento per il servizio reso il Club gli offre il presente riconoscimento.”
Tenne un discorso anche allo YMCA e al Seminario di San Fedele nella vicina Herman.
Anche il professor Allen Larsen allora preside della facoltà di filosofia all’Università Statale di Slippery Rock invitò Prabhupada a tenere una conferenza, a cui parteciparono un centinaio di studenti di tre delle sue classi. Prabhupada si presentò loro con il suo distinto splendore di un altro mondo, vestito da sannyasi, una visione inconsueta in occidente ed ancora più nuova a Butler. Si sedette e cantò il maha-mantra Hare Krsna, poi si alzò per parlare – una lezione formale ma fondamentale sulla coscienza di Krsna – e rispose alle domande del pubblico.
Il professor Larsen ricorda che quel programma durò circa un’ora e quarantacinque minuti. L’anno scorso a Butler in occasione della ricorrenza, egli ricordò:
Quando lo incontrai per la prima volta mi disse che era venuto negli USA per tradurre le scritture vediche e per quanto ne sapevo quello era il suo unico scopo di essere qui. Avemmo occasione di parlare all’università. Era una bella giornata ed egli piegò le gambe sotto il corpo in quella che voi chiamate la posizione del loto. Fece notare che gli alberi avrebbero dovuto essere noci o alberi da frutto, ma essi non lo erano – erano solo alberi da fiori, solo ornamentali. Io fui pienamente d’accordo con lui.
Durante le pause della nostra conversazione usava la sua corona per pregare recitando una preghiera a Krsna che io riuscivo appena a sentire. Sebbene abbia dimenticato molti dettagli della sua conversazione, mi fu chiaro che si trattava di una persona santa. Questo emanava direttamente dalla sua persona. Soprattutto fu il suo modo di porsi, la sua serenità che mi portarono a questa conclusione. Non avevo idea che questo pacifico uomo sarebbe diventato il leader di un importante movimento religioso qui e all’estero. Dopo tutti questi anni trascorsi conservo ancora questa impressione di una persona santa.
Le conferenze in Pennsylvania furono un banco di prova, le prime indicazioni per Prabhupada di come il suo messaggio sarebbe stato accolto in America. Il risultato era promettente. Sally e suo marito lo incoraggiarono a ripetere questa formula ovunque e il professor Larsen espresse profonda soddisfazione di aver ospitato un vero sadhu indiano.
Il Movimento Si Espande
Dopo un mese Prabhupada lasciò il piccolo centro, ma i semi della sua missione erano stati piantati. Stando lì si era fatto un’esperienza del pubblico americano. Aveva visto che le persone s’interessavano ai suoi libri e al suo messaggio ed anche che poteva attrarre la simpatia delle persone non indiane. Sally, in particolare, “arrivò ad amare lo Swami“ come lei dice.
A New York dovette lottare per almeno sei mesi a causa del freddo intenso dell’inverno newyorkese, del furto dei suoi pochi beni e dell’assalto violento di un compagno di stanza reso pazzo dalla droga. Tuttavia la sua determinazione d’iniziare una rivoluzione spirituale avrebbe presto dato i suoi frutti.
In tutto questo tempo rimase in contatto con Sally e Gopal per lettera, in particolare con Sally che tra i due era la più socievole, sempre pronta ad impegnarsi in conversazioni e in scambi personali.
La corrispondenza di Prabhupada con Sally sarebbe degna di essere pubblicata ed è bello notare in quelle lettere la sua premura per lei.
Nel maggio del 1966, Srila Prabhupada con l’aiuto di due soli seguaci prese in affitto un negozio nel Low East Side di New York, che prima era un negozio di oggetti da regalo col nome di “Doni impareggiabili”. I primi visitatori del centro di Srila Prabhupada rimasero colpiti da questo nome profetico. Nel luglio del 1966 fondò la sua associazione, l’ISKCON.
Prabhupada rimase sempre in contatto con Sally. Infatti, Sally fa notare che la “fama” per essere stata uno dei primi contatti di Prabhupada in occidente fu per lei una grande fonte di gioia.
“Il tempo trascorso insieme allo Swami arricchì la mia mente,” lei dice “perché io sono disponibile a questo tipo di cose. Voglio dire che è stata una fonte di grande piacere. Maya, mia figlia si trovava all’aeroporto di Dallas circa due anni fa quando fu avvicinata da un Hare Krsna che vendeva libri e che le chiese un’offerta. Naturalmente essa disse di essere la figlia di Sally Agarwal – potete immaginare la reazione del devoto! Ci fu un’altra occasione: una volta Maya ed io eravamo a Madrid e c’era un gruppo di Hare Krsna che cantava proprio accanto a noi. Questa volta però non dicemmo loro chi eravamo – volevamo evitare qualsiasi disturbo. Però è stato bello, è stato bellissimo.”
Un influente pezzo grosso della pubblicità Bruce Barton ha detto molto bene: “A volte quando rifletto sulle enormi conseguenze che possono derivare da piccole cose, sono tentato di pensare che non esistono cose piccole.” Il pio atteggiamento di Mathura Prasad nei riguardi del più importante rappresentante di Krsna e la gentilezza che sia Gopal che Sally gli dimostrarono successivamente a Butler, certamente non sono “piccole cose”. In effetti le conseguenze di queste azioni misericordiose hanno dimostrato di essere grandiose.
Satyaraja Dasa è un discepolo di Srila Prabhupada e collabora regolarmente a BTG. Ha scritto oltre venti libri sulla coscienza di Krsna e vive vicino a New York City.
Bisogna scoprire la legge di attrazione di Krsna, la vera potenza al di là delle novità di ultimo grido presenti sul mercato dell’auto-realizzazione.
Il Segreto Dietro “Il Segreto”
di Arcana Siddhi Devi Dasi
IL SEGRETO, un libro con DVD di Rhonda Byrne, pubblicato recentemente, sta ottenendo una grande attenzione ed un grandissimo successo di vendita. L’autrice afferma che se noi applichiamo i principi da lei enunciati potremo soddisfare tutti i nostri desideri. Persone di ogni genere hanno aderito con passione alle sue idee.
All’inizio del DVD, alcuni versi dall’aspetto antico in un’ambientazione medievale c’invitano a scoprire la conoscenza segreta. Luci di torce tremolanti ed una musica pulsante preludono alla rivelazione del segreto per ottenere quella nuova BMW. La Byrne ci parla allora della legge universale dell’attrazione, cioè “il simile attrae il simile”. Comprendendo questa legge ed usandola a nostro vantaggio, possiamo ottenere tutto ciò che vogliamo. Sebbene una moltitudine di autori precedenti abbiano affermato la stessa cosa negli ultimi due secoli, l’astuta strategia pubblicitaria della Byrne ha messo vino vecchio in una bottiglia nuova. Essa sta facendo denaro sfruttando l’intenso desiderio delle persone di trovare un metodo che le porti alla perfetta felicità.
Per illustrare la legge dell’attrazione, alcune scene del DVD mostrano una giovane donna che guarda con desiderio una costosa collana nella vetrina di una gioielleria. Nella scena successiva i suoi sforzi vengono ricompensati perché il suo ragazzo le allaccia intorno al collo la stessa collana che l’aveva attratta. In un’altra scena un giovane siede nella poltrona del suo salotto immaginando con grande intensità di guidare la macchina dei suoi sogni. Come prevedibile, nella scena seguente una BMW è parcheggiata nel vialetto di casa sua. La scena successiva mostra il lato opposto della legge di attrazione. Un giovane lega con una catena la bicicletta ad un paletto. Notevolmente preoccupato per la sicurezza della sua bicicletta, va comunque via. Quando ritorna, la bicicletta non c’è più.
A queste scene fittizie in apertura seguono testimonianze di vita reale rese da persone di successo che dimostrano la validità della legge dell’attrazione nelle loro vite. Jack Canfield, autore di molti best-seller, racconta di aver attirato nella sua vita molto denaro e successo, da quando aveva cominciato a concentrarsi su quello che desiderava. Un imprenditore racconta di aver ritagliato da una rivista la foto della casa dei suoi sogni e di averla messa nel suo “libro dei sogni”. Cinque anni dopo quando sta traslocando nella sua nuova casa, suo figlio gli chiede cosa c’è in quella particolare scatola. L’imprenditore la apre per mostrare il suo libro dei sogni. Lacrime sgorgano dai suoi occhi, quando guardando la foto vede che sta spostandosi proprio nella casa la cui foto aveva ritagliato dalla rivista cinque anni prima.
Al suo giovane figlio che gli chiede perché pianga, risponde che finalmente ha capito la legge dell’attrazione: chiedere, credere, ottenere. Queste scene seducenti suggeriscono che solo dai nostri desideri possiamo ottenere tutto quello che vogliamo. L’universo è il nostro eterno fornitore e tutto quello che dobbiamo fare è concentrarsi su quello che desideriamo ed evitare di pensare a quello che non vogliamo. Alla domanda su perché questa legge non funziona per tutti, uno degli esperti del film risponde che le persone smettono troppo presto. Potrebbero essere sul punto di ottenere il loro scopo, ma si fermano.
Basta Desiderare?
Nell’antica letteratura vedica troviamo una risposta molto più soddisfacente sul perché alcune persone vedono soddisfatti i propri desideri ed altre no. Tutti nel campo delle attività materiali agiscono in base alle reazioni delle loro attività del passato. Raccogli quello che semini. Ciò che The Secret non arriva a riconoscere o a comprendere è la nostra responsabilità, come anime, per le cose che abbiamo fatto non solo in questa vita, ma anche nelle vite precedenti. La legge universale del karma impone che ogni cosa che facciamo genera una reazione che può essere buona o cattiva in funzione della qualità dell’azione. Buone azioni portano buoni risultati sia di fama sia di fortuna, mentre le cattive azioni producono situazioni materiali non desiderabili quali miseria, infamia e malattie.
Persone di successo, come Oprah Winfrey, sostengono The Secret dicendo che essi stessi hanno usato la legge dell’attrazione durante la maggior parte della loro vita, ma secondo il punto di vista vedico, essi stanno semplicemente prelevando da un credito di buone azioni precedenti. Non ricordando le loro vite passate queste persone pensano che tutto ciò che devono fare sia solo desiderare e che i loro desideri saranno soddisfatti. Perciò arrivano naturalmente alla conclusione che altri potrebbero ottenere lo stesso risultato cambiando il loro modo di pensare.
Una persona però può cambiare il suo modo di pensare? In qualche misura sì. Le nostre azioni del passato influenzano i nostri pensieri attuali, ma le nostre libere scelte nell’attuale situazione – ivi compresi i nostri pensieri attuali e le nostre attitudini – modificano i nostri pensieri che influenzano il nostro futuro.
Anche se le persone sono inclini ad avere pensieri negativi, l’ascolto dei contenuti di The Secret può ispirarli a cambiare modo di pensare. I nostri pensieri definiscono il nostro carattere e influenzano le nostre decisioni in questo mondo. Infine, al momento della morte, i nostri pensieri ci portano alla nostra nuova destinazione – questa è l’importanza e la potenza che hanno.
Il Vero Pensiero Positivo
Poiché possiamo cambiare il nostro modo di pensare, dobbiamo cominciare a pensare e a desiderare a livello spirituale, per ottenere risultati permanenti. The Secret pone l’accento sull’uso della legge dell’attrazione finalizzato ad ottenere benefici materiali, una buona salute e forse qualche slancio altruistico. Il punto di vista più elevato consiste nel rendersi conto che il vero scopo della legge di attrazione, come di tutte le leggi di Dio, è quello di dissipare la nostra coscienza materialistica per far rivivere la nostra natura spirituale originale. Ciò significa usare i nostri pensieri e i nostri desideri per liberarci dai pensieri e dai desideri materiali. Questo può apparire poco attraente per l’imprenditore che desidera una casa da 15 milioni euro o per il musicista che si dà da fare perché il suo ultimo CD raggiunga la vetta della classifica, ma liberarsi dal desiderio materiale non significa liberarsi dal desiderio; significa invece desiderare quello che porta ad un eterno beneficio per noi e per gli altri.
Nella dimensione spirituale, in cui tutti i desideri sono diretti al servizio e al piacere del Signore, i desideri vengono immediatamente soddisfatti. Desiderare qualcosa che non ha a che fare con il servizio al Signore contamina la nostra coscienza e ci obbliga a soffrire come ostaggi dell’energia materiale.
Come aspiranti devoti del Signore possiamo usare la legge di attrazione per servire Krsna in questo mondo con il desiderio di trasformare sia la nostra coscienza sia quella degli altri. Srila Prabhupada è stato un esempio di come la legge di attrazione di Krsna possa essere usata nel mondo materiale per scopi spirituali. Sebbene fosse venuto a New York senza denaro né aiuti, un conoscente di New York così lo ricordava: “Sembrava sapesse che avrebbe avuto templi pieni di devoti. Era come se li vedesse e diceva: ‘Non sono un pover’uomo, io sono ricco. I templi e i libri ci sono. Esistono, ci sono, è il tempo che ci separa da loro.’”
Quando passeggiava in città, guardava i grandi edifici immaginando che un giorno essi avrebbero potuto essere usati per la coscienza di Krsna. Prabhupada era un puro devoto completamente libero dal karma; era sotto la diretta protezione del Signore. Poiché i suoi desideri coincidevano con quelli di Krsna, poco tempo dopo la fondazione della sua associazione ISKCON realizzò molti templi pieni di devoti e in tutto il mondo furono distribuiti molti libri.
Perché Krsna Non Soddisfa Tutti i Desideri?
Ogni desiderio è come una preghiera, perché Krsna che è nel nostro cuore ci ascolta. Per amore verso di noi Egli si è manifestato nel cuore di tutti gli esseri viventi. Egli soddisfa i nostri desideri durante tutta la nostra permanenza nel mondo materiale.
Krsna però non ci dà tutto quello che desideriamo perché il Suo scopo è di farci tornare nella nostra dimora eterna. Lo Srimad-Bhagavatam ci dice che, sia che siamo pieni di desideri sia che non ne abbiamo affatto, dobbiamo rivolgerci a Krsna. E per quanto riguarda noi che siamo perlomeno aspiranti devoti, se i nostri desideri ci aiuteranno ad avanzare spiritualmente, Krsna sarà felice di soddisfarli, ma non soddisfarà quei desideri il cui risultato è di impedire il nostro progresso spirituale. Ci aiuterà invece ad allontanarci dai desideri dannosi dandoci il gusto della verità spirituale.
Coloro che aspirano alla trascendenza ricevono un aiuto diretto dal Signore e tutto quello che accade loro è per il loro bene più elevato, come dimostra il racconto che segue.
Sanatana Gosvami un eminente discepolo di Caitanya Mahaprabhu, viveva da rinunciato sotto un albero. Una volta un brahmana povero sentì dire che Sanatana possedeva una pietra che poteva trasformare in oro tutto quello con cui veniva in contatto. Il brahmana avido andò da Sanatana a chiedergli la pietra. Senza la minima esitazione Sanatana disse al brahmana che poteva prendersi la pietra che era lì vicino in un mucchio di spazzatura. Il brahmana felice trovò la pietra, ma essendo intelligente, cominciò a riflettere. Perché Sanatana avrebbe buttato via una cosa così preziosa, se non avesse avuto qualcosa di meglio? Quando rivolse questa domanda a Sanatana, egli rispose che gli avrebbe dato la cosa più preziosa di tutte, ma che prima avrebbe dovuto gettare la pietra magica nel fiume. Gettar via la pietra era una prova dura per il brahmana che però, dopo qualche riflessione, accettò la condizione di Sanatana che gli dette il mantra Hare Krsna.
Gli effetti del canto di questo mantra sono illimitati; in questo modo si ottiene molto di più di una collana o di una BMW. Cantare seriamente Hare Krsna ci libera da tutte le sofferenze materiali – non più nascita, morte, malattie e vecchiaia. Esso inoltre ci fa realizzare la nostra eterna identità spirituale piena di infinita gioia e conoscenza. Le persone che comprendono la loro vera natura spirituale e la loro relazione con il Signore diventano completamente soddisfatte. Il loro unico desiderio è servire il Signore.
I desideri soddisfatti sul piano materiale dell’esistenza sono temporanei – oggi ci sono e domani non più. Le acquisizioni materiali in generale, anziché portarci felicità e soddisfazione, alimentano il nostro desiderio di ottenere di più. Il brahmana fece una scelta intelligente e ricevette il segreto dei segreti.
Il Segreto Più Prezioso di Tutti i Segreti
Nel nono capitolo della Bhagavad-gita, Sri Krsna rivela ad Arjuna – e in definitiva a chiunque sia così fortunato da leggere le Sue parole – il più segreto di tutti i segreti. L’essenza di questo capitolo è il verso finale in cui il Signore dà ad Arjuna quattro istruzioni confidenziali: di pensare sempre a Lui, di diventare Suo devoto, di adorarLo e d’inchinarsi davanti a Lui. Queste sono le quattro pratiche che attraggono Krsna. Egli ha realizzato tutte le leggi di natura in modo che aiutino noi anime a trovare la strada di ritorno alla nostra eterna dimora. Se useremo la legge dell’attrazione per finalità materiali, questo ci tratterrà nel mondo materiale delle morti e nascite ripetute. Se invece useremo questa legge per assorbirci nel pensiero di Krsna allora certamente torneremo da Lui. La grande devota, la regina Kunti mette in pratica la legge dell’attrazione in un modo ideale offrendo questa preghiera a Krsna: “O Signore di Madhu, fa che la mia attrazione sia costantemente rivolta verso di Te e nessun’altro, come senza ostacoli il Gange scorre continuamente verso l’oceano.”
(Srimad Bhagavatam 1.8.42)
Arcana Siddhi Devi Dasi è stata iniziata da Prabhupada nel 1976. Vive con il marito e un figlio a Sandy Ridge, nel Nord Carolina, dove svolge l’attività di terapista di famiglia.
SEZIONE LIBRI: SRIMAD-BHAGAVATAM
Considerato “il frutto maturo dell’albero della letteratura Vedica,” lo Srimad-Bhagavatam è la più completa ed autorevole esposizione della conoscenza Vedica. Cinquemila anni fa Krsna Dvaipayana Vyasa compose questo purana, o storia, per spiegare l’essenza della conoscenza spirituale. Qui presentiamo lo Srimad-Bhagavatam col testo originale sanscrito, la traslitterazione, la traduzione parola per parola, la traduzione letterale e le spiegazioni di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
Acarya Fondatore dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
LA SUPREMAZIA DI SRI VISNU
Essendo stato lodato dalle autorità dei pianeti superiori,
Sri Visnu spiega la Sua posizione in relazione agli altri esseri viventi, in particolare di Brahma e Siva.
CANTO 4: CAPITOLO 7
sri-bhagavan uvaca
aham brahma ca sarvas ca
jagatah karanam param
atmesvara upadrasta
svayan-drg avisesanah
sri-bhagavan: Sri Visnu; uvaca: disse; aham: Io; brahma: Brahma; ca: e; sarvah: Siva; ca: e; jagatah: della manifestazione materiale; karanam: la causa; param: suprema; atma-isvarah: l’Anima Suprema; upadrasta: il testimone; svayam-drk: sufficiente in Sé; avisesanah: senza differenza.
Sri Visnu rispose:
Brahma, Siva e Io stesso siamo la causa suprema della manifestazione materiale. Io sono l’Anima Suprema, il testimone sufficiente in Sé, anche se da un punto di vista impersonale non esiste differenza tra Brahma, Siva e Me stesso.
SPIEGAZIONE: Brahma nacque dal corpo trascendentale di Sri Visnu, e Siva nacque dal corpo di Brahma. Perciò Sri Visnu è la causa suprema. Anche nei Veda è affermato che all’inizio solo Visnu, Narayana, esisteva; non c’erano né Brahma né Siva. Anche Sankaracarya conferma: narayanah parah. Narayana, Sri Visnu, è l’origine, e Brahma e Siva sono stati manifestati dopo la creazione.
Sri Visnu è anche atmesvara, l’Anima Suprema in ogni essere. Sotto la Sua direzione, tutto si sviluppa dall’interno. All’inizio dello Srimad-Bhagavatam, per esempio, è affermato, tene brahma hrda: Egli educò dapprima Brahma dall’interno nel cuore.
Nella Bhagavad-gita (10.2) Sri Krsna insegna aham adir hi devanam: Sri Visnu, o Krsna, è l’origine di tutti gli esseri celesti, Brahma e Siva compresi. In un altro passo della Bhagavad-gita (10.8) Krsna afferma, aham sarvasya prabhavah: “Tutto è generato da Me.” E naturalmente anche tutti gli esseri celesti sono inclusi nell’affermazione. Così il Vedanta-sutra insegna, janmady asya yatah, e le Upanisad, yato va imani bhutani jayante. Tutto è generato da Sri Visnu, tutto è mantenuto da Lui e tutto è distrutto dalla Sua energia. Perciò mediante le loro azioni e reazioni, le energie che emanano da Lui creano la manifestazione cosmica e la dissolvono; il Signore quindi è la causa e anche l’effetto. Ogni effetto che possiamo vedere risulta dall’interazione delle Sue energie, e poiché l’energia è generata da Lui, Egli è insieme la causa e l’effetto. Simultaneamente, tutto è differente e uguale. È detto: sarvam khalv idam brahma, ogni cosa è Brahman. Dal punto di vista più elevato, non c’è nulla al di là del Brahman, perciò Brahma e Siva sono certamente non differenti da Lui.
atma-mayam samavisya
so ’ham gunamayim dvija
srjan raksan haran visvam
dadhre samjnam kriyocitam
atma-mayam: la Mia energia; samavisya: entrando; sah: Io stesso; aham: Io; guna-mayim: composto dalle influenze della natura materiale; dvi-ja: o Daksa, nato due volte; srjan: che crea; raksan: che mantiene; haran: che distrugge; visvam: la manifestazione cosmica; dadhre: Io faccio nascere; samjnam: un nome; kriya-ucitam: secondo l’attività.
[Il Signore continuò:]
Mio caro Daksa Dvija, Io sono Dio, la Persona Suprema e originale, ma al fine di creare, mantenere e distruggere questa manifestazione cosmica, agisco attraverso la Mia energia materiale, e in relazione ai differenti gradi di attività, coloro che Mi rappresentano assumono nomi diversi.
SPIEGAZIONE: Come spiega la Bhagavad-gita (7.5), jiva-bhutam maha-baho: il mondo intero è l’energia che emana dalla fonte suprema, la Persona di Dio, il Quale, secondo un’altra affermazione della Bhagavad-gita, agisce attraverso le energie superiori e inferiori. L’energia superiore è costituita dagli esseri viventi, che sono frammenti del Signore Supremo. In quanto frammenti, gli esseri individuali non sono differenti dal Signore Supremo, perché l’energia che emana da Lui non è differente da Lui. Ma nelle reali attività di questo mondo materiale, l’essere vivente si trova soggetto alle differenti qualità dell’energia materiale, e in differenti forme. Esistono otto milioni e quattrocentomila forme di vita, e il medesimo essere individuale agisce sotto le differenti influenze della natura materiale. Gli esseri hanno differenti corpi, ma in origine, all’inizio della creazione, solo Sri Visnu esiste. Brahma è manifestato allo scopo di manifestare la creazione, e per la distruzione appare Siva.
Per quanto si riferisce all’ingresso dell’anima spirituale nel mondo materiale, possiamo dire che tutti gli esseri sono frammenti del Signore Supremo, ma trovandosi sotto la copertura delle varie influenze materiali ottengono nomi differenti. Brahma e Siva sono guna-avatara, manifestazioni degli attributi di Visnu, e Visnu, con loro, accetta di controllare l’influenza della virtù; per questa ragione Egli può essere considerato la manifestazione di un attributo particolare come Siva e come Brahma. In realtà, i nomi sono differenti soltanto in relazione alle differenti funzioni, altrimenti l’origine è una soltanto.
tasmin brahmany advitiye
kevale paramatmani
brahma-rudrau ca bhutani
bhedenajno ’nupasyati
tasmin: Lui; brahmani: al Brahman Supremo; advitiye: a Colui che è senza secondi; kevale: l’Uno; parama-atmani: l’Anima Suprema; brahma-rudrau: sia Brahma che Siva; ca: e; bhutani: gli esseri viventi; bhedena: con la separazione; ajnah: chi non è veramente esperto; anupasyati: pensa.
[Il Signore continuò:]
Chi non possiede una conoscenza adeguata pensa che gli esseri celesti, come Brahma e Siva, siano indipendenti, o pensa che perfino gli esseri viventi lo siano.
SPIEGAZIONE: Gli esseri viventi, compreso Brahma, non sono separati e indipendenti ma sono considerati potenza marginale del Signore Supremo. Il Signore Supremo, che è l’Anima Suprema in ogni essere vivente, Brahma e Siva compresi, guida ognuno nelle sue attività che sono relative alle influenze della natura materiale. Nessuno può agire indipendentemente, senza l’approvazione del Signore, perciò, indirettamente, nessuno è differente dalla Persona Suprema e certamente non lo sono Brahma e Rudra, i quali sono manifestazioni delle influenze della natura materiale, come la passione e l’ignoranza.
yatha puman na svangesu
sirah-pany-adisu kvacit
parakya-buddhim kurute
evam bhutesu mat-parah
yatha: come; puman: una persona; na: non; sva-angesu: nello stesso corpo sirah-pani-adisu: tra la testa e le mani e le altre parti del corpo; kvacit: talvolta; parakya-buddhim: differenza; kurute: fa; evam: così; bhutesu: tra gli esseri viventi; mat-parah: il Mio devoto.
Una persona d’intelligenza media non considera separatamente la testa e le altre parti del corpo. Similmente, per il Mio devoto non esiste alcuna differenza tra Visnu, Dio, l’onnipresente Persona Suprema, e qualsiasi altra cosa o essere vivente.
SPIEGAZIONE: Quando una parte del corpo si ammala, il corpo intero si prende cura della parte malata. Similmente, la visione unitaria del devoto si manifesta nella sua compassione verso tutte le anime condizionate. La Bhagavad-gita (5.18) afferma, panditah sama-darsinah: coloro che sono veramente eruditi considerano in modo equanime la vita condizionata di ogni essere vivente.
I devoti sono compassionevoli verso tutti gli esseri condizionati, e sono quindi conosciuti come aparakya-buddhi. Poiché i devoti sono eruditi, e sanno che ogni essere vivente è un frammento del Signore Supremo, predicano la coscienza di Krsna a tutti, per fare in modo che tutti possano essere felici. Se una parte del corpo si ammala, tutta l’attenzione del corpo è rivolta verso quella parte. Similmente, i devoti si preoccupano di ogni persona che, avendo dimenticato Krsna, è situata a un livello materiale di coscienza. L’equanimità del devoto si manifesta nel fatto che egli opera al fine di far tornare tutti gli esseri viventi a Dio, nella loro dimora originale.
trayanam eka-bhavanam
yo na pasyati vai bhidam
sarva-bhutatmanam brahman
sa santim adhigacchati
trayanam: dei tre; eka-bhavanam: che hanno una sola natura; yah: chi; na pasyati: non vede; vai: certamente; bhidam: separazione; sarva-bhuta-atmanam: dell’Anima Suprema di tutti gli esseri; brahman: o Daksa; sah: egli; santim: pace; adhigacchati: realizza.
[Il Signore continuò:]
Colui che non considera Brahma, Siva o gli esseri viventi in generale come separati dal Supremo, e colui che conosce il Brahman, realizza veramente la pace; gli altri non possono.
SPIEGAZIONE: Ci sono due parole molto significative in questo verso; trayanam, che significa “tre”, cioè Brahma, Siva e Visnu, e bhidam, che significa “differente”. Essendo tre, essi sono separati, ma contemporaneamente costituiscono un’unità. Questa è la filosofia dell’unità e della differenza simultanee, che è definita acintya-bhedabheda-tattva. La Brahma-samhita ce ne dà un esempio: il latte e lo yogurt sono simultaneamente uguali e differenti, entrambi sono latte, ma lo yogurt ha subito una trasformazione.
Per ottenere la vera pace bisogna vedere ogni cosa e ogni essere, Brahma e Siva compresi, come non differenti da Dio, la Persona Suprema. Nessuno è indipendente. Ognuno di noi è un’espansione di Dio, la Persona Suprema. Questo esempio spiega l’unità nella diversità. Esistono manifestazioni diverse, ma contemporaneamente tutte queste manifestazioni costituiscono un’unità in Visnu, in quanto ogni cosa è un’espansione dell’energia di Visnu.
maitreya uvaca
evam bhagavatadistah
prajapati-patir harim
arcitva kratuna svena
devan ubhayato ’yajat
maitreyah: Maitreya; uvaca: disse, evam: così; bhagavata: dal Signore Supremo; adistah: istruito; prajapati-patih: il capo di tutti i Prajapati; harim: Hari; arcitva: dopo aver adorato; kratuna: con le cerimonie del sacrificio; svena: proprio; devan: gli esseri celesti; ubhayatah: separatamente; ayajat: adorò.
Il saggio Maitreya disse:
Così Daksa il capo di tutti i Prajapati, dopo essere stato istruito da Dio, la Persona Suprema, adorò Sri Visnu. Dopo averLo adorato compiendo le cerimonie sacrificali prescritte, Daksa adorò separatamente Brahma e Siva.
SPIEGAZIONE: A Sri Visnu dovrebbe essere offerta ogni cosa, e il Suo prasada dovrebbe essere distribuito a tutti gli esseri celesti. Questa pratica è seguita ancora oggi nel tempio di Jagannatha a Puri. Attorno al tempio principale di Jagannatha sorgono molti templi dedicati agli esseri celesti, e il prasada che è stato prima offerto a Jagannatha viene poi distribuito a tutti gli esseri celesti. La divinità di Bhagalin è adorata con il prasada di Visnu, e anche nel famoso tempio di Siva a Bhuvanesvara, il prasada di Sri Visnu, ossia di Sri Jagannatha, e offerto alla divinità di Siva. Questo è il principio Vaisnava. Un Vaisnava non deride nemmeno gli esseri comuni, nemmeno una formica, tutti invece devono essere onorati secondo la loro posizioni. Ma questa offerta di rispetto deve sempre essere in relazione col Signore Supremo, Krsna, o Visnu, che è il centro di tutto. Un devoto molto elevato vede sempre ogni cosa in relazione con Krsna, niente per lui è indipendente da Krsna, ed egli manifesta così la sua visione unitaria.
rudram ca svena bhagena
hy upadhavat samahitah
karmanodavasanena
somapan itaran api
udavasya sahartvigbhih
sasnav avabhrtham tatah
rudram: Siva; ca: e; svena: con la sua; bhagena: parte; hi: poiché; upadhavat: adorò; samahitah: con la mente concentrata; karmana: con il compimento; udavasanena: con l’azione di terminare; soma-pan: gli esseri celesti; itaran: altri; api: anche; udavasya: portando a termine; saha: insieme; rtvigbhih: con i sacerdoti; sasnau: fece delle abluzioni; avabhrtham: il bagno detto avabhrtha; tatah: allora.
Col massimo rispetto Daksa adorò Siva con la parte degli avanzi dello yajna che gli era dovuta. Dopo aver portato a termine i riti del sacrificio, egli soddisfece tutti gli altri esseri celesti e le persone là riunite. Dopo aver adempiuto tutti questi doveri fece il bagno insieme ai sacerdoti e si sentì pienamente soddisfatto.
SPIEGAZIONE: Rudra, Siva, era stato adeguatamente adorato con la parte che gli spettava degli avanzi dello yajna. Yajna è Visnu, e tutto il prasada offerto a Visnu viene distribuito a tutti gli altri, anche a Siva. Sridhara Svami commenta a questo proposito l’espressione svena bhagena: i resti dello yajna sono offerti a tutti gli esseri celesti e agli altri esseri.
tasma apy anubhavena
svenaivavapta-radhase
dharma eva matim dattva
tridasas te divam yayuh
tasmai: a lui (Daksa); api: persino; anubhavena: son l’adorazione del Signore Supremo; svena: con la sua; eva: certamente; avapta-radhase: avendo raggiunto la perfezione; dharme: nella religione; eva: certamente; matim: intelligenza; dattva: avendo dato; tridasah: gli esseri celesti; te: quelli; divam: sui pianeti celesti; yayuh: andarono.
Adorando così il Signore Supremo, Visnu, attraverso il compimento del rito del sacrificio, Daksa si era completamente stabilito sulla via della religione. Inoltre tutti gli esseri celesti riuniti al sacrificio lo benedissero augurandogli che la sua devozione aumentasse, e poi partirono.
SPIEGAZIONE: Sebbene Daksa fosse molto avanzato nei princìpi della religione aspettava le benedizioni degli esseri celesti; così il grande sacrificio condotto da Daksa terminò nell’armonia e nella pace.
evam daksayani hitva
sati purva-kalevaram
jajne himavatah ksetre
menayam iti susruma
evam: così; daksayani: la figlia di Daksa; hitva: lasciando; sati: Sati; purva-kalevaram: il corpo precedente; jajne: nacque; himavatah: dell’Himalaya; ksetre: dalla moglie; menayam: da Mena; iti: così; susruma: ho sentito.
Maitreya disse
Ho sentito dire che dopo aver lasciato il corpo ricevuto da Daksa, Daksayani [sua figlia] nacque nel regno dell’Himalaya, come figlia di Mena. Ho ascoltato questa notizia da fonti autorevoli.
SPIEGAZIONE: Mena è conosciuta anche come Menaka ed è la moglie del re dell’Himalaya.
tam eva dayitam bhuya
avrnkte patim ambika
ananya-bhavaika-gatim
saktih supteva purusam
tam: lui, Siva; eva: certamente; dayitam: amata; bhuyah: ancora; avrnkte: accettò; patim: come marito; ambika: Ambika, o Sati; ananya-bhava: senza attaccamento ad altri; eka-gatim: l’unico scopo; saktih: le energie femminili (marginale ed esterna); supta: addormentate; iva: come; purusam: il maschio (Siva, come rappresentante del Signore Supremo). (continua nel prossimo numero)
Calendario
Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area, collegatevi al sito www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea disciplica di Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite agli associati del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.
Mese di Damodara
(27 Ottobre – 24 Novembre)
30 Ottobre — Anniversario della scomparsa di Srila Narottama Dasa Thakura, un grande devoto di Krsna noto per le sue canzoni devozionali in lingua bengali.
2 Novembre — Apparizione del Radha Kunda.
5 Novembre — Rama Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 6,57 – 10,18)
9 Novembre — Diwali, il festival si illuminano i templi di Krsna con fiammelle. Chiamate il tempio Hare Krsna locale per dettagli.
10 Novembre — Govardhana Puja, il festival in cui si festeggia l’adorazione della Collina Govardhana da parte dei residenti di Vrndavana e Krsna che solleva la Collina. Chiamate il tempio Hare Krsna locale per dettagli.
13 Novembre — Anniversario della scomparsa di Sua Divina
Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, acarya fondatore dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. I devoti osservano questa festività parlando dei loro ricordi personali di Srila Prabhupada, leggendo la sua biografia e digiunando fino a mezzogiorno. Al termine festa di prasada.
18 Novembre — Anniversario della scomparsa di Srila Srinivasa Acarya, un grande seguace dei sei Gosvami di Vrndavana.
20 Novembre — Anniversario della scomparsa di Srila Gaurakisora Dasa Babaji, il maestro spirituale di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura,
che è il maestro spirituale di Srila Prabhupada. Digiuno fino a mezzogiorno.
21 Novembre — Utthana Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7,18 – 10,26)
24 Novembre — Sri Krsna Rasa-yatra. Ultimo giorno del Damodara-vrata e di Caturmasya.
Mese di Kesava
(25 Novembre – 23 Dicembre)
5 Dicembre — Utpanna Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7,34– 10,35)
20 Dicembre — Moksada Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi. È anche l’anniversario del giorno in cui Krsna enunciò la Bhagavad-gita.
(Rompere il digiuno 7,45 – 10,44)
Mese di Narayana
(24 Dicembre – 22 Gennaio)
27 Dicembre — Anniversario della scomparsa di Srila
Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, il maestro spirituale di Srila A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
4 Gennaio — Saphala Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7,49 – 7,52)
9 Gennaio — Anniversario dell’apparizione di Srila Locana Dasa Thakura, un grande devoto di Krsna noto per le sue canzoni devozionali in lingua bengali.
11 Gennaio — Anniversario della scomparsa di Srila Jiva Gosvami, uno dei sei Gosvami di
Vrndavana.
19 Gennaio — Putrada Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 6,46 – 11,04)
I N C A R N A Z I O N I D I K R S N A
Sri Nrsimha
il Protettore dei Devoti
I devoti di Krsna, quando sono in pericolo, si rivolgono spontaneamente alla Sua forma più feroce per essere protetti.
di Aja Govinda Dasa
Una delle forme più terrificanti di Sri Krsna è quella del Signore Nrsimhadeva, la Sua incarnazione mezzo-uomo e mezzo-leone. Il Signore Nrsimha si manifestò per proteggere il Suo devoto Sri Prahlada Maharaja da suo padre, il re ateo Hiranyakasipu.
Prahlada il bambino santo
Sri Prahlada Maharaja, avendo ricevuto la conoscenza del servizio devozionale nel grembo materno, fu devoto di Sri Krsna fin dalla nascita. Una volta, durante un’assenza di Hiranyakasipu, gli esseri celesti suoi nemici, servitori del Signore Supremo e responsabili della gestione dell’universo, rapirono sua moglie per uccidere il suo embrione, perché temevano che da esso potesse svilupparsi un altro terribile nemico. Srila Narada Muni liberò madre e figlio dopo aver persuaso gli esseri celesti che il bambino che sarebbe nato era un elevato devoto di Sri Krsna. [vedasi l’inserto “Perché Prahlada divenne figlio di Hiranyakasipu.”]
Mentre era ancora nel grembo di sua madre nel periodo in cui essa rimase nell’ashram di Narada Muni, Prahlada per caso ascoltò Narada che illustrava le trascendentali glorie del Signore e, liberatosi da ogni paura, divenne completamente arreso all’infallibile protezione del Signore. Successivamente, sebbene fosse ancora un bambino di cinque anni, con la sua ferma fede nella protezione del Signore indusse questa stessa pura devozione per il Signore nel cuore dei suoi compagni della scuola atea di Sukracarya, il guru dei daitya, i discendenti atei di Diti. Infuriato per l’inflessibile devozione di suo figlio verso il suo peggiore nemico – il Signore Visnu, la forma a quattro braccia di Sri Krsna – Hiranyakasipu condannò Prahlada a morte. Gli assistenti di Hiranyakasipu fecero di tutto per ucciderlo. Si cercò di farlo morire di fame, fu avvelenato, maledetto con incantesimi, percosso da demoni, calpestato da elefanti, messo in una gabbia con pitoni velenosi, gettato giù da alte vette di montagna e aggredito con pietre, fuochi e tempeste di neve. Nonostante tutti i tentativi di Hiranyakasipu, Prahlada rimase incolume e la collera del re demoniaco crebbe a dismisura.
Hiranyakasipu fa piani per diventare Dio
Il rancore di Hiranyakasipu per il Signore Visnu era cominciato quando il Signore sotto la forma di un gigantesco cinghiale aveva ucciso il suo fratello gemello Hiranyaksa che aveva sconvolto l’equilibrio della terra scavando avidamente alla ricerca dell’oro. Per la morte di suo fratello, Hiranyakasipu aveva accusato il Signore Visnu di essere parziale verso gli esseri celesti: “Dio, la Persona Suprema, ha cambiato la Sua naturale tendenza ad essere imparziale sia con i demoni sia con gli esseri celesti. Sebbene Egli sia la Persona Suprema, ora, sotto l’influenza di maya [l’illusione] ha assunto la forma di un cinghiale per compiacere i Suoi devoti, gli esseri celesti, proprio come un bambino irrequieto che propende per qualcuno.
In verità il Signore non è mai parziale con nessuno: samo ’ham sarva-bhutesu na me dvesyo ’sti na priyah (Bhagavad-gita 9.29).
Egli si limita a reciprocare con ogni essere vivente in base ai desideri dell’essere. Il Signore Sri Krsna nella Bhagavad-gita (4.11) insegna:
ye yatha mam prapadyante
tams tathaiva bhajamy aham
mama vartmanuvartante
manusyah partha sarvasah
“Tutti seguono la Mia via in un modo o nell’altro, o figlio di Prtha, e nella misura in cui si abbandonano a Me, Io li ricompenso.” Per questo il Signore appare sotto la forma della morte all’ateo e di amoroso salvatore al Suo devoto. Ed Egli Stesso personalmente è aldilà di ogni preferenza materiale.
Per vendicare la morte del fratello, il potente daitya Hiranyakasipu aveva fatto voto di soddisfare l’anima di suo fratello con il sangue di Visnu. Nella sua ricerca dell’immortalità e della potenza per sconfiggere Visnu, aveva compiuto austerità umanamente impossibili con cui ottenne alcune benedizioni dal Signore Brahma, il creatore dell’universo. Hiranyakasipu pensava di poter diventare Dio per mezzo delle sue austerità e penitenze. Stupidamente riteneva che, poiché il Signore stava favorendo gli esseri celesti, anche Lui doveva essere un comune essere vivente condizionato (soggetto all’influenza della parzialità e dell’odio) e che era divenuto Dio per mezzo di austerità. Questa mentalità è caratteristica dei filosofi mayavadi che sostengono che ogni anima è Dio illuso da maya e che, quando l’illusione viene dissipata, l’anima realizza nuovamente la sua identità con Dio. Questa teoria comunque è inaccettabile se consideriamo la supremazia di Sri Krsna, Dio, la Personalità Suprema, come è affermato nella Bhagavad-gita (9.10):
mayadhyaksena prakrtih
suyate sa-caracaram
hetunanena kaunteya
jagad viparivartate
“La natura materiale, che è una delle Mie energie, agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, generando tutti gli esseri, mobili e immobili. Secondo le sue leggi, questa manifestazione è creata e annientata in un ciclo senza fine.” L’energia materiale, maya, è una delle numerose potenze del Signore Supremo. Poiché maya è completamente sottomessa al Signore, non è assolutamente possibile che il Signore Supremo Assoluto sia soggiogato dalla sua influenza. Gli esseri viventi, invece, poiché sono minuscole parti del Signore possono essere ingannati. La teoria dei Mayavadi secondo cui l’anima dopo la liberazione si fonde con il Signore viene rifiutata nella Bhagavad-gita (15.7, 2.12) in cui Krsna dichiara che tutte le anime jiva, eternamente Sue parti, rimangono sempre individualmente distinte.
I Mayavadi affermano inoltre che il modo più elevato di concepire Dio è ritenerLo trascendentale, impersonale ed onnipervadente nirguna-brahma (una Verità Assoluta priva di qualità, attributi o forma), che assume un corpo condizionato materiale come il nostro ogni volta che scende in questo mondo. Perciò per i Mayavadi, il Signore Visnu o Sri Krsna sono saguna-brahma, cioè Brahman dotato di attributi e forme che per loro significa un illusorio coinvolgimento materiale, perché essi non riescono proprio ad immaginare la trascendenza con qualità e forme.
Frustrati dalla sofferenza provocata dal corpo materiale, i filosofi impersonalisti concepiscono la trascendenza e la liberazione libere da qualità e attributi. Il Signore, comunque, sconfigge con chiarezza questo concetto:
avyaktam vyaktim apannam
manyante mam abuddhayah
param bhavam ajananto
mamavyayam anuttamam
“Gli uomini privi d’intelligenza, che non Mi conoscono veramente, pensano che Io, Krsna, la Persona Suprema, sia stato in precedenza impersonale e abbia ora assunto questa personalità. A causa della loro scarsa conoscenza ignorano la Mia natura superiore, che è immutabile e suprema.” (Bhagavad-gita 7.24)
Dalla Bhagavad-gita apprendiamo dunque che Sri Krsna non ha mai fatto nulla per diventare Dio. Egli è eternamente la Suprema Verità Assoluta e le anime individuali sono eternamente Sue parti.
Nrsimhadeva uccide Hiranyakasipu
Proprio come i Mayavadi sostengono la falsa teoria che con le austerità si possa diventare Dio, così Hiraniakasipu riteneva di poter ottenere un dominio eterno su tutto e vincere il Signore Visnu con la sua potenza. Prahlada però sfidava il suo potere.
L’arrogante Hiranyakasipu lo maledì chiedendogli: “Da dove ti viene il potere di sfidare la mia supremazia?”
“L’origine della mia forza è il Signore Visnu,“ rispose il coraggioso Prahlada. “Egli è la sorgente di ogni forza, inclusa la tua.”
Sentire che la sua forza era un dono di Visnu, il suo peggior nemico, fu il più grande insulto per Hiranyakasipu, che sfidò Prahlada:?“O sfortunatissimo Prahlada, tu hai sempre parlato di un supremo controllore onnipervadente al di sopra di me. Se Egli è ovunque, allora perché non è presente davanti a me in questo pilastro? Se non appare da questo pilastro, allora oggi la tua testa sarà tagliata dalla mia spada.”
Con queste parole, Hiranyakasipu colpì il pilastro con il pugno, e da questo emanò un suono che sembrò spezzare la copertura dell’universo. [vedasi l’inserto “Come Prahlada seppe che il Signore Nrsimha lo avrebbe protetto.”]
Per provare la verità dell’affermazione del Suo devoto Prahlada, il Signore Supremo apparve dal pilastro in una forma mai vista prima, una forma né uomo né leone, la forma del Signore Nrsimhadeva.
Sebbene Hiranyakasipu, quando attaccò il Signore Nrsimha, sembrasse una falena che entra nel fuoco, egli stupidamente pensava di poter sconfiggere il Signore come aveva sconfitto tutti gli altri nemici. Molto tempo prima, quando suo fratello era stato ucciso, questo stesso Hiranyakasipu pieno di ira si era precipitato con un tridente fino alla casa del Signore. Allora il Signore era scomparso entrando in una narice di Hiranyakasipu che, incapace di trovarLo, aveva pensato che Dio fosse morto.
Ora Hiranyakasipu stava lottando con il Signore che giocava con lui come il gatto con il topo.
Quando il sole cominciò a tramontare, il Signore Nrsimha sollevò Hiranyakasipu sul Suo grembo e affondò le unghie nel suo petto.
Il daitya gridò: “Ahimé, il mio petto ora lacerato da Nrsimhadeva è lo stesso petto su cui si ruppero le zanne di Airavata, l’elefante di Indra. È quello stesso petto che rimase senza cicatrici nonostante fosse stato colpito dalla scure del Signore Siva.” (Nrsimha Purana 44.30)
Nrsimhadeva dilaniò il petto duro come la pietra di Hiranyakasipu con le Sue unghie simili al diamante. Il Signore indossò gli intestini del re come una ghirlanda che celebrava la Sua vittoria e, per convincere gli esseri celesti della morte di Hiranyakasipu, strappò via il cuore del daitya. Come ulteriore aspetto del Suo divino passatempo, il Signore fu improvvisamente sorpreso nel constatare che il corpo di Hiranyakasipu era scomparso. Quando battè le mani però, i pezzi strappati del corpo di Hiranyakasipu caddero a terra dalle Sue unghie. (Nrsimha Purana 44.32-35) Da questa descrizione possiamo comprendere che Hiranyakasipu era un insetto insignificante paragonato al leone trascendentale, il Signore Nrsimha. Come Jayadeva Gosvami conferma:
tava kara-kamala-vare nakham
adbhuta-srngam
dalita-hiranyyakasipu-tanu-bhrngam
kesava dhrta-narahari-rupa jaya jagadisa hare
“O Kesava! O Signore dell’universo! O Signore Hari che hai assunto l’aspetto di un essere mezzo uomo e mezzo leone! Tutte le glorie a Te! Proprio come si può facilmente schiacciare tra le unghie una vespa, così il corpo del demone Hiranyakasipu simile a una vespa, è stato squarciato dalle poderose unghie appuntite delle Tue meravigliose mani di loto.”
Il Signore Nrsimha distrusse Hiranyakasipu senza violare le benedizioni offertegli dal Signore Brahma, che gli aveva garantito di non essere ucciso:
• né dentro né fuori di una residenza (il Signore lo uccise sulla soglia)
• né di giorno né di notte (il Signore lo uccise al crepuscolo)
• né sulla terra né in cielo (il Signore lo uccise sul Suo grembo)
• né da un uomo né da un animale (il Signore Nrsimha è metà uomo e metà leone)
• da nessun essere celeste, demone o grande serpente (il Signore è al di sopra di ognuna di queste categorie)
• da nessuna arma o entità vivente o non vivente (il Signore Nrsimha ferì il daitya con le Sue unghie che non sono da considerarsi armi e che non sono né vive né morte)
In conclusione Hiranyakasipu non doveva essere ucciso da nessun essere vivente creato o non creato da Brahma. Hiranyakasipu aveva avuto anche la cautela di assicurarsi che non sarebbe stato ucciso né dal Signore Brahma, né dal Signore Siva, né dal Signore Visnu, le tre divinità che presiedono l’universo ( gli unici tre esseri viventi dell’universo non creati da Brahma). Il Signore Nrsimha è un lila-avatara, cioè un’incarnazione per i divertimenti di Sri Krsna, e non è della categoria di Brahma, Siva o Visnu, che sono i tre guna-avatara, le divinità che governano i tre modi della natura materiale.
Hiranyakasipu, il tiranno dell’universo, voleva invertire il sistema religioso. Voleva che gli empi fossero premiati e le persone pie fossero punite. Per questa ragione alla morte di Hiranyakasipu, tutti gli esseri celesti e tutti gli abitanti dei vari pianeti offrirono le loro preghiere al Signore Nrsimha, esprimendo al Signore la loro gratitudine per aver ucciso il daitya, che si era impadronito di tutte le loro ricchezze, delle loro mogli e delle loro parti di offerte sacrificali. Soltanto Prahlada Maharaja però riuscì con preghiere amorevoli a placare l’ira trascendentale del Signore Nrsimha, che è pronto perfino ad apparire come mezzo uomo e mezzo leone per salvare i suoi puri devoti.
L’inflessibile fede di Prahlada riempì di gioia il Signore Nrsimha, che più volte gli chiese di esprimere un desiderio, ma Prahlada, il più misericordioso di tutti, che si preoccupava di più del benessere degli altri pregò il Signore di liberare il suo demoniaco padre. Il Signore Supremo assicurò la liberazione di ventuno generazioni della discendenza di Prahlada.
Aja Govinda Dasa di diciannove anni, discepolo di Sua Santità Hanumatpresaka Swami, ha vinto una borsa di studio Clarendon per seguire un dottorato ad Oxford sull’intelligenza artificiale. All’età di diciassette anni, la Eta Kappa Nu Honor Society lo ha incluso tra i dieci migliori studenti della Boise State University e tra i quattro migliori ingegneri in elettrotecnica degli USA.
Perché Prahlada Diventò il Figlio di Hiranyakasipu
UNA VOLTA, IL POTENTE Hiranyakasipu salì sulla vetta del monte Kailasa, residenza del Signore Siva, dove cominciò a compiere severe austerità. Il Signore Brahma, amministratore di tutto l’universo, cominciò a pensare come fermare il daitya, ben sapendo che Hiranyakasipu con la sua potenza, frutto delle sue austerità, avrebbe terrorizzato l’universo. Il saggio Narada assicurò suo padre Brahma che sarebbe riuscito a distrarre Hiranyakasipu dalla sua meditazione ascetica.
Narada e il suo amico Parvata Muni presero la forma di uccelli e volarono sul luogo dove Hiranyakasipu era assorto in meditazione. Qui recitarono tre volte il mantra: om namo narayanaya. Sentendo il nome del suo nemico Narayana, Visnu, Hiranyakasipu lanciò una freccia per uccidere gli uccelli, ma i saggi volarono via.
Distolto dalla sua austerità, Hiranyakasipu tornò nel suo palazzo, dove trascorse una notte di piacere insieme alla sua regina Kayadhu. Kayadhu chiese al marito perché avesse abbandonato la sua decisione di compiere austerità per diecimila anni. Egli le raccontò degli uccelli che lo avevano disturbato cantando forte i nomi di Narayana. Nel momento in cui il potente daitya godeva intimamente della compagnia di sua moglie, scaricò il suo seme in lei proprio mentre le ripeteva il mantra: om namo narayanaya. In questo modo i santi nomi del Signore furono invocati al momento del concepimento di Sri Prahlada Maharaja.
— Dal Nrsimha Purana 41.7-34
In che Modo Prahlada Seppe che il Signore Nrsimha lo Avrebbe Protetto
IN UNO DEGLI ULTIMi tentativi di uccidere Prahlada, Hiranyakasipu ordinò ai suoi soldati di legare Prahlada con dei nagapasa (corde fatte di serpenti) nel buio della notte, di gettarlo nel mare e di lanciare enormi pietre per schiacciarlo sul fondo del mare. Quando Prahlada fu gettato nell’oceano, le onde lo portarono sulla riva, dove il portatore personale del Signore Visnu, la potente aquila Garuda, discese per liberare Prahlada dai serpenti che succhiano la vita.
Poi Varuna, signore del mare, svegliò Prahlada offrendogli i suoi omaggi.
Ripresa coscienza, Prahlada pregò Varuna: “O Signore dell’oceano, tu sei fortunato perché sostieni il Signore Visnu che giace su un letto di serpenti sulle tue acque. Per favore, insegnami come posso tenerLo davanti ai miei occhi.”
Varuna rispose: “Caro Prahlada, o migliore tra gli yogi, se tu Lo pregherai in una profonda meditazione, il Signore, che è il benefattore dei Suoi devoti, certamente ti apparirà davanti.”
Poi Varuna scomparve nelle acque.
Ritenendosi indegno di avvicinarsi al Supremo Signore Visnu, Prahlada pianse singhiozzando mentre il suo cuore sprofondava nel dolore e perse conoscenza. Allora il Signore Visnu apparve e lo sollevò sul Suo grembo. Svegliato dalle amorevoli mani del Signore, Prahlada fu pervaso dalla paura, dalla sorpresa e dal piacere di essere tenuto dal Signore per cui cadde in estasi. Il Signore abbracciò Prahlada e quando egli riprese coscienza si prostrò davanti al Signore incapace però di pronunciare qualsiasi preghiera. Il Signore lo tirò su e gli disse: “O figlio, smetti di aver paura della Mia maestosità perché nessuno Mi è più caro di te. Per favore, chiediMi qualsiasi cosa tu desideri di più.”
Prahlada rispose: “Mio Signore, io desidero soltanto sorseggiare il nettare della Tua forma divina, che si mostra raramente perfino ai più grandi degli esseri celesti.”
Quando il Signore invitò di nuovo Prahlada a chiedere un dono, il grande santo richiese per sé soltanto un’esclusiva e inflessibile devozione.
Dopo aver benedetto Prahlada perché ottenesse tutto quello che desiderava e potesse godere di tutti i piaceri, il Signore disse: “Non rattristarti per la Mia scomparsa perché Io non sarò mai separato dal tuo cuore. Molto presto sarò di nuovo con te, quando, per uccidere Hiranyakasipu, apparirò nella forma di Nrsimha, amabile per le persone sante e mortale per gli atei.”
— Dal Nrsimha Purana 43.28-85
Il Giorno della Divina Apparizione di Nrsimha
UN CAPITOLO DEL Padma Purana, Uttara Khanda, descrive le glorie di Sri Nrsimha Caturdasi, il giorno della divina apparizione del Signore Nrsimha. In esso il Signore Siva narra a sua moglie Parvati il seguente racconto:
Dopo che il Signore Nrsimha aveva ucciso Hiranyakasipu, Prahlada offrì preghiere di sincera devozione e poi chiese al Signore: “Come ho fatto ad ottenere questa rarissima posizione di puro servizio devozionale verso di Te?”
Il Signore Nrsimha rispose: “Prahlada, nella tua ultima vita tu eri un figlio indegno di un brahmana. Non ubbidivi alle scritture vediche e ti dedicavi ad attività peccaminose. Col semplice fatto di aver osservato un digiuno completo da ogni tipo di cibo e dall’acqua nell’auspicioso giorno della Mia apparizione, Sri Nrsimha Caturdasi, tu hai ottenuto il puro servizio di devozione verso di Me. A chiunque osservi questo digiuno, prometto eterna felicità, piacere e la liberazione.”
Il Signore Nrsimha è una forma eterna del Signore che appare in diversi universi, in tempi diversi per attuare i Suoi divini divertimenti. Il Suo Nrsimha Caturdasi, il quattordicesimo giorno di luna crescente del mese di Madhusudana, è quindi un giorno eternamente divino in cui i Suoi devoti si astengono da ogni cibo e dall’acqua fino al crepuscolo per onorare la trascendentale apparizione del Signore.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Una Filosofia Basata sulla Frustrazione
Questo dialogo tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e un sacerdote esistenzialista-socialista si è svolto a Los Angeles nel dicembre del 1973.
Sacerdote: Ora finalmente cominciamo ad afferrare il vero significato intimo di cristianità e di religione in generale: Dio condivide la sofferenza dell’uomo, l’uomo impara a vivere con la inevitabilità del dolore.
Srila Prabhupada: Questo è da mascalzoni – perché Dio dovrebbe condividere la sofferenza dell’uomo?
Sacerdote: In questo modo l’uomo può accettare più facilmente la sofferenza come una parte inseparabile della realtà.
Srila Prabhupada: Bravo prete. Le persone cercano di essere felici e la tua teoria è che dovrebbero accettare la sofferenza. Questa affermazione è davvero da mascalzoni. Come anime spirituali, parti integranti dello Spirito Supremo, siamo naturalmente portati a cercare di ridurre la sofferenza e raggiungere la Sua dimora spirituale dove non c’è sofferenza. Tutti cercano di essere perfettamente felici. Questo è ciò per cui lottiamo; questo è il significato della civiltà umana. Non ci sottomettiamo alla sofferenza. Non vogliamo la sofferenza. Allora se tu credi veramente in Dio, se sei veramente un teista, allora perché parli come un mascalzone dicendo che dobbiamo soffrire – che perfino Dio deve soffrire?
Sacerdote: A pensarci bene io sono quello che tu potresti chiamare un “ateo-teista”.
Srila Prabhupada: Ateo-teista? Che significa?
Sacerdote: Io penso che Dio sia essen-zialmente una nostra invenzione… un’idea.
Srila Prabhupada: Tu pensi che Dio sia un’idea?
Sacerdote: Sì, anche se necessaria. L’idea di un essere supremo o di un’autorità suprema è qualcosa che noi ci siamo imposti, perché evidentemente la troviamo confortante e consolante. La maggior parte delle persone è ignorante. Perciò hanno bisogno di Dio – come Marx diceva, hanno bisogno dell’oppio – che costituisce la loro assicurazione per un lieto fine, l’unico rimedio e rifugio per la loro disperazione e frustrazione.
Srila Prabhupada: Tu dici che Dio è solo un’idea. Io dico che Dio non è solo un’idea – Dio è una realtà. Puoi provare il contrario?
Sacerdote: Bene, per come la vedo io, non c’è una necessità assoluta di un essere supremo.
Srila Prabhupada: Ma perfino il tuo Lenin accettava la necessità di un’autorità suprema. L’unico problema era che lui voleva diventare questa autorità suprema. Lenin voleva diventare Dio.
Sacerdote: Sì e lo è stato. Per un po’ di tempo lo è stato.
Srila Prabhupada: No, non poteva diventare Dio. Egli era soggetto alle leggi di Dio – egli è morto. Egli è morto. Non è riuscito a salvarsi dalla morte. Perciò non era l’autorità suprema. Lenin è dovuto morire, perciò questo significa che ci deve essere un’altra autorità suprema.
Sacerdote: Ogni cosa comunque in ultima analisi è priva di significato. Quindi in definitiva la morte non ha significato.
Srila Prabhupada: Perché dici “priva di significato”? Se la morte è priva di significato, allora perché ne hai così paura? Se in questo momento io ti uccidessi, tu avresti paura. Perché?
Sacerdote: Si però il fatto che sia priva di significato non comporta che io non possa attribuirgli qualche valore in un momento qualsiasi.
Srila Prabhupada: Ma insisto, perché dici “priva di significato”? Prima hai detto che stai combattendo per la “rivoluzione” e per “cambiare la società”. Perché combatti così duramente per diffondere il tuo pensiero se in definitiva niente ha significato?
Sacerdote: Prendi in considerazione i numeri. Essi possono essere utili, ma non hanno significato se non per quello che diamo loro. In realtà sono privi di significato.
Srila Prabhupada: Se tutto è veramente privo di significato, allora quello che fai è privo di significato.
Sacerdote: Sì, perché in definitiva tutto è privo di significato.
Srila Prabhupada: Allora sei peggio di un mascalzone. Se ti chiamo mascalzone ti onoro. T’impegni per cose prive di significato.
Sacerdote: Sto dicendo che ognuno può presentare il proprio pensiero, qualunque sia il suo scopo.
Srila Prabhupada: Allora perché cerchi di reclutare molti seguaci? Perché non lasci che le persone facciano quello che vogliono?
Sacerdote: Ma fare tutto quello che si vuole, può comprendere il diffondere il tuo modo di pensare.
Srila Prabhupada: No, no, no. Tu hai il tuo modo di vedere – sii soddisfatto di questo. Non mi scocciare.
Sacerdote: Parte del mio pensiero può essere quella di scocciarti.
Srila Prabhupada: Allora il mio pensiero può essere di sbatterti le mie scarpe sulla testa!
Sacerdote: Ma prendi Lenin. Nessuno lo ha mai sconfitto. Egli semplicemente non è stato sconfitto.
Srila Prabhupada: No, no. Anche Lenin è stato sconfitto – dalla morte. È stato sconfitto, ma non ha voluto ammetterlo. Era un così grande mascalzone che sebbene fosse sconfitto istante per istante – perfino quando stava diventando vecchio e malato, perfino quando stava morendo – pensava ancora: “Non sono sconfitto.” Questo significa che era il Mascalzone Numero Uno. Un uomo in senno ammette: “Sì, sono sconfitto.” Un mascalzone invece non lo ammetterà.
Sacerdote: Bene, dobbiamo guardare le cose dal punto di vista esistenziale. Finché una cosa esiste possiamo darle valore, ma quando cessa di esistere non c’è rimorso né lamento.
Srila Prabhupada: Se non c’è ragione di lamentarsi, perché ti sforzi così tanto di vivere una vita lunga e di esistere il più a lungo possibile? Perché non ti lasci semplicemente morire?
Sacerdote: È come se hai del denaro in mano, finché ce l’hai puoi utilizzarlo, ma se lo perdi, non te ne preoccupi. Nessuna preoccupazione. Questo è quello che io sento riguardo alla morte.
Srila Prabhupada: Puoi anche usare paroloni come questi, ma in pratica sei preoccupato. Tu soffri.
Sacerdote: Sì, posso anche non seguire la mia filosofia, ma essa ha un valore ideale.
Srila Prabhupada: Queste non sono argomentazioni. Nessun uomo di senno accetterà questa filosofia. Non è filosofia – è semplicemente frustrazione e la frustrazione non è vita. La frustrazione è frustrazione.
Sacerdote: Forse la frustrazione è l’unica realtà. Questo è ciò che sentiva Albert Camus. Egli ne ha fatto uno dei principali temi dei suoi scritti. Frustrazione, nessun significato. E una sera egli stava guidando la sua macchina e, secondo ciò che si dice, finì su una scogliera. Può darsi che abbia pensato che se la vita non ha significato, perché non mandare la macchina sulla scogliera e farla finita.
Srila Prabhupada: Pazzo. Doveva essere pazzo perché non sapeva chi era – un’anima eterna, parte integrante di Dio. Era diventato pazzo perché non sapeva quello che si deve sapere.
Sacerdote: Eppure, milioni e milioni di persone accettano i suoi libri praticamente come il vangelo.
Srila Prabhupada: Qual è l’argomento?
Sacerdote: Il tema dei suoi libri è che la vita in definitiva è assurda. Non c’è un vero significato, noi le applichiamo il nostro significato.
Srila Prabhupada: Allora perché cercava di trovare un significato al di là dell’assurdità. Se tutto è assurdo perché scrivere libri?
Sacerdote: Sì, questo è ciò che Camus sembra aver realizzato, che se tutto è assurdo, non ha senso parlare, scrivere e nemmeno vivere.
Srila Prabhupada: Il fatto è che tu stai dicendo che la vita è assurda ed io che non è assurda. Chi deciderà questo? Chi lo deciderà – se hai ragione tu o io?
Sacerdote: Io credo che non possa mai essere deciso.
Srila Prabhupada: Sarà deciso al momento della morte. Questo è tutto. Un mascalzone può stupidamente pensare che la vita sia assurda – ma la morte non lo sarà. Mrtyuh sarva-haras caham. Sri Krsna dice: “Tutti alla fine devono accettarMi – sotto la forma della morte.” Entrambi noi dovremo accettare la morte. Tu non vuoi morire ed io non voglio morire, ma tutti e due dovremo accettare questa suprema autorità. Questo è Dio.
Sacerdote: Ma a proposito di Camus, a lui non importava. Egli morì volontariamente. Voleva morire.
Srila Prabhupada: Non voleva morire, ma può essersi lasciato morire a quel modo solo per mantenere il suo prestigio, questo è tutto.
Sacerdote: Penso che volesse morire.
Srila Prabhupada: Se anche tu desideri morire, lascia che ora ti uccida e sarai felice.
COME SONO DIVENTATA COSCIENTE DI KRISHNA
SOLLIEVO DAL DOLORE DI UNA PERDITA
La perdita di una persona amata mi ha fatto soffrire,
riflettere ed infine trovare rifugio in Srila Prabhupada.
di Radhika Krpa Devi Dasi
Quella notte buia e nebbiosa del 22 dicembre del 1998 ha trasformato la mia vita. In quella notte, la morte divenne una realtà per me perché s’insinuò nella mia vita portandomi via il mio più caro ed amato amico: mio padre.
Nata in una famiglia benestante, avevo vissuto senza mai soffermarmi a riflettere sul significato della vita. Cercavo solo di ottenere beni materiali e la felicità intesa come possesso di cose materiali. Ero cullata dall’affetto dei miei cari che aumentava il mio senso di sicurezza. Il mio mondo era un marito premuroso, due bei figli affettuosi e due genitori che stravedevano per me. Cosa avrei potuto chiedere di più al Signore? Abbastanza stupidamente mi godevo lo splendore del sole pensando che fosse eterno, dimenticando che la vita è come un ramoscello che ondeggia al minimo soffio di vento.
Circondati dai nostri cari dimentichiamo che dobbiamo raggiungere mete più elevate. Il dolore provocato dalla morte di una persona vicina è il migliore degli insegnamenti. Sebbene, sotto molti aspetti, fossi uguale agli altri materialisti, i principi spirituali della mia infanzia mi hanno aiutato a trarre insegnamento dal dolore. Da bambina avevo visitato templi e gurudwara (tempietti della comunità Sikh) seguendo alcuni riti. Avevo letto regolarmente mattina e sera il Guru Granth Sahib (la scrittura sacra dei Sikh) anche senza capirci molto.
Mio padre fu ricoverato all’ospedale per un intervento di angioplastica. I dottori avevano detto che l’intervento sarebbe stato sicuro, ma invece finì in tragedia. Quando mi dissero che era in condizioni critiche, pregai Dio di salvarlo. Sebbene sembrasse che questo tipo di preghiera non avesse avuto risultato, io devo la mia attuale condizione di devota di Krsna a quel momento della mia vita.
Sono certa che le mie preghiere in qualche modo lo abbiano aiutato nei suoi ultimi momenti. Esse comunque hanno rivoluzionato la mia vita. Il Signore cominciò a guidarmi verso di Lui. La mia purificazione cominciò quando all’ospedale decisi – proprio dopo che i dottori avevano annunciato che mio padre stava morendo – di diventare vegetariana. Non riesco ancora a capire che cosa mi abbia ispirato a prendere questo voto, ma oggi ringrazio il Signore di avermi mostrato la strada.
La Mia Ricerca Inizia
Il dolore della separazione mi rese pensosa e suscitò in me moltissime domande. Cercando le risposte, soffrivo terribilmente. Tuttavia mi chiedevo perché non mi fossi mai posta prima queste domande.
Mi sembravano fondamentali, ma ci sono voluti trentotto anni perché permeassero la mia coscienza. Chi siamo noi? Perché siamo qua? Dove andremo dopo la morte? E soprattutto, chi è Dio? Nei sei mesi successivi mi recai in molti luoghi religiosi alla ricerca di risposte a queste domande. Andai in luoghi lontani a pregare Hanumanaji, il Signore Siva, Durga, non per qualche vantaggio materiale, ma per avere una risposta alla mia domanda principale: chi è Dio? Oltre a visitare templi e gurudwara per pregare, cominciai a leggere le scritture con grande impegno.
Una Visita a Sri Vrndavana Dhama
Srila Prabhupada ha detto giustamente che Krsna vede il nostro sforzo sincero per conoscerLo. Krsna rispose alle mie preghiere e mi attrasse verso la Sua santa dimora.
Il 15 maggio del 1999, Krsna portò la mia famiglia e me allo Sri Sri Krsna Balarama Mandir a Vrndavana. Sebbene avessi vissuto a Delhi fin dalla nascita, non avevo mai visitato Vrndavana, ma ora, in risposta alle mie preghiere, il Signore fece in modo che io raggiungessi la destinazione che mi avrebbe dato sollievo. Le risposte alle mie domande mi stavano aspettando.
Dopo aver preso il darsana delle splendide divinità, un devoto ci portò all’abitazione di Srila Prabhupada. Srila Prabhupada è lo siksa (istruttore) guru per chiunque entri nell’area del tempio con sentimenti di ricerca e di resa. Egli è pronto ad aiutarvi, soprattutto quando vi sentite in una tremenda necessità d’aiuto e siete pronti ad accettarlo da lui. Il devoto che ci guidò nella visita all’abitazione di Prabhupada ci parlò dello scopo per cui Prabhupada aveva fondato l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna. Per volontà e misericordia di Krsna trovai le risposte alle mie domande. Ebbi l’impressione che queste risposte mi venissero date automaticamente.
La santità del luogo e le benedizioni di Prabhupada persuasero mio marito e me al punto di seguire subito i suoi insegnamenti. Avemmo l’opportunità di cantare un giro di japa intorno al Samadhi (monumento funebre) di Srila Prabhupada; questo si aggiungeva alla misericordia già mostrata da Krsna verso di noi. Krsna è così misericordioso che fece in modo che mio marito mi sostenesse pienamente in questa scelta. Egli dette ad entrambi noi l’intelligenza di venire a Lui. Sri Krsna tolse ogni ostacolo dal mio percorso verso di Lui.
La nostra guida ci chiese di rimanere per l’arati della sera per godere di un’ “esperienza fuori di questo mondo”. Sri Sri Radha Syamasundara vollero benedirmi completamente senza lasciare spazio a nessun dubbio. Aspettare l’arati della sera significò trascorrere un torrido pomeriggio di maggio con i nostri bambini fuori dal tempio (il tempio è chiuso nel pomeriggio) un po’ sulle scale del Samadhi di Prabhupada e un po’ sul pavimento della guesthouse.
Quando il tempio riaprì alle quattro e un quarto del pomeriggio, ci unimmo ai devoti che facevano un kirtana. Il tempo volò e alle sette di sera il grande Gaura arati riecheggiò nell’aria insieme a gioiosi kirtana e danze. L’atmosfera era elettrizzante; i suoni melodiosi delle karatala e delle mrdanga riempivano il cortile interno del tempio. Tutti furono coinvolti, nessuno si allontanò – tutti danzavano battendo le mani. Tutti apparivano pieni di gioia alla vista del Signore. Era meraviglioso, davvero fuori dal mondo materiale – un’esperienza spirituale al di là delle parole. Ora noi due eravamo determinati a non perdere questa esperienza. Partimmo con il cuore pieno di una gioia nuova. Nel più profondo del mio cuore sentivo che ero stata così fortunata da essere benedetta dalle più meravigliose divinità: Sri Sri Radha Syamasundara. Lasciai il mio cuore con Loro.
L’incontro Con il Mio Padre Spirituale
Poco tempo dopo ci recammo a visitare il piccolo centro ISKCON di Punjabi Bagh, vicino alla nostra casa, che si trovava lì da diciotto anni ma che non ci aveva mai interessato. Il nostro destino era stato di ricevere prima la misericordia di Srila Prabhupada nella città santa di Vrndavana. Senza la guru-krpa, la misericordia del guru, non si può raggiungere la nostra vera destinazione. C’impegnammo subito a cantare sedici giri sulle nostre corone e a seguire tutte le regole che Prabhupada ha prescritto. Sentivamo la misericordia scorrere nelle nostre vite. Fu allora che incontrammo quello che sarebbe stato il nostro padre spirituale, il nostro guru-maharaja, Sua Santità Gopala Krsna Goswami. L’affetto e la misericordia che egli mi dedicò mi fecero dimenticare la sofferenza che stavo attraversando. Ora potevo comprendere il vero scopo della vita, la mia mente era ora in grado di capire il significato delle scritture religiose che io avevo già letto ma non avevo ancora compreso.
Sua Santità Gopala Krsna Goswami nel 2001 ci accettò come discepoli. Oggi sento che sto procedendo sulla giusta strada della coscienza di Krsna. La mia trasformazione è stata grandissima.
Come Prabhupada ha giustamente detto, quando si è in contatto con il Signore Supremo diventiamo consapevoli delle nostre capacità e possiamo usarle al servizio del Signore. Ora do lezioni sulla Coscienza di Krsna. Recentemente ho tenuto dieci lezioni in Pakistan, una delle quali durante un programma a cui partecipavano mille e cento persone. Ho anche trascorso tre settimane a Sydney in Australia, dove ho parlato venti volte in vari luoghi. L’anno scorso sono apparsa in televisione in India ogni giorno per quattro mesi, per parlare della Gita per quindici minuti ogni volta.
Sono anche una donna che lavora, di professione disegnatrice di moda, disegno e produco abiti indiani ed ho cominciato a disegnare abiti per le divinità dell’ISKCON. L’anno scorso ho anche pubblicato un libro di poesie che glorificano il Signore, Srila Prabhupada e il mio maestro spirituale.
Mio marito è un uomo d’affari, ha un laboratorio di medicine ayurveduche, tratta affari immobiliari e disegna anche altari di legno.
Siamo entrambi profondamente grati per le benedizioni che abbiamo ricevuto, in particolare per l’opportunità di servire il Signore. Tutto è cominciato quando entrammo in contatto con Srila Prabhupada attraverso i suoi templi e la sua Associazione. Chiediamo a tutti di aggrapparsi alla sua mano per camminare insieme a noi verso Dio.
Essere Felici con Poco . . . è Possibile?
Una persona abituata a vivere in città si reca in un villaggio e s’innamora della semplice cultura basata sulla devozione.
di Vraja Vihari Dasa
Vita semplice, pensiero elevato è un detto tradizionale indiano. Per un tipico abitante di Mumbai, cresciuto tra slogan moderni come “Fallo,” e “Io ottengo quello che voglio”, questo detto può sembrare antiquato e non praticabile. Ma un recente viaggio in un villaggio lontano nell’interno dell’India mi ha aperto gli occhi costringendomi a mettere in discussione i miei principi.
Remuna è un piccolo villaggio a quindici chilometri ad est della cittadina di Balasore in Orissa. Accompagnavo un gruppo di 170 ragazzi in un pellegrinaggio alla città santa di Jagannatha Puri. Remuna è un luogo sacro anche per una divinità di Krsna che si trova lì e per la sua connessione con Srila Madhavendra Puri, un acarya della nostra successione disciplica.
Quando il sole stava completando il suo corso verso ovest, noi eravamo quasi giunti alla fine di una processione harinama (canto) attraverso il villaggio durata un’ora. Per la maggior parte di noi che abitiamo a Mumbai fu scioccante vedere le semplici case di fango, ben tenute, tutte in fila e le strade pulite. La fragranza degli incensi e dello sterco di mucca permeavano l’atmosfera. Non avevamo mai sperimentato questo guidando in mezzo al traffico di Mumbai o stipati nello scompartimento di un treno con altri cinquecento passeggeri.
Quando passavamo davanti ad una casa, tutti i membri della famiglia uscivano eccitati e felici e ci salutavano con calore ed affetto. Tutti battevano le mani, danzavano, facevano segni di apprezzamento con la testa e cantavano i santi nomi di Krsna. Mentre le mucche e i loro vitellini si muovevano vivacemente all’aperto, gli anziani ci offrivano rispettosi namaskara.
Le donne soffiavano nelle conchiglie per invocare buoni auspici e i bambini pieni di gioia si univano a noi nella processione, dimostrando in questo modo che la nostra presenza nel villaggio era un evento festoso per tutta la comunità.
Alcuni di noi non poterono fare a meno di paragonare questo atteggiamento con le fredde occhiate che normalmente ci vengono rivolte durante un harinama nelle città.
Edifici con molti piani e appartamenti espongono cartelli di avvertimento “Attenti al cane” o “I trasgressori saranno punito,” e gli uomini della sicurezza in uniforme con i loro segnali d’allarme ed altri oggetti di alta tecnologia stanno all’erta per assicurarsi che non violiamo la privacy di qualcuno.
Il signor Mohanty, un insegnante, sapeva che un gruppo di devoti sarebbe passato dal villaggio e si sentì onorato di aver così tanti devoti vicino alla sua scuola. Con gioia dette il benvenuto a ciascuno di noi donandoci una ghirlanda ed offrendoci una rinfrescante bibita al limone mentre noi continuavamo il nostro harinama. Egli ci offrì anche i suoi omaggi ed espresse profonda gratitudine per aver benedetto il suo villaggio.
Dopo una breve sosta, proseguimmo e raggiungemmo subito il luogo dove avremmo consumato la cena, una modesta casa con il tetto di paglia intonacata con lo sterco di mucca. La pura, naturale ambientazione di un bel tempio costruito trecento anni fa (che fa parte della casa) ci fece sentire ben accolti. Il nostro ospite Kamal Lochan Das, sostiene una famiglia con molti congiunti con i miseri proventi del suo lavoro agricolo fatto con mezzi tradizionali.
Poiché si era fatto buio, il capo famiglia stette in piedi con una lanterna per farci accomodare per il prasadam e poi servì tutti noi personalmente. È da generazioni che questa semplice famiglia, senza alcun riconoscimento, serve devoti e pellegrini. Avevano cucinato tutto il prasadam per la festa, ma rifiutarono di prendere anche piccole donazioni per ripagarne i costi. Tutti loro si unirono a noi nel kirtana e nel parlare di Krsna, poi ci raggiunsero anche molti altri abitanti del villaggio.
Più tardi quando lasciammo la casa ringraziando la famiglia, l’anziano signor Das, il capo famiglia, pianse mentre ci rivolgeva un accorato invito a ritornare a casa sua.
Resti Della Cultura Vedica
Un’ospitalità come questa è tipica della cultura vedica. Molti storici hanno parlato della gloria dell’antica India, quando questo modo di vivere era comune. Megasthenes, Fa Hein, Heun Tsang e molti altri viaggiatori hanno descritto in dettaglio il modo di vivere con al centro Dio che fioriva in India. Le famiglie aprivano le loro case a tutti e i templi celebravano feste ogni giorno nutrendo con abbondanza migliaia di persone. La Sri Caitanya-caritamrta descrive dettagliatamente una di queste feste in onore dell’installazione di Sri Gopala a Vrndavana seicento anni fa. Sebbene questo accadesse durante il tremendo regno di Mughal, i residenti di tutti i villaggi e delle province vicine vennero per stare insieme e sotto la guida spirituale di Srila Madhavendra Puri gioirono dando piacere a Krsna. Tradizionalmente grandi festival e offerte opulente erano molto frequenti anche se le famiglie singolarmente possedevano pochissimo.
Poiché allora il centro delle attività era servire ed amare Dio, Krsna, le persone erano felici. Trascorrevano le sere con i devoti dei templi locali, dove kirtana, discussioni e rappresentazioni di carattere devozionale li intrattenevano mantenendoli spiritualmente sovraccarichi. Oggi, nonostante i più raffinati accorgimenti per risparmiare tempo, le persone sono sempre più occupate e rimpiangono di non avere tempo libero per rilassarsi. I divertimenti moderni consistono semplicemente nel subire un bombardamento di immagini dagli schermi, che ci desensibilizzano riducendoci a vivere come robot programmati.
Una Vita Centrata Sull’amore
Allora la formula per essere felici era semplice: vivere in modo cosciente di Krsna. Noi tutti oggi possiamo adottare lo stesso metodo. Mentre i media ci spingono ad una folle frenesia per possedere di più, Kamal Lochan Das e Mohanty sono fulgidi esempi di una tradizione che sta scomparendo e che è la più efficace per garantire una vita felice. In questa vita moderna troppo veloce, raramente qualcuno lascia aperta la sua porta per servire e nutrire un gran numero di stranieri. Nel giro di un paio d’ore ce ne andammo e non abbiamo più potuto incontrare questa famiglia. Per la famiglia Das noi però non eravamo degli estranei; eravamo amici che erano diventati una parte integrante della loro vita, piena di amore e di servizio. Mentre riluttanti attraversavamo i campi melmosi per prendere i nostri autobus per recarci alla stazione ferroviaria, eravamo consapevoli che stavamo lasciando Remuna con la tristezza nel cuore.
Sebbene resi umili ed ispirati da questo viaggio, ci sentivamo anche a casa quando udimmo la musica ad alto volume di un film che si diffondeva intorno e vedemmo un gruppo di adolescenti che danzavano freneticamente secondo gli schemi passionali di Bollywood. Ci dispiacque vedere che la nuova generazione si unisce a noi, gente di città, nel condurre una vita tragica caratterizzata da “vita semplice e pensiero difficile”.
Vraja Vihari Dasa, MBA, fa servizio a tempo pieno all’ISKCON di Mumbai e insegna la coscienza di Krsna agli studenti di varie università.
Scambi di Amore
Nelle relazioni tra il Signore e i Suoi devoti, entrambi gustano la più grande felicità.
di Mohini Radha Devi Dasi
La Bhagavad-gita ed altre scritture lodano Arjuna per la sua stretta relazione con Krsna. Arjuna è noto per il suo sentimento d’amicizia (sakha-bhava). Poiché per definizione le relazioni comportano reciprocità non solo Arjuna è conosciuto come amico di Krsna, ma anche Krsna è conosciuto come amico di Arjuna. Krsna guidò il carro di Arjuna e perciò viene chiamato Partha-sarathi, il “conduttore del carro di Partha (Arjuna)”. Questo nome mostra la speciale relazione di Krsna con il Suo devoto Arjuna.
I dibattiti sul servizio devozionale mettono spesso in evidenza le attività che i devoti compiono per compiacere Krsna, ma la relazione trascendentale tra il Signore e i Suoi devoti è dinamica, caratterizzata da scambi d’amore che nascono da entrambe le parti. Sebbene Krsna sia ben disposto verso tutti, Egli è particolarmente favorevole verso i Suoi devoti. Questo è si chiama bhakta-vatsala, l’affetto del Signore per i Suoi devoti. Nella Bhagavad-gita (9.29) Krsna dice ad Arjuna: “Non invidio e non favorisco nessuno. Sono imparziale con tutti, ma chiunque Mi offra un servizio con devozione vive in Me; egli è un amico per Me come Io sono un amico per lui.” Può apparire contraddittorio affermare che il Signore può essere “imparziale con tutti” e allo stesso tempo offre un particolare riguardo ai Suoi devoti. Srila Prabhupada nella spiegazione a questo verso spiega che il Signore si prende cura di tutti gli esseri viventi, le jiva, che sono tutte parti di Lui. Egli fornisce tutto quello che è necessario per mantenerli in vita; in verità neppure un filo d’erba si muove senza la Sua sanzione. Come controllore Supremo che mantiene tutte le jiva, Krsna è imparziale con tutti.
D’altra parte Krsna distingue tra le Sue parti in base a come si relazionano con Lui. Egli premia gli esseri viventi nella misura in cui si abbandonano a Lui: “Tutti loro, nella misura in cui si abbandonano a Me, Io li ricompenso.” (Bg. 4.11) È naturale pertanto che Krsna mostri uno speciale interesse per i Suoi devoti che sono completamente arresi a Lui e che Lo servono costantemente con amore e devozione.
Il Signore è una persona e anche gli esseri viventi sono persone, sebbene esse siano infinitesimali ed il Signore Supremo sia invece illimitato. Questo concetto è ben rappresentato dall’analogia di un fuoco circondato dalle sue numerose piccolissime scintille, che sono minuscole se paragonate al fuoco da cui originano, ma che hanno la sua stessa composizione. Come c’è una relazione tra le singole scintille e il fuoco, così esiste un’eterna reciproca relazione tra gli esseri viventi e il Signore.
Per il devoto favorevolmente disposto verso il Signore in una relazione di servizio d’amore, questa relazione è molto speciale ed è l’essenza della sua vita. Coscienza di Krsna significa che le azioni, le parole e i desideri del devoto sono sempre diretti a Krsna. Quando si realizza questa posizione perfetta, tra Krsna ed i devoti nasce una vera reciprocità. Krsna è caro ai Suoi devoti ed essi sono cari a Lui. Sebbene sia perfettamente indipendente e soddisfatto in Se Stesso, Egli accetta il servizio dei Suoi devoti e in questo modo rimane al centro della loro vita. La reciprocità fra Krsna e i Suoi devoti, fonte di piacere per entrambi, è unica. In un’altra parte della Gita (6.30) Krsna conferma questa reciprocità: “Per colui che Mi vede in ogni luogo e vede ogni cosa in Me, Io non sono mai perduto né egli è perduto per Me.”
Srila Prabhupada nella sua spiegazione sulla reciprocità trascendentale tra il Signore e i Suoi devoti porta l’esempio di un anello con diamanti: il diamante acquista bellezza vicino all’oro e l’oro appare più bello vicino al diamante. (Bg. 9.29 Spiegazione) In questo modo i devoti glorificano il Signore e il Signore non esita a glorificare i Suoi devoti. Egli appare in questo mondo solo per compiacere i Suoi devoti e punire i demoni che sfidano la Sua autorità e disturbano i devoti. (Bg. 4.8)
Quando un puro devoto serve senza chiedere niente in cambio, Krsna si sente obbligato e “diventa debitore verso il devoto.” (Srimad Bhagavatam 3.8.27 Spiegazione) Questo fatto avviene spesso in relazione a Radharani e alle gopi, che Caitanya Mahaprabhu glorifica come i devoti più elevati in assoluto. Nessuno può controllare Krsna, Dio la Persona Suprema, ma Radharani Lo controlla con la sua devozione. Allo stesso modo Egli con piacere permise a Sua madre Yasoda di legarLo e rimproverarLo. Egli ha mostrato la Sua forma universale ad Arjuna e la Sua forma a quattro braccia a Bhismadeva, esaudendo le loro preghiere. Krsna è la sorgente del piacere dei Suoi devoti ed è felice di soddisfare i loro desideri perché questi desideri sono in pura coscienza di Krsna.
Il desiderio di Krsna di servire i Suoi devoti appare evidente nella Sua forma del Signore Jagannatha, che insieme a Suo fratello Baladeva e a Sua sorella Subbhadra presiede il grande tempio di Puri in Orissa. Le storie relative al tempio hanno registrato i divertimenti del Signore Jagannatha per centinaia di anni. Una volta, Jagannatha e Baladeva Si presentarono travestiti da soldati e combatterono a fianco di Purushottama Maharaja, re di Puri, in una battaglia contro il re di Kanchi, che aveva offeso Purushottama Maharaja dicendo che era uno spazzino. (Secondo la tradizione il re di Puri spazza la strada davanti al carro di Jagannatha in occasione dell’annuale festival del Rathayatra.) L’umile re non prese l’insulto a livello personale, ma lo ritenne un’offesa al suo amato Jagannatha e perciò scese in battaglia da cui uscì vittorioso sotto il comando dei due Signori.
Il Poeta Salabega
Jagannatha è Krsna e i Suoi divertimenti trascendentali sono illimitati e aldilà della nostra comprensione. Egli mostrò una misericordia speciale verso il suo poeta-devoto Salabega, che costituisce un esempio che illustra il piacere con cui il Signore reciproca con i Suoi devoti. Nato all’inizio del diciassettesimo secolo, Salabega era figlio della vedova di un brahmana indù e di Lalbeg, uno spietato comandante dell’Impero mongolo. Sebbene il suo crudele padre odiasse gli Indù, la madre di Salabega, fervente devota del Signore Jagannatha, lo aveva istruito sul Signore.
Una volta da ragazzo, Salabega si ammalò gravemente e il suo medico pensava che sarebbe morto. Salabega guarì miracolosamente quando, ascoltando alcuni devoti che cantavano dei bhajana (canti devozionali) dedicati a Krsna e a Jagannatha, cominciò a cantare i nomi di Jagannatha. Questo fu un momento fondamentale della sua vita devozionale. Egli si ricordava della descrizione che sua madre gli aveva fatto della liberazione da parte di Visnu di Gajendra, il re degli elefanti, che era stato attaccato da un coccodrillo. Come Dhruva Maharaja e Sri Prahlada, anche Salabega ebbe nella sua infanzia un’intensa fede nella misericordia del Signore.
Una volta cresciuto, Salabega imparò a cantare e compose canti devozionali per compiacere Jagannatha, che a volte lui chiamava Kalia, “ll nero amato.” Alla fine andò a vivere a Vrndavana, ma era ansioso di vedere il Signore Jagannatha a Puri. A causa della sua nascita musulmana, a Salabega fu impedito di entrare nel tempio di Puri e allora deluso tornò a Vrndavana. Il Signore Jagannatha è conosciuto col nome di Patita Pavana, “Il salvatore delle anime cadute” e per questo Egli esce dal tempio ogni anno durante il festival del Rathayatra per posare il suo sguardo meraviglioso su tutte le creature. Salabega decise di visitare Puri durante la festa del Rathayatra.
Durante il viaggio per Puri si ammalò. Addolorato al pensiero che non avrebbe potuto vedere Jagannatha, Lo pregò di aspettarlo. Un sentimento che pervade uno dei suoi canti: satasa pacasha kosha cali na parai/ moha jivajaen nandighose thiva rahi. “È molto difficile percorrere a piedi i 750 kosha [la distanza tra Vrndavana e Jagannatha Puri] per vederTi. Per favore, rimani sul Nandighosa fino ad allora.”
Allora accadde un miracolo.
Il carro del Signore Jagannatha, detto Nandighosa, si fermò e nessuno fu capace di farlo muovere. Jagannatha aspettò l’arrivo del Suo caro devoto Salabega che ebbe l’opportunità di cantare direttamente al suo nero amato e guardarLo quanto voleva. Coloro che avevano criticato Salabega per la sua bassa nascita furono umiliati nel vedere la grandezza della devozione di Salabega.
Salabega tornò spesso a comporre canti per Jagannatha nel punto in cui il Signore si era fermato. Oggi il suo samadhi (tomba) sorge lì vicino, sulla Grand Road.
La devozione di Salabega apparentemente portò sotto il suo controllo il Signore dell’universo. In omaggio a questo divertimento, anche ai giorni nostri, il carro del Signore Jagannatha si ferma presso il samadhi di Salabega sulla Grand Road durante la processione del Rathayatra.
L’esempio di Salabega c’insegna che la nascita non ha importanza, che la devozione pura trascende la posizione sociale come quella di un brahmana. Dopo tutto noi non siamo questi corpi, ma anime spirituali. Per mostrare al mondo che tutti possono diventare puri devoti di Krsna, Prabhupada volle che i suoi seguaci, la maggior parte dei quali non erano brahmana per nascita, fossero brahminici per la devozione e il comportamento.
Perfino i più neofiti tra i devoti del Signore possono gustare la dolcezza di reciprocare con Lui. Si dice che quando noi facciamo un passo verso Krsna, Egli ne fa cento verso di noi. Se ricordiamo che Vamanadeva, incarnazione di Krsna sotto la forma di brahmana nano, attraversò l’intero universo con due passi, i cento passi di Krsna verso di noi hanno un grande significato. Anche se nessuno è veramente adatto a servire il Signore Supremo, Egli è così misericordioso da accettare gli umili tentativi dei devoti. (Vedasi Srimad- Bhagavatam 6.16,25 Spiegazione) Il Signore è più desideroso di richiamare le Sue parti condizionate di quanto esse lo siano di tornare a Lui ed aiuta i Suoi devoti a tornare a casa da Dio:
“A coloro che Mi adorano con devozione esclusiva, meditando sulla Mia forma trascendentale, Io fornisco il necessario e preservo ciò che già possiedono.” (Bg. 9.22) Anche se un devoto non riesce a purificarsi completamente durante questa vita, potrà continuare il percorso devozionale nella prossima vita. Le conquiste spirituali, a differenza dei guadagni materiali, non vengono mai perdute.
La via più facile per noi di sentire la reciprocazione con Krsna è quella dell’ascolto e del canto dei santi nomi: sravanam kirtanam.
Quando Krsna è disceso nella forma di Caitanya Mahaprabhu, Egli ha reso il puro amore per Dio, prema, disponibile per tutti attraverso il canto dei santi nomi. Nel degradato Kali-yuga, l’attuale era di discordia e d’ipocrisia, questo è il metodo migliore per ottenere una perfetta coscienza di Krsna. Questo canto costituisce lo yuga-dharma, l’attività prescritta per questa era. I nomi di Krsna sono dotati di tutte le Sue potenze e questo significa che Egli è presente nei Suoi nomi. Quando cantiamo con attenzione, egli viene a danzare sulla nostra lingua. Di quale reciprocazione più grande di questa abbiamo bisogno?
Mohini Radha Devi Dasi, laureata nel 2004 alla Columbia University in letteratura inglese, è una discepola di Sua Santità Gopala Krsna Goswami, Con suo marito, Narada Rsi Dasa, abita a New York City.
Il SUONO OLTRE IL SILENZIO
Salendo lungo l’asse Y
Il silenzio può essere d’oro ma, c’è un suono che vale ancora di più.
di Caitanya Carana Dasa
foto di Yamaraja Dasa
La maggior parte delle persone parla perché trova che parlare sia più tollerabile del silenzio” recita un impertinente slogan da T-shirt. Si tratta senza dubbio di una generalizzazione, ma non contiene un granello di verità?
In molte persone stressate e sofferenti, anche quando la bocca tace, la mente grida e parlare offre una facile distrazione dal caos interiore. Questa è la ragione per cui la Bhagavad-gita (17.16) definisce mauna (il silenzio) come un’austerità, non della bocca ma della mente. Mauna non è l’incapacità di una persona muta a parlare o la riluttanza a parlare di una persona che articola male le parole o la decisione di una persona loquace di non parlare; è la serenità della mente che ci rende capaci di ascoltare la voce guida del Signore dentro di noi.
Naturalmente il parlare e il silenzio hanno entrambi la loro utilità. Nella vita quotidiana, parlare è un mezzo potente ed essenziale per comunicare. In tutta la storia, i riformatori sociali (e i deformatori) hanno galvanizzato i propri seguaci con la potenza delle loro parole. Dall’altra parte i ricercatori hanno meditato in silenzio per trovare l’illuminazione interiore. Possiamo allora concludere che la parola è un veicolo per le trasformazioni sociali e il silenzio per le trasformazioni individuali?
L’aforisma che conclude il Vedanta-sutra: anavrttih sabdat, risolve questa dialettica introducendo un’affascinante dimensione più elevata: il suono oltre il silenzio.
Un Modello Matematico della Vita
Rappresentiamo la nostra ricerca della felicità come un movimento lungo l’asse delle Y in un modello matematico della vita. Noi tutti siamo esseri spirituali eterni che, a causa di un’amnesia spirituale, stiamo erroneamente identificandoci con i nostri corpi materiali temporanei. L’attività materiale, a cominciare dalla parola materiale, aumenta la dimenticanza della nostra naturale gioia spirituale e ci condanna ad infinite ansie e sofferenze. Questo ricade sulla parte negativa dell’asse delle Y.
L’inattività materiale associata con lo yoga tradizionale comincia con il silenzio materiale. Questo permette di controllare la preoccupazione per quello che è temporale e ci dà sollievo, ma da solo non fa rivivere la nostra memoria spirituale. Srila Prabhupada paragona l’inattività dello yoga e la liberazione ad essa associata con la convalescenza – non malato ma neppure in buona salute. Perciò questo trova rappresentazione nell’origine (punto zero) sull’asse delle Y, ma l’attività spirituale, che comincia con il suono spirituale, guarisce la nostra amnesia collegando la nostra coscienza con la supremamente attraente fonte di ogni piacere, Dio e c’illumina e ci vivifica con saggezza e felicità divine. Questo dunque ricade sull’asse positivo delle Y.
Un matematico principiante potrebbe erroneamente pensare che gli assi positivo e negativo siano identici. Allo stesso modo uno spiritualista neofita potrebbe erroneamente pensare che il suono spirituale e materiale siano identici. Noi però possiamo comprendere questa differenza per mezzo dell’intelligenza e sperimentarla nella pratica. Come un bambino che non sa niente della carta moneta, non vede differenza tra la carta straccia e un biglietto da cento dollari, così una persona spiritualmente immatura, che non conosce i valori spirituali, non vede differenza tra il comune suono materiale e lo straordinario suono spirituale. Il suono materiale agita la nostra mente, mentre quello spirituale la rasserena. Il suono materiale aggrava e tende a perpetuare la nostra amnesia; il suono spirituale la rende più leggera e la sradica. Il suono materiale ci lega, quello spirituale ci libera.
Poiché tutti i suoni sono emessi dalla stessa bocca, che cos’è che rende spirituale un suono? La sua connessione con la sorgente e il sostegno di tutta la spiritualità: il supremo essere spirituale, Dio, che si trova sull’infinito positivo dell’asse Y.
Il suono spirituale – la parola rivelata di Dio – è venerato in tutte le tradizioni di saggezza di tutto il mondo. Nella tradizione cristiano-giudaica, San Giovanni (1.1) afferma: “In principio c’era la Parola e la Parola era con Dio e la Parola era Dio.” Nella tradizione vedica, gli inni, i versi, i canti, i mantra, i bhajana e i kirtana invitano gli avventurosi spiritualisti verso i più elevati domini dell’illuminazione e dell’esaudimento dei desideri.
Il Suono del Santo Nome
Quanto più è grande la connessione di un suono con Dio, tanto più grande è la sua potenza spirituale. Il suono più intimamente legato a noi è il suono del nostro nome personale. Lo stesso vale per Dio. Perciò il suono spirituale più potente è il santo nome di Dio. In verità il santo nome di Dio è identico a Dio, come affermato nel Padma Purana: abhinnatvan nama-naminoh. Perciò cantare il santo nome ci purifica, portandoci ad un immediato e diretto contatto con Dio. La meditazione con il mantra – meditazione sul mantra composto dai santi nomi di Dio – sintonizza progressivamente la nostra coscienza con il livello spirituale, dove possiamo ricevere la guida dell’Anima Suprema che è nel cuore, che è identica al santo nome.
Quindi il canto con una sola rapida mossa ottiene quello per cui mauna impiega due mosse lente e difficili: per prima cosa fa tacere il clamore della mente e poi percepisce la voce dell’Anima Suprema nel cuore. La Kali Santarana Upanisad, una scrittura che contiene pratiche adatte alla nostra era attuale, afferma inequivocabilmente: “In questa era non c’è altro mezzo di purificazione del canto del maha-mantra: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.”
Il santo nome non solo è il più efficace per la purificazione, ma consente anche ai devoti, attraverso la meditazione di gruppo sul suono del santo nome, sankirtana, di poter gustare simultaneamente la felicità divina e di condividerla anche con gli altri. Srila Prabhupada scrive: “Gli argomenti svolti da Sri Krsna sono così di buon auspicio che purificano colui che parla, colui che ascolta e colui che fa domande.” (Srimad-Bhagavatam 2,1,1 Spiegazione) Perciò il suono spirituale sintetizza le virtù del suono materiale e del silenzio offrendoci un mezzo unico per una simultanea trasformazione sociale ed individuale. Quindi gli insegnamenti vedici portano ad una versione riveduta del proverbio tradizionale: “La parola è d’argento, il silenzio è d’oro – ma la parola spirituale è di diamante.”
Caitanya Carana Dasa è un discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami. È laureato in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni e fa servizio a tempo pieno all’ISKCON di Pune.
IL NOSTRO AMICO SCONOSCIUTO
Egli ci guida senza obbligarci, si nasconde a noi senza
abbandonarci, ci osserva senza interferire e ci ama senza controllarci.
di Gopinatha Candra Dasa
Da ragazzo, una delle mie passioni principali era andare in bicicletta. I miei genitori mi comprarono la prima bicicletta in una città distante quindici chilometri dal luogo dove vivevo e nonostante la loro affettuosa sollecitudine e il desiderio da loro espresso, io fui irremovibile sul fatto di tornare a casa in bicicletta.
Era divertente andare in bicicletta da soli sull’asfalto lucido delle strade ed essere sorpassato ogni pochi minuti da qualche veloce automobile. All’improvviso però il viaggio mi apparve più lungo di quanto mi aspettassi. Quando poi la strada cominciò a salire, il percorso mi apparve senza fine. I miei piedi si rifiutavano di continuare a pedalare preferendo camminare ed io li accontentai. Dentro di me desideravo che mio padre mi fosse accanto. In quel momento uno sconosciuto che mi aveva seguito in bicicletta per tutto il tempo senza che io lo notassi, si fece avanti e si offrì per aiutarmi. Mi fece piacere capire che mio padre lo aveva incaricato di seguirmi a distanza. Mio padre aveva previsto la mia situazione precaria.
Il Signore Nel Cuore
Alcuni anni dopo venni in contatto con gli insegnamenti della Bhagavad-gita. La Gita afferma che il Signore nella Sua forma di Paramatma si trova nel nostro cuore, testimone delle nostre azioni. Gli scettici spesso chiedono: “Perché non siamo coscienti della Sua presenza e del Suo occhio vigile? Perché non siamo consapevoli del Suo piacere o dispiacere per tutto quello che facciamo?”
Il Signore si rende invisibile alla nostra coscienza affinché possiamo esercitare il nostro libero arbitrio. Senza libero arbitrio non ci può essere amore. Avevo sfidato la volontà di mio padre e lui per amore verso di me aveva reso invisibile il suo occhio attento nella prima fase del mio viaggio. Allo stesso modo, se di nuovo e di nuovo continuiamo a sfidare le indicazioni e la volontà del Signore che è nei nostri cuori, Egli rimane invisibile in omaggio al nostro libero arbitrio. Le persone impegnate in attività empie non desiderano che il Signore le guardi, perciò Egli si cela.
Avevo voluto che mio padre mi lasciasse solo durante il viaggio e lui l’aveva fatto, ma poiché mi amava non mi aveva mai abbandonato. Nello stesso modo il Paramatma è personale ed intimo e non ci abbandona mai. Anche se offendiamo gravemente Lui e i Suoi devoti e compiamo le azioni più nefande che Gli fanno dispiacere, Egli è sempre lì, nel nostro cuore, per proteggerci. Nessuno c’è più vicino di Lui – ad ogni livello. Senza riguardo a quanto noi ci allontaniamo da Lui, Egli rimane sempre la persona più vicina a noi. Innumerevoli esseri viventi provano invidia per Lui. Tuttavia, per amore, Egli non abbandona mai nessuno neanche per un istante.
Nella mia stupidità non sapevo quello che era bene per me e perciò andai contro la volontà di mio padre. Noi abbiamo la tendenza ad andare contro la volontà di Krsna, anche se amarLo e servirLo – arrendersi con piacere e spontaneamente alla Sua volontà – è la nostra natura costituzionale, l’essenza della nostra esistenza. In questa posizione proviamo una felicità senza limiti. Quando dimentichiamo la nostra posizione costituzionale, cadiamo sotto il potere delle leggi del karma. Krsna ha progettato queste leggi in modo tale che noi alla fine dobbiamo fare la giusta scelta di tornare da Lui. E allora Egli ci dà la più elevata delle estasi. Lui sa che cosa è meglio per noi.
Quando cercavo protezione, fui piacevolmente sorpreso di vedere che mio padre mi stava aspettando. Anche se veniamo mandati all’inferno, anche se siamo in qualche tipo di batterio, il nostro amorevole padre, il Signore Supremo, è sempre lì ad aspettare che torniamo da Lui. Egli si rende visibile nella misura in cui accettiamo la Sua protezione. Man mano che progrediamo spiritualmente siamo sempre più consapevoli del suo occhio attento.
Mio padre aveva organizzato che una persona mi aiutasse. Allo stesso modo il Signore Supremo predispone molti accorgimenti per liberarci. Egli parla attraverso guru, sadhu e sastra. Tutto quello che dobbiamo fare è cooperare con Lui.
Gopinatha Candra Dasa laureato all’India Institute of Technology (IIT) di Mumbai in ingegneria civile, al momento attuale presta servizio a tempo pieno all’ISKCON di Mumbai ed insegna la coscienza di Krsna a studenti di vari college.
e-Krishna
Profili di siti web collegati con Krsna
Gouranga TV: La Collezione di Video Hare Krishna — I Devoti di Krsna di tutto il mondo stanno usando l’Internet per apprendere, condividere e diffondere la coscienza di Krsna. Man mano che le tecnologie di internet, quali i video in linea sono diventati sempre più popolari, alcuni devoti hanno scoperto modi creativi per usarle. Gouranga TV è la creatura dei devoti ungheresi Bindhu Madhava Dasa e Manorama Dasa. Il loro sito web, www.gouranga.tv, fornisce link ai video coscienti di Krsna. I link sono suddivisi e indicizzati per categoria, e un comando di ricerca vi fa andare direttamente nel sito che state cercando.
“In linea sono disponibili molti video coscienti di Krsna”, dice Manorama, “ma quando i devoti cercano di trovarli, spesso le loro ricerche rimangono infruttuose.”
Molti siti internet permettono di caricare video, quindi i devoti possono caricare festival, kirtana, conferenze, interviste, visite al tempio, darsana delle divinità — quasi tutto quello che un cinepresa o un telefono cellulare può riprendere. Ma poiché tutti possono mandare video a questi siti, mentre si cercano gocce di nettare si dovrà cercare tra video inappropriati o etichettati in modo sbagliato.
Manorama Dasa afferma: “Abbiamo fondato Gouranga TV per aiutare i devoti nelle loro ricerche raccogliendo e organizzando video collegati con Krsna.”
Che ci fosse spazio per un servizio Internet che fornisse un sito per categorie e indicizzato fu una idea che “ci venne in mente contemporaneamente” dicono
Bindhu e Manorama.
“Inizialmente abbiamo creato il Gruppo Gouranga sul Youtube.com, ma poiché non era possibile creare sottocategorie di video o aggiungere video provenienti da altri siti come Google o Revver, ci venne l’idea di creare un nostro sito —
Gouranga TV.”
“Per favore aiutateci a raccogliere link verso tutti i video coscienti di Krsna disponibili online,” dice Manorama. “Che tu sia un direttore, un operatore video o un corrispondente, raccontaci dei festival a cui hai partecipato, o condividi con altri le conferenze tenute nel tuo tempio e il darsana delle tue divinità preferite. Siamo in attesa del tuo primo contributo”
Se hai bisogno di aiuto per il tuoi video, contatta Manorama e Bindhu Madhava attraverso il loro sito:
www.gouranga.tv.
LIBRO DI MEDITAZIONE SU
Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FONDATORE-ACARYA DELL’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE PER LA COSCIENZA DI KRISHNA
È con immensa gioia che la Bhaktivedanta Book Trust presenta a tutti i devoti un libro di meditazione su Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Si tratta di una selezione di immagini storiche, molte delle quali inedite, presentate per la prima volta in un’edizione d’arte di grande formato.
È un’opportunità per consentire a tutti di avvicinarsi a Srila Prabhupada e sviluppare un sentimento di amore e devozione.
Caratteristiche dell’opera:
Grande formato: 39,5 x 31,5 cm.
Copertina e cofanetto in seta.
192 pagine su carta avorio.
178 fotografie restaurate a colori e in bianco e nero, che mostrano momenti storici e indimenticabili di Srila Prabhupada con i devoti e la sua predica in tutto il mondo.
Il libro è disponibile presso:
BBT Italia srl, strada Bonazza, 11
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)
telefono: 0558076414
fax: 0558076630
mail: nimaipandit@bbtitalia.com o presso i templi Hare Krsna.
Vi preghiamo di non perdere questa opportunità unica di avere il darsana di Srila Prabhupada, mitigando in questo modo la tristezza della separazione da lui, nel trentesimo anniversario della sua scomparsa.