Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 12 n. 6

novembre-dicembre 2000

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sri Krsna, la Persona Suprema, insieme alla Sua eterna compagna Radha, è la fonte dell'intero mondo materiale e spirituale.

Sri Caitanya Mahaprabhu, la più magnanima incarnazione di Krsna. Egli ha diffuso il canto del mantra Hare Krsna.

I discepoli di Srila Prabhupada diffondono i Santi Nomi di Krsna attraverso la danza e il canto pubblico.



A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krishna.











La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Visnupriya devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRSNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989

Vol. 12 N. 6 - novembre-dicembre 2000

Fotolito: Scriba, FI.

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.

Sped. in Abb. Post. Comma 20/C
Legge 662/96 Filiale Firenze










Sommario

DOVE TROVARE LA RELIGIONE
Una lezione di Srila Prabhupada

NON ABBIATE PAURA!
di Satsvarupa Dasa Goswami

L'UNIVERSO DEI VEDA
di Sadaputa Dasa

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
"Se non disponete di altri nomi, allora cantate Krsna"

SRIMAD BHAGAVATAM
Manifestazione e distruzione del Cosmo

IL SIGNORE CAITANYA ISTRUISCE SANATANA GOSVAMI
di Mathuresa Dasa

LA STORIA DI JIVATMA
di Bhayahari Dasa

CALENDARIO VAISNAVA
Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

FESTA DELLA DOMENICA















Lezione del Fondatore

Dove trovare la religione

La definizione non settaria di vera religione che si trova nelle
scritture vediche stimola i seguaci di tutte le fedi

Una lezione tenuta in un monastero cattolico a Melbourne in Australia il 6 aprile 1972
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
FondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna.



Rispettabili padri, signore e signori, vi ringrazio moltissimo per avermi gentilmente dato l'opportunità di parlare del movimento per la coscienza di Krsna, che sta diffondendosi in tutto il mondo, specialmente per merito dei miei discepoli americani ed europei.
Circa cinquemila anni fa, ci fu una riunione a Naimisharanya, una località dell'India ancora esistente in vicinanza di Lucknow, nelle regioni settentrionali dell'India. E' un posto santo, molto bello. Le persone vi si recano ancora per trovare serenità per la meditazione spirituale. Da tempo immemorabile Naimisharanya era nota in particolare come posto adatto ad incontri di tipo spirituale. Così una volta ci fu un incontro di grandi personalità sante e Suta Gosvami, un discepolo di Sukadeva Gosvami, fu scelto come presidente dell'assemblea, per parlare della coscienza di Krsna. Quelle persone sante gli posero molte domande, come: "Dopo la partenza di Krsna, a chi è stato affidato il dharma ed il jnana?"
Dharma significa "religione" e jnana significa "conoscenza". Quando Krsna apparve su questo pianeta, disse:

paritranaya sadhunam
vinasaya ca duskrtam
dharmasamsthapanarthaya
sambhavami yuge yuge

"Discendo di era in era per liberare le persone pie, per annientare i miscredenti e ristabilire i princìpi della religione." Secondo i Veda, Krsna appare su questo pianeta ogni giorno di Brahma. La durata della vita di Brahma è descritta nella Bhagavadgita. Si tratta di un periodo lunghissimo. Il giorno di Brahma - dodici ore dal mattino alla sera - è descritto: sahasrayugaparyantam ahar yad brahmano viduh. Yuga significa "era." Secondo la cultura vedica l'era attuale è detta Kaliyuga. Ci sono quattro yuga (ere): Satyayuga, Tretayuga, Dvaparayuga e Kaliyuga. L'insieme di tutti questi yuga ha la durata di circa 4,3 milioni di anni che moltiplicati per mille danno un totale corrispondente alla lunghezza di dodici ore di Brahma. Brahma vive cento anni da calcolare seguendo questo metodo. Krsna appare una volta ogni giorno di Brahma. Questo lo apprendiamo dalla letteratura vedica. Krsna spiega la ragione della Sua venuta. Krsna è Dio. Egli non è obbligato a venire nel mondo materiale, ma viene per uno scopo. Se Dio vuole venire, nessuno può fermarLo.



PERCHÉ DIO VIENE

Qualche volta le persone chiedono: "Perché Dio dovrebbe venire'?" La nostra risposta è: "Perché Dio non dovrebbe venire'?" Se Dio è onnipotente chi può impedirGli di venire qui? Se diciamo che Dio non può venire, significherebbe che Dio dovrebbe sottostare alle nostre leggi e alle nostre regole. Secondo le scritture vediche, Dio viene e dice perché viene: yada yada hi dharmasya glanir bhavati. Tutte le volte che sorgono degli ostacoli all'applicazione dei princìpi religiosi, Egli viene. Yada yada hi dharmasya glanir bhavati... abhyutthanam adharmasya. Tutte le volte che ci sono ostacoli alle procedure religiose, le attività empie aumentano. Ciò è naturale. Quando c'è un governo indulgente, gli imbroglioni e i ladri aumenteranno; se invece il governo è molto severo, gli imbroglioni e i ladri non possono diventare molto numerosi. Pertanto quando Krsna viene ha due scopi: paritranaya sadhunam vinasaya ca duskrtam - proteggere i devoti, i credenti e uccidere i demoni.
Quando Krsna era presente perseguì questi due scopi. Forse avete visto i nostri quadri di Narayana o Visnu. Visnu ha quattro braccia. In due mani tiene un fiore di loto e una conchiglia e nelle altre due ha una mazza e un disco. Il disco e la mazza sono per vinasaya ca duskrtam - per uccidere i demoni e i miscredenti. La conchiglia e il fiore di loto sono per dare ogni benedizione ai devoti.
Noi conosciamo Krsna dalla Bhagavadgita. La Bhagavad-gita è un libro molto letto in tutto il mondo. In qualsiasi paese troverai un'edizione della Bhagavadgita nella lingua di quel paese. Nella Bhagavadgita Krsna dà istruzioni sul dharma, la religione e alla fine dei Suoi insegnamenti dice, sarvadharman parityajya mam ekam saranam vraja: "Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me."
In un altro testo, nello SrimadBhagavatam è detto, dharmam tu saksad bhagavatpranitam: "Religione significa seguire i princìpi di Dio." I princìpi della religione sono come le leggi dello stato. Lo stato ci dà leggi e norme secondo cui vivere e chi segue le regole, le norme e le leggi dello stato è considerato un buon cittadino. Coloro che non le seguono sono detti fuorilegge o furfanti.
Allo stesso modo, la religione è una cosa semplice: accettare gli ordini di Dio. Questo è tutto. Non importa quale religione segui. Puoi essere cristiano, io posso essere un indù, qualcuno può essere maomettano, ma la validità di una religione dipende da quanto una persona riesce a sviluppare la sua coscienza di Dio. Questa è la definizione data nello SrimadBhagavatam: sa vai pumsam paro dharmah. "Ci sono diversi tipi di religione." Para significa "superiore", "la migliore." Sa vai pumsam paro dharmo yato bhaktir adhoksaje. Adhoksaja è una descrizione di Dio che significa "dove i sensi materiali non possono arrivare". La conoscenza sperimentale diretta non può far conoscere Dio. Nella Bhagavadgita è detto:

manusyanam sahasresu
kascid yatati siddhaye
yatatam api siddhanam
kascin mam vetti tattvatah

"Fra migliaia di uomini forse uno cercherà la perfezione, e tra coloro che la raggiungono, raro è colui che Mi conosce veramente."
Questo è ciò che afferma la Bhagavad-gita. In realtà vediamo che in generale le persone sono interessate allo sviluppo economico e alla gratificazione dei sensi. Questo è tutto. Io sto viaggiando in tutto il mondo e vedo che le persone sono molto impegnate nella ricerca di cibo e di protezione. Secondo le scritture vediche però il cibo e la protezione ci sono sempre, dati da Dio. Ci sono 8.400.000 forme di vita. Fra queste, le forme umane sono molto poche - 400.000 forme umane nei differenti pianeti e fra queste gli uomini civilizzati sono molto, molto pochi. Dio però fornisce il cibo a tutti. I Veda sanciscono, nityo nityanam cetanas cetananam eko bahunam yo vidadhati kaman: "Dio è il supremo essere vivente fra tutti gli esseri viventi ed Egli è il supremo eterno fra tutti gli eterni." Anche noi siamo eterni. Poiché siamo parte di Dio, abbiamo tutte le qualità di Dio, ma poiché siamo minuscole parti di Dio, tutte le qualità di Dio sono presenti in noi in misura minuscola. L'oceano è l'esempio. Tutti i componenti chimici dell'oceano si trovano anche in una sua goccia d'acqua. La differenza sta nella quantità. Nella goccia di acqua c'è il sale e anche nell'immensa massa dell'acqua dell'oceano c'è il sale. Il sale nell'acqua dell'oceano però è in quantità molto molto maggiore di quella che si trova nella goccia d'acqua.
Si può dare un altro esempio, quello di un fuoco e delle scintille del fuoco. Questi sono esempi vedici. Abbiamo visto che quando c'è un fuoco, si sentono scoppiettii e subito vengono fuori centinaia e migliaia di scintille. Ora, queste scintille sono anch'esse fuoco, ma non sono grandi come il fuoco da cui hanno avuto origine. Perciò la nostra filosofia - noi che seguiamo le orme del Signore Caitanya Mahaprabhu - è detta acintya bhedabhedatattva: noi esseri viventi siamo contemporaneamente uno con Dio e differenti da Dio. Siamo uno nella qualità. Dio è spirito; noi pure siamo spirito. Egli è l'Anima Suprema, noi siamo anime individuali. Dio è grande e noi siamo minuscoli frammenti. Questa è la differenza.
Perciò noi siamo contemporaneamente uno e diversi, uno in qualità ma diversi in quantità. Voi accettate anche, "Dio è grande" e noi diciamo che nessuno può essere più grande di Dio e che nessuno può essere uguale a Dio. Questa è la nostra filosofia.
Nessuno può essere uguale a Dio. Questo non è possibile. Dio è uno. Probabilmente saprete che nella letteratura vedica si fa riferimento a molti esseri celesti. Però gli esseri celesti sono anch'essi esseri viventi, un po' più potenti degli esseri umani. Questo è tutto. Anche qui sulla terra troviamo che qualcuno è più potente di un altro, ma questo non significa che egli sia Dio. Dio è supremo, onnipotente. Tu puoi essere un po' più potente di me, ma si può trovare un'altra persona che è più potente di te ed un'altra più potente di lui. In questo modo puoi continuare all'infinito. Chiunque tu prenda, ne puoi trovare uno meno elevato ed uno più elevato di lui, ma nessuno può dire: "Io sono il supremo." Nessuno può dire questo. E' impossibile.
Secondo la nostra letteratura vedica, Brahma, il creatore di questo universo, è considerato l'essere più elevato dell'universo, ma non è Dio. Questo è sancito nello Srimad Bhagavatam: tene brahma hrda ya adikavaye muhyanti yat surayah. Dio gli ha affidato il compito di creare. Adikavi: egli è la creatura originale del mondo materiale. Qualcuno può chiedere, "Se egli è la creatura originale, allora come ha avuto la conoscenza per creare?" Questo è spiegato. Tene brahma hrda ya adikayave. Hrda significa "cuore." Dio istruì Brahma dall'interno del cuore.



TRE FORME DI DIO

Dio si trova nel cuore di ognuno. Questa forma di Dio è detta Paramatma. Dio ha tre forme: Brahman, Paramatma e Bhagavan. Brahman è la Sua forma impersonale, Paramatma la Sua forma localizzata e Bhagavan la Sua forma personale.

vadanti tat tattvavidas
tattvam yaj jnanam advayam

La Verità Assoluta è una, advaya-jnana, senza alcuna dualità, ma, secondo le nostre capacità, realizziamo la Verità Assoluta da tre diversi punti di vista. Uno di essi è la realizzazione di Dio nella Sua forma impersonale di Brahman. In genere i jnani - filosofi, pensatori - con la loro conoscenza realizzano la verità Assoluta nel Suo aspetto impersonale di Brahman. Gli yogi realizzano Dio, il Signore Supremo, come Paramatma nel loro cuore. I devoti realizzano la Suprema Personalità di Dio come la Persona Suprema. Paramatma, Brahman impersonale e la persona di Dio sono però la stessa cosa.
Si porta questo esempio: lo sfolgorio del sole, il pianeta sole e, all'interno del pianeta sole, il dio del sole. Secondo la concezione vedica tutti i pianeti contengono esseri viventi. E' naturale giungere a questa conclusione, poiché nel mondo materiale tutto è costituito da cinque elementi grossolani: terra, acqua, fuoco, aria ed etere. E gli elementi sottili sono: la mente, l'intelligenza e l'ego. Pertanto in alcuni pianeti predomina la terra, in altri l'acqua ed in altri ancora il fuoco.
Ogni pianeta del mondo materiale è composto di questi cinque elementi grossolani. Qui sperimentiamo che alcuni esseri viventi vivono molto bene nell'acqua, ma se voi siete messi nell'acqua, non sarete a vostro agio. Forse morirete. Allo stesso modo se i pesci sono tolti dall'acqua, sulla terra moriranno. Allora possiamo vedere che alcuni esseri viventi vivono bene nell'acqua, altri vivono bene sulla terra ed altri nell'aria. Allora perché alcuni di loro non potrebbero vivere nel fuoco? Perché dopo tutto anche il fuoco è uno degli elementi materiali. Secondo le scritture vediche c'è vita anche nel pianeta sole. Là gli esseri viventi hanno corpi di fuoco. Questo è tutto. Questa è la differenza. Proprio come i pesci qui hanno corpi adatti all'acqua, uno può avere anche un corpo adatto al fuoco. Secondo la logica non possiamo negarlo.
C'è una divinità predominante, o uno che presiede o un dio - in qualsiasi modo tu lo chiami - conosciuto come il dio del sole e il suo nome si trova nella Bhagavadgita: Vivasvan. Krsna dice imam vivasvate yogam proktavan aham avyayam: "Ho insegnato questa scienza - il bhaktiyoga, l'insegnamento della Bhagavad-gita - al dio del sole, Vivasvan."
Ora il problema è se crederci o non crederci. Noi ci crediamo. Noi lo accettiamo. Poiché Krsna lo dice, noi lo accettiamo ed inoltre usiamo la ragione. Non lo accettiamo ciecamente. Vedo che su questo pianeta c'è un presidente. Nel passato, c'era solo un re che governava l'intero pianeta. Gradualmente, le persone hanno separato i loro interessi formando nazioni diverse. Lo possiamo vedere dalla storia vedica. Qualcuno mi diceva che in Australia c'è un tempio di Siva. Le ricerche archeologiche hanno scoperto resti della civiltà vedica in molti posti. Nella letteratura vedica sono citate tutte le sette isole: Asia, Europa, Nord America, Sud America, Africa, Australia e Oceania. Queste sono citate nella letteratura vedica.
Perciò non è che il mondo fosse sconosciuto nella cultura vedica, anzi era interamente conosciuto. Ed un re, Maharaja Prthu, governava il mondo intero. Reggeva le sette isole, sebbene il suo quartiere residenziale fosse a Brahmavarta, la regione compresa tra i fiumi Yamuna e Gange. Questa terra è ancora considerata molto sacra. Praticamente tutta la cultura vedica è ancora lì. Il re è ritenuto il rappresentante di Dio. Dio dà a qualcuno il potere di curare gli interessi degli abitanti di un particolare pianeta. Allo stesso modo, c'è un re per il pianeta sole. Possiamo hiamarlo il re del sole o qualcosa di simile, ma c'è una personalità predominante. Egli ha la sua personale effulgenza. Proprio come il fuoco ha il suo splendore - calore e luce - il dio del sole è una persona di fuoco e il suo splendore si diffonde in tutto l'universo.
Il pianeta sole è descritto nella Brahmasamhita come gli occhi di tutti gli altri pianeti. Yaccaksur esa savita sakalagrahanam. Questo è certo. Se non sorge il sole non possiamo vedere. Possiamo essere molto orgogliosi della nostra vista: "Oh, voglio vedere", ma non ci rendiamo conto che la nostra capacità di vedere è limitata e condizionata. Se non sorge il sole questi occhi sono inutili. Ora è notte, perciò non possiamo vedere neanche a quattro metri di distanza. Allora qual è il valore di questi occhi? La nostra vista è condizionata. Se sorge il sole, allora possiamo vedere. Questa condizione è posta da Dio. Perciò nelle Upanisad è detto: "Quando Dio vede, anche tu puoi vedere. Quando Dio cammina, anche tu puoi camminare."
In pratica, questa è la realtà. Siamo completamente impotenti, semplicemente dipendiamo da Dio. Il detto che "non un solo filo d'erba si muove senza il consenso di Dio" è realtà. Anche nella Bhagavadgita, è detto, sarvasya caham hrdi sannivistah: "Sono nel cuore di ogni essere" Sarvasya caham hrdi sannivisto mattah smrtir jnanam apohanam ca: "Da me viene il ricordo e l'oblio." A volte ricordiamo ed a volte dimentichiamo. Ciò avviene per grazia di Dio.



LA SCIENZA DI DIO

Sono così numerose le cose da capire riguardo a Dio. Noi predichiamo la coscienza di Dio attraverso il mondo proprio per stimolare le persone a studiare la scienza di Dio. Per favore non ci giudicate settari. Una persona che desidera imparare la scienza più avanzata o la matematica, andrà ovunque quella conoscenza è disponibile. Anche un insegnante andrà ovunque per insegnare queste materie. Allo stesso modo, noi viaggiamo in tutto il mondo per illuminare le persone sulla scienza di Dio. Questo è il nostro compito. Il nostro criterio per valutare una religione è di vedere se le persone, che la seguono, sviluppano coscienza di Dio o amore per Dio. In tutto il mondo, le persone respingono Dio. Anche voi lo sapete bene. In Inghilterra moltissime chiese sono vuote. Il Parlamento ha approvato una legge che dice che queste chiese in soprannumero possono essere vendute per altre finalità. Non importa se una persona è cristiana, indù o musulmana. La nostra semplice richiesta è che coltiviate la coscienza di Dio, qualunque sia la vostra posizione. Questo è il nostro programma. Cercare di comprendere scientificamente che cosa è Dio e se voi consultate la letteratura vedica, troverete informazioni accurate, scientifiche e autentiche.
Se una persona cerca seriamente di comprendere Dio, non abbiamo niente da obiettare. Per esempio, una persona che voglia veramente comprendere una particolare scienza, può frequentare un'università in un altro paese. Questo non significa che sia in errore. No. Costui sta cercando quella particolare conoscenza scientifica. Allo stesso modo, rivolgiamo questo invito a tutti. Oggi c'è una grande necessità di coscienza di Dio in tutto il mondo. Senza coscienza di Dio, ogni altra qualificazione è vana. C'è un verso vedico: apranasyaiva mandanam lokaranjanam. Il corpo ha valore grazie alla presenza dell'anima, minuscola particella di Dio. Una persona è "il signore Tal dei Tali" oppure un grande scienziato o un grande filosofo. Perché? Perché c'è la scintilla di Dio. Non appena questa scintilla se ne va, il corpo è inutile. Può essere il corpo del "signore Tal dei Tali" o dell'"onorevole Tal dei Tali", ma è lo stesso inutile. E' solo un pezzo di materia, ma le persone danno più importanza al corpo che all'anima. Non hanno informazioni più approfondite.
Ho viaggiato in molti paesi e sono stato in molte università. Non c'è una sola istituzione che comprenda un dipartimento dedicato alla conoscenza scientifica di Dio o dell'anima. Questo non è davvero un buon segno per la civiltà umana. La civiltà umana deve servire soprattutto a comprendere Dio. Perciò in ogni società umana civile c'è un'organizzazione religiosa.
Religione significa, come ho già spiegato, obbedire agli ordini di Dio. I particolari delle religioni possono essere un po' diversi da un paese all'altro, proprio come le leggi ordinarie possono essere diverse a seconda del paese, ma l'obbedienza allo Stato c'è ovunque. La costituzione può essere un po' diversa da paese a paese, ma l'obbedienza allo Stato è una necessità assoluta. Allo stesso modo, la religione può essere diversa a seconda del tempo, del paese, della posizione o della comprensione, ma ci deve essere obbedienza a Dio. Altrimenti non si tratta di civiltà umana.
Questo è il nostro programma per il movimento per la coscienza di Krsna: invitiamo tutti i professori eruditi, i sacerdoti e i filosofi a collaborare per salvare il mondo da questo disastro - mancanza di coscienza di Dio. Questa è la nostra richiesta. Penso che voi rispettabili Padri, mi aiuterete gentilmente in questa missione, cosicché io sarò molto obbligato nei vostri confronti. Vi ringrazio moltissimo.















Non abbiate paura!

Il Signore Krsna ci incoraggia nel nostro lungo viaggio verso una completa sottomissione

di Satsvarupa Dasa Goswami

Leggendo le scritture ed ascoltando il maestro spirituale, riceviamo istruzioni sia facili sia difficili.
Naturalmente saremo attratti da quelle che sembrano più facili da seguire, ma i due tipi di istruzioni hanno un'unica finalità.
Uno dei versi più stimolanti che ho trovato nella Bhagavad-gita è il 2.40:
_In questo sforzo non vi è perdita o diminuzione ed un piccolo passo verso questa via ci protegge dalla paura più temibile."
Un verso simile lo si può trovare nel nono capitolo, dove Krsna descrive il servizio devozionale come susukham kartum: _Compiuto con gioia."
Applicare la bhakti è più facile di altri metodi. Srila Prabhupada sottolinea ripetutamente la facilità di cantare i santi nomi, come sacrificio per questa era. Nel passato le persone per potersi realizzare dovevano praticare lo yoga per centomila anni.
In questa era il Signore Caitanya ha portato il canto di Hare Krsna e poiché ha distribuito liberamente l'amore per Krsna, Egli è mahavadanyaya, il più magnanimo avatara di Krsna.

Per accettare l'incoraggiamento contenuto nel verso 2.40 della Bhagavad-gita, dobbiamo capire il contesto in cui è stato dato.

Questa generosa affermazione è preceduta da alcune difficili istruzioni.
Krsna ha appena detto ad Arjuna di combattere per dovere, senza considerare gioia o dolore, perdita o guadagno, vittoria o sconfitta, _e così facendo non incorrerai mai nel peccato".
Srila Prabhupada spiega che Krsna istruisce Arjuna a combattere, semplicemente perché Lui lo desidera. Per Arjuna è difficile accettare queste parole.
In precedenza Krsna, per convincere Arjuna a combattere, aveva esposto una molteplicità di ragioni e di argomentazioni filosofiche, compresa l'analisi del corpo e dell'anima secondo la filosofia sankhya. Ora però Krsna presenta il buddhiyoga o lo yoga dell'intelligenza. Sebbene la conoscenza sia importante, l'intelligenza non è limitata alla capacità di intellettualizzare la conoscenza. L'intelligenza comprende l'azione basata sulla comprensione. Noi siamo fatti per capire che qualsiasi cosa facciamo dovrebbe essere compiuta, non per la gratificazione dei nostri sensi, ma per il piacere di Krsna ed accettare questo è difficile. Nello stato condizionato è naturale voler agire sempre secondo i nostri desideri. Nessuno vuole servire i desideri di un altro per sempre. O, se siamo disposti a servire, è solo per esaudire un nostro desiderio sottile o grossolano. Krsna però vuole che noi rinunciamo a questa motivazione egoistica. Egli vuole che noi agiamo non per la nostra gratificazione dei sensi ma per la Sua. Naturalmente noi vogliamo godere del cibo, del sonno e dell'attività. Offrire i risultati a qualcun altro sembra equivalente ad essere suoi schiavi. Da un punto di vista materiale, troviamo detestabile una situazione del genere.
In senso assoluto, comunque, siamo costituzionalmente eterni servitori. Non siamo padroni, non importa quanto cerchiamo di godere del mondo materiale.
Perciò non proviamo felicità, quando
cerchiamo di far finta di essere i padroni. Tuttavia è difficile accettare
questa realtà ed arrenderci.



L'AFFETTUOSA
COMPRENSIONE DI KRSNA

Ciò che rende così incoraggiante il verso 2.40 della Bhagavadgita è il fatto che Krsna riconosce le nostre difficoltà. Egli ci indica un cammino progressivo e nello stesso tempo ci istruisce presentandoci lo straordinario beneficio che può derivarci dal semplice sforzo di praticare il servizio devozionale. Srila Prabhupada ha affermato che se qualcuno legge anche una pagina di un suo libro o assaggia anche un solo boccone di prasadam, può essere liberato. Ugualmente anche un piccolo atto devozionale può proteggervi dal cadere in specie di vita inferiori. Tale devozione non subisce mai perdite. Srila Prabhupada scrive:


"Sul piano materiale ogni impresa iniziata deve essere portata a termine, altrimenti è un insuccesso, ma qualsiasi attività intrapresa in coscienza di Krsna ha un effetto duraturo anche se non viene completata... Anche solo l'un per cento fatto in coscienza di Krsna porta risultati permanenti, cosicché la successiva attività inizierà dal due per cento... Ajamila eseguì il suo dovere seguendo parzialmente i princìpi della coscienza di Krsna, ma alla fine della vita fu ricompensato al cento per cento per grazia del Signore."
Ricordo che un uomo ci aiutava, lavorando come carpentiere, nel primo tempio a Boston. Egli non mostrava il minimo interesse per la filosofia della coscienza di Krsna, ma era socievole con i devoti e gli piaceva aiutarli ad eseguire i loro progetti. Io scrissi a Prabhupada chiedendogli se era opportuno trascorrere molto tempo con lui che non era interessato alla filosofia. Prabhupada rispose affermativamente e che avremmo dovuto incoraggiarlo. Se mette anche una sola vite nel tempio può essere liberato. Prabhupada aveva fede in questo principio. Egli aveva capito l'insegnamento che ci ha dato, che cioè Krsna desidera che gli esseri viventi tornino a Lui più di quanto essi stessi lo desiderino. Krsna vuole che otteniamo la liberazione.
Più avanti, nella Bhagavadgita (3.31), Krsna afferma che coloro che compiono il loro dovere secondo le Sue ingiunzioni e seguono i Suoi insegnamenti con fede e senza invidia, potranno liberarsi dai legami dell'azione interessata.
Ciò significa che anche se non riusciamo ad arrenderci completamente per fare soltanto quello che Krsna desidera, se non proviamo risentimento per le Sue aspettative nei nostri riguardi, ma ci sentiamo invece umili per le nostre incapacità, giustamente ci situeremo allo stadio iniziale della vita devozionale.
Srila Prabhupada, nel suo commento a questo verso, scrive che grandi filosofi che hanno commentato la Bhagavadgita, senza avere fede, non otterranno mai la liberazione, mentre "un uomo comune dotato di una ferma fede negli insegnamenti eterni del Signore, anche se non è capace di applicarli, si libererà dai legami delle leggi del karma".
Poi questo: "Può accadere che una persona arrivata da poco nella coscienza di Krsna non riesca subito a seguire tutte le istruzioni del Signore, ma sicuramente sarà elevata alla pura coscienza di Krsna se non prova alcun risentimento verso queste istruzioni ed agisce sinceramente senza lasciarsi fermare dagli insuccessi e dallo sconforto."
Perciò non dovremmo sentirci delusi quando vediamo il divario fra la nostra posizione attuale e quella di abbandono finale. Non dovremmo preoccuparci che Krsna ci chieda di più di quello che ci sentiamo capaci di dare e neanche dovremmo sentirci disperati o sconfitti. In verità il nostro sforzo ha uno scarso peso sul nostro successo. Avremo successo semplicemente per la misericordia di Krsna. Per cui quando Krsna dice: "In questo sforzo" dovrebbe esserci chiaro che cos'è questo sforzo. Il nostro sforzo è semplicemente di metterci in fila per ricevere la misericordia ed accettarla quando verrà.
Noi siamo figli ribelli e Krsna è un padre affettuoso. Le Sue azioni sono sempre rivolte a metterci sulla retta via per tornare alla nostra originale relazione d'amore con Lui. Poiché Krsna contraccambierà il nostro desiderio, dovremo imparare a desiderarLo. Non possiamo sbagliare in questo, perché se noi vogliamo Krsna, Egli si concederà a noi.



UNA NASCITA FAVOREVOLE

Ma può volerci del tempo. Prabhupada scrive che anche se, alla fine di questa vita, non riusciamo a tornare a Dio, potremo rinascere in una famiglia che risveglierà presto la nostra coscienza di Krsna. Krsna parla dettagliatamente di questo alla fine del sesto capitolo, quando Arjuna Gli chiede che cosa accade ad un uomo che non ottiene successo, né a livello materiale né spirituale.
Di nuovo Krsna assicura Arjuna che chi opera bene non è mai sopraffatto dal male. La nostra devozione sarà sempre protetta.
Mentre la nostra devozione sarà protetta, non lo saranno le nostre attività materiali. Perciò, troviamo che nel mondo materiale il denaro in più, il piacere in più, qualsiasi cosa in più andranno perduti al momento della morte e in quel momento ci renderemo conto della perdita più grande - che abbiamo sprecato il nostro tempo dedicandoci al mondo materiale e non abbiamo sviluppato la nostra vita spirituale.
Non potremo più recuperare quel tempo. Sarà una perdita totale, come una bella macchina diventa inutile in pochi secondi in seguito ad un grave incidente.
Se non otteniamo un pieno successo alla fine di questa vita, dovremo affrontare la paura della morte e dell'aldilà. Dove andremo? Prabhupada ha spiegato che se la morte fa una grande paura, cadere nelle specie inferiori, nelle quali non c'è scelta di agire per realizzarsi, fa ancora più paura.
La morte non incute mai paura a coloro che praticano la coscienza di Krsna.
Krsna personalmente accompagna l'anima o nel mondo spirituale o nella vita successiva in cui essa può continuare a progredire nella vita spirituale. Un devoto che prende rifugio in questo misericordioso Krsna non ha niente da temere.
Come esempio di questo principio Prabhupada riferiva il modo di dare l'autorizzazione ad esercitare la professione ai medici in India.
Coloro che andavano ad una scuola di medicina dovevano frequentare per un certo numero di anni prima di essere ammessi all'esame finale. Tutti quelli che ci riuscivano, erano idonei a diventare medici, ma solo quelli che superavano l'esame ricevevano il pieno riconoscimento del governo. Anche gli altri potevano esercitare, ma non con l'autorizzazione del governo.
Prabhupada diceva: "Anche un fallimento può essere un successo."

Un devoto poiché è umile non immagina mai di poter raggiungere il successo finale. Un devoto mantiene un'attitudine di disponibilità a rinascere nel mondo materiale, ma prega che nascita dopo nascita, gli sia permesso di ricordarsi del Signore. Se solo possiamo ricordare Krsna e con l'aiuto e l'incoraggiamento che Krsna ci dà nel verso 2.40 della Bhagavad-gita, c'impegniamo a perfezionare la nostra coscienza di Krsna, sappiamo che, nel peggiore dei casi, nella prossima vita potremo realizzare quella maggiore sottomissione.

In molte preghiere dello Srimad-Bhagavatam, puri devoti pensano di ritornare nel mondo materiale e parlano del modo in cui vorrebbero vivere la vita successiva. Maharaja Pariksit prega: "Offro di nuovo i miei omaggi a tutti voi brahmana, e prego che, se dovessi rinascere nel mondo materiale, possa avere una completa devozione per l'illimitato Sri Krsna, l'associazione con i Suoi devoti e relazioni amichevoli con tutti gli esseri viventi." Nello stesso modo, Narottama Dasa Thakura prega di poter sempre associarsi con i Vaisnava e servirli.
Per quanta generosità contengano i versi a cui noi ricorriamo per trarne coraggio, non dovremmo usarli come giustificazione della nostra pigrizia nelle pratiche devozionali. Anzi, questi versi dovrebbero riempirci di gratitudine poiché, nonostante i nostri errori, Krsna desidera permetterci di continuare in questo potente processo di devozione. Se un servizio devozionale così piccolo è sufficiente a farci avanzare nella nostra prossima vita, allora dovremmo cercare di sviluppare quanto più possibile la nostra devozione. E naturalmente non dovremmo indebolire il servizio devozionale con altre pratiche o altri desideri. Questo processo è facile e può salvarci. Dovremmo fare del nostro meglio. Questo modo di agire sarà il nostro vero conforto quando ci renderemo conto di non essere così avanzati nel nostro abbandono come vorremmo.



LA MISURA DEL SUCCESSO

Se vogliamo fare del nostro meglio, allora dobbiamo intensificare l'ascolto e il canto. La vera misura del nostro successo nel servizio è se Krsna (o il puro devoto di Krsna) è soddisfatto.
Dire che dovremmo agire per soddisfare i sensi di Krsna significa che Krsna dovrebbe trarre piacere dalle nostre attività. Perciò nel nostro servizio dobbiamo impegnare, con attenta dedizione, le buone qualità del cuore e la motivazione dell'offerta deve essere pura e concentrata solo sul piacere di Krsna.
La Bhagavadgita spiega questo punto negli ultimi capitoli, quando Krsna descrive come possono essere fatte le cose secondo le diverse influenze della natura materiale. Compiere il nostro servizio con negligenza non è come farlo con amore.
Per aiutarci gli acarya ci hanno indicato il metodo della devozione regolata (vaidhibhakti) fino a che non troviamo la nostra personale sincera espressione cosciente di Krsna. Se seguiremo le loro istruzioni, potremo soddisfare Krsna col nostro entusiasmo e la nostra lealtà e fare così avanzamento verso di Lui. Se saremo capricciosi o pigri, potremmo trovarci esclusi dal regno della devozione.
Il percorso Gaudiya Vaisnava, la linea del Signore Caitanya, insegna ai suoi seguaci ad offrire le loro migliori qualità nel servizio. Prabhupada spiega come nella maggior parte dei movimenti religiosi Dio sia visto come il padre.
Ciò di solito significa colui che dà ordini. In realtà Dio possiede tutto e noi non abbiamo niente. Perciò le persone religiose spesso tormentano Dio per ottenere le cose che desiderano per la gratificazione dei sensi. Qualche volta il servizio viene offerto in cambio di beni materiali.
Migliore di questa, comunque, è la concezione Gaudiya Vaisnava che Dio sia il figlio dipendente. A Krsna piace essere conosciuto come Nanda-suta (il figlio di Nanda) o Yasoda-nandana (il figlio di Yasoda. A Lui piace che i Suoi intimi devoti Lo trattino come se la Sua Divinità fosse irrilevante. Egli considera questo approccio più affettuoso di quello basato sulla reverenza.
Questa comprensione ci dà il significato intimo della qualità del servizio. Noi siamo interessati semplicemente a soddisfare Krsna. Se non riusciamo ancora ad amarlo pienamente, se non sappiamo ancora rinunciare ai nostri interessi per quelli di Krsna, dovremmo perlomeno essere abbastanza umili da piangere per il nostro fallimento. Dovremmo piangere per ottenere prema, il puro amore per Krsna. Noi siamo così caduti che tutto quello che possiamo fare è pregare di essere impegnati nel servizio di Krsna.
Se, pur essendo così squalificati, rimaniamo comunque orgogliosi, come potremo sperare di ottenere la misericordia di Krsna? Gli spiritualisti orgogliosi non soddisfano Krsna.
Srila Prabhupada scrive: "L'attività in coscienza di Krsna o agire per Krsna senza aspettarsi alcuna gratificazione dei sensi, è la più alta qualità trascendentale di attività. Anche un piccolo inizio di tale attività non trova ostacoli né comunque potrà mai essere perduto, qualunque sia il livello raggiunto."
Krsna chiede la cosa più difficile che abbiamo da dare: Egli vuole che ci abbandoniamo per amore.
Egli promette di proteggere il nostro tentativo. Non dovremmo esitare.

Satsvarupa Dasa Goswami, uno dei primi discepoli di Srila Prabhupada, è uno dei primi editori di Back to Godhead e l'autore di molti libri sulla coscienza di Krsna, compresa una biografia di Srila Prabhupada in sei volumi.















SCIENZA

L'UNIVERSO DEI VEDA

A prima vista, la cosmologia dello Srimad-Bhagavatam può sembrare opera di fantasia, ma ci sono quattro modi di darle un senso.

di Sadaputa Dasa

La mente umana spontaneamente inquisitiva cerca di comprendere l'universo e la posizione dell'uomo al suo interno. Oggi gli scienziati hanno a disposizione potenti telescopi e computer sofisticati per formulare teorie cosmologiche. Nel passato le persone prendevano le loro informazioni dai tradizionali libri della saggezza. I seguaci della cultura vedica, per esempio, imparavano a conoscere il cosmo da scritture come lo SrimadBhagavatam o il Bhagavata Purana. Le descrizioni dell'universo contenute nel Bhagavatam spesso però sconcertano gli studenti della letteratura vedica. Qui lo scienziato Sadaputa Dasa (Richard Thompson) dell'istituto Bhaktivedanta propone un quadro di riferimento per comprendere le descrizioni del Bhagavatam, adatto alla nostra esperienza ed alle moderne scoperte.



Lo SrimadBhagavatam presenta una concezione del cosmo in cui la terra è al centro. A prima vista la cosmologia sembra strana, ma un esame più attento rivela che non solo la cosmologia del Bhagavatam descrive il mondo che conosciamo, ma presenta anche un quadro cosmologico più grande e completo. Mi spiego.
Il modo di presentare proprio dello SrimadBhagavatam differisce molto dal tipo di approccio moderno che ci è familiare. Sebbene la "terra" del Bhagavatam (il Bhumandala a forma di disco) possa sembrare non realistica, studi attenti dimostrano che il Bhagavatam si serve del Bhumandala per rappresentare almeno quattro modelli ragionevoli e attendibili: (1) una mappa del globo terrestre in proiezione polare, (2) una mappa del sistema solare, (3) una mappa topografica del centro sud dell'Asia e (4) una mappa del regno celeste dei deva.
Caitanya Mahaprabhu faceva notare: "In ogni verso dello SrimadBhagavatam e in ogni sillaba ci sono vari significati." (Caitanyacaritamrta, Madhya 24.318)
Ciò appare essere vero, in particolare, per la sezione cosmologica del Bhagavatam ed è interessante vedere come possiamo estrarne e chiarire alcuni dei significati con riferimento alla moderna astronomia. Quando una struttura viene usata per rappresentare cose diverse in una mappa complessa, ci sono inevitabilmente delle contraddizioni. Queste però non costituiscono un problema se ne comprendiamo il significato sottinteso. Possiamo fare un parallelo con i quadri medievali che in un'unica composizione rappresentavano parti diverse di una storia. Per esempio il dipinto di Masaccio "Il tributo" (Figura 1) mostra S. Pietro in tre parti di una storia biblica. Lo vediamo mentre prende una moneta da un pesce, mentre parla a Gesù e mentre paga un esattore delle tasse. Da un punto di vista realistico è contraddittorio che S. Pietro faccia tre cose nello stesso momento, eppure ogni fase della storia biblica ha senso nel suo contesto. Un dipinto simile proveniente dall'India (Figura 2), mostra tre parti di una storia di Krsna. Questi dipinti contengono apparenti contraddizioni, come le immagini di un personaggio in luoghi diversi, ma una persona che capisce lo svolgimento della storia non ne sarà disturbata. La stessa cosa è vera per il Bhagavatam, che usa un unico modello per rappresentare aspetti diversi del cosmo.



IL BHAGAVATAM
A PRIMA VISTA

Il quinto canto dello Srimad-Bhagavatam parla di innumerevoli universi. Ciascuno di essi è contenuto in un guscio sferico circondato da strati di elementi materiali che segnano il confine tra lo spazio materiale e l'illimitato mondo spirituale.
Lo spazio all'interno del guscio (Figura 3) è detto il Brahmanda o "Uovo di Brahma." Esso contiene una terra a forma di disco o di piano - detto Bhumandala - che lo divide in una metà superiore celeste ed in una metà sotterranea riempita di acqua. Bhumandala è diviso in una serie di parti geografiche, tradizionalmente dette dvipa o "isole," varsa o "regioni" ed oceani. Al centro di Bhu-mandala (Figura 4) c'è "l'isola" di Jambudvipa a forma di cerchio, suddivisa in nove varsa. Tra queste c'è Bharatavarsa, che può essere intesa in un senso come India ed in un altro come la superficie totale abitata da esseri umani. Nel centro di Jambudvipa si erge il Monte Sumeru a forma di cono, che rappresenta l'asse del mondo ed è sormontato dalla città di Brahma, il creatore dell'universo.
Ad ogni persona moderna erudita questo sembra fantascienza. Ma lo è? Prendiamo in considerazione i quattro modi di interpretare le descrizioni che il Bhagavatam dà di Bhumandala.
1) Bhumandala come proiezione polare del globo terrestre.
Cominciamo parlando dell'interpretazione di Bhumandala come un planisfero o mappa in proiezione polare del globo terrestre. Questo è il primo modello dato dal Bhagavatam. Una proiezione stereografica è un metodo antico di trasferire i punti della superficie di una sfera nei punti di un piano. Possiamo usare questo metodo per realizzare una moderna mappa del globo terrestre su un piano e la proiezione piana che ne risulta viene chiamata planisfero (Figura 5). Possiamo ugualmente vedere Bhumandala come la proiezione stereografica di un globo (Figura 6). In India esistono tali globi. Nell'esempio mostrato qui (Figura 7), la superficie di terra fra l'equatore e l'arco delle montagne è Bharatavarsa, che corrisponde all'intera India. L'India vi è ben rappresentata, ma a parte pochi riferimenti a regioni confinanti, questo globo non dà una mappa realistica della terra. Il suo scopo era astronomico più che geografico.
Sebbene il Bhagavatam non descriva esplicitamente la terra come un globo, lo fa indirettamente. Per esempio, mette in evidenza che la notte prevale nei luoghi diametralmente opposti a quelli dove è giorno. Similmente, il sole tramonta nel punto opposto a quello dove sorge. Perciò, il Bhagavatam non presenta la semplicistica visione di una Terra piatta.

Possiamo paragonare Bhumandala ad uno strumento astronomico detto astrolabio, popolare nel Medioevo. Sull'astrolabio, un cerchio eccentrico rappresenta l'orbita del sole - l'eclittica. La Terra è rappresentata in proiezione stereografica su una superficie piana, detta la madre. L'eclittica e stelle importanti vengono rappresentate su un'altra superficie, detta la rete. Differenti orbite planetarie potrebbero allo stesso modo essere rappresentate da differenti superfici e queste sarebbero viste proiettate sulla superficie terrestre quando si guarda in basso sullo strumento.
Il Bhagavatam presenta in modo simile le orbite del sole, della luna, dei pianeti e di importanti stelle in una serie di piani paralleli a Bhumandala. (Per ulteriori dettagli sul tema si visiti il sito internet http://www.sacreduniverse.com) Vedere Bhumandala come una proiezione polare è un esempio di come essa non rappresenti una Terra piatta.
2) Bhumandala come mappa del sistema solare.
Ecco un altro modo di guardare Bhu-mandala che dimostra tra l'altro che non siamo in presenza di un modello di Terra piatta.
Le descrizioni di Bhumandala hanno caratteristiche che lo identificano con un modello del sistema solare. Nella precedente sezione ho rappresentato Bhumandala come una mappa planisferica. Ora però lo considereremo proprio come un piano. Facendo questo sembra, all'inizio, di essere tornati alla semplice idea della Terra piatta, con la calotta del cielo in alto e il sottomondo in basso. I professori Giorgio de Santillana e Hertha Von Dechend hanno compiuto uno studio approfondito sui miti e le tradizioni, concludendo che la cosiddetta Terra piatta dei tempi antichi in origine rappresentava il piano dell'eclittica (l'orbita solare) e non la Terra su cui siamo. Più tardi, secondo de Santillana e Von Dechend, l'originale interpretazione cosmica della Terra, a quanto pare, andò persa e la Terra sotto i nostri piedi fu interpretata proprio come una superficie piatta. In India, la Terra dei Purana è stata spesso ritenuta realmente piatta, ma i dettagli offerti dal Bhagavatam mostrano che la sua cosmologia è molto più sofisticata. Non solo il Bhagavatam usa il modello dell'eclittica, ma risulta che il disco di Bhumandala corrisponda in qualche modo al sistema solare (Figura 8). Il sistema solare è praticamente piatto. Il sole, la luna e i cinque pianeti tradizionalmente noti  da Mercurio a Saturno  orbitano tutti praticamente nel piano dell'eclittica. Così Bhumandala si riferisce a qualcosa di piatto, ma non si tratta della Terra. Una sorprendente caratteristica delle descrizioni del Bhagavatam è quella relativa alle dimensioni. Se paragoniamo Bhumandala con la Terra, con il sistema solare fino a Saturno e con la galassia della Via Lattea, Bhumandala richiama da vicino il sistema solare, mentre differisce radicalmente per le dimensioni dalla Terra e dalla galassia. Inoltre le strutture di Bhumandala corrispondono alle orbite dei pianeti del sistema solare (Figura 9). Se paragoniamo gli anelli di Bhumandala con le orbite di Mercurio, Venere (Figura 10), Marte, Giove e Saturno, troviamo alcuni precisi allineamenti che danno corpo all'ipotesi che Bhumandala fosse volutamente presentata come una mappa del sistema solare.
Fino a tempi recenti, gli astronomi in generale hanno sottostimato la distanza fra la terra ed il sole. In particolare, Claudio Tolomeo, il più grande astronomo dell'antichità classica, ha fortemente sottovalutato la distanza Terrasole e la dimensione del sistema solare. E' da sottolineare perciò, che le dimensioni di Bhumandala indicate nel Bhagavatam concordano i con i moderni dati sulla dimensione dell'orbita solare e con il sistema solare nella sua totalità. (vedi Back to Godhead, Nov.Dic., 1977)
3) Jambudvipa come una mappa topografica dell'Asia centromeridionale.
Jambudvipa, la zona centrale di Bhu-mandala, può essere interpretata come una mappa topografica locale del centrosud dell'Asia. Questa è la terza delle quattro interpretazioni del Bhu-mandala. Nell'interpretazione planisferica, Jambudvipa rappresenta l'emisfero settentrionale del globo terrestre. In dettaglio però le caratteristiche geografiche di Jambudvipa non corrispondono alla geografia dell'emisfero settentrionale. Esse comunque in realtà corrispondono a parte della Terra.
Jambudvipa è divisa da sei catene montuose orizzontali e da due verticali in nove regioni o varsa (Figura 11). La regione più meridionale di tutte è detta Bharatavarsa. Attenti studi mostrano che questa mappa corrisponde all'India con zone dell'Asia centromeridionale. Il primo passo nel riconoscere questa corrispondenza è osservare che il Bhagavatam attribuisce molti fiumi dell'India a Bharatavarsa. Allora Bharatavarsa rappresenta l'India. Lo stesso può essere detto di molte montagne di Bharatavarsa. In particolare, il Bhagavatam colloca l'Himalaya a nord di Bharatavarsa a Jambudvipa (Figura 11).
Uno studio accurato dei riferimenti dei Purana permette di identificare le altre catene montuose di Jambudvipa con le catene montuose della regione settentrionale dell'India. Sebbene questa regione comprenda alcune delle più desolate zone montuose del mondo, tuttavia era importante nei tempi antichi. Per esempio, la famosa Strada della Seta attraversa questa regione.
Le montagne del Pamir si possono identificare col Monte Meru e Ilavrta-varsa, la regione quadrata al centro di Jambudvipa. (Si noti che il Monte Meru in questa interpretazione non rappresenta l'asse polare.)
Altri Purana danno maggiori dettagli geografici a favore di questa interpretazione.
4) Bhumandala come mappa del regno celeste dei deva.
Possiamo anche pensare Bhumandala come una mappa del regno celeste dei semidei, cioè dei deva. Una curiosa caratteristica di Jambudvipa è che il Bhagavatam descrive tutti i varsa, ad eccezione di Bharatavarsa, come regni celestiali, dove gli abitanti vivono per diecimila anni senza sofferenza. Questo ha portato alcuni eruditi a supporre che gli indiani usassero immaginare i paesi stranieri come paradisi celestiali. Il Bhagavatam però non si riferisce a popoli barbari fuori dell'India come gli Unni, i Greci, i Turchi ed i Mongoli che difficilmente si poteva pensare vivessero in paradiso. Un'ipotesi su questo tema è di supporre che Bharatavarsa comprenda l'intero globo terrestre, mentre gli altri otto varsa si riferirebbero a regni celestiali fuori della Terra. Questo è un modo di pensare diffuso in India.
La spiegazione più semplice, pero, delle caratteristiche celestiali di Jambudvipa è che Bhumandala fosse anche pensato rappresentare il regno dei deva. Come le altre interpretazioni che abbiamo preso in considerazione, questa si basa su un insieme di punti fra loro coerenti della cosmologia del Bhagavatam.
Prima di tutto bisogna tenere presenti le dimensioni enormi delle montagne e delle terre in Jambudvipa. Per esempio, vi si dice che l'India misura oltre 115.000 Km. (9.000 yojana) da nord a sud, cioè circa tre volte la circonferenza della Terra. Ugualmente vi si dice che l'Himalaya è alto 128.000 Km.
Nei tempi antichi, le persone in India erano solite andare in pellegrinaggio a piedi da un capo all'altro dell'India, cosicché esse sapevano quanto era grande l'India. Perché il Bhagavatam dà delle misure così irreali? La risposta è che Jambudvipa ha anche la funzione di modello del regno celeste in cui tutto è in scala sovrumana. Il Bhagavatam rappresenta altrettanto grandi, i deva e altri esseri divini che abitano questo regno. La Figura 12 mostra il Signore Siva in confronto all'Europa, secondo un verso del Bhagavatam.
Perché il Bhagavatam descrive Jambudvipa come parte sia della Terra sia del regno celeste? Perché c'è una connessione fra queste due realtà. Per capire, prendiamo in considerazione l'idea di mondi paralleli. Per mezzo delle siddhi o poteri mistici si possono usare scorciatoie per attraversare lo spazio. Questo è illustrato in un racconto del Bhagavatam in cui la yogi mistica Citralekha rapisce Aniruddha dal suo letto a Dvaraka e lo trasporta misticamente in una città lontana (Figura 13). Anziché spostarsi da un posto all'altro dello spazio ordinario, la siddhi mistica permette di viaggiare nell'etere onnipervadente o di entrare in un altro continuum. L'esempio classico di un continuum parallelo è il regno trascendentale di Krsna a Vrndavana, di cui si dice che si espande senza limiti pur coesistendo in parallelo con la limitata Vrndavana terrestre in India.
La letteratura sanscrita è ricca di racconti di mondi paralleli. Per esempio, il Mahabharata ci racconta di come la principessa Naga, Ulupi rapì Arjuna mentre si bagnava nel fiume Gange (Figura 14).
Ulupi tirò giù Arjuna non sul letto del fiume, come ci aspetteremmo, ma fino al regno dei Naga (esseri celesti a forma di serpente), che esiste in un'altra dimensione.
Viaggiare con i poteri mistici spiega come i mondi dei deva siano connessi con il nostro mondo. In particolare ciò spiega come Jambudvipa, come regno celeste dei deva, sia connesso con Jambudvipa intesa come Terra o parte della Terra. Così il doppio modello di Jambudvipa è significativo in relazione alla comprensione delle siddhi nei Purana.



OSSERVAZIONI CONCLUSIVE: LA DIMENSIONE VERTICALE NELLA COSMOLOGIA BHAGAVATA

Per secoli la cosmologia del Bhagavatam è apparsa incomprensibile alla maggior parte degli osservatori, e questo ha portato molte persone o a respingerla totalmente o ad accettarla alla lettera, con una fede che non si discute. Se la prendiamo alla lettera, la cosmologia del Bhagavatam non solo differisce dalla moderna astronomia, ma, cosa più importante, mostra anche contraddizioni interne ed offese al senso comune. Queste forti contraddizioni, comunque, indicano la via per una diversa comprensione della cosmologia del Bhagavatam che si delinea come un profondo sistema di pensiero scientificamente sofisticato. Le contraddizioni mostrano di essere causate dalla sovrapposizione di interpretazioni coerenti che usano gli stessi elementi testuali per esporre idee diverse. Ciascuna delle quattro interpretazioni che ho presentato merita di essere considerata con serietà, perché ognuna è sostenuta da molti punti del testo che sono coerenti fra loro e nello stesso tempo in accordo con la moderna astronomia. Ho applicato l'approccio a comprensione contestuale o multi facciale in cui lo stesso soggetto ha significati diversi in contesti diversi. Questo tipo di approccio tiene conto della grandissima quantità di informazioni che devono essere concentrate in un quadro o in un testo, riducendo il lavoro richiesto all'artista o allo scrittore. Nello stesso tempo, questo significa che il lavoro non può essere preso alla lettera come modello della realtà in scala 1 a 1. E questo comporta per colui che osserva o che legge di comprendere le rilevanti differenze contestuali. Questo può essere difficile quando la conoscenza del contesto viene persa per lunghi periodi di tempo.
Nel Bhagavatam l'approccio a comprensione contestuale era reso particolarmente adatto per la convinzione che la realtà nella edizione definitiva è avakmanasam ovvero al di là della portata della mente e delle parole materiali. Questo comporta che un preciso modello della realtà in scala 1 a 1 è irraggiungibile e pertanto si può
concentrare quanto più significato si
può in una descrizione dell'universo
necessariamente incompleta. La cosmologia del Bhagavata Purana costituisce un sofisticato sistema di pensiero, con molti livelli di significati sia fisici che metafisici. Essa unisce la comprensione pratica dell'astronomia con
la concezione spirituale, dando vita ad
un quadro pieno di significato dell'universo e della realtà.

Sadaputa Dasa (Richard L. Thompson) ha conseguito il suo dottorato in matematica alla Cornell University. E' l'autore di alcuni libri tra cui I Misteri dell'Universo Sacro è il più recente.















Srila Prabhupada parla chiaro

_Se non disponete di altri nomi, allora cantate Krsna"

Riportiamo la conclusione del colloquio tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e il poeta Allen Ginsberg, che ha avuto luogo il 12 maggio 1969 a Columbus in Ohio.



Allen Ginsberg: Se tu allora identifichi l'amore con il sabda (suono) Krsna, che ne pensi delle persone che identificano l'amore con il sabda Allah?
Srila Prabhupada: Bene, naturalmente, se questo sabda s'identifica con Dio, non abbiamo obiezioni. Come dice Caitanya Mahaprabhu, namnam akari bahudha nijasarvasaktis: Dio ha molti nomi in cui ha investito le Sue energie trascendentali. Dio è attraente e anche il Suo nome è attraente, poiché Egli non è differente dal Suo nome.
Se disponete di un nome che sia esattamente attraente come quello di Krsna, non abbiamo obiezioni. Semplicemente diciamo: "Cantate il santo nome di Dio. Allora vi purificherete." Questo è il nostro programma. Non vi diciamo di cambiare la vostra fede cristiana. No, non diciamo questo. Se avete davvero un nome bello, un nome infinitamente attraente nelle vostre scritture - non manipolate, ma autorizzate - allora cantate quello. Noi semplicemente chiediamo: "Cantate."
Allen Ginsberg: Bene, allora come adatteresti il canto del nome di Krsna alla pratica cristiana? Vedendo Krsna come Cristo o Cristo come Krsna e cantando l'immagine di Cristo nel nome di Krsna?
Srila Prabhupada: Krsna, Cristo. Ovviamente questa domanda mi è stata posta molte volte. Io rispondo che Cristo dice: "Io sono il figlio di Dio" e Krsna dice: "Io sono Dio" - perciò non c'è una differenza sostanziale fra il figlio di Dio e Dio.
Noi rispettiamo tutti. Se io rispetto tuo padre, allora rispetto anche te. Vorresti dire che se io non rispetto tuo padre, tu sarai contento di me? No. Questa è la nostra filosofia. Come dice Caitanya Mahaprabhu: "Io sono il servitore del servitore del servitore del servitore del servitore di Krsna." Perciò se qualcuno ama veramente Krsna, allora costui amerà anche il Signore Gesù Cristo. E se uno ama veramente Gesù Cristo, deve amare Krsna. Se questi dice: "Perché devo amare Krsna, io amo solo Gesù Cristo," allora costui non ha conoscenza e se un altro dice: "Perché dovrei amare Gesù Cristo? Io amo solo Krsna," allora anche costui non ha conoscenza. Se una persona comprende Krsna, allora comprenderà Gesù Cristo. Se si comprende Gesù Cristo, si comprende Krsna.
Allen Ginsberg: Bene, allora pensi che il canto Hare Krsna possa servire come tramite per collegare le tendenze religiose delle fedi cristiana e musulmana?
Srila Prabhupada: Sì. Qualsiasi religione. E' così, se la persona pratica seriamente la sua religione. Se considera la religione un capro espiatorio, una scusa per compiere ogni sorta di sciocchezze, allora è diverso. Se si vuole comprendere la religione e la si pratica con serietà, allora si capirà. Noi vogliamo delle persone veramente serie. Ora, secondo lo SrimadBhagavatam, religione significa le leggi date da Dio. Dharmam tu saksad bhagavatpranitam. Religione significa la legge di Dio. Chi potrà negarlo? Chi potrà negarlo? Puoi professare qualsiasi religione - cristiana, maomettana o un'altra qualsiasi - ma chi può negare che religione significa la legge di Dio? Facile da spiegare. Se qualcuno chiede che cosa s'intende per religione, la risposta è: "Religione è la legge di Dio." Questo è tutto. E se vuoi sapere chi è Dio, c'è una risposta semplice anche a questo: "Dio è la sorgente originale di tutto."
Pertanto si dovrebbe cercare di capire con questa mentalità aperta, ma se una persona vuole rimanere chiusa nelle sue idee consolidate e settarie e non vuole andare oltre, allora è molto difficile. Le persone non dovrebbero avere preconcetti ed essere sensibili.
Allora tutto va bene. Noi diciamo - Caitanya Mahaprabhu dice  non è che tu sia arbitrariamente costretto a cantare soltanto Krsna, ma se non hai nomi adatti, canta Krsna. Perché fare una differenziazione fra i nomi del Signore? Tutti i nomi sono uguali.
Allen Ginsberg: Per cui se non hai nomi adatti, canta Krsna.
Srila Prabhupada: Sì, canta Krsna.
Allen Ginsberg: Questo è il messaggio del Signore Caitanya?
Srila Prabhupada: Sì, sì.
Allen Ginsberg: Per Lui c'erano altri nomi adatti?
Srila Prabhupada: Sì. Egli diceva che Dio ha molte migliaia e milioni di nomi. Per cui se sei serio verso Dio, chiamaLo con uno di questi nomi. Per esempio, i tuoi amici possono chiamarti con molti nomi, ma uno qualsiasi di questi nomi andrà bene.
Allen Ginsberg: O.K. Il problema che ponevo prima, che ora lascio aperto è: Qual è il nome più attraente e adatto a Dio qui, nel mondo materiale?
Srila Prabhupada: Ora, prendi ad esempio il nome maomettano Allah. Allah significa "il più grande." Sì, Dio è il più grande, ma questo concetto del "più grande" è quello di Brahman che abbiamo discusso inizialmente. Anche nella religione cristiana, non penso che abbiano alcun nome particolare. Essi dicono Dio.
Allen Ginsberg: Sì. Signore o Dio. Questi sono i nomi fondamentali.
Srila Prabhupada: "Controllore." Dio significa "controllore." Non è vero?
Allen Ginsberg (Ai discepoli vicini): Qual è l'etimologia di Dio? Lo sapete?
Discepolo: Non lo so.
Srila Prabhupada: Dio è l'equivalente di Isvara. Isvara significa "controllore."
Allen Ginsberg: Bene, gli Ebrei da cui provengo avevano una proibizione...
Srila Prabhupada: Essi dicono Geova.
Allen Ginsberg: Essi dicono Geova, ma a loro era proibito pronunciare i nomi più elevati del Signore, perché pensavano che Dio non avesse un'immagine e perciò non avrebbe dovuto essere nominato o dipinto. La mia provenienza, scommetto, è quella che si direbbe impersonalista.
Donna: Sì. Impersonalismo - credere soltanto nel grande Assoluto e questo è tutto.
Srila Prabhupada: Questa era la differenza quando Gesù Cristo si manifestò. Egli era personalista.
Allen Ginsberg: L'antico insegnamento ebraico - tu lo devi conoscere - era che il nome di Dio non doveva mai essere pronunciato. JHVH. Non si dovevano fare ritratti, perché ciò avrebbe limitato Dio alla concezione umana.
Srila Prabhupada: Questa è un'altra cosa. Questo è anche nella tradizione maomettana. La loro idea essenziale è che Dio non è materiale. Questa è l'idea. L'idea è che quando rappresento o dipingo Dio, questo è materiale. Perciò c'è la proibizione di considerare Dio come materiale. Se però sali ad un più alto stadio di realizzazione, comprenderai che se Dio è tutto, allora non ci sono cose materiali. Questa è la filosofia Vaisnava.
Se Dio è tutto, come puoi dire che una delle Sue energie è veramente materiale? Dio è spirituale. Così, in un certo senso, dire che qualcosa è materiale significa che non hai capito Dio. Questo è ciò che significa chiamare qualcosa materiale.
Per esempio, quando una parte del cielo è coperto da una nube, diciamo: "Il cielo è nuvoloso." La nuvola però è limitata e temporanea e non ha una durata permanente; viene soltanto a coprire una parte del cielo per poco tempo. In realtà, il cielo è illimitato e durevole. Nello steso modo, Dio è illimitato e durevole; Dio è eterno. Quando sei coperto dalla nube di maya e non riesci a vedere chiaro e capire Dio, questo è materiale. Così qualsiasi filosofia che non ci aiuti a capire Dio - è materiale. Questo è materiale. Altrimenti, non c'è niente di materiale. Dov'è "materiale" se Dio è tutto? Sarvam khalv idam brahma: Tutto è energia spirituale del Signore. Hai capito?
Discepolo: Tutto è spirito.
Srila Prabhupada: Tutto è spirito. Dovunque è cielo, ma quando una parte di esso è coperta, viene detta nube. Allo stesso modo, quando Dio è "coperto" da idee sciocche, questo è materiale. Altrimenti non c'è niente di materiale. Perciò, per coloro che sono troppo assorbiti nella visione materiale, c'è una limitazione - "Non pronunciare il nome di Dio." Perché la persona tenderà a pensare: "Il nome di Dio è come il nome di mio figlio o di mia figlia." Perciò c'è questa restrizione.
Discepolo: Srila Prabhupada, dobbiamo accordare degli harmonium.
Allen Ginsberg: Sì, dobbiamo iniziare i preparativi materiali per stasera.
Srila Prabhupada: Questo non è materiale. (Risate)
Allen Ginsberg: Una preparazione sabda.
Srila Prabhupada: Sì, sabda o suono, originariamente è spirituale sabdabrahman. Devi semplicemente capire che non c'è niente di materiale, tutto è spirituale. Questo è ciò che è richiesto. Se sono controllato dall'energia spirituale, è una mia grande fortuna. Perciò nella Bhagavadgita è detto mahatmanas tu mam partha daivim prakrtim asritah. I mahatma, o grandi anime, prendono rifugio nell'energia spirituale. E quale ne è il sintomo? Bhajanty ananya manaso - semplicemente impegnati nel servizio devozionale a Krsna. Questo è ciò che è richiesto.
Discepolo: Haribol!
Srila Prabhupada: Hare Krsna.















Srimad-Bhagavatam

IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE

Manifestazione e distruzione del cosmo

Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvapayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli. Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.

SrimadBhagavatam, Canto 11, Capitolo 3


VERSO 7


ittham karma-gatir gacchan
bahv-abhadra-vahah puman
abhuta-samplavat sarga-
pralayav asnute 'vasah

ittham: in questo modo; karma-gatih: le
destinazioni determinate dalle sue attività
passate; gacchan: ottenendo; bahu-abhadra:
molte delle quali infauste; vahah: che
coinvolgono; puman: l'essere vivente;
abhuta-samplavat: fino alla dissoluzione
dell'universo creato; sarga-pralayau: la nascita
e la morte; asnute: sperimenta; avasah: senza
speranza.



TRADUZIONE

Così l'essere condizionato è costretto a
sperimentare nascite e morti ripetute.
Spinto dalle reazioni alle sue stesse attività,
vaga disperatamente da una situazione
sgradevole all'altra, soffrendo dal momento
della creazione fino al momento
dell'annientamento cosmico.



SPIEGAZIONE

Secondo Srila Madhvacarya anche se, dopo
aver sentito dire che l'essere vivente è costretto a
subire ripetutamente la nascita e la morte nel
mondo materiale, si continua a considerare
questo sfortunato essere vivente uguale, sotto
ogni aspetto, a Dio, la Persona Suprema, si
cadrà sicuramente nelle regioni più tenebrose
dell'universo, dalle quali è molto difficile
risollevarsi.



VERSO 8


dhatupaplava asanne
vyaktam dravya-gunatmakam
anadi-nidhanah kalo
hy avyaktayapakarsati

dhatu: degli elementi materiali; upaplave: la
dissoluzione; asanne: quando è diventata
imminente; vyaktam: il cosmo manifestato;
dravya: gli oggetti grossolani; guna: e le
influenze sottili; atmakam: che è composto;
anadi: senza inizio; nidhanah: e senza fine;
kalah: il tempo; hi: in verità; avyaktaya: nel non
manifestato; apakarsati: trascina.



TRADUZIONE

Quando la distruzione degli elementi
materiali è imminente, Dio, la
Persona Suprema nella forma del
tempo eterno, ritrae il cosmo
manifestato, costituito di aspetti
grossolani e sottili, e l'intero
universo svanisce nel non
manifestato.



SPIEGAZIONE

Nel terzo Canto dello
Srimad-Bhagavatam Sri Kapiladeva
insegna che la natura materiale esiste in
origine in uno stato di equilibrio inerte
detto pradhana. Quando Sri Visnu
nella forma di kala, il tempo, vi getta il
Suo potente sguardo, ha luogo
l'interazione materiale che culmina nella
creazione differenziata del cosmo
materiale. In questo verso è affermato
che alla fine del tempo dell'universo
questo stesso kala che in origine aveva
risvegliato la natura femminile alla
manifestazione, ritrae di nuovo il cosmo
riportandolo al suo stato originale inerte
non manifestato. Secondo Srila
Bhaktisiddhanta Sarasvati, la stessa
potenza del tempo, kala, è allora
ritratta, e va a fondersi nell'Anima
Suprema, che Si manifesta come causa
originale della natura materiale (anadir
adir govindah
sarva-karana-karanam).
Tutti questi apparati tecnici per la
creazione e l'annientamento, per la
nascita e la morte, non esistono nel
regno eterno e spirituale di Dio. Nel
cielo spirituale i differenti piaceri spirituali
del Signore e dei Suoi devoti non sono
ostacolati dai cicli inferiori di nascita, di
mantenimento e di distruzione che si
osservano nel mondo materiale.



VERSO 9


sata-varsa hy anavrstir
bhavisyaty ulbana bhuvi
tat-kalopacitosnarko
lokams trin pratapisyati

sata-varsa: che dura cento anni; hi: in
verità; anavrstih: siccità; bhavisyati:
ci sarà; ulbana: terribile; bhuvi: sulla
terra; tat-kala: in quel periodo; upacita:
accumulato; usna: il cui calore; arkah: il
sole; lokan: i mondi; trin: tre;
pratapisyati: brucerà moltissimo.



TRADUZIONE

All'avvicinarsi della distruzione cosmica,
sulla terra si verificherà una siccità
tremenda della durata di cento anni. Per
cento anni il calore del sole gradatamente
aumenterà e il suo calore ardente
comincerà a tormentare i tre mondi.



VERSO 10


patala-talam arabhya
sankarsana-mukhanalah
dahann urdhva-sikho visvag
vardhate vayuneritah

patala-talam: dal pianeta Patala; arabhya: a
iniziare da; sankarsana-mukha: dalla bocca del
Signore Supremo nella Sua forma di Sankarsana;
analah: il fuoco; dahan: che brucia;
urdhva-sikhah: con le fiamme che salgono
verso l'alto; visvak: tutte le direzioni; vardhate:
cresce; vayuna: dai venti; iritah: spinte.



TRADUZIONE

A cominciare da Patalaloka, un fuoco
emanante dalla bocca di Sri Sankarsana si
alzerà e le sue alte fiamme, spinte da venti
impetuosi, arderanno ogni cosa in tutte le
direzioni.



VERSO 11


samvartako megha-gano
varsati sma satam samah
dharabhir hasti-hastabhir
liyate salile virat

samvartakah: della distruzione; megha-ganah:
eserciti di nuvole; varsati: rovesceranno la
pioggia; sma: in verità; satam samah: per cento
anni;
dharabhih: con torrenti;
hasti-hastabhih: con gocce di pioggia
del diametro di una proboscide di
elefante; liyate: sommergerà; salile:
nell'acqua; virat: l'intero universo.



TRADUZIONE

Gruppi di nuvole chiamate
Samvartaka verseranno torrenti di
pioggia per cento anni. Cadendo a
gocce grandi come proboscidi di
elefante, questa pioggia mortale
sommergerà nell'acqua l'intero
universo.



VERSO 12


tato virajam utsrjya
vairajah puruso nrpa
avyaktam visate suksmam
nirindhana ivanalah

tatah: allora; virajam: l'universo;
utsrjya: lasciando (come se fosse il suo
corpo); vairajah purusah: la persona
della forma universale (Hiranyagarbha
Brahma); nrpa: o re Nimi; avyaktam: la
natura non manifestata (pradhana);
visate: entra; suksmam: sottile;
nirindhanah: senza combustibile; iva:
come; analah: un fuoco.



TRADUZIONE

Allora, o re, Vairaja Brahma, l'anima
della forma universale, lascerà il suo
corpo universale ed entrerà nella
natura sottile non manifestata, come
un fuoco rimasto senza combustibile.



SPIEGAZIONE

Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura la parola vairajah in questo
verso indica la totalità delle anime
individuali condizionate che hanno preso
nascita originariamente da Brahma e
vengono nuovamente amalgamate in lui
al momento dell'annientamento. La
manifestazione del virat-purusa, la
forma universale del Signore, dà origine
alla manifestazione temporanea di forme,
qualità e attività all'interno della
creazione materiale, ma l'intero scenario
cosmico torna all'inerzia e all'assenza di
forma quando la creazione viene
riassorbita da Dio, la Persona Suprema.
La forma universale del Signore non può
quindi essere considerata una forma
eterna del Signore; è soltanto una immaginaria
rassomiglianza temporanea della Sua forma
personale all'interno del mondo di maya. Nel
primo Canto dello Srimad-Bhagavatam e
anche nel secondo Canto, è chiaramente
spiegato che la forma universale del Signore è
una forma immaginaria offerta ai neofiti perché
meditino su Dio. Le persone troppo materialiste
sono del tutto incapaci di comprendere che Dio,
la Persona Suprema, è in realtà
sac-cid-ananda-vigraha, la forma eterna della
felicità e della conoscenza che trascende la
manifestazione dell'energia materiale. Perciò, per
incoraggiare quei materialisti grossolani a
diventare fedeli teisti, le Scritture vediche li
istruiscono affinché possano meditare
sull'universo fisico considerandolo il corpo
gigantesco del Signore Supremo.

(Continua nel prossimo numero)















Il Signore Caitanya
istruisce
Sanatana Gosvami

Un'accurata descrizione di Sri Krsna, delle Sue espansioni e del mondo spirituale

di Mathuresa Dasa



I fratelli Dabhir Kas e Sakara Mallik erano ministri di fiducia del governo di Nawab Hussain Shah, il sovrano del Bengala all'inizio del sedicesimo secolo. Dopo l'incontro con il Signore Caitanya Mahaprabhu, si dimisero dai loro incarichi ben remunerati per unirsi al movimento di Sri Krsna; si rasarono le teste e cambiarono i loro nomi in quelli di Rupa Gosvami e Sanatana Gosvami. Il Nawab come molti altri governanti indù ne rimasero stupiti. Qual'era la causa delle dimissioni dei fratelli e perché c'erano così tanti devoti Hare Krsna che cantavano e ballavano in quasi tutte le città e i villaggi del Bengala? Che cosa stava insegnando il Signore Caitanya Mahaprabhu?
I precedenti articoli di questa serie hanno descritto gli insegnamenti del Signore a Rupa Gosvami e la fuga di Sanatana Gosvami dalla prigione del Nawab.



Il fiume Viraja segna il confine fra il mondo materiale e quello spirituale. Immenso e bello, con le sue acque spirituali ornate da onde lucenti agitate da possenti tempeste di un'effulgenza trascendentale, è conosciuto anche come l'Oceano Viraja o l'Oceano Causale. Su una sponda gli innumerevoli universi della natura materiale, con tutti i loro pianeti e i sistemi solari, appaiono e si dissolvono nei tempi loro concessi dalla giurisdizione del tempo devastatore. Sull'altra sponda è il tempo, che presiede senza il suo aspetto devastatore, dando vigore ai pianeti spirituali e ai loro abitanti, alle città e alle civiltà con una vita eterna e gioiosa in un servizio in continua espansione alla Suprema Personalità di Dio, Krsna.
Sri Krsna parlò poco del Suo regno spirituale, quando espose ad Arjuna la Bhagavadgita a Kurukshetra. Egli disse che la Sua dimora, al di là della creazione materiale, ha luce propria e non ha necessità della luce del sole, della luna o dell'elettricità, aggiungendo inoltre che tutto ciò che è bello e glorioso in questo mondo temporaneo proviene da una sola scintilla del Suo splendore. Egli ha dichiarato di pervadere e sostenere l'intera creazione con un solo frammento di Se stesso. Questi cenni ci aiutano a cominciare a comprendere il mondo spirituale, dove Krsna mostra la pienezza delle Sue opulenze, ma abbiamo pochi dettagli. Neppure i dettagli possono aiutarci con sicurezza, poiché, data la nostra inesperienza, le informazioni sul mondo spirituale ci appaiono proprio come mitologia.
La Gita di Sri Krsna invece espone dettagliatamente la nostra difficile situazione nel mondo materiale ed i modi per districarci dalla stretta mortale del tempo materiale. Krsna spiega che gli esseri viventi nel mondo materiale sono Suoi eterni frammenti. Queste anime eterne abitano corpi temporanei, lottando duramente contro la natura materiale. Poiché siamo minuscole parti di Krsna, la nostra eterna costituzione è di arrenderci a Lui e di servirLo. L'abbandono a Krsna ci libera dalla morsa letale del tempo materiale, e ci fa intraprendere il nostro viaggio di ritorno verso il mondo spirituale. Perciò, alla fine della Gita, dopo aver descritto vari sistemi religiosi e filosofici, Krsna chiede la nostra resa.
A coloro che sono costantemente arresi a Krsna e Lo adorano con amore, Egli dà la conoscenza di Se stesso, del mondo spirituale e di come tornare là da Lui. Per mostrare una misericordia speciale ai Suoi devoti, Egli li illumina dall'interno del cuore e anche dall'esterno.
Proprio come veniamo a conoscere una terra lontana ascoltando il racconto di viaggiatori, così i devoti realizzano Krsna e il Suo mondo spirituale ascoltando con amore da Lui e dai Suoi rappresentanti.



LA DOMANDA DI SANATANA

Nella primavera del 1514, Sanatana Gosvami arrivò a Varanasi per sottomettersi al Signore Caitanya Mahaprabhu e unirsi al Suo movimento Hare Krsna. Sanatana aveva rinunciato alla sua influente posizione come primo ministro del Bengala, era fuggito dalla prigione del governatore (il Nawab Hussein Shah), compiendo un pericoloso percorso attraverso la giungla e le colline della provincia del Bihar.
Come Arjuna a Kurukshetra, Sanatana si presentò al Signore come un uomo sofferente, incerto sul suo dovere e sulla sua identità nonostante ricchezza, fama e cultura. Come Arjuna, in altre parole, Sanatana rappresentava la condizione del materialista. I più importanti governanti ed intellettuali del mondo materiale non hanno alcuna conoscenza scientifica certa su cosa sia l'energia vivente nei loro corpi. Perciò, quando si presentano come Signora, Signore, Senatore o Professor Tal dei Tali, in realtà non sanno chi sono.
Parlando di questa contraddizione, Sanatana confessò al Signore: "Le persone pensano che sia un grande erudito e io sono così sciocco da crederci, ma come posso dire di essere erudito se non so neanche chi sono. Chi sono? E perché soffro in questa vita materiale?" "La posizione costituzionale dell'essere vivente", rispose il Signore "è di essere un eterno servitore di Krsna, perché egli è energia di Krsna, come una particella molecolare dello splendore del sole o del fuoco."
Con quest'affermazione concisa ed eloquente il Signore Caitanya ha in effetti riassunto il messaggio conclusivo dell'abbandono contenuto nella Gita, rinunciando all'elaborata analisi di questo testo sull'essere spirituale vivente. Il Signore Caitanya è Krsna stesso che gioca il ruolo di un Suo devoto. Dal punto in cui conclude le Sue istruzioni ad Arjuna a Kurukshetra, Egli inizia i Suoi insegnamenti a Sanatana a Varanasi. Sebbene gli insegnamenti del Signore Caitanya e quelli di Sri Krsna nella Gita siano gli stessi, il Signore Caitanya non ha chiesto la resa. Egli ha però dato esempio di una vita di abbandono a Krsna con le Sue attività ed ha distribuito liberamente conoscenza di Krsna e amore per Krsna.
Sulla base del messaggio della Gita, il Signore Caitanya aprì nuovi orizzonti descrivendo a Sanatana la forma trascendentale di Krsna, che è l'origine sia del mondo materiale sia di quello spirituale e il cui corpo non è fatto di sangue ed ossa deperibili, ma di eternità, felicità e conoscenza. L'essere vivente comune del mondo materiale è differente dal suo corpo che è una copertura del vero sé, ma la forma trascendentale di Krsna e Krsna Stesso sono la stessa cosa, sia che Egli si trovi nella Sua dimora eterna o in visita nella Sua creazione materiale. La Brahmasamhita afferma:

isvarah paramah krsnah
saccidanandavigrahah
anadir adir govindah
sarvakaranakaranam

"Krsna, che è conosciuto come Govinda, è il controllore supremo. Ha un corpo spirituale di eternità, conoscenza e felicità. E' l'origine di tutto. Egli non ha altra origine, poiché è la causa prima di tutte le cause."



LE ESPANSIONI DI KRSNA

Sebbene Krsna sia la persona originale e quindi il più anziano di tutti, Egli appare come un giovane, il figlio di Maharaja Nanda, mai superando l'età di sedici anni. Inoltre sebbene Krsna sia uno, Egli Si espande in innumerevoli forme. Il potere di espandersi di Krsna è inconcepibile, ma nei limiti della nostra attuale esperienza sappiamo che un individuo può apparire sotto aspetti diversi.
Quando qualcuno è particolarmente felice o particolarmente adirato, in una specifica situazione, arriviamo perfino ad affermare, come modo di dire, che lui o lei è una "persona diversa." Nella nostra mente, inoltre, possiamo pensarci in vari modi secondo i ruoli, come padre, figlio, sposo, impiegato o studente e in ciascuno di questi ruoli ci mostriamo ulteriormente in diversi aspetti alle varie persone nel corso delle nostre attività e occupazioni. Possiamo anche crearci ruoli con l'immaginazione o il desiderio, sognando di essere un famoso eroe o una celebre attrice. In tutti questi casi mentre ciascuno di noi rimane una persona, ci espandiamo scoprendo noi stessi con gioia.
Possediamo la tendenza ad espanderci, a gioire e a scoprire noi stessi, perché queste tendenze sono presenti in Krsna, la persona originale. La differenza è che, poiché Krsna è il Supremo le Sue espansioni sono uniche ed onnipotenti. Le espansioni personali di Krsna, sebbene la Sua personalità rimanga una e la stessa, costituiscono individualità diverse, non come modo di dire, ma realmente. Esse realizzano individualità pienamente potenziate con autonoma capacità di agire e carattere e modo di pensare propri.
Le innumerevoli forme di Krsna sono note come espansioni plenarie, perché tutte hanno l'intera potenza della Suprema Personalità di Dio. Sebbene ciascuna di queste espansioni differisca leggermente dalla forma originale di Krsna per le attività, le caratteristiche del corpo ed altri attributi, esse sono tutte identiche a Krsna. Esse sono l'unica e la stessa Suprema Personalità. La Brahmasamhita spiega che come una candela può dare la luce a molte altre candele, ognuno con la stessa potenza di illuminazione, così Sri Krsna si espande in un numero illimitato di forme di Dio.
Il Signore Caitanya spiegò a Sanatana che descrivere le forme di Krsna è come descrivere la luna dicendo che è fra i rami di un albero. Per fissare la posizione della luna nel cielo notturno possiamo usare i rami di un albero come punto di riferimento, pur comprendendo che la luna è molto più lontana. Allo stesso modo le descrizioni del Signore ci danno un'indicazione di Lui, sebbene Egli sia ben oltre la nostra esperienza e la nostra capacità di comprenderLo pienamente.
La forma trascendentale di Krsna non è strutturata come i nostri corpi materiali. Le nostre attività mentali e fisiche sono diverse. Possiamo pensare di essere un eroe o un'attrice, ma i nostri sogni non diventano realtà. Per Krsna, invece, pensare e agire sono la stessa cosa. Quando il Signore pensa a Se stesso come un pastorello o un principe guerriero, questi "pensieri" di Krsna costituiscono passatempi di Sue espansioni plenarie, che a loro volta hanno il potere di espandersi. Così un'espansione trascendentale personifica la collera di Krsna, un'altra la Sua capacità di essere un perfetto re, un'altra la Sua capacità letteraria ed un'altra ancora la Sua onnipotente potenza di creare la realtà materiale.
Mentre le espansioni plenarie di Krsna possiedono pienamente la Sua potenza ed opulenza, le qualità proprie di Krsna sono tuttavia ancor più attraenti, ad un punto tale che come espressione definitiva della Loro individualità, le espansioni plenarie sono attratte da Krsna e Lo adorano. Quando Krsna apparve come Sri Caitanya, due delle Sue espansioni plenarie vennero con Lui sotto la forma di Advaita Acarya e di Nityananda Prabhu e vissero come Suoi devoti dedicandoGli un servizio d'amore.



LA CASA E IL REGNO DI KRSNA

Il Signore Caitanya insegnò a Sanatana Gosvami che un'espansione plenaria di Krsna presiede ciascuno degli innumerevoli pianeti del cielo spirituale. Queste espansioni, a quattro braccia, sono chiamate espansioni Narayana e il cielo spirituale è detto Narayana-loka.
"La grandezza di ogni pianeta spirituale" spiegò il Signore Caitanya "è di circa tredici chilometri moltiplicati per cento, per mille, per diecimila, per centomila e per dieci milioni. In altre parole ogni pianeta spirituale supera la nostra capacità di misura.''
Nonostante la loro dimensione infinita e il loro numero infinito, i pianeti di Narayana-loka circondano la dimora personale di Krsna, Krsnaloka, come i petali circondano il centro del fiore di loto. I devoti del Signore a Narayana-loka adorano le maestose forme onnipotenti di Narayana con cerimonie e mantenendosi ad una distanza suggerita dal loro sentimento di soggezione e riverenza, mentre a Krsnaloka, Krsna gode dell'amorosa devozione e della familiarità dei Suoi più intimi devoti ed amici. Un giudice dell'alta corte, quando è al lavoro indossa la toga e riceve il rispetto dovuto alla sua carica, mentre a casa la posizione e il prestigio dello stesso giudice non hanno importanza o vengono completamente dimenticati nell'atmosfera di amicizia e di affettuosi sentimenti creati dalla presenza degli amici, dei suoi cari e dei figli. Krsnaloka è la casa di Krsna, mentre Narayanaloka è il Suo regno, dove nella Sua veste ufficiale di Signore Supremo mostra in modo evidente le Sue opulenze e i Suoi poteri.
Tutte le espansioni di Krsna hanno eternamente le loro residenze nel cielo spirituale, ma quando discendono nel mondo materiale sono chiamati avatara o incarnazioni. Avatara significa "colui che discende". Le incarnazioni di Dio sono o le espansioni di Krsna o le espansioni delle Sue espansioni, ma Krsna è la Suprema Personalità di Dio stesso.
Il Bhagavatam dichiara: "O saggi eruditi, come centinaia e migliaia di ruscelli scaturiscono da sorgenti inesauribili, innumerevoli manifestazioni emanano da Sri Krsna, la Suprema Personalità di Dio, origine di ogni potere."
La ragione primaria per cui Krsna si espande e discende è soddisfare i Suoi devoti. I devoti desiderano vedere e servire Krsna in vari modi secondo le loro preferenze personali e i loro sentimenti e il Signore li soddisfa. Krsna manda le Sue espansioni nella creazione materiale e viene anche di persona portando con sé Krsnaloka e coloro che vi risiedono.



PASSATEMPI ETERNI

Sebbene i passatempi di Krsna e delle Sue espansioni nella creazione materiale siano eventi storici documentati nella letteratura vedica con date riferite al loro inizio e alla fine, questi passatempi sono eterni. Quando Sri Krsna stesso apparve sulla terra cinquemila anni fa, vi rimase per 125 anni, eseguendo passatempi che iniziarono con la Sua nascita o apparizione, continuarono con i passatempi della Sua infanzia fino alla battaglia di Kurukshetra e terminarono con la Sua scomparsa. Questi passatempi non si possono vedere più qui, ma continuano in eterno.
Per farci capire, il Signore Caitanya portò l'esempio del sole, che ai nostri occhi appare e scompare ogni giorno, sebbene splenda sempre su qualche parte della terra. Riferendoci ai regolari movimenti del sole, dividiamo il giorno e la notte in ore, minuti, secondi e frazioni di secondo e queste suddivisioni si susseguono continuamente. Cioè, è esattamente mezzogiorno in qualche parte della terra ad ogni istante, esattamente mezzogiorno più un secondo in qualche altra parte e così via. Come il sole, i passatempi di Krsna hanno un'orbita attraverso gli universi materiali, con ogni passatempo che appare in sequenza in qualche parte ad un dato momento. Questi Suoi passatempi gradualmente si ripresentano in qualche universo proprio come il sole ritorna a mezzogiorno in qualche parte della terra. Il sole degli eterni passatempi di Krsna è sempre visibile a Krsnaloka. Nella creazione materiale questi stessi passatempi come pure quelli delle innumerevoli incarnazioni di Krsna, sebbene ancora eterni, si manifestano e scompaiono in ogni universo ad intervalli regolari.
Krsna e le Sue espansioni plenarie mostrano i Loro passatempi nella creazione materiale per attrarci di nuovo verso il mondo spirituale, di nuovo a Dio. Il Loro scopo è trascendentale. E' impossibile per Loro sottostare al controllo della natura materiale perché la natura materiale è la Loro energia. Sebbene anche noi siamo espansioni di Krsna, non siamo espansioni plenarie. Noi siamo eternamente minuscole particelle individuali del Signore, da Lui potenziate con minuscole energie. Noi siamo soggetti a cadere o possiamo cadere sotto il controllo della materia. Noi siamo liberi sia di vivere come servitori del Signore e delle Sue espansioni sugli eterni, gioiosi pianeti spirituali, sia di attraversare il fiume Viraja per venire a servire in questa miserabile creazione materiale, creando così le nostre proprie sofferenze.
Sia che ci troviamo nel mondo materiale o in quello spirituale, comunque, la nostra immutabile natura di minuscole anime è quella di servire. Proprio come lo zucchero è inalterabilmente dolce e l'acqua inalterabilmente umida, così noi per natura siamo servitori. Per soddisfare i nostri attuali desideri ribelli di espandere le nostre vite senza Krsna, usiamo le nostre minuscole potenze per realizzare case, comunità e civiltà tutte temporanee con gli elementi della natura materiale forniti dal Signore. La stessa intensità di servizio se usata per risvegliare la nostra devozione e il nostro amore per Krsna, c'innalzerà al mondo spirituale, dove le opportunità e l'ispirazione per servire il Signore si espandono eternamente in un'esaltante felicità trascendentale piena di conoscenza.
Usando un esempio precedente per dare maggior vigore alle sue asserzioni, il Signore Caitanya affermò nuovamente che non è possibile descrivere adeguatamente le forme e i passatempi trascendentali di Krsna.
"Qualunque cosa abbia esposto è solo una pallida idea", Egli disse a Sanatana Gosvami. "E' come mostrare la luna fra i rami di un albero."
Le istruzioni del Signore a Sanatana a Varanasi continuarono per due mesi e riguardarono le molte categorie degli avatara, i pianeti spirituali, il comportamento del devoto ed altri argomenti spirituali, troppo numerosi per elencarli. Srila Krsnadasa Kaviraja Gosvami, contemporaneo del Signore Caitanya, dedica alcuni capitoli della sua Sri Caitanyacaritamrta agli insegnamenti del Signore a Sanatana. La straordinaria traduzione in molti volumi della Caitanyacaritamrta di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, unita alle profonde analisi del suo precedente studio riassuntivo: Gli insegnamenti del Signore Caitanya, attende di essere letta da persone desiderose di assorbirsi nella vita e negli insegnamenti del Signore Caitanya Mahaprabhu.
Al termine dei due mesi, il Signore Caitanya mandò Sanatana a Vrndavana e ritornò a Jagannatha Puri sulla baia del Bengala, riprendendo il Suo cammino attraverso le foreste del Madhya Pradesh. Poco tempo dopo Sanatana e suo fratello minore Rupa Gosvami viaggiavano verso Puri per incontrarsi di nuovo con il Signore.

Mathuresa Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, ha scritto molti articoli per Back to Godhead. Vive con sua moglie Gangagati Devi Dasi e i loro quattro figli ad Alachua in Florida.















La storia di
JIVATMA

Seguendo il viaggio di un'anima,
possiamo capire meglio la misericordia e la giustizia di Dio

di Bhayahari Dasa

Talvolta potremmo chiederci se Krsna è veramente il nostro benefattore. Se lo è davvero e se è onnipotente, perché non ci riporta semplicemente nella nostra eterna dimora spirituale? Perché ci obbliga a pregarLo, a servirLo e a sottometterci prima di farci ritornare? Alcuni potrebbero vedere le Sue azioni come quelle di un tiranno egoista e non come quelle di un benefattore molto misericordioso come Egli asserisce di essere.
Per capire meglio i moventi di Krsna, seguiamo un essere vivente che chiameremo Jivatma che potrebbe essere uno qualsiasi di noi. Come uno degli innumerevoli esseri spirituali che vivono in armonia con Dio nel mondo spirituale, Jivatma, esercitando il suo libero arbitrio datogli da Dio, desidera di godere separatamente da Krsna. Diventa invidioso di Krsna e delle altre anime. Poiché l'invidia non è ammissibile nel mondo spirituale, Krsna, il padre più compassionevole, ha creato un mondo materiale, separato da quello spirituale, dove l'essere vivente può godere indipendentemente da Lui. Così Jivatma lascia il mondo spirituale per il mondo materiale e qui comincia a godere, pensando di essere il proprietario e cercando di appropriarsi di tutto ciò che è possibile prendere.
Ora il problema è che anche tutti gli altri nel mondo materiale cercano di appropriarsene e di goderne. In questa ricerca ognuno di loro è disposto a sacrificare gli altri. Per proteggere Jivatma e tutti gli altri, Krsna ha creato la legge del karma per assicurare equità in un mondo completamente egocentrico. La legge del karma impone che uno soffra le conseguenze delle sue azioni malvagie e gioisca di quelle pie. La situazione è molto simile a quella di una prigione. Essendo stati incarcerati per aver infranto la legge, nella prigione i detenuti sono sottoposti al rispetto di altre leggi e regolamenti aggiuntivi. Se li infrangono, sono puniti ulteriormente. Nello stesso modo, gli esseri viventi, avendo usato male il libero arbitrio, ora sono nel mondo materiale, dove sono sottoposti alla legge aggiuntiva del karma. (D'altra parte, proprio come un prigioniero messo in libertà non è più sottoposto ai regolamenti della prigione, un'anima liberata trascende le leggi del karma.)
Disceso nel mondo materiale Jivatma cerca di godere al massimo. Krsna continua a fornirgli corpi appropriati in accordo ai suoi desideri e alle sue attività. In una vita per esaudire il suo desiderio di mangiare la carne, Krsna gli dà il corpo di un carnivoro. In un'altra vita, Jivatma compie molte attività pie come fare la carità ed aiutare i poveri e Krsna, nella vita successiva, lo ricompensa con opulenza materiale e onori. In un'altra vita ancora, Jivatma esegue molti sacrifici e, avendo soddisfatto gli esseri celesti, ottiene di nascere anche lui come essere celeste in un pianeta superiore, dove gode di una vita lunga ed opulenta. Quando però il credito delle sue attività pie è esaurito, cade nuovamente nei sistemi planetari inferiori.
Secondo la sua coscienza, Jivatma agisce secondo una
delle tre influenze materiali: virtù, passione ed ignoranza. In tutti i casi, gioisce o soffre le reazioni delle attività passate e presenti, eseguite sotto queste influenze.
Continuando a compiere attività karmiche, rimane imprigionato nel ciclo infinito di nascite e morti ripetute.
Incatenato dalle infallibili leggi del karma e guidato dai
suoi desideri di gratificazione sensoriale, Jivatma ha finora trasmigrato attraverso la maggior parte delle 8.400.000 specie di vita, ognuna adatta in modo particolare ad una forma di godimento dei sensi nelle ampie categorie del mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. Jivatma però non trova mai una pace durevole né la felicità. I suoi sensi bruciano come il fuoco e più cerca di gratificarli, più forti diventano le loro richieste.
Krsna, che gli ha concesso il libero arbitrio, osserva con
molto dispiacere e compassione. Vuole indicare a
Jivatma una via per uscire dall'esistenza materiale. Egli
scende periodicamente nel mondo materiale per mostrare meravigliosi passatempi che possano ispirare
Jivatma ed altri come lui. Egli dà istruzioni per tornare
nella dimora eterna e manda i Suoi fedeli associati perché ispirino con le loro parole e il loro esempio.
In una vita, Jivatma ha ottenuto la forma umana, unica perché conferisce mente ed intelligenza per porre domande e ragionare. Perplesso per la distribuzione apparentemente casuale della fortuna e della sfortuna intorno a lui, comincia gradualmente a realizzare che il mondo materiale non è poi così bello. Infatti è un luogo piuttosto inospitale, in cui quasi tutti sono invidiosi ed egoisti. Ma avendo trascorso un numero infinito di vite nel
mondo materiale, Jivatma ha completamente dimenticato la sua originale posizione nel mondo spirituale.
Alla ricerca di risposte, Jivatma incontra un maestro spirituale autentico, che, sebbene nel mondo materiale, è
un'anima completamente realizzata inviata da Krsna
per aiutare le anime cadute. Jivatma con sottomissione
pone domande al suo maestro spirituale e viene a conoscere la sua posizione originale e la sua attuale situazione temporanea.
Jivatma però è condizionato da molte vite in cui si è
identificato con il suo corpo materiale, per cui, anche se
sente parlare della sua vera posizione originale, non riesce a sviluppare un desiderio sincero di recuperarla. Il
suo maestro spirituale lo capisce e lo educa con pazienza e gentilezza. All'inizio aiuta Jivatma ad uscire
dall'influenza dell'ignoranza insegnandogli ad astenersi dal mangiare la carne, dal fare sesso illecito, dal prendere intossicanti e dal gioco d'azzardo. Per purificare
ulteriormente la coscienza di Jivatma, il maestro spirituale gli chiede di cantare i santi nomi di Krsna, che sono identici a Lui.
Jivatma segue diligentemente le istruzioni del suo maestro spirituale. Anche se all'inizio non prova gusto nel santo nome, canta regolarmente. Comincia a seguire meccanicamente le procedure quotidiane dell'adorazione di Krsna dategli dal suo maestro spirituale. Nel frattempo sopporta pazientemente le sue reazioni karmiche, accettandole come misericordia di Krsna.
Seguendo con sottomissione le istruzioni del suo maestro spirituale, Jivatma comincia gradualmente ad apprezzare il canto del santo nome. Come gli era stato promesso dal suo maestro spirituale, la potenza del santo nome lentamente ma costantemente purifica molte vite trascorse sotto il condizionamento materiale.
Jivatma comincia a realizzare la temporaneità del corpo materiale e l'eternità dell'anima spirituale. Rivolge allora altre domande al suo maestro spirituale poiché lo ha soddisfatto con il suo servizio. Questi lo ricambia con altri insegnamenti su Krsna e sul percorso per ritornare nel mondo spirituale, mentre con amore gli rivela molti passatempi di Krsna e dei Suoi associati.
Eseguendo con sincerità e regolarità la sua adorazione, Jivatma dimostra un desiderio sincero di tornare da Dio. Le sue pratiche gli purificano la coscienza e gradualmente sviluppa il suo latente amore per Dio, che è rimasto sopito sotto le influenze della natura materiale. Krsna ricambia con entusiasmo ogni passo che Jivatma fa verso di Lui, facendo dieci passi verso Jivatma. Attraverso il suo maestro spirituale e direttamente, Krsna gli dà molte realizzazioni di Se stesso e dell'eterna relazione d'amore che Jivatma ha avuto con Lui.
Benedetto in questo modo, ora Jivatma gusta il nettare del santo nome, comprendendo che il nome è identico a Krsna. La sua adorazione ritualistica diventa veramente estatica dal momento che non vede alcuna differenza fra Krsna e la Sua forma di divinità. Capisce che la sua vera posizione non è quella nel mondo materiale per cui si distacca dalle trappole materiali della ricchezza, del potere, dei seguaci e della gloria. Quello stesso libero arbitrio, usato male per lasciare Krsna, Jivatma ora
lo usa per tornare da Lui.
Krsna è felicissimo di riavere il Suo perduto figlio, che
ha molto sofferto a causa del desiderio di godere separatamente. Vedendo che Jivatma desidera sinceramente tornare a casa, da Dio, Krsna, la Suprema Personalità
di Dio, gli dà il benvenuto Jivatma rientra nel mondo
spirituale, colmo di felicità per il suo ritorno in un luogo dove può servire eternamente Dio senza invidia, libero dal ciclo di nascite, dalla vecchiaia, dalle malattie e
dalla morte.
Questo è un finale felice. Come Jivatma, eravamo tutti
nel mondo spirituale ma siamo caduti nel mondo materiale a causa del nostro libero arbitrio. Come lui, siamo
passati attraverso un numero infinito di forme di vita,
godendo e soffrendo per le nostre reazioni karmiche. Io
spero e prego che come Jivatma anche noi siamo così
fortunati di sottometterci ad un maestro spirituale e,
grazie alla sua misericordia e al nostro desiderio sincero, di ritornare a casa, da Dio.

Bhayahari Dasa, discepolo di Romapada Swami, vive a Fairfaix in Virginia con sua moglie, Indulekha Devi Dasi e Dhruv, il loro figlio di sei anni. Lavora come esperto di informatica e può essere contattato all'indirizzo mail@iskcondc.org.















Calendario Vaisnava

Festività, ricorrenze, Celebrazioni

Anno 2000/2001  Gaurabda 514

Mese di Kesava

Dal 12 Novembre all'11 Dicembre

7 Dicembre. Giovedì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
8 Dicembre. Venerdì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 6:04 alle 10:06.



Mese di Narayana

Dal 12 Dicembre al 9 Gennaio

14 Dicembre. Giovedì: Scomparsa di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura. (Digiuno fino a mezzogiorno)
21 Dicembre. Giovedì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali. Scomparsa di Sri Devananda Pandita.
22 Dicembre. Venerdì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:10 alle 10:12.
23 Dicembre. Sabato: Scomparsa di Sri Mahesa Pandita, Scomparsa di Sri Uddharana Datta Thakura.
26 Dicembre. Martedì: Apparizione di Sri Locana Dasa Thakura.
28 Dicembre. Giovedì: Scomparsa di Jiva Gosvami, Scomparsa di Sri Jagadisa Pandita.
6 Gennaio. Sabato: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
7 Gennaio. Domenica: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:18 alle 07:13.
Apparizione di Sri Jagadisa Pandita.



Mese di Madhava

Dal 10 Gennaio all'8 Febbraio

13 Gennaio. Sabato: Scomparsa di Sri Ramacandra Kaviraja, Apparizione di Srila Gopala Bhatta Gosvami.
14 Gennaio. Domenica: Scomparsa di Sri Jayadeva Gosvami.
15 Gennaio. Lunedì: Scomparsa di Sri Locana Dasa Thakura.
20 Gennaio. Sabato: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
21 Gennaio. Domenica: Dvadasi, si interrompe il digiuno alle 06:23 alle 06:27.
29 Gennaio. Lunedì: Apparizione di Srimati Visnupriya Devi, Scomparsa di Srila Visvanatha Cakravarti Thakura, Scomparsa di Sri Pundarika Vidyanidhi, Apparizione di Sri Raghunandana Thakura, Apparizione di Srila Raghunatha Dasa Gosvami.
31 Gennaio. Mercoledì: Apparizione di Sri Advaita Acarya. (Digiuno fino alle mezzogiorno)















Festa della Domenica

Tutte le domeniche dell'anno, dalle prime ore del pomeriggio, siete invitati ad una splendida festa!

La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.

Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.

Inoltre potrete gradire le succulente specialità vegetariane che vi saranno offerte durante il banchetto della serata.



Tempi principali:

Bergamo - Villaggio Hare Krishna,
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
24040  Chignolo d'Isola (BG)
Tel. 035/4940706

Firenze - Villa Vrndavana,
via Scopeti, 108  50026  San Casciano in Val di Pesa (FI)
Tel. 055/820054

Vicenza - Prabhupada Desh,
via Roma, 9 - 36020 Albettone (VI)  Tel. 0444/790573



Centri Culturali:

Asti - Frazione Valle Reale, 20
14018  Roatto, (AT)  Tel. 0141/938406

Milano - Centro Culturale Govinda,
via Valpetrosa, 5  20123 Milano  Tel. 02/862417

Padova - Centro Culturale Hare Krishna,
Corso del Popolo, 1  35131 Padova  Tel. 049/8751219

Roma - Centro Culturale Govinda, via S. Maria del Pianto, 15/17  00186 Roma  Tel. 06/68891540Radio Krsna Centrale
Via Scopeti, 106 - 50026 - San Casciano in Val di Pesa (FI) - Tel. 055/820054
e-mail: rkcfi@radiokrishna.com
http://www.radiokrishna.com



Sito ISKCON Italia
http://www.hkitaly.it/harekrsna/


Fine del numero di novembre-dicembre 2000.