Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 11 n. 5

settembre-ottobre 1999

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sri Krsna, la Persona Suprema, insieme alla Sua eterna compagna Radha, è la fonte dell'intero mondo materiale e spirituale.

Sri Caitanya Mahaprabhu, la più magnanima incarnazione di Krsna. Egli ha diffuso il canto del mantra Hare Krsna.

I discepoli di Srila Prabhupada diffondono i Santi Nomi di Krsna attraverso la danza e il canto pubblico.



Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Acarya fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krishna.











La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Visnupriya devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  Strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano N° 199 del 13/03/89

Vol. 11 N. 5 - settembre-ottobre 1999

Fotolito: Scriba, FI.

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.

Sped. in Abb. Post. Comma 20/C Legge 662/96 Filiale Firenze










SOMMARIO

CERCARE DI DIVENTARE IMMORTALI
Una lezione di Srila Prabhupada

VYASADEVA: L'INCARNAZIONE LETTERARIA DI DIO
di Satyaraja Dasa

DOMANDE E RISPOSTE SULLA GITA (III PARTE)
di Krishna B. Lal

IL CENTRO DEL MONDO SPIRITUALE
Luoghi dello Spirito

PROVA TANGIBILE?
di Urmila Devi Dasi

SRIMAD BHAGAVATAM
Dio non è solo nel tempio

MAESTRI IN CUCINA
Dolci e Bevande

IL "BUG" DEL MILLENNIO
di Kalakantha Dasa

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Mania di indipendenza

CALENDARIO VAISNAVA
Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

FESTA DELLA DOMENICA















Cercare di Diventare
Immortali

"L'immortalità è una reale possibilità
o semplice e assurda utopia?"

Testo adattato da una lezione tenuta a Londra, il 22 agosto 1973, Da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Acarya fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna

nasato vidyate bhavo
nabhavo vidyate satah
ubhayor api drsto 'ntas
tv anayos tattvadarsibhih

"Coloro che vedono la verità hanno concluso che non vi è durata per ciò che non esiste [il corpo materiale] e non vi è cambiamento in ciò che è eterno [l'anima]. Studiando la natura di entrambi, essi sono giunti a questa conclusione."
(Bhagavad-gita 2.16)

Esistono due cose: sat e asat. Sat significa ciò che esiste eternamente, e asat significa ciò che è temporaneo, che appare e scompare. Un'ingiunzione vedica afferma: "Non lasciarti coinvolgere da ciò che è temporaneo, che appare e scompare; cerca di arrivare al livello dell'eternità."

yam hi na vyathatayanti ete
purusam purusarsabha
samaduhkhasukham dhiram
so 'mrtatvaya kalpate

"Coloro che non sono disturbati dai cambiamenti materiali, sono candidati per la liberazione." La nostra missione, la missione umana, consiste nel raggiungere l'immortalità. Nella società attuale i cosiddetti scienziati e i filosofi non riescono nemmeno ad immaginare la possibilità di diventare immortali. Allora perché Krsna sta parlando dell'immortalità? Sta parlando di utopia? No, Egli parla di fatti. Se Egli parlasse di assurdità e di utopia, nessuno avrebbe interesse a leggere la Bhagavad-gita.
Potreste arguire che siamo persone sciocche che leggono la Bhagavad-gita, sebbene Krsna parli di utopie e di assurdità. Ma perché grandi maestri spirituali del passato come Ramanujacarya e Madhvacarya - i più grandi maestri spirituali dell'India - leggono con attenzione la Bhagavadgita? Perché Krsna non parla di cose assurde. Questo è un fatto.
Il nostro impegno dovrebbe essere dedicato alla piattaforma dell'eterno, non del temporaneo. La vera civiltà umana dovrebbe essere concentrata sulla ricerca dell'immortalità. Questa finalità è ciò che divide l'India dagli altri Paesi. Certo io non sto parlando dell'India attuale, ma dell'India di un tempo, quando era guidata da grandi maestri spirituali quali Vyasadeva, il maestro spirituale originale. Vyasadeva era un grande studioso. Egli scrisse molti libri: i quattro Veda, i diciotto Purana, il Vedantasutra, le Upanisad.
Egli guidò l'intera società benché vivesse umilmente. Anche Canakya Pandita, che aveva la funzione di primo ministro, viveva in una capanna. Questa è la distinzione tra la civiltà vedica, ossia la civiltà indiana, e la civiltà attuale. Civiltà vedica significa interesse per ciò che è eterno, mentre altri sono interessati solo a ciò che è temporaneo.
Un tempo, naturalmente, l'India era anche materialmente ricca. Quattrocento anni or sono l'India era così opulenta che gli Europei furono attratti e si recarono là. Anche durante l'impero Mogul l'India era molto ricca. A Delhi si può ancora visitare il Forte Rosso. Vedrete là sulle pareti pitture di uccelli e di alberi che un tempo erano ricoperte di gemme. Si possono vedere i buchi che le contenevano. Ora i buchi hanno preso il posto di quelle gemme. Ricchezza materiale significa gemme, oro, seta e burro  non vasi di plastica, fiori di plastica, vesti di plastica. Queste cose non hanno un valore reale.



LA META DELLA CIVILTA' SPIRITUALE

Così per tradizione, la popolazione indiana mise in risalto la civiltà spirituale permanente. Il loro obiettivo mirava a rendere perfetta questa vita e a diventare immortali. Ogni sforzo era teso a conquistare la nascita e la morte. Oggi le persone non capiscono che la nascita e la morte non possono essere conquistate. Esse possono solo immaginare: _Col progresso scientifico potremo un giorno diventare immortali." Qui però c'è un'informazione tratta dalla Bhagavad-gita, dove Krsna afferma che possiamo diventare immortali. Non sta parlando d'assurdità o di utopie.
Noi dovremmo interessarci della vita permanente, non di quella transitoria. Questa vita, la vita materiale, è temporanea. Possiamo vivere per dieci anni o per dieci ore. Vi sono esseri viventi che vivono per dieci minuti, e altri che vivono per dieci milioni o dieci miliardi di anni. Secondo la Bhagavad-gita, i residenti di Brahmaloka, il pianeta più alto, vivono per miliardi di anni. La durata di vite come queste rientra nell'ambito del mondo materiale, ma nessuna vita qui è permanente. Che tu viva dieci miliardi di anni o dieci secondi, la tua vita è temporanea.
Questo è ciò che è spiegato qui. Nasato vidyate bhavah. Il corpo materiale è temporaneo; non ha esistenza permanente. Nabhavo vidyate satah: l'anima è permanente. L'anima non è soggetta a cambiamenti. Non sarà mai priva d'esistenza.
Krsna dice: "Mio caro Arjuna, tu, Io e tutti questi re e i soldati riuniti qui esistevano anche nel passato."
Ciò significa che non siamo questo corpo. Questo corpo non esisteva nella mia vita passata, ma poiché io sono un'anima, esisto ora, esistevo nel passato ed esisterò nel futuro. Questo è sat. Lo spirito quindi non subisce cambiamento.



IL COINVOLGIMENTO

Talvolta sperimentiamo che un filo s'ingarbuglia e trovarne l'inizio diventa difficile. In modo analogo a causa del nostro attaccamento al corpo materiale, c'ingarbugliamo nella vita materiale. In questo incontro non parliamo di cose materiali. Qui parliamo soltanto di anima spirituale, di Krsna, della nostra relazione con Krsna, e del modo di soddisfare Krsna.
Un tempo questo posto era conosciuto come il Piggot Manor. Ora lo chiamiamo Bhaktivedanta Manor. Qual è la differenza? Un tempo era destinato alla gratificazione dei sensi, ora invece è destinato ad elevarci al livello della vita spirituale. Ogni altra cosa può essere cambiata in questo modo per satsanga  in virtù dell'associazione spirituale. Se ti associ con l'eterno, avanzerai nella vita spirituale. Se invece ti associ con ciò che è temporaneo, ti degraderai. Non lasciarti coinvolgere. Cerca di liberarti dal coinvolgimento. Questa è la missione della vita.
Queste cose non possono essere comprese finché ci troviamo nelle tenebre. Oscurità vuol dire vita colpevole. Quanto più ci impegniamo nella vita colpevole, tanto meno riusciremo a distinguere ciò che è eterno da ciò che è temporaneo. Perciò dobbiamo purificarci. L'intera vita umana è dedicata alla purificazione, proprio come una persona malata deve liberarsi dalla contaminazione. Nella vita materiale siamo impuri, contaminati dalle tre influenze della natura materiale: virtù, passione e ignoranza.
Anche l'influenza della virtù è contaminante. Un brahmana, per esempio, una persona erudita, colta, è situata sotto l'influsso della virtù, ma se si lascia coinvolgere, se non cerca di diventare immortale e si limita a pensare: _Ora ho le qualità brahminiche. Sono educato, sono pulito, controllato ed esperto, so come stanno le cose." Se non cerca di migliorare, di diventare immortale, resterà coinvolto.
Coloro che sono situati nella passione pensano: "Sono ricco, così potente, ho la mia bella moglie, la famiglia e ho grossi affari. Questo è il concetto della vita di chi è controllato dalla passione. Questo genere di persone è certamente coinvolto.
Coloro che sono soggetti all'ignoranza, poi, non conoscono il valore della vita. Pigri, sporchi e ignoranti, essi sono saldamente legati.
Quanto più siamo illuminati circa il valore della vita, tanto più ci liberiamo. Quanto più ci liberiamo, tanto più avanziamo nella conoscenza spirituale. Perciò, questi incontri che teniamo ogni giorno sono finalizzati a farci avanzare nella vita spirituale. Qui non si seguono programmi per diventare ricchi, per possedere più automobili, per avere un grosso conto in banca o per avere dei bei vestiti. Queste sono cose materiali.
Noi non siamo interessati ad accrescere l'influenza dell'ignoranza - come dormire trentaquattro ore al giorno, mentre le ore disponibili sono solo ventiquattro. Vediamo che molte persone dormono fino alle due del pomeriggio. Se ti alzi alle due del mattino, va bene, ma alcuni sono abituati ad alzarsi alle due del pomeriggio perché pensano: "Più dormo, più godo della vita."
Essi quindi sono simili ai Sunyavadi, quei filosofi che credono che la verità suprema sia il vuoto. Alcuni vogliono diventare zero (annullarsi) ma sempre dormendo. Questa però non è vita. La vita è attività. Caitanya Mahaprabhu dice: "Non diventare zero, impegnati sempre nel canto del mahamantra Hare Krsna." Questo è il movimento di Caitanya Mahaprabhu. Non abbiamo intenzione di ridurci a zero. Vogliamo essere molto attivi non per la gratificazione dei sensi ma per servire Krsna.



ELEVAZIONE O DEGRADAZIONE?

Qual è il servizio a Krsna? Stiamo insegnando questo, il modo di adorare Krsna.

sravanam kirtanam visnoh
smaranam padasevanam
arcanam vandanam dasyam
sakhyam atmanivedanam

Questi sono i nove metodi del servizio devozionale: ascoltare di Krsna, cantare le Sue glorie, ricordarLo, servire i Suoi piedi di loto, adorarLo, offrirGli preghiere, diventare Suoi servitori e affidare a Lui ogni cosa. Tutti questi servizi sono eterni, spirituali. Quanto più ci impegniamo in essi, tanto più ci eleviamo, e quanto più ci impegniamo nelle attività della gratificazione materiale, tanto più ci degradiamo.
Se ti applichi nella tua occupazione, nel tuo dovere, con buona volontà, ma non sei cosciente di Krsna, secondo quanto affermano le scritture, stai sempre perdendo il tuo tempo, pur lavorando duramente. E' così. Perciò Krsna spiega la differenza tra il temporaneo e l'eterno. Non dovremmo interessarci molto di ciò che è temporaneo perché allora la nostra vita sarà sprecata. Dovremmo essere interessati in ciò che è eterno e questo determinerà il successo della nostra vita.
Sfortunatamente oggi la gente non sa  né può nemmeno immaginare - che esista la possibilità di diventare immortali. Ed è più di una semplice possibilità. E' un fatto. A questo fine il canto del santo nome di Krsna è la cosa più importante. Nelle scritture è detto, kirtanad eva krsnasya mukta sangah param vrajet: "Col canto del nome di Krsna si raggiunge il supremo." Param significa "spirituale". Esistono due forme di energia: para ed apara. Il mondo materiale è apara, energia inferiore. Oltre a questa energia esiste un'altra natura che è para, spirituale. Dovremmo interessarci di questa energia, non dell'energia materiale temporanea. E perché? Perché quella è l'energia della vera vita.
Nel verso di oggi è detto che la differenza tra ciò che è materiale e ciò che è spirituale è approfondito da coloro che hanno realizzato la verità, i tattvadarsibhih. Il termine tattva è molto importante. Tattva significa "verità". Nello SrimadBhagavatam troviamo:

vadanti tat tattvavidas
tattvam yaj jnanam advayam
brahmeti paramatmeti
bhagavan iti sabdyate

"I colti trascendentalisti che conoscono la Verità Assoluta chiamano
questa sostanza non duale Brahman, Paramatma, o Bhagavan."
Bhagavan è l'ultima parola in tattva,
la Verità Suprema. Perciò quando Sri Krsna parla nella Bhagavad-gita, Vyasadeva dice: "Sebbene io stia scrivendo non sono colui che parla. Chi parla è Dio, la Suprema Persona. L'autorità non sono io, è la Suprema Persona, Dio stesso.
I cosiddetti filosofi attuali, gli scienziati e gli studiosi dicono: "Io penso, io penso." Ma qual è il valore della loro opinione? Le grandi personalità non si esprimono così. Anche Krsna dice, tattvadarsibhih: "Questa è la conclusione di elevate autorità." Questo è il modo per capire. In questa epoca talvolta si fa riferimento alle parole di questo o di quel professore. Ma queste autorità non sono tattva-darsibhih, conoscitori della verità. Sono tutti speculatori. Dobbiamo cercare coloro che vedono la verità. Sri Krsna dice:

tad viddhi pranipatena
pariprasnena sevaya
upadeksyanti te jnanam
jnaninas tattvadarsinah

"Cerca di conoscere la verità avvicinando un maestro spirituale, ponigli delle domande con sottomissione e servilo. L'anima realizzata può rivelarti la conoscenza perché ha visto la verità." Dovreste capire questa espressione tattvadarsinah, coloro che vedono la verità. Essi sono voci autorevoli, altri non lo sono, altri speculano soltanto.
La speculazione si verifica a livello mentale e non ha valore. Come non è permanente il corpo, anche la mente è vacillante  accettare e rifiutare qualcosa. Questo è il compito della mente. La mente quindi non può essere tattvadarsi. Naturalmente pensiamo con la mente, ma sotto la direzione di un'autorità. Allora raggiungeremo il vero tattva, la verità.
E Bhagavan, Sri Krsna è la parola definitiva in tattva.
Grazie molte.















Biografie

VYASADEVA

L'incarnazione letteraria di Dio

Migliaia d'anni fa egli s'impegnò per rendere accessibile
a noi oggi, la conoscenza più importante

di Satyaraja Dasa

L'antico saggio Vyasadeva, ossia Krsna Dvaipayana Vyasa, era il figlio divino di Parasara Muni e Satyavati. Secondo la tradizione Vaisnava, la sua missione fu quella di dividere in parti il Veda originale (yyasa significa "dividere") e di scrivere testi supplementari per mettere in evidenza il messaggio principale: la devozione a Krsna. Questa tradizione vedica ci dice che prima dell'apparizione di Vyasa, cinquemila anni or sono la gente poteva ricordare i Veda anche ascoltando una sola volta e poteva capirne anche le implicazioni. Nell'epoca attuale invece, nota come Kaliyuga, le persone sono spiritualmente meno acute e la durata della vita e la memoria si sono ridotte. Perciò Vyasa discese in questo mondo per mettere i Veda in forma scritta e per diffonderli dopo averli resi accessibili alla comprensione dell'uomo moderno. Egli compì questa potente impresa recitando centinaia di migliaia di difficili versi sanscriti senza mai interrompersi e intanto i versi venivano scritti da Ganesa, il suo scriba.
E' attribuita a Vyasadeva non soltanto la sistemazione dei Veda in quattro opere distinte (Rg, Sama, Yajur e Atharva), ma anche la composizione di molti corollari vedici compreso il Mahabharata e lo SrimadBhagavatam, la crema di tutti i testi vedici.
Lo SrimadBhagavatam informa che Vyasa si sentì depresso dopo la compilazione del canone vedico ed avvicinò il suo maestro spirituale, Narada, per porter comprenderne la ragione. Narada gli rispose che nell'affrontare la vasta complessità dei Veda, aveva trascurato la vera essenza: la glorificazione del nome, della fama, della forma, delle qualità e dei divertimenti del Signore Supremo, Krsna. Subito Vyasa s'impegnò a colmare questa lacuna scrivendo lo SrimadBhagavatam, che a ragione può essere considerato il pinnacolo della tradizione letteraria dei Veda.
Dopo aver compiuto quest'opera imponente di stabilire i Veda in forma scritta, corredata da spiegazioni letterarie, Vyasa si preoccupò di trasmettere questi libri in un'età che evita la conoscenza spirituale. Insegnò quindi i quattro Veda a quattro discepoli: a Paila, il Rg Veda; a Vaisampayana, lo Yajur Veda; a Jaimini, il Sama Veda; e a Sumantu, l'Atharva Veda. Egli insegnò anche le storie dell'ItihasaPurana a Romaharsana Suta e a Sukadeva Gosvami, il figlio di Vyasa che fu il primo a recitare pubblicamente lo SrimadBhagavatam. Tutti questi valenti devoti del Signore diventarono esperti nei loro rispettivi Veda e trasmisero questa conoscenza ai loro numerosi discepoli. Così il messaggio si trasferì da maestro a discepolo nella successione di maestri.



LE QUALITA' DI VYASA

Dalla letteratura vedica apprendiamo le qualità straordinarie di Vyasadeva. Egli è identificato nel Mahabharata e nei Purana come Bhagavan, ossia la Persona Suprema e talvolta Egli è definito un'incarnazione di Narayana. Nella Bhagavad-gita, Krsna afferma d'essere Vyasa tra i saggi (10.37) e Arjuna cita Vyasa come un'autorità a proposito dell'identità di Krsna. (10.13).
Srila Prabhupada risolve la possibile confusione riguardo all'identità di Vyasa: Vyasa è Dio solo nel senso che è uno saktyavesaavatara, un jiva eternamente liberato (un'anima come noi, non il Signore Supremo), in modo particolare investito di potere grazie a un'opulenza degna di Dio.
Sia nel Mahabharata sia nei Purana Vyasa è definito: 1) un rsi, un veggente, 2) un rtvij, ossia un prete, 3) un tapasvin, o un asceta, 4) uno yogi, ossia un mistico e infine 5) un guru.
I Purana e il Mahabharata riferiscono esempi sull'abilità di Vyasa nel prevedere il futuro. Lo SrimadBhagavatam (1.4.1633) asserisce che egli previde il Kaliyuga incombente con la relativa conseguente degradazione.
Nella letteratura dell'ItihasaPurana egli viene citato ripetutamente come rtvij, ossia un _prete". Nel Mahabharata egli celebrò per i Pandava importanti rituali vedici, e fu sacerdote in carica durante i sacrifici Rajasuya e Asvamedha.
Nel Mahabharata Vyasa è citato come modello di ascetismo. Egli esibì molti poteri mistici  inclusa la sua conoscenza sovrannaturale di passato, presente e futuro - il che si dice fosse il risultato delle sue penitenze e austerità. Egli è in grado di apparire e scomparire secondo la sua volontà e di elargire favori e anche di annullare maledizioni.



IL GURU ORIGINALE

Come preminente maestro di conoscenza vedica, Vyasadeva è considerato il guru originale. Secondo il Mahabharata egli era noto come guru per coloro che condividevano con lui la conoscenza vedica  Paila, Jaimini, Vaisampayana, Sumantu, Romaharsana Suta, Sukadeva e altri, si riferivano tutti a lui come "il guru". Vyasa aveva una relazione informale di guru con i cinque principi Pandava che lo consideravano il loro "benevolo consigliere" (mantri priyahitah). In tutti i corollari vedici, Vyasa agisce come perfetto guru dando istruzioni a grandi personalità che appaiono in quei testi. Fu lui a instillare nel cuore di Sukadeva Gosvami il messaggio del Bhagavatam.
Srila Prabhupada si riferisce a Vyasadeva definendolo "il precettore spirituale di tutto il genere umano". In onore di Vyasa i Vaisnava celebrano una festa annuale nel giorno dell'anniversario della nascita del loro maestro spirituale, giorno noto come Vyasapuja. Il guru autentico è il rappresentante di Vyasa, il guru perfetto.
Vyasa è inoltre considerato per tradizione uno dei sette ciran-jiva, o persone immortali (gli altri sono Asvatthama, Bali, Hanuman, Vibhisana, Krpa e Parasurama). E' detto che ancora oggi Egli può essere trovato in una caverna dell'Himalaya, da ricercatori d'eccelso merito.

Satyaraja Dasa è un discepolo di Srila Prabhupada e anche un regolare collaboratore di Back to Godhead. Ha scritto numerosi libri sulla coscienza di Krsna. Vive a New York con sua moglie.















DOMANDE
&
RISPOSTE
Sulla GITA

di Krishan B. Lal

PARTE 3

La Gita o Bhagavad-gita (Il Canto di Dio), fu enunciata cinquemila anni fa da Krsna al principe Arjuna. Essa contiene l'essenza della conoscenza vedica.
L'autore ha composto l'introduzione della Bhagavad-gita così com'è, di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, sotto forma di "Domande e risposte". Le risposte sono state prese principalmente da quest'introduzione.



Che cosa sono i jiva?

I jiva siamo noi, esseri viventi, frammenti infinitesimali del Signore Supremo.
Siamo costituiti della medesima qualità del Signore Supremo, come un frammento di oro è della stessa qualità dell'oro e come una goccia d'acqua dell'oceano è salata.
Essendo parti del Signore Supremo, Sri Krsna, anche noi abbiamo le Sue stesse qualità, se pure in misura infinitesimale. Così siamo anche controllori infinitesimali, a Lui subordinati, che cercano di controllare la natura, come oggi stiamo cercando di controllare lo spazio o i pianeti; questa tendenza al controllo è in noi perché esiste in Krsna. Tuttavia, nonostante la nostra tendenza al controllo sulla natura materiale dovremmo capire che non siamo i supremi controllori. I jiva, gli esseri viventi sono controllati.
Se un essere vivente sostiene di non essere controllato è certamente un pazzo. L'essere vivente è controllato sotto ogni aspetto, almeno nella vita condizionata.



Che cos'è la prakrti?

Prakrti è l'energia del Signore supremo. La natura materiale è la prakrti inferiore, e l'essere vivente è la prakrti superiore. Prakrti è sempre subordinata, dominata com'è dal Signore, il predominatore. Gli esseri viventi e la natura materiale sono entrambi predominati, controllati dal Signore Supremo. La natura materiale è dotata di tre influenze: virtù, passione e ignoranza.



Qual è il ruolo del tempo nella manifestazione materiale?

Il tempo eterno è al di sopra delle tre influenze della natura materiale. Il tempo è la durata dell'intero universo, ossia della manifestazione della natura materiale. Il tempo è il supremo distruttore e resta immutato sia durante le fasi manifeste e che quelle non manifeste della natura materiale.



Che cos'è il karma?

Mediante una combinazione delle influenze della natura, e sotto il controllo e il potere del tempo eterno, si svolgono attività che sono definite karma. La manifestazione cosmica è il campo d'innumerevoli attività e tutti gli esseri viventi sono impegnati in queste differenti attività. Le attività sono effettuate da tempo immemorabile e noi stiamo soffrendo o godendo dei frutti delle nostre attività. Supponete, per esempio che io sia un uomo d'affari e abbia lavorato duro con intelligenza mettendo da parte un capitale in banca: ora ne sto godendo. Ma se ho perso tutto il mio denaro con gli affari, allora sto soffrendo. Analogamente, in ogni campo della vita, godiamo dei risultati delle nostre attività, oppure soffriamo per le relative conseguenze. Questo è definito karma.
Gli effetti del karma possono essere molto vecchi. Godiamo e soffriamo dei risultati delle nostre attività da tempo immemorabile; tuttavia possiamo cambiare il risultato del nostro karma, ossia della nostra attività, e questo cambiamento dipende dalla perfezione della nostra conoscenza. Ci impegniamo in attività diverse. Indubbiamente non sappiamo che genere di attività dovremmo adottare, per trovare sollievo alle azioni e alle conseguenti reazioni delle nostre attività, e questo è spiegato dettagliatamente nella Bhagavadgita.



Sono eterni isvara, jiva, prakrti, kala e karma?

Isvara (il Signore Supremo), jiva (l'essere vivente), prakrti, (la natura), kala (il tempo eterno) e karma (l'attività), tutte queste verità sono spiegate nella Bhagavadgita. Tra questi cinque elementi il Signore, gli esseri viventi, la natura materiale e il tempo sono eterni. La natura materiale è l'energia separata del Signore Supremo e anche gli esseri viventi sono l'energia del Signore Supremo, sebbene essi siano separati ma a Lui connessi per l'eternità. Così il Signore, gli esseri viventi, la natura materiale e il tempo sono tutti correlati e tutti eterni. L'altro elemento, il karma non è eterno.



La natura materiale è "falsa" come sostengono alcuni Vedantisti?

La natura materiale, ossia la prakrti, può essere temporanea, ma secondo la filosofia della Bhagavadgita non è falsa. E' considerata reale, ma temporanea. E' simile ad una nuvola che si muove nel cielo o alla stagione piovosa che fa crescere i cereali. Appena la stagione piovosa è passata e le nuvole scompaiono tutti i raccolti nutriti dalle piogge inaridiscono. Analogamente la manifestazione materiale si sviluppa in un certo momento, si mantiene per un po' di tempo, poi scompare. Queste sono attività di prakrti. Questo ciclo però funziona eternamente. Prakrti quindi è eterna, non falsa. Il Signore la definisce "Mia prakrti".



Qual è la differenza tra la prakrti superiore (gli esseri viventi) e la prakrti inferiore (la manifestazione materiale)?

Sia l'essere vivente sia la natura materiale sono prakrti, energia del Signore supremo, ma l'essere vivente (il jiva) è consapevole, mentre l'altra prakrti non lo è. Perciò il jivaprakrti è definito superiore perché ha una coscienza simile a quella del Signore. Inoltre l'energia materiale è nota come energia separata del Signore, mentre gli esseri viventi sono, in quanto Sue parti, eternamente correlati con Lui.



Quali sono le tre principali energie del Signore?

Il Signore ha innumerevoli e diverse energie al di là della nostra comprensione; tuttavia grandi e colti saggi o anime liberate hanno studiato e analizzato queste energie in tre parti. La prima energia è para, trascendentale. La seconda è formata dagli esseri viventi che appartengono anche loro all'energia superiore, e la terza è costituita dalle energie materiali che appartengo all'influenza dell'ignoranza.



Che cos'è la coscienza?

La coscienza, ossia la consapevolezza di sé, è il sintomo primario della presenza dell'anima nell'essere vivente. Entrambe, la coscienza del Signore Supremo e quella degli esseri viventi sono trascendentali.
Sostenere che la coscienza sia generata dall'unione con la materia è un'idea errata. La teoria che la coscienza si sviluppi in certe circostanze di combinazione materiale non è accettata nella Bhagavadgita.
La coscienza dell'essere vivente può essere riflessa in modo distorto dalla copertura di circostanze materiali, come la luce riflessa attraverso un vetro colorato può apparire di un certo colore ma la coscienza del Signore non può essere intaccata dalla materia.



Che cos'è il falso ego?

La falsa coscienza può essere esibita attraverso la falsa impressione di essere un prodotto della natura materiale. Ciò è definito falso ego. Chi è assorto nelle concezioni corporee non può capire la sua situazione. Nella coscienza contaminata "io sono" significa "sono il signore di tutto ciò che vedo. Sono il beneficiario". Il mondo gira perché ogni essere vivente pensa di essere il proprietario e il creatore del mondo materiale



Come può l'essere vivente provare una soddisfazione duratura?

Solo cooperando col Signore Supremo l'essere vivente può provare una soddisfazione duratura. La coscienza materiale ha due divisioni psichiche. Una è quella che ci fa credere di essere il creatore e l'altra consiste nel credere di essere il beneficiario. In realtà, però, il Signore Supremo è sia il creatore sia il beneficiario, e l'essere vivente, in quanto parte del Supremo, non è né il creatore né il beneficiario, ma un cooperatore. Egli è creato e posseduto.
Per esempio, chi nutre un albero annaffiando la radice, o chi nutre il corpo alimentando lo stomaco, perché il corpo deve essere tenuto in uno stato di salute, si accorgerà che le parti del corpo devono cooperare per alimentare lo stomaco. Analogamente il Signore Supremo è il beneficiario e il creatore, e noi, esseri viventi subordinati siamo destinati a cooperare per soddisfarLo. Questa cooperazione in realtà ci aiuterà come il cibo ricevuto dallo stomaco aiuterà tutte le altre parti del corpo. Se le dita della mano pensassero di dover prendere il cibo per se stesse, invece di darlo allo stomaco, allora resterebbero frustrate.
La figura centrale della creazione e del godimento è il Signore Supremo, e gli esseri viventi cooperano. Con la cooperazione essi godono. Questa relazione è simile anche a quella del maestro e del servitore. Se il maestro è pienamente soddisfatto, anche il servitore lo sarà.



Qual è la differenza tra la coscienza suprema del supremo controllore e la coscienza individuale degli esseri viventi?

La posizione del Signore Supremo è quella della suprema coscienza. Gli esseri viventi, in quanto parti del Signore Supremo, sono anch'essi coscienti; tuttavia non si dovrebbe sostenere che l'essere vivente è supremamente cosciente. L'essere vivente non può esserlo in nessuno stadio di perfezione. Questa è una teoria fuorviante.
Egli può essere cosciente, ma non può diventare perfettamente o supremamente cosciente, con qualche procedimento di cosiddetta immersione di coscienza individuale nella coscienza suprema. Una goccia d'acqua non si disintegra né si dissolve immergendosi nell'oceano.
La distinzione tra gli esseri viventi e il controllore supremo è ulteriormente spiegata nel tredicesimo capitolo della Bhagavadgita. Il Signore è ksetrajna, cosciente, come l'essere vivente, ma l'essere vivente è consapevole del suo corpo, mentre il Signore è consapevole di tutti i corpi. Poiché il Signore vive nel cuore di tutti gli esseri viventi, è consapevole dei movimenti psichici dei jiva particolari.
E' anche spiegato che il Paramatma, la Suprema Personalità di Dio, vive nel cuore di ognuno come controllore e dà direttive a ogni essere, per agire secondo i suoi stessi desideri.
Sri Krsna afferma anche che quando discende nell'universo materiale la Sua coscienza non risente dell'influenza materiale. Se ne risentisse non potrebbe parlare di argomenti trascendentali come fa nella Bhagavadgita. Non è possibile parlare del mondo trascendentale, se la coscienza non è libera dalla contaminazione materiale.
Il Signore quindi non è contaminato dalla materia. Al momento invece è la nostra coscienza ad essere contaminata. La nostra coscienza è presente perché noi siamo parti del Signore, ma in noi è presente l'attrazione per le influenze inferiori della natura materiale. Il Signore, invece, essendo il Supremo non è mai toccato. Questa è la differenza tra il Signore Supremo e la piccola anima individuale.

Krishan B. Lal, un membro a vita dell'ISKCON, è in pensione e vive ad Huntington Beach, California.















Luoghi dello Spirito

Il Centro
del Mondo Spirituale

Molti grandi devoti risiedono eternamente al tempio di RadhaDamodara, uno dei più antichi templi di Vrndavana

di Vrndavana Devi Dasi


"Vrndavana è un
luogo meraviglioso
e là, nella radura
nota col nome di
Seva Kunja, si trova
il sacro tempio di
RadhaDamodara.
Io prendo i piedi di
loto di queste
Divinità come mio
unico rifugio e
le imploro di essere
gentili con me e di
guidarmi verso lo
scopo ultimo
della vita."
 Srila Prabhupada



Oggi ho la grande fortuna di trovarmi a Vrndavana, in India, la dimora di circa cinquemila templi di Sri Krsna. Per alcune settimane durante il mese sacro di Damodara (OttobreNovembre), ho messo da parte tutti i miei impegni mondani in cerca di un rinnovamento spirituale. Qui, in questo luogo sacro e in questo momento di buon auspicio, il valore di ogni servizio compiuto a Sri Krsna è mille volte più grande.
Sri Krsna visse a Vrndavana cinquemila anni fa e circa cinquecento anni fa i principali discepoli di Sri Caitanya, i Gosvami, vi fondarono diversi templi che oggi restano i principali luoghi di culto. Sto andando a visitare uno di quei famosi templi originali  il tempio di RadhaDamodara  nelle vicinanze dell'affollato Loi Bazar. "Damodara" è uno dei nomi di Sri Krsna che significa "legato in vita". La madre di Krsna una volta Lo legò intorno alla vita con una corda, quando era ancora un bambino. Accanto a Sri Krsna nel tempio di RadhaDamodara, come nella maggior parte dei templi a Vrndavana, si trova Radha, la Sua eterna compagna.
Il mio ricksha mi porta attraverso le strade strette, curve e affollate di Vrndavana. Non tornavo qui da dieci anni, eppure tutto sembra essere lo stesso. Passiamo davanti a devoti che cantano, a negozi affollati, a donne che trasportano carichi sulla testa e davanti a bambini sorridenti che dicono "Haribol", ("Canta il nome del Signore"). Poi ci sono gli animali: le mucche, i maiali, i cani, i cammelli, i cavalli e le scimmie birichine.
Dopo aver pagato il ricksha dieci rupie, procedo scalza, il modo rispettoso di calpestare il suolo sacro. Dopo una breve camminata giungo al cancello del tempio di RadhaDamodara. Il tempio non è visibile dal cancello arcuato, che sembra essere l'ingresso di un'abitazione privata. Durante il famigerato attacco ai templi di Vrndavana nel 1670, i Mogul passarono di fronte al tempio di RadhaDamodara senza danneggiarlo, avendolo scambiato per una residenza privata. In ogni modo, per paura degli attacchi Mogul i sacerdoti del tempio avevano trasportato la Divinità originale di RadhaDamodara a Jaipur, la roccaforte dei devoti di Krsna, dove le Divinità risiedono tutt'oggi.
Alla sinistra del cancello s'intravede l'ingresso del tempio. Prima di entrare mi lavo i piedi sotto il rubinetto posto accanto all'ingresso. Mentre passo sotto l'arco d'ingresso. tutto appare come lo ricordavo. Un vecchio carro addobbato a festa giace accanto alla porta. Le piante sacre di Tulasi decorano ogni angolo del cortile. Sul lato destro del cortile, vicino all'altare, un pavimento a scacchi di marmo porta alla stanza dove il mio nonno spirituale, Srila Prabhupada, visse e scrisse per diversi anni prima di portare la coscienza di Krsna in Occidente. Salgo gli scalini di marmo verso l'altare centrale e offro i miei rispetti alle Divinità.
Migliaia di visitatori vengono qui ogni anno. Oggi, circa una dozzina di visitatori del luogo sono venuti ad assistere alla cerimonia di adorazione delle Divinità (arati). Poco dopo, un pujari (sacerdote), appare sull'altare e offre alle Divinità degli incensi, una fiamma, dell'acqua, un fazzoletto di seta e un ventaglio fatto con la coda di yak. I pujari compiono questa cerimonia diverse volte al giorno. Mentre i sacerdoti offrono i diversi oggetti, i devoti suonano ritmicamente una grossa campana appesa vicino all'altare.
Con grida entusiaste di _Jaya Damodara!" (Tutte le glorie a Damodara!) e 'Radhe, Radhe!" i devoti iniziano il canto congregazionale dei santi nomi. RadhaDamodara  che hanno occhi simili ai fiori di loto - si trovano sull'altare insieme a Lalita, l'assistente di Radharani e ad altre tre coppie di divinità di RadhaKrsna.
Prima di costruire i templi di Vrndavana, i Gosvami adoravano le loro Divinità nelle cavità degli alberi. La Divinità originale di Damodara, che adesso si trova a Jaipur, misura solamente venticinque centimetri. Sri Rupa Gosvami scolpì la Divinità nel 1542 per il suo discepolo Sri Jiva Gosvami. Cercare una cavità in un albero per la Divinità attuale di Damodara sarebbe alquanto difficile considerando che misura circa un metro e mezzo.
Oggi le Divinità di RadhaDamodara sono vestite di bianco, con gli ornamenti in oro mentre della pasta di sandalo decora i loro volti. Krsna indossa una ghirlanda di foglie e fiori di Tulasi, mentre la ghirlanda di Radha è di boccioli di fiori di loto. La coppia divina sorride dolcemente.
Alla fine dell'arati, il pujari soffia in una conchiglia e poi distribuisce delle foglie di Tulasi provenienti dalle Divinità, a mani ansiosamente tese. E' affermato che chiunque assaggi le foglie di Tulasi, che hanno toccato il corpo di Krsna, raggiungerà la Sua dimora. Una piccola donazione mi permette di vedere la Govardhanasila (una pietra proveniente dalla sacra collina Govardhana), appartenuta a Sri Sanatana Gosvami e tenuta qui sull'altare. Il pujari solleva la grande sila e mi mostra il segno dell'impronta del piede di Krsna e l'impronta del piede di un vitello. Krsna diede la pietra a Sanatana Gosvami perché la adorasse, com'è spiegato nella storia seguente.
Sri Sanatana Gosvami aveva fatto il voto di camminare intorno alla collina Govardhana tutti i giorni. (Questa circoambulazione, come la chiamano generalmente i devoti è il metodo tradizionale di offrire rispetto ad un luogo sacro o ad un oggetto sacro). Quando Sanatana Gosvami invecchiò, faceva molta fatica a percorrere i 24 chilometri intorno alla collina. Sri Krsna apparve davanti a lui e gli disse che, ora che era anziano, non c'era bisogno che girasse intorno alla collina Govardhana tutti i giorni, ma Sanatana Gosvami replicò che aveva fatto un volo e che non intendeva infrangerlo. Krsna gli chiese allora di portargli una pietra della collina Govardhana. Quando Sanatana Gosvami gli portò
la pietra che aveva chiesto, Krsna salì sulla pietra e suonò il Suo flauto che, con il suo suono, attrasse un vitellino che pascolava nelle vicinanze. Al suono del flauto di Krsna la pietra di sciolse dall'estasi e così l'impronta del piede di Krsna e dello zoccolo del vitello rimasero impressi sulla superficie. Dopodiché Krsna assicurò a Sanatana Gosvami che quattro giri intorno alla pietra sarebbero equivalsi ad un giro completo intorno alla collina Govardhana.
Nirmal Chandra Goswami e i suoi cinque figli si occupano dell'adorazione delle Divinità del tempio. La sua famiglia ha servito RadhaDamodara per generazioni, essendo i discendenti disciplici di Jiva Gosvami. Il servizio del pujari qui, come in tutti i templi di Vrndavana, è strettamente riservato agli uomini. Le donne cucinano e rendono altri servizi.



LA STANZA DI PRABHUPADA

Le tende dell'altare si chiudono, io offro i miei omaggi alle Divinità e scendo gli scalini per recarmi nella stanza di Prabhupada. Srila Prabhupada, l'acarya fondatore dell'ISKCON, risedette presso il tempio di RadhaDamodara dal 1959 al 1965 e fu l'ultimo suo luogo di residenza prima di andare a diffondere la coscienza di Krsna in Occidente. Il suo ricordo è molto vivo in questo luogo.
Srila Prabhupada utilizzava due stanze: una camera e una cucina. Entrando nella camera vedo la murti (statua) in dimensioni reali, seduta presso il tavolo, con una penna in mano. Qui egli tradusse i primi volumi dello Srimad-Bhagavatam in inglese. La camera è ornata con la scritta in sanscrito del mantra Hare Krsna dipinta sulle pareti. Sebbene la stanza fosse piccola, Srila Prabhupada gli era molto affezionato. Egli disse: "Io vivrò eternamente nelle mie stanze al tempio di RadhaDamodara."
Di fronte alla camera principale si trova una cucina. In fondo alla cucina una piccola finestra guarda verso il samadhi (* si veda fine articolo) di Rupa Gosvami. Srila Prabhupada si sedeva qui a consumare i suoi pasti, e prese la completa misericordia di Rupa Gosvami, per cominciare e diffondere il movimento Hare Krsna in tutto il mondo. Posso immaginare come questo possa essere accaduto nella stanza di Srila Prabhupada che possiede un'atmosfera magica.



L'AREA DEI SAMADHI

Dopo aver offerto i miei rispetti al mio nonno spirituale mi dirigo all'aperto verso l'area dei samadhi dove il cortile ospita i resti di alcuni tra i più grandi maestri spirituali della scuola di Sri Caitanya.
Cantando sottovoce sul mio japa mi ritrovo faccia a faccia con molti abitanti di Vrndavana. Non conosciamo che poche parole delle nostre reciproche lingue ma "Hare Krsna" dice tutto. Sorridono con approvazione alla mia scelta di seguire la coscienza di Krsna.
I gradini che conducono ai samadhi sono consumati a testimonianza di tutti i devoti che sono passati qui. Il tempio di RadhaDamodara ospita diversi samadhi. Il primo samadhi sulla destra appartiene a Sri Krsnadasa Kaviraja Gosvami e a Sri Jiva Gosvami. Jiva Gosvami era uno dei sei Gosvami e organizzò la costruzione del tempio di Radha Damodara. Nato nel 1513 era il più giovane dei sei e assisteva gli altri. Dopo la scomparsa degli altri Gosvami, Jiva fu incaricato della cura dei templi che essi avevano costruito. Grande erudito e filosofo, egli scrisse più libri di tutti gli altri Gosvami. Una volta il tempio di Radha-Damodara possedeva un'imponente biblioteca. Il tempio era inoltre famoso per i discorsi tenuti da Rupa e Jiva Gosvami, i quali attraevano devoti da ogni parte dell'India.
Offro i miei rispetti, e noto due scimmie che mi osservano. Sembra si siano accorte che non sono una visitatrice abituale e sperano che mi distragga per portarmi via qualcosa. Spesso i visitatori sono derubati degli occhiali dalle scimmie che poi li restituiscono in cambio di cibo.
Poco lontano si trova il samadhi del re Birhambhir di Vana Vishnupura il quale rubò gli scritti dei Gosvami mentre erano trasportati in Bengala. Successivamente diventò un grande devoto di Krsna.
Più avanti si trova il puspa samadhi di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, il maestro spirituale di Srila Prabhupada. Guardando le file di samadhi, noto qua e là delle ghirlande di fiori, offerte in modo anonimo. Due anziane donne passano, vestite con sari bianchi, il vestito delle vedove. Una di loro porta una busta di plastica con dentro del latte. Un buco nel fondo lascia scorrere per terra un rivolo di latte: questo è il suo modo di onorare il sacro suolo. Un piccolo scoiattolo corre in giro. Che grande fortuna per lui vivere nel tempio di RadhaDamodara, che Srila Prabhupada chiamava il centro del mondo spirituale.
Continuando a camminare si nota un'area riparata, con le più belle e curate piante di Tulasi che abbia mai visto, insieme a rose e a gelsomini.



IL CORTILE DI SRI RUPA GOSVAMI

Passando attraverso un arco si vedono il bhajanakutira dipinto d'arancione e il grazioso samadhi di Rupa Gosvami. Questa zona è fortemente in contrasto con l'altra parte del cortile del tempio che ospita dozzine di samadhi. Eccetto questo monumento alla memoria di Srila Rupa Gosvami e altri due samadhi solamente le mattonelle lucide riempiono il cortile. Ogni sera dopo l'arati, devoti che cantano e danzano formano una processione che gira intorno al tempio per quattro volte e che termina qui, di fronte al samadhi di Rupa Gosvami.
Nel 1516 Sri Rupa Gosvami e suo fratello maggiore Sri Sanatana Gosvami vennero a Vrndavana seguendo le istruzioni di Sri Caitanya che aveva dato loro il compito di costruire templi, installare Divinità, scrivere libri, diffondere la coscienza di Krsna e ritrovare i luoghi perduti delle attività di Krsna e Radha. I due fratelli si aggirarono per Vrndavana come due mendicanti, dormendo sotto un albero diverso tutte le sere. Quando giunsero a Seva Kunja, l'area dove si trova questo tempio, Sri Rupa Gosvami lo scelse come sua dimora. Non c'era alcun tempio o alcuna costruzione a quel tempo, solamente alberi. Ogni giorno i Gosvami si riunivano qui per discutere dei divertimenti di Krsna e per pronunciare discorsi. Sri Rupa Gosvami scriveva libri in questo luogo, a volte su foglie di palma e a volte su carta fatta a mano. Si ricorda che la sua bellissima calligrafia assomigliava a fili di perle.
Sri Rupa Gosvami che era il capo dei sei Gosvami, considerava suo fratello maggiore, Sanatana Gosvami il suo guru e gli altri i suoi assistenti. M'inchino davanti al samadhi di Rupa Gosvami.
Kanika Prasada Goswami, un membro della famiglia dei Goswami che risiede nel tempio, mi racconta che Sri Jiva Gosvami lavava i suoi piedi nella cavità che si trova davanti al samadhi, prima di iniziare a servire il suo guru. Pregando per le sue benedizioni, con gioia metto sulla mia testa un po' della polvere di questo santo luogo. Un albero bianco e due scuri fanno un po' d'ombra nel cortile. Kanika Prasada afferma che l'albero bianco rappresenta i devoti occidentali che hanno accettato la coscienza di Krsna.
Tra tutti i luoghi meravigliosi di Vrndavana, trovo particolarmente bello visitare l'area dei samadhi. Questo luogo mi fa sentire più vicina alle grandi personalità che sono presenti qui, e che concedono la loro benedizione a coloro che prendono rifugio in loro. Un poema scritto da Bhaktivinoda Thakura, uno dei pionieri della diffusione della coscienza di Krsna in Occidente, spiega l'influenza di un devoto prima e dopo la sua scomparsa:
Pensa male chi afferma che un Vaisnava muore. I Vaisnava muoiono per vivere e vivono per cercare di diffondere il santo nome.
Un ingresso nelle vicinanze mi riporta nel cortile del tempio. Mentre esco, prego in silenzio RadhaDamodara e tutti i devoti che eternamente risiedono qui, di poter ritornare al loro tempio meraviglioso, molto prima che passino altri dieci anni.

Vrndavani Devi Dasi è entrata nell'ISKCON nel 1980. Vive col marito e i suoi tre figli in Inghilterra vicino al Bhaktivedanta Manor. Assiste il dipartimento del tempio che si occupa dei Membri a vita.
* (samadhi significa _trance sacra". Quando i grandi santi muoiono si dice che sono entrati in samadhi. Le loro tombe sono anche chiamate samadhi. I santi generalmente non sono cremati e i loro corpi sono messi nelle tombe per essere venerati. I samadhi possono anche contenere effetti personali, oggetti come ghirlande indossate dai santi e, occasionalmente le ceneri dei santi).







Le altre Divinità del tempio di RadhaDamodara

Radha Vrndavana Candra, le Divinità più alte che si trovano sull'altare, erano adorate da Sri Krsnadasa Kaviraja Gosvami, che era un grande studioso e scrisse la Caitanya-caritamrta e la Govindalilamrta. Sri Jiva Gosvami gli diede il titolo di Kaviraja, "il re dei poeti".
RadhaMadhava sono le divinità di Jayadeva Gosvami. Egli era un pandita (erudito), alla corte reale del Bengala ed abbandonò l'opulenza del palazzo reale per scrivere canzoni devozionali. I suoi lavori includono la GitaGovinda, un poema sui divertimenti di Krsna che è recitato giornalmente nel tempio di Jagannatha a Puri.
RadhaKalacandji sono le Divinità di Bhugarbha Gosvami, un amico intimo di Lokanatha Gosvami. Essi erano contemporanei dei sei Gosvami e lavorarono per scoprire i luoghi dei divertimenti di Radha e Krsna. Per evitare distrazioni materiali svolgevano il loro servizio devozionale sottoterra. I loro samadhi si trovano qui nell'area del tempio di RadhaDamodara.



figure:

(qui sopra a sinistra) Sri Krsna porta il nome di "Damodara" perché, avendo rubato dello yogurt, egli fu legato (dama) attorno all'addome (udara) da Sua madre.

(sopra) Le divinità di RadhaDamodara, e, sulla destra di Damodara, la gopi (pastorella) Lalita, una delle Loro principali compagne.

(a destra) Una folla di devoti riempie lo spazio antistante all'altare per poter vedere le divinità e offrire loro preghiere.

Durante il famigerato attacco
ai templi di Vrndavana nel 1670,
i Mogul passarono di fronte al tempio
di RadhaDamodara senza danneggiarlo,
avendolo scambiato per
una residenza privata.

(in alto a sinistra) Srila Prabhupada, guida i suoi discepoli durante un pellegrinaggio a Vrndavana, e si ferma presso il samadhi di Srila Jiva Gosvami.

(in alto a destra) un angolo dell'area dei samadhi.















Prova
Tangibile?

Abbiamo bisogno di vecchie pietre e di ossa, per verificare la visione vedica della storia?

di Urmila Devi Dasi

Dove sono i nostri antenati simili a scimmie, cacciatori per natura che appresero gradualmente ad arare la terra? Oppure erano uomini altamente civilizzati e avanzati, sia tecnologicamente sia spiritualmente? Qual è il vero racconto della storia umana?
I Veda e i loro supplementi asseriscono che gli esseri umani di oggi discesero da esseri umani superiori che erano vissuti in società materialmente e spiritualmente progrediti per milioni di anni. Se siamo davvero eredi di una grande cultura del passato, la prova scientificamente obiettiva di quella cultura dovrebbe essere reperibile. Ma lo è?
Qualche prova è reperibile ma gli studiosi tendono a non concordare sulle dimostrazioni. I loro dibattiti sono continuati per qualche tempo, generalmente alimentati da pregiudizi.
Quando, per esempio, gli Europei stavano cercando di conquistare l'India, economicamente e politicamente, spesso cercavano anche acquisizioni religiose e sociali. Molti,
se non la maggioranza, tra i primi
ricercatori che studiavano le disponibili prove scientifiche  lingua, storie, antiche rovine  discreditarono
la visione vedica della storia.
Oggi, linguistici, astronomi, archeologi e altri scienziati mettono in dubbio la validità della storia vedica. Alcuni si servono delle stesse dimostrazioni dei primi studiosi europei, e anche dei nuovi ritrovamenti per confermare la visione vedica. Essi indicano le autentiche rovine di città pianificate in modo sofisticato, come Harappa e MohenjoDaro, entrambe dotate di sistemi sanitari avanzati. Alcune autorità sostengono di aver trovato altari sacrificali, come quelli che sono descritti nei Veda. I dissenzienti sostengono che le rovine differiscono molto dalle descrizioni contenute negli antichi scritti sacri dell'India. Quegli scritti o devono provenire da altri luoghi e ne sono diventati parte, oppure hanno rimpiazzato la cultura indigena dell'India.
Con strumenti geologici moderni, alcuni scienziati ritengono di aver trovato il corso di un fiume potente che corrisponde al Sarasvati, (fiume descritto nel Rg Veda e nel Mahabharata). Altri sostengono che il fiume Sarasvati deve essere stato molto più piccolo oppure sostengono che non sia mai esistito.
Gli studiosi riconoscono il Sanscrito, il linguaggio dei Veda, come una delle più antiche lingue del mondo. I linguisti discutono domandandosi se questa lingua fosse originaria dell'India o se fu importata, oppure si fosse sviluppata da qualche lingua più antica sconosciuta. Altri ancora discutono, chiedendosi se i saggi e le scritture dell'India abbiano dato origine ad una complessa astronomia e alla matematica o l'abbiano derivata da altre culture come quella greca ed egizia.
Gli studiosi confermano che le rovine, i manufatti e il resto denotano qualche forma di civiltà avanzata esistente in India almeno cinquemila anni orsono. Essi però non riescono a stabilire se vi siano prove che confermano le descrizioni contenute nelle Scritture quali lo Srimad-Bhagavatam.



LIMITI EMPIRICI

Sfortunatamente affidarsi alle prove empiriche non permette di arrivare ad una conclusione definitiva circa gli eventi del lontano passato. Possiamo affidarci a prove empiriche per prendere decisioni nella nostra vita presente, ma non sarà d'aiuto - e potrebbe essere dannoso  il fatto di arrivare a conclusioni sul passato. Perché, perché il metodo empirico d'acquisizione della conoscenza, si basa sui sensi dell'essere umano, sulla mente e sull'abilità di raziocinare cose che essendo limitate, limitano anche il nostro accesso alla conoscenza.
Prendiamo in considerazione alcuni tra questi limiti. L'apparato del corpo umano può individuare ogni stimolo. Per esempio i cani possono ascoltare e odorare cose che noi non possiamo. Per evitare il sovraccarico, la nostra mente filtra molte delle nostre percezioni e cancelliamo molte delle nostre esperienze sensoriali in entrata. Inoltre noi generalizziamo su ciò che percepiamo, concedendoci di riconoscere una sedia insolita come una sedia. Eppure, tali generalizzazioni, che usualmente implicano la sistemazione delle cose in categorie preconcette, limitano gradualmente la nostra attitudine a scoprire la verità. Infine noi deformiamo le nostre percezioni secondo i nostri profondi pregiudizi e il nostro credo. Spesso i nostri _credo" sono così profondamente radicati che non sappiamo nemmeno su quali premesse stiamo formando le nostre conclusioni.
I ricercatori Postman e Bruner fecero un esperimento psicologico utile a dimostrare, in modo eccellente, le difficoltà affrontate di fronte a una prova che contraddice il nostro credo e la nostra esperienza. I ricercatori facevano balenare normali carte da gioco davanti ai soggetti da sperimentare, ma mescolate con le carte vi erano carte strane, per esempio spade rosse e denari neri. Gli esaminatori gradualmente accrescevano il tempo in cui i soggetti potevano vedere ogni carta. All'inizio, dopo una breve esposizione ad ogni carta, nessuno notava le carte strane. Essi le vedevano soltanto come qualcos'altro  una carta normale. Per esempio quando vedevano un quattro di denari nero, che non esiste, senza esitazioni, essi lo definivano un quattro di spade o di denari. Accrescendo il tempo d'esposizione delle carte la maggioranza dei soggetti gradualmente realizzava la presenza di altre categorie di carte. Dapprima essi esitavano ad identificarle e in seguito riconoscevano il nuovo tipo. Una volta identificato il nuovo tipo, essi potevano continuare ad individuare le carte simili. Tuttavia più del dicci per cento dei soggetti non era in grado di identificare le carte strane, anche con un'esposizione quaranta volte l'esposizione media delle carte. Essi sentivano a volte una forte angoscia vedendo quelle strane carte, ma non facevano il balzo mentale per capire che erano di un'altra categoria al di là del loro originario preconcetto e aspettativa.



FILTRI DEL PREGIUDIZIO

Perciò noi percepiamo ciò che vogliamo o ciò che ci aspettiamo di percepire. Sfortunatamente molti studiosi e scienziati pensano che considerare vera la letteratura vedica sia un pregiudizio inaccettabile. Pensano inoltre che senza tale predeterminata visione del mondo ci si possa avvicinare quanto più è possibile alla pura obiettività. In effetti, invece, tutti gli esseri umani sono soggetti e influenzabili perché filtrano le loro esperienze attraverso i loro desideri e le loro aspettative. Sebbene gli studiosi e gli scienziati possono capire i loro preconcetti e sforzarsi per raggiungere l'obiettività non avranno mai successo.
Un altro inconveniente dell'empirismo è che non è possibile essere sicuri della correttezza delle nostre conclusioni. In un gioco di bambini, un bambino nasconde un oggetto e un altro bambino lo deve trovare. Al bambino viene detto: "Sei vicino, no, ora sei più lontano." Ma chi ci dirà che abbiamo raggiunto l'obiettivo?
Per quanto riguarda la civiltà vedica, solo le registrazioni scritte, i Veda, possono darci un resoconto accurato della sua storia. I Veda stessi sostengono di essere storia e non mitologia, e attraverso la successione di maestri e di discepoli possiamo conoscere la personalità e le motivazioni degli scrittori e dei compilatori.
In ogni caso, la prova concreta, come le rovine di Harappa, o qualche forma di civiltà materialmente avanzata in India risalente a migliaia di anni fa, sono irrefutabili. Si può interpretare tale evidenza per sostenere la versione della letteratura vedica, ma gli attuali seguaci della religione eterna (sanatanadharma) descritta nella letteratura vedica, non dipendono da prove empiriche. Seguendo il dharma vedico essi ne sentono i benefici. La loro esperienza personale sul testo è sufficiente per convincerli della sua validità. Essi li considerano anche accurati documenti storici, in quanto rispettano l'integrità dei precedenti seguaci della cultura vedica, soprattutto dei maestri e degli studenti che li hanno passati loro attraverso molte generazioni.

Urmila Devi Dasi e i suoi familiari gestiscono una scuola nel North Carolina. Urmila è l'autrice principale e la compilatrice di Vaikuntha Children (Bambini di Vaikuntha), una guida cosciente di Krsna per l'educazione dei bambini.







"Vedico": I Veda e altro

Gli studiosi spesso restringono il significato del termine "Vedico" solo a ciò che è in relazione ai quattro Veda originali  Rg, Sama, Yajur e Atharva  e al periodo in cui presumono siano apparsi. Le autorità all'interno della tradizione stessa, tuttavia, normalmente ne estendono il significato fino a includere non soltanto i Veda ma anche i loro corollari. Attribuiscono ai corollari la stessa posizione dei Veda e li considerano letteratura vedica. Qui di seguito elenchiamo alcuni riferimenti a sostegno di questo punto di vista:
"Si dovrebbe estendere e accettare il significato dei Veda con l'aiuto delle Itihasa e dei Purana. I Veda temono di essere usati male da coloro che ignorano le Itihasa e i Purana." (Mahabharata, Adi 1.267)
"Considero il messaggio dei Purana più importante di quello dei Veda. Tutto ciò che si trova nei Veda si trova senza dubbio nei Purana." (Naradiya Purana)
"Considero i Purana uguali ai Veda.... I Veda temono che le loro spiegazioni siano alterate da un ascolto distratto, ma le loro spiegazioni furono stabilite molto tempo fa dalle Itihasa e dai Purana. Ciò che non si trova nei Veda si trova nelle smrti e ciò che non si trova in entrambi è descritto nei Purana. Una persona che conosce i quattro Veda e le Upanisad ma non conosce i Purana, non è molto erudito." (Skanda Purana, Prabhasakhanda)
Infine, la Brhadaranyaka Upanisad (4.5.11) afferma: "I versi e i mantra del Rg Veda, Sama Veda, Yajur Veda, Atharva Veda, Itihasa, Purana, Upanisad, cantati dai brahmana, i sutra (compilazioni delle affermazioni vediche), così come la conoscenza trascendentale e le spiegazioni dei sutra e dei mantra  tutti emanano dal respiro della grande Personalità di Dio."















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Srimad-Bhagavatam

IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE



Dio non è solo nel Tempio

Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvapayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli. Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



SrimadBhagavatam, Canto 11, Capitolo 2


VERSO 47


arcayam eva haraye
pujam yah sraddhayehate
na tad-bhaktesu canyesu
sa bhaktah prakrtah smrtah

arcayam: della Divinità; eva: certamente;
haraye: al Signore Hari; pujam: l'adorazione;
yah: chi; sraddhaya: fedelmente; ihate:
s'impegna; na: non; tat: di Krsna; bhaktesu:
verso i devoti; ca: e; anyesu: verso la gente in
generale; sah: lui; bhaktah prakrtah: un devoto
materialista; smrtah: è chiamato.



TRADUZIONE

Un devoto che si impegna fedelmente
nell'adorazione della Divinità nel tempio,
ma non si comporta bene nei confronti degli
altri devoti o della gente in generale, è
chiamato prakrta-bhakta, un devoto
materialista, ed è considerato nella
posizione più bassa.



SPIEGAZIONE

Srila Madhvacarya spiega che una persona
situata al livello più basso del servizio
devozionale adora fedelmente la Divinità nel
tempio, ma non è consapevole dell'effettiva
onnipresenza di Dio, la Persona Suprema.
Questa stessa mentalità si può facilmente
osservare nei Paesi occidentali, dove la gente
commette peccati di ogni genere a casa propria e
per strada, ma poi va piamente in chiesa e prega
per ottenere la grazia di Dio. In realtà Dio è nella
nostra casa, Dio è nella strada, Dio è nel nostro
ufficio, Dio è nella foresta, Dio è in ogni luogo, e
perciò Dio dovrebbe essere adorato in ogni
luogo con il metodo del servizio devozionale ai
Suoi piedi di loto. Come afferma il
quarantunesimo verso di questo capitolo:

kham vayum agnim salilam mahim ca
jyotimsi sattvani diso drumadin
sarit-samudrams ca hareh sariram
yat kim ca bhutam pranamed ananyah

"Il devoto non dovrebbe vedere nulla come
separato da Dio, la Persona Suprema, Krsna.
L'etere, il fuoco, l'aria, l'acqua, la terra, il sole e
gli altri astri, tutti gli esseri viventi, le direzioni, gli
alberi e le altre piante, i fiumi e gli oceani tutto ciò
che il devoto sperimenta dev'essere considerato
un'espansione di Krsna. Così, vedendo tutto ciò
che esiste nella creazione come il corpo del
Signore Supremo, Hari, il devoto dovrebbe
offrire il suo sincero rispetto all'intera espansione
del corpo del Signore." Questa è la visione del
devoto maha-bhagavata.
Srila Madhvacarya afferma che un
madhyama-adhikari, un devoto situato a livello
intermedio, considera Dio, la Persona Suprema,
la causa di tutte le cause, e offre quindi il suo
amore al Signore. Questo devoto è un amico
sincero degli altri devoti, è misericordioso verso
gli ignoranti ed evita gli atei. Nondimeno,
tad-vasatvam na janati sarvasya jagato 'pi tu:
la sua realizzazione dell'aspetto onnipresente del
Signore Supremo è imperfetta. Sebbene abbia la
sensazione generale che tutti siano in ultima
analisi destinati ad essere devoti del Signore
Supremo, e cerchi di usare ogni cosa al servizio
del Signore, consapevole che tutto Gli
appartiene, può talvolta essere confuso dalla
compagnia degli atei.
Srila Madhvacarya afferma, arcayam eva
samsthitam / visnum jnatva tad-anyatra naiva
janati yah puman. Un kanistha-adhikari non
riesce a concepire che il Signore abbia il potere
di esistere fuori della chiesa o del tempio. Inoltre,
orgoglioso della propria adorazione rituale
(atmano bhakti-darpatah), il
kanistha-adhikari non riesce a immaginare che
qualcun altro possa essere più religioso o
virtuoso di lui, e non è neppure cosciente del
fatto che altri devoti siano più progrediti di lui.
Così non riesce a comprendere il livello di
servizio devozionale del madhyama e
dell'uttama, e talvolta, a causa della sua vanità e
del suo orgoglio, critica i devoti del Signore più
progrediti di lui, li trascura o semplicemente non
comprende la loro elevata posizione di
predicatori o di anime completamente realizzate.
Un'altra caratteristica del kanistha-adhikari è
quella di essere completamente affascinato dalle
qualità dei cosiddetti grandi personaggi del
mondo materiale. Poiché ha ancora una
concezione della vita basata sul corpo egli
stesso, si sente attratto dalle opulenze materiali e
minimizza così la posizione del Signore
Supremo, Visnu. Un kanistha-adhikari come
questo si sente disturbato se un devoto di livello
intermedio critica i non devoti. In nome della
compassione o della bontà, il
kanistha-adhikari approva le attività non
devozionali dei materialisti, e poiché ignora le
sfere più elevate del servizio devozionale e
l'illimitata gioia trascendentale della coscienza di
Krsna, vede il servizio devozionale soltanto
come un aspetto della vita religiosa, ma pensa
che la vita abbia molti aspetti non devozionali
piacevoli e degni. Perciò si innervosisce quando i
devoti di seconda categoria, consapevoli che
Krsna è tutto, criticano i non devoti.
Madhvacarya afferma che una persona del
genere è considerata devota grazie alla sua
rudimentale fede in Krsna, ma aggiunge che si
tratta di un bhaktadhama, un devoto del livello
più basso. Se questo devoto materialista segue
le regole dell'adorazione della Divinità, sarà
gradualmente elevato a un livello superiore, e alla
fine diventerà un puro devoto del Signore,
sempre se non commette offese contro gli altri
devoti, nel qual caso il suo progresso sarà
impedito.
Srila Madhvacarya afferma, tad-bhaktanam
upeksakah kuryur visnav api dvesam.
Coloro che trascurano o mostrano indifferenza
verso i devoti del Signore devono essere
considerati offensori ai piedi di loto di Visnu.
Similmente, coloro che mancano di rispetto agli
esseri celesti rimarranno privi del servizio
devozionale e saranno costretti a ruotare
continuamente nel samsara, il ciclo di nascite e
morti. Pujya devas tatah sada: bisogna sempre
offrire rispetto agli esseri celesti, che sono devoti
di Dio, la Persona Suprema. Se una persona è
ostile verso gli esseri celesti, dev'essere
considerata ostile verso Dio, la Persona
Suprema, e similmente, chi offre un sincero
rispetto agli esseri celesti è considerato
rispettoso della volontà del Signore Supremo.
Un vaisnava non è così sciocco da pensare che
esistano molti dèi. Sa che esiste un solo Dio, la
Persona Suprema. Tuttavia, com'è affermato
ripetutamente nello Srimad-Bhagavatam, il
Signore ha una missione in questo mondo
materiale; essa consiste nel rieducare gli esseri
condizionati sulla base delle crudeli leggi della
natura. Nella missione del Signore in questo
mondo, gli esseri celesti devono essere
considerati parti del Suo corpo. Nella
Bhagavad-gita (7.20) è affermato:

kamais tais tair hrta-jnanah
prapadyante 'nya-devatah
tam tam niyamam asthaya
prakrtya niyatah svaya

"Coloro che hanno la mente distorta dai desideri
materiali si sottomettono agli esseri celesti e
seguono le particolari regole della loro
adorazione, ognuno secondo la propria natura."
Ci sono però molti esempi di devoti che
adorarono gli esseri celesti per ottenere
benedizioni nel servizio di Sri Krsna. Le gopi
adorarono gli esseri celesti per ottenere Krsna e
così anche Rukminidevi nel giorno del suo
matrimonio s'impegnò in quest'adorazione agli
esseri celesti, avendo soltanto Krsna come
meta. Perfino oggi i predicatori della coscienza di
Krsna possono coltivare persone importanti con
particolare gentilezza e diplomazia in modo che
queste persone ricche o influenti impegnino le
loro risorse nel servizio devozionale a Krsna per
glorificare Krsna in tutto il mondo. Similmente, il
fatto di offrire ogni rispetto agli esseri celesti
affinché concedano facilitazioni nel servizio
devozionale a Krsna non è contrario alla
bhakti-marga, benché ai nostri giorni anche
questa adorazione agli esseri celesti si sia
deteriorata. Caitanya Mahaprabhu ci ha dunque
raccomandato l'hari-nama sankirtana, il canto
dei santi nomi di Krsna, come l'unica pratica
realistica per quest'epoca. Il devoto del Signore,
comunque non deve interpretare in modo errato
l'affermazione della Bhagavad-gita contro
l'adorazione degli esseri celesti considerandola
una licenza per offendere i deva, che sono
autentici vaisnava.
Srila Madhvacarya commenta:

visnor upeksakam sarve
vidvisanty adhikam surah
pataty avasyam tamasi
harina tais ca patitah

"Tutti gli esseri celesti sono estremamente ostili a
colui che non rispetta Sri Visnu. Una persona
simile è respinta dal Signore e dagli esseri celesti
fino alle regioni più tenebrose." Da questa
affermazione di Srila Madhvacarya si possono
comprendere i sentimenti devozionali degli esseri
celesti. E' affermato che nella suprema liberazione
raggiunta dall'uttama-adhikari, il devoto più
elevato del Signore, il devoto gode di una felicità
trascendentale nella compagnia personale del
Signore Supremo e degli esseri celesti.
Secondo Srila Jiva Gosvami, poiché non è in
grado di rispettare adeguatamente gli altri devoti,
e certamente non potrà offrire rispetto agli esseri
comuni che non sono neppure devoti, il
kanistha-adhikari è del tutto inadatta
nell'opera di predica, a meno che non raggiunga
un livello di comprensione più elevato. Srila Jiva
Gosvami afferma, iyam ca sraddha na
sastrarthavadharana-j ata. Poiché la fede del
kanistha-adhikari non è veramente basata sulle
affermazioni delle Scritture vediche, egli non può
capire la posizione elevata di Dio, la Persona
Suprema, presente nel cuore
di ogni essere, il che gli impedisce di manifestare
un vero amore per Dio o di capire la sublime
posizione dei devoti del Signore. Krsna è così
glorioso che anche i Suoi compagni più intimi
devono essere gloriosi. Ma il
kanistha-adhikari non ha questa
comprensione. Similmente, la qualifica essenziale
di un vaisnava, quella di offrire ogni rispetto agli
altri (amanina manadena kirtaniyah sada
harih), è assente nel kanistha-adhikari. Se
però questa persona ha fede nelle Scritture
vediche e cerca di comprendere gli insegnamenti
della Bhagavad-gita e dello
Srimad-Bhagavatam, si eleverà gradualmente
al livello intermedio e poi al livello superiore del
servizio devozionale.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, il kanistha-adhikari dovrebbe
impegnarsi molto seriamente nell'adorazione
regolare della Divinità, che è una particolare
incarnazione di Dio, la Persona Suprema. Sri
Krsna Si può presentare al devoto che Lo
adora in cinque differenti manifestazioni; esse
sono: la Sua forma originale di Krsna (para), le
Sue espansioni quadruple (vyuha), le
incarnazioni dei Suoi divertimenti (vaibhava),
l'Anima Suprema (antaryami) e la Divinità
(arca). All'interno della forma della Divinità
(arca) Si trova l'Anima Suprema, che a Sua
volta è inclusa nelle forme di divertimento del
Signore (vaibhava). La vaibhava-prakasa del
Signore Supremo è un'emanazione del
catur-vyuha, e questa espansione quadrupla del
Signore Si trova all'interno della Verità Suprema,
Vasudeva, che è situato nella
svayam-prakasa-tattva. Questa
svayam-prakasa è costituita dalle espansioni
della svayam-rupa-tattva originale, la forma di
Krsna a Goloka Vrndavana nel cielo spirituale.
Questa gerarchia delle espansioni del Signore
Supremo nel mondo spirituale può essere
compresa anche all'interno del mondo materiale,
a seconda del proprio desiderio di servire il
Signore. Un principiante, che si trova al livello
più basso del servizio devozionale, dovrebbe
cercare di dedicare tutte le proprie attività alla
soddisfazione del Signore e coltivare
l'adorazione di Krsna nel tempio.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, tutte le espansioni plenarie del Signore
Supremo menzionate sopra discendono in
questo mondo per entrare nella Divinità, che
esibisce la funzione di Anima Suprema
accompagnando la vita quotidiana del vaisnava.
Benché la vaibhava del Signore, le Sue
espansioni di divertimento, Si incarni in momenti
specifici (ramadi-murtisu kala-niyamena
tisthan), l'Anima Suprema e la forma della
Divinità sono sempre disponibili per i devoti di
questo mondo che desiderano progredire
spiritualmente. Quando si arriva al livello del
madhyama-adhikari, si riescono a
comprendere le espansioni del Signore
Supremo, mentre tutta la conoscenza che il
kanistha-adhikari ha del Signore si limita alla
Divinità. Krsna è comunque così gentile che per
incoraggiare perfino i vaisnava meno elevati Egli
condensa tutte le Sue differenti forme nella Divinità, in modo che adorando
la Divinità, il devoto kanistha-adhikari possa
adorare tutte le forme del Signore. Man mano
che il devoto progredisce, potrà comprendere
queste forme nelle loro apparizioni specifiche, sia
in questo mondo sia nel cielo spirituale.
Finché si rimane al livello inferiore non è possibile
apprezzare pienamente sul piano trascendentale
la felice realtà di tutto ciò che circonda il Signore
Supremo. Sri Caitanya Mahaprabhu fu molto
soddisfatto del re Prataparudra quando il re,
dopo aver ricevuto un abito esterno del Signore,
lo installò immediatamente come una Divinità e
cominciò ad adorarlo come se fosse il Signore
stesso. Siva stesso ha affermato, tasmad
parataram devi tadiyanam samarcanam.
L'adorazione di ciò che riguarda il Signore, le
Sue proprietà, il Suo ambiente, i Suoi compagni
o i Suoi devoti, è ancora migliore dell'adorazione
al Signore, perché il Signore è maggiormente
soddisfatto quando si adorano i Suoi devoti o i
Suoi compagni che quando Egli riceve
un'adorazione personale.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, l'incapacità del kanistha-adhikari di
apprezzare i devoti del Signore e tutto ciò che
circonda il Signore, indica che questo vaisnava
materialista è ancora affetto dalla concezione
speculativa dei karma-vadi e dei Mayavadi,
coloro che si dedicano alla gratificazione dei
sensi e alla speculazione impersonale
sull'Assoluto. Srila Prabhupada ha detto spesso
che soltanto l'impersonalista desidera vedere
Krsna da solo; noi desideriamo vedere Krsna
con le Sue mucche, i Suoi amici, i Suoi genitori,
le Sue gopi, il Suo flauto, i Suoi gioielli, il
paesaggio della foresta e così via. Krsna è
meraviglioso nello scenario di Vrndavana. E'
nella terra di Vrndavana che Sri Krsna,
circondato da tanti bellissimi compagni, manifesta
la Sua indescrivibile e sublime bellezza.
Similmente, la suprema misericordia di Dio, la
Persona Sovrana, si manifesta nelle attività dei
Suoi puri devoti che viaggiano per tutto l'universo
senza pensare a se stessi, ma distribuendo le
particelle di polvere dei piedi di loto di Krsna
sulla testa delle anime condizionate. Chi non
prova interesse per ciò che circonda il Signore,
per il Suo ambiente e i Suoi devoti, ha una ben
misera concezione di Dio, la Persona Suprema,
certamente a causa della contaminazione dovuta
a una visione della vita impersonalista o sensuale.
Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura afferma
che dopo centinaia di vite dedicate alla fedele
adorazione della Divinità di Sri Vasudeva con
oggetti esterni, si arriva a comprendere la vera
natura del Suo nome trascendentale e dei Suoi
mantra, e così il legame della mentalità
materialista si allenta. In questo modo, man mano
che il kanistha-adhikari arriva a percepire le
attività mentali del devoto e cerca seriamente di
progredire a un livello superiore, le sue
concezioni materiali svaniranno. Allora il
kanistha potrà manifestare un servizio d'amore
a Dio, la Persona Suprema, e fare amicizia con devoti, che sono i figli più
cari del Signore; poi, apprezzando la qualità
universale del servizio di devozione a Krsna,
egli svilupperà un forte desiderio di impegnare
altre persone innocenti nel servizio del Signore.
Inoltre, iniziando a fare progressi significativi,
diventerà ostile a tutte le cose e alle persone che
ostacolano il progresso della sua vita
devozionale, e arriverà così a evitare gli atei, i
quali non sono in grado di trarre beneficio dai
buoni consigli.
L'Associazione Internazionale per la Coscienza
di Krsna, fondata da Sua Divina Grazia Om
Visnupada Paramahamsa Parivrajakacarya
Astottarasata Sri Srimad Bhaktivedanta Swami
Prabhupada, è così attraente che chiunque aiuti
questa associazione si impegna immediatamente
nell'opera di predica per il Signore. I membri di
questa associazione hanno dunque ottime
possibilità di giungere velocemente al livello
intermedio del servizio devozionale. Se una
persona, nel nome della coscienza di Krsna,
interrompe la predica e s'interessa soltanto di
raccogliere fondi per il proprio mantenimento,
sta manifestando una specie di ostilità verso gli
altri esseri viventi. Questa è una caratteristica del
livello inferiore. Secondo Srila Visvanatha

Cakravarti Thakura, i versi 45, 46 e 47

costituiscono la risposta alle due domande del re
Nimi: "Qual è la natura del servizio devozionale
al Signore?" e "Quali sono i doveri specifici dei
vaisnava?"
(Continua sul prossimo numero)















Maestri in Cucina

GUSTOSE RICETTE VEGETARIANE

Dolci e Bevande

di Kurma Dasa

Con la fine dell'estate e il sopraggiungere dell'autunno, ritorniamo ad assaporare i gusti delle calde giornate estive e primaverili, preparando ancora delle fresche bevande e degli squisiti dolci.



Dessert di Yogurt Condensato (Shrikand)

Questo delizioso dolce è originario del Gujarat. Lo yogurt, avvolto in un telo, viene scolato per eliminare l'eccesso di liquido. La parte che rimane viene chiamata dehin, formaggio di yogurt. Viene zuccherato, insaporito con zafferano, pistacchi, cardamomo e acqua di rose.

Preparazione: 15 minuti
Colatura dello yogurt: 1216 ore

Ingredienti per 812 persone:
4 tazze (1 l) di yogurt intero
1/4 di cucchiaino di zafferano in polvere
1/4 di cucchiaino di cardamomo in polvere
1 cucchiaino di acqua di rose
(oppure qualche goccia di essenza di rose)
2 cucchiai di pistacchi non tostati, sbollentati e tritati
1/2 tazza di zucchero a velo

1. Sistemate un telo da formaggio di spessore triplo in un colino. Versatevi lo yogurt, annodate gli angoli del telo formando un fagotto e appendetelo nel frigorifero o in un luogo fresco per 1216 ore mettendovi sotto una terrina per raccogliere il liquido.
2. La quantità iniziale dello yogurt dovrebbe essere diminuita della metà. Trasferitela in una terrina, aggiungete lo zafferano, il cardamomo, l'acqua di rose, i pistacchi e lo zucchero mescolando fino a rendere la shriland soffice e cremosa.







Palline dolci allo yogurt (Malpura)

Deliziose palline dolci ricoperte di yogurt fresco e vellutato. Ottimo dessert per una fresca cena.

Preparazione: 15 minuti
Riposo della pastella: 15 minuti
Cottura: 20 minuti

Ingredienti per circa 24 palline:
2 tazze e 1/4 di farina
1 bustina di lievito
1 tazza di zucchero a velo
1 tazza e 1/4 di acqua fredda
abbondante ghi per friggere
5 tazze di yogurt intero freddo
3/4 di tazza di zucchero semolato
1 tazza e 1/2 di fragole lavate e tagliate in quattro

1. In una terrina mescolate la farina e lo zucchero a velo. Aggiungete lentamente l'acqua mescolando con una frusta metallica fino ad ottenere una consistenza tra pastella e impasto. Aggiungete un cucchiaio di yogurt e mescolate ancora. La pastella sarà pronta quando immergendo un cucchiaio vi aderirà bene. Fatela riposare per 15 minuti.
2. Nel frattempo fate riscaldare il ghi (che copre il fondo di circa 67 cm) in un wok o in una padella di frittura a fuoco medio basso (160° C).
3. Togliete un cucchiaio di pastella dalla terrina e con l'aiuto di un altro cucchiaio spingetela con movimento deciso nel ghi bollente. Ripetete velocemente la stessa operazione per altre 8 cucchiaiate di pastella. Fate gonfiare le frittelle nel ghi. Giratele ogni tanto con l'aiuto di una schiumaiola e friggetele fino a quando saranno cotte e dorate (circa 34 minuti). Toglietele e scolatele. Ripetete questa operazione fino ad esaurimento di tutta la pastella.
4. Mescolate lo yogurt e lo zucchero semolato in una grande terrina. Schiacciate qualche fragola nello yogurt e aggiungete le fragole a pezzi rimaste, mescolando bene.
5. Immergete con molta cura le palline nello yogurt e mettetele in frigorifero ad ammorbidire per almeno 30 minuti.
Servite i malpura in ciotoline da dessert guarnendo con qualche cucchiaio di yogurt alle fragole.







Torta di ricotta all'arancia

Questa deliziosa torta non si cuoce. Come ingredienti sono previsti briciole di pan di Spagna secco con formaggio fresco insaporito dall'aroma di bucce d'arancia.

Preparazione: 20 minuti
Refrigerazione: almeno 12 ore

Ingredienti per una torta di 20 cm di diametro:

Base:
2 tazze di briciole di pan di Spagna secco grattugiate grossolanamente
1/4 di cucchiaino di zenzero in polvere
1/3 di tazza di burro fuso

Ripieno:
350 g di panir soffice o di ricotta di mucca
3/4 di tazza di latte condensato zuccherato
1/2 tazza di succo di limone
2 cucchiaini di buccia d'arancia grattugiata

1. Preparazione della base: mescolate le briciole di pan di Spagna, lo zenzero in polvere e il burro. Versate il composto ottenuto sul fondo di uno stampo per torta apribile del diametro di 20 cm, facendo un bordo di 2,5 cm di altezza. Mettete in frigorifero per mezz'ora.
2. Preparazione del ripieno: con un cucchiaio di legno lavorate il formaggio fino ad ottenere una crema e, sempre mescolando, aggiungete lentamente il latte condensato, il succo di limone e la buccia d'arancia. Gli ingredienti si possono anche frullare.
3. Versate il ripieno sopra la base, distribuitelo uniformemente e mettete in frigorifero. Decorate la torta con panna montata e pezzettini di arancia oppure a piacere.







Frullato di frutta e noci all'anice (Thandai)

Il Thandai è una bevanda famosa in tutta l'India con piccoli dettagli che variano a seconda della regione.

Preparazione: 20 minuti

Ingredienti per un litro e un quarto:
10 bacche intere di cardamomo
5 cucchiai di semi di finocchio
1/2 tazza di semi di papavero bianco
6 cucchiaini di anacardi spezzettati
10 mandorle mondate
16 uvette
2 tazze e 1/2 (625 ml) di acqua ghiacciata
1 cucchiaino di acqua di rose
5 cucchiai di zucchero integrale
1 tazza e 1/2 (375 ml) di latte fresco freddo

1. Macinate le bacche di cardamomo e i semi di finocchio in un macina caffè in modo da ottenere una polvere fine. Collocatela in una grande terrina e mettetela da parte.
2. Macinate anche i semi di papavero e aggiungeteli alle spezie già macinate.
3. In un tritatutto o in un frullatore tritate anacardi, mandorle e uvetta, se necessario aggiungendo un po' d'acqua fino a ottenere una pasta di consistenza fine.
4. Aggiungete le spezie macinate e mezza tazza di acqua; poi frullate per 34 minuti fino ad ottenere un composto omogeneo e cremoso. Aggiungete l'acqua rimasta e frullate per altri 2 minuti.
5. Sistemate un colino in una terrina e foderatelo con un telo da formaggio ripiegato in due o tre strati. Versate il contenuto del frullatore nel colino, prendete gli angoli del telo e strizzate in modo da recuperare tutto il liquido. Aggiungete lo zucchero, l'acqua di rose e il latte. Mescolate bene e mettete in frigorifero. Servite in bicchieri ghiacciati.







Punch di ananas e noce di cocco

Questa rinfrescante bevanda tropicale proveniente dalla Giamaica è realizzata con succo di ananas fresco che potrete sostituire con del succo di ananas non zuccherato confezionato.

Preparazione: 10 minuti

Ingredienti per 6 persone
2 tazze (500 ml) di latte di cocco in barattolo
4 tazze (1 l) d i succo d i ananas non zuccherato, ghiacciato
2 cucchiai di zucchero semolato
1 tazza di ghiaccio tritato
1/4 di cucchiaino di essenza di noce di cocco

1. Frullate il latte di cocco, il succo di ananas, lo zucchero e il
ghiaccio in un frullatore ad alta velocità fino a quando il composto sarà diventato omogeneo.
2. Filtratelo attraverso un colino in una terrina. Aggiungete l'essenza di cocco.
3. Versate il punch in una caraffa e mettetelo in frigorifero fino
a quando sarà diventato molto freddo. Servite in bicchieri
ghiacciati con o senza cubetti di ghiaccio.







Aranciata al latte di mandorla

La pienezza e il gusto delicato del latte di mandorle unito alla freschezza del succo d'arancia fanno di questa bevanda un mix adatto ad ogni occasione.

Preparazione: qualche minuto
Riposo della bibita: tutta la notte

Ingredienti per 46 persone:
1 tazza di mandorle intere mondate
1 tazza (250 ml) di succo d'arancia fresco
5 tazze (1,25 l) di acqua
1/2 tazza di zucchero

1. Mettete le mandorle a bagno in acqua per tutta la notte in un contenitore chiuso.
2. Versate le mandorle con l'acqua in un colino e conservate il liquido in una terrina. Mettere le mandorle con un po' di questo liquido in un frullatore, coprite e frullate fino ad ottenere un composto omogeneo (34 minuti).
3. Foderate il colino con un telo da formaggio ripiegato in tre strati. Filtrate il latte di mandorla cercando di estrarre la maggior parte di liquido possibile, strizzando le mandorle. Unite l'acqua contenuta nella terrina.
4. Mescolate il latte di mandorle, il succo d'arancia e lo zucchero in una terrina. Mettete in frigorifero e servite ghiacciato.















Saggezza Vedica

VEDERE ATTRAVERSO LE SCRITTURE

Il _bug"' del Millennio

Sei spiritualmente
pronto per affrontare
il disastro?

di Kalakantha Dasa

Se le cose vanno male, avrai bisogno di qualcosa in più
della semplice riserva di cibo e acqua.



Praticamente parlando non so come comportarmi col problema dello Y2K (anno 2000) del mio computer. La gente sta spendendo miliardi di dollari per fermarlo, perciò non è uno scherzo. Un colono di mia conoscenza afferma che ci sono molti chips (microcircuiti integrati) difettosi e non c'è tempo sufficiente per ripararli. Egli sostiene che la nostra società è a tal punto computerdipendente, che lo Y2K sarà la fine del CAWKI (Civilization And We Know It)  la civiltà come noi la conosciamo. Un amico che lavora per l'IBM ride, e afferma che il panico da Y2K è una truffa immaginata da astuti affaristi.
Nel frattempo la società elettrica locale mi invia una circolare rassicurante, in cui spiega ai clienti di aver già messo a punto i computer, al fine di poter offrire un'informazione accurata per il prossimo millennio.
Come uomo di famiglia, con due figli a carico, decido che sia prudente essere preparati. Fortunatamente noi viviamo in campagna col nostro pozzo, il giardino, e siamo dotati di un sistema igienico sanitario. (Che cosa farà la popolazione cittadina senz'acqua nei rubinetti e senza elettricità nei cavi?) Mia moglie ed io abbiamo accumulato un po' di provviste e facciamo un elenco di questo e di quello.
In qualche modo avremo l'acqua. Il mio vicino sta tagliando alberi, così stiamo accumulando legna per un anno. In pratica mi sto preparando per lo Y2K per affrontare qualsiasi emergenza. So comunque che questa è solo un'illusione. In sostanza né io, né la mia famiglia saremo sempre al sicuro. Anche se lo Y2K si rivelerà una truffa, sopraggiungerà qualcosa che interromperà la nostra felice routine. Non mi piace l'idea di un computer Y2K fuso. Sono abituato ad avere acqua a buon mercato per il bagno e per lavare i piatti e un termostato nella casa. Il mio microprocessore rende incomparabilmente più facile scrivere a macchina. Il mio computer vecchio di dieci anni ha bisogno ogni tanto di un ventilatore elettrico.
Perdere tutto questo il primo gennaio del 2000, sarebbe un disastro per la mia famiglia e per me  e noi siamo meglio preparati della maggioranza. Se l'elettricità, l'acqua, il cibo e il gas saranno introvabili che ne sarà della nostra vita? Bande affamate e pronte a saccheggiare, di rifugiati provenienti delle città ci assalteranno? Resteremo separati dagli amici e dai familiari che non abitano nelle vicinanze? Nessuno certamente potrà dirmi ciò che accadrà o non accadrà.
Sebbene la paura dello Y2K ci abbia messo in guardia, il fatto sicuro e sgradevole è che il disastro incombe sulle nostre teste ogni giorno. Uragano? Terremoto? Incidente di macchina? Assalto? Cancro? Vecchiaia? E' solo questione di tempo e dovremo affrontare la perdita di questa fragile struttura fisica, che oggi costituisce il significato della nostra vita.
Quando si arriverà al punto che la nostra vita diventerà una lotta straziante per sopravvivere, come ci comporteremo? La mia famiglia può contare su di me, non solo per avere protezione materiale, ma anche ai fini della stabilità emozionale e della forza spirituale. In queste circostanze i giochi di parole, i generatori o i pannelli solari non sono di alcun aiuto. Che cosa lo sarà?
Come per ogni disastro, io devo essere preparato  spiritualmente preparato  ad affrontare lo Y2K.



PREPARAZIONE SPIRITUALE

Nei suoi libri Srila Prabhupada spiega in molti modi come prepararsi spiritualmente. Tra le altre cose, preparazione spirituale significa assimilare e applicare una conoscenza spirituale, sufficiente per essere in grado di staccarsi dalle situazioni esterne. Se un arresto del funzionamento dei computer o qualsiasi altra cosa al di fuori del mio controllo, improvvisamente e drasticamente cambiasse la mia vita esterna, lamentarsi o strepitare sarebbe solo una perdita di preziosa energia. Né in un'emergenza sarei in grado di venire incontro ai capricci dei miei sensi fisici.
Potrei apprezzare il valore del distacco e non aspettarmi troppo dalla mia vita fisica. Da una parte non sono pronto a distaccarmi come i grandi yogi, che lasciano la società e meditano al caldo e al gelo nelle foreste. D'altra parte, anche ora, posso cominciare a capire me stesso come essere spirituale, distinto dal corpo fisico. Io, l'anima, sono sopravvissuto ai cambiamenti del mio corpo, dall'infanzia alla mezza età. E, io, l'anima, mi sposterò quando questo corpo non funzionerà più. Questa conoscenza spirituale è la chiave del distacco: mantenersi tranquilli e accontentarsi di poco.
La conoscenza spirituale viene dalle scritture autentiche. Nessuna chiesa od organizzazione può reclamare il dominio esclusivo sulla conoscenza spirituale, perché questa saggezza è scientifica. Come la legge di gravità agisce nello stesso modo su tutti, così la scienza spirituale è la stessa, sia che mi consideri un Hindu, un Cattolico o un Ebreo. Sebbene essi possano differire per lo stile o per i particolari, quasi tutte le scritture concordano sui punti essenziali della conoscenza spirituale. In questi giorni però, con tante altre cose da leggere certo le scritture non saranno la nostra prima scelta. Nel prepararmi allo Y2K per esempio, il mio primo istinto è di procurarmi un manuale per agricoltori.
Sebbene le scritture siano la sola fonte d'informazione per prepararci al disastro, molti di noi lo ignorano oppure le ritengono una cosa irrilevante. Una persona diversa ragionevole potrà chiudere gli occhi, allontanare alcuni dei suoi pensieri dalla mente e considerare il suo comportamento la verità spirituale assoluta. Le scritture genuine sono manuali di Dio per l'uomo. Potresti scrivere un tuo manuale per il computer e aspettarti di risolvere qualcosa?
Piuttosto che impantanarti nel valore relativo di varie scritture, considera ciò che è essenziale, i punti comuni della conoscenza di tutte le scritture:

 Non siete questo corpo temporaneo di carne e sangue, ma siete l'anima eterna che è all'interno.

 Il mondo temporaneo non è la tua dimora permanente

 Un'appassionata comprensione che Dio ti ama e vuole aiutarti

Se posso assimilare questi fatti e applicarli nella mia vita  se potessi realizzarli  sarei pronto per la catastrofe del duemila o per qualunque altro disastro che io debba affrontare. Il disastro non mi scioccherà né mi intimiderà. Se poi potessi trasmettere la medesima realizzazione ai miei amici e ai membri della mia famiglia, potrei aiutarli a prepararsi. In effetti, non posso pensare che qualcuno non si avvantaggerebbe di questa informazione.
Ora è il momento della realizzazione spirituale  finché l'acqua calda scorre e le luci sono accese, e io ne ho il tempo e l'abilità.

Kulakantha Dasa scrive, dirige una piccola azienda e cura la diffusione del Back to Godhead. Egli e sua moglie, entrambi discepoli di Srila Prabhupada, vivono con i loro due bambini a Gainesville (Florida).







Come cantare ed essere preparati al nuovo Millennio

Alcune persone confuse ripetono il nome di Dio con la ripetitiva meccanicità delle preghiere materiali. I nomi di Dio, invece, differiscono dagli altri suoni e contengono una potenza spirituale effettiva, idonea per la vita spirituale.
Il canto non è settario. Ci si può connettere col Signore Supremo cantando qualcuno dei Suoi nomi. I seguaci dell'Islam ripetono Allah Akbar: "Dio è grande." I Cattolici recitano preghiere su un rosario di perline. Negli anni sessanta nel racconto di Franny e Zooey un personaggio voleva emulare un monaco che cantava sempre la preghiera di Gesù. Gesù pregava Dio: "Sia santificato il tuo nome."
Anche nei Veda sono citati molti nomi di Dio. La ripetizione di tali nomi sacri è definita meditazione sul mantra. La parola sanscrita man significa _mente" e tra significa 'liberare". I mantra liberano la mente dall'ansia e dall'illusione. Non sono l'affermazione meccanica ripetuta e dogmatica dei politici.
Alcuni mantra noti sono govinda jaya jaya, gopala jaya jaya; om namo bhagavata vasudevaya; e il mahamantra Hare Krsna, definito il grande mantra della liberazione: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Il mantra Hare Krsna si rivolge a Dio nel Suo aspetto personale di Krsna, la Persona supremamente affascinante, e si rivolge a Rama, la riserva di ogni piacere. _Hare" si riferisce all'energia devozionale di Dio. Presi insieme questi nomi significano: o Signore, per favore permettimi di servirTi."



INDICAZIONI

Sebbene non vi siano regole fisse per cantare il santo nome, alcune istruzioni possono essere di aiuto. Qualcuno preferisce iniziare a cantare in un luogo solitario o privato. Alzarsi presto il mattino è certo il momento migliore per un'estesa seduta di canto. (Questo significa andare a letto presto  ottima pratica in caso di mancanza di luce). Le perline aiutano per impiegare il senso del tatto. Un quadro sacro o un altare possono occupare la tua vista. Tutte insieme queste cose aiutano, ma se non puoi, non preoccuparti. Limitati a cantare. Sei pronto?
Canta abbastanza forte tanto da superare il vocio della tua mente. Lascia da parte tutti i tuoi problemi  falli aspettare e concentrati sul suono. Nello stesso tempo permetti alle tue emozioni e ai sentimenti interiori di affiorare. Esprimili nel tuo canto. Se sei in difficoltà servitene per dare impeto al tuo canto. Naturalmente tutti siamo in difficoltà in questo mondo. Perciò come diceva Srila Prabhupada fa che il tuo canto sia "il pianto genuino di un bambino che cerca sua madre." Senza dubbio dovrai sottostare alle obiezioni della tua mente sempre in attività. Continua. Canta finché ti senti a tuo agio. Benché sia richiesta un po' di pratica, è cosa comune per i devoti di Krsna cantare due ore al giorno. Questi seri yogi gradualmente abbandonano alcune attività che contaminano il cuore e ostacolano il canto. Queste attività includono il gioco d'azzardo, l'intossicazione, il sesso come svago e il mangiare la carne. Sebbene possa sembrare duro e difficile abbandonare queste abitudini, immagina per un momento, come queste cose non siano sostanziali in un'emergenza del tipo Y2K, in cui la tua stessa sopravvivenza è messa in gioco.



NATURALE E FELICE

Il canto per me è una cosa pratica. Il canto di buon mattino mi fa sentire sempre più preparato per affrontare le sfide della giornata. Mentre canto sento spesso in me lampi di creatività e di intuizione. Questi però sono solo i sottoprodotti di cose più importanti. Cantando i nomi di Dio, mi colloco in modo adeguato, e sulla base delle scritture, come servitore di Dio. Sto glorificando Dio e col mio gioioso vocio canto le Sue glorie soddisfacendo in profondità la mia anima.















Srila Prabhupada parla chiaro

Mania di indipendenza

Si conclude qui lo scambio tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni suoi discepoli. Questa conversazione si svolge a Los Angeles, il mattino del 13 Dicembre 1973, durante una passeggiata lungo la spiaggia del Pacifico.

Srila Prabhupada: Nella Bhagavadgita Sri Krsna dice recisamente, bhoktaram yajnatapasam sarvalokamahesvaram suhrdam sarvabhutanam jnatva mam santim rcchati: _Se tutti voi volete bloccare questa condizione caotica, allora accettate che io sia il beneficiario e il proprietario del mondo intero e il vostro vero amico, lasciate che tutti questi affari siano fatti per Me. Prendete il vostro giusto salario e siate felici e non si verificheranno più condizioni caotiche." Il fatto invece è che tutti pensano: "Il proprietario sono io e finché è possibile, tutti accumulano danaro e altri beni, lasciando altre persone nella fame. Alcuni non stanno nemmeno ricevendo il loro giusto salario, la quota sufficiente per le necessità fondamentali che fornisce il Signore. I deboli non possono rubare. I più forti rubano.
Ora in ogni affare c'è una lotta. Per esempio, in questa caotica situazione che riguarda il petrolio, gli Arabi pensano di essere i proprietari. Perché fare un prezzo ragionevole agli Americani? Tutto ciò che è necessario alla vita è già presente, ma la situazione è caotica, e tutto questo solo perché non si accetta che il proprietario sia Dio. Questo è il difetto. Come possono i Vostri capi dare piena libertà a questa mentalità ladresca? Dite loro: "Se dai spazio a questa mentalità che porta al latrocinio, ciò significa che la punizione ti sta aspettando."
Se, per esempio, concedi a qualcuno il permesso di rubare  "sì, fa quello che vuoi, puoi anche rubare"  significa che al prossimo stadio arriverà la punizione. Sarete presi, processati, e buttati in prigione. E' questo che accade.
Discepolo: Ma, Srila Prabhupada, la gente dirà: "In realtà noi siamo i proprietari di questo mondo. Naturalmente, la nostra proprietà è relativa."
Srila Prabhupada: Sì, è relativa. "Relativa" significa che non siete i proprietari. Siete i servitori. Col tuo servizio devi soddisfare il vero proprietario, riceverai un salario e sarai felice. Questo è affermato nella Sri Isopanisad. Tena tyaktena bhunjitha: tutto ciò che Krsna ti dà devi accettarlo e essere felice. Non pensare di poter sfruttare gli altri. Ricevi dal proprietario il tuo emolumento o la ricompensa e sii felice. Questo è affermato nella Isopanisad. Isavasyam idam sarvam: ogni cosa è proprietà di Dio; prendi solo la tua parte. Hai questo diritto.
Si può fare l'esempio del padre con i figli. Diciamo che abbia dieci figli. Ognuno di loro ha il diritto di
ricevere la proprietà del padre  ma secondo la volontà del padre. Non che io debba impossessarmi dell'intera proprietà e lasciare i miei fratelli all'asciutto. Questo non è permesso. E' un crimine.
Ogni anima è venuta qui nel mondo materiale con l'intento di ricevere il più grande profitto, senza considerazione del profitto altrui. Gli altri possono andare all'inferno. "Gli altri  lasciamoli andare al mattatoio. Io devo soddisfare la mia lingua." Questo è il mondo materiale.
"No", noi consigliamo a queste anime cadute. "Perché assassinate altri esseri viventi?"
"Non importa. Voglio mangiarli e basta!"
Perciò noi avvertiamo: "Dovrai pagare per questo. Non puoi mettere gli altri in difficoltà perché Dio è
ugualmente misericordioso verso tutti. Naturalmente non ti curi di Dio. Questa è la ragione del tuo agire in modo capriccioso. Ma se metti in difficoltà gli altri, stai ponendo in difficoltà anche te stesso." Questa è la situazione.
Harav abhaktasya kuto mahadgunah: senza coscienza di Krsna nessuno è veramente dotato di buone qualità. Tutti sono dannati, condannati. Manorathenasati dhavato bahih: con la speculazione mentale prolunghiamo solo la nostra esistenza materiale. Questo è tutto.
Questo prolungamento della nostra esistenza materiale è pieno di difficoltà. Esistenza materiale significa proprio questo. Prendere un corpo di cane, per esempio, significa affondare nell'oceano dell'esistenza materiale. E' un livello preciso di sofferenza. Il cane però non lo sa. Dominato dall'illusione pensa: "Sono molto felice." In modo analogo ognuno pensa: _Io sono molto felice", ma tutti sono in una condizione condannata.
Così è anche per il maiale. Mangia escrementi e vive in un luogo sporco, ma ingrassa perché pensa di essere molto felice. Questa è illusione. Tu pensi: "Oh, che condizione disgustosa! Questo animale mangia escrementi e vive in un luogo sporco." Esso però pensa di essere molto felice. Se non pensasse così non potrebbe vivere in quella maniera. Di nuovo questa può essere definita illusione. Egli non sa che cos'è il vero elevato standard della vita.
Discepolo: Il più alto standard di felicità, Srila Prabhupada, consiste solo nel vivere in tua compagnia.
Srila Prabhupada: Tornare a casa, tornare a Dio. Questo è il più alto standard di felicità. Stiamo cercando di portare tutti là. Yad gatva na nivartante tad dhama paramam mama: una volta raggiunta la suprema dimora di Krsna non torneremo più in questo miserabile mondo materiale.
(Ora la discussione continua in un'auto che viaggia verso il centro ISKCON di Los Angeles). I cosiddetti scienziati stanno scambiando l'effetto, il corpo materiale, per la causa. Essi stanno scambiando la causa, l'essere spirituale, per l'effetto che è il corpo materiale. Quella è illusione. In realtà l'anima non ha niente a che fare col mondo materiale, ma secondo la sua mentalità, sta creando certe condizioni materiali. Per esempio, io non ho bisogno di liquori, ma se voglio intossicarmi, il liquore sarà presente.
Discepolo: Così sono abituato a pensare che il corpo materiale sia la causa della mia esistenza. Sto condizionando me stesso ad accettare corpi materiali, dei quali non ho alcun bisogno.
Srila Prabhupada: Sì, sì. Appena condiziono me stesso a lasciare la dimora spirituale di Krsna, creo un ambiente materiale. Perciò questi cosiddetti scienziati non hanno occhi per vedere lo spirito. Scambiano la condizione materiale come causa dello spirito. E quando scoprono che, nonostante la presenza di questi materiali chimici, l'essere vivente muore, restano confusi. Dicono: "Stiamo cercando di migliorare la nostra comprensione." Essi però non troveranno mai il modo di riportare quelle persone nel loro corpo morto.
Il corpo dipendeva dalla vita. La vita non dipendeva dal corpo. Per esempio possiamo dire che un maestro vive con molti servitori. Al momento della morte i servitori se ne vanno. Ma non si può dire che quell'essere vivente era vivo perché i suoi servitori erano là. Non è possibile.
Discepolo: Perché l'anima non dipende dalla situazione materiale. E' piuttosto la situazione materiale che dipende dall'anima.
Srila Prabhupada: Sì, il maestro se n'è andato. Quindi poiché i suoi servitori non possono più servirlo se ne sono andati. Ma se sei uno scienziato mascalzone, dici: _Poiché i servitori erano là il maestro esisteva. Ora i servitori lo hanno lasciato ed egli è morto." Per semplice logica non puoi dire queste cose. D'altra parte, non importa quanto la situazione materiale sia favorevole, noi non siamo indipendenti. Per esempio non importa quanto la mia auto sia speciale, noi non siamo indipendenti. Dipendiamo dalle leggi del traffico stabilite dal governo. Perché i semafori rossi? Essi ci ricordano che non siamo indipendenti. Siamo sotto controllo.
Discepolo: In realtà noi siamo controllati a ogni passo.
Srila Prabhupada: A ogni passo.
Discepolo: Inoltre, Srila Prabhupada, a parte le regole del traffico, a ogni istante un'altra macchina può schiantarsi su di noi.
Srila Prabhupada: Si. Appena trasgredisci la legge che controlla la natura sarai distrutto. Il controllo della natura esiste, e appena violerai le sue leggi, sei finito.
Discepolo: Srila Prabhupada, è vero che il tuo maestro spirituale, Srila Bhaktisiddhanta, definiva boka queste autorità cosiddette scientifiche?
Srila Prabhupada: Sì. Egli definiva boka, ossia sciocche, tutte queste persone materialiste. Perciò io ripeto solo le sue parole. Boka. Un altro significato di boka è "pazzo". Queste cosiddette autorità scientifiche sono pazze. Chiunque non abbia una conoscenza chiara della finalità della vita, di chi sia Dio e della relazione che ci lega a Dio, qualsiasi cosa stia facendo, sarà sconfitto. Possiamo constatarlo ogni giorno. Perciò molti scienziati, molti filosofi e molti politici stanno tentando di migliorare la condizione del mondo, ma sono tutti perdenti. Non hanno conoscenza. Uno sciocco pazzo sta cercando di superare un altro sciocco pazzo.















La Confederazione Nazionale
delle Associazioni per la Coscienza di Krsna è stata riconosciuta come Ente Morale dallo Stato Italiano.

A partire da questo numero troverai allegato un bollettino di Conto Corrente con il quale effettuare la tua donazione a favore della Confederazione.















Calendario Vaisnava

Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

Anno 1999 - Gaurabda 513

Mese di Padmanabha
(dal 26 Settembre al 24 Ottobre)

1 Ottobre, Venerdì, Arrivo di Srila Prabhupada
in America nel 1965.
5 Ottobre, Martedì, Indira Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
6 Ottobre, Mercoledì, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 06:18, alle 10:08.*
19 Ottobre, Martedì, Ramacandra Vijayotsava.
Apparizione di Madhvacarya.
21 Ottobre, Giovedì, Pasankusa Ekadasi. Digiuno
di cereali e legumi. Scomparsa di Raghunatha Dasa
Gosvami. Scomparsa di Raghunatha Bhatta
Gosvami. Scomparsa di Krsna Dasa Kaviraja
Gosvami.
22 Ottobre, Venerdì, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 06:37, alle 10:12. *
24 Ottobre, Domenica, Krsna Saradiya Rasayatra
Purnima. Scomparsa di Murari Gupta. Laksmi
Puja. Inizia il Quarto Mese di Caturmasya.
(Digiuno di uraddahl per un mese).




Mese di Damodara
(dal 25 Ottobre al 23 Novembre)

28 Ottobre, Giovedì, Scomparsa di Narottama Dasa
Thakur.
31 Ottobre, Domenica, Apparizione del Radha Kunda.
3 Novembre, Mercoledì, Rama Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
4 Novembre, Giovedì, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 06:54, alle 10:17. *
9 Novembre, Giovedì, Govardhana Puja, Go Puja.
12 Novembre, Venerdì, Scomparsa di Srila Prabhupada. (Digiuno fino a mezzogiorno).
16 Novembre, Martedì, Scomparsa di Gadadhara Gosvami. Scomparsa di Srinivasa Acarya.
19 Novembre, Venerdì, Utthana Ekadasi. Scomparsa di Srila Gaura Kisora. (Digiuno fino a mezzogiorno).
20 Novembre, Sabato, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 07:15, alle 10:25.
23 Novembre, Martedì, Krsna Rasayatra Purnima. TulasiSalagram Vivaha. Apparizione di Nimbarkacarya. Fine del Caturmasya.



Nota:
* L'ora legale non è considerata.















Festa della Domenica

Tutte le domeniche dell'anno, dalle prime ore del pomeriggio, siete invitati ad una splendida festa!

La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.

Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.

Inoltre potrete gradire le succulente specialità vegetariane che vi saranno servite durante il banchetto della serata.



Tempi principali:

Bergamo - Villaggio Hare Krishna,
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
24040  Chignolo d'Isola (BG)
Tel. 035/4940706

Firenze - Villa Vrndavana,
via Scopeti, 108  50026  San Casciano in Val di Pesa (FI)
Tel. 055/820054

Vicenza - Prabhupada Desh,
via Roma, 9 - 36020 Albettone (VI)  Tel. 0444/790573



Centri Culturali:

Asti - Frazione Valle Reale, 20
14018  Roatto, (AT)  Tel. 0141/938406

Milano - Centro Culturale Govinda,
via Valpetrosa, 5  20123 Milano  Tel. 02/862417

Padova - Centro Culturale Hare Krishna,
Corso del Popolo, 1  35131 Padova  Tel. 049/8751219

Roma - Hare Krishna Forum, piazza Campo de' Fiori,
27  00186 Roma  Tel. 06/6832660



Radio Krsna Centrale
Via Scopeti, 106 - 50026 - San Casciano in Val di Pesa (FI) — Tel.055/820054
e-mail: rkcfi@radiokrishna.com
http://www.radiokrishna.com



ISKCON su internet
http://www.hkitaly.it/harekrsna/











Fine del numero di settembre-ottobre 1999.