Ritorno a Krishna
rivista del movimento Hare Krishna
Volume 11 n. 1
GENNAIO-FEBBRAIO 1999
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
FIGURE:
Sri Krsna, la Persona Suprema, insieme alla Sua eterna compagna Radha, è la fonte dell'intero mondo materiale e spirituale.
Sri Caitanya Mahaprabhu, la più magnanima incarnazione di Krsna. Egli ha diffuso il canto del mantra Hare Krsna.
I discepoli di Srila Prabhupada diffondono i Santi Nomi di Krsna attraverso la danza e il canto pubblico.
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo. In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie. Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole. Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrindavana, il luogo più caro a Krishna.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
Fondata nel 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE: Alida D'Ambrosio, Ali Krsna devi dasi
REDAZIONE: Dananistha devi dasi, Kirtida devi dasi, Pancaratra dasa, Rasika devi dasi, Virabhadra dasa
AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
ABBONAMENTI: Dananistha devi dasi
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PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; a si pronuncia a lunga e aperta; i si pronuncia i lunga; u si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce). Caitanya si pronuncia Ciaitanya.
NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
Bhaktivedanta Book Trust Tutti i diritti riservati
Ritorno a Krsna Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N°199 del 13/3/1989
Vol. 11 N. 1, GENNAIOFEBBRAIO 1999
Fotolito: Scriba, FI.
Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.
Sped. in Abb. Post. Comma 20/C
Legge 662/96 Filiale Firenze
SOMMARIO
UNA VITA PRIVA DI SIGNIFICATO - Una lezione di Srila Prabhupada
LA RICERCA DEL SE AUTENTICO - di Satsvarupa dasa gosvami
ACCETTARE UN MAESTRO SPIRITUALE? - di Purusottama dasa
UN TRENTENNIO DI DEVOZIONE A DALLAS - di Kalakantha dasa
MAHABHARATA - Assemblea per il Sacrificio Rajasuya
SRIMAD BHAGAVATAM - Il Canto dei Santi Nomi e l'Estasi Divina
HO FONDATO IL FUTURO DEL VAISNAVISMO - di Satyaraja dasa
GOPIBALLABHPUR OGGI - di Bhaktivikasa Svami
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA - L'America deve fermare il "Demonismo"
MAESTRI IN CUCINA - Menù saporito d'Inverno
SRILA PRABHUPADA LILAMRTA - Le Ultime Volontà di Srila Bhaktisiddhanta
CALENDARIO VAISNAVA - Ricorrenze, Festività e della Tradizione vaisnava
FESTA DELLA DOMENICA
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Una Vita priva di Significato
Che cosa c'è di sbagliato nel lavorare duro per il successo?
Una lezione tenuta a Vrndavana, il 3 Novembre 1976
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna.
[figura: Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada davanti ad un microfono]
putrams ca sisyams ca nrpo gurur va
mallokakamo madanugraharthah
ittham vimanyur anusisyad atajjnan
na yojayet karmasu karmamudhan
kam yojayan manujo 'rtham labheta
nipatayan nastadrsam hi garte
Se si vuole veramente tornare a Dio, nella nostra dimora originale, si deve considerare la misericordia di Dio, la Persona Suprema, che è il summum bonum e la meta principale della vita. Un padre che istruisce i suoi figli, un maestro spirituale che istruisce i suoi discepoli, o un re che istruisce i cittadini, deve istruirli secondo i consigli che io ho dato a voi. Senza incollerirsi si dovrebbero dare istruzioni continue, anche se il discepolo, il figlio e il cittadino talvolta non sono in grado di seguire il suo ordine. Le persone ignoranti che si impegnano in attività pie ed empie dovrebbero impegnarsi nel servizio devozionale in ogni modo. Dovrebbero sempre evitare l'azione interessata. Che beneficio si trarrà coinvolgendo in attività karmiche un discepolo, un figlio o un cittadino privo di visione spirituale? Equivarrebbe a guidare un uomo cieco ad un pozzo buio e a farvelo cadere. (SrimadBhagavatam 5.5.15)
"Il nostro progetto consiste quindi nel cantare Jaya Rama
e fare un salto fino al mondo spirituale".
* * *
Sono citate qui due categorie di controllori: una persona che governa e un maestro spirituale. Come chi è al governo controlla i cittadini, così il maestro spirituale controlla i discepoli, ma i discepoli ubbidiscono al maestro spirituale per amore. Lo SrimadBhagavatam parla di questo genere di obbedienza quando si riferisce al brahmacari, ossia allo studente celibe che vive nell'asrama del guru. Brahmacari gurukule vasan danto guror hitam. Qualunque cosa il guru voglia, il brahmacari deve ubbidire. Il discepolo agisce per il beneficio del guru, come dimostra l'esempio di Arjuna che accetta Krsna come suo guru. Sisyas te 'ham sadhi mam tvam prapannam: "Ora io sono Tuo discepolo e un'anima sottomessa a Te".
Per il suo personale beneficio Arjuna non voleva combattere, ma per il beneficio di Krsna egli combatté. Tale è l'esempio mostrato da Arjuna: quando considerava il suo beneficio, egli non desiderava uccidere i suoi parenti: "Oh, se ucciderò i miei parenti andrò all'inferno. Sarò responsabile di tanta afflizione per gli altri".
Considerando il suo beneficio, non quello di Krsna avanzò molti argomenti, ma quando fu Krsna a volere che lui combattesse, Arjuna accettò: "Non agirò più per il mio beneficio. Ora agirò per il Tuo beneficio". Questa è la mentalità desiderabile, guror-hitam: "Per il beneficio del guru".
Perché il guru dovrebbe ordinare, e perché si dovrebbe accettare il suo ordine? E' spiegato qui. Mallokakamo madanugraharthah: "Chi desidera seriamente tornare a casa, a Dio, nella sua dimora originale, deve considerare la misericordia del Signore Supremo, il summum bonum, la meta principale dell'esistenza". Tale è la via ideale: cercare la benedizione del Signore Supremo, Krsna. E qual è il beneficio di soddisfare Krsna? E' quello appunto di tornare definitivamente
alla dimora di Krsna.
Ora stiamo soffrendo nel mondo materiale. Ciò è spiegato in ogni libro di
conoscenza vedica. La Bhagavadgita afferma: aprapya mam nivartante
mrtyusamsaravartmani. Le persone che non raggiungono Krsna restano a
soffrire in questo mondo materiale per la nascita e la morte.
La meta della vita consiste nel tornare a Dio, nella nostra dimora originale. Ma la gente non conosce la meta della vita o la ragione della sofferenza. Le persone sono diventate così simili agli animali che non capiscono nemmeno che stanno soffrendo.
In questo mondo stiamo sempre soffrendo. Consideriamo, per esempio, questo ventilatore. Non ne abbiamo bisogno per il momento, e se lo facciamo funzionare, sarà causa di sofferenza per noi. Durante l'estate tuttavia ci servirà, ci sembrerà molto piacevole e, se non l'abbiamo, ne sentiremo la mancanza. Ciò significa che tanto in estate quanto in inverno stiamo tutti soffrendo.
C'è un altro esempio: l'acqua è piacevole durante l'estate, ma è causa di sofferenza durante l'inverno. Finché abbiamo questo corpo dobbiamo soffrire, questa è la verità. Riceviamo differenti forme corporee, ogni corpo per un breve periodo. Il corpo non dura per sempre, ma finché dura è causa per noi di sofferenza. Questo non riusciamo a capirlo.
Possiamo porre termine alla nostra sofferenza solo se ci arrendiamo a Krsna. La sofferenza ci è inflitta da maya, l'energia illusoria di Krsna, ma le persone sono così ottuse che non riescono a capire che stanno soffrendo. Considerano la sofferenza un piacere. Così gli uomini marciscono in questo mondo materiale. La meta della vita consiste nell'interrompere la sofferenza. Il guru o chi governa dovrebbero guidare i dipendenti tenendo ben presente questa meta.
DUE METE
Due mete sono richieste: ricevere la misericordia di Dio, la Persona Suprema, e tornare a casa da Dio. Senza tornare alla nostra dimora originale non esiste possibilità di pace o di felicità. Cerchiamo di essere felici in questo mondo facendo degli aggiustamenti materiali, ma non è possibile trovare la felicità in questo modo.
Poiché stiamo distribuendo queste informazioni, siamo accusati di lavaggio del cervello; noi invece stiamo ripulendo il cervello. Ma adesso ci sono tanti mascalzoni che affermano: "Dio non c'è. E' solo mitologia". Anche sannyasi ben noti dicono: "Non preoccuparti dei discorsi su Dio, il peccato e la religiosità. Puoi fare tutto ciò che vuoi, perché tu stesso sei Dio". Questo però non è la verità.
Il maestro spirituale e il governo sono entrambi controllori. Anche il cittadino è considerato sisya, "un discepolo", cioè una persona che è controllata. Le regole e le norme del governo o del maestro spirituale dovrebbero essere tali che il dipendente, sia discepolo che cittadino, sappia che la vita materiale non è vita reale. La vera vita è nel mondo spirituale. Il mondo materiale è un'illusione, un miraggio. Stiamo cercando qui la felicità, ma Krsna dice: "No, qui non c'è la felicità".
Krsna personalmente ci istruisce: "Se non vuoi continuare a soffrire, allora vieni da Me".
Una persona che comprende questa istruzione è definita "mahatma", una grande anima, ma una persona che cerca di trovare la felicità nel mondo materiale è un "duratma", un mascalzone. I mascalzoni non sanno che non c'è la felicità qui. Non può esserci felicità, per quanto tu possa essere esperto. Se tu fossi stato gettato nel mezzo dell'oceano, anche se tu fossi un nuotatore eccezionale, non avresti modo si essere felice.
La nostra situazione nel mondo materiale è una lotta per l'esistenza. Dovresti capire questo punto. E questa comprensione non è lavaggio del cervello è pulizia del cervello. Se vuoi finire di soffrire devi lavare il tuo cervello e il tuo cuore.
Il governo o il maestro spirituale non dovrebbero fare grandi programmi di felicità materiale. I governi pianificano sempre commissioni. Perché? Per impegnare le persone in uno strenuo lavoro. E' questo che accade.
CONTROLLARE L'IRA
Quando si sta governando, si sta controllando, e può quindi verificarsi qualche disobbedienza da parte dei subordinati. E' dunque dovere del maestro spirituale non incollerirsi se i discepoli o i seguaci si comportano come sciocchi. Talvolta infatti i subordinati commettono errori o non ubbidiscono, ma il maestro spirituale, il governante o il governo devono saper tollerare.
Le persone hanno la tendenza naturale a ricavare qualche beneficio, quando lavorano. Essi fanno progetti: "Diventerò un uomo ricco. Possiederò molte case, molte proprietà, molta terra". Perché sono tutti così indaffarati? Non sanno che non possono migliorare la loro posizione economica soltanto con un duro lavoro. Questo non è possibile, altrimenti tutti diventerebbero ricchi. In grandi città come Calcutta, Bombay, Londra e New York, tutti lavorano strenuamente. Ma pensi che tutti si trovino nella medesima posizione? No. Questo non è possibile a causa del destino. Un uomo lavora giorno e notte e guadagna due pezzi di pane, solo questo. Abbiamo visto a Bombay che la gente vive in condizioni tanto malsane che devono usare la lampada a kerosene anche di giorno. E tutti a Bombay vivono nel lusso? Certamente no, e questo è vero per ogni città.
Non possiamo migliorare la nostra posizione economica soltanto con uno strenuo lavoro. Ciò non è possibile. Se lavori duro o non lavori, riceverai ciò che sei destinato a ricevere. Perciò la nostra energia dovrebbe essere usata per soddisfare Krsna. E' questo che si deve fare. Non dovremmo sprecare la nostra energia con la falsa speranza di diventare felici. "Farò questo, farò quello, guadagnerò tanto danaro..."
La storia del vasaio illustra questo punto. Un vasaio aveva qualche vaso e si mise a fare progetti: "Ora ho questi vasi, li venderò e ne trarrò profitto. Così ne avrò venti, trenta, quaranta vasi ... e finirò col diventare miliardario. Così mi sposerò e controllerò mia moglie. E se sarà disubbidiente la sottometterò". A questo punto scalciò col piede e i vasi si ruppero. In questo modo il suo sogno svanì.
Anche noi in modo analogo stiamo sognando. Bastano pochi vasi, e il sogno prende forma: "Questi vasi cresceranno, diventeranno tanti". Ma poi il sogno finisce. Non fate progetti immaginari in questo modo. Il maestro spirituale e il governo dovrebbero stare attenti che la gente non faccia piani immaginari per diventare felici. Questo mondo è karma jagat, il luogo dove tutti sono impegnati nell'attività interessata. Perciò qual è l'utilità di spingerli in quella direzione? Consideriamo per esempio, la vita sessuale. Il sesso è una cosa naturale. Non è richiesta un'educazione accademica per godere del sesso. C'è un proverbio bengali che dice: "Non esiste la necessità di insegnare a piangere, a ridere e a godere del sesso". Queste cose sono naturali, non richiedono alcuna educazione.
I nuovi capi possono fare grandi progetti sul modo di lavorare duramente. Questo è uno spreco di tempo. Le istituzioni educative dovrebbero insegnare alla gente come diventare coscienti di Krsna, non a perfezionarsi in una cosa o in un'altra. Questa è una perdita di tempo perché quel programma non avrà mai successo.
Per questa ragione la nostra civiltà vedica insegna che bisogna accontentarsi della posizione in cui ognuno si trova, brahmana, ksatriya, vaisya o sudra. Qualsiasi cosa si abbia per grazia di Dio deve farci sentire soddisfatti. L'energia individuale deve essere usata per diventare idonei a ricevere la misericordia di Krsna. Questo è richiesto: imparare ad arrendersi fiduciosi a Krsna.
I grandi saggi scrissero molti libri, ma vivevano in capanne. Soltanto i re, che dovevano governare, costruirono grandi palazzi. Tutti gli altri vivevano in modo molto semplice. Non perdevano il loro tempo nel cosiddetto sviluppo economico, nel costruire grattacieli, metropolitane e cose del genere. Questa non è civiltà vedica. questa è civiltà asuricademoniaca.
Le persone sono inclini al karma-sukha, la cosiddetta felicità dell'attività karmica. Perciò è difficile convincerli che tutto ciò non serve. La vera vita consiste nel diventare coscienti di Krsna, e a questo fine ci si dovrebbe sottomettere all'austerità. Dobbiamo purificare la nostra esistenza. Noi stiamo soffrendo. Non siamo destinati a nascere e a morire. Ci stiamo sottoponendo alla nascita e alla morte e non sappiamo che genere di vita riceveremo in seguito. Non abbiamo alcuna informazione. Oggi puoi essere un grande uomo e domani puoi ridurti ad essere un cane.
Queste cose si susseguono senza fine, ma le persone non lo sanno. Si limitano a lavorare e a fare progetti di felicità, ma ottenere la felicità con l'attività karmica non è possibile. Perciò in questo verso i capi impediscono di impegnare la gente nell'attività karmica. Na yojayet karmasu karmamudhan. I capi dovrebbero impegnare le persone al fine di ottenere il favore di Krsna. Se saranno in grado di impartire un tale insegnamento, Krsna sarà molto compiaciuto.
Qui è detto, mallokakamah: "Il desiderio di andare alla mia dimora". Come si può andare a Krsnaloka o a Vaikunthaloka? E' molto facile.
Krsna dice, manmana bhava mad-bhakto mad yaj, mam namaskuru: "Fa queste cose: pensa sempre a Me, diventa Mio devoto e adoraMi. OffriMi i tuoi omaggi e senza dubbio verrai a Me". Perché la gente non accetta questa proposta di Krsna? Non l'abbiamo fatta noi questa proposta. Noi non stiamo lavando il cervello. Queste sono parole di Krsna. Se ti limiti a fare solo queste quattro cose—pensare a Krsna, diventare Suo devoto, adorarLo e offrirGli gli omaggi— Krsna sarà soddisfatto e tornerai da Lui, senza alcun dubbio. Non perdere il tuo tempo facendo futili progetti materiali.
Un proverbio bengali spiega come tra molte scimmie una di loro,—cantando "Jaya Rama!" ["Glorie a Sri Ramacandra!"]—con un salto attraversò l'Oceano Indiano per raggiungere il suo Signore, mentre le altre poterono solo abbassare la testa.
Il nostro progetto quindi consiste nel cantare "Jaya Rama" e fare un salto fino al mondo spirituale. E' questo che viene richiesto: non viene prescritto di lavorare strenuamente per migliorare la nostra condizione materiale; poiché una cosa del genere non sarà mai veramente possibile. Tasyaiva hetoh prayateta kovido na labhyate yad bhramatam upary adhah. Non possiamo trovare la felicità in questo mondo materiale—Upari significa il sistema planetario più alto e adhah significa giù fino al sistema planetario più basso.—Noi stiamo errando in questo mondo: talvolta su, a Svargaloka, talvolta giù a Patalaloka, talvolta sui pianeti celesti, talvolta all'inferno.
Cerca dunque di prendere il seme della bhakti con la misericordia del guru, con la misericordia di Krsna, e fa della tua vita un successo. Non impegnarti in attività interessate per migliorare la tua condizione materiale. Altrimenti non avrai mai successo.
Grazie molte.
Riflessioni dalla strada
La ricerca del sé autentico
di Satsvarupa Dasa Gosvami
Nel libro Più potente della spada di Kathleen Adams, c'è un capitolo intitolato Autenticità. Lei scrive: "La differenza tra immagine/esistenza, tra esterno/interno, tra sé colto/sé autentico: il mantenimento della bugia si ripercuote sui giornali degli uomini come una specie di eco che rimbalza tra le pareti di un canyon. La ricerca dell'autenticità è l'ansiosa ricerca dei nostri giorni. E' il battito del cuore degli scritti di molti uomini".
La ricerca dell'autenticità non è solo il battito del cuore dei giornali, ma di molte vite umane. Ciò significa farsi quella vecchia domanda: "Chi sono io?" Questa domanda è profonda: non possiamo mentire mentre rispondiamo. Autenticità significa che la risposta deve essere reale, ma il termine "reale" ha differenti livelli. Dalla letteratura vedica apprendiamo che reale significa una eterna parte separata di Krsna; servitore per costituzione. A un altro livello appare reale sedere in questa stanza, in pace per un attimo, e vedere uno stormo di cigni che approdano su un lago calmo. Oppure un altro livello del reale è il sé colto, ampiamente modellato dalla società in cui viviamo. Poi c'è la voce interna che si ribella contro quel sé e vive in un mondo privato, di ispirazione spirituale e aspirazione materiale. Perciò qual è il sé autentico? Oppure questi sé sono tutti autentici? Talvolta si deve cominciare dall'aspetto negativo della domanda: "Chi non sono io?" Spogliandoci di ogni identità, una dopo l'altra—stato coniugale, occupazione, responsabilità, desideri—possiamo imparare a ridefinire noi stessi sulla base di ciò che troviamo importante. Srila Prabhupada parla dell'autenticità in termini di interesse personale.
Afferma che l'interesse personale va bene, ma aggiunge che la maggioranza di noi ignora qual è il nostro vero interesse, né sa come perseguirlo. Noi perseguiamo un interesse limitato, a partire dalla gratificazione fisica, ed estendendola poi a quella della comunità e della nazione. Poiché non riconosciamo l'autenticità della nostra natura costituzionale di servitori di Krsna, non ricordiamo che la meta della vita consiste nel soddisfarLo. Ciò ci guida al nostro supremo livello di comprensione del nostro sé autentico: siamo servitori di Krsna per l'eternità. Se quella verità rimane soltanto teorica, non possiamo essere sinceri nel nostro sforzo di soddisfare il nostro sé autentico al massimo grado. Il solo modo di soddisfare quel sé è di agire per amore di Krsna. Per questa ragione stiamo ancora cercando l'autenticità. Non abbiamo ancora trovato la verità. Alle persone che si trovano nella nostra condizione, il guru raccomanda il servizio devozionale regolato (vaidhibhakti). Quando staremo vivendo la nostra autenticità ameremo Krsna spontaneamente. Nel frattempo abbiamo una lista di doveri e di proibizioni da mettere in pratica, e spesso dobbiamo accettare la disciplina che esse impongono, nostro malgrado. Srila Prabhupada spiega che quanto più pratichiamo la devozione, anche se non sempre la sentiamo spumeggiare dentro di noi, tanto più scopriremo la nostra autentica e originale natura. Quando scopriremo la nostra intelligenza pura,
egli dice, non conosceremo altro che la nostra resa a Krsna.
Ma ciò è difficile come stare sul filo del rasoio: non possiamo perdere noi stessi nel seguire le regole. Come Srila Rupa Gosvami spiega nella Upadesamrta, seguire troppo rigidamente le norme e le regole, senza comprendere la meta suprema, può essere dannoso alla nostra ricerca di autenticità, come non seguirle affatto. La meta della vita consiste nell'amare Krsna col nostro sé puro. Ma se non sappiamo neppure che cosa è quel puro sé dobbiamo amare Krsna così come siamo ora. Dobbiamo fare spazio a tutte quelle altre voci che sono all'interno di noi—la voce fisica, la voce mentale, la voce emozionale— e impregnarle di tutta la verità della nostra aspirazione spirituale. Allora possiamo rivolgerci a qualcosa che amiamo fare, qualcosa che abbia un significato per noi e offrirlo a Krsna. Inoltre non dobbiamo considerare ciò che è autentico, ma quanto noi vogliamo essere autentici. E' questo modo di essere che costituisce la nostra resa del sé a Krsna. Se cerchiamo il sé autentico, non possiamo rimanere semplici imitatori della vita spirituale. Immagina di vivere un'intera vita con le benedizioni che abbiamo ricevuto e scegliere di rimanere inautentici. Un devoto vuole essere in tono col suono della verità interiore. Egli vuole andare dietro l'immagine, anche quella che ha di se stesso, per trovare la sua onesta e amorevole offerta da porre ai piedi di loto di Krsna. Alla fine, con la pratica continua della devozione, il sé esteriore si armonizzerà col sé interiore e diventeranno interi.
L'eredità dell'India
Accettare un maestro spirituale?
di Purusottama Dasa
Sono nato in una famiglia hindu, e fin dalla prima infanzia, fui convinto della necessità di accettare un maestro spirituale. Molto presto, mi impartirono uno stile di vita disciplinato: alzarsi ogni mattina alle quattro, fare il bagno, meditare, rivolgere preghiere al Signore Krsna e al Signore Rama, così come ad altri deva (esseri celesti), e leggere la Bhagavadgita. Fatto ciò dovevo andare a scuola.
Quando venni negli Stati Uniti per studiare, tutto cambiò in peggio. Sebbene mi conferissi la designazione di hindu, avevo smesso di adorare Dio e di seguire i principi religiosi. Per me "Dio" era un termine vago e senza la guida di un maestro spirituale, non potevo capire gli insegnamenti che Krsna offre nella Bhagavadgita.
Dopo aver ottenuto il diploma di dottorato, fui influenzato dal sistema di vita occidentale. Ero molto orgoglioso della mia cultura accademica e fortemente intrappolato nel godere della vita materiale. Venni anche influenzato dai metodi moderni di acquisizione della conoscenza, i quali si poggiano solo su congetture. Fiero delle mie idee raffazzonate a riguardo di Dio e inconsapevole che lo scopo della vita è quello di tornare da Dio, ero solito dire: "So già tutto, perché dovrei accettare un maestro spirituale?" Dunque, ero uno sciocco.
Ultimamente, grazie alla misericordia dei libri di Srila Prabhupada e della Associazione dei devoti, ho scoperto che Dio non è qualcosa di vago e indefinito: Dio è Krsna. E la conoscenza trascendentale, la quale è oltre la natura materiale, non può essere conosciuta in modo sperimentale, e
nemmeno per mezzo di argomenti ipotetici o di speculazioni.
La conoscenza vedica è chiamata sabda, o conoscenza ottenuta attraverso l'ascolto delle alte autorità. Lo Srimad Bhagavatam (11,3,21) afferma: "Ogni persona che sinceramente desidera la felicità deve cercare un maestro spirituale autentico e prendere rifugio in lui per mezzo dell'iniziazione".
Il maestro spirituale conferisce l'iniziazione quando si sente fiducioso che il candidato abbia mostrato sincerità e determinazione nel diventare cosciente di Krsna. Nel movimento per la Coscienza di Krsna, i devoti devono seguire i quattro principi regolatori: non mangiare carne, non praticare sesso illecito, non fare uso di intossicanti e non giocare d'azzardo. Al momento dell'iniziazione, nel movimento Hare Krsna, occorre fare il voto di cantare sedici giri di mahamantra Hare Krsna e di seguire i quattro principi regolatori.
Il giorno che presi l'iniziazione accettando un maestro spirituale fu senz'altro il giorno più felice e il più glorioso della mia vita.
L'iniziazione lega il discepolo a Krsna attraverso l'intermediario, ossia il maestro spirituale. Il dovere del maestro spirituale è di liberare il discepolo dalle ripetute nascite e morti attraverso la guida e l'istruzione tratta dalle scritture vediche. Il dovere del discepolo è di seguire le istruzioni del maestro spirituale.
Il maestro spirituale lega la mente vagabonda alla bhakti, al servizio devozionale e al Signore Krsna. La bhakti è il desiderio innato nell'anima di servire Krsna. La bhakti ha urgenza di
essere sviluppata e questo è fatto sotto la guida del maestro spirituale, che ha già raggiunto le vette della bhakti. Per avanzare nella bhakti, il discepolo deve ricevere la misericordia del maestro spirituale attraverso il servizio e l'obbedienza. Si dice che l'istruzione del maestro spirituale dovrebbe essere la vita e l'anima del discepolo.
La relazione con il maestro spirituale è basata sul servizio, sulla sottomissione e sul porre interrogativi. L'istruzione del maestro spirituale procura forza al discepolo e l'aiuta nel liberarsi dalla vita materialistica e ad ottenere Krsnaprema, amore per Dio.
Nella ISKCON siamo pieni di gratitudine verso Srila Prabhupada per aver mostrato il più glorioso esempio per tutti i maestri spirituali a seguire. Dalla sua vita e dai suoi insegnamenti, possiamo comprendere che un vero maestro spirituale dirige la nostra attenzione non solo verso di sé, ma verso Krsna, ossia verso Dio.
Accettare un maestro spirituale è ciò che costituisce nella mia vita la reale differenza: più servo Krsna attraverso il mio maestro spirituale, più divento felice. So che Krsna non è qualcosa di vago. Dio è la Suprema Persona, il Signore Krsna. Ogni giorno sto imparando qualcosa in più a riguardo della mia personale relazione con Krsna. Attraverso la mediazione del maestro spirituale le Scritture Vediche sono facilmente comprensibili. Adesso realizzo che servire Krsna è infinitamente più piacevole del migliore dei piaceri del mondo. Ogni cosa qui è temporanea e limitata, ma la mia relazione con Krsna è eterna, colma di felicità e di conoscenza.
UN TRENTENNIO
DI DEVOZIONE
A DALLAS
[figure:
Srila Prabhupada a Dallas, 1975.
L'ISKCON di Dallas oggi.]
Devoti veterani ed entusiasti nuovi venuti lavorano insieme per portare avanti la missione di Srila Prabhupada
di Kalakantha Dasa
Nel 1970 Srila Prabhupada inviò due coppie di devoti a Dallas, la città più conservatrice degli Stati Uniti, con la missione di fondare una nuova roccaforte della Coscienza di Krsna.
I quattro devoti (Mohanananda Dasa e Sasthi Dasi, Dina Bandhu Dasa e Akuti Dasi) attrassero intorno a loro molta gente, grazie ai kirtana giornalieri e alla distribuzione di prasadam. Ben presto l'appartamento che avevano a disposizione risultò troppo piccolo e decisero di prendere in affitto addirittura una grande chiesa.
Allo scopo di incoraggiare i devoti, nel 1973, Srila Prabhupada venne in visita, e in seguito spedì una meravigliosa divinità di Krsna dall'India: Kalacandaji (il Signore dal viso di luna scura).
Kalacandaji era stato adorato in un tempio indiano per cinque secoli; ma poi gli eventi storici l'avevano relegata in un museo a fungere da fermaporta. Srila Prabhupada provvide a restituirGli gli onori dovuti, pregando i devoti di Dallas di curarsene insieme ad una bellissima Srimati Radharani. La chiesa venne ristrutturata secondo il gusto neovedico, venti famiglie trovarono abitazione in case limitrofe e venne costituita una gurukula.
Nelle pagine seguenti andremo a scoprire, attraverso le storie di alcuni devoti di Dallas, il fiorire dei semi che Srila Prabhupada piantò ben venticinque anni prima.
Prajapati Dasa
Nel 1967, dopo aver conseguito un diploma all'Istituto di Belle Arti, prese ad interessarti di filosofia e religione, si iscrisse poi al Southern Methodist University di Teologia per conseguire un master.
In quegli anni venne a conoscenza della Coscienza di Krsna dai devoti che cantavano nei parchi di New York.
"Io studiavo fenomenologia della religione, dice Prajapati e mi stupivo di come i devoti vivessero la loro religione ventiquattr'ore al giorno. Pensavo che qualsiasi spiritualista avrebbe dovuto fare lo stesso".
In occasione di uno spettacolo, i devoti chiesero a Prajapati di recitare la parte di Sri Caitanya, e fu così che cominciò a leggere Gli insegnamenti del Signor Caitanya. La lettura lo illuminò, principalmente riguardo alla profonda differenza tra impersonalismo e personalismo.
Quando Srila Prabhupada lo iniziò gli disse che doveva sfruttare le sue competenze per stabilire un contatto con membri di altre religioni, inducendoli a riflettere sull'unicità di Dio, sulla correlazione tra il Suo Nome e la Sua Persona, e invitandoli infine a cantare insieme Hare Krsna.
Radha Vinodha Dasa e
Indranilamani Devi Dasi
Durante il viaggio di nozze in Europa, la giovane coppia argentina ebbe la fortuna di incontrare i devoti di Krsna. "Eravamo sul punto di tornare in Argentina, quando decidemmo di visitare, per una paio di giorni, il Bhaktivedanta Manor, nei pressi di Londra". Qualche tempo dopo, Radha Vinodha Dasa e Indranilamani decisero di trasferirsi in un tempio per approfondire il loro nascente desiderio di spiritualità.
Quando nel 1991, ricevettero un'eredità, impiegarono una buona parte di questa per contribuire ai lavori di ristrutturazione del tempio, per la costruzione degli uffici, degli asram e della foresteria.
Lei è una delle maggiori distributrici di libri, lui si occupa dell'amministrazione del samkirtan, della gestione del ristorante vegetariano e delle iniziative culturali che vi si svolgono, quali i corsi di yoga, di Bhagavadgita e di cucina vegetariana.
La loro piccola bimba di quattro anni (Syamali) frequenta la suola elementare nella gurukula.
Indranilamani, parlando della propria esperienza da devota, conclude: "La magia di diffondere la coscienza di Krsna è il vedere come le persone si trasformano, come diventano pacifiche e felici leggendo i libri di Srila Prabhupada e associandosi con i devoti. Questo è ciò che voglio portare avanti e quanto mi rende soddisfatta".
Rasikendra Dasa
Figlio di indiani del Sudindia, divenne interessato alla coscienza di Krsna mentre frequentava il corso per ottenere il master in aeronautica spaziale, presso un'università del Texas.
"Quando visitai il tempio racconta fui impressionato dal vedere i devoti vivere con tale facilità una vita disciplinata e priva di godimento materiale. La loro presenza creava una dirompente atmosfera di purezza intorno al tempio. Inoltre la bellezza delle divinità è tale che non mi fu possibile descriverla a parole.
Mi sentivo al tempo stesso folgorato e imbarazzato, per il fatto che, pur essendo nato in India, non stavo seguendo i dettami della cultura vedica". In seguito Rasikendra ottenne il diploma e adesso lavora come assistente universitario, ma offre molto del suo tempo al servizio devozionale e molta della sua energia nel concepire nuove frontiere per la diffusione della coscienza di Krsna.
"Una delle ragioni del successo della ISKCON ci spiega è l'audacia delle iniziative intraprese da Srila Prabhupada che possono apparire non ortodosse rispetto alla tradizione Hindu. Il nostro compito è quindi quello di seguire i suoi passi mettendo alla prova il nostro cervello per contribuire alla fioritura di questo movimento".
Jayanti Devi Dasi
La scuola primaria ISKCON ebbe inizio a Dallas nel 1972 e a parte qualche breve periodo, non ha mai chiuso.
Dal 1985 la scuola è diretta da Jayanti Dasi, con l'aiuto del marito Rupanuga Dasa. Lei ci racconta:
"Le autorità locali hanno adesso riconosciuto la nostra gurukula come una scuola privata legalizzata.
I nostri studenti vanno dai cinque ai diciassette anni, dunque vi sono parecchie classi. Gli studenti più grandi collaborano nelle spiegazioni di alcuni argomenti, e gli studenti più giovani mostrano di essere meno intimiditi nell'apprendimento, vedendo che la lezione viene impartita loro dai compagni più anziani.
Usiamo una combinazione di vari programmi curricolari. Ci avvaliamo in parte dei programmi della scuola pubblica, in parte di testi adottati in scuole cristiane, infine gli studenti seguono due ore giornaliere di lezione sulle scritture. Quando è possibile adoperiamo i testi di Srila Prabhupada per spiegare determinati concetti, anche nel campo delle scienze o della storia. Diamo molto spazio anche alla musica, al teatro, all'arte in genere e all'educazione fisica. Organizziamo gite e campeggi".
Per concludere Jayanti esplicita le ragioni profonde del suo servizio.
"Mi piace vedere i bambini che fanno delle scoperte. Desidero che i bambini diventino capaci di apprendere al sicuro, che trovino nell'atmosfera cosciente di Krsna la via per preparare dovutamente se stessi a servire e a ricordare Krsna nel corso della loro vita. I bambini sono il nostro futuro".
[figure:
Il tempio di Dallas restaurato in stile neovedico.
Lungo i corridoi del tempio, gli ospiti possono ammirare i nuovi bassorilievi che ritraggono gli episodi della vita di Sri Caitanya.
Tamal Krsna Goswami, da vent'anni supervisore dell'ISKCON di Dallas, ha recentemente completato gli studi undergraduate alla Southern Methodist University. La sua recente pubblicazione include saggi accademici e articoli sull'esperienza universitaria.
Egli frequentava le classi con la testa rasata, il tilaka e gli abiti da sannyasi provocando la curiosità e l'interesse di molti docenti e studenti.]
MAHABHARATA
LA STORIA DELLA GRANDE INDIA
Assemblea per il
Sacrifico Rajasuya
I capi del mondo si riuniscono per un sacrificio che
soltanto un imperatore del mondo può compiere
Tradotto dal Sanscrito
da Hrdayananda Dasa Gosvami
Il saggio Vaisampayana narra qui la storia dei Pandava al loro pronipote, il re Janamejaya. Mentre la narrazione continua il Pandava Yudhisthira, nuovo imperatore del mondo, si prepara a compiere il grande sacrificio Rajasuya. [Edizione ridotta dall'originale]
YUDHISTHIRA era un re molto virtuoso, e poiché proteggeva il popolo rispettando con attenzione la verità e distruggendo i nemici, tutte le creature eseguivano liberamente i loro doveri. Egli riceveva i tributi nella giusta misura, e poiché governava in modo coerente sulla base dei princìpi religiosi, Parjanya [l'essere celeste Indra, il controllore della pioggia] mandò la pioggia secondo il desiderio degli uomini, ed essi si arricchirono. Tutti gli sforzi ebbero successo, in particolare il commercio, l'agricoltura e la protezione della mucca, e tutta questa manifestazione fu possibile per le buone attività del re.
Né tra i ladri né tra gli imbroglioni o tra coloro che ricevevano doni degni di un re venivano pronunciate parole false riguardanti il re. Non vi era siccità né inondazioni, né epidemie o forte vento quando il virtuoso Yudhisthira era re. Tutti i diversi re vennero a lui spontaneamente per offrigli un tributo, per restargli vicino e agire per il suo piacere. Con l'accumulo della ricchezza legittima, il magazzino della ricchezza crebbe a tal punto che non
avrebbe potuto essere esaurito anche in centinaia di anni. Quel re e signore della terra, figlio di Kunti, realizzando l'estensione della sua ricchezza e dell'ammasso
del grano si concentrò stabilmente sul sacrificio.
Tutti i suo cari amici, individualmente o in gruppo, gli
dissero queste parole: "O potentissimo, è giunto il tempo del sacrificio. Possa esso essere eseguito qui nel modo adeguato".
Mentre dicevano queste parole, arrivò Sri Krsna, il saggio primordiale, l'Anima dei Veda e di ogni conoscenza,
Colui che è oggetto di visione per coloro che conoscono e realizzano la verità. Tra tutti gli esseri celesti mobili e immobili Sri Krsna è il migliore perché è Lui la fonte della generazione e della distruzione del mondo, il maestro di tutto ciò che è esistito in passato, che esiste al presente e che esisterà in futuro. Egli è Sri Kesava, il quale, bambino, uccise il demone Kesi. Egli è il baluardo di tutti i Vrsni e nel momento del pericolo concede l'assenza di paura e distrugge il nemico. Dopo aver avvicinato Suo padre, Vasudeva, e avergli affidato il comando del Suo esercito, quella tigre fra gli uomini, Krsna, presa una grande quantità di ricchezza per Yudhisthira, Si recò sul posto attorniato da una numerosa forza militare.
Il Signore annunciò di aver portato un ammasso illimitato di ricchezza; nella forma di un inesauribile oceano di gemme, poi al suono di carri roteanti entrò in quella splendida città, come il sole appare in un cielo buio o il vento in un calmo territorio.
All'arrivo di Krsna, la città di Bharata gioì. Con grande piacere re Yudhisthira avanzò per congratularsi ed onorarLo secondo la tradizione, e per informasi del Suo benessere.
Quando Krsna Si fu comodamente seduto, re Yudhisthira, quel toro di uomo, insieme con Dhaumya, Dvaipayana Vyasa e altri sacerdoti, in compagnia dei fratelli, Bhima, Arjuna, e dei gemelli disse a Krsna: "E' per la Tua attività, o figlio di Vrsni, che l'intero mondo è ora soggetto al mio controllo, ed è per la Tua misericordia, che molta ricchezza è ora stata accumulata. O figlio di Devaki, Madhava, voglio veramente impegnare tutto quello che possiedo nel fuoco del sacrificio e consegnarlo al migliore dei brahmana dei nati due volte. O potentissimo Dasarha, desidero anche offrire un sacrificio insieme con Te e coi miei fratelli più giovani. Per favore, concedimi il permesso o Govinda, Signore dalle braccia potenti, inizia Te stesso nel rito, perché quando avrai compiuto il sacrificio, io sarò certamente libero dalla colpa. O potentissimo, sempre che Tu lo desideri, concedi a me e ai miei fratelli il permesso e allora, col Tuo consenso, Krsna, avrò la possibilità di completare questo sacrificio supremo".
In seguito all'aver estesamente elogiato tutte le buone qualità del re, Sri Krsna rispose: "O tigre di un re, tu soltanto sei un imperatore degno. Dovresti portare a termine il grande sacrificio perché quando l'avrai completato avremo compiuto il Nostro dovere. Offri questo sacrificio che desideri tanto; ora che sono qui, Io ti aiuterò. Per favore, impegnaMi affinché Io possa eseguire ogni tuo volere e comando".
Il re Yudhisthira disse: "Caro Krsna, ora la mia decisione è piena di successo e la mia perfezione è assicurata perché Tu, Hrsikesa, sei qui con noi, cosa che abbiamo tanto desiderato".
Così, col permesso di Sri Krsna, e l'aiuto dei suoi fratelli, il Pandava Yudhisthira organizzò sapientemente il grandioso sacrificio Rajasuya.
Re Yudhisthira, che era in grado di annientare i suoi nemici, comandò allora a Sahadeva, il migliore dei combattenti e a tutti i ministri reali: "Riunitevi uomini, e portate tutti gli strumenti per compiere il sacrificio che i brahmana prescrivono per questa cerimonia, e anche la parafernalia e tutti gli articoli propizi. Fate portare tutti gli ingredienti sacrificali per questo supremo rito quando il sacerdote Dhaumya li richiederà. Gli uomini devono fornire ogni cosa nella giusta sequenza al momento della richiesta. Come un favore speciale per me, Indrasena, Visoka e l'auriga di Arjuna, Puru, portino cereali e altri alimenti. O più nobile tra i Kuru, ogni cosa desiderabile dotata di sapore e di fragranza, che incanta la mente e piace al cuore dovrebbe essere predisposta per i brahmana nati due volte".
Non appena queste parole furono pronunciate, Sahadeva, il migliore dei combattenti, informò il grande e virtuoso re che tutto era già predisposto.
Sacerdoti elevati
O re, allora Dvaipayana Vyasa riunì i sacerdoti reali del sacrificio, tutte anime elevate nati due volte, e sembrò che i Veda in persona si fossero riuniti. Quel figlio di Satyavati diventò il sacerdotebrahma di Yudhisthira e Susama, il migliore dei Dhananjaya, diventò il sacerdotesamaga [e cantò il Sama Veda]. Il brahmana superlativo di nome Yajnavalkya diventò un eccellente sacerdote adhvaryu, e Paila, figlio di Vasu, diventò il sacerdote hota, insieme con Dhaumya [il sacerdote reale dei Pandava].
O toro dei Bharata, tutti i discepoli e figli di questi sacerdoti erano anche maestri dei Veda e dei supplementi vedici, e questi discepoli e figli formarono gruppi di sacerdoti addetti ai sacrifici. Avendo organizzato il canto di preghiere per un'occasione propizia e felice, tutti questi sacerdoti dettero inizio al precetto del rito, come affermano i libri autorevoli, e così si sottoposero a quel grande sacrificio offerto a Dio.
Operai autorizzati avevano costruito rifugi e luoghi di riposo per gli ospiti—vaste dimore ornate di gemme, come quelle dei residenti celesti.
Allora il re, che era il migliore tra i re e il più nobile tra i Kuru ordinò al ministro Sahadeva: "Devi immediatamente inviare veloci messaggeri per distribuire gli inviti". Avendo ascoltato la parola del re, Sahadeva inviò i messaggeri dicendo: "Dovreste recarvi nei vari regni e invitare i brahmana e governanti della Terra insieme coi commercianti e gli operai rispettabili. Portali tutti qui". All'ordine di Yudhisthira i messaggeri portarono gli inviti a tutti i governanti del mondo, e ad altri che erano degni di partecipare.
Il sacrificio comincia
Allora o Bharata, al momento giusto, i brahmana elevati iniziarono Yudhisthira, il figlio di Kunti, al maestoso sacrificio Rajasuya. Yudhisthira, il re dei princìpi religiosi, si recò nell'arena sacrificale in mezzo a migliaia di brahmana esperti, ai suoi fratelli e ad altri parenti, ad amici benevoli e ministri, a guerrieri reali giunti da un gran numero di territori e ai suoi consiglieri reali, o signore del genere umano. Quel monarca così meraviglioso si fece avanti come il dio stesso della virtù.
Da molte regioni arrivarono brahmana esperti in tutte le scienze, maestri dei Veda e dei corollari vedici. All'ordine di Dharmaraja Yudhisthira, migliaia di architetti esperti costruirono una residenza separata per ogni brahmana e il suo seguito, ed equipaggiarono le residenze con abbondante quantità di cibo, di letti e con le piacevolezze di ogni stagione.
Grandemente onorati, i brahmana occuparono quelle dimore, o re, raccontando molte storie e osservando attori e danzatori eseguire lo spettacolo.
I brahmana esperti si deliziarono [di quelle facilitazioni] e quando quelle grandi anime andavano a pranzare e a conversare, si poteva ascoltare uno stabile clamore proveniente dall'area residenziale: "Prendi questo regalo! Vieni a mangiare, per favore!" Si sentivano costantemente questi inviti mentre parlavano tra loro. O Bharata, a ogni brahmana quel re della virtù aveva dato centinaia e migliaia di mucche e letti, insieme con oro e donne. Yudhisthira era una grande anima, era unico sulla Terra—come Indra lo è nei cieli—e così ebbe inizio il suo sacrificio.
Poi, o migliore dei Bharata, re Yudhisthira inviò il Pandava Nakula ad Hastinapura e invitò Bhisma, Drona, Dhrtarastra, Vidura, Krpa e quelli tra i suoi cuginifratelli che erano affezionati a Yudhisthira.
Il Pandava Nakula aveva affrontato e vinto i suoi nemici in battaglia. Ora viaggiava verso Hastinapura e invitò i Bhisma e Dhrtarastra. Ascoltando i particolari del sacrificio di Yudhisthira, e conoscendo il suo significato, partirono tutti col cuore gioioso, lasciando il posto ai brahmana davanti alla loro delegazione. Centinaia di altri governanti arrivarono, o migliore tra gli uomini. Con la mente soddisfatta erano ansiosi di vedere Yudhisthira e la grande sala delle assemblee. O Bharata, i re arrivarono là da tutte le direzioni, portando con sé una grande varietà di tesori.
I grandi re arrivano
C'erano Dhrtarastra, Bhisma, Vidura dalla mente elevata e i fratelli guidati da Duryodhana insieme coi monarchi che erano stati invitati con onore ed erano devoti dei loro grandi maestri. C'era Subala, il re di Gandhara; il molto potente Sakuni; Acala; Vrsaska; Karna, il migliore dei combattenti su carro; Ata; Salya, il re di Madra; il maharatha Bahlika; Somadatta il Kauravya; Bhuri; Bhurisrava; Sala; Asvatthama; Krpa; Drona; e il Saindhava re Jayadratha.
C'era Yajnasena con suo figlio, e Salva, il grande feudatario dalla terra abbondante; poi Bhagadatta, il grande araldo governante di Pragjyotisa, che arrivò con tutti gli incivili Mleccha che dimorano da un capo all'altro delle isole oceaniche. E c'erano i re della montagna e il re Brhadbala.
C'era Paundraka che si faceva chiamare Vasudeva; Vanga e un principe dei Kalinga; Akarsa; Kuntala, il governante dei Vanavasi; e i governanti del territorio Andhra. Vennero i Dravida e anche i Simhala e il re di Kasmira; Kuntibhoja, di grande splendore e il potentissimo Suhma; gli altri Bahlika, che erano tutti eroi e re; Virata con i suoi figli; il maharatha Macella; e molti re e principi che governavano molti Paesi. O Bharata, il potentissimo Sisupala, furioso per la battaglia, venne con suo figlio al sacrificio del figlio di Pandu. E c'erano Rama e Anirudda e Babhru con Sarana; Gada, Pradyumna, Samba e il potente Carudesna; Ulmuka, Nisatha e l'eroico figlio di Pradyumna; poi tutti gli altri Vrsni ognuno un maharatha. Tutti loro si recarono là. In verità, questi e molti altri re nati in Madhyadesa, vennero al grande rito, il Rajasuya del figlio di Pandu.
Residenze per le famiglie reali
O re, all'ordine di Yudhisthira, i suoi uomini offrirono ai reali in visita dimore fornite di numerose camere, e appartamenti interni giardini con alberi e lunghi laghi. Yudhisthira offrì onori impareggiabili a ogni re, e dopo averli ricevuti con tanto rispetto, i re si ritirarono nelle residenze loro assegnate. Ognuna di queste assomigliava al picco del monte Kailasa, pieno di delizie per la mente, ben rifornita e circondata da bianche mura torreggianti di costruzione esperta. Le residenze erano anche fornite di grate d'oro e i pavimenti splendevano di gemme intarsiate. Le scale si elevavano gradualmente verso l'alto e le stanze ostentavano magnifici seggi e altri mobili. Le case erano ornate di corone e ghirlande profumate con la più fine aloe. Bianche come cigni risplendenti, queste dimore potevano essere viste a otto miglia di distanza.
Le residenze non erano assiepate l'una a l'altra e le porte esibivano una piacevole simmetria, esse erano dotate di ogni sorta di decorazioni di artistica fattura. Decorate con ornamenti vari di colori minerali le case splendevano come picchi himalayani.
Quando i governanti terreni si furono rinfrescati e riposati, si rivolsero verso Yudhisthira, il re della virtù, circondato dall'assemblea sacrificale. Essi videro che egli era incline alla generosità verso i partecipanti al suo sacrificio. Ora, o re, quella sacra assemblea, popolata di re e di brahmana molto elevati, splendeva veramente come la volta celeste, piena di dei immortali.
* * *
Srimad-Bhagavatam
IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE
Il Canto dei Santi Nomi e l'Estasi Divina
Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da Krsna-Dvapayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli. Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.
VERSO 40
evamvratah svapriyanamakirtya
jatanurago drutacitta ucchaih
hasaty atho roditi rauti gayaty
unmadavan nrtyati lokabahyah
evamvratah: quando ci si impegna così in questo voto di cantare e danzare; sva: proprio; priya: molto caro; nama: il santo nome; kirtya: cantando; jata: in questo modo si sviluppa; anuragah: l'attaccamento; drutacittah: con il cuore intenerito; uccaih: ad alta voce; hasati: ride; atho: anche; roditi: piange; rauti: diventa agitato; gayati: canta; unmadavat: come un pazzo; nrtyati: danza; lokabahyah: senza preoccuparsi degli estranei.
TRADUZIONE
Cantando il santo nome del Signore Supremo, si raggiunge lo stadio dell'amore per Dio. Allora il devoto diventa stabile nel suo voto come eterno servitore del
Signore, e sviluppa gradualmente un profondo attaccamento a una forma o a un nome particolare di Dio, la Persona Suprema. Mentre il suo cuore s'intenerisce per
l'amore estatico, ride forte, piange o grida. Talvolta canta e danza come un pazzo, perché è indifferente all'opinione altrui.
SPIEGAZIONE
Questo verso descrive il puro amore per Dio. Srila Sridhara Svami ha definito questa posizione spirituale come sampraptapremalaksanabhaktiyogasya samsara-dharmatitam gatim, il livello perfetto della vita, nel quale il nostro servizio devozionale viene arricchito dall'amore estatico. In questo stadio, i doveri spirituali del devoto hanno completamente superato la portata degli eventi materiali.
Nella Sri Caitanyacaritamrta (Adi 7.78) si trova la seguente affermazione di Sri Caitanya Mahaprabhu:
dhairya dharite nari, hailama unmatta
hasi, kandi, naci gai, yaiche madamatta
"Cantando il santo nome del Signore nell'estasi pura, Io Mi perdo, e così rido, piango, danzo e canto proprio come un pazzo." Caitanya Mahaprabhu andò immediatamente dal Suo maestro spirituale per chiedergli per quale motivo fosse diventato apparentemente pazzo mentre cantava il santo nome di Krsna. Il Suo guru rispose:
krsnanamamahamantrera ei ta' svabhava
yei jape, tara krsne upajaye bhava
"E' la natura del mahamantra Hare Krsna: chiunque lo canti sviluppa immediatamente un'estasi d'amore per Krsna." (C.c. Adi 7.83)
A questo proposito Srila Prabhupada ha commentato: "Queste caratteristiche si manifestano in modo molto evidente nel corpo di un puro devoto. Talvolta, quando i nostri studenti del Movimento per la Coscienza di Krsna cantano e danzano, perfino in India la gente si stupisce nel vedere come questi stranieri abbiano imparato a cantare e a danzare in modo così estatico. Tuttavia, come spiega Caitanya Mahaprabhu, in realtà ciò non è dovuto alla pratica, perché senza alcuno sforzo aggiuntivo questi sintomi si manifestano in chiunque canti sinceramente il mahamantra Hare Krsna."
A questo proposito Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura ci ha messo in guardia, contro i poco virtuosi sahajiya che imitano i divertimenti del Signore Supremo in modo non autorizzato, trascurando le regole più elementari delle Scritture vediche e cercando stoltamente di prendere la posizione di Krsna nella Sua forma di
Purusottama, tanto da trasformare in una farsa a buon mercato i sublimi divertimenti del Signore. I cosiddetti sintomi d'estasi, come il pianto, i tremiti e l'atto di gettarsi a terra, in questo caso non devono mai essere confusi con la forma elevata di servizio devozionale definita da Sridhara Svami sampraptapremalaksanabhaktiyoga. A questo proposito Srila Prabhupada commenta: "Una persona che ha raggiunto questo livello di bhava non è più soggetta al giogo dell'energia illusoria." Similmente, Krsnadasa Kaviraja afferma:
pancama purusartha—premanandamrtasindhu
moksadi ananda yara nahe eka bindu
"Per un devoto che ha sviluppato veramente bhava, l'amore per Dio, il piacere che deriva da dharma, artha, kama e moksa è una goccia paragonata al mare." (C.c. Adi 7.85) Come è già stato detto nel verso precedente di questo capitolo, gayan vilajjo vicared asangah: una persona può mostrare i sintomi caratteristici dell'estasi d'amore per Dio solo quando è asanga, cioè quando è libera da ogni attaccamento alla gratificazione materiale dei sensi.
Le parole lokabahyah in questo verso indicano che un puro devoto situato al livello di prema, l'amore per Dio, non è affatto preoccupato di essere deriso, lodato, rispettato o criticato dalle persone comuni che hanno della vita un concetto basato sul corpo. Krsna è la Verità Assoluta, Dio, la Persona Suprema, e quando Si rivela a un servitore sottomesso, tutti i dubbi e le speculazioni sulla natura dell'Assoluto sono vinti per sempre.
A questo proposito, Sripada Madhvacarya ha citato un verso dal Varaha Purana:
kecid unmadavadbhakta
bahyalingapradarsakah
kecid antarabhaktah syuh
kecic caivobhayatmakah
mukhaprasadad dardhyac ca
bhaktir jneya na canyatah
"Alcuni devoti del Signore manifestano sintomi esteriori e si comportano come pazzi, altri sono devoti introspettivi, e altri ancora partecipano di entrambe queste nature. E' grazie alla stabilità e alle misericordiose vibrazioni che emanano dalla bocca del devoto che si giudica la devozione, non altrimenti."
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha dato un bellissimo esempio che illustra il riso dovuto all'estasi e ad altri sintomi dell'amore per Dio: "'Oh, questo ladruncolo, Krsna, il figlio di Yasoda, è entrato in casa per rubare il burro fresco. PrendeteLo! TeneteLo fuori!' Sentendo queste parole minacciose pronunciate da Jarati, una gopi anziana, Krsna Si prepara a lasciare immediatamente la casa. Il devoto al quale viene rivelato questo divertimento trascendentale ride in estasi, ma improvvisamente non può più vedere Krsna, e piange pieno di dolore: 'Oh, avevo ottenuto la più grande fortuna del mondo, e ora mi è improvvisamente scivolata via dalle mani!' Così il devoto grida forte: 'O mio Signore! Dove sei? Rispondimi!'
E il Signore risponde: 'Mio caro devoto, ho sentito il tuo pianto e sono tornato da te.' Vedendo nuovamente Sri Krsna, il devoto si mette a cantare: 'Oggi la mia vita è diventata perfetta.' E travolto dalla gioia trascendentale, comincia a danzare come un pazzo."
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura sottolinea ancora che la parola drutacittah, "col cuore intenerito", indica che il cuore, intenerito dal fuoco della bramosia di vedere il Signore, diventa come il Jambunadi, il fiume di succo di melarosa. L'acarya aggiunge, namakirtanasya varvotkarsam: questo verso e il verso precedente distinguono chiaramente la posizione elevata dello sravanam kirtanam visnoh, il canto e l'ascolto del nome e delle glorie di Dio, la Persona Suprema. Anche Caitanya Mahaprabhu ha dato particolare importanza a questo metodo, citando il verso seguente:
harer nama harer nama
harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nasty eva
nasty eva gatir anyatha
"In quest'era di Kali non c'è altro modo, non c'è altro modo, non c'è altro modo per il progresso spirituale tranne il santo nome, il santo nome, il santo nome del Signore." Nel suo commento alla Caitanyacaritamrta (Adi 7.76), Srila Prabhupada ha spiegato dettagliatamente questo verso. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura ci raccomanda di studiare, a questo proposito, il verso seguente:
parivadatu jano yatha tatha va
nanu mukharo na vayam vicarayamah
harirasamadiramadatimatta
bhuvi viluthamo natamo nirvisamah
"Che la gente chiacchierona dica ciò che vuole; non ce ne preoccuperemo affatto. Noi, completamente impazziti dall'estasi della bevanda inebriante dell'amore per Krsna, gusteremo la vita correndo di qua e di là, rotolandoci a terra e danzando in estasi." (Padyavali 73)
VERSO 41
kham vayum agnim salilam mahim ca
jyotimsi sattvani diso drumadin
saritsamudrams ca hareh sariram
yat kim ca bhutam pranamed anayah
kham: l'etere; vayum: l'aria; agnim: il fuoco, salilam: l'acqua; mahim: la terra; ca: e; jyotimsi: il sole, la luna e gli altri astri del cielo; sattvani: tutti gli esseri viventi; disah: le direzioni; drumaadin: gli alberi e le altre creature immobili; sarit: i fiumi; samudran: e gli oceani; ca: anche; hareh: del Signore Supremo, Hari; sariram: il corpo; yat kim ca: qualsiasi cosa; bhutam: nell'esistenza creata; pranamet: si dovrebbe offrire omaggi a; ananyah: pensando che nulla è separato dal Signore.
TRADUZIONE
Il devoto non dovrebbe vedere alcunché come qualcosa di separato da Dio, la Persona Suprema, Krsna. L'etere, il fuoco, l'aria, l'acqua, la terra, il sole e gli altri astri, tutti gli esseri viventi, le direzioni, gli alberi e le altre piante, i fiumi e gli oceani—tutto ciò di cui il devoto ha esperienza, deve essere considerato un'espansione di Krsna. Vedendo tutto ciò che esiste nella creazione come il corpo del Signore Supremo, Hari, il devoto dovrebbe offrire il suo sincero rispetto all'intera espansione del corpo del Signore.
SPIEGAZIONE
Srila Jiva Gosvami ha citato questo esempio tratto dai Purana, yat pasyati, tat tv anuragatisayena 'jagad dhana-mayam labdhah kamukah kamini-mayam" itivat hareh sariram: "Una persona avida, ossessionata dal pensiero del denaro, vede in ogni luogo occasioni per arricchirsi. Similmente, un uomo molto lussurioso nota donne dovunque vada." Analogamente il puro devoto dovrebbe vedere la forma trascendentale del Signore in ogni cosa, perché ogni cosa è un'espansione del Signore. Abbiamo visto nella nostra esperienza pratica che una persona avida riesce a vedere il denaro in ogni luogo. Se va in una foresta, immediatamente comincerà a pensare se potrebbe essere un buon affare comprare il terreno dove si trova il bosco e vendere gli alberi a qualche cartiera. Similmente, un uomo lussurioso che attraversasse la stessa foresta si guarderebbe intorno in cerca di belle turiste che potrebbero essere venute a visitarla. E se un devoto entra in quella stessa foresta, vi vedrà Krsna, sapendo bene che l'intera foresta, come anche la volta del cielo che la racchiude, costituisce l'energia inferiore del Signore. Krsna è supremamente sacro, essendo Dio, la Persona Suprema, e poiché tutto ciò che esiste si espande in modo diretto o indiretto dal corpo del Signore, tutto è sacro se viene osservato con gli occhi di una persona realizzata. Questo verso afferma dunque, pranamet: bisogna offrire sinceramente il proprio rispetto a ogni cosa. Srila Jiva Gosvami ha insegnato che noi dovremmo vedere la forma personale di Krsna in ogni luogo.
Questo verso non riconosce la filosofia atea impersonale che sostiene che ogni cosa è Dio. A questo proposito Srila Madhvacarya ha citato l'Harivamsa:
sarvam harer vasatvena
sariram tasya bhanyate
ananyadhipatitvac ca
tad ananyam udiryate
na capy abhedo jagatam
visnoh purnagunasya tu
"Poiché ogni cosa è soggetta al controllo del Signore
Supremo, Hari, ogni cosa è considerata parte del Suo corpo. Egli è la fonte originale e il padrone di ogni cosa, e perciò nulla dovrebbe essere visto come differente da Lui. Nondimeno, non bisogna concludere scioccamente che non esista alcuna differenza tra l'universo materiale e Sri Visnu, il quale è pienamente dotato di tutte le Sue qualità spirituali uniche."
Spesso viene dato l'esempio del Sole e dei suoi raggi. La luce del sole non è altro che un'espansione del globo solare, e perciò non esiste alcuna differenza qualitativa tra il Sole e i suoi raggi. Ma benché la luce del sole si trovi in ogni luogo, e sebbene ogni cosa sia soltanto una trasformazione dell'energia del Sole, il globo solare in sé, la fonte della luce non è in ogni luogo, ma è situata in un luogo ben preciso nella vastità del cielo e ha una sua forma specifica.
Se penetriamo ulteriormente nel globo solare, troveremo il dio del Sole, Vivasvan. Sebbene i falsi intellettuali dell'età moderna, che sono incapaci perfino di contare i capelli sulla propria testa, considerino il dio del Sole soltanto una figura mitologica, in realtà sono gli uomini moderni a coltivare la sciocca mitologia secondo cui un apparato così sofisticato come il Sole, che fornisce luce e calore all'universo intero, possa funzionare senza un controllo intelligente. Le trasformazioni dell'energia solare rendono la vita possibile sulla Terra, e in questo senso la Terra può essere considerata una infinita varietà di manifestazioni secondarie dovute all'onnipresente energia solare.
All'interno del pianeta del sole si trova una persona, Vivasvan, il principale amministratore delle funzioni del Sole; il globo solare in sé è localizzato, e i raggi del sole si espandono in ogni direzione. Similmente Sri Krsna, Syamasundara, è Dio, la Persona Suprema e originale (bhagavan svayam); Egli Si espande nella forma dell'Anima Suprema localizzata (Paramatma) nel cuore di ogni essere, e infine espande la Sua potenza in virtù della radiosità del Suo corpo personale, l'onnipervadente luce spirituale chiamata brahmajyoti. L'intera manifestazione materiale fluttua all'interno dei raggi di questo brahmajyoti. Proprio come tutta la vita sulla Terra è una trasformazione dei raggi onnipresenti del sole, così l'intera manifestazione cosmica è una trasformazione dei raggi spirituali del brahmajyoti. Nella Brahmasamhita 5.40 è affermato:
yasya prabha prabhavato jagadandakoti-
kotisv asesavasudhadi vibhutibhinnam
tad brahma niskalam anantam asesabhutam
govindam adipurusam tam aham bhajami
"Adoro Govinda, il Signore primordiale, che è dotato di un grande potere. Lo splendore luminoso della Sua forma trascendentale è il Brahman impersonale, che è assoluto, completo e illimitato e manifesta la varietà di innumerevoli pianeti, con le loro differenti opulenze, in milioni e milioni di universi."
(Continua nel prossimo numero)
_Ho fondato il Futuro del Vaisnavismo"
La Storia di Rasikananda Prabhu
di Satyaraja dasa
Rasika Murari Patnaik, altrimenti conosciuto come Rasikananda Prabhu, nacque nel 1590, cinquantasei anni dopo la fine delle gloriose attività di Sri Caitanya Mahaprabhu sulla Terra.
Rasikananda nacque in una famiglia di importanti zamindar (latifondisti) a Royni, nelle vicinanze del fiume Suvarnarekha, in quello che è conosciuto oggi come il distretto di Medinipur nel Bengala Sudoccidentale. Quello fu un periodo particolarmente glorioso nella storia del vaisnavismo gaudiya, la successione disciplica di devoti di Sri Krsna nella linea di Sri Caitanya Mahaprabhu. I sei Gosvami di Vrndavana avevano compilato una considerevole quantità di trattati in lingua sanscrita nella forma di poemi, trattati di storia, di filosofia e di estetica come il mondo non aveva mai visto prima di allora.
Nello stesso periodo Jiva Gosvami aveva costituito una grande comunità vaisnava a Vrndavana e aveva inviato i suoi tre migliori discepoli—Narottama Dasa Thakura, Srinivasa Acarya e Syamananda Prabhu—nell'India del Nord per diffondere gli insegnamenti dei Gosvami. Durante questa nobile missione Syamananda incontrò il diciottenne Rasika Murari e lo iniziò alla coscienza di Krsna, dandogli il nome di Rasikananda. Gli insegnamenti dei Gosvami toccarono il cuore pio del giovane proprietario terriero che dedicò la sua vita a Sri Krsna nel momento in cui incontrò il suo illustre maestro.
L'incontro tra Syamananda e il giovane Rasikananda è narrato nel Rasika
Mangala di Gopijanavallabha, un testo del diciassettesimo secolo sulla vita di Rasikananda.
Syamananda e Rasikananda, quando si videro, riconobbero un legame che trascende il tempo. Rasikananda corse verso il suo futuro maestro e cadde ai suoi piedi dicendo: "Tu sei il mio eterno salvatore e Krsna ti ha finalmente inviato a redimermi". Syamananda Prabhu, dal suo canto, sorrise con grande soddisfazione ed esclamò deciso: "Ho trovato il futuro del vaisnavismo!"
Rasikananda era un uomo sposato, e così anche sua moglie, Iccha Devi, prese l'iniziazione da Syamananda Prabhu ricevendo il nome di Syama Dasi. Syamananda disse loro di cantare costantemente il mahamantra: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Poco dopo l'iniziazione di Syama Dasi, la coppia lasciò Royni per la vicina Kasipur, una città con un forte flusso di gente facoltosa. Qualche tempo dopo Syamananda si recò a fare visita ai suoi due discepoli a Kasipur e portò loro una bella Divinità di Sri Krsna: Sri Gopijanavallabha. Così, vedendo con quanto amore i suoi discepoli adoravano la nuova Divinità, Syamananda rinominò la città Gopiballabhpur (la città di Gopivallabha) e elargì a tutti i cittadini la benedizione di sviluppare lo stesso amore per la Divinità che Rasikananda e sua moglie sentivano. Egli chiese a Rasikananda di diffondere la coscienza di Krsna vigorosamente e nomino Syama Dasi sacerdotessa principale del tempio.
Quindi Syamananda partì dopo aver piantato un seme che crebbe rigoglioso in Rasikananda, tanto che questi costituì un'imparagonabile organizzazione per la diffusione della coscienza di Krsna. Lui e sua moglie lavorarono in squadra e insieme avvicinarono centinaia di migliaia di persone pie agli insegnamenti della coscienza di Krsna.
Vaisnava Syamanandi
Secondo lo storico Ramakanta Chakravarti "Rasikamurari è forse stato colui che, al suo tempo, ha convertito con più successo la gente al vaisnavismo". Il suo entusiasmo era tale che all'epoca della sua morte nella regione di Medinipur si era formato un distinto gruppo di vaisnava nel sentimento di Syamananda, il suo guru. Questi vaisnava Syamanandi come furono chiamati, svilupparono un loro stile nel vestire, nel cucinare, nel segnarsi la fronte con il tilaka e nella costruzione dei templi. Rasikananda rese talmente popolare il vaisnavismo da far sì che nascesse un intero sostrato culturale basato sui tali principi. Con Gopiballabhpur come centro dei vaisnava Syamanandi, Rasikananda trascorse quarant'anni aiutando la gente a constatare il gran valore della coscienza di Krsna. Raccolse discepoli tra grandi re e tra empi furfanti, tra i brahmana e tra gli sudra. Ignorò totalmente le caste e le qualifiche; donò ad ognuno il gusto per il vaisnavismo. Le storie classiche risalenti a quel periodo come il Syamananda Prakasa e il Rasika Mangala, raccontano come lui e sua moglie con l'aiuto di alcuni
discepoli influenti misero fine al sacrificio degli animali nelle aree non vaisnava e convinsero la gente in tutto l'Orissa e nei villaggi confinanti della validità del messaggio di Caitanya Mahaprabhu. Con la sua conoscenza, il suo carisma e la sua purezza impegnò musulmani, buddhisti e diverse sette dell'Induismo al servizio di Sri Krsna.
Nei suoi ultimi anni, Rasikananda scrisse un poema in sanscrito sulla vita della persona che gli aveva insegnato tutto quello che sapeva. Il lavoro è intitolato Syamananda Satakam e resta l'opera più autorevole sulla vita di Syamananda. Radhananda, il figlio maggiore di Rasikananda, che ereditò il tempio di Gopivallabha da sua madre, scrisse un famoso libro chiamato RadhaGovinda Karya, un bel poema devozionale modellato sulla GitaGovinda di Jayadeva. Suo figlio maggiore Nayananda, sebbene seguì le orme di suo nonno diventando un maestro entusiasta non lasciò opere letterarie per i posteri.
Verso la fine della sua vita, Rasikananda si stabilirà a Remuna, in Orissa, dove rimase affascinato dalla divinità di Gopinatha (Krsna). Si dice che trascorresse giorno e notte a guardare la bella Divinità. Recitava il maha-mantra e sedeva attonito, balbettando e versando lacrime d'amore. Indicava la Divinità come per dire agli altri: "Non vedete? Non vedete?" Ma nessuno poteva scorgere cosa lui stesse vedendo.
Dopo aver speso la sua vita diffondendo gli insegnamenti di Sri Caitanya e stabilendo delle solide basi per il futuro del vaisnavismo era contento di trascorrere il suo tempo in compagnia del Signore della sua vita.
[figura:
Questo dipinto, in tradizionale stile dell'Orissa, mostra Rasikananda Prabhu (sulla sinistra) con il suo maestro spirituale, Syamananda Prabhu. Il dipinto decora il muro del tempio di Rasikananda a Gopiballabhpur.]
Luoghi dello Spirito
GOPIBALLABHPUR OGGI
Uno sguardo al Tempio fondato da Rasikananda Prabhu
circa quattrocento anni fa.
di Bhaktivikasa Svami
[Figure:
L'ingresso del tempio di Rasikananda in una piazza di Gopiballabhpur.
Questa divinità di Rasikananda Prabhu risiede al tempio di Ksiracora Gopinatha, a Remuna, in Orissa.
Membri della famiglia Dev Gosvami, la quale ha gestito il tempio di Gopiballabhpur per molte generazioni.
Flauti, portajapa e una Bhagavadgita scritta su foglie di palma, tutti oggetti appartenuti a Syamananda Prabhu e a Rasikananda Prabhu, oggi conservati e adorati nel tempio.
Il cortile assolato del tempio, dal quale è possibile scorgere la camera ombrosa dove alloggiano le Divinità di Radha e Krsna
Le orme impresse nella roccia dei piedi di loto di Syamananda sono adorate giornalmente con dei profumati fiori freschi.
Le principali Divinità di Gopiballabhpur: Sri Sri RadhaGovinda.]
Gopiballabhpur è situata nell'angolo sudoccidentale del distretto di Medinipur, in Bengala, vicino l'Orissa e il Bihar. Circa quattrocento anni dopo che Rasikananda aveva fondato il tempio a Gopiballabhpur, il tempio è ancora gestito dai suoi discendenti che, conosciuti come Dev Gosvami continuano ad iniziare discepoli nella linea di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Inoltre curano altri templi come il tempio di Ksiracora Gopinatha a
Remuna e il tempio di Syamasundara a Vrndavana, fondato da Syamananda
Prabhu, il maestro spirituale di Rasikananda.
La famiglia mantiene le tradizioni vaisnava dei suoi antenati, compiendo il kirtana, decorandosi con il tilaka tipico della scuola di Syamananda, curando l'adorazione delle Divinità e parlando di Caitanya Mahaprabhu.
Hanno appreso tutte le attività di Caitanya Mahaprabhu come vengono descritte nella Caitanya Caritamrta e nel Sri Caitanya Bhagavata e conoscono e amano le canzoni dei grandi devoti nella linea di Sri Caitanya.
Sebbene il tempio di Gopiballabhpur è piccolo paragonato a molti templi indiani, ricchi e ben conosciuti, rimane un luogo attraente sotto la cura di una famiglia che mantiene lo spirito del vaisnavismo di Sri Caitanya.
I Dialoghi di Srila Prabhupada
"L'America deve Fermare il Demonismo"
Quanto segue è uno scambio di vedute tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni suoi discepoli, avvenuto a Los Angeles il mattino del 13 dicembre '73 durante una passeggiata lungo la spiaggia sul Pacifico.
Srila Prabhupada: Oggi gli uomini dell'intelligentsia pensano che per esistere occorra un corpo materiale. Non sanno che per l'anima, la vera persona, il corpo materiale è estraneo—una semplice contaminazione. Quando una persona è malata il suo corpo produce molti elementi estranei, ma non sono questi elementi estranei a mantenere la sua vita.
Cercate di capire. Originariamente l'essere vivente è puro; soltanto quando diventa impuro assume un corpo materiale. E secondo questa analogia, originariamente il corpo materiale è sano, ma quando si ammala produce elementi chimici estranei. Quando il corpo si ammala, reso infetto da qualche malattia si vengono a produrre molti elementi chimici extra. Questi elementi chimici extra non sono la causa dei sintomi della vita del corpo; è invece la condizione del corpo che in qualche modo è diventata precaria e queste cose sono state prodotte dal corpo.
Ai capi della società noi diciamo: "Non potete vedere niente altro che questi elementi chimici materiali perché non avete occhi per vedere l'anima. Questa è la ragione che non vi permette di vedere gli elementi chimici prodotti dall'anima". I vostri capi stanno scambiando questi prodotti chimici per la causa della vita. I prodotti chimici non sono la causa, bensì l'effetto. Cercate di convincere quei mascalzoni in questo modo: "State vedendo soltanto questi prodotti estranei. Essi non sono la causa dell'esistenza, ne sono l'opposto. Sono soltanto gli effetti".
Queste persone non possono capire. Essi confondono la causa con l'effetto, e l'effetto con la causa. Questa è conoscenza imperfetta, illusione. Considerare l'effetto—cioè il corpo materiale, come la causa dell'esistenza—questo è il loro errore.
Così tale conoscenza degli stolti è basata su un errore. A causa dei loro sensi imperfetti questi mascalzoni hanno fatto questo errore grossolano. E per di più hanno consolidato questo errore grossolano in una grande illusione. In altre parole, questi bricconi illusi stanno solo imbrogliando. Così senza la minima conoscenza sono diventati insegnanti. Questi capi invece non sono insegnanti ma imbroglioni.
Discepolo: Srila Prabhupada, i capi dei Paesi comunisti stanno sostenendo questa stessa idea, che la nostra evoluzione è basata su elementi chimici. Quando Stalin era studente, dopo aver letto la teoria dell'evoluzione di Darwin si vantò davanti ai suoi compagni dicendo: "Ora ho la prova che Dio non c'è".
Srila Prabhupada: Sì. Il primo principio del demonismo consiste del bandire Dio. Eppure i vostri leader non percepiscono questa somiglianza tra il loro demonismo e il demonismo dei comunisti. Quale ragione adducono questi mascalzoni per mandarvi a combattere in Vietnam?
Discepolo: Dicono che vogliono bloccare il comunismo.
Srila Prabhupada: Sì, ma ora come non mai, devono bloccare il demonismo. Solo allora la vostra nazione sarà la guida reale del mondo. In qualche modo voi capite qual è il vostro dovere. Teoricamente voi dite: "Abbiamo fiducia in Dio". Ora è compito vostro fidarvi completamente di Dio e lavorare a Suo favore.
Come vi ho già spiegato, voi non potete limitarvi a fermare il comunismo. Dovete fermare il demonismo. Questo è il vostro vero compito. Il comunismo è solo una forma di demonismo. E se voi rimanete demoni, che utilità ci sarà nel fermare soltanto un aspetto del demonismo?
Ricordate l'esempio che vi ho dato già tante volte: Dopo essere stata esposta al sole, la parte superiore di un escremento può diventare più secca di quella che sta sotto, ma non si può dire: "Questa parte è migliore", perché si tratta sempre di un escremento. Umido o asciutto, l'escremento resta sempre tale.
A Mosca, per esempio, il professore Kotofsky mi diceva che le società devono fare rivoluzioni per fermare l'oppressione delle autorità. Io rispondevo che finché ci troviamo in questo mondo materiale dobbiamo accettare qualche forma di oppressione, l'una o l'altra che sia. Egli sosteneva che prima si doveva fare la rivoluzione e poi si doveva vedere se accettare qualche forma di autorità oppure no.
Ma dopo che i rivoluzionari russi avevano avuto il sopravvento su un oppressore, lo zar, accettarono Lenin, un altro oppressore. Perciò io gli dicevo: "Nella vostra presente circostanza di anime condizionate, dovete accettare un'autorità oppressiva inevitabilmente; non vi è alcuna alternativa a questo stato di fatto".
Egli rispose: "Sì, con ciò concordo, ma in qualche modo le autorità oppressive devono essere cambiate. "
E io risposi "Sì, noi lo accettiamo. Quando si cambia il comportamento dei leader del mondo, e si accetta l'autorità di Krsna, allora non ci sarà più alcun bisogno di cambiamento". Yam labdhva caparam labham manyate nadhikam tatah: Ognuno sta cercando di ottenere il profitto più grande ma quando si ottiene Krsna, allora ognuno è soddisfatto. E' questo il supremo profitto—non si può avere un profitto superiore a questo. Così, col riconoscimento di Krsna e un'autorità cosciente di Krsna alla guida, non vi sarà più alcun bisogno di rivoluzione perché quella volontà è la suprema condizione di pace.
Naturalmente, se non si arriva a questa suprema condizione di pace, allora l'atteggiamento rivoluzionario continuerà —in effetti si avrà un seguito continuo di rivoluzioni—una dopo l'altra. Queste rivoluzioni ripetute sono maya, illusione, un semplice miraggio.
A volte pensate: "Ancora pochi passi e raggiungerò sicuramente quell'acqua". Ma non c'è nessuna acqua. Semplicemente illusione. Man mano che andate avanti di qualche passo, vedete che anche l'acqua si sposta in avanti di qualche passo. Se vi spostate nuovamente anche l'acqua si sposterà ancora—impossibile raggiungerla.
In modo analogo, facciamo molte rivoluzioni, passiamo da un'autorità all'altra, ma noi non sappiamo che non sono vere autorità. La vera autorità e la fonte del nostro sostegno è Krsna. La nostra situazione di dimenticanza è "maya" illusione. Pensiamo: "Saremo contenti se cambiamo da questo ismo a quell'altro ismo". Il popolo francese, per esempio, ebbe la sua rivoluzione, ma i francesi non sono felici; ancora c'è infelicità.
Anche i Russi hanno fatto la loro rivoluzione, ma come abbiamo visto, nessuno a Mosca è felice. Questo fenomeno si protrae in tutto il mondo. Finché non accetteremo l'autorità di Krsna non saremo felici. La nostra felicità deriva dal fatto di accettare Krsna. La gente deve venire a conoscenza di tale verità.
E anche il fatto che i vostri capi importanti stanno cercando di stabilire che deriviamo da elementi chimici morti— anche questo è maya. Essi pensano: "Col miglioramento ulteriore delle nostre tecniche investigative siamo quasi giunti al punto".
Fate presente a quei mascalzoni che il loro dire "siamo quasi giunti al punto" si protrarrà. Non arriveranno mai a quel punto. Così stanno le cose, ditelo loro: "Non arriverete mai al giusto traguardo".
Discepolo: Srila Prabhupada, questa idea secondo la quale noi deriviamo da elementi chimici materiali, sicuramente fallirà. Allora forse queste persone dovranno accettare che esiste un Essere Supremo. Il loro concetto che la vita viene dalla materia dovrà fallire.
Srila Prabhupada: "Fallirà"? E' già fallito!
Discepolo: Sì, ma questi personaggi di grande calibro stanno ancora sperando.
Srila Prabhupada: Poiché sono sciocchi e mascalzoni stanno ancora sperando contro ogni speranza. Il loro assurdo concetto è già fallito.
Discepolo: Ma non sono ancora convinti.
Srila Prabhupada: Perché non sono intelligenti. Quando una persona intelligente vede il verificarsi degli eventi, comprende: "Ah, questo genere di azione comporta queste conseguenze!", ma chi è privo di intelligenza non apprende finche non è soggetto in prima persona alle conseguenze. Ora, considerate: un uomo impara soltanto vedendo, e un altro uomo impara solo sperimentando. Chi è quindi la persona intelligente?
Discepolo: La persona che impara solo vedendo.
Srila Prabhupada: Sì. Ben presto egli sperimenta la morte del suo corpo e la persona intelligente capisce che queste cose materiali hanno un inizio e una fine. Possiamo notare questo fatto ogni giorno. Vediamo, per esempio: "Il corpo di mio padre è stato qui per qualche tempo e poi è finito". Da questa osservazione posso concludere che il corpo di mio figlio, e naturalmente anche il mio dovranno sottostare al medesimo procedimento. Questa è la vera conoscenza: una osservazione attenta.
Grazie a un'attenta osservazione da tempo immemorabile, sappiamo che per il corpo materiale non esiste possibilità di immortalità. Perciò se alcuni mascalzoni di oggi affermano: "Non moriremo—con l'evoluzione chimica diventeremo immortali!" comprendiamo che questa è una grande stoltezza. Il nostro Movimento per la coscienza di Krsna suggerisce che la vita umana è destinata alla vera conoscenza, alla conoscenza suprema.
Così l'anima può vedere se stessa separata da questo corpo materiale e, col tempo, tornare nell'eterno mondo di Sn Krsna. Gli attuali capi di scarso senno ostacolano invece questo progresso.
Maestri in Cucina
LE RICETTE DI KURMA DASA
Menù Saporito d'Inverno
RISO AL POMODORO E ALLE ERBE
Preparazione: 5 minuti
Cottura: 2530 minuti
Ingredienti per 4 persone:
1 tazza di riso basmati o di altro riso bianco a grana lunga
435 ml di acqua
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di paprika
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
2 cucchiai di basilico fresco tritato finemente
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1/2 cucchiaino assafetida gialla in polvere
1 tazza di pomodori sodi tagliati a cubetti di 1,5 cm
2 cucchiai di prezzemolo tritato
1. Lavate, scolate e asciugate con cura il riso.
2. Fate bollire l'acqua con il sale e la paprika, il concentrato di pomodoro e il basilico in una casseruola antiaderente da 2 litri a fuoco moderato.
3. Riscaldate l'olio d'oliva in una casseruola antiaderente da 2 litri a fuoco moderato. Fate soffriggere l'assafetida nel ghi bollente. Aggiungete il riso e rimescolate
per circa due minuti finché il riso non diventerà biancastro.
4. Versate il riso nell'acqua bollente. Mescolate, alzate la fiamma al massimo e portate ad ebollizione. A questo punto abbassate la fiamma, coprite ermeticamente e lasciate cuocere al minimo per 1520 minuti senza rimescolare finché tutta l'acqua si sarà assorbita e il riso sarà diventato tenero.
5. Togliete il riso dal fuoco e lasciatelo riposare coperto per 5 minuti. Aggiungete infine i pomodori e il prezzemolo e mescolate delicatamente. Servite subito.
CREMA DI ZUCCA
Preparazione e cottura: 30 minuti
Ingredienti per 4 persone:
90 g di burro
1/4 di cucchiaino di noce moscata
1/4 di cucchiaino di pepe nero macinato fresco
1 kg di zucca privata dei semi e tagliata a cubetti
750 ml di acqua
375 ml di latte
1 cucchiaio di farina
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di panna
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
1. Fate sciogliere il burro a fuoco moderato in una casseruola da 6 litri. Unite la noce moscata, il pepe nero e i cubetti di zucca e fate soffriggere per 10 minuti. Aggiungete l'acqua e fate cuocere fino a quando la zucca non risulterà tenera.
2. Frullate il contenuto della casseruola con la metà del latte fino ad ottenere una crema.
3. Sciacquate la casseruola e dopo averla ben asciugata fatevi sciogliere il burro rimanente e unite la farina mescolando. Versate nella casseruola la crema di zucca e aggiungete, sempre mescolando, il latte rimasto fino a rendere la crema ben
omogenea.
4. Fate cuocere per qualche minuto. Unite il sale e servite la crema di zucca ben calda, guarnendo con qualche cucchiaiata di panna liquida e una manciata di prezzemolo tritato.
GOULASH UNGHERESE VEGETARIANO
Preparazione e cottura: tra i 30 e i 40 minuti
Ingredienti per 68 persone:
ghi o olio per friggere
panir fresco fatto in casa con 3 l di latte, pressato fino ad ottenere la consistenza adatta per essere tagliato a cubetti di 2,5 cm
3 o 4 peperoncini interi
1 cucchiaino di assafetida gialla in polvere
5 pomodori medi, pelati e tagliati in quattro parti
2 cucchiai di paprika ungherese dolce
1 cucchiaino di sale
8 patate medie, tagliate a cubetti di 2,5 cm
1 l d'acqua
1. Fate friggere i pezzi di panir a fuoco moderato con abbondante ghi od olio in una padella o in un wok fino a quando saranno diventati di un bel marrone scuro.
2. A tal momento, toglieteli e scolateli.
3. Fate riscaldare a fuoco moderato un cucchiaio di ghi o di olio in una casseruola da 6 litri o in un grande wok. Aggiungete i peperoncini e l'assafetida e fate soffriggere per qualche secondo. Unite poi pezzi di pomodoro, la paprika, il sale, le patate e i pezzi di panir fritto.
4. Versate l'acqua calda e portate ad ebollizione. Riducete poi la fiamma e fate cuocere senza coprire la casseruola per circa 20 minuti fino a quando le patate saranno cotte al punto giusto. Servite bollente.
Lilamrta
LA VITA DI UN PURO DEVOTO
Le Ultime Volontà
di Srila Bhaktisiddhanta
di Satsvarupa Dasa Gosvami
Prosegue la pubblicazione integrale della biografia di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, così come è presentata nel volume intitolato Srila Prabhupada Lilamrita, scritto da Satsvarupa das Goswami.
Tredicesima Puntata
Nel novembre del 1935, Abhay era di nuovo con il suo maestro spirituale a Vrindavana. Era la stagione di karttika, ideale per visitare Vrindavana, e Srila Bhaktisiddhanta si fermò per un mese con i suoi discepoli al sereno Radhakunda, il lago sacro dove Radha e Krishna erano soliti divertirSi. Dopo aver lasciato Bombay in luglio, Bhaktisiddhanta Sarasvati era andato a Calcutta, dove aveva parlato alla radio e aveva tenuto molte lezioni pubbliche, aveva dato il benvenuto ai predicatori da lui inviati in Europa, e aveva finito di pubblicare la sua traduzione e il suo commento allo SrimadBhagavatam. Poi, in ottobre, era andato al Radhakunda; egli occupava la piccola casa a un piano che Bhaktivinoda Thakhura aveva precedentemente fatto costruire e aveva letto e parlato all'assemblea dei devoti delle Upanisad, della Caitanyacaritamrita e dello SrimadBhagavatam. Aveva anche installato le Divinità al Kunjavihari Math.
Sulle rive del Radhakunda si affacciava il fogliame di un verde intenso che nasceva dai rami nodosi di un antico tamarindo, di un tamala e di un nima. Dove l'acqua era meno profonda le gru restavano sulle lunghe gambe, mentre le starne attraversavano il lago sfiorando le sue acque, tuffandosi talvolta per prendere un pesce.
Di tanto in tanto una tartaruga sporgeva il capo dalla profondità dell'acqua e un pesce saltava. Verdi pappagalli volavano in coppia dentro e fuori dai verdi alberi, i passeri cinguettavano e saltellavano di luogo in luogo. Anche i pavoni erano presenti, soprattutto nei giardini adiacenti, come anche, occasionalmente, i conigli, e perfino i cervi.
L'atmosfera era arricchita dalla storia della Krishnalila. Cinquemila anni prima Radha e Krishna Si erano impegnati qui nei Loro divertimenti trascendentali, e solo cinquecento anni prima Sri Caitanya aveva scoperto di nuovo il Radhakunda. Raghunatha dasa Gosvami, grande seguace di Sri Caitanya, aveva risieduto qui per molti anni, cantando sempre Hare Krishna e parlando delle attività di Sri Caitanya Mahaprabhu. Qui, inoltre, Krishnadasa Kaviraja, in un piccolo bhajanakutir aveva narrato i divertimenti di Sri Caitanya che Bhaktisiddhanta Sarasvati gustava tanto. Molti abitanti del Radhakunda erano babaji che vivevano in piccoli bhajana-kutir e trascorrevano il tempo cantando Hare Krishna.
Avendo saputo che il suo maestro spirituale era là, Abhay, conducendo suo figlio con sé, aveva viaggiato da Bombay al fine di avere un darsana con il suo maestro spirituale. Vedere Srila Bhaktisiddhanta era sempre un'occasione di giubilo, ma il fatto di vederlo a Vrindavana voleva dire raggiungere la perfezione.
Questo incontro con la sua amata guida e amico era diverso da quello in cui aveva potuto vederlo nel 1932 al parikrama di Vrindavana. Ora Abhay non rimaneva seduto in modo anonimo al fondo della stanza, ora era un discepolo autentico, riconosciuto come kavi, che aveva scritto una poesia e un discorso degno di lode, un giovane capace di ascoltare bene, il devoto che aveva fornito il suo aiuto al matha
di Allahabad e che aveva istituito il centro di Bombay. Già in questa visita Abhay aveva avuto l'occasione di restare da solo con il suo maestro spirituale, il quale si era ricordato del figlio di Abhay che egli gli aveva presentato vestito con un piccolo bandhi (giubba). E ora, mentre camminavano insieme sulla riva del Radhakunda, rivolse la sua attenzione ad Abhay e gli parlò in modo confidenziale.
Vi erano alcune cause di litigio tra i suoi discepoli leader a Calcutta, egli disse, e ciò lo aveva molto addolorato. Anche ora, a Vrindavana, questo pensiero opprimeva la sua mente. La discussione tra alcuni dei suoi discepoli era sorta a proposito dell'uso che doveva essere fatto delle varie stanze e servizi al quartier generale della Gaudiya Math di Calcutta.
Questi devoti erano tutti membri dello stesso matha e lo stabile era destinato alla diffusione della coscienza di Krishna sotto la guida di Bhaktisiddhanta Sarasvati. Eppure, perfino in presenza del loro maestro spirituale essi litigavano.
Si presuppone che brahmana e vaisnava siano liberi da ogni invidia verso qualsiasi creatura, che dire quindi della loro reciproca invidia. Se litigavano ora, cosa sarebbe accaduto dopo la scomparsa del loro maestro spirituale? Abhay non era venuto a conoscenza dell'argomento, non era informato dei particolari né sapeva chi vi fosse implicato. Dopo aver ascoltato le parole del suo maestro spirituale si sentì a sua volta addolorato.
Intensamente preoccupato, Srila Bhaktisiddhanta disse ad Abhay: "Agun jvalbe", ci sarà un incendio - un giorno ci sarà un incendio alla Gaudiya Math di Calcutta, e il fuoco degli interessi di parte si sarebbe diffuso arrecando distruzione. Abhay
ascoltò, ma non sapeva che cosa poteva fare. Srila Bhaktisiddhanta aveva lottato così a lungo e impetuosamente per stabilire il principio che ogni persona, di qualsiasi estrazione sociale, poteva essere educata a diventare un brahmana, un sannyasi o un vaisnava, tuttavia, se era bastata un po' di ricchezza e il desiderio di prestigio per contaminare i suoi seguaci che stavano così dimostrando di essere uomini di bassa levatura, nonostante l'addestramento e la purificazione, allora la missione sarebbe andata in rovina. Se essi erano attaccati al benessere, alla posizione e al prestigio in nome della religione, ciò significava soltanto che essi avevano mancato di aggrapparsi agli insegnamenti del loro maestro spirituale.
Srila Prabhupada:
Egli si doleva che questi uomini s'interessassero soltanto delle pietre e dei mattoni della costruzione. Li condannava. Era molto, molto dispiaciuto.
"Quando vivevamo in una casa d'affitto", Srila Bhaktisiddhanta diceva, "se collettavamo due o trecento rupie, potevamo vivere molto bene a Ultadanga.
Eravamo più felici allora, ma dopo aver dato loro questo palazzo di marmo a Baghbazar, si è prodotto un attrito tra i nostri uomini. Chi occuperà questa stanza? Chi occuperà quella stanza? Chi sarà il proprietario di questa stanza? Ognuno pianifica in modo differente.
Sarebbe meglio prendere il marmo che riveste le pareti e convertirlo in denaro. Se lo facessimo e stampassimo libri andrebbe meglio."
Abhay sentì che il suo maestro spirituale gli stava parlando spinto dalla necessità, come se gli chiedesse aiuto o volesse avvertirlo di evitare un disastro. Ma che cosa poteva fare?
Allora Srila Bhaktisiddhanta disse direttamente ad Abhay: "Amar iccha chila kichu bui karana"; "Desidero stampare alcuni libri. Se avrai denaro, stampa libri".
In piedi, presso il Radhakunda, e osservando il suo maestro spirituale, Abhay sentì le parole penetrare in profondità nella sua vita "Se avrai denaro, stampa libri".
* * *
Dicembre 1936
Srila Bhaktisiddhanta era ammalato a Jagannatha Puri. Abhay, che era a Bombay, voleva scrivere una lettera al suo maestro spirituale. "Egli è così gentile con me", Abhay pensò, "capirà la mia richiesta". E si accinse a scrivere:
Caro Guru Maharaja,
Accetta, ti prego, i miei umili omaggi ai tuoi piedi di loto. Tu hai molti discepoli, e io sono uno di loro, ma essi ti stanno servendo direttamente. Alcuni di loro sono brahmacari, altri sono sannyasi, ma io sono un capofamiglia. Non posso. Talvolta ho dato un aiuto in denaro, ma non posso darti il mio servizio diretto. C'è un particolare servizio che io possa fare?
Due settimane dopo Abhay ricevette la risposta.
Sono molto fiducioso che tu possa spiegare in lingua inglese il nostro pensiero e le nostre argomentazioni alle persone che non conoscono la lingua degli altri membri.
Questo porterà un grande beneficio a te a alla gente cui ti rivolgerai.
Nutro ogni speranza che diventerai un ottimo predicatore di lingua inglese, se servirai la missione infondendo una nuova impronta degli insegnamenti di Sri Caitanya sugli uomini in generale, sui filosofi e sulle persone religiose.
Abhay immediatamente riconobbe la medesima istruzione da lui ricevuta al loro primo incontro, nel 1922. La considerò una conferma. Ora non aveva dubbi sulla finalità della sua vita. Ciò che il suo maestro spirituale aveva detto a Calcutta nel 1922 non era stata un'osservazione casuale, né questo era stato un incontro accidentale. L'istruzione era la medesima: "Diventa un ottimo predicatore di lingua inglese. Questo recherà un grande beneficio a te e a tutti coloro che ti ascolteranno".
* * *
Srila Bhaktisiddhanta si allontanò dal mondo dei mortali il primo gennaio del 1937. Aveva trascorso i suoi ultimi giorni leggendo la Caitanyacaritamrita e cantando sul japa. Quando il medico che lo aveva visitato voleva fargli una iniezione, Srila Bhaktisiddhanta protestò: "Perché mi disturbate in questo modo? Accontentatevi di cantare Hare Krishna, questo è tutto". Citiamo alcune tra le ultime parole rivolte ai suoi discepoli:
Consiglio a tutti di predicare gli insegnamenti di RupaRaghunatha (discepoli di Sri Caitanya) con molta energia e con ogni mezzo. Il nostro supremo obiettivo dovrebbe essere quello di diventare polvere dei piedi di loto di Sri Sri Rupa e Raghunatha Gosvami. Dovete operare congiuntamente sotto la guida del vostro maestro spirituale con la prospettiva di servire la Verità Assoluta, Dio, la Persona Suprema. Dovete vivere, in un modo o nell'altro, senza discordia in questo mondo mortale al solo fine di servire il Signore. Vi prego, non abbandonate il servizio del Signore, nonostante tutte le critiche, tutti i pericoli e tutti i disagi. Non siate frustrati perché la maggior parte degli uomini del mondo non serve Dio, la Persona Suprema; non abbandonate il vostro servizio che è tutto ciò che avete, né rifiutate il procedimento del canto e dell'ascolto del trascendentale Santo Nome di Dio. Dovreste sempre cantare il Santo Nome del Signore con la pazienza e la tolleranza di un albero e l'umiltà di un filo di paglia... Tra voi sono numerose le persone qualificate, i lavoratori esperti. Non ho nessun altro desiderio, di qualsiasi genere. Negli ultimi giorni egli era rimasto perfettamente cosciente e aveva dato istruzioni fino alla fine. In modo particolare, e molto chiaramente, egli ordinò che gli affari relativi alla sua Gaudiya Math fossero retti da un corpo governativo di dodici uomini che dovevano essere scelti tra i devoti. Alla fine egli disse: "Vi prego, presenti e assenti, accettate tutte le mie benedizioni. Vi prego di imprimervi nella mente che il nostro unico dovere e la nostra sola religione consiste nel diffondere e nel trasmettere il servizio al Signore e ai Suoi devoti". Alle 5,30 del primo gennaio egli esalò l'ultimo respiro.
Ben presto la notizia raggiunse Abhay a Bombay. La sua risposta immediata fu il pianto addolorato non più la gioia di pregustare incontri, non più viaggi a Calcutta e a Vrindavana con il pretesto degli affari per vedere l'alta, imponente forma di Srila Bhaktisiddhanta "l'evangelico angelo". La sensazione di non poterlo più incontrare era difficile da sopportare. Sulla base della filosofia Abhay sapeva che non vi era ragione di lamento. Bhaktisiddhanta Sarasvati era venuto al mondo per compiere la missione di Sri Caitanya, e ora gli si chiedeva di lasciare questo luogo per recarsi in un altro luogo a compiere le medesime attività. Eppure, benché armato di filosofia, Abhay si sentiva solo. I suoi due grandi benefattori se n'erano andati suo padre e ora il suo maestro spirituale. Tuttavia egli si sentiva pieno di gratitudine per aver ricevuto una misericordia speciale, un'istruzione finale, proprio due settimane prima della dipartita del suo maestro. Abhay lesse e rilesse la sua lettera - non ce ne sarebbero state altre. I discorsi intimi e gli incontri ora erano andati, ma soprattutto grazie a questa lettera Abhay viveva nelle istruzioni di Bhaktisiddhanta Sarasvati. La lettera era arrivata giusto in tempo. Ora Abhay sapeva per certo come far piacere al suo maestro spirituale e rimanere legato a Krishna, non importava ciò che gli altri potevano dire. Seguendo il suo ordine, egli avrebbe vinto il sentimento di perdita che avvertiva a causa della scomparsa del suo più affezionato benefattore.
Srila Prabhupada, ripensando a come le istruzioni del suo guru avessero influito sul corso della sua vita così scrive in una rivista Back to Godhead.
In tali circostanze dal 1936 a oggi, mi sono limitato a chiedermi se dovevo avventurarmi in questo difficile compito, pur non avendone i mezzi e la capacità; ma poiché nessuno me ne ha dissuaso, ora ho coraggiosamente assunto questo impegno.
(Continua nel prossimo numero)
Calendario Vaisnava
Madhava Masa
2 gennaio 31 gennaio
6 Gennaio. Mercoledì: Apparizione di Srila Gopala Bhatta
Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana.
7 Gennaio. Giovedì: Scomparsa di Srila Jayadeva Gosvami,
un grande maestro spirituale ed autore del GitaGovinda.
9 Gennaio. Sabato: Scomparsa di Locana dasa Thakura,
maestro bengali, autore di istruttivi canti devozionali.
13 Gennaio. Mercoledì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
14 Gennaio. Giovedì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 07:47 alle 10:51.
22 Gennaio. Venerdì: Apparizione di Srila Raghunatha
Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana. Apparizione di Srimati Visnupriya, consorte di Sri Caitanya.
Scomparsa di Visvanatha Cakravarti Thakura, maestro
del XVII sec. ed autore di grandi opere, quali la Caitanya
Caritamrta. Apparizione di Pundarikaksa Vidyanidhi.
Apparizione di Srila Raghunandana Thakura.
24 Gennaio. Domenica: Apparizione di Sri Advaita Acarya.
Incarnazione di MahaVisnu (espansione di Sri Krsna) e
compagno intimo di Sri Caitanya. Il digiuno è previsto
fino a mezzogiorno.
25 Gennaio. Lunedì: Scomparsa di Sripada Madhavacarya,
filosofo e maestro spirituale vaisnava, del XIII secolo.
26 Gennaio. Martedì: Scomparsa di Srila Ramanujacarya, filosofo e maestro spirituale vaisnava, dell'XI secolo,
27 Gennaio. Mercoledì: Ekadasi, digiuno completo fino a
mezzogiorno per l'apparizione di Sri Varahadeva del
giorno dopo, digiuno di legumi e cereali per il resto della giornata.
28 Gennaio. Giovedì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 07:37 alle 10:51. Apparizione di Sri Varahadeva, incarnazione di Sri Krsna nella forma di cinghiale dorato.
29 Gennaio. Venerdì: Apparizione di Sri Nityananda Prabhu, intimo associato di Sri Caitanya e incarnazione di Sri Balarama. Digiuno fino a mezzogiorno.
31 Gennaio. Domenica: Apparizione di Narottama dasa Thakura, autore di molteplici canti devozionali in bengali.
Govinda Masa
1 febbraio 2 Marzo
5 Febbraio. Venerdì: Apparizione di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, maestro spirituale di Srila Prabhupada. Digiuno fino a mezzo giorno.
12 Febbraio. Venerdì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
13 Febbraio. Sabato: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 07:18 alle 08:59. Scomparsa di Isvara Puri.
15 Febbraio. Lunedì: Sri Siva Ratri, giorno in onore di Siva.
16 Febbraio. Martedì: Scomparsa di Srila Jagannatha dasa Babaji, maestro nella successione disciplica di Sri Caitanya e scopritore del Suo luogo di nascita.
19 Febbraio. Venerdì: Apparizione di Purusottama dasa Thakura.
26 Febbraio. Venerdì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
27 Febbraio. Sabato: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 06:56 alle 08:53. Scomparsa di Srila Madhavendra Puri, maestro spirituale, del maestro di Sri Caitanya.
2 Marzo. Martedì: Sri Gaura Purnima, apparizione di Sri Caitanya Mahaprabhu, incarnazione di Krsna stesso nel ruolo di un devoto. Digiuno fino al sorgere della luna.
Festa della Domenica
Tutte le domeniche dell'anno, dalle prime ore del pomeriggio, siete invitati ad una splendida festa!
La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.
Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.
Inoltre potrete gradire le succulente specialità vegetariane che vi saranno servite durante il banchetto della serata.
Tempi principali:
Bergamo - Villaggio Hare Krishna,
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
24040 Chignolo d'Isola (BG)
Tel. 035/4940706
Firenze - Villa Vrndavana,
via Scopeti, 108 50026 San Casciano V.P. (FI)
Tel. 055/820054
Roma - Sri Gaura Mandala,
Pian del Pavone, via Mazzanese, Km 0,700
01036 Nepi (VT) Tel. 0761/527038 527251
Vicenza - Prabhupada Desh,
via Roma, 9 Albettone (VI) Tel. 0444/790573
Centri Culturali:
Asti - Frazione Valle Reale, 20
14018 Roatto, (AT) Tel. 0141/938406
Bologna - via Ramo Barchetta, 2
Castagnolo Minore 40010 Bentivoglio (BO)
Tel. 051/863924
Milano - Centro Culturale Govinda,
via Valpetrosa, 5 20123 Milano Tel. 02/862417
Padova - Centro Culturale Hare Krishna,
Corso del Popolo, 1 35131 Padova Tel. 049/8751219
Roma - Hare Krishna Forum, piazza Campo de' Fiori,
27 00186 Roma Tel. 06/6832660
Fine del numero di GENNAIO-FEBBRAIO 1999.