Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Assisterti nella tua richiesta per la Verità Assoluta
Ritorno a Krishna
Fondata nel 1944 • Vol. 41, Numero 2 • Marzo / Aprile 2007
(Ediz. Italiana Vol. 19, Numero 2)

Sommario
Lezione del Fondatore
4 Attività dopo la Liberazione Srila Prabhupada spiega perché molti studiosi dei Veda, avendo fallito nel comprendere l'eterna realtà dell'attività spirituale, cadono dalla loro supposta realizzazione spirituale e ritornano alla vita materiale.

8 Una Vita di Servizio Ideale Sua Santità Bhakti-svarupa Damodara Swami, qualificato sia come scienziato sia come Vaisnava, ha dedicato la sua vita per esaudire le istruzioni dirette che ha icevuto da Srila Prabhupada.
22 L'Osservatore Vedico
23 Srimad-Bhagavatam
27 I Dialoghi di Srila Prabhupada
Religione e Stato
28 Umiltà e Senso di Benessere
Poiché per progredire nel bhakti-yoga è richiesta umiltà, coloro che seguono questa strada si chiedono se per loro è permesso mantenere qualche forma di auto-stima.
32 Calendario
34 Il Mistero di Madhusudana Sia nei divertimenti di Vrndavana che di Dwaraka, Krsna non uccise nessuno di nome Madhu. Perché allora, Arjuna si rivolge a Krsna chiamandolo Madhusudana.
38 Festival sul Mare Baltico
Quando una coppia di devoti Hare Krsna ha viaggiato da Seattle in Europa per partecipare ad un festival viaggiante annuale, hanno potuto testimoniare i risultati soddisfacenti di un duro lavoro e di una buona organizzazione.

FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina
Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE: Alida D’Ambrosio
(Ali Krsna devi dasi)

AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI: Visnupriya devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna - strada Bonazza, 11 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Tel. (055) 8076414 - Fax (055) 8076630 E-mail: nimaipandit@bbtitalia.191.it


PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; a si pronuncia a lunga e aperta; i si pronuncia i lunga; u si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce;
r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce). Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia
Euro 3,00. Le donazioni per ricevere la rivista devono essere versate sul C.C.P. n. 42036004, intestato a:
‘Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna’, strada Bonazza 11,
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI).
© Associazione Ritorno a Krishna - Tutti i diritti riservati - Ritorno a Krishna - Publicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 - Vol. 19, N.2-Marzo/Aprile 2007 Stampa: La Zincografica, Firenze.
Sped. Abb. Post. Comma 20 C
Legge 662/96 Filiale Firenze


BENVENUTO

IN QUESTO NUMERO offriamo il nostro tributo a Sua Santità Bhakti-svarupa Damodara Swami, un preminente discepolo di Srila Prabhupada che ha lasciato questo mondo lo scorso mese di Ottobre. Educato come scienziato, Bhakti-svarupa Damodara Swami in breve diventò famoso nel Movimento Hare Krsna giocando il ruolo dello sfidante negli attacchi di Srila Prabhupada all'arroganza della scienza moderna. Ispirato da Prabhupada, lavorò con dedizione a diffondere la coscienza di Krsna, guadagnando riconoscimenti a livello mondiale nel campo del dialogo interreligioso.
In questo numero si trova anche un rapporto di una coppia di Seattle che ha soddisfatto un desiderio di lunga data, di prendere parte al festival Hare Krsna che si tiene ogni estate in Polonia. Essi hanno potuto vedere in prima persona come una presentazione ben organizzata della cultura di Krsna, può attrarre la gente ad ascoltare il Suo importantissimo messaggio. Il messaggio di Krsna ci arriva in maniera succinta dalla Sua Bhagavad-gita, ed in Il Mistero di Madhusudana Satyaraja Dasa ci illumina sul significato di uno dei nomi che Arjuna usa nel rivolgersi a Krsna nella Gita.
La conferenza di Srila Prabhupada, che introduce l'argomento, discute l'eterna natura dell'attività spirituale e Arcana Siddhi Devi Dasi spiega perché possiamo essere Umili e Sentire Dio.
Hare Krsna.—Nagaraja Dasa, Direttore

I NOSTRI SCOPI

• Aiutare la gente a discernere la realtà dall'illusione, lo spirito dalla materia, l'eterno dal temporaneo.
• Evidenziare i difetti del materialismo.
• Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale
• Preservare e diffondere la cultura vedica.
• Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Maha­prabhu.
• Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, la Personalità di Dio.


LEZIONE DEL FONDATORE
Bombay — 28 Ottobre 1973
Attività dopo la Liberazione

Ritenendo che la realizzazione del Brahman rappresenti la perfezione, molti eruditi vedici non raggiungono lo scopo finale e ritornano nel mondo materiale.


di Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada
Fondatore-Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

sri-bhagavan uvaca
urdhva-mulam adhah-sakham
asvattham prahur avyayam
chandamsi yasya parnani
yas tam veda sa veda-vit

“Dio, la Persona Suprema, disse: Esiste un albero baniano che è eterno e ha le radici che si dirigono verso l’alto e i rami verso il basso; le sue foglie sono gli inni vedici. Chi conosce quest’albero conosce i Veda.” (Bhagavad-gita 15-1)

QUESTA DESCRIZIONE si trova nella letteratura vedica. Veda significa conoscenza. Dalla radice vid è derivata la parola Veda che significa conoscenza. Vi sono diversi tipi di conoscenza e dai Veda si può ottenere perfettamente ogni tipo di conoscenza. C’è il Dhanur-veda, l’Ayur-veda, il Rg-veda, il Sama-veda — rami distinti dei Veda, ma lo scopo dello studio dei Veda è quello di comprendere Krsna. Ci sono vari tipi di libri di conoscenza. Se lo studio di questi libri di conoscenza porta a conoscere il Signore Supremo, Krsna, allora questa conoscenza è perfetta.
Sri Krsna dice:

bahunam janmanam ante
jnanavan mam prapadyate
vasudevah sarvam iti
sa mahatma su-durlabhah

“Dopo molte nascite e morti chi è situato nella vera conoscenza si sottomette a Me sapendo che Io sono la causa di tutte le cause e sono tutto ciò che esiste. Un’anima così grande è molto rara.” (Bhagavad-gita 7-19)

Dopo aver studiato i Veda acquisendo una conoscenza speculativa, colui che è davvero
saggio si arrende a Krsna. Perché? Perché Krsna è tutto. Tutto ciò che vediamo e sperimentiamo è energia di Krsna. La realtà materiale è un’espansione dell’energia di Krsna, il mondo spirituale è un’espansione dell’energia di Krsna, il brahmajyoti è un’espansione dell’energia di Krsna e il Paramatma (l’Anima Suprema) è un’espansione di un’espansione plenaria di Krsna.
Il Visnu Purana afferma:

eka-desa-sthitasyagner
jyotsna vistarini yatha
parasya brahmanah saktis
tathedam akhilam jagat

“Il fuoco è in un punto ma distribuisce calore e luce intorno. Allo stesso modo Dio, la Persona Suprema, distribuisce le Sue energie in vari modi.”
La realtà materiale non è nient’altro che una manifestazione dell’energia di Krsna. Poiché noi siamo parti di Krsna, siamo Brahman, spirito. Ora ci identifichiamo con la materia. Mukti, la liberazione, significa cessare di identificarsi con la materia realizzando aham brahmasmi: “Io sono spirito.” Questa realizzazione da sola non è però sufficiente; dobbiamo agire come Brahman. Questa è la perfezione della conoscenza.
Quindi realizzare soltanto: “Io sono Brahman” non è la perfezione. Questa è avisuddha-buddhayah, intelligenza non pura:

ye ’nye ’ravindaksa vimukta-maninas
tvayy asta-bhavad avisuddha-buddhayah
aruhya krcchrena param padam tatah
patanty adho ’nadrta-yusmad-anghrayah

“O Signore dagli occhi di loto, sebbene i non-devoti che si dedicano a rigide austerità e penitenze per raggiungere la posizione più elevata possono credersi liberati, non hanno ancora un’intelligenza pura. Cadono quindi dalla loro presunta posizione di superiorità perché non hanno considerazione per i Tuoi piedi di loto.” (Srimad-Bhagavatam 10.2.32)

La sola comprensione di aham brahmasmi non ci aiuterà. Anche se con rigide austerità e privazioni si arriva ad immergersi nel Brahman, c’è ancora la possibilità di cadere. Perché? Colui che non ha realizzato i piedi di loto della Persona Suprema, Sri Krsna, è destinato a cadere.
In India abbiamo incontrato molti famosissimi sannyasi, studiosi molto eruditi che conoscono le scritture, ma essi sono coinvolti nella politica. Perché? Se questo mondo è mithya (falso), come voi dite, e pertanto lo avete rifiutato, allora perché tornate ad occuparvi di politica? Perché vi occupate di questo mondo mithya? Perché non avete raggiunto la realizzazione.
Persone di questo tipo pensano: “Ora siamo liberati,” ma in realtà non sono liberati, perché la loro intelligenza non è ancora pura. Perciò, anche dopo severe austerità e privazioni e dopo essere arrivati alla realizzazione del Brahman, poiché essi non hanno realizzato i piedi di loto di Krsna, cadono. Accade così perché non sono impegnati a livello spirituale.
Non desidero fare il nome di questi grandissimi sannyasi indiani che sono caduti in questo modo, ma voi sapete che i membri della sampradaya dei Mayavadi (la successione dei filosofi impersonalisti) ritengono che questo mondo sia mithya. Il loro slogan è brahma satyam jagan mithya: “Lo spirito è la verità, ma questo mondo è falso.” Ma se questo mondo è falso perché cadete dalle vostre posizioni cosiddette liberate nel Brahman per occuparvi di attività filantropiche o politiche?

Il Primo Insegnamento di Krsna

Realizzare il Brahman significa comprendere “Io non sono questo corpo.” Finché ci si identifica con il corpo, non siamo migliori degli animali. Questo è il primo insegnamento.
All’inizio della Bhagavad-gita (2.13) Krsna dice:

dehino ’smin yatha dehe
kaumaram yauvanam jara
tatha dehantara-praptir
dhiras tatra na muhyati

“Come l’anima incarnata passa, in questo corpo, dall’infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l’anima passa in un altro corpo all’istante della morte. La persona saggia non è turbata da questo cambiamento.”
Questa è la realizzazione preliminare del Brahman, ma si deve rendere stabile questa realizzazione del Brahman:

brahma-bhutah prasannatma
na socati na kanksati
samah sarvesu bhutesu
mad-bhaktim labhate param

“Colui che ha così raggiunto la Trascendenza realizza subito il Brahman Supremo e diventa felice. Non si lamenta, non ha desideri di possesso ed è equanime verso tutti gli esseri viventi. In questa condizione può servirMi con una devozione pura.” (Bhagavad-gita 18-54) Quando si è veramente liberi dalla concezione della vita basata sul corpo e si vede ovunque l’identità spirituale, allora ci si può impegnare nell’attività del Brahman. Il bhakti-yoga rappresenta le attività del Brahman. I filosofi Mayavadi pensano che dopo la realizzazione del Brahman non ci sia più attività, ma questo non è vero. La vera attività comincia dopo la realizzazione del Brahman. Questa è l’attività del Brahman. Questo è il bhakti-yoga. Krsna è il Param Brahman, il Brahman Supremo e poiché noi siamo parti di Krsna allora naturalmente siamo anche Brahman, proprio come una particella d’oro deve essere oro. Non c’è dubbio su questo, ma ciò non significa che la particella d’oro sia uguale alla miniera d’oro. Questo non è possibile. La parte non è mai uguale al tutto. Krsna ha già descritto il bhakti-yoga. Ora Egli descrive le attività nel mondo materiale. Dobbiamo agire in modo da liberarci alla fine della vita per tornare a casa, a casa da Dio. Queste sono le vere attività da compiere nel mondo materiale evitando di comportarci come animali intenti solo a mangiare, dormire, fare sesso e difendersi.

L’albero Capovolto

Krsna descrivendo il mondo materiale lo paragona ad un albero baniano che ha le radici verso l’alto. Questo significa che il mondo materiale è creato dal mondo spirituale. Il seme della creazione si trova nel mondo spirituale, il regno di Dio — Narayana o Krsna. Qui il mondo materiale viene descritto come un riflesso del mondo spirituale. Se voi siete sulla riva di un lago, vedrete che tutti gli alberi riflessi nell’acqua sono capovolti. Gli alberi veri sono sulla riva del lago, ma i loro riflessi sono capovolti. La parte superiore di un albero si trova in basso. Il mondo materiale viene paragonato a questo riflesso.
Nella Bhagavad-gita (7.4) Krsna dice che l’energia materiale è una Sua energia. L’energia viene sempre considerata la parte femminile, mentre l’energetico è sempre ritenuto la parte maschile. Nella Bhagavad-gita (14.4), Krsna dice inoltre che Egli è il padre che dà il seme. Egli è il seme originale del mondo materiale che si è espanso dal mondo spirituale. Ci sono tre tipi d’energia di Dio, la Persona Suprema: l’energia materiale, quella spirituale e quella marginale. La creazione materiale si realizza dall’energia materiale. L’energia spirituale è eterna. Questo è il mondo spirituale e tra i due mondi, materiale e spirituale c’è l’energia marginale composta da noi, esseri viventi.
Noi esseri viventi in realtà siamo prakrti, energia. Non siamo il Purusa, Dio, la Persona Suprema. Purusa significa goditore, ma i filosofi Mayavadi vogliono trasformare la prakrti in Purusa. Le jiva, gli esseri viventi vengono descritti come para-prakrti, energia superiore. Esse sono superiori alla materia perché regolano la materia. Esse cercano di godere delle risorse materiali. In realtà non possono farlo, ma ci provano. Sebbene vengano definite energia superiore, esse sono energia, non l’energetico.

Il mondo materiale è eterno e anche gli esseri viventi sono eterni. Il mondo materiale è eterno nel senso che è un’energia di Krsna. Se Krsna è eterno anche la Sua energia è eterna, ma la manifestazione di questa energia è temporanea. Se non esistesse l’energia, come potrebbe manifestarsi il mondo materiale? Ci sono molte energie dentro di voi, dentro di me che non sempre sono manifestate, ma a volte lo sono. Esse sono dette acintya-sakti, energie inconcepibili.
Con la Sua energia inconcepibile Krsna crea il mondo materiale — immensi oceani e pianeti, l’universo. Con il semplice respiro del Signore Maha-Visnu vanno e vengono un numero illimitato di universi. Queste sono le inconcepibili energie del Signore. E poiché noi siamo parti di Krsna, anche noi abbiamo inconcepibili energie che non sempre sono manifestate.
Come noi, il mondo materiale è un’energia eterna e non è irreale come i filosofi mayavadi affermano: jagan mithya. No, il mondo non è irreale; esiste, ma è temporaneo. Questa è la filosofia Vaisnava. Noi non diciamo che il mondo è irreale, perché dovrebbe essere irreale? Se proviene dalla verità, come potrebbe essere falso?

La Perfezione del Mondo Materiale

Il mondo materiale è perfetto, ma viene usato male. Questo cattivo uso è maya, l’illusione. In che modo viene usato male? Krsna dice di essere il goditore. Bhoktaram yajna-tapasam sarva-loka-mahesvaram (Bhagavad-gita 5.29). Egli è il proprietario di tutti i pianeti, di tutti gli universi, ma sfortunatamente noi abbiamo dimenticato Krsna, cercando di diventare i goditori del mondo materiale Questa è maya. Il mondo non è maya. Maya è la volontà degli esseri viventi di godere del mondo materiale per soddisfare i propri sensi. Nella ricerca di godere del mondo materiale, gli esseri viventi vengono irretiti. I cosiddetti scienziati, filantropi e politici cercano di godere il mondo materiale al meglio delle loro possibilità e inventano espedienti per poterne godere. Questa è maya. Essi sono affascinati da maya: “Cercate il piacere.” Le anime condizionate cercano questo — come godere.
Dobbiamo comprendere questo mondo materiale e come funziona. Questo sarà descritto nel quindicesimo capitolo.
Conoscenza vedica significa comprendere la costituzione del mondo materiale, come funziona, cosa siamo, perché siamo venuti qua, perché ci impegniamo così duramente per l’esistenza, qual è il nostro dovere, come liberarci da questo asservimento e così via. Dobbiamo imparare non solo a liberarci da questo condizionamento ma anche ad impegnarci spiritualmente. La semplice liberazione non è il nostro scopo finale. Supponete di essere impiegati in un lavoro che non vi piace e di voler cambiare. Se vi limitate a rinunciare al vostro lavoro, questo non basta. Dovete accettare un altro lavoro. Allora va bene.
Il vero impegno spirituale è di essere eterni servitori di Krsna. Questa è la perfezione dell’esistenza. Chiunque s’impegni nell’eterno servizio al Signore è perfetto. Questa è la mukti. Mukti significa essere liberi dalle attività inutili. Le attività materiali sono tutte inutili perché vengono compiute con una concezione della vita basata sul corpo. La scimmia costituisce un buon esempio di una concezione di vita basata sul corpo. Essa è molto attiva, ma la sua attività è inutile.
Servire Krsna significa impegnarsi in attività utili, non rinunciando alle cose di questo mondo che possono essere usate per servire Krsna. Srila Rupa Gosvami ha scritto.

prapancikataya buddhya
hari-sambandhi-vastunah
mumuksubhih parityago
vairagyam phalgu kathyate

“Quando le persone che desiderano ottenere la liberazione rinunciano a cose che sono in relazione con Dio, la Persona Suprema, pensando che siano materiali, la loro rinuncia è detta incompleta.”
Rupa Gosvami parla di phalgu-vairagya, rinuncia incompleta.
Vairagya significa astenersi dal piacere materiale o piacere dei sensi. Sia jnana (conoscenza) sia vairagya sono necessarie per purificare la nostra esistenza e si possono ottenere offrendo servizio devozionale al Signore Vasudeva, Krsna. Questi giovani europei e americani sono vairagi, rinunciati. Essi erano completamente dediti ai piaceri materiali, ma hanno lasciato tutto per amore di Krsna. Niente sesso illecito, niente intossicanti, niente carne e niente gioco d’azzardo — hanno smesso tutte queste attività. Questo è vairagya.

Agire per il Vero Benessere

La loro energia viene usata al servizio di Krsna. Essi predicano questo movimento per la coscienza di Krsna in tutto il mondo. Questo era il dovere degli Indiani, ma sfortunatamente sono diventati insensibili. Ora essi sono attratti dalla tecnologia. Sri Caitanya Mahaprabhu aveva consigliato a tutti gli Indiani:

bharata-bhumite haila manusya-
janma yara
janma sarthaka kari’ kara para-
upakara
(Caitanya-caritamrta, Adi-lila 9.41)

“Chi è nato come essere umano sulla terra dell’India (Bharata-varsa), dovrebbe fare della sua vita un successo operando per il bene degli altri.”

Para-upakara — agire per il benessere — significa distribuire la coscienza di Krsna. Tutti soffrono per la mancanza della coscienza di Dio o coscienza di Krsna. Pertanto distribuire la coscienza di Krsna è l’attività più altamente umanitaria. Il dovere di quelli che sono nati come esseri umani in India è di rendere perfetta la loro vita diventando coscienti di Krsna e di distribuire questa coscienza in tutto il mondo. Questo è il loro dovere, ma non lo stanno adempiendo.
In qualche modo ho riunito alcuni giovani europei e americani che mi aiutano a diffondere questo movimento. Questo è lo scopo per cui siamo venuti — che coloro che sono realmente seri per servire Krsna si uniscano a questo movimento, anima e cuore, aiutando a diffondere il movimento in tutto il mondo.
Vi ringrazio moltissimo. Hare Krsna.


Una Vita di Servizio Ideale


Sua Santità Bhakti-svarupa Damodara Swami ha dedicato la sua vita a
realizzare le istruzioni che ha ricevuto direttamente da Srila Prabhupada.
di Lilavati Devi Dasi e Sacirani Devi Dasi

TUTTA LA LETTERATURA vedica afferma che il servizio ad una persona Bhagavata, il puro servitore di Dio, è più efficace e di maggiore soddisfazione per il Signore che non il servizio diretto alla Sua persona. La persona Bhagavata appare in un’autentica successione disciplica che discende dal Signore e, attraverso di essa, il principio divino viene trasmesso all’umile ricercatore spirituale. Sua Santità Bhakti-svarupa Damodara Swami, noto anche come Sripada Maharaja ha servito con sincerità ed amore il suo maestro spirituale, Prabhupada, che appartiene alla successione spirituale della Brahma-Madhva-Gaudiya-sampradaya. Sripada Maharaja ha costituito quindi un esempio ideale di bhagavata-sevarpanam — colui che serve il bhagavata.
Sripada Maharaja nacque nell’antico regno Vaisnava di Manipur, nell’India nord-orientale, il 9 dicembre 1937, il santo giorno conosciuto come Odana-sasthi, quando vengono dati abiti nuovi al Signore Jagannatha. I suoi genitori erano Sri Yogendra Singh e Srimati Kanyahanbi Devi, che essendo Vaisnava dettero al bambino il nome di Damodara, uno dei santi nomi di Sri Krsna. Sri Yogendra Singh era un cantante della tradizione devozionale Nata Sankirtana e perciò fin dall’apparizione in questo mondo di Damodara, il padre riempì gli orecchi di suo figlio con canti devozionali dei santi nomi e dei passatempi del Signore Supremo.
Da giovane, Sripada Maharaja affrontò molte difficoltà. All’età di circa otto anni perse suo padre e solo due anni più tardi lui e sua sorella vivevano da soli in povertà. La vita era difficile, ma in queste difficoltà si comportarono coraggiosamente prendendo rifugio nella misericordia di Sri Krsna.
Una volta, all’età di dieci anni, Sripada Maharaja disse a sua sorella: “Un giorno avremo molto denaro ed io ti ricoprirò d’oro.”
“No,” rispose la sorella, “un giorno ti sposerai, coprirai d’oro tua moglie e ti dimenticherai di me.”
Sripada Maharaja replicò fermamente: “Non mi sposerò mai.”
Rimase un naistika-brahmacari (monaco che pratica il celibato) per tutta la vita.
Quando Sripada Maharaja aveva dodici anni, fu obbligato a vivere da solo e a provvedere a se stesso coltivando il riso e pertanto non ebbe tempo per continuare i suoi studi.
In seguito, il suo insegnante di scuola elementare si rese conto della sua situazione ed insieme a un anziano del villaggio provvide a procurargli un’abitazione adatta e alla sua ulteriore educazione.
A quattordici anni, Sripada Maharaja si ammalò gravemente di tifo. I medici del villaggio dichiararono unanimemente che sarebbe morto presto, ma la persona che lo assisteva pregava ogni giorno per la sua guarigione recitando il Dasavatara-stotra, una preghiera alle dieci incarnazioni di Sri Krsna. Dopo aver digiunato quaranta giorni bevendo solo il siero del latte, miracolosamente Sripada Maharaja guarì.
Un’altra volta, Sripada Maharaja cadde da un albero di mango.
Mentre giaceva incosciente udì la persona che lo assisteva dire: “Tu non puoi ancora morire, la tua missione qui non è ancora compiuta.”
Improvvisamente riprese coscienza e guarì rapidamente dalle ferite. Crescendo, Sripada Maharaja fu fortemente attratto dall’ascolto dei passatempi del Signore. Una volta trascorse l’intera notte guardando la divina danza rasa-lila di Krsna con le sue gopi eseguita nel tradizionale stile di Manipur e per questo il giorno successivo non superò il suo esame finale di matematica. Sripada Maharaja inoltre partecipava regolarmente nel tempio del suo villaggio all’adorazione delle divinità di Radha-Krsna, di Gaura-Nitai e di Jagannatha, Baladeva, Subhadra.

L’incontro con Srila Prabhupada

Grazie alla sua condotta rispettosa, Sripada Maharaja, durante tutta la sua vita di studente, sviluppò relazioni durature con gli insegnanti. Dotato della capacità di diventare esperto di qualsiasi cosa si occupasse, vinse delle borse di studio che gli consentirono di completare la sua educazione a Calcutta e infine negli Stati Uniti. Negli anni ’60 era praticamente impossibile per chiunque arrivare con una borsa di studio fino agli Stati Uniti d’America partendo dal piccolo stato indiano di Manipur. Tuttavia per la misericordia del Signore Supremo, Sripada Maharaja vinse una borsa di studio internazionale del ministero della cultura indiano.
Mentre svolgeva un lavoro di ricerca per il dottorato in chimica all’università californiana di Irvine, incontrò Srila Prabhupada. Sripada Maharaja decise subito di dedicare la sua vita al servizio di Srila Prabhupada e della sua missione. Sripada Maharaja fu iniziato da Srila Prabhupada che gli dette il nome spirituale di Svarupa Damodara Dasa. Successivamente, dopo aver preso l’iniziazione di sannyasi fu aggiunto il prefisso Bhakti. Da allora è stato conosciuto come Sripada Bhakti Svarupa Damodara Swami o Sripada Maharaja.

Le Istruzioni Di Prabhupada

Nei successivi otto anni, a partire dalle passeggiate mattutine di Sripada Maharaja con Srila Prabhupada all’inizio degli anni ’70 a Venice Beach in California, fino alle ultime ore dei passatempi manifestati da Srila Prabhupada in questo mondo a Vrndavana nel 1977, Srila Prabhupada dette a Sripada Maharaja numerose istruzioni su come presentare in modo appropriato la cultura Bhagavata agli intellettuali e ai leader del mondo. Queste istruzioni spaziavano nei campi della scienza, della filosofia, della religione, della cosmologia Bhagavata, dell’evoluzione, dell’arte, della cultura e dell’educazione spirituale e in altri campi. Alcune conversazioni tra Srila Prabhupada e Sripada Maharaja che si svolsero durante le loro passeggiate mattutine a Venice Beach sono ora pubblicate nel libro Life Comes From Life distribuito dal Bhaktivedanta Book Trust (BBT).
Nel 1973 Sripada Maharaja, in occasione della celebrazione a Los Angeles dell’apparizione di Srila Prabhupada, offrì a Srila Prabhupada un piccolo libro. Questo libro piacque così tanto a Srila Prabhupada che ordinò che fosse stampato e distribuito in un gran numero di copie. Il libro — The Scientific Basis of Krsna Consciousness — si basa sulle istruzioni che Sripada Maharaja aveva ricevuto da Srila Prabhupada. Srila Prabhupada mostrava spesso il libro agli ospiti dicendo loro che era stato scritto da uno dei suoi discepoli scienziati e ordinò alla BBT di stamparne più di centomila copie. Questo libro è tuttora molto usato per presentare la coscienza di Krsna agli studenti dei college e delle università di tutto il mondo. Ne sono state stampate più di un quarto di milione di copie ed è stato tradotto in molte lingue.


Il Bhaktivedanta Institute

Sripada Maharaja dopo aver conseguito la sua laurea in chimica fisica organica nel 1974, si recò a Vrndavana per stare con Srila Prabhupada. Srila Prabhupada gli disse che desiderava dar vita ad un istituto per la presentazione scientifica della coscienza di Krsna agli intellettuali e che voleva che lui ne fosse il direttore. Umilmente Sripada Maharaja espresse il sentimento di non sentirsi qualificato per questa posizione.
Srila Prabhupada rispose: “Ti darò tutte le istruzioni necessarie per guidare l’istituto. Tu dovrai semplicemente seguirle.”
Successivamente Sripada Maharaja propose il nome Bhaktivedanta Institute e Prabhupada umilmente fu d’accordo. Srila Prabhupada istruiva Sripada Maharaja su come organizzare e guidare l’istituto. Gli dette istruzioni specifiche per organizzare conferenze, dare lezioni, scrivere libri e trattare con gli studiosi e gli intellettuali. Srila Prabhupada vedeva in Sripada Maharaja una persona capace di svolgere completamente queste istruzioni perché aveva una cultura scientifica, la natura di un gentiluomo e soprattutto le qualità di un Vaisnava. Srutakirti Dasa, assistente personale di Srila Prabhupada, riferì a Sripada Maharaja: “Mentre ero servitore personale di Sua Divina Grazia Srila Prabhupada sembrava che tu fossi sempre nei paraggi. Egli aveva così tanto affetto per te... Ti aveva dedicato tanto del suo tempo perché sapeva che non sarebbe stato sprecato.”
Srila Prabhupada una volta disse: “Svarupa Damodara è un devoto così bravo che riesce sempre a farsi degli amici, mai dei nemici. Nessuno si lamenta di lui.”
Nel 1977 Sripada Maharaja tenne una lezioni sulle basi scientifiche della coscienza di Krsna in occasione di un grande programma in un pandal (tenda) a Bombay. Srila Prabhupada fu estremamente compiaciuto della sua presentazione scientifica.
Per onorare Sripada Maharaja il suo confratello Giriraja Swami rievocò questo avvenimento: “Sebbene allora Prabhupada fosse molto malato (questo fu il suo ultimo impegno pubblico) e il restare per lungo tempo nel pandal costituisse uno sforzo per lui, egli era così entusiasta del tuo lavoro che volle essere là per la tua presentazione... Non dimenticherò mai quanto fosse felice. Difficilmente l’ho visto così felice. Egli era molto soddisfatto della tua presentazione quella sera a Cross Maidan.”
Tutti i discepoli di Srila Prabhupada che si erano trovati presenti quando lui e Sripada Maharaja erano insieme hanno riconosciuto la bellezza della relazione e degli scambi d’amore tra loro. Sripada Maharaja fece delle istruzioni di Srila Prabhupada la sua stessa vita. Soddisfare queste istruzioni è stata la sua offerta d’amore di discepolo verso il suo divino maestro Srila Prabhupada.

Interviste, Simposi e Libri

Per compiacere Srila Prabhupada, Sripada Maharaja ha organizzato cinque importanti conferenze internazionali, a Vrndavana (1977), a Mumbay (1986), a San Francisco (1990), a Calcutta (1997) e a Roma (2004). In queste conferenze i leader delle comunità scientifiche spirituali sono stati messi davanti alla prospettiva Bhagavata. Egli organizzò centinaia di seminari e simposi, s’incontrò ed intervistò alcuni Premi Nobel, uomini di stato e famosi pensatori del mondo come Charles Townes, William Phillips, Desmond Tutu, Papa Giovanni Paolo II, il Dalai Lama e Madre Teresa.
Seguendo le istruzioni di Srila Prabhupada di scrivere libri, Sripada Maharaja ha pubblicato decine di libri di scienza e spiritualità. Srila Prabhupada gli disse: “Tu sei uno scienziato; dimostra scientificamente che Dio è una persona.” Nel 2006 ha pubblicato God Is a Person che contiene il suo dialogo con due dei più preminenti Premi Nobel del mondo. Seguendo le istruzioni di Srila Prabhupada, Sripada Maharaja ha anche scritto il commento su base scientifica sui primi quattro versi del Vedanta-sutra che riassume l’opera. Ha anche curato e pubblicato Savijnanam e Tattva-jijnasa, che sono rispettivamente il giornale e la rivista del Bhaktivedanta Institute. Oggi, in gran parte per merito dei suoi libri, Sripada Maharaja è famoso nei più importanti circoli scientifici e religiosi in tutto il mondo ed è considerato una guida autorevole nel campo della scienza e della spiritualità.
Per distribuire i libri di Srila Prabhupada e del Bhaktivedanta Institute ai college e alle università di tutta l’India, Sripada Maharaja dette vita al “Bhaktivedanta Institute on Wheel”. Oggi tre grandi camper viaggiano in tutta l’India svolgendo questo lavoro per l’Istituto in posti altrimenti irraggiungibili. I componenti della squadra viaggiante organizzano lezioni e distribuiscono libri agli studenti, ai professori e alle biblioteche, stimolando un dialogo tra scienza e spiritualità. Nell’India nord-orientale Sripada Maharaja ha dato vita ad una rete di scuole primarie e secondarie per promuovere gli scopi del Bhaktivedanta Institute. Più di quattromila studenti frequentano queste scuole ricevendone un’educazione scientifica centrata sui valori spirituali della tradizione Bhagavata.

Condividere la Cultura Vaisnava

In tutta la sua vita, Sripada Maharaja ha frequentato numerosi festival e conferenze in tutto il mondo. In queste occasioni ha presentato il principio divino della cultura Vaisnava da lui ricevuto da Srila Prabhupada. Ha realizzato questo per mezzo della letteratura, della cucina e compiendo attività in una miriade di posti che vanno dalle scuole di città alle più prestigiose università, dai centri cittadini per gli anziani al Kennedy Center, dall’America del sud a Singapore e incontrando un pubblico che andava dai ragazzi delle scuole elementari ai capi di stato.
La presentazione e la diffusione che Sripada Maharaja ha fatto del principio divino della cultura Vaisnava a innumerevoli persone in tutto il mondo fa di lui un vero ambasciatore della cultura Bhagavata.
Per presentare al mondo la cultura Bhagavata di Manipur, nel 1999 Sripada Maharaja ha fondato il Ranganiketan Manipuri Cultural Arts Troupe. Ranganiketan è la più grande e la più richiesta troupe culturale e artistica dell’India. Come direttore di Ranganiketan, Sripada Maharaja ha fatto conoscere i meravigliosi passatempi rasa-lila di Sri Krsna a più di un milione di persone per mezzo di circa seicento spettacoli in oltre trecento posti in più di quindici paesi.
Presentando la cultura Bhagavata agli intellettuali Sripada Maharaja ha avuto rapporti con molti leader spirituali delle grandi religioni del mondo. Ha discusso con loro gli aspetti sublimi e unificanti della tradizione Bhagavata che molti hanno grandemente apprezzato. Sripada Maharaja sentiva che il dialogo tra le guide religiose del mondo è un mezzo potente per creare una cultura di comprensione che permette di scoprire quello che c’è di comune tra le varie religioni e società. Il futuro dipende da una collaborazione di tutte le religioni per formulare uno standard globale etico e morale che possa guidare l’azione dell’uomo nella giusta direzione.
Negli ultimi venticinque anni, Sripada Maharaja ha organizzato seminari e gruppi interreligiosi in tutto il mondo. Inoltre a partire dagli inizi degli anni ’80 a Manipur ha guidato padayatra (marce) annuali per la pace e l’armonia religiosa. Sripada Maharaja era membro del consiglio mondiale delle United Religions Initiative (URI), che a livello internazionale e spirituale corrisponde alle Nazioni Unite. URI è la più grande organizzazione mondiale che si occupa della diffusione della pace e della comprensione tra le religioni del mondo.
Alla ricerca della pace e dell’armonia Srila Prabhupada disse a Sripada Maharaja che lo frequentava nei suoi ultimi giorni di voler dar vita al Bhaktivedanta Swami Charity Trust per contribuire all’unità tra tutti i Vaisnava Gaudiya e aiutare il recupero degli antichi templi Gaudiya e dei luoghi santi. Sripada Maharaja si è impegnato fortemente per ottenere questo risultato di pace e di unità.
Srila Prabhupada chiese a Sripada Maharaja di fare di Manipur uno stato scientifico Vaisnava. A questo riguardo Sripada Maharaja iniziò a costruire l’University of Bhagavata Culture ad Imphal, Manipur. Al centro del complesso universitario brilla il meraviglioso tempio simile a un gioiello, lo Sri Sri Radha-Krsna-candra Manimandira. La grande inaugurazione del tempio avrà luogo il 21 novembre del 2007. Tutti sono benvenuti. Sripada Maharaja ha inoltre inaugurato la costruzione di templi in tutta l’India compreso quelli di Siliguri, Tirupati, Vijiayawada e Agartala. Fin dalla sua tenera infanzia Sripada Maharaja fu profondamente influenzato dall’arte, dalla musica e dalla danza devozionali di Manipur. Eccellente cantante, suonatore di strumenti e poeta ha composto alcune poesie e canti Vaisnava nella lingua di Manipur. Cantava meravigliosamente, dando un piacere trascendentale a coloro che lo ascoltavano. Sripada Maharaja è stato e continua ad essere un maestro spirituale, un insegnante e una guida per migliaia di persone. Dovunque abbia viaggiato la sua socievolezza ha conquistato e incantato persone di tutte le età, di tutte le fedi e di tutti i tipi di vita. I suoi discepoli sono stati colpiti dalla sua esemplare dedizione alle istruzioni del suo maestro spirituale. Volendo continuare la sua missione di servizio a Srila Prabhupada, i discepoli di Sripada Maharaja stanno facendo delle istruzioni ricevute da lui l’unico scopo della loro vita.

Una Dipartita Auspiciosa

Sripada Maharaja ha lasciato questo mondo nel santo giorno conosciuto come Vijiaya Dasami, nel momento del giorno in cui Sri Krsna chiama le gopi per la Sua divina rasa-lila. La dipartita di Sripada Maharaja ha avuto luogo a Calcutta, il santo luogo in cui è apparso il suo divino maestro Srila Prabhupada. Calcutta è anche il posto in cui Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura e Srila Bhaktivinoda Thakura hanno lasciato questo mondo. Il corpo santo di Sripada Maharaja è stato collocato nel samadhi (meditazione eterna) a Sri Radha-kund a Vrndavana.

Lilavati Devi Dasi è laureata in psicologia dell’educazione. Essa insegna in un International Baccalaureate Primary Years Program a Denver nel Colorado dove vive con suo marito, Padmalocana Dasa. Ambedue sono discepoli di Sua Santità Bhakti-svarupa Damodara Swami.
Sacirani Devi Dasi ha ventisette anni. È cresciuta nell’ISKCON e all’età di tredici anni è diventata discepola di Sua Santità Bhakti-svarupa Damodara Swami. Insieme a suo marito, Jivan Mukta Dasa, viaggiano tra gli Stati Uniti e l’India, prestando il loro aiuto in molti servizi per il loro Guru Maharaja.

Per ulteriori informazioni su Urrphda Mahhrhja, sul Bhakti-vedanta Institute e su Ranganiketan, si prega di visitare i siti www.binstitute.org e www.ranganiketan.com


Srila Prabhupada parla di
Bhakti-svarupa Damodara Swami


Allora tu sei un figlio di Manipur. Ora sei un perfetto Vaisnava.
— Conversazione in stanza a Bhubaneswar, 30 gennaio del 1977

Qualunque cosa tu sappia, con questa conoscenza cerca di far conoscere Krsna, come fa il nostro dott. Svarupa Damodara. Egli è uno scienziato ed ora con le sue conoscenze scientifiche sta cercando di far conoscere Krsna.
— Conferenza a Mayapur, 1 ottobre 1974

Signore e signori, sono sicuro che il discorso molto colto ed erudito del nostro dott. Svarupa Damodara Singh abbia suscitato una certa impressione nella vostra mente. Questo movimento della coscienza di Krsna è ricco di conoscenza scientifica.
— Conferenza a Bombay, 26 marzo 1977.

Se questi ragazzi cercheranno di convincere gli altri con il loro linguaggio scientifico, saranno più efficaci. Parlando in generale: “L’acqua proviene da Krsna” o “La terra proviene da Krsna.” Ma se è presentato in modo scientifico — come questo è venuto da Krsna — allora le persone non potranno rifiutarlo tanto facilmente. Pertanto cerco d’impegnare questo dottore in chimica, Svarupa Damodara. ...
— Conversazione in stanza a Vrndavana, 31 ottobre 1973

Abbiamo formato una squadra di scienziati sotto la direzione di Sriman Svarupa Damodara Prabhu. Abbiamo anche fondato il Bhaktivedanta Institute per organizzare presentazioni scientifiche della coscienza di Krsna. Questo gruppo è la nostra arma di predica più importante con cui potremo distruggere le false speculazioni e gli imbrogli che si nascondono sotto la bandiera del progresso scientifico. Perciò io ripongo grande speranza in Svarupa Damodara e nei suoi colleghi. Desidero che con entusiasmo viaggino in tutto il mondo per tenere conferenze in tutte le università e in altre istituzioni. Non ci mancano le risorse finanziarie e non risparmieremo niente affinché questo gruppo abbia successo. — Lettera, 2 aprile 1977

L'OSSERVATORE VEDICO


Commenti Transcendentali sugli Argomenti del Giorno


Il Vortice dell’Irrealtà di Caitanya Carana Dasa


QUI IN INDIA, la pubblicità di un film che mostra un popolare divo del cinema che fuma ha suscitato proteste: “Perché il fumo viene proposto alle menti impressionabili dei giovani!”
La stupidità consiste nel fatto che si protesta perché l’attore appare mentre fuma, ma non per il fatto che rappresenti un bandito che traffica con la droga, un boss della malavita. Non sembra che ci preoccupiamo del fatto che i giovani possano essere contaminati dalla visione di film che sfacciatamente mostrano scene di sesso, di stupro, di delitti, di violenza, di assassinii, di vizi e ruoli perversi impersonati da attori del cinema. Non è stupido indignarsi visto che le scene dei film accadono anche nel mondo reale?
Non molto tempo fa gli Indiani furono colpiti dalla notizia di un giovane studente di Mumbai che aveva assassinato sua madre — solo per avere il denaro per divertirsi come l’eroe del suo film preferito.
Prima di questo, gli Americani erano stati sconvolti dalla freddezza di una scena della vita reale che poteva essere tipica di un film di Hollywood — ragazzi di scuola che sparavano agli insegnanti e ad altri studenti. I produttori di film possono insistere sul fatto che i film si limitano solo a riflettere la realtà sociale, ma si può negare che essi spesso danno inizio e poi ingrandiscono il circolo vizioso?
La stupidità ancora più grande è che noi desideriamo credere a quello che i film ci presentano e rifiutiamo di credere a quello che ci mostra la vita. Immaginiamo che “ed essi vissero felici per sempre” si materializzerà nelle nostre vite, mentre la realtà è evidente intorno a noi: nessuno vive per sempre e nessuno in realtà è felice. Sogniamo di entrare nel paradiso del piacere mostrato dai film, mentre l’inferno della sofferenza propria del mondo intorno a noi minaccia di trasformare la nostra vita in un incubo. Noi proviamo piacere immedesimandoci nell’eroe del film che miracolosamente evita ogni disgrazia e trionfa nelle sue due ore d’immortalità, mentre ci fanno tremare le notizie del giorno dei disastri provocati dalla natura e dagli uomini a cui noi esseri mortali siamo inevitabilmente esposti.
La stupidità più grande di tutte è che noi ricordiamo persone che non si ricordano mai di noi (divi del cinema) e dimentichiamo la persona che non ci dimentica mai (Dio). Noi eleviamo a re dei nostri cuori eroi effimeri, ma bandiamo dal nostro cuore l’eterno eroe, Krsna. Troviamo il tempo per godere di stupidi piaceri, ma inventiamo scuse per evitare l’illuminazione divina. Noi fantastichiamo di diventare invincibili e immortali, ma respingiamo come fantasiosa l’invincibilità e l’immortalità dell’anima. Ciecamente cerchiamo il piacere con i nostri corpi soggetti alla morte, ma nascondiamo a noi stessi la felicità delle nostre anime eterne. Usiamo la scienza per creare nei film paradisi illusori di alta tecnologia, ma respingiamo l’eterno paradiso spirituale come non scientifico. Adoriamo un super eroe mezzo uomo e mezzo ragno, ma deridiamo come mitologica l’incarnazione di Dio come mezzo uomo e mezzo leone. Cerchiamo le cose giuste, ma nei posti sbagliati.
Non è soltanto stupido, è tragico.
Se non smettiamo con la nostra stupidità, dovremo piangere a causa di questa. Peggio ancora dovremo continuare nella nostra stupidità — e nella sofferenza che l’accompagna — ancora per molte vite.
La Bhagavad-gita (15.1) insegna che il mondo materiale è un riflesso distorto di quello spirituale. Questo riflesso non è reale, ma suggerisce l’esistenza della realtà che è da un’altra parte. Tutte le cose che noi cerchiamo — amore, gioia, pace, immortalità — sono presenti nel mondo spirituale ed esse sono tutte nostri diritti spirituali perché noi siamo amati figli di Krsna. Poiché questo mondo è soltanto un riflesso, tutto questo sembra esserci e perciò noi desideriamo e bramiamo tutto ciò. Non possiamo accettare che questi valori non ci siano e perciò creiamo una falsa replica del mondo spirituale nel cinema. E finiamo per deluderci e deprimerci inutilmente.
Fortunatamente abbiamo una speranza. Indipendentemente dalla nostra stupidità, Krsna resta incondizionatamente il nostro benevolo Signore. Perciò Egli ci dà un modo facile per uscire: i Suoi santi nomi. Un attento canto devozionale del mantra Hare Krsna ci dà la forza, nella misura voluta da Dio, con cui sfuggire al riflesso materiale e godere nel mondo spirituale.

Caitanya Carana Dasa è un discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami. È laureato in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni e fa servizio a tempo pieno presso l’ISKCON di Pune. Dirige una rivista di cibernetica gratuita Lo Scienziato Spirituale che offre una presentazione scientifica della coscienza di Krsna.

SEZIONELIBRI:SRIMAD-BHAGAVATAM

Considerato “il frutto maturo dell'albero della letteratura Vedica,” lo Srimad-Bhagavatam è la più completa ed autorevole esposizione della conoscenza Vedica. Cinquemila anni fa Krsna Dvaipayana Vyasa compose questo purana, o storia, per spiegare l'essenza della conoscenza spirituale. Qui presentiamo lo Srimad-Bhagavatam col testo originale sanscrito, la traslitterazione, la traduzione parola per parola, la traduzione letterale e le spiegazioni di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
Acarya Fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.

LA POSIZIONE UNICA DI VISNU

Le preghiere di Siva e dei saggi rivelano che solo Sri Visnu si trova al di sopra della natura materiale.


CANTO 4: CAPITOLO 7



rudra uvaca
tava varada varanghrav asisehakhilarthe
hy api munibhir asaktair adarenarhaniye
yadi racita-dhiyam mavidya-loko ’paviddham
japati na ganaye tat tvat-paranugrahena

rudrah uvaca: il Signore Siva disse; tava: Tuoi; vara-da: o supremo benefattore; vara-anghrau: preziosi piedi di loto; asisa: per il desiderio; iha: nel mondo materiale; akhila-arthe: per soddisfare; hi api: certamente; munibhih: dai saggi; asaktaih: liberati; adarena: con cura; arhaniye: degni d’adorazione; yadi: se; racita-dhiyam: con la mente fissa; ma: a me; avidya-lokah: le persone ignoranti; apaviddham: le attività impure; japati: pronuncia; na ganaye: non considerano il valore; tat: questo; tvat-para-anugrahena: con la Tua grande misericordia.

Siva disse:
Mio caro Signore, la mia mente e la mia coscienza sono sempre fisse sui Tuoi piedi di loto, i quali, essendo la fonte di ogni benedizione e la soddisfazione di ogni desiderio, sono adorati da tutti i grandi saggi liberati, perché i Tuoi piedi di loto sono degni di adorazione. Con la mente fissa sui Tuoi piedi di loto, non sono più disturbato dalle persone che mi calunniano affermando che le mie attività non sono pure. Non mi preoccupo delle loro accuse e li perdono per compassione, proprio come Tu manifesti la Tua compassione verso tutti gli esseri viventi.

SPIEGAZIONE: In questo verso Siva esprime il suo rammarico per aver disturbato con la sua collera il sacrificio di Daksa. Poiché il re Daksa lo aveva insultato ripetutamente, egli si era incollerito, e aveva fatto fallire tutta la cerimonia del sacrificio. Più tardi, dopo aver ritrovato la sua calma, di nuovo lo svolgimento dello yajna poté avere inizio; per questa ragione Siva si doleva per il suo comportamento. • Ora, con la mente fissa sui piedi di loto del Signore Supremo Visnu, Siva afferma di non essere più disturbato dalle critiche comuni sul suo modo di vivere. Da questa affermazione di Siva possiamo capire che saremo sempre turbati dalle tre influenze della natura materiale finché saremo situati sul piano materiale. • Ma non appena avremo raggiunto la coscienza di Krsna le attività materiali non ci coinvolgeranno più. Dobbiamo perciò essere sempre fissi nella coscienza di Krsna, e mantenere l’impegno nel servizio d’amore trascendentale al Signore. Sicuramente, il devoto che si comporta in questo modo non sarà mai toccato dalle azioni e dalle reazioni delle tre influenze materiali. Questo fatto è confermato anche nella Bhagavad-gita: chiunque sia fisso nel servizio trascendentale del Signore ha superato tutte le qualità materiali ed è situato al livello della realizzazione del Brahman, dove non si è più afflitti dal desiderio per gli oggetti materiali. Lo Srimad-Bhagavatam ci raccomanda di essere sempre coscienti di Krsna e di non dimenticare mai la nostra relazione trascendentale col Signore; questa regola dev’essere seguita rigidamente da tutti. Dall’affermazione di Siva possiamo capire che egli era sempre immerso nella coscienza di Krsna perciò rimaneva libero da ogni afflizione materiale. L’unico rimedio è dunque quello di seguire rigidamente il metodo della coscienza di Krsna allo scopo di liberarci dalla contaminazione delle influenze della natura materiale.

bhrgur uvaca
yan mayaya gahanayapahrtatma-bodha
brahmadayas tanu-bhrtas tamasi svapantah
natman-sritam tava vidanty adhunapi tattvam
so ’yam prasidatu bhavan pranatatma-bandhuh

bhrguh uvaca: Sri Bhrgu disse; yat: chi; mayaya: dall’energia illusoria; gahanaya: dall’insormontabile; apahrta: portata via; atma-bodhah: la conoscenza della posizione costituzionale; brahma-adayah: a cominciare da Brahma; tanu-bhrtah: gli esseri incarnati; tamasi: nell’oscurità dell’illusione; svapantah: sdraiato; na: non; atman: l’essere vivente; sritam: situato; tava: Tua; vidanti: capiscono; adhuna: adesso; api: certamente; tattvam: la posizione assoluta; sah: Tu; ayam: questo; prasidatu: sii buono; bhavan: Tua grazia; pranata-atma: anima sottomessa; bandhuh: amico.

Sri Bhrgu disse:
Mio caro Signore, tutti gli esseri viventi, a cominciare dal più elevato, Brahma, fino alla comune formica, sono situati sotto l’influenza dell’insormontabile incantesimo dell’energia illusoria, perciò ignorano la loro posizione costituzionale. Tutti ripongono la loro fede nella concezione corporea dell’esistenza, perciò sono immersi nelle tenebre dell’illusione. Sono incapaci di capire in che modo Tu risieda in ogni essere come Anima Suprema, né capiscono la Tua posizione assoluta. Tu sei l’eterno amico e il protettore di tutte le anime arrese, perciò sii buono con noi e perdona tutte le nostre offese.

SPIEGAZIONE: Bhrgu Muni era cosciente del comportamento scandaloso che tutti loro, Brahma e Siva compresi, avevano tenuto alla cerimonia del sacrificio di Daksa. • Riferendosi a Brahma, il capo di tutti gli esseri nel mondo materiale, egli voleva affermare che tutti, Brahma e Siva compresi, sono soggetti a una concezione dell’esistenza basata sul corpo e all’incantesimo dell’energia materiale, tutti, eccetto Visnu. Questa è la versione di Bhrgu. Finché si considera il corpo come il vero sé, è molto difficile capire l’Anima Suprema o Dio, la Persona Suprema. Cosciente di non essere più grande di Brahma, Bhrgu includeva se stesso nella lista degli offensori. Le persone ignoranti, le anime condizionate, non hanno altra scelta che quella di riconoscere le condizioni precarie in cui si trovano sotto il dominio della natura materiale. L’unico rimedio è sottomettersi a Visnu e pregare sempre per ottenere il Suo perdono. • Per essere liberati dobbiamo dipendere solo dalla misericordia incondizionata del Signore, e mai, nemmeno in minima parte, dalla nostra propria forza. Questa è la posizione perfetta di una persona cosciente di Krsna. Il Signore è l’amico di tutti, ma Si mostra particolarmente affettuoso verso le anime sottomesse. Il sistema più semplice per l’anima condizionata, quindi, è quello di rimanere sempre sottomessa al Signore, e il Signore le concederà ogni protezione, tenendola lontana dalla presa della contaminazione materiale.


brahmovaca
naitat svarupam bhavato ’sau padartha-
bheda-grahaih puruso yavad ikset
jnanasya carthasya gunasya casrayo
mayamayad vyatirikto matas tvam

brahma uvaca: il Signore Brahma disse; na: non; etat: questo; svarupam: la forma eterna; bhavatah: Tua; asau: l’altra; pada-artha: conoscenza; bheda: differente; grahaih: da colui che acquisisce; purusah: persona; yavat: finché; ikset: desidera vedere; jnanasya: della conoscenza; ca: anche; arthasya: dell’obiettivo; gunasya: degli strumenti di conoscenza; ca: anche; asrayah: la base; maya-mayat: fatto di energia materiale; vyatiriktah: distinto; matah: considerato; tvam: Te.

Brahma disse:
Mio caro Signore, nessuno tra coloro che cercano di conoscerTi mediante i vari metodi di acquisizione della conoscenza può capire la Tua Persona e la Tua forma eterna. La Tua posizione trascende sempre la creazione materiale, mentre ogni tentativo di capirTi attraverso la ricerca empirica è materiale, come materiali sono gli obiettivi e gli strumenti di tale ricerca.

SPIEGAZIONE: È detto che il nome, le qualità, le attività trascendentali del Signore Supremo, e tutto ciò che Lo circonda non possono essere compresi attraverso i nostri sensi materiali. • I tentativi dei filosofi empirici che cercano di capire la Verità Assoluta con la speculazione sono destinati al fallimento, perché il loro metodo di conoscenza, i loro obiettivi e gli strumenti di cui si servono per cercare di capire la Verità Assoluta sono tutti materiali. Il Signore è aprakrta, cioè al di là della creazione materiale. Anche il grande impersonalista Sankaracarya accettava questo fatto: narayanah paro ’vyaktad andam avyakta-sambhavam. Avyakta, la causa originale della materia, è situata al di là di questa manifestazione materiale ed è la causa del mondo materiale. Poiché Narayana, il Signore Supremo, Si trova al di là di questo mondo materiale, non è possibile speculare su di Lui servendosi di un metodo materiale. L’unico modo per capire il Signore Supremo è il metodo trascendentale della coscienza di Krsna. • La Bhagavad-gita lo conferma (18.55). Bhaktya mam abhijanati: solo il servizio devozionale ci permette di capire la forma trascendentale del Signore. La differenza tra impersonalisti e personalisti sta nel fatto che i primi, limitati dal loro metodo speculativo, non possono nemmeno avvicinare il Signore Supremo, mentre i devoti soddisfano il Signore col loro servizio d’amore trascendentale. Sevonmukhe hi: queste parole indicano che, grazie al loro atteggiamento di servizio, il Signore Si rivela ai devoti. Nemmeno se Si trova presente davanti a loro, il Signore Supremo può essere compreso dai materialisti. Nella Bhagavad-gita, Sri Krsna definisce mudha, cioè “mascalzoni”, questi materialisti. La Gita afferma, “solo i mascalzoni possono pensare che Sri Krsna sia una persona comune. Essi non conoscono la posizione di Sri Krsna, né le Sue potenze trascendentali”. Ignari delle Sue potenze trascendentali, gli impersonalisti deridono la Persona di Sri Krsna, mentre i devoti, per il loro atteggiamento di servizio, possono capire che Egli è la Persona Suprema. Nel decimo capitolo della Bhagavad-gita, anche Arjuna conferma che è molto difficile capire la Persona del Signore.


indra uvaca
idam apy acyuta visva-bhavanam
vapur ananda-karam mano-drsam
sura-vidvit-ksapanair udayudhair
bhuja-dandair upapannam astabhih

indrah uvaca: il re Indra disse; idam: questo; api: certamente; acyuta: o infallibile; visva-bhavanam: per il bene dell’universo; vapuh: la forma trascendentale; ananda-karam: causa di piacere; manah-drsam: per la mente e per gli occhi; sura-vidvit: invidioso dei Tuoi devoti; ksapanaih: dalla punizione; ud-ayudhaih: con le armi alzate; bhuja-dandaih: con le braccia; upapannam: in possesso di; astabhih: con otto.

Il re Indra disse:
Mio caro Signore, la Tua forma trascendentale, dotata di otto braccia, ognuna delle quali regge un’arma, appare per il bene dell’universo intero, ed è molto attraente per la mente e per gli occhi. In questa forma, Tua Grazia è sempre pronta a punire i demoni, che nutrono invidia per i Tuoi devoti.

SPIEGAZIONE: Le Scritture rivelate ci insegnano generalmente che Sri Visnu appare con quattro braccia, ma in questo caso, nell’arena di questo sacrificio, Sri Visnu apparve con otto braccia. Il re Indra disse: “Anche se siamo abituati a vederTi nella Tua forma di Visnu a quattro braccia, questa Tua manifestazione, dotata di otto braccia, è reale quanto quella a quattro braccia.” Come ha già detto Brahma, realizzare la forma trascendentale del Signore è al di là del potere dei nostri sensi. Il re Indra, rispondendo all’affermazione di Brahma, afferma che sebbene la forma trascendentale del Signore non possa essere percepita dai sensi materiali, le Sue attività e la Sua forma trascendentale possono essere comprese. Gli straordinari aspetti del Signore, le Sue straordinarie attività e la Sua straordinaria bellezza possono essere percepite anche da un uomo comune. Quando Sri Krsna, per esempio, sembrava un bambino di sei o sette anni a Vrndavana, fu avvicinato dagli abitanti di quel villaggio. La pioggia cadeva torrenziale, e il Signore salvò gli abitanti di Vrndavana sollevando la collina Govardhana e sostenendola con il mignolo della Sua mano sinistra per sette giorni. Questa impresa eccezionale del Signore dovrebbe convincere anche i materialisti che vogliono speculare fino al limite dei loro sensi materiali. Le attività del Signore sono attraenti anche per i nostri occhi, ma gli impersonalisti non riescono a credere all’identità del Signore perché analizzano la Sua Persona paragonando la loro personalità alla Sua. Poiché le persone di questo mondo materiale non possono sollevare una collina, non credono che il Signore possa farlo; considerano quindi allegorici i racconti dello Srimad-Bhagavatam, e cercano di interpretarli a modo loro. Ma il Signore sollevò realmente la collina in presenza di tutti gli abitanti di Vrndavana, e questo fatto è confermato da grandi acarya e autorità come Vyasadeva e Narada. • Tutto ciò che riguarda il Signore, le Sue attività, i Suoi divertimenti e il Suo aspetto eccezionale dovrebbe essere accettato così com’è; in questo modo possiamo capire il Signore anche nella nostra condizione attuale. In questa occasione il re Indra confermò: “La Tua forma a otto braccia è reale quanto quella a quattro braccia.” Di questo non c’è dubbio.


patnya ucuh
yajno ’yam tava yajanaya kena srsto
vidhvastah pasupatinadya daksa-kopat
tam nas tvam sava-sayanabha-santa-medham
yajnatman nalina-ruca drsa punihi

patnyah ucuh: le mogli dei celebranti del sacrificio dissero; yajnah: il sacrificio; ayam: questo; tava: Tuo; yajanaya: adorando; kena: da Brahma; srstah: preparato; vidhvastah: devastato; pasupatina: da Siva; adya: oggi; daksa-kopat: per la collera verso Daksa; tam: questo; nah: nostro; tvam: Te; sava-sayana: corpi morti; abha: come; santa-medham: i pacifici animali destinati al sacrificio; yajna-atman: o Signore del sacrificio; nalina: loto; ruca: meraviglioso; drsa: con il Tuo sguardo; punihi: santifica.

Le mogli di coloro che celebravano il sacrificio dissero:
Caro Signore, questo sacrificio fu organizzato per ordine di Brahma, ma sfortunatamente Siva, irritato con Daksa, devastò l’intera cerimonia, e a causa della sua collera gli animali destinati al sacrificio giacquero morti. Per questa ragione i preparativi per lo i sono andati perduti, ma ora, sotto lo sguardo dei Tuoi occhi di loto, la santità dell’arena del sacrificio può di nuovo essere invocata.

SPIEGAZIONE: • Nei sacrifici, gli animali che venivano offerti ricevevano una nuova vita; gli animali erano presenti sul luogo a questo scopo. L’offerta dell’animale in sacrificio, e la riuscita nel proposito di dargli una nuova vita, era la prova della forza dei mantra cantati. Ma, sfortunatamente, il sacrificio di Daksa era stato distrutto da Siva, e in questo frangente, purtroppo, alcuni animali furono uccisi (uno di questi fu ucciso per sostituire la testa di Daksa). I loro corpi giacevano tutt’intorno, e l’arena del sacrificio si era trasformata in un crematorio; in questo modo il vero scopo dello yajna era andato perduto.
Le mogli dei celebranti chiedevano quindi a Sri Visnu, che è il fine supremo di queste cerimonie sacrificali, di posare il Suo sguardo sull’arena dello yajna con la Sua misericordia incondizionata, in modo che i riti previsti per lo yajna potessero continuare. Ciò significa che gli animali non dovrebbero essere uccisi inutilmente; essi erano usati per provare la forza dei mantra e, grazie all’uso di questi mantra, dovevano trovare una nuova giovinezza. Non avrebbero dovuto essere uccisi, come invece accadde quando Siva volle sostituire la testa di Daksa con la testa di un animale. Ci si può compiacere nel vedere un animale sacrificato che ottiene una nuova giovinezza, ma questa atmosfera propizia era andata perduta; perciò le mogli dei celebranti desideravano che gli animali fossero riportati in vita sotto lo sguardo di Sri Visnu, in modo che lo yajna diventasse di nuovo propizio.


rsaya ucuh
ananvitam te bhagavan vicestitam
yad atmana carasi hi karma najyase
vibhutaye yata upasedur isvarim
na manyate svayam anuvartatim bhavan

[segue nel prossimo numero]


I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

La Religione e lo Stato


Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e l’ambasciatore indiano in Svezia si è svolta a Stoccolma nell’autunno del 1973.

Srila Prabhupada: In America, in India e in molti paesi di tutto il mondo, esiste uno “stato laico”. I capi di governo dicono che non vogliono favorire nessuna religione in particolare, ma in realtà favoriscono l’irreligione.
Ambasciatore: Sì, il problema esiste. Abbiamo una società con molte religioni per cui noi governanti dobbiamo stare attenti. Non possiamo assumere una posizione troppo rigida sulla religione.
Srila Prabhupada: No, no. Il governo deve prendere una posizione decisa. Naturalmente, il governo deve essere neutrale verso tutte le forme di religione autentica, ma ha anche il dovere di verificare che le persone siano sinceramente religiose. Il governo non deve, in nome di uno “stato laico”, lasciare che le persone vadano all’inferno.
Ambasciatore: Sì, questo è vero.
Srila Prabhupada: Sì, se sei un musulmano, il dovere del governo è di vedere che tu agisca realmente come un musulmano. Se sei un indù è dovere del governo accertarsi che tu ti comporti come un indù. Se sei cristiano, è dovere del governo accertarsi che tu agisca come un cristiano.
I governi non possono ignorare la religione. Dharmena hina pasubhih samanam: se le persone diventano irreligiose, sono semplicemente degli animali. Perciò è dovere di un governo accertarsi che i cittadini non diventino animali. Le persone possono professare religioni diverse. Questo non ha importanza. Devono però essere religiose. “Stato laico” non significa che il governo sia insensibile — “Lasciate che le persone diventino cani e gatti, senza religione.” Se un governo non si prende cura di questo, non è un buon governo.
Ambasciatore: Penso che ci sia molto di giusto in quello che dici, ma come tu sai, la politica è l’arte del possibile.
Srila Prabhupada: No. Politica significa accertarsi che le persone si elevino, che i cittadini diventino avanzati spiritualmente, non che si degradino.
Ambasciatore: Certamente, sono d’accordo, ma penso che il dovere primario di un governo sia di fornire le condizioni in cui persone dotate, guide spirituali come te, possano svolgere il loro compito. Se un governo fa qualcosa di più di questo, può anche danneggiare i vari gruppi religiosi. Penso che un governo debba essere come l’arbitro di un gioco — fornire le condizioni perché tutti possano esprimersi liberamente.
Srila Prabhupada: No, un governo deve fare di più. Per esempio, tu ti occupi del dipartimento del commercio — il governo provvede affinché il commercio e le imprese industriali si sviluppino senza problemi. Il governo rilascia autorizzazioni, ci sono controllori e ispettori. Oppure, per esempio, ti occupi del dipartimento della cultura — gli ispettori scolastici controllano che gli studenti siano educati in modo opportuno. Allo stesso modo, il governo dovrebbe avere persone esperte che possano verificare che gli indù agiscano veramente da indù, i musulmani agiscano da musulmani, i cristiani agiscano come cristiani. Il governo non dovrebbe essere insensibile al problema religioso. Essi possono essere neutrali. “Qualunque religione tu professi noi non abbiamo niente a che vedere, con questo.” È però dovere del governo accertarsi che tu agisca bene — che tu non stia ingannando.
Ambasciatore: Certamente... limitatamente alla condotta morale, ma oltre a questo cosa si può fare?
Srila Prabhupada: Il fatto è che se non si seguono davvero i principi religiosi non ci può essere una buona condotta morale.

yasyasti bhaktir bhagavaty akincana
sarvair gunais tatra samasate surah
harav abhaktasya kuto mahad-guna
manorathenasati dhavato bahih

“La persona che ha un’incrollabile devozione per Dio, manifesta in modo evidente tutte le qualità divine. Invece la persona priva di devozione deve sempre elaborare schemi per sfruttare l’energia materiale del Signore e perciò non può avere assolutamente alcuna buona qualità morale.” (Srimad-Bhagavatam 5.18.12)
Finché c’è fede in Dio, devozione per Dio, tutto va nel modo migliore. Dopo tutto Dio è uno. Dio non è né indiano, né cristiano, né musulmano. Dio è uno.
E questa è la ragione per cui la letteratura vedica ci dice:

sa vai pumsam paro dharmo
yato bhaktir adhoksaje
ahaituky apratihata
yayatma suprasidati

“L’occupazione suprema per l’uomo è quella che conduce al servizio d’amore e devozione al Signore trascendentale. Questo servizio di devozione deve essere ininterrotto e incondizionato per soddisfare completamente l’anima.” (Srimad Bhagavatam 1.2.6) Perciò si deve essere religiosi. Senza religione nessuno può essere soddisfatto. Perché c’è così tanta confusione e insoddisfazione in tutto il mondo? Perché le persone non sono più religiose.
Ambasciatore: A Mosca moltissime persone sono ostili alla religione, completamente contro di essa.
Srila Prabhupada: Perché dici a Mosca? Ovunque. Almeno a Mosca sono onesti. Essi dicono onestamente: “Noi non crediamo in Dio.”
Ambasciatore: Questo è vero, questo è vero.
Srila Prabhupada: In altri posti invece dicono: “Io sono indù.” “Io sono musulmano.” “Io sono cristiano.” “Io credo in Dio.” E poi non sanno niente della religione e non seguono le leggi di Dio.
Ambasciatore: Temo che la maggior parte di noi sia proprio così. Questo è vero.
Srila Prabhupada: (ride) Dico che a Mosca perlomeno sono corretti. Non essendo capaci di comprendere la religione, essi dicono: “Noi non crediamo.” Questi altri mascalzoni invece dicono: “Sì, noi siamo religiosi, confidiamo in Dio” e tuttavia commettono le azioni più irreligiose. Molte volte ho chiesto ai cristiani: “La vostra Bibbia dice: ‘Non uccidere’. Perché uccidete?” Essi non sono in grado di dare nessuna risposta soddisfacente. È affermato con chiarezza: “Non uccidere” — ed essi mantengono i mattatoi. Cosa significa questo?


UMILTA e SENSO DI BENESSERE


L’umiltà e una sana stima di se stessi sono compatibili in un percorso di sviluppo spirituale.

di Arcana Siddhi Devi Dasi



COME TERAPEUTA di famiglia do consigli a persone sia all’interno che all’esterno del movimento Hare Krsna. Di recente ho ricevuto una e-mail da una giovane devota che era infelice per il suo rapporto con il marito che la maltrattava, ma non era decisa a lasciarlo.
“Forse è bene che non mi senta a mio agio con me stessa,” scriveva “perché questo mi aiuta a sviluppare umiltà.”
Non era la prima volta che io sentivo questo tipo di logica. La Bhagavad-gita insegna che l’umiltà è essenziale per lo sviluppo spirituale. Sfortunatamente, a volte i devoti pensano che non sentirsi a proprio agio con se stessi sia un prerequisito per l’umiltà.
Spesso vedo devoti che lottano con il concetto di autostima. Avendo letto le preghiere dei santi della nostra successione, spesso essi pensano che i loro sentimenti dovrebbero allinearsi con le affermazioni di modestia di queste grandi anime. In questo modo associano una bassa stima di se stessi con l’avanzamento spirituale e possono perpetuare una costante attitudine a non sentirsi soddisfatti di se stessi. Così possono attrarre nella loro vita persone che li tratteranno sulla base di come essi sentono se stessi.
Questa confusione deriva dal tentativo di uguagliare sentimenti che provengono dal nostro ego puro con quelli che provengono dal nostro falso ego materiale. Le grandi anime esprimono sentimenti che nascono dal puro ego spirituale non contaminato dai modi della natura materiale. Quando essi si sentono, usando le parole di Sri Caitanya “più umili dell’erba della strada,” questa è un’emozione di gioia. Essi vedendo la grandezza del Signore e tutti gli altri più qualificati di loro sono pervasi d’amore e di apprezzamento per tutta la creazione di Krsna.
Bhaktivinoda Thakura, un eccezionale maestro Vaisnava, ha scritto un gran numero di bellissimi canti che esprimono il suo amore e la sua attrazione per il Signore, canti per ottenere lo scopo del suo cuore — un amore incondizionato per il Signore — e canti di autodenigrazione in cui lamenta la sua mancanza di devozione. Come anima pura, esprime il suo attaccamento e il suo amore per il Signore e nello stesso tempo il sentimento di non essere qualificato e di non aver speranza di ottenere tale amore. Entrambi questi sentimenti sono autentici e nascono dall’umiltà, dall’attaccamento e dall’amore per il Signore.


Riconoscere i Nostri Errori

All’inizio del nostro viaggio spirituale, possiamo sperimentare qualcosa che somiglia a queste emozioni perché Krsna prepara il terreno su cui coltivare la nostra devozione. Ricordo un’importante esperienza che ho avuto prima di diventare devota. Mi trovavo in difficoltà ad accettare critiche ed ero sicura che le mie opinioni fossero giuste. Questa mentalità mi creava numerosi problemi sia professionali che personali. Per mesi e mesi avevo contestato il consiglio del mio supervisore su come svolgere il mio lavoro di direttore residente di un dormitorio universitario. L’ostinazione rendeva il mio lavoro molto difficile ed io ne soffrivo. Finalmente, un giorno ebbi la forte realizzazione di essere in torto; non solo avevo torto per questo particolare fatto, ma per moltissime altre cose.
Non so descrivere come mi sentii liberata nell’accettare la mia natura fallibile. Non dovevo più sostenere il fardello di avere ragione su tutto. Mi sentivo giù, ma allo stesso tempo si aprivano nuove possibilità davanti a me. Per la prima volta nella mia vita da adulta potevo ascoltare la mia autorità con vera sottomissione. Questo cambiamento di mentalità mi preparò a prendere rifugio nel mio maestro spirituale e nei devoti. Quando Krsna ci aiuta a liberarci dal falso orgoglio, possiamo gustare la dolcezza dell’umiltà.
Talvolta comunque quando siamo ancora contaminati dalle influenze della natura materiale e ci identifichiamo con la nostra mente e il nostro corpo materiali, sentirsi più umili dell’erba nella strada può darci disgusto di noi stessi e sconforto. Questi sentimenti allora ostacolano l’esecuzione delle nostre pratiche devozionali. Dobbiamo saper distinguere se la nostra posizione psicologica è favorevole per servire il Signore o se invece costituisce un impedimento. Paradossalmente, la maggior parte delle persone ha bisogno di sviluppare un sano ego materiale prima di trascenderlo per realizzare il loro ego spirituale.
Una volta ho sentito un oratore dire che le persone che hanno una sana stima di se stesse pensano meno a se stessi e non meno di se stessi. Quando ci sentiamo bene con noi stessi, possiamo dedicare più tempo ed energia agli altri anziché rimanere assorti a biasimarci. Un’alta stima di noi ci dà inoltre maggiore libertà d’agire sulla base dei nostri valori e delle nostre convinzioni. Quando non ci sentiamo bene con noi stessi possiamo fare cose per compiacere o rasserenare gli altri. Nello sforzo di ricevere conferme dall’esterno, possiamo facilmente essere portati a fare cose che contrastano con le nostre credenze.

Sentirsi Validi e Capaci

Nathaniel Branden, un famoso psicologo, definisce la stima di se stessi come “la tendenza di provare a se stessi di essere adatti ad affrontare le sfide fondamentali della vita e di essere degni della felicità.” Questi aspetti dell’autostima — fiducia in se stessi e rispetto di se stessi — in che rapporto sono con la coscienza di Krsna? Krsna desidera che tutte le anime imprigionate nel mondo materiale siano serene e felici. La vita umana ci offre l’opportunità di impegnare il nostro talento e le nostre capacità al servizio del Signore. Quando ci offriamo per servire il Signore ci sentiamo gioiosi. Un amico una volta dette a me e mio marito un quadretto con un aforisma che dice: “ Quello che sei è il dono che Dio ti dà e quello che diventi è il tuo dono a Dio.”
A parte la confusione tra umiltà e bassa stima di se stessi, a volte i devoti collegano il concetto di un’alta stima di se stessi con l’orgoglio e l’autocompiacimento, ma in realtà è proprio il contrario. Le persone che mostrano un’alta stima di se stesse sono anche l’esempio di una più umile disponibilità verso gli altri. Esse mostrano disponibilità ad ammettere e correggere gli errori, mentre le persone caratterizzate da una bassa stima di se stesse sono spesso sulla difensiva e sentono la necessità di provare che hanno ragione.
In un famoso racconto del Mahabharata, Krsna una volta ebbe un incontro con Yudhisthira Maharaja e Duryodhana. Desiderando glorificare il Suo devoto Yudhisthira, Krsna gli chiese di trovare una persona inferiore a lui e al malvagio Duryodhana chiese di trovare una persona più elevata di lui. Yudhisthira aveva tutte le buone qualità. Era sereno e soddisfatto in sé. Senza dubbio aveva una sana stima di se stesso, ma tuttavia non riuscì a trovare nessuno che potesse considerare inferiore a lui. Ancora una volta questo è l’esempio di un Vaisnava avanzato che impersona la sincera umiltà.
Il malvagio Duryodhana invece fece ricerche nel regno per tutto il giorno e non riuscì a trovare nessuno da poter ritenere superiore a se stesso. Duryodhana era schiavo della vanità e dell’orgoglio. Era invidioso delle grandi anime e le maltrattava, era sempre in ansietà per la sua situazione nel tentativo di eliminare i suoi rivali. La sua sensazione del sé dipendeva da fattori esterni come la posizione e il potere e perciò non conosceva la pace interiore. Era tormentato dalla lussuria e dall’avidità.

L’orgoglio Contrasta con un’Elevata Stima di Se Stessi

Pensare di essere grandi è segno di orgoglio e non di un’elevata stima di se stessi. Una persona dotata di alta stima di se stessa appare umile. Una perfetta stima di se stessi si trova nelle persone completamente libere dal falso ego, la cui umiltà nasce dalla realizzazione spirituale.
Nel nostro stato condizionato potremmo identificarci più con la mentalità di Duryodhana che con quella di Maharaja Yudhisthira. Avanzando però nel nostro cammino spirituale, avremo una visione diversa di noi stessi. Tanto più ci rendiamo conto di non essere operatori indipendenti ma solo strumenti, tanto più sana diventerà la nostra autostima. Nella vita materiale, i modi della virtù, della passione e dell’ignoranza ci influenzano. Questi modi si mescolano gareggiando l’uno con l’altro per formare il nostro stato mentale, compreso la sensazione che abbiamo di noi stessi.
Le persone completamente avvolte dal modo dell’ignoranza sono felici e si sentono a proprio agio quando i loro sensi sono soddisfatti.
Le persone dominate dall’influenza della passione sono felici e in armonia con se stessi quando gli altri apprezzano e ritengono valide le loro realizzazioni. In questi modi inferiori la sensazione che abbiamo di noi stessi fluttua continuamente.
Le persone influenzate dalla virtù sono felici e in armonia con se stesse quando agiscono secondo conoscenza sulla base dei propri codici e valori etici. Esse sono meno reattive agli stimoli esterni, cosicché la loro stima di se stessi dipende maggiormente dalla loro vita interiore. Perciò essi hanno un maggiore controllo sul loro modo di sentirsi.
Quando le persone si spostano verso la virtù pura, realizzano di essere strumenti del Signore e cessano di ritenersi gli autori delle proprie azioni.

L’esempio di Prabhupada

Il nostro maestro spirituale Srila Prabhupada ha mostrato un’elevata stima di se stesso. Sebbene di piccola statura, a noi appariva grande. Teneva sempre la testa alta e si muoveva con decisione e sicurezza. Il suo modo di parlare era diretto, convincente e coraggioso. Le sue azioni erano coraggiose e audaci e tuttavia egli conservava un’attitudine umile sapendo che il suo successo era completamente dipendente dal Signore. Esempio della sua umiltà sono le preghiere da lui pronunciate sulla nave quando per la prima volta venne negli Stati Uniti dall’India:

O Signore, io sono solo un burattino nelle tue mani. Perciò se mi hai portato qui per danzare, allora fammi danzare, fammi danzare. O Signore, fammi danzare a Tuo piacimento.
Non ho devozione, non ho conoscenza ma ho una forte fede nel santo nome di Krsna. Sono stato chiamato Bhaktivedanta ed ora, se questo è il Tuo piacere, Tu puoi soddisfare il vero significato di Bhaktivedanta.

Con grande umiltà concludeva la sua lettera: “Firmato: il più sfortunato e insignificante dei mendicanti, A.C. Bhaktivedanta Swami.”
Se da una parte questa preghiera rivela che Prabhupada si sentiva molto umile, dall’altra egli era fiducioso di poter fare qualsiasi cosa grazie alla misericordia del Signore. Questa preghiera dà anche a noi la chiave per sviluppare le qualità della pura devozione: fede nel santo nome di Krsna. Quanto più forte è la nostra fiducia nella capacità del santo nome di trasformare la nostra coscienza materiale, tanto più ci applicheremo al metodo del canto. Canteremo con tutta la concentrazione e attenzione possibili evitando con ogni cura le offese che ostacolano il nostro progresso spirituale.
Saremo meno portati a sfruttare gli altri se vediamo noi stessi come loro servitori, realizzando la nostra — e la loro — vera natura spirituale come parti di Dio. Noi siamo scintille gloriose dell’energia spirituale, dotati di tutte le buone qualità, e tuttavia ci sentiamo minuscoli in confronto alla grandiosità del nostro Signore. Con questa vera conoscenza, l’anima pura può avere un’alta stima di se stessa e contemporaneamente essere umile.
Quando feci conoscere alcune di queste osservazioni alla giovane donna che mi aveva fatto la sua domanda per mezzo dell’e-mail, essa mi rispose: “Mi è di grande sollievo comprendere queste affermazioni da questo punto di vista. Ora capisco che per progredire spiritualmente non devo continuare a vivere nella vergogna e nell’umiliazione.”
Mi suggerì di scrivere un articolo su questo argomento per BTG. Mi sono presa a cuore questa indicazione poiché anche altri devoti durante gli anni mi avevano posto domande analoghe. Spero che questo possa essere utile anche ad altri.

Arcana Siddhi Devi Dasi fu iniziata da Srila Prabhupada nel 1976. Vive con suo marito e suo figlio a Sandy Ridge nel Nord Carolina, dove lavora come terapeuta di famiglia.

Calendario


Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area, collegatevi al sito www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea disciplica di Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite agli associati del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.

Mese di Govinda
(3 Febbraio — 3 Marzo)


3 Marzo — Sri Gaura Purnima, l’anniversario dell’apparizione di Sri Caitanya Mahaprabhu, che è Krsna stesso nel ruolo del suo stesso devoto. Digiuno fino al sorgere della luna, seguito da un rompi digiuno di prasadam Ekadasi (senza cereali e legumi). La festa di prasadam si osserva domani.

Mese di Visnu
(4 Marzo — 2 Aprile)

12 Marzo —Anniversario dell’apparizione di Srila Srivasa Pandita, uno dei principali associati di Sri Caitanya.

15 Marzo — Papamocani Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 06:26 - 10:25

23 Marzo — Anniversario dell’apparizione di Srila
Ramanujacarya, filosofo Vaisnava e maestro spirituale che apparve nell’undicesimo secolo.

27 Marzo — Sri Rama Navami, anniversario dell’apparizione di Sri Ramacandra. Digiuno fino al tramonto, seguito da una festa di prasadam.

29 Marzo — Kamada Ekadasi.
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 06:01 - 10:13

2 Aprile —Sri Krsna Vasanta Rasa, la danza rasa primaverile di Krsna. Balarama Rasa Yatra, la danza rasa di Balarama. Anniversario dell’apparizione di Hanumanji, eterno servitore di Sri Rama. Anniversario dell’apparizione di Syamananda Pandita, seguace dei sei Gosvami di Vrndavana.

Mese di Madhusudana
(3 Aprile — 2 Maggio)
13 Aprile — Anniversario della scomparsa di Srila Vrndavana Dasa Thakura, l’autore della Sri Caitanya-
Bhagavata, una biografia di Sri Caitanya.

14 Aprile — Varuthini Ekadasi.
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 05:33 - 10:01

17 Aprile —Anniversario dell’Apparizione di Srila Gadadhara Pandita, uno dei principali associati di Sri Caitanya.

19 Aprile — Inizio di Candana Yatra, il festival in cui si spalma Sri
Jagannatha con polpa di sandalo per ventuno giorni.

25 Aprile — Anniversario dell’Apparizione di Srimati Sita Devi, la consorte di Sri Ramacandra. Anniversario dell’Apparizione of Srimati Jahnava Devi, la consorte di Sri Nityananda Prabhu. Anniversario della scomparsa di Srila Madhu Pandita, un grande devoto di Sri Caitanya.

27 Aprile — Unmilani Maha-dvadasi. Digiuno di cereali e legumi per Mohini Ekadasi. Rompere il Digiuno 07:51 - 09:52

28 Aprile — Rukmini Dvadasi, l’anniversario dell’apparizione di Srimati Rukmini Devi, la consorte di Sri Krsna nella forma di Dvarakadhisa, il Signore di Dvaraka.

29 Aprile — Anniversario della scomparsa di Srila Jayananda Prabhu, un discepolo dedicato di Srila Prabhupada, che lo aiutò a diffondere il festival del Rathayatra nel mondo occidentale.

1 Maggio — Nrsimha Caturdasi,
Anniversario dell’Apparizione of Sri Nrsimhadeva, l’incarnazione di Krsna mezzo uomo e mezzo leone. Digiuno fino al crepuscolo, seguito dalla festa di prasadam.

2 Maggio — Anniversario dell’Apparizione of Srila Srinivasa Acarya, un seguace dei sei Gosvami. Anniversario dell’Apparizione of Srila Madhavendra Puri, il maestro spirituale del maestro spirituale dei Sri Caitanya (Isvara Puri).

Mese di Trivikrama
(3 Maggio — 16 Maggio, 16 Giugno — 30 Giugno [Mese di Purusottama-adhika: 17 Maggio — 15 Giugno])
7 Maggio — Anniversario della scomparsa di Srila Ramananda Raya, un intimo associato di Sri Caitanya.
13 Maggio — Apara Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 04:51 - 07:09
14 Maggio — Anniversario dell’Apparizione di Srila Vrndavana Dasa Thakura, l’autore della Sri Caitanya-Bhagavata, una biografia di Sri Caitanya.


Il Mistero di Madhusudana

Visto che nei passatempi di Krsna non c’è traccia
di un demone di nome Madhu, perché Arjuna si rivolge a Krsna chiamandoLo “uccisore di Madhu”?

di Satyaraja Dasa


Madhusudana. Questo nome mi ha sempre incuriosito. Da dove proviene? Nella Bhagavad-gita, uno dei nostri testi più sacri, Krsna viene indicato come Madhusudana, cioè “uccisore del demone Madhu”, per lo meno cinque volte (1.34, 2.1, 2.4, 6.33 e 8.2). E tuttavia Krsna non ha ucciso un demone di nome Madhu. Ho cercato più volte in tutta l’immensa varietà dei passatempi di Krsna. Nessuna traccia di Madhu, per lo meno non nella forma di demone.
La maggior parte dei commentatori, Srila Prabhupada compreso, ci dice che questo modo di Arjuna, l’eroe della Gita, di riferirsi a Krsna, è un’espressione poetica che sta ad indicare che ora Krsna uccide i dubbi di Arjuna proprio come Egli ha ucciso il nemico a tre dimensioni del Suo passato. Ma ancora, dove è avvenuto questo? Quando Krsna ha ucciso un demone di nome Madhu?
La mia ricerca mi ha portato a Baladeva Vidyabhusana, un commentatore Vaisnava del diciottesimo secolo. Egli scrive che nella Gita l’uso del nome di Madhusudana implica che Krsna può uccidere l’angoscia (sokam) di Arjuna proprio come in passato aveva ucciso Madhu (madhusudana iti tasya sokam api madhuvan nihanisyatiti bhavah). Io però mi chiedo ancora dov’è che si parla di questo demone Madhu e perché Arjuna si riferisce proprio a lui. Al tempo della battaglia di Kuruksetra, Krsna aveva ucciso molti demoni e Arjuna avrebbe potuto riferirsi a ciascuno di essi — “O uccisore di Putana”, “O vincitore di Kamsa” e così via dicendo. Per questa ragione, per me era ovvio che Arjuna aveva una ragione particolare per usare il nome di Madhusudana.
Approfondendo un po’ ho trovato che quasi sicuramente Madhu non era stato ucciso da Krsna, perlomeno non da Krsna nella Sua forma originale. Invece, era stato Visnu — un’espansione di Krsna — che aveva eliminato la minaccia di Madhu-Kaitabha (un avvenimento che poi esporrò dettagliatamente). Più precisamente, Visnu ha ucciso Madhu per mezzo della Sua incarnazione Hayagriva, che ha il corpo di un cavallo; questo è citato nei testi sacri conosciuti come Purana. Indicando Krsna come Madhusudana, allora, la Gita realizza un collegamento in qualche modo velato tra Krsna e Visnu, offrendo in questo modo ai lettori un’idea della divinità di Krsna.
Questo non vuol dire che la divinità di Krsna dipenda in alcun modo dalla Sua identità con Visnu. In realtà è proprio l’opposto perché Krsna è la sorgente di tutte le forme e incarnazioni divine. (Si veda lo Srimad-Bhagavatam 1.3.28) Ma il concetto comune di Dio — onnipotente e terrificante, che impersona la grandiosità anziché la semplicità, che stimola la reverenza invece dell’intimità — è più adatto a Visnu. E perciò perfino ai tempi vedici la parola Vaisnavismo (“l’adorazione di Visnu”), e non Krsnaismo era il nome preferito per il sanatana-dharma, la religione eterna dell’anima. In verità, molti studiosi della Gita, tradizionalisti come gli accademici occidentali —?tendono a vedere come punto culminante della Gita la grande rivelazione dell’undicesimo capitolo, in cui Krsna mostra ad Arjuna la maestosità della Sua forma universale che tutto comprende. Questa loro affermazione nasce dall’assoluta magnificenza ed opulenza di questa rivelazione, ma i nostri grandi acarya, nella loro saggezza, pongono maggior enfasi sull’umile richiesta che Arjuna fa a Krsna di mostrare di nuovo la Sua più intima — e perciò superiore — forma a due braccia. Essi inoltre preferiscono invece concentrarsi sull’istruzione alla fine della Gita (18.66) di abbandonare ogni sorta di religione per arrendersi a Dio (Krsna) con un cuore sincero pieno di amore e devozione.

Che Cosa c’è in un Nome?

Il nome Madhusudana appare la prima volta nel Primo Capitolo, prima che Krsna riveli ad Arjuna che sia Lui che il Suo amato devoto Arjuna hanno preso molte nascite nel passato (Capitolo Quattro) e prima che Egli mostri la Sua essenza divina ad Arjuna in modo definitivo (Capitolo 11). Le implicazioni sono molto significative: l’illusione di Arjuna è soltanto un lila, un passatempo trascendentale, disposto dal Signore. Questo significa che egli viene messo in uno stato temporaneo di dimenticanza cosicché Krsna possa esporre la Gita per istruire Arjuna e attraverso lui ciascuno di noi. Altrimenti come fa Arjuna a sapere, fin dall’inizio, che Krsna è davvero Visnu che nel passato si è incarnato per uccidere il demone Madhu?

Naturalmente, i seguaci di Prabhupada l’hanno sempre saputo. Nell’introduzione al suo commento sulla Bhagavad-gita, Prabhupada scrive: “Come associato di Krsna, Arjuna era al di sopra di ogni tipo d’ignoranza, ma venne messo nell’ignoranza sul campo di battaglia di Kuruksetra proprio per porre domande a Krsna sui problemi della vita in modo tale che il Signore potesse dare le Sue spiegazioni per il beneficio delle future generazioni degli esseri viventi...”

Tuttavia è interessante vedere come questo venga presentato nel Mahabharata, di cui la Gita è una piccola parte: nel verso 3.41.1-4 Siva aveva detto qualcosa ad Arjuna sulla divina associazione di Arjuna con Narayana come Nara. E nei versi 3.42.17-23 Yamaraja, il signore della morte, ha detto ad Arjuna: “ Insieme a Visnu tu alleggerirai il fardello della terra.”

Tutto questo avviene precedentemente al Sesto Libro, in cui è contenuta la Gita.
Inoltre Krsna rivelò la Sua forma divina a coloro che erano riuniti alla corte dei Kaurava mentre era in missione di pace per i Pandava e quando i Pandava Lo scelsero al loro fianco per la battaglia di Kuruksetra preferendoLo al Suo esercito. Perciò, al tempo della Bhagavad-gita, i più importanti combattenti conoscevano chiaramente la divinità di Krsna. Arjuna certamente lo sapeva e tuttavia non lo sapeva — come Madre Yasoda che vide l’intero universo nella bocca di Krsna bambino e tuttavia Lo pensava come suo figlio.
L’epiteto Madhusudana viene usato ripetutamente nel Mahabharata prima della Gita, in genere pronunciato da Vaisampayana, il narratore, ma anche Arjuna, Draupadi e il demone Sisupala usano questo nome. Perciò all’inizio del Mahabharata e della Gita è chiara l’identità di Krsna come Visnu.
La Storia di Madhu

La storia del demone Madhu è narrata nel Kalika Purana, nel Devi Bhagavata e nel Mahabharata.
Srila Prabhupada cita brevemente questo racconto nel suo libro di Krsna (al capitolo “Le preghiere di Akrura”) e nello Srimad-Bhagavatam (7.9.37 spiegazione).
All’inizio del tempo, il mondo spirituale generò l’universo materiale, al cui interno Sri Visnu giaceva allora in un profondo sonno cosmico su Sesa, il Suo letto serpente.
Mentre Visnu dormiva, dal Suo ombelico crebbe uno stelo di loto in cima al quale c’era un fiore, su cui apparve Brahma, il primo essere creato. Visnu gli affidò il compito della creazione ed egli meditò su come svolgere questo incarico affidatogli.
Si dice che mentre Brahma sedeva in profonda meditazione, del “cerume” (karna ) uscì dagli orecchi di Visnu e da questo cerume nacquero due feroci demoni, Madhu e Kaitabha. Essi compirono grandi austerità per migliaia di anni. Soddisfatta da queste austerità Laksmi, la consorte del Signore, apparve offrendo loro il dono di poter morire solo quando lo desiderassero. Orgogliosi della nuova posizione acquisita, i due demoni divennero eccessivamente arroganti. Attaccarono Brahma che ancora meditava sullo stelo di loto e gli rubarono i quattro Veda. Sebbene infuriato, Brahma era indifeso di fronte ad avversari così potenti e si rivolse al suo solo ed unico rifugio, Visnu, chiedendoGli aiuto.
Visnu però dormiva profondamente e non si svegliò nonostante che Brahma facesse del suo meglio per destarLo. Rendendosi conto che il Signore dormiva per Sua scelta, Brahma decise di rivolgere le sue preghiere a Yoga-nidra, che non è nient’altro che la dea Laksmi in una forma speciale per assistere il Signore nel Suo sonno yogico. Come Brahma aveva sperato essa gli mostrò misericordia e svegliò il Signore.
Brahma allora raccontò a Sri Visnu le nefande attività di Madhu e Kaitabha e Gli chiese di distruggerli. Sri Visnu si manifestò come Hayagriva, la bellissima incarnazione a forma di cavallo, e lottò con Madhu e Kaitabha recuperando infine le scritture vediche. Essi però potevano morire solo quando lo volevano, secondo il dono ricevuto e allora con intelligenza Visnu disse che nello stesso modo in cui la dea Laksmi aveva dato loro un dono, nello stesso modo loro dovevano darne uno a Lui. Infine, Egli disse loro che erano così potenti da poter mostrare la stessa gentilezza che la Sua metà femminile, la forma incarnata della Sua energia mistica, aveva mostrato loro.
Nella loro arroganza essi caddero nel Suo tranello.
“Quale dono vuoi da noi?” chiesero. “Ti daremo tutto quello che vuoi.”
“Voglio la vostra morte!” rispose il Signore.
E in questo modo Hayagriva pose fine alle loro minacce una volta per tutte.
Srila Prabhupada nello Srimad-Bhagavatam (7.9.37 spiegazione) scrive:
“Dio, la Persona Suprema, nella Sua forma trascendentale, è sempre pronto a proteggere i Suoi devoti. Come afferma questo verso, quando Madhu e Kaitabha attaccarono Brahma, il Signore nella forma di Hayagriva uccise i due demoni. I demoni moderni pensano che non ci fosse vita all’inizio della creazione, ma dallo Srimad-Bhagavatam apprendiamo che il primo essere vivente creato da Dio, la Persona Suprema, fu Brahma, che aveva una conoscenza completa dei Veda. Sfortunatamente, coloro che hanno ricevuto il compito di distribuire la conoscenza vedica, come i devoti impegnati nel diffondere la coscienza di Krsna, possono talvolta essere attaccati dai demoni; essi però devono restare saldi nella convinzione che gli attacchi demoniaci non potranno mai fare loro del male, perché il Signore è sempre pronto a proteggere i Suoi devoti.”

Madhusudana Rivisitato

Parlando del nome Madhusudana c’è da fare un’ultima considerazione più esoterica. Questo nome non solo significa “Colui che ha sconfitto il demone Madhu”, ma anche “Colui che supera il miele (madhu) in dolcezza”.
Perciò, il grande commentatore Sridhara Svami definisce così questo nome: “Il falso ego è dolce come il miele e risiede nel cuore di ognuno facendo dimenticare alla persona la propria identità. Esso intossica tutti. Colui che distrugge il falso ego con la luce della conoscenza viene chiamato Madhusadana.” Per estensione, la parola madhu è arrivata a riferirsi sia al calabrone che a Krsna. Come le api cercano di godere il miele del loto, così Krsna gusta il miele dell’amore dei Suoi devoti. Srila Rupa Gosvami, il grande santo Vaisnava indiano del sedicesimo secolo, usa questo doppio significato di Madhusudana nel quinto atto della sua opera devozionale Vidagdha Madhava:
Una volta mentre Radha e Krsna sedevano vicini, un’ape disturbò Radharani volandoLe vicino. Krsna chiese ad un amico di scacciare l’ape e, finito questo compito, l’amico tornò dicendo che madhu se n’era andato. Poiché la parola può indicare sia l’ape che Krsna, Radharani “erroneamente” la interpretò nel secondo significato e cominciò a piangere pensando che Krsna se ne fosse andato. Nonostante fosse nelle braccia di Krsna, era completamente presa da vipralambha-bhava, il sentimento della separazione, un livello d’amore divino a cui aspirano i Vaisnava avanzati. Vedendo le lacrime d’amore di Radharani anche Krsna cominciò a piangere e le loro lacrime si unirono insieme per formare il laghetto sacro conosciuto come Prema Sarovara, attualmente a Vraja (Vrndavana).
La lettura della Gita che Prabhupada indica come un testo spirituale introduttivo, ispirò la mia ricerca sul nome Madhusudana. Ora questo nome evoca in me i più intimi aspetti della conoscenza divina, in particolare gli estatici scambi del Signore con le Sue controparti femminili. In definitiva, Radha è colei che fa diventare Krsna Madhusudana, sia per la Sua estasi dell’immaginaria separazione da Lui sia espandendosi come Laksmi e Yoga-nidra, protagoniste del passatempo in cui il Signore uccide il demone Madhu.

Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, è un redattore esterno di BTG. Ha scritto più di venti libri e vive con sua moglie e sua figlia a New York.


Festival sul Mare Baltico

Anche se non è un sacrificio Vedico di tipo tradizionale (yajna), un festival del canto dei santi nomi comporta ugualmente austerità, organizzazione e risultati.

di Govinda Carana Dasa e Rasika Siromani Devi Dasi
Foto di Govinda Carana Dasa


PER ANNI ABBIAMO sognato la gioia di partecipare al famoso festival dell’India, tour in Polonia, organizzato da Sua Santità Indradyumna Swami. Ogni anno con festival culturali su grande scala questo tour presenta la coscienza di Krsna a centinaia di migliaia di persone. La scorsa estate Sri Krsna ha realizzato il nostro sogno.
Un aspetto rilevante di questi festival è costituito dalla processione dell’harinama (“nomi di Dio”) che si svolge ogni giorno nelle città e sulle spiagge sabbiose della costa del Mar Baltico. Sebbene il suo scopo principale sia di pubblicizzare il festival culturale che si tiene di sera, la processione dell’harinama è di per se stessa un grande festival — un festival dei santi nomi — con il suo profondo significato e gli immensi benefici che vanno ben oltre questo scopo pubblicitario.
Nell’era di Kali, l’era attuale, le scritture vediche consigliano il sankirtana-yajna, il sacrificio costituito dal canto dei nomi di Dio. Sri Caitanya Mahaprabhu, che è Sri Krsna nella forma del Suo devoto, ha portato il sankirtana-yajna affinché tutti in quest’era possano ottenere la liberazione spirituale. Annunciando l’avvento di Sri Caitanya, lo Srimad-Bhagavatam (11.5.32) si riferisce al sankirtana-yajna:

krsna-varnam tvisakrsnam
sangopangastra-parsadam
yajnaih sankirtana-prayair
yajanti hi su-medhasah

“Nell’era di Kali le persone intelligenti adoreranno il Signore, che è accompagnato dai Suoi associati compiendo il sankirtana-yajna.”
Poiché uno yajna comunemente si riferisce al sacrificio del fuoco con i sacerdoti che recitano mantra ed offrono vari oggetti per ottenere una particolare benedizione, avevamo sempre avuto la curiosità di capire in che modo il canto potesse essere considerato uno yajna. La nostra partecipazione a questi harinama ci ha aiutato a comprenderlo.

Austerità

In una conversazione dell’undici settembre 1969, Srila Prabhupada disse: “Perciò ogni cosa bella presentata in questo mondo richiede austerità — molta dedizione e cura. Allora si ha il successo. Questo è chiamato yajna o tapasya (austerità).” La nostra prima realizzazione dell’harinama come yajna fu che, proprio come ogni yajna tradizionale comporta molte austerità e sacrifici da parte di coloro che lo compiono, anche il sankirtana-yajna non ne richiede di meno. Rimanevamo fuori per almeno sei ore ogni giorno compreso lo spostamento di circa un’ora in autobus per raggiungere le spiagge dalla nostra base. Cantavamo il maha-mantra Hare Krsna per almeno tre ore sotto un sole cocente. Era difficile passeggiare e danzare sulla spiaggia. I devoti che distribuivano i volantini per pubblicizzare il programma culturale dovevano insinuarsi tra la folla per distribuire oltre settemila inviti ogni giorno per sei giorni alla settimana. La maggior parte dei devoti, oltre all’harinama aveva da quattro a sei ore di altri servizi da svolgere durante il festival della sera, ciò significava dormire meno e stancarsi di più.
Compiere l’harinama in posti come questo comportava inoltre austerità mentali. Per esempio per distribuire il grande dono che Sri Caitanya ci ha dato — il santo nome — si deve essere capaci di controllarsi per non indulgere nella gratificazione dei sensi vedendo persone poco vestite che prendono la tintarella ed inoltre si devono tollerare gli odori del fumo e di certe bevande. Naturalmente, per compiere queste austerità mentali non ci sono metodi artificiali. Quello che è necessario è un cuore puro e sincere qualità spirituali che si ottengono con un servizio devozionale regolato. È anche necessario apprendere l’arte di rifugiarsi nei santi nomi per mantenere una coscienza appropriata e ottenere i risultati desiderati da questo yajna.
Come fanno i devoti a sottoporsi a queste austerità anno dopo anno — e con animo gioioso?
Essi agiscono per il piacere di Krsna, solo per amore e quando compiono le austerità in un’appropriata coscienza di Krsna, queste cosiddette austerità diventano una sorgente di gioia. Questo è il segreto del servizio devozionale. Per diciassette anni Sua Santità Indradyumna Swami è stato l’esempio vivente di questo principio, lavorando più duramente di tutti. Il suo esempio ispira gli altri a partecipare a questo grande yajna portando beneficio alla propria vita e a quella degli altri.

Organizzazione

Un’altra notevole realizzazione che abbiamo avuto dell’harinama come yajna di quest’era, è stata l’efficienza dell’organizzazione delle processioni. Nello stesso modo in cui uno yajna vedico tradizionale richiede un grande sforzo d’organizzazione per raccogliere gli ingredienti appropriati, per svolgere complicate procedure per il suo svolgimento, per dare il benvenuto agli ospiti, per offrire loro doni e così via, anche il sankirtana-yajna non richiede di meno. Di fronte alla dura opposizione della chiesa e del governo polacco, Indradyumna Swami è molto bravo a dare un’attraente presentazione della coscienza di Krsna per ottenere una favorevole attenzione del pubblico. Srila Prabhupada nel suo commento sulla Upadesamrta dà la definizione d’entusiasmo come: “Lo sforzo eseguito con intelligenza in coscienza di Krsna.” Noi siamo stati testimoni del grandioso sforzo d’organizzazione portato avanti con intelligenza per dare forma negli anni a queste processioni harinama. Tutti i devoti sono elegantemente vestiti con un adatto abbigliamento Vaisnava — le donne col sari e gli uomini con i dhoti e i kurta. La processione è formata da tre gruppi e gli uomini nel gruppo di mezzo guidano il canto per tutti. Il gruppo di mezzo inoltre ha gli strumenti — una
certa varietà di questi: una fisarmonica, due tamburi mrdanga, un tamburo africano djembe e quatto paia di karatala (cembali). Davanti e dietro i gruppi le donne danzano con movimenti eleganti e sincronizzati che attirano l’attenzione degli spettatori. Indradyumna Swami dirige tutta la processione stando davanti. Un’altra attrazione è costituita dalle prime due file di donne (soprannominate le “regine”) che indossano ghirlande e corone di fiori. Sui volti hanno decorazioni (chiamati gopi-dots) e portano palloncini colorati.
Questi aspetti della processione sono importanti per almeno due ragioni. In primo luogo essi attraggono l’attenzione delle persone che guardano i devoti finché non sono fuori dalla loro vista. In secondo luogo queste caratteristiche aiutano le persone ad apprezzare la diversità della coscienza di Krsna — che non è né nirvisesa (arido impersonalismo privo di varietà) né sunyavada (il vuoto).
Il servizio ai devoti è anche servizio al santo nome. Per fare in modo che il gruppo harinama proceda senza sosta per tre o quattro ore, altri devoti portano acqua, creme solari, volantini, libri e borse con le scarpe. Essi portano anche due amplificatori mobili che un devoto tiene tutta la notte sotto carica, indipendentemente da quanto tardi i devoti rientrino alla base. Sebbene questi possano sembrare dettagli senza importanza, il trascurarli renderebbe impossibile organizzare ogni giorno questi festival harinama pieni di successo e mantenere i devoti in una felice disposizione d’animo per concentrarsi sul loro servizio.
Oltre l’organizzazione che si può vedere durante la processione harinama, molte attività si svolgono dietro le quinte. Alcuni si occupano delle autorizzazioni da parte delle autorità locali per i festival e gli harinama. Alcuni si occupano delle sistemazioni, dei trasporti e del prasadam per 250 devoti per più di tre mesi, altri invitano devoti anziani di tutto il mondo a partecipare per dare ispirazione ai devoti del tour — questi ed altri imponenti compiti richiedono denaro e uomini.
Krsna ispira le persone a dare sostegno finanziario ed alcuni devoti sono impegnati tutto l’anno affinché questo grande yajna possa continuare anno dopo anno.

I Risultati

Proprio come ogni yajna compiuto in modo appropriato produce i risultati desiderati, così il sankirtana-yajna porta straordinari risultati a chiunque vi partecipi. Le scritture sono piene di riferimenti ai trascendentali benefici dei santi nomi. Per esempio ogni giorno durante il tour perlomeno 25.000 persone ricevono la seguente benedizione:

na hi bhagavann aghatitam idam
tvad-darsanan nrnam akhila-papa-ksayah
yan-nama sakrc chravanat
pukkaso ’pi vimucyate samsarat

“O Signore, per chi Ti vede non è impossibile liberarsi immediatamente da tutta la contaminazione materiale. Per non parlare del fatto di vederTi faccia a faccia anche il semplice fatto di ascoltare una volta sola il Tuo santo nome permette ai candala, gli uomini della classe più bassa, di liberarsi da ogni contaminazione. A queste condizioni, chi non sarà liberato dalla contaminazione materiale se avrà l’opportunità di vederTi?” (Srimad-Bhagavatam 6.16.44)

E chiunque canti una volta sola il nome Hare Krsna per qualsiasi ragione ottiene il seguente beneficio:

sanketyam parihasyam va
stobham helanam eva va
vaikuntha-nama-grahanam
asesagha-haram viduh

“Una persona che canta il santo nome del Signore è immediatamente liberata dalle reazioni di innumerevoli peccati, anche nel caso che canti indirettamente (per indicare qualcos’altro), per scherzo, per fare della musica e perfino in modo distratto. Questo è confermato da tutti gli eruditi studiosi delle Scritture.” (Srimad-Bhagavatam 6.2.14)

Questo è il vero scopo che è dietro a tutti gli aspetti attraenti della processione harinama. Poiché Krsna è infinitamente affascinante, tutto quello che è connesso a Lui, se presentato in modo appropriato, è anche naturalmente attraente. Perciò quando le persone sono attratte ad ascoltare e cantare di Krsna e dei Suoi devoti anche una sola volta, il loro viaggio spirituale comincia anche senza conoscenza. Per esempio, ogni giorno migliaia di persone fotografano lo splendido gruppo harinama — spesso insieme ai membri delle loro famiglie che prendono in prestito ghirlande dai devoti e si mettono in posa. Quando queste persone pronunciano il santo nome anche una sola volta mostrando le foto agli amici e ai parenti tutti ottengono risultati spirituali. Si può appena immaginare la fortuna delle persone che si uniscono alla processione, cantano i santi nomi e danzano con una gioia ritrovata. Noi abbiamo visto molto spesso bambine che fin dall’inizio del festival ci salutano felici mentre ancora esibiscono i loro gopi-dot.

Uno Yajna Speciale

Le scritture vediche affermano che nell’era di Kali, il semplice canto del maha-mantra Hare Krsna permette di ottenere tutti quei risultati che nel Satya-yuga si ottenevano meditando su Visnu, compiendo sacrifici nel Tetra-yuga e adorando la divinità nel Dvapara-yuga. Il sankirtana-yajna non solo equivale per molti aspetti ai tradizionali yajna vedici, ma è anche speciale e ineguagliabile. Tutti possono partecipare a questo tipo di yajna compiendo le attività naturali del canto e della danza. Si devono solo indirizzare nuovamente verso il Signore queste tendenze naturali. Così facendo si ottengono benefici che nelle ere precedenti si potevano conseguire con metodi diversi.
Poiché le persone nel Kali-yuga sono soggette alla pigrizia, alla stupidità, ad essere malguidate, sfortunate e sempre disturbate, c’è una benedizione speciale che si può ottenere per compensare questi svantaggi:

kaler dosa-nidhe rajann
asti hy eko mahan gunah
kirtanad eva krsnasya
mukta-sangah param vrajet

“Mio caro re, sebbene il Kali-yuga sia un oceano di errori, porta con sé una buona qualità: è sufficiente cantare il maha-mantra Hare Krsna per liberarsi dalla prigionia materiale ed essere elevati al regno spirituale.” (Srimad-Bhagavatam 12.3.51)

Questo harinama-sankirtana è una forma speciale di yajna per distribuire alle masse la misericordia di Sri Caitanya Mahaprabhu. Esso costituisce inoltre il mezzo principale per soddisfare la profezia di Mahaprabhu che i Suoi santi nomi si sarebbero ascoltati e cantati in ogni città e in ogni villaggio del mondo. Dalle loro posizioni trascendentali Sri Caitanya e Srila Prabhupada daranno molte benedizioni a coloro che si sottopongono alle austerità necessarie per compiere questo yajna e come loro aspiranti servitori, quale altro scopo hanno le nostre vite?

tasmat sankirtanam visnor
jagan-mangalam amhasam
mahatam api kauravya
viddhy aikantika-niskrtam

“Sukadeva Gosvami continuò:
Caro re, il canto del santo nome del Signore può sradicare anche la reazione dei più gravi peccati. Perciò il canto diffuso dal Movimento del sankirtana è l’attività più propizia nell’intero universo. Ti prego, cerca di capire tutto questo in modo che anche altri possano prenderlo sul serio.” (Srimad-Bhagavatam 6.3.31)
Vogliamo offrire la nostra più profonda gratitudine a Sua Santità Indradyumna Swami e ai devoti del tour per averci dato l’opportunità di essere stati testimoni di questi grandi festival dei moderni passatempi di Sri Caitanya.

Govinda Carana Dasa e Rasika Siromani Devi Dasi sono discepoli di Sua Santità Indradyumna Swami. Sono ingegneri di software alla Microsoft di Seattle, Washington. Govinda Carana presiede incontri settimanali sulla coscienza di Krsna alla Microsoft. Rasika Siromani, sua moglie, presta il suo aiuto nel servizio a Radha-Nilamadhava al tempio ISKCON di Seattle. Nilamadhava al tempio ISKCON di Seattle.


Tutte le domeniche dell'anno dalle prime ore del pomeriggio siete invitati ad una splendida festa!
La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.
Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.
Inoltre potrete gradire le squisite specialità che vi saranno offerte al banchetto della sera.

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