Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 10 n. 6
novembre-dicembre 1998
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya
dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krishna.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio Ali Krsna devi dasi
REDAZIONE:
Nikunja Vasini devi dasi, Pancaratra dasa, Rasika devi dasi, Virabhadra dasa
AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa
ABBONAMENTI:
Dananistha devi dasi
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PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; o si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.
NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
Vol. 10 N. 6 - novembre-dicembre 1998
Fotolito: Fotolitografie Fiorentine, Dicomano, FI
Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.
Sped. in Abb. Post. Comma 20/C Legge 662/96 Filiale Firenze
SOMMARIO
OTTENERE UN CORPO SPIRITUALE
Una lezione di Srila Prabhupada
LA COSCIENZA DI KRSNA A MUMBAI:
COOPERAZIONE ED ENTUSIASMO
SRIMAD BHAGAVATAM
In esclusiva la pubblicazione dell'Undicesimo Canto
SRILA PRABHUPADA LILAMRTA
La biografia di Prabhupada
MAESTRI IN CUCINA
Il tali
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Passatempi inutili in luoghi pericolosi
I COMANDAMENTI ALLA LUCE
DELLE SCRITTURE VEDICHE
IL MAHABHARATA
Continua il grande racconto epico
CALENDARIO VAISNAVA
Ricorrenze, Festività e Celebrazioni della tradizione vaisnava
LA FESTA DELLA DOMENICA
OTTENERE UN
CORPO SPIRITUALE
E' possibile ottenere un corpo eterno,
fonte di beatitudine e conoscenza?
Srila Prabhupada risponde.
Una lezione tenuta a Città del Messico, il 14 Febbraio 1975
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna.
matrasparsas tu kaunteya
sitosnasukhaduhkhadah
agamapayino 'nityas
tams titiksasva bharata
"O figlio di Kunti, l'apparire impermanente di felicità e dispiacere, e il loro sparire a causa del loro corso, è simile all'apparire e allo sparire dell'estate e dell'inverno. Ciò sorge dalla percezione sensoriale, o figlio di Bharata, e bisogna imparare a tollerarlo senza esserne disturbati".
Bhagavad-gita 2.14
Nella nostra discussione di ieri sera è stato concluso che noi non siamo destinati alla morte. Krsna dice che non solo Lui, ma anche Arjuna e tutte le altre persone presenti sul campo di battaglia avrebbero continuato ad esistere. Come esisteremo? Nel modo in cui noi esistiamo ora: noi abbiamo accettato un particolare corpo materiale e stiamo esistendo. In modo analogo, quando questo corpo finirà, noi accetteremo un altro corpo e continueremo ad esistere.
Adesso la questione è in quale tipo di corpo io esisterò una volta che questo corpo sarà finito? Anche questo è spiegato nella Bhagavad-gita. Se vogliamo, possiamo prendere esistenza nei pianeti spirituali superiori, dove la durata della vita è molto, molto lunga e la sensazione di piacere più perfetta che in questo mondo. Noi possiamo ottenere un tale genere di esistenza. Similmente possiamo esistere in gradi di vita più bassi, ossia come gatti, cani, insetti, alberi e acquatici. Possiamo prendere esistenza anche nello stesso modo in cui esistiamo ora? E possiamo addirittura esistere esattamente come Dio: in una vita eterna, fonte di beatitudine e conoscenza.
Avere un corpo spirituale significa avere una vita eterna colma di beatitudine e conoscenza. Il corpo che attualmente possediamo, il corpo materiale, non è né eterno, né fonte di felicità, tanto meno di conoscenza. Ognuno di noi sa che il corpo materiale dovrà finire e che è fonte di ignoranza. Noi non possiamo dire, cosa c'è dietro questo muro. Abbiamo dei sensi, ma essi sono limitati e imperfetti. Qualche volta siamo molto orgogliosi di vedere e sfidiamo: "Puoi mostrarmi Dio?" Ma dimentichiamo che tanto presto come l'andar via della luce del giorno, se ne va anche il nostro potere di vedere.
L'intero corpo materiale è imperfetto e colmo di ignoranza, invece il corpo spirituale è colmo di conoscenza, proprio l'opposto. Possiamo avere un tale corpo nella prossima vita purché noi vi lavoriamo.
Possiamo lavorare per avere il nostro prossimo corpo nei sistemi planetari superiori, possiamo lavorare per avere un corpo di cane o di gatto, o possiamo lavorare per un corpo di eternità, felicità e conoscenza. Quindi la persona più intelligente lavorerà per cercare di avere un prossimo corpo colmo di felicità, conoscenza ed eternità. Questo è spiegato nella Bhagavad-gita. Yad gatva na nivartante tad dhama paramam mama. Quel posto, o pianeta o cielo, dove vai e dal quale mai ritorni nel mondo materiale è il mondo spirituale. Nel mondo materiale, persino quando hai raggiunto il più alto sistema planetario, Brahmaloka, ancora è possibile tornare indietro. Ma se fate del vostro meglio per andare al mondo spirituale, indietro a casa, indietro da Dio, voi non dovrete tornare ad accettare un corpo materiale.
Quindi la questione è: "Se io sono eterno, perché vi sono delle condizioni di vita così miserevoli. E perché sono costretto a morire?"
Queste sono al momento domande intelligenti. "Se io sono eterno, perché dovrei stare in un corpo materiale, soggetto alla nascita, alla morte, alla vecchiaia e alla malattia?"
Krsna istruisce che le miserabili condizioni di vita sono dovute al corpo materiale. Coloro i quali sono impegnati nella gratificazione sono detti karmi. I karmi non si prendono cura del loro futuro. Essi vogliono semplicemente facilitazioni immediate per il piacere, proprio come un bambino privo delle attenzioni dei genitori. Un tale bambino gioca l'intero giorno. Non si preoccupa per il suo futuro, non trarrà vantaggio da alcuna educazione. Ma nella forma umana di vita, se siamo attualmente intelligenti dobbiamo fare del nostro meglio per ottenere la vita o il corpo dove non vi sia più nascita, morte, vecchiaia e malattia. Il movimento per la coscienza di Krsna trova senso nell'educare la gente in tale proposito.
Ora, si potrebbe dire: "Se io semplicemente devolvo me stesso alla coscienza di Krsna come provvederò alle mie necessità materiali?"
La risposta è nella Bhagavad-gita: Krsna Si occuperà delle esigenze di vita di chiunque sia semplicemente impegnato nella coscienza di Krsna. Krsna Si sta già occupando del mantenimento di ciascuno. Eko bahunam yo vidadhati kaman: "La Suprema Persona sta provvedendo alle necessità di tutte le entità viventi". Così per un devoto che sta cercando di tornare a casa, di tornare a Dio, non vi sarà scarsità. Siatene pur certi.
Krsna dice nella Bhagavad-gita: tesam nityabhiyuktanam (...) yogaksemam vahamyaham: "Quando un devoto è sempre impegnato nel Mio servizio, Io provvedo a che le sue esigenze di vita siano soddisfatte". Un esempio pratico è che in questo movimento per la coscienza di Krsna abbiamo un centinaio di centri, dove vivono da 25 a 250 devoti. Noi non abbiamo introiti regolari, ma per la grazia di Krsna non vi è carenza; tutti sono soddisfatti. La gente è sorpresa: "Queste persone non lavorano, non hanno alcuna professione. Semplicemente cantano Hare Krsna. Come fanno a vivere?"
Ma se i cani e i gatti possono vivere della misericordia di Dio, i devoti possono vivere in maniera molto confortevole grazie alla misericordia di Dio. Non c'è dubbio.
Ancora qualcuno potrebbe pensare: "Io ho adottato la coscienza di Krsna, ma sto ancora soffrendo perché voglio così tante cose". Per una tale persona, o per tutti noi, l'istruzione è marassparsas tu kaunteya sitosnasukhadukhadah: "Queste gioie e dolori sono come l'estate e l'inverno". In inverno l'acqua reca dolore, in estate è piacevole. Così qual è il ruolo dell'acqua? E' il piacere o il dolore? Non è né piacevole, né dolorosa, ma in una certa stagione al contatto della pelle essa appare piacevole o sgradevole. Tali piaceri e dolori "vanno e vengono. Sono impermanenti". Agama apayinah anityah significa: "Essi vanno e vengono; quindi non sono permanenti". Poi Krsna avverte, tams titiksasva bharata: "Tollerate". Ma non dimenticate il vostro reale compito, la coscienza di Krsna. Non datevi pensiero per i piaceri e i dolori materiali.
Naturalmente è possibile fare del proprio meglio per neutralizzare i dolori, ma se non siete in grado, non lasciatevi ingannare da queste cosiddette gioie e dolori.
Una qualità devozionale è titiksa, "tolleranza". Dovrebbe proprio essere imparato come tollerare in ogni condizione di vita.
Per esempio, coloro che sono attualmente brahmana non trascurano il bagno nella prima mattina quando la temperatura è fredda pungente. Ciò richiede semplicemente pratica. Il bagno potrà essere sgradevole per il primo o il secondo giorno, ma se si pratica, non vi sarà più dolore.
E così come non bisognerebbe trascurare il bagno la mattina presto perché fa molto freddo, allo stesso modo in estate, quando c'è un caldo che scotta, non si dovrebbe decidere arbitrariamente: "Smetterò di cucinare". In cucina potrebbe esserci troppo caldo, ma non dobbiamo smettere di cucinare.
Così le regole e i regolamenti per fare avanzamento spirituale potrebbero risultare dolorosi, ma non possiamo arrenderci. Dobbiamo imparare come tollerare. Quindi Krsna avverte, tams titiksasva bharata: "Mio caro Arjuna, degno discendente di Bharata Maharaja, cerca di tollerare".
Sri Caitanya Mahaprabhu ha spiegato che occorre essere molto tolleranti per avanzare nella coscienza di Krsna. Egli ha detto: trinad api sunicena: "Diventate umili come l'erba". Sebbene molte persone calpestino l'erba, essa non protesta. Taror api sahisnuna: "E siate più tolleranti di un albero". Qualcuno ne prende i rami, qualcuno ne stacca i frutti, i fiori e le foglie. L'albero è un buon esempio di tolleranza.
Ognuno che desidera tornare a casa, indietro da Dio, deve imparare a essere tollerante e paziente. Questa è l'istruzione di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Egli disse anche: amanina manadena: "Non bisognerebbe desiderare il rispetto per se stessi, ma offrirlo agli altri". In questo modo se pratichiamo, diventiamo adatti per tornare dal Signore, a casa. Ciò sarà spiegato nel prossimo verso:
yam hi na vyathayanty ete
purusam purusabha
samaduhkhasukhlam dhiram
so 'mrtatvaya kalpate
"Se si pratica, si diviene idonei per tornare a casa, per tornare da Dio". Quindi praticate. Dopo ogni cosa sarà tollerabile. Quando al mattino andiamo a fare la nostra passeggiata, la gente pratica la corsa. Io non sono capace di correre. Ma se facessi pratica per alcuni giorni, anch'io potrei correre.
In qualsiasi cosa che si pratica si ottiene il successo. Così praticando la coscienza di Krsna sarà possibile tornare a casa, indietro da Dio, perché dovreste trascurarlo? Risolverà ogni vostro problema. I problemi reali sono nascita, morte, vecchiaia e malattia, e se tu puoi risolvere questi problemi semplicemente praticando i principi regolatori, perché non farlo?
Questa è la nostra richiesta. Stiamo aprendo centinaia di centri per educare le persone a praticare la coscienza di Krsna al fine di tornare a casa, indietro da Dio. Non è possibile tornare a casa indietro da Dio a basso prezzo; bisogna praticare certi principi regolatori, e poi si diverrà idonei. Non è molto difficile, e se voi praticate, sarà molto semplice.
Inizialmente occorrerebbe cantare il mantra Hare Krsna per rendersi adatti alla pratica.
Quindi prendete pieno vantaggio dal movimento per la coscienza di Krsna e abbiate successo nella vita. Non fatevi traviare. Dopo che questo corpo troverà la sua fine ognuno di noi dovrà assumerne un altro. Se si trascurano le regole e i regolamenti dopo accadrà di dover accettare il corpo di un cane immaginate come sarebbe sgradevole! Ma Krsna dice: madyajino 'pi yanti mam: "Chiunque è impegnato nella coscienza di Krsna viene a Me". Così praticate la coscienza di Krsna e tornate a casa, indietro da Dio.
Grazie molte.
La Coscienza di Krsna a Mumbai:
Cooperazione ed Entusiasmo
di Kalakantha Dasa
Mumbai, come è ora chiamata ufficialmente Bombay, è sia la porta verso l'Occidente che la porta dall'Occidente verso l'India. E' di gran lunga la più ricca e moderna città dell'India. I suoi trenta milioni di abitanti aumentano con un tasso di incremento altissimo.
Oggi Mumbai ospita in diverse parti della città tre templi dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON) dove vengono adorati e serviti Radha e Krsna: RadhaRasabihari a Juhu, RadhaGiridhari a Mira Road e RadhaGopinatha a Chowpatty.
Per venticinque anni il meraviglioso tempio dell'ISKCON di Juhu ha gestito con successo un famoso albergo, un ristorante e un centro culturale. Grazie ai suoi devoti, il tempio di Juhu continua a essere tra i più popolari centri religiosi di Mumbai e attrae giornalmente migliaia di visitatori ed in occasione di festival, centinaia di migliaia.
Recentemente i devoti di Krsna hanno aperto un tempio a Mira Road, un quartiere in espansione situato nella periferia nord di Mumbai. Hanno acquisito un lotto di terreno di circa cinque ettari ed hanno costruito un tempio ed un asrama temporanei, dove si svolgono tutte le funzioni e le attività spirituali ed hanno in progetto di costruire un tempio in grado di servire una congregazione di devoti in continua espansione in quella zona di Mumbai.
Ora daremo uno sguardo più dettagliato al tempio situato in Chowpatty, iniziandovi a raccontare di come l'apertura è avvenuta in maniera alquanto inaspettata.
Sembrerebbe proprio che Krsna stesso abbia programmato l'apertura del tempio di Chowpatty.
Negli anni ottanta, i devoti Srinathaji Dasa e sua moglie Maithilipriya Dasi, periodicamente insegnavano la coscienza di Krsna nel quartiere di Chowpatty situato nella parte centrale di Mumbai e davano donazioni per aiutare l'orfanotrofio "Lady Northcote Hindu Orphanage" situato in quella zona. Quando il fiduciario dell'orfanotrofio morì, Srinathaji Dasa ebbe la sorpresa di scoprire che nel testamento era stato nominato nuovo fiduciario. Immediatamente realizzò di aver ottenuto l'opportunità di aiutare gli orfani e di poter aprire un nuovo centro per il Movimento di Srila Prabhupada. Dal 1987 i devoti hanno fatto entrambe le cose sotto la guida di Sua Santità Radhanatha Swami.
Costruire l'ASRAMA dei
BRAHMACARI
Radhanatha Swami cominciò a pensare a come diffondere la coscienza di Krsna tra gli abitanti di Mumbai. Fin dall'inizio pose particolare enfasi sull'importanza di prodigarsi con grande cura e attenzione nei confronti delle persone interessate alla spiritualità vaisnava.
"Non chiediamo a nessuno di diventare un brahmcari (monaco celibe) dice Chiediamo a tutti, semplicemente, di diventare coscienti di Krsna. Qualunque sia la condizione familiare o la vocazione, incoraggiamo ognuno a diventare un devoto di Krsna di prima classe. Infatti se qualcuno manifesta il desiderio di venire a vivere nel Tempio, non viene eccessivamente incoraggiato.
Soltanto se un giovane mostra un alto grado di impegno e di serietà lo ammettiamo nel nostro asrama dei brahmacari."
I brahmacari di Chowpatti conducono una vita all'insegna della semplicità e della rinuncia. Dormono in stanze comuni, sul pavimento su semplici materassini. Ognuno di loro ha un modesto armadietto e possiede solo quanto può esservi contenuto. Cercano di evitare di parlare di argomenti mondani.
Ogni brahmacari recita con gli altri devoti i sedici giri di japa del mantra Hare Krsna, che tutti i devoti di Krsna recitano giornalmente su una corona di 108 grani e partecipa al programma completo del mattino ed a lezioni aggiuntive di filosofia.
Attraverso un programma che comprende la distribuzione dei libri, la predica presso le università e le riunioni coscienti di Krsna, tutti i brahmacari imparano ad insegnare la coscienza di Krsna.
I brahmacari anziani si prendono cura dei giovani e si assicurano che tutte le loro necessità possano venire soddisfatte.
Dopo due anni di sadhana (pratica spirituale) eccellente gli studenti che mostrano un serio impegno verso il celibato possono indossare gli abiti arancioni del brahmacari. Attualmente nell'asrama vivono in tutto quaranta brahmacari, i quali, ad accezione soltanto di tre, hanno tutti una laurea.
Portare KRSNA nell'orfanotrofio
Radhanatha Swami e i devoti di Chowpatty hanno deciso di migliorare l'orfanotrofio convertendo in tempio un salone delle riunioni e addestrando gli orfani alla coscienza di Krsna. Oggi trentotto ragazzi che hanno dai cinque ai sedici anni, prendono parte con entusiasmo alle attività del Tempio. Dopo aver partecipato al programma del mattino nel Tempio, fanno colazione mangiando un salutare pasto di Krsnaprasadam e poi vanno a scuola nelle scuole pubbliche locali. Dopo la scuola pranzano e partecipano ai programmi della sera, che comprende il kirtana (canto), la lezione di filosofia e molta attenzione personale. I ragazzi si comportano molto bene e sembrano radiosi e felici nel compimento dei loro doveri nella coscienza di Krsna.
Figure:
Sopra, a destra. I ragazzi, residenti nell'orfanotrofio trasformato in Tempio Hare Krsna, sono ora educati nel cammino della coscienza di Krsna.
Coppie coscienti di KRSNA
Lo stesso principio di conformità alle pratiche spirituali e di servizio si applica anche ai devoti che scelgono di sposarsi. Oggi trenta coppie di devoti anziani fungono da consiglieri per il gran numero di giovani membri della congregazione di entrambi i sessi, sia prima che dopo il loro matrimonio. Oltre ai consigli pratici sulla vita matrimoniale in coscienza di Krsna, i consiglieri di Chowpatty hanno formato un gruppo che provvede ad aiutare le giovani coppie trovando per loro abitazioni e impieghi. Un altro gruppo è stato formato per aiutare le coppie ad educare figli coscienti di Krsna, mentre un altro gruppo si occupa di prendersi cura della salute di tutti i devoti. Molti membri della congregazione e del Tempio sono medici e per lavorare e servire insieme hanno costruito un nuovo ospedale, proprio dall'altra parte della strada in cui si trova il Tempio dell'ISKCON di Mira Road. Per aver diritto a tutti questi servizi, le coppie di devoti devono semplicemente essere dedicati nel seguire le istruzioni di Srila Prabhupada.
"A Mumbai i genitori si lamentano che i giovani sono diventati occidentalizzati e irreligiosi, dice Radhapriya dasi, una residente di Bombay da lungo tempo moglie di Krsnacandra dasa (Hrishikesh Mafatlal), uno degli industriali di punta dell'India. Però quando i ragazzi e le ragazze vogliono diventare coscienti di Krsna, spesso i loro genitori sono preoccupati e pensano: 'Chi vorrà mai sposare una persona religiosa?' Come consiglieri aiutiamo i giovani a trovare il giusto equilibrio tra la loro vita spirituale e le loro responsabilità sociali e familiari.
Consigliamo loro di continuare ad andare a scuola e a collaborare con i loro genitori mentre praticano la coscienza di Krsna. A volte li aiutiamo a spiegare la coscienza di Krsna ai loro genitori. E quando i giovani ragazzi e ragazze vogliono sposarsi, li aiutiamo a trovare il compagno o la compagna giusta tra le centinaia di giovani della nostra congregazione che stanno seguendo gli insegnamenti di Srila Prabhupada". Radha-priya e Krsnacandra partecipano regolarmente ai programmi del mattino nel tempio, spesso con i loro tre figli, Radha Dasi (19 anni), Anjali (15 anni) e Priyavrata (11 anni). Nonostante i molti impegni, Radhapriya e Krsnacandra si incontrano ogni quindici giorni con il loro gruppo composto di dodici coppie, fornendo consigli e esperienze dai loro venticinque anni di matrimonio di cui dodici nella pratica della coscienza di Krsna. Krsnacandra dice: "Ci incontriamo regolarmente con gli altri consiglieri per avere ispirazione e i devoti di cui ci prendiamo cura sanno che possono chiamarci per ogni emergenza". Oltre alla estesa rete di consiglieri, ogni due settimane un gruppo di tre devote anziane si incontra con le donne della congregazione in gruppo o individualmente, per discutere del loro servizio devozionale o dei problemi che le donne si trovano ad affrontare.
Figure:
Sotto. I devoti danzano in centri concentrici, durante un programma di diffusione della Coscienza di Krsna all'Università di Puna.
Collaborare a diffondere la coscienza di KRSNA
I brahmacari (devoti celibi) e grhastha (devoti sposati) di Chowpatty mostrano il loro amore
per Srila Prabhupada collaborando per insegnare la coscienza di Krsna in vari modi:
Distribuzione di libri.
Specialmente nel mese di Dicembre, i brahmacari e i grhastha impiegano tutte le loro energie per distribuire i libri di Srila Prabhupada. Lo scorso anno sono stati distribuiti più di 61.000 libri in 30 giorni.
Ogni mese i devoti del tempio impiegano tre o quattro giorni per la distribuzione dei libri. In questi giorni i membri della congregazione si offrono come volontari per prendersi cura dell'adorazione delle Divinità e di tutte le altre occupazioni del Tempio, in modo che i brahmacari possano uscire a distribuire i libri a tempo pieno. Le devote della congregazione, in particolare modo, sono molto felici di offrire questo servizio.
Programmi nelle Università
Dieci brahmacari sono impegnati a tempo pieno nel tenere programmi nelle trentasette università dell'area di Mumbai, incluse le facoltà di medicina e di ingegneria, e in dieci università della vicina Pune. Gli studenti che mostrano un serio interesse seguono un programma di studi coscienti di Krsna ideato da RadheSyama Dasa, che ha una laurea dell'IIT, Istituto Indiano di Tecnologia. I grhastha aiutano mettendo a disposizione le loro case per programmi vicino alle Università che non dispongono di luoghi di riunione e i consiglieri grhastha aiutano a curare le centinaia di studenti che hanno cominciato a cantare i sedici giri di japa del mantra Hare Krsna, come risultato di questi programmi.
Satsanga
(Riunioni coscienti di Krsna)
Almeno venticinque volte per settimana, i grhastha organizzano programmi pubblici di kirtana (canto collettivo dei santi nomi), lezioni di Bhagavad-gita e distribuzione di cibo spirituale (prasadam). I brahmacari guidano il canto e danno le lezioni. Questi programmi danno un'opportunità alle persone che hanno ricevuto i libri o che hanno partecipato alle lezioni nelle università, di praticare la coscienza di Krsna insieme ai membri iniziati dell'ISKCON, e di solito diverse centinaia di persone partecipano.
Inoltre, una volta al mese viene organizzato un grande incontro per dare la possibilità alle persone provenienti da diversi posti di Mumbai, di partecipare a un festival di massa della coscienza di Krsna. A questi incontri mensili partecipano fino a 7.000 persone.
Festa della Domenica
Circa 700 persone affollano il tempio di Chowpatty ogni domenica dalle 12 alle 17. Gruppi di grhastha preparano e servono un delizioso prasadam. Oltre al kirtana, alla conferenza e al prasadam il programma a volte include intrattenimenti tenuti dai ragazzi della scuola della domenica, che organizzano delle rappresentazioni o recitano versi della Bhagavadgita.
Gruppo dei bambini
Recentemente un gruppo di bambini, organizzato dai bambini stessi, ha cominciato ad assistere i brahmacari del tempio nei loro doveri devozionali. Una sera al mese i bambini conducono l'intero programma serale, inclusi il kirtana, il bhajan, recite, racconti di storie, mostra di marionette e recita di versi. In queste serate speciali il Tempio si riempie di adulti e di bambini.
Yatra (Pellegrinaggi)
Due o tre volte all'anno, circa cinquecento membri dell'ISKCON di Chowpatty viaggiano insieme nei luoghi santi per intensificare il loro canto e l'ascolto dei passatempi di Krsna. Finora hanno visitato tanti luoghi sacri quali Prayag, Udupi, Badrinath, Gangotri, Mayapur, Vrndavana, Chitrakuta, Jaipur, Dvaraka, Pandjarpur, Ramesvaram, Tirupathi, Varanasi, Kuruksetra, Sri Rangam e Jagannatha Puri. Ogni pellegrinaggio avvicina l'un l'altro i devoti ed accresce l'ispirazione di ognuno ad essere cosciente di Krsna. Vivendo insieme in un modo semplice i devoti fanno un voto di parlare solo di Krsna. Queste avventure trascendentali toccano profondamente il cuore di tutti i partecipanti.
Rapporti tra devoti residenti nel tempio e devoti esterni
Tra i devoti di Chowpatty si può percepire un profondo senso di amore e di amicizia che permea gli efficaci programmi di successo nel diffondere la coscienza di Krsna.
Radhanatha Swami spiega: "I brahmacari e i grhastha mostrano un grande amore e rispetto reciproco. I grhastha che vivono nelle loro case vedono i brahmacari che vivono nel tempio come sadhu esemplari. Il forte asrama dei brahmacari crea fede nell'integrità del tempio. Ai brahmacari viene insegnato a portare un rispetto genuino verso i grhastha e di servire gli uomini e le donne della congregazione come adorabili vaisnava, devoti del Signore".
Accogliere gli ospiti
"Quando le persone vengono in visita, se possono solo vedere la bellezza del Tempio e delle Divinità, non stiamo forse dando loro quello che Srila Prabhupada voleva?"
Gli ospiti devono essere impressionati dalla qualità di coloro che risiedono nel tempio in modo tale che questi desiderino essere istruiti da loro e quindi vogliano servirli. Così possiamo vedere che i visitatori diventano sinceramente coinvolti.
Ognuno che visita il tempio è accolto calorosamente, riceve un opuscolo esplicativo, del prasadam, la caranamrta (acqua delle Divinità) e parole amichevoli. Quando vanno via sentono che hanno trovato un amico. Con questo metodo i nostri ospiti diventano coscienti di Krsna.
"Cerchiamo di insegnare ad ognuno come diventare servitori di Krsna. Mantenendosi fissi su questi princìpi ogni cosa diventa meravigliosa".
Srila Prabhupada a Mumbai
Il principale biografo di Srila Prabhupada, Satsvarupa Dasa Goswami, ha narrato di ogni giorno della vita di Srila Prabhupada dal 1965 al 1977 ed ha scoperto che di tutte le città visitate in questi dodici anni, la città in cui Srila Prabhupada ha trascorso più tempo è Mumbai.
Quando era un giovane grhastha, Srila Prabhupada aveva aiutato due sannyasi ad aprite una sede della Gaudiya Math, che era la missione fondata dal suo guru, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura. Prabhupada trovò un posto adatto per il Tempio (a pochi minuti dall'attuale Tempio ISKCON di Chowpatti) ed aiutò nella raccolta dei fondi. Successivamente Bhaktisiddhanta installò le Divinità a Mumbai. Quando i due sannyasi chiesero a Srila Prabhupada di diventare il Presidente del centro, Srila Bhaktisiddhanta disse: "Lasciategli fare quello che sta facendo ora. Nel futuro egli farà tutto."
Fu in quello stesso Tempio della Gaudiya Math che Srila Prabhupada per prima presentò due storici contributi al suo guru: un poema ("Adoro, adoro tutti i giorni felici... ") e un saggio intitolato "Il maestro universale". Da Mumbai nel 1936, Prabhupada scrisse la sua ultima lettera a Srila Bhaktisiddhanta, in cui chiedeva quale servizio avrebbe dovuto offrire. Due settimane prima della sua dipartita da questo mondo, Srila Bhaktisiddhanta inviò una lettera a Prabhupada a Mumbai, chiedendogli di diffondere la coscienza di Krsna in Inglese.
Molti anni dopo, quando Srila Prabhupada lasciò Vrndavana per esaudire l'ordine del suo guru ritornò a Mumbai. Fu qui che trovò la sua benefattrice, Sumati Morarji, che lo aiutò ad andare in Occidente. Dopo aver stabilito con successo la coscienza di Krsna in Occidente, Srila Prabhupada tornò in India ed organizzò il suo primo grande festival a Mumbai in Cross Maidan. Negli anni immediatamente successivi Srila Prabhupada combatté per fondare e costruire il meraviglioso Tempio ISKCON di Juhu Beach. Tra i Templi principali costruiti in India, Srila Prabhupada volle che solo quello di Mumbai fosse fatto interamente di marmo, ciò al fine di indicare la speciale importanza di quel luogo come base di lancio per diffondere la coscienza di Krsna nel mondo intero.
Figure:
Sotto. Le Divinità principali dell'ISKCON Chowpatty: Sri Sri RadhaGopinatha.
Sua Santità
Radhanatha Swami
Radhanatha Swami è un membro anziano della ISKCON, molto rispettato per le sue qualità spirituali.
All'età di diciannove anni realizzò che senza Dio ogni cosa era futile. Così, cominciò a farsi domande spirituali. Inizialmente a Londra, si mise alla ricerca di diversi leader spirituali e volle sperimentare lo stile di vita religiosa di una grande varietà di chiese, moschee e sinagoghe. Nei due anni successivi viaggiò in Europa e nel Medio Oriente finché non raggiunse l'India recandosi sulle montagne dell'Himalaya, dove visse in grotte, foreste e sulle rive dei fiumi sacri con sadhu e yogi. Fu a Mumbai che Radhanatha Swami incontrò per la prima volta Srila Prabhupada. In seguito, mentre viveva a Vrndavana, Radhanatha Swami concluse che la filosofia della coscienza di Krsna era di gran lunga superiore a tutte le altre che aveva finora studiato. Egli quindi accettò Srila Prabhupada come maestro spirituale a Vrndavana nel 1971 e fu ben presto iniziato in un tempio negli Stati Uniti.
Tra tutte le scritture vediche il più illuminante testo che descrive la Personalità di Sri Krsna
SRIMADBHAGAVATAM
'UNDICESIMO CANTO'
SRIMADBHAGAVATAM
Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli.
Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile.
Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.
CANTO 11
CAPITOLO 2
VERSO 37
Secondo le leggi di Dio, le tre influenze della
natura materiale sono costantemente in conflitto,
com'è affermato nella Bhagavad-gita. Questo
conflitto è definito in molti passi del
Bhagavatam con l'espressione
guna-vyatikaram. Quando l'essere vivente
rimane confuso dalle interazioni delle influenze
della natura materiale, arriva a concludere che
tutto è relativo e pensa che Dio e l'adorazione a
Dio non siano altro che sottoprodotti di questa
relativa e contraddittoria interazione delle
influenze della natura. In nome dell'antropologia,
della sociologia o della psicologia, l'essere
vivente cade sempre più profondamente nelle
tenebre dell'ignoranza materiale, e si dedica alla
virtù terrena, allo sviluppo economico, alla
gratificazione dei sensi o alla speculazione; a
questo punto egli considera l'Assoluto privo di
varietà e di personalità, e considera anche questi
aspetti un prodotto dell'interazione delle influenze
della natura.
La potenza illusoria del Signore Supremo è
duratyaya; è impossibile sfuggirle senza la
misericordia diretta di Krsna (mam eva ye
prapadyante mayam etam taranti te).
Possiamo fare l'esempio del sole: quando il sole
è coperto dalle nuvole non può essere reso
visibile da nessuno strumento creato dall'uomo. Il
sole stesso, però, che ha creato le nuvole, può
far svanire immediatamente le nuvole e così
rivelarsi. Similmente, quando siamo ricoperti
dalla potenza illusoria del Signore, ci
identifichiamo con il nostro corpo materiale
temporaneo, e abbiamo sempre la mente piena
di paura e di ansia, ma appena ci sottomettiamo
al Signore in Persona, ci accorgiamo che Lui ci
può liberare immediatamente da questa illusione.
Il mondo materiale è padam padam yad
vipadam: presenta un pericolo ad
ogni passo. Quando l'essere vivente comprende
di non essere il corpo materiale, ma un eterno
servitore di Dio, saprà vincere le sue paure.
Come afferma Srila Visvanatha Cakravarti
Thakura, atra bhaktaih samsara-bandhan na
bhetavyam sa hi bhaktau pravartamanasya
svata evapayati: "In questo
bhagavata-dharma i devoti non hanno bisogno
di temere i legami dell'esistenza materiale. Queste
paure si dissolvono automaticamente, per chi si
impegna nel servizio devozionale."
E' importante chiarire che bhayam, la paura, non
può essere vinta definitivamente soltanto con la
realizzazione impersonale, espressa con le parole
aham brahmasmi: "Io sono un'anima spirituale."
Nello Srimad-Bhagavatam (1.5.12), Narada
Muni dice a Vyasadeva, naiskarmyam apy
acyuta-bhava-varjitam na sobhate: il mero
naiskarmyam, la cessazione delle attività
materiali e il rifiuto del concetto della vita basato
sul corpo non possono salvarci definitivamente.
L'essere vivente deve trovare un rifugio
superiore, a livello spirituale, altrimenti tornerà
nuovamente nella situazione spaventosa
dell'esistenza materiale. Gli sastra affermano:
aruhya krcchrena param padam tatah patanty
adho 'nadrta-yusmad-anghrayah (S.B.
10.2.32). Anche se con grande sforzo e fatica si
riesce a raggiungere il livello del Brahman (kleso
'dhikaratas tesam avyaktasakta-cetasam), a
meno che non si trovi un rifugio adeguato, si
dovrà tornare al livello della materia. Questa
cosiddetta liberazione è vimukta-mana, una
liberazione immaginaria.
Per sua natura, l'essere vivente cerca il piacere
(ananda-maya). Ora noi soffriamo a causa del
nostro vano tentativo di cercare il piacere sul
piano materiale, e otteniamo come solo risultato
di farci coinvolgere nelle dolorose complicazioni
dell'esistenza, ma se cerchiamo di abbandonare
del tutto la tendenza a cercare il piacere, finiremo
col rimanere frustrati e torneremo alla ricerca del
piacere materiale. Sebbene allo stadio della
realizzazione impersonale del Brahman l'esistenza
sia eterna, non c'è ananda. La varietà è l'origine
del piacere. Sui pianeti Vaikuntha esiste il vero
ananda spirituale. Là abita Krsna, circondato
dai Suoi felici compagni, tutti eternamente pieni
di gioia e di conoscenza. Nessuno di loro ha
qualcosa a che fare con l'esistenza materiale. Sui
pianeti spirituali perfino il paesaggio e gli uccelli
sono pienamente coscienti di Krsna e assorti
nella gioia trascendentale. Yad gatva na
nivartante tad dhama paramam mama (B.g.
15.6). Chi raggiunge il pianeta spirituale e felice
di Krsna, sarà completamente soddisfatto e non
tornerà mai più al livello della materia: per questo
Visvanatha Cakravarti Thakura ha detto, kim
catra bhaktaih samsara-bandhan na
bhetavyam. Soltanto il bhakta si libera
veramente dalla paura.
A questo proposito Srila Bhaktisiddhanta
Sarasvati Thakura ha messo in rilievo la
necessità di accettare un maestro spirituale
autentico che sia
vrajendranandana-prestha , il più caro
servitore del figlio di Nanda Maharaja, Krsna. Il
maestro spirituale autentico è completamente
libero dall'invidia verso gli altri esseri, e perciò
distribuisce liberamente la conoscenza del
servizio devozionale a Dio, la Persona Suprema.
Quando gli esseri viventi ostili al servizio del
Signore riescono in un modo o nell'altro ad
ascoltare questa conoscenza in modo
sottomesso, si liberano dalla potenza illusoria del
Signore, che li aveva ricoperti e gettati nelle
sofferenze delle varie specie di vita. Secondo
Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, per la
misericordia del maestro spirituale il discepolo
fedele comprende gradualmente la posizione
trascendentale di Narayana, che è servito con
grande rispetto e venerazione da centinaia di
migliaia di dee della fortuna. Man mano che la
conoscenza trascendentale del discepolo
aumenta, perfino la paramaisvarya, l'opulenza
suprema del Signore di Vaikuntha, impallidisce
davanti alla luce della bellezza di Govinda,
Krsna. Govinda ha una potenza inconcepibile
nell'affascinare e dare piacere all'anima, e per la
misericordia del maestro spirituale il discepolo
sviluppa gradualmente la propria relazione felice
(rasa) con Govinda. Dopo aver compreso i
gioiosi divertimenti di Laksmi-Narayana, di Sri
Sita-Rama, di Rukmini-Dvarakadhisa, e
finalmente anche di Krsna stesso, l'essere
purificato ottiene il privilegio unico di partecipare
direttamente al servizio devozionale di Krsna,
che diventa il suo unico rifugio e oggetto di
adorazione.
VERSO 38
avidyamano 'py avabhati hi dvayo
dhyatur dhiya svapna-manorathau yatha
tat karma-sankalpa-vikalpakam mano
budho nirundhyad abhayam tatah syat
avidyamanah: non presente realmente; api:
sebbene; avabhati: è manifestato; hi: in verità;
dvayah: la dualità; dhyatuh: di una persona che
sperimenta; dhiya: con l'intelligenza; svapna: un
sogno; manah-rathau: o la concezione di un
desiderio; yatha: come; tat: perciò; karma:
delle
attività materiali; sankalpa-vikalpakam: che
svolge la funzione di formare i desideri positivi e
negativi; manah: la mente; budhah: una persona
intelligente; nirundhyat: dovrebbe controllare;
abhayam: mancanza di paura; tatah: in questo
modo; syat: può esserci.
TRADUZIONE
Sebbene la dualità del mondo materiale in
ultima analisi non esista, l'anima
condizionata, sotto l'influsso della propria
intelligenza condizionata, la sperimenta
come reale. Questa esperienza immaginaria
di un mondo separato da Krsna può essere
paragonato al meccanismo del sogno e del
desiderio. Quando durante la notte sogna
qualcosa di desiderabile o di orribile, o
quando sogna ad occhi aperti ciò che
vorrebbe ottenere o evitare, l'anima
condizionata crea una realtà che non ha
esistenza al di fuori della sua
immaginazione. La tendenza della mente
consiste nell'accettare e nel respingere le
diverse attività basate sulla gratificazione
dei sensi. Una persona intelligente dovrebbe
dunque controllare la mente, allontanandola
dall'illusione che la porta a considerare le
cose separate da Krsna, e quando la mente
sarà così controllata, sperimenterà la vera
assenza di paura.
SPIEGAZIONE
Benché la mente condizionata sia confusa dagli
oggetti della gratificazione dei sensi offerti da
maya, l'illusione, se l'anima si dedica al puro
servizio devozionale al Signore, il pensiero della
gratificazione dei sensi materiali si dissiperà
gradualmente, perché si tratta soltanto di una
speculazione mentale dell'anima condizionata.
Con le parole avyabhicarini bhakti, Srila
Sridhara Svami ha messo in rilievo che non è
possibile dissipare l'illusione della gratificazione
materiale dei sensi, se non ci si dedica al puro
servizio devozionale al Signore. Come ha
affermato Srila Rupa Gosvami:
anyabhilasita-sunya m
jnana-karmady-anavrtam
anukulyena krsnanu-
silanam bhaktir uttama
(Bhakti-rasamrta-sindhu 1.1.11)
Il puro servizio devozionale non può essere
mescolato con la gratificazione materiale dei
sensi o con la speculazione mentale. Il servitore
deve agire soltanto per la soddisfazione del
padrone. Similmente, Sri Krsna afferma nella
Bhagavad-gita: mam ekam saranam vraja.
Bisogna vedere
soltanto Krsna in ogni luogo, e agire
esclusivamente per la soddisfazione di Sri
Krsna, il padrone eterno di ogni essere vivente.
Srila Madhvacarya ha citato numerosi versi
dall'Hari-vamsa per illustrare che l'essere
vivente, confuso dalla identificazione col corpo
materiale, con la casa, con la famiglia, gli amici e
il resto, si trova coinvolto nel ciclo di nascite e
morti e considera questa fantasmagoria una
realtà. Secondo Srila Jiva Gosvami,
sravana-kirtanadi-laks ana-matratvam yato
na vyahanyeta: se una persona desidera
seriamente vincere la dualità dell'illusione
materiale, deve adottare il metodo del canto e
dell'ascolto delle glorie del Signore Supremo. Sri
Caitanya Mahaprabhu ha citato anche questo
riferimento vedico:
harer nama harer nama
harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nasty eva
nasty eva gatir anyatha
(Brhan-naradiya Purana)
Secondo le Scritture vediche gli esseri viventi del
Kali-yuga hanno ben poche capacità di
comprendere la conoscenza spirituale (mandah
sumanda-matayo manda-bhagya hy
upadrutah). Con la mente sempre disturbata,
essi sono pigri e sviati da molti falsi capi. Il
Bhagavatam li descrive anche come nihsattvan
(impazienti ed empi), durmedhan (dotati di
scarsa intelligenza) e hrasitayusah (di vita molto
breve). Perciò una persona che desidera
seriamente superare l'ignoranza della vita
materiale deve sottomettersi al metodo del canto
e dell'ascolto del santo nome del Signore Hare
Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare,
Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare
Hare deve recitare e a ascoltare con
sottomissione le Scritture trascendentali
presentate dal Signore, come la Bhagavad-gita,
lo Srimad-Bhagavatam e la
Caitanya-caritamrta. Bisogna comprendere
che l'essere vivente è completamente spirituale e
non si mescola mai con l'energia materiale
(asango hy ayam purusah). Secondo Srila Jiva
Gosvami, tasmin suddhe 'pi kalpyate: benché
l'essere vivente sia suddha, pura anima
spirituale, immaginando di essere una creazione
materiale s'invischia nella rete di illusioni chiamata
dehapatya-kalatradi.
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha usato
l'espressione manasa-pratyaksa per descrivere
l'esperienza della vita materiale.
Manasa-pratyaksa significa "ciò che viene
sperimentato solo nella mente". Il vero
pratyaksa è descritto nella Bhagavad-gita
(9.2):
raja-vidya raja-guhyam
pavitram idam uttamam
pratyaksavagamam dharmyam
susukham kartum avyayam
Quando si ascoltano con sottomissione le
istruzioni date dal Signore stesso nella
Bhagavad-gita, che è il re di ogni conoscenza
(raja-vidya) e anche la più confidenziale tra tutte
le informazioni (raja-guhyam), il contatto con
questa immacolata conoscenza spirituale
(pavitram idam uttamam) ci permette di
sperimentare direttamente la nostra natura eterna
(pratyaksavagamam). Sperimentando la nostra
natura eterna, diventiamo perfettamente religiosi
(dharmyam), pieni di felicità (susukham) e ci
impegniamo per l'eternità nel servizio di
devozione al Signore (kartum avyayam).
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha citato il
seguente sruti-mantra a questo proposito:
vijita-hrsika-vayubhir adanta-manas
turagam. "Pur usando gli stessi sensi e la stessa
aria vitale che si è riusciti a controllare, la mente
incontrollata ci trasporterà via di nuovo."
Secondo Srila Visvanatha Cakravarti Thakura il
significato di questo verso è samavahaya guros
caranam: chi respinge i piedi di loto del proprio
maestro spirituale perde completamente il
beneficio spirituale che aveva guadagnato fino a
quel momento. Questo è già stato indicato nel
verso precedente con le parole
guru-devatatma. Se non si accetta un maestro
spirituale autentico, appartenente alla
parampara autorizzata, come la propria adorata
divinità, come la propria stessa vita, non c'è
alcuna possibilità di superare la dualità della vita
materiale.
Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura ha
lasciato il seguente commento a questo verso: "Il
controllo della mente è il risultato di una vita
dedicata al servizio devozionale al Signore.
L'influenza del servizio devozionale stabile
permette alla mente, per sua natura pronta ad
accettare e a rifiutare, di placare la sua sete di
godere separatamente da Krsna. Nella
coscienza trascendentale di Krsna non esistono
contraddizioni, meschinità o mancanza di estasi.
In altre parole, non si tratta di un oggetto
materiale, che si rivela sempre temporaneo e
fonte costante di sofferenza. Per il fatto di aver
dimenticato Krsna, l'essere condizionato soffre a
causa della guida errata e la distorsione che la
sua cosiddetta intelligenza gli propone. Gli esseri
viventi sono frammenti del rifugio supremo,
Krsna, ma sono caduti dal regno di Krsna, il
regno dei divertimenti spirituali. Per aver
dimenticato il Signore Supremo, sono inclini a
cadere nel peccato e rivolgono la propria
attenzione verso pericolosi oggetti materiali, che
li tengono in uno stato di costante paura. Se una
persona desidera sottomettere la mente, che è
costantemente impegnata nella dualità della
speculazione mentale, deve dedicarsi al servizio
devozionale che si offre a Sri Krsna."
VERSO 39
srnvan su-bhadrani rathanga-paner
janmani karmani ca yani loke
gitani namani tad-arthakani
gayan vilajjo vicared asangah
srnvan: ascoltando; su-bhadrani: di buon
augurio; ratha-anga-paneh: del Signore
Supremo, che porta nella mano una ruota di
carro (nel gioco in cui combatte con il patriarca
Bhisma); janmani: le apparizioni; karmani: le
attività; ca: e; yani: che; loke: in questo mondo;
gitani: sono cantate; namani: i nomi;
tat-arthakani: il significato di queste apparizioni
e attività; gayan: cantando; vilajjah: libero da
ogni imbarazzo; vicaret: si deve viaggiare;
asangah: senza compagnia materiale.
TRADUZIONE
Una persona intelligente, che ha controllato
la mente e ha vinto la paura, dovrebbe
lasciare ogni attaccamento per gli oggetti
materiali come la moglie, la famiglia e la
nazione e viaggiare liberamente senza alcun
imbarazzo, ascoltando e cantando i santi
nomi del Signore che porta la ruota di un
carro. I santi nomi di Sri Krsna sono pieni
di qualità propizie perché si riferiscono alla
Sua nascita e alle Sue attività
trascendentali, da Lui compiute in questo
mondo per la salvezza delle anime
condizionate. Così i santi nomi del Signore
sono cantati da un capo all'altro del mondo.
SPIEGAZIONE
Poiché i santi nomi, le forme e i divertimenti di
Dio, la Persona Suprema, sono illimitati, nessuno
può ascoltarli o recitarli tutti: il termine loke
indica che si dovrebbero cantare i santi nomi del
Signore che sono famosi su questo particolare
pianeta. Per questa ragione, Sri Rama e Sri
Krsna sono veramente famosi in questo mondo.
I libri che parlano di Loro, il Ramayana e la
Bhagavad-gita, sono studiati e apprezzati in
tutto il mondo. Anche Caitanya Mahaprabhu sta
gradualmente diventando famoso in tutto il
mondo, come Egli stesso aveva predetto.
Prthivite ache yata nagaradi gram / sarvatra pracara haibe mora nama:
"Le glorie del Mio nome saranno cantate in ogni
città e villaggio di questa Terra." Così, secondo
l'autorevole affermazione di questo verso dello
Srimad-Bhagavatam, il Movimento per la
Coscienza di Krsna mette in rilievo l'importanza
del maha-mantra Hare Krsna, Hare Krsna,
Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare
Rama, Rama Rama, Hare Hare insieme al
panca-tattva maha-mantra
sri-krsna-caitanya prabhu-nityananda
sri-advaita gadadhara
srivasadi-gaura-bhakta-vrnda.
Secondo Srila Sridhara Svami, questo metodo
gioioso del canto dei santi nomi del Signore,
libero da ogni concezione materiale, è chiamato
sugamam margam, una via molto piacevole.
Similmente, Sri Krsna ha definito il metodo del
bhakti-yoga, susukham kartum, compiuto con
gioia, e Srila Locana dasa Thakura ha cantato,
saba avatara sara siromani kevala
ananda-kanda. Il metodo di Caitanya
Mahaprabhu per adorare Krsna è kevala
ananda-kanda, semplicemente gioioso. A
questo proposito Srila Prabhupada ha stabilito
che in ogni parte del mondo la gente può riunirsi,
cantare il mantra Hare Krsna, leggere i libri
autentici come la Bhagavad-gita così com'è, e
accettare un sontuoso krsna-prasadam,
proprio come faceva Caitanya Mahaprabhu a
Navadvipa.
Per ottenere successo in questo programma,
però, Locana dasa Thakura ci mette in guardia,
visaya chadiya: bisogna abbandonare la
gratificazione dei sensi materiale. Chi indulge
nella gratificazione materiale dei sensi resterà
sicuramente fermo nella concezione della vita
basata sul corpo, e chi alimenta tale concezione
avrà senza dubbio un'idea materiale dei
divertimenti di Dio, la Persona Suprema; ricadrà
perciò nella categoria degli impersonalisti
Mayavadi, che considerano il corpo
trascendentale del Signore una creazione della
natura materiale. Perciò in questo verso è molto
significativo il termine asangah. Bisogna cantare il
santo nome del Signore evitando le speculazioni
mentali, e accettare Sri Krsna così come Egli
stesso Si presenta nella Bhagavad-gita, quando
afferma che Egli soltanto è Purusottama, Dio, la
Persona Suprema, e che la Sua forma
trascendentale è eterna (ajo 'pi sann
avyayatma).
Srila Jiva Gosvami ha precisato, yani
sastra-dvara sat-parampara-dvara ca loke
gitani janmani karmani ca, tani srnvan
gayams ca: chi desidera ottenere il successo nel
canto e nell'ascolto del santo nome del Signore
deve adottare questo metodo così come ci viene
trasmesso nella sat-parampara, la successione
trascendentale di maestri; la sat-parampara può
essere identificata riferendosi alle Scritture
vediche autentiche. Contrariamente all'opinione
di alcuni critici poco informati, i seguaci della
coscienza di Krsna non sono fanatici
scarsamente dotati di facoltà mentali, anzi
seguono con intelligenza il metodo che permette
di discernere e di decidere; tale metodo è
chiamato guru, sadhu e sastra. In altre parole,
bisogna accettare un maestro spirituale autentico,
che a sua volta dev'essere confermato
dall'opinione di grandi persone sante e dalle
Scritture rivelate. Chi accetta un maestro
spirituale autentico, segue l'esempio dei grandi
santi e diventa esperto nelle Scritture autorevoli
come la Bhagavad-gita così com'è e lo
Srimad-Bhagavatam, ottenendo così il pieno
successo nel suo programma di canto dei santi
nomi del Signore e di ascolto dei divertimenti del
Signore. Come insegna Krsna nella
Bhagavad-gita (4.9):
janma karma ca me divyam
evam yo vetti tattvatah
tyaktva deham punar janma
naiti mam eti so 'rjuna
"Colui che conosce la natura trascendentale della
Mia apparizione e delle Mie attività non
rinascerà più, dopo aver lasciato il corpo in
questo mondo materiale, ma raggiungerà la Mia
dimora eterna, o Arjuna."
Srila Visvanatha Cakravarti ha affermato che
secondo questo verso in tutto il mondo il Signore
Supremo è conosciuto con molti nomi, alcuni dei
quali sono espressi in linguaggio popolare;
tuttavia qualsiasi nome usato per indicare Dio, la
Persona Suprema, l'Uno senza secondi situato al
di là delle influenze della natura materiale, può
essere considerato un santo nome del Signore.
Questo significato è espresso nel termine loke.
Non bisogna equivocare sul termine vicaret, "si
deve viaggiare", e credere che mentre si cantano
i santi nomi del Signore sia possibile recarsi in
qualsiasi luogo e impegnarsi in qualsiasi attività,
senza alcuna discriminazione. Perciò è detto,
vicared asangah: si può viaggiare liberamente,
ma nello stesso tempo bisogna evitare
accuratamente la compagnia di coloro che non si
interessano alla coscienza di Krsna o sono
impegnati in attività colpevoli. Sri Caitanya
Mahaprabhu ha insegnato, asat-sanga-tyaga ei
vaisnava acara (C.c. Madhya 22.87): un
Vaisnava si riconosce dal fatto che evita
completamente ogni compagnia mondana. Se nel
corso dei suoi viaggi, mentre canta le glorie del
Signore, un predicatore Vaisnava trova una
persona che, pur non essendo devota, desidera
con sottomissione e sinceramente sentir parlare
di Krsna, il predicatore gli offrirà senz'altro la
sua compagnia misericordiosa. Ma il Vaisnava
dovrebbe evitare accuratamente coloro che non
sono interessati a sentir parlare di Krsna.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, coloro che non s'impegnano
nell'ascolto degli straordinari divertimenti e dei
santi nomi di Dio, la Persona Suprema, e non li
gustano, si stanno dedicando unicamente ad
attività materiali illusorie e a una rinuncia falsa e
materialistica. Gli esseri delusi talvolta si
dedicano all'arido impersonalismo, evitando le
descrizioni del nome, della forma, delle qualità,
dei divertimenti eterni e
di tutto ciò che circonda il Signore
Supremo. Chi ottiene invece la
compagnia di un puro devoto, lascerà la
via delle aride discussioni speculative
per situarsi sull'autentico sentiero vedico
del servizio devozionale al Signore.
Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura afferma che il termine dvaita,
"dualità", esprime la falsa concezione
secondo la quale un oggetto potrebbe
esistere indipendentemente da Krsna.
La concezione Mayavada detta
advaita, che elimina ogni distinzione
spirituale, non è che un'altra
manifestazione della funzione
caratteristica della mente, quella di
accettare e respingere. L'eterna
apparizione e gli eterni divertimenti di
Dio, la Persona Suprema, non
contraddicono mai il concetto detto
advaya-jnana, ossia la conoscenza
trascendentale che è al di là del
dualismo.
(continua nel prossimo numero)
SRILA PRABHUPADA
LILAMRTA
La Biografia di un Santo del XX Secolo
di Satsvarupa dasa Gosvami
Prosegue la pubblicazione integrale della biografia di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, così come è presentata nel volume intitolato Srila Prabhupada Lilamrita, scritto da Satsvarupa das Goswami.
Dodicesima Puntata
Abhay compose anche un discorso, che lesse dinanzi all'assemblea di ospiti e membri della Gaudiya Math. Benché la sua lingua d'origine fosse il bengali, il suo inglese era chiaro e naturale.
Signori, l'offerta di omaggi che è stata preparata questa sera per Acaryadeva non rappresenta un interesse settario, perché quando parliamo del principio fondamentale di Gurudeva o di Acaryadeva parliamo di qualcosa che è di universale applicazione. In questo caso il problema di discriminare tra il mio guru e i vostri guru, o chiunque altro, non si pone nemmeno.
Esiste soltanto un guru che appare in infinite forme per insegnare a voi, a me e agli altri. Il guru o acaryadeva, come apprendiamo dalle Scritture autentiche, emana il messaggio del mondo assoluto, voglio dire la dimora trascendentale della Persona Suprema dove ogni cosa, in modo indifferenziato, serve la Verità Assoluta.
Come una poesia, il discorso era personale, ma più ancora della poesia il discorso era autorevole predica filosofica. I confratelli rimasero colpiti nell'ascoltare Abhay che in modo così esperto presentava la filosofia vaisnava. Come era possibile? Naturalmente, ciò non doveva essere stato improvviso come una sorpresa; anche lui, come del resto i suoi confratelli, aveva ascoltato la filosofia vaisnava dalle labbra di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati. Perché non avrebbe dovuto essere in grado di enunciare gli insegnamenti del suo maestro spirituale, dato che aveva ascoltato da lui e aveva letto la Bhagavadgita, lo SrimadBhagavatam e il Bhaktirasamritasindhu?
Non era forse un devoto nella parampara? Fino a quel momento, tuttavia, nessuno sapeva che egli fosse in grado di predicare in inglese con tanta maestria.
Perciò, se l'Assoluta Verità è una e riguardo a questo noi pensiamo che non vi possa essere divergenza di opinioni anche i guru non possono essere due.
Acaryadeva, presso il quale ci siamo riuniti stasera per offrirgli i nostri rispettosi omaggi
non è il guru di un'istituzione settaria o uno dei numerosi e dissenzienti esponenti della verità. Al contrario, egli è il Jagatguru, il guru di tutti noi; l'unica differenza è che alcuni
obbediscono a lui totalmente, dal profondo del cuore, mentre altri non gli obbediscono in modo diretto.
Il guru di cui Abhay parlava, naturalmente, era Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, il rappresentante del compilatore originale delle Scritture, Vyasadeva. Abhay spiegò che Sri Krishna aveva trasmesso la conoscenza trascendentale a Brahma, il creatore di questo universo. Da Brahma la conoscenza era discesa a Narada, da Narada a Vyasa, da Vyasa a Madhva.... Poiché Srila Bhaktisiddhanta stava presentando la conoscenza così com'è, senza alcuna interpretazione nella parampara era un autentico acarya che poteva illuminare altre persone con la conoscenza rivelata dai Veda.
Abhay continuava:
Signori, la nostra conoscenza è così povera, i nostri sensi così imperfetti, le nostre fonti così limitate che non è possibile per noi avere nemmeno la più esile conoscenza della regione assoluta senza arrenderci completamente ai piedi di loto di Sri Vyasadeva, o al suo autentico rappresentante.
Come Abhay spiegava, questa conoscenza trascendentale era stata conosciuta in India per migliaia di anni, e questa conoscenza benché al presente oscurata era il vero dono dell'India al mondo.
Possiamo concludere affermando che l'oscurità dell'età presente non è dovuta a mancanza di avanzamento materiale, ma è dovuta al fatto di aver perso l'orientamento del nostro avanzamento spirituale, che è la prima necessità della vita umana e il principio su cui poggia la più elevata forma di civiltà.
Gettare bombe dagli aeroplani non significa essersi evoluti nella linea di comportamento che consisteva nel lanciare grosse pietre sulle teste dei nemici dalla sommità delle colline. Il perfezionamento dell'arte di uccidere i nostri vicini inventando cannoni o servendosi di gas venefici non significa certo essere avanzati dalla primitiva barbarie che rendeva orgogliosi della propria arte di uccidere con archi e frecce. Lo sviluppo di un senso egoistico di sfrenata gratificazione è soltanto la prova di un animalismo intellettuale...
Così mentre alcuni vivevano ancora nel grembo della dimenticanza storica, i saggi dell'India avevano sviluppato un genere differente di civiltà che rende idonei a conoscere se stessi. Essi scoprirono che non siamo esseri materiali, ma spirituali, permanenti e non distruttibili servitori dell'Assoluto.
Il discorso continuava con la descrizione delle terribili conseguenze di una vita spesa male, le sofferenze del ciclo ripetuto di nascita e morte. Di nuovo Abhay metteva in evidenza la necessità di arrendersi al maestro spirituale. Egli criticava i filosofi empirici mondani, i politici atei, e coloro che si dedicano ciecamente alla gratificazione dei sensi. Ripetutamente puntualizzava la sublime e naturale posizione dell'anima al servizio di Dio e del puro devoto di Dio. Abhay, un discepolo iniziato dal suo maestro spirituale da poco più di due anni, riferendosi a se stesso come a uno studente, continuava:
Signori, benché noi siamo come ragazzi ignoranti nella conoscenza trascendentale, Sua Divina Grazia, il mio Gurudeva, ha acceso un piccolo fuoco dentro di noi, per dissipare
l'oscurità invincibile della conoscenza empirica, e noi siamo andati così avanti sulla strada sicura che nessun ammonto di argomentazione filosofica delle scuole che si basano sull'empirismo (dottrina che ritiene l'esperienza l'unica base del conoscere), possono farci deviare minimamente dalla posizione di eterna dipendenza dai piedi di loto di Sua Divina Grazia e siamo preparati a sfidare i più eruditi studiosi della scuola mayavada su questo vitale assunto: che Dio, la Persona Suprema, e i Suoi divertimenti di Goloka sono la sola sublime informazione dei Veda.
Egli poi concludeva il suo discorso con una eloquente preghiera di sottomissione.
Personalmente non ho speranza di ottenere un servizio diretto per i dieci milioni di nascite a venire nel soggiorno della mia vita sulla terra, ma sono fiducioso che un giorno o l'altro sarò liberato da questo pantano di delusione nel quale mi trovo così profondamente immerso. Perciò desidero pregare con tutto il mio fervore ai piedi di loto del mio divino maestro affinché mi assegni la quantità di sofferenze che sono destinato a soffrire per i miei passati misfatti, ma gli chiedo di concedermi la capacità di ricordare che sono soltanto un insignificante servitore dell'Assoluta e Onnipotente Persona di Dio, quella Persona che la salda misericordia del mio divino maestro mi ha permesso di realizzare. Voglio quindi inchinarmi ai suoi piedi di loto con tutta l'umiltà di cui sono capace.
Egli presentò la poesia e il discorso al The Harmonist. La poesia, la prima pubblicazione di Abhay, lo segnalò come un competente scrittore in lingua inglese, e Swami Bhaktipradipa Tirtha, editore di The Harmonist, in modo informale, designò Abhay kavi, "poeta erudito". Alcuni confratelli di Abhay raccolsero il titolo, e cominciarono a chiamarlo kavi. Molti di loro, anche i sannyasi, non erano esperti nella lingua inglese, ma Abhay non era una persona comune.
Essi notarono che la poesia era personale, ispirata alla genuina adorazione di Abhay e alla grazia di aver potuto incontrare un maestro spirituale autentico. La poesia, inoltre, aderiva rigidamente alle conclusioni delle Scritture.
Per Abhay, tuttavia, la gloria del suo "omaggio di Sri Vyasapuja" arrivò quando la poesia aveva raggiunto Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati ed era stata gradita.
Una strofa, in modo particolare, aveva reso felice Srila Bhaktisiddhanta, tanto che si sentì in dovere di mostrarla a tutti i suoi ospiti.
L'Assoluto è senziente
Tu l'hai dimostrato.
La calamità impersonalista
Tu l'hai rimossa.
In qualche modo, con questo semplice distico Abhay aveva colto l'essenza della predica del suo maestro spirituale contro i mayavadi, e Srila Bhaktisiddhanta considerò questa un'indicazione della conoscenza che Abhay aveva del pensiero del suo maestro spirituale. Uno dei confratelli di Abhay paragonò questo verso al verso in cui Rupa Gosvami esprimeva l'intimo pensiero di Sri Caitanya con tale aderenza da suscitare la Sua estasi.
Srila Bhaktisiddhanta aveva trovato bello anche il saggio e lo mostrò ad alcuni tra i suoi devoti più intimi. Dette poi all'editore di The Harmonist la seguente istruzione: "Qualunque cosa Abhay scriva, pubblicala!".
Abhay pensava che fosse un fatto naturale quello di avere nemici e competitori in affari era un segno del successo; ma a Bombay tale competizione causò ad Abhay la perdita di un'altra buona opportunità di diventare ricco. Il "nemico" era il figlio dell'ispettore di Abhay allo "Smith Institute". Entrambi, padre e figlio, si lamentarono con i dirigenti dello "Smith Institute" che Abhay Charan De cercasse di vendere i prodotti del proprio laboratorio, invece che quelli dello "Smith Institute". A causa di questo raggiro Abhay perse la sua posizione allo "Smith Institute", e l'ispettore sostituì Abhay con il proprio figlio che diventò il nuovo agente. Una volta di più Abhay doveva contare sulle sue sole forze.
Mentre continuava ad aiutare i suoi confratelli sannyasi a Bombay, Abhay trovò da affittare una costruzione a due piani sulla Gawlia Tank Road. Tutti concordavano nel dire che sarebbe stato un centro adatto, e Abhay si organizzò per l'affitto e per la restaurazione iniziale. Aiutò poi i sannyasi a trasferirsi là. Sembrava che i suoi sforzi relativi a ciò che era spirituale fossero sempre pieni di successo, mentre i suoi tentativi negli affari erano generalmente fallimentari. Naturalmente qualche nemico negli affari non era causa di scoraggiamento intrighi e perdite facevano sempre parte del gioco, ed egli era ancora ben noto in tutta l'India nel settore farmaceutico. Tuttavia, non era tanto il dare e l'avere negli affari che disturbava Abhay, quanto il suo dubbio nel domandarsi se questo era il miglior modo di servire il suo maestro spirituale. Gli affari erano un bene soltanto se potevano andare di pari passo con la sua vita spirituale. Sri Caitanya aveva detto che il canto del mantra Hare Krishna doveva diffondersi in ogni città e in ogni villaggio, e Abhay voleva aiutare il suo maestro spirituale a realizzare questa profezia, soprattutto contribuendo con il denaro e aiutando a stabilire centri. I suoi guadagni non dovevano servire esclusivamente per la sua famiglia.
Idealmente la vita di famiglia e la vita spirituale dovrebbero proseguire fianco a fianco, ma la difficoltà era la moglie di Abhay. Era disturbata dalle perdite relative agli affari e indifferente ai successi spirituali. Voleva restare nell'orbita della casa e della famiglia e, nonostante i suggerimenti di Abhay, rifiutava di accettare l'iniziazione da Srila Bhaktisiddhanta. Era sua moglie il suo più formidabile competitore. Lei fomentava la sua opposizione direttamente in famiglia, dove la situazione non era minimamente gradita.
Quando Abhay occasionalmente visitava la sua famiglia ad Allahabad, cercava di soddisfarla con le migliori intenzioni. Gli affari di Bombay non erano molto prosperi, ma lui aveva nuovi progetti, e assicurava che non c'era di che preoccuparsi. Aveva pensato di predicare di più a casa sua l'intera famiglia poteva essere maggiormente coinvolta nelle attività spirituali. Egli voleva invitare ospiti, tenere discussioni sulla Bhagavad-gita e sullo SrimadBhagavatam, compiere kirtana e distribuire prasadam. Voleva predicare proprio come stavano predicando il suo maestro spirituale e i suoi confratelli. Tale programma non richiedeva che un sannyasi o un brahmacari venisse a presenziare. Abhay poteva farlo da sé. Sarebbe stato l'esempio di una vita di famiglia ideale, ma Radharani non era sottomessa. Piuttosto che venire per sentirlo parlare, preferiva restare con i figli in un'altra stanza - preferiva prendere il tè.
A Bombay Abhay stava in compagnia di Sridhara Maharaja e di Bhaktisaranga Gosvami. Entrambi i sannyasi erano studiosi molto colti. Sridhara Maharaja era stimato per la sua conoscenza degli sastra, e Bhaktisaranga per i suoi scritti e per le sue prediche in inglese. Talvolta Abhay parlava con loro delle sue realizzazioni.
Abhay studiava le scritture per conto suo il commento del suo maestro spirituale alla Bhagavadgita e allo SrimadBhagavatam e anche i commentari dei precedenti acarya. Mentre leggeva il commento di Visvanatha Cakravarti Thakhura sulla Bhagavadgita (II capitolo, quarantunesimo verso) lesse che il discepolo deve considerare l'ordine del suo maestro spirituale come la sua stessa vita.
Queste parole produssero un effetto profondo su Abhay, e intensificarono in lui il desiderio di mettere in pratica l'ordine di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati.
Inoltre, nell'ottantottesimo capitolo del decimo Canto dello SrimadBhagavatam, Abhay incontrò il verso in cui Sri Krishna afferma qualcosa che lo allarmò:
yasyaham anugrihnami
harisye taddhanam sanaih
tato 'dhanam tyajanty asya
sva-jana duhkhaduhkhitam
"Quando Mi sento particolarmente disposto a dare la misericordia a qualcuno, lo privo a poco a poco di tutti i suoi possessi materiali. I suoi amici e parenti allora respingono questa persona colpita dalla povertà e dalla sfortuna". Abhay rabbrividì nel leggere questo verso. Sembrava che parlasse direttamente a lui. Ma che significava? "Significa", egli pensò, "che Krishna mi porterà via tutto il mio denaro?" Questo era proprio ciò che stava accadendo? Era questa la ragione del fallimento di tutti i suoi affari? Egli discusse il significato del verso con Sridhara Maharaja. Sì, Sridhara Maharaja confermò, questo doveva essere ciò che era accaduto tra Sri Krishna e Abhay.
* * *
Nel luglio del 1935 Srila Bhaktisiddhanta venne per installare le Divinità di Krishna e per istituire l'adorazione della Divinità al centro di Bombay. Egli era compiaciuto di ciò che i suoi discepoli avevano fatto, e Bhaktisaranga Maharaja ammise che gran parte del lavoro era dovuto ad Abhay Babu, che aveva collettato fondi e stabilito nuovi centri. "Perché Abhay sta vivendo da solo?" Bhaktisaranga chiese. "Egli dovrebbe essere il presidente del tempio di Bombay".
Bhaktisiddhanta Sarasvati rispose: "E' meglio che viva al di fuori della tua compagnia. Egli lo farà. Al momento opportuno farà spontaneamente tutto ciò che deve fare. Non devi forzarlo."
Abhay non era presente a questo dialogo, ma i suoi confratelli gli riferirono ciò che aveva detto. Queste parole del suo maestro spirituale, pronunciate con aria misteriosa e profetica, furono importanti per Abhay. Egli le conservò gelosamente dentro di sé e meditò sul loro significato.
(Continua nel prossimo numero)
Il Tali
di Kurma dasa
Il tali è un vassoio tondo corredato di coppette e piattini usato in India per servire i pasti importanti. Il tali contiene una selezione di verdure, legumi, insalata, pane e dolci in piccole quantità servite in coppette individuali in modo da poter offrire in tavola tutto il pasto in un'unica portata. La versione del tali che vi proponiamo è molto semplice e può essere arricchita a vostro piacere con altri piatti. Servite sempre con il tali del riso bollito e del pane indiano come puri o chapati.
Seguono le ricette di alcune preparazione salate che potrete disporre sul vostro tali. Buon lavoro!
Dal tarkari
Zuppa di dal con verdure
Tempo di preparazione e di cottura: 1 ora
Ingredienti:
200 g. di mung dal o di piselli secchi
2 l. di acqua
2 foglie di alloro
3 cucchiaini di sale
1 bastoncino di cannella spezzato (lungo circa 7,5 cm)
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaio di burro
300 g di verdure assortite lavate e tagliate a cubetti
2 cucchiai di ghi
1 cucchiaino di semi di cumino
2 peperoncini secchi sbriciolati
1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
1/4 di cucchiaino di assafetida
1 cucchiaio di foglie di coriandolo fresco
2 limoni lavati e tagliati ognuno in otto fette
Mondate e lavate il dal e poi scolatelo. Mettete a bollire in una pentola pesante l'acqua, il sale, le foglie d'alloro e i pezzi di cannella. Aggiungete il dal nell'acqua bollente.
Quando l'acqua riprende a bollire coprite parzialmente la pentola e cuocete a fuoco medio per circa 20 minuti finché il dal è diventato tenero. Togliete la schiuma che si sarà formata in superficie e aggiungete la curcuma e il burro, poi le verdure già tagliate; rimettete il coperchio e mantenete la cottura a calore medio finché le verdure sono diventate tenere e i legumi si sono completamente sfatti. Lasciate bollire il dal mentre preparate i condimenti.
Scaldate due cucchiai di ghi in un tegamino, unendo semi di cumino e il peperoncino sbriciolato. Mescolate una sola volta. Quando i semi di cumino cominciano a scurirsi unite lo zenzero grattugiato e l'assafetida e soffriggete ancora per qualche secondo. Girate, inclinate il tegamino e versate il condimento sul dal in un solo colpo. Coprite subito e lasciate che spezie e dal cuociano insieme per 4 o 5 minuti. Versatelo, molto caldo, in una coppetta del tali e guarnite con la fetta di limone e le foglie di coriandolo appena tritate.
Alu gobhi panir
Cavolfiore e patate con formaggio
Tempo di preparazione e cottura: 30 minuti
Ingredienti:
1 cucchiaio di ghi
1/2 cucchiaino di semi di mostarda nera
2 peperoncini freschi piccanti privati di semi e tritati
1 cucchiaio di zenzero grattugiato
2 foglie di alloro
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di coriandolo in polvere
1 cucchiaino di cannella in polvere
600 ml. di acqua
4 patate sbucciate e tagliate a cubetti
350 g. di panir pressato
1 cavolfiore medio lavato e tagliato a cimette
2 cucchiaini di sale
1/2 cucchiaino di garam masala
2 cucchiai di foglie di coriandolo o di prezzemolo
Scaldate il ghi in una padella media a fiamma moderata. Aggiungete i semi di mostarda e mettete il coperchio in modo che non fuoriescano. Quando finiscono di scoppiettare aggiungete i peperoncini, le zenzero e le foglie di alloro mescolando per 30 secondi. Aggiungete le spezie in polvere, eccetto il garam masala, e subito dopo l'acqua. Portate a ebollizione poi abbassate la fiamma e fate cuocere dolcemente. Mentre questo masala liquido cuoce friggete separatamente i cubetti di patate e di formaggio finché non sono dorati, poi scolateli. Friggete le cimette di cavolfiore finché sono leggermente dorate e quasi cotte. Aggiungete il cavolfiore al masala liquido, coprite e cuocete a fiamma bassa. Dopo cinque minuti sollevate il coperchio, aggiungete la patate fritte e i cubetti di formaggio, mescolate e cuocete per altri 2 o 3 minuti finché tutti gli ingredienti si sono ben insaporiti. Condite con sale e garam masala e cospargete di coriandolo fresco o prezzemolo.
Tamatar chatni
Salsina piccante di pomodoro
Tempo di preparazione e di cottura: 40 minuti
Ingredienti:
8 pomodori sodi e maturi
4 cucchiai di acqua
2 cucchiai di ghi
2 cucchiaini di semi di mostarda nera
1 cucchiaio di zenzero grattugiato
2 peperoncini piccanti tritati
5 chiodi di garofano
2 foglie di alloro
1 bastoncino di cannella
1 cucchiaino di semi di cumino
2 cucchiaini di semi di coriandolo in polvere
1 pizzico di assafetida
1 cucchiaino di sale
4 cucchiai di zucchero di canna
Scottate i pomodori, sbucciateli e schiacciateli con 4 cucchiai di acqua e metteteli da parte. In una pentola media scaldate il ghi a fiamma media e buttatevi dentro i semi di mostarda. Coprite. Quando i semi di mostarda hanno finito di scoppiettare, fatevi rosolare le altre sei spezie e lo zenzero per un minuto, poi aggiungete i pomodori, l'assafetida e il sale. Mescolate con un mestolo di legno, coprite e fate cuocere a fiamma bassa per circa 20 o 30 minuti. Dapprima mescolate ogni tanto, poi mescolate sempre più spesso mentre il chatni si raddensa finché non c'è più liquido.
Aggiungete ora lo zucchero e alzate la fiamma, mescolate velocemente il chatni per altri 5 minuti o finché si è raddensato come una salsa. Togliete i chiodi di garofano, le foglie di alloro e la cannella. Servitelo a temperatura ambiente per accompagnare le pietanze del tali.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Passatempi inutili in luoghi pericolosi
Durante una passeggiata mattutina a Denver, Colorado il 28 giugno 1975, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami conversa con i suoi discepoli sui costumi di una civiltà malata e sulle soluzioni spirituali a tale situazione.
Srila Prabhupada: Finché i capi mondiali non applicheranno la cultura vedica, che genere di civilizzazione potranno avere? Competizioni per cani. Corse di cavalli. Questo è quello che vogliono. Rat rice (gioco di parole inglese, rat rice significa tanto 'arrivismo' che 'corsa dei topi'). Questo è tutto. La loro civilizzazione è una gara. Competizioni per cani. Corse di cavalli. Rat rice. I cittadini non sanno niente sulla grande scienza dell'anima.
Civilizzazione moderna significa semplicemente che le persone stanno diventando dei mascalzoni, civiltà per animali!
Certo, per esattezza, può trattarsi anche di una corsa di motori. Hanno fatto progressi: dalla comune competizione dei cani alle corse dei motori. Ma se una persona sta correndo, non già sulle quattro zampe, bensì su quattro ruote, che valore ha dire che non è un cane? Egli è della stessa razza. La medesima razza, sia che corra sulle quattro zampe che sulle quattro ruote. La razza è la stessa, e il cane è lo stesso. Pertanto questa civilizzazione è una benemerita corsa per cani.
L'uomo moderno non è completamente consapevole se non si fa delle domande di questo tipo: "Posso anche sentirmi orgoglioso di andarmene in giro in auto correndo, ma tutto questo ha qualche valore se io non comprendo il significato della mia vita?"
Hmm, e si continua ad andare avanti così: come in una grande, grandissima autostrada atta alla corsa dei cani, questa è la civiltà moderna.
E quando gli yogi e gli svami mascalzoni presentano la loro versione della cultura vedica, essi dicono cose del tipo: "Attraverso questa meditazione trascendentale potrai godere di questa corsa per cani in un modo molto piacevole". In realtà, questi yogi e svami sono anch'essi disorientati dalla civiltà materialista. "Molto piacevole, molto piacevole" E che altro? Tutto qui.
Nella Bhagavadgita Krsna descrive tali persone. Mohitam nabhijanati mam ebhyah param avyayam: "Disorientati dai condizionamenti della natura materiale, i folli e i mascalzoni non Mi conoscono, come colui che è oltre i condizionamenti ed è inesauribile". Il mondo moderno è pieno di questi mudha, di questi mascalzoni. Così, bisogna considerare che la nostra sola speranza è che voi distribuiate i nostri libri coscienti di Krsna quanto più è possibile. (...)
A Londra c'è un grande stadio per la corsa dei cani. Cosa ne sai? Molte persone vanno a vedere le corse dei cani? Discepolo: In America la corsa dei cani è molto popolare. Qui a Denver, alle persone piace molto andarci.
Srila Prabhupada: Alla corsa dei cani? (Risata)
Discepolo: Anche noi ci siamo stati, Srila Prabhupada, per distribuire i tuoi libri.
Srila Prabhupada: Anche in Australia, a Sydney. Anche lì ci sono molti amanti della corsa dei cani. Molti uomini che allevano cani di grossa taglia per farli gareggiare.
Discepolo: E' fatto allo scopo di poter scommettere.
Srila Prabhupada: E inoltre, in Europa, essere aristocratici significa avere molti cani e molti cavalli. E' questa l'aristocrazia. Gli aristocratici corrono con i cavalli, e allevano i cani per poi andare nella foresta ad uccidere qualche uccellino innocente. Questa è l'essenza delle loro attività eroiche.
(A un discepolo) Ti ricordi il palazzo che abbiamo visitato in Francia?
Discepolo: Sì. Lungo le gallerie vi erano molti quadri di aristocratici che uccidevano uccelli e volpi. Quadri per rammentarsi di quelle grandi personalità e delle loro gesta eroiche.
Srila Prabhupada: A Parigi abbiamo visto una statua di Napoleone enorme. Il vanto di Napoleone era il motto: "io sono la Francia". La Francia è ancora lì, ma Napoleone no. (Risata)
Finito Napoleone. Finito Hitler. Finito Gandhi.
Discepolo: Srila Prabhupada, nello stesso luogo dove abbiamo visto la statua di Napoleone, precedentemente vi era stata un'altra statua, quella di Luigi XIV. Napoleone la fece riporre per sostituirla con la sua stessa effigie.
Srila Prabhupada: E un giorno verrà qualcuno a rimpiazzare la statua di Napoleone. Ad esempio a Karachi hanno tolto la statua di Gandhi. Nessuno resterà in questo mondo.
Quindi cantate sempre Hare Krsna. Questo è un luogo molto pericoloso. Padam padam yad vipadam: questo è un luogo dove ad ogni passo vi è un pericolo. Certo adesso, stiamo passeggiando in un bel parco, ma ad ogni momento potrebbe esserci una rivoluzione e tutto, ogni cosa, cambierebbe. Tutto potrebbe essere incendiato e diventare fuoco, proprio come è diventata adesso l'India.
Pertanto dovremmo ricordarci sempre che qui in questo mondo materiale, Padam padam yad vipadam: a ogni momento c'è un pericolo.
Distogliete quindi l'attenzione da questo luogo. Questo è ciò che significa essere intelligenti.
I Dieci Comandamenti alla luce delle Scritture Vediche
di Gandarvika devi dasi
Un commento ai Dieci Comandamenti
secondo la prospettiva delle Sacre Scritture vaisnava; per scoprire insieme che le leggi della vera religione sono comuni a tutte le autentiche tradizioni spirituali.
Terzo
"Ricordati di
santificare le feste"
Un invito a non lasciare nell'oblio quei giorni speciali che hanno il compito di far rivivere, tramite i festeggiamenti, episodi narrati dalle Sacre scritture o legati alla vita dei Santi inviati del Signore è l'essenza della terza ingiunzione che Dio suggerisce a Mosè, secondo il ben noto racconto biblico.
Questo terzo comandamento non è, come purtroppo oggi molti credono, un invito alla gratificazione dei sensi o a un superficiale atto di presenza in chiesa, dove reciteremo diligentemente il nostro blablabla. Esso è, invece, una ben precisa ingiunzione a santificare determinati giorni dell'anno che, secondo le Scritture, sono particolarmente indicati per glorificare la Suprema Personalità di Dio, Krsna, e i Suoi puri devoti.
L'importanza di glorificare Dio in maniera cadenzata e gioiosa è esplicitamente spiegata in modo molto chiaro e comprensibile nel Bhakti-rasamrtasindhu di Srila Rupa Gosvami, maestro spirituale autentico nella tradizione GaudiyaVaisnava. Srila Rupa Gosvami menziona il Bhavisya Purana per evidenziare quanto la Persona Suprema sia compiaciuta nel costatare la nostra osservanza attenta ed accurata della festività.
Questa particolare forma di servizio devozionale ci aiuta a sviluppare amore per Dio, perché è un vero e proprio concentrato di sravanam, kirtanam, smaranam, padasevanam, arcanam, vandanam e dasyam, che corrispondono rispettivamente all'ascolto delle glorie del Signore, al canto delle Sue glorie, al ricordo di Lui, al servizio ai Suoi piedi, all'adorazione della Sua forma presente nel tempio, all'offerta di preghiere, e alla fedeltà a un Suo preciso desiderio.
Nel Bhaktirasamrtasindhu è addirittura affermato che non santificare le feste comandate è un'offesa alla Persona di Dio. Naturalmente Dio non Si offende, tuttavia, chi commette l'offesa avrà delle serie difficoltà a risvegliare la propria relazione con Krsna. E' così, perché offrendo un servizio favorevole si sviluppa l'affetto, e trascurando i desideri altrui si perdono l'amore e il rispetto.
Il calendario vaisnava, come del resto quello cristiano, è costellato di feste comandate. Glorificare i puri devoti di Dio non è meno importante che glorificare Dio. Infatti le persone sante, con il loro esempio, ci possono guidare sul sentiero dell'elevazione spirituale.
Giocare d'azzardo, ubriacarsi, pasteggiare a polli e tacchini, indulgere in discorsi frivoli ed esibire un nuovo look in chiesa, non sono attività adatte alla santificazione delle feste comandate, e non aiuteranno a percepire la presenza spirituale di Krsna nella propria vita.
Come Krsna stesso dice in un verso della Bhagavad-gita (11.54):
bhaktya tv ananyaya sakya
aham evamvidho arjuna
jnatum drastum ca tattvena
pravestum ca parantapa
"Mio caro Arjuna, soltanto con una totale dedizione al Mio servizio posso essere conosciuto così come sono, in piedi di fronte a te e posso essere visto direttamente. Soltanto così è possibile penetrare il mistero della Mia persona".
Una delle feste comandate dal calendario vaisnava è Ekadasi, il giorno di Sri Hari. Ekadasi ricorre due volte al mese, l'undicesimo giorno della luna crescente e l'undicesimo giorno della luna calante. In questo giorno si deve digiunare da cereali e legumi e, se possibile, evitare di mangiare e di bere del tutto. Ciò è in primo luogo finalizzato a una maggiore concentrazione nel servizio del Signore. Perciò, nel giorno del digiuno, a meno di avere qualcosa di urgente da fare, bisognerebbe dedicarsi esclusivamente alle attività del servizio devozionale, evitando grandi sforzi fisici.
In realtà Ekadasi significa unicamente digiunare e cantare il santo nome del Signore. Quando si digiuna, cantare diventa più facile, e si ottengono benefici sia spirituali che fisici. La medicina naturale e quella Ayurvedica raccomandano il digiuno per migliorare la salute.
La scienza dell'alimentazione ci insegna che il digiuno periodico apporta grandi benefici al corpo, permettendo all'apparato digerente di riposare e di purificarsi. Infine seguendo la regola prescritta di digiunare in certi giorni propizi, si ottiene un beneficio spirituale eterno:
nehabhikramanaso 'sti
pratyavayo na vidyate
svalpam apy asya dharmasya
trayate mahato bhyat
"In questo sforzo non vi è perdita o
diminuzione, e un piccolo passo su
questa via ci protegge dalla paura
più temibile". (Bhagavad-gita, 2.40)
Quarto
"Onora il padre
e la madre"
gurur na sa syat sajano na sa syat
pita na sa svaj jananz na sa syat
daivam na tat syan na patis ca sasyan
na mocayed yah samupetamrtyum
"Colui che non può liberare dal ciclo di morti e rinascite coloro che dipendono da lui, non dovrebbe mai diventare maestro spirituale, padre, marito, madre o divinità degna di adorazione" (SrimadBhagavatam 5.5.18). La qualificazione menzionata in questo verso, ovvero la capacità di liberare una o più anime spirituali dall'esistenza nel mondo di materia per fare ritorno nel regno di Dio, è il risultato di una ferma aderenza a principi di vita profondi ed elevati. In primo luogo, un genitore che si rispetti non ha cattive abitudini. Non fuma, non beve, e non cerca di gratificare i suoi sensi, limitandosi piuttosto a soddisfarne le necessità di base. Egli non sfugge alle sue responsabilità ed è dotato di qualità come la compassione, la tolleranza e la veridicità. Non v'è traccia di duplicità nel suo cuore, ed egli fa ciò che dice. Perciò insegnare con il proprio esempio è per lui una regola di vita. Evitare di infarcirsi il cervello di pensieri e desideri inutili, stimolati da mezzi di comunicazione quali la radio, la televisione e la stampa, va di pari passo con il suo utilizzo equilibrato di questi stessi mezzi, che pure sono energia di Dio e possono venire impiegati al Suo servizio. Ora ci chiediamo: attualmente quanti genitori in occidente possono vantare un simile curriculum e meritare quindi di essere onorati dai loro figli? La ribellione e il senso, a volte paradossale, di trasgressione da parte dei figli nei confronti dei genitori nasce principalmente dalla mancanza di un'educazione adeguata e di un esempio coerente. A causa dell'ignoranza delle tre influenze della natura materiale (virtù, passione e ignoranza), la maggior parte dei genitori impartisce insegnamenti casuali ai propri figli. Ma quand'anche i genitori fossero virtuosi, dal momento che il mondo occidentale vive all'insegna del godimento dei sensi e della cosiddetta "carriera di successo", l'intera società condiziona i figli alle influenze della passione e dell'ignoranza, che hanno il sopravvento sulla virtù. E dato che i frutti della passione e dell'ignoranza sono l'egoismo e l'indifferenza, quando non si degenera nella violenza, è diventato praticamente impossibile osservare il quarto comandamento.
In alcuni casi si verifica ancora una certa aderenza ai principi di cortesia, grazie alla quale i figli gentilmente chiudono in un ospizio i genitori ormai arteriosclerotici a causa di abitudini igienicoalimentari sregolate. Per fortuna nel mondo orientale, soprattutto in India, possiamo ancora riscontrare obbedienza e rispetto verso gli anziani.
Specialmente nelle caste brahminiche e degli ksatriya dell'India, i giovani toccano i piedi dei loro genitori e li onorano seguendo i loro insegnamenti e assistendoli fino al momento della morte. In questo modo sia i genitori che i figli non si sentono mai trascurati. Inoltre i genitori, pur invitando i figli a crescere con senso di responsabilità, non cercano mai di disfarsene spingendoli fuori casa anzitempo, né li costringono a seguire i modelli prestabiliti da loro stessi. Ben conoscendo le leggi del karma, i genitori indiani più consapevoli osservano attentamente i loro figli per individuarne le tendenze naturali e indirizzarli di conseguenza. In questo modo i figli imparano a conoscere se stessi e ad avere fiducia nei loro genitori.
Parallelamente ad un amore genuino e leale per i figli il padre e la madre educano questi ultimi alla dignità e alla castità, alla pulizia e al rispetto per tutti gli esseri viventi. Ciò è in special modo riscontrabile nelle famiglie vaisnava (i devoti del Signore), in cui vige uno standard educativo esemplare, grazie al quale l'applicazione del verso 5.5.18 dello SrimadBhagavatam diventa possibile, anzi il fatto di onorare il padre e la madre è considerato addirittura un'attività di servizio devozionale a Dio.
Poiché in questo caso i genitori sono devoti, onorarli soddisfa in particolar modo Dio, la Persona Suprema, Egli infatti afferma:
ye me bhaktajanah partha
ne me bhaktas ca te janah
mad bhaktanam ca ye bhaktas
te me bhaktamah matah
"Mio caro Partha, colui che dice di essere Mio devoto non è tale. Solo colui che dice di essere il devoto del Mio devoto è in realtà devoto a Me". (Adi Purana)
(Continua nel prossimo numero)
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Anno, 1989
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MAHA-BHARATA
Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrita
Tradotto dal sanscrito da Hrdayananda Gosvami,
e reso in lingua italiana dallo staff del Centro Studi Bhaktivedanta
coordinato da Matsya Avatara Dasa
Con questo numero prosegue la pubblicazione
del Sabhaparva del MahaBharata;
qui di seguito vengono riportati i capitoli XI e XII.
Capitolo 11
Narada Muni disse:
Re, molto tempo fa, nell'era della religiosità, il Sole infaticabile, signore del giorno, venne su questo pianeta perché desiderava vedere il mondo degli umani. Mentre se ne andava in giro in forma umana mi descrisse la dimora di Brahma, che aveva visto di persona, o Pandava. Nobile re Bharata, dopo aver sentito parlare delle qualità divine di questo edificio generato dalla mente cosmica di Brahma, del suo immenso fulgore, della sua potenza indescrivibile, della sua bellezza tale da avvincere tutte le creature, figlio di Pandu, io desiderai vederlo e dissi al Sole: "Mio signore, vorrei vedere il palazzo del Progenitore. Signore radioso, quale penitenza o attività, quali potenti e giuste erbe o quale magia può render possibile ciò? Dimmi, mio signore, in qual modo potrei vedere quella dimora?"
Allora il potente Sole mi portò con sé nel palazzo di Brahma, dove non esistono né peccato né fatica. Governatore delle genti, è impossibile definire la forma esatta di quell'edificio perché, assumendo ad ogni istante una forma diversa, è difficilmente descrivibile. Bharata, non ho mai visto niente di simile prima: nessuno conosce le dimensioni di quel luogo, né sa fin dove arriva il suo splendore o quale sia la sua forma precisa.
Re, quella capitale è molto piacevole, perché non è calda né fredda e coloro che vi giungono non soffrono fame, sete o fatica. Sembra che abbia molte forme, tutte ravvivate da una vasta gamma di colori. Non è sostenuta da pilastri, ma è eterna e incrollabile. Brilla di una luce propria che supera quelle della luna, del sole e del fuoco, ed è situata nel punto più alto della volta celeste, come a voler illuminare il pur luminoso sole. Re, in quel palazzo vive Brahma. Utilizzando la potenza del Signore Supremo, il progenitore del cosmo, crea e amministra i mondi da solo. E lì che servono il loro padrone i signori degli esseri viventi: Daksa, Praceta, Pulah, Marici e Kasyapa, Bhrgu, Atri, Vasistha, Gautama e anche Angira, la Mente, lo Spazio, le Scienze, il Vento, il Fuoco, l'Acqua e la Terra, l'Udito, il Tatto, la Vista, il Gusto e l'Odorato, o Bharata, la Natura, la Trasformazione e tutte le altre cause di ciò che è materiale; la Luna e le Stelle, il Sole con le sue radiose mani protese, i Venti, i Riti Sacri, la Volontà e l'Aria Vitale.
Vennero a servire il Signore Brahma nato dal corpo di Dio questi e molti altri. Il Profitto e la Giustizia, il Desiderio, la Gioia, l'Astio, l'Ascesi, l'Autodominio, i Gandharva insieme alle Apsara, tutti i ventisette protettori dei mondi, Sukra (reggente di Venere) e Brhaspati (di Giove), Budha (di Mercurio) e anche Angaraka (di Marte), Sanaiscara (di Saturno), Rahu e tutti gli altri pianeti; Mantra, Rathantara, Hariman, Vasuman e gli Aditya con il loro signore giunsero tutti a quel palazzo. Bharata, signore della terra, anche i Marut, Visvakarma, i Vasu, tutti gli antenati e tutte le oblazioni; il Rgveda, il Samaveda, lo Yajurveda e l'Atharvaveda, così come tutte le altre divisioni sacre: i racconti, gli Upaveda e tutti i rami dei Veda; i Pianeti, i Sacrifici, la bevanda Soma e tutte le Divinità che hanno un qualche incarico; la preghiera Savitri, che fa superare le difficoltà, l'Intelligenza, la Determinazione, il Sapere, la Saggezza, la Ragione, la Fama, il Perdono; gli inni Sama, quelli cantati e recitati (stotra e sastra) e i commenti alle Scritture con le loro argomentazioni logiche, sono presenti. Tutti costoro, signore delle genti, apparvero con i loro corpi personali.
E poi i momenti, i minuti, le ore, il giorno e la notte, le Settimane, i Mesi e le sei stagioni, o Bharata, gli anni, i lustri, i quattro tipi di giorno e di notte e la divina ruota del tempo che è eterna, indistruttibile e inarrestabile, le dee Aditi, Diti, e Danu, Surasa, Vinata, Ira, Kalaka, Surabhi, Devi, Sarama e Gautami, gli Aditya, i Vasu, i Rudra, i Marut e i gemelli Asvini, i Visvadeva, i Sadhya e gli Antenati che si muovono alla velocità del pensiero, i Raksasa e i Pisaca, i Danava e i Guhyaka, i Suparna, i Naga e le bestie, tutti servono il Progenitore. Dio, Narayana, frequenta quella dimora, così come i saggi devoti e i saggi Valakhilya, quelli che furono generati da un utero e quelli che non lo furono, tutto ciò che c'è da vedere nei tre mondi, tutto ciò che si muove e che non si muove; sappi che io ho visto tutto questo in quella dimora, o signore degli uomini.
Pandava, gli 88.000 saggi che possiedono il controllo di sé e che praticano il celibato, spingendo la forza vitale verso l'alto per nutrire il cervello, i 50.000 che hanno una buona progenie e tutti gli altri abitanti del cielo, dopo avere ottenuto udienza da Brahma come desideravano e dopo avere chinato la loro testa, se ne andarono così come erano venuti. Il Progenitore Brahma, dall'intelligenza smisurata, che è misericordioso con tutte le creature, riceve in maniera adeguata i suoi onorevoli ospiti: i Deva, i Daitya, i Naga e i saggi, gli Yaksa, i Suparna, i Kaleya, i Gandharva e le Apsara. Dopo averli accolti, quell'essere cosmico dall'incalcolabile splendore, nato dal corpo del Signore, dona loro parole gentili, onore, ricchezze e piaceri, o signore degli uomini.
Così, caro Bharata, questo piacevole palazzo è movimentato da tutte queste creature che vanno e vengono. Quella splendida residenza divina viene visitata da migliaia di saggi, risplende della ricchezza di Brahma e tutti coloro che vi si trovano vengono liberati dalla fatica.
Io ho visto quella sala del trono, tigre tra i re, ed è tanto rara fra tutti i mondi quanto lo è il tuo palazzo tra gli umani. Ho visto le residenze dei deva, Pandava, ma la tua è la meglio costruita e la più bella nel mondo degli uomini.
Yudhisthira disse:
Eccellentissimo oratore, finora hai descritto i membri dell'ordine reale alla corte di Yama, mio signore. E quanto al palazzo di Varuna, o potente saggio, hai parlato perlopiù dei Naga, dei re Daitya, dei fiumi e dei mari, così come, riguardo alla dimora di Kuvera, signore della ricchezza, hai descritto i Guhyaka, i Raksasa, i Gandharva, le Apsara e il Signore Siva, sul cui vessillo sta l'emblema di un toro. Della grande dimora del Progenitore hai menzionato i saggi, le schiere dei deva e tutti i personaggi dei testi sacri. O Muni, hai lodato la presenza dei deva nella grande reggia di Indra e ti sei anche soffermato sulla varietà di grandi saggi e di Gandharva che sono lì.
Però hai detto, grande pensatore, che un re santo in particolare, Hariscandra, è sempre presente nella dimora del grande Indra. Cosa ha fatto o a quali ascesi si è sottoposto, sempre fisso nel suo voto, per poter competere con Indra? O sapiente, hai visto anche mio padre, il glorioso Pandu, che è nel mondo degli antenati? Come ti è capitato di incontrarlo? Che cosa ha detto, mio signore? Lo voglio sapere. Voglio sentirti dire ogni cosa a tale riguardo, perché la mia curiosità va oltre ogni misura.
Narada rispose:
Re dei re, prima risponderò a ciò che mi hai chiesto sulle glorie del saggio Hariscandra. Mio signore, lui era un re potente, l'imperatore di tutti i sovrani della terra. Infatti tutti i re della terra erano sottomessi ai suoi ordini. Governatore delle genti, a bordo di un solo carro decorato d'oro, egli conquistò i sette continenti con la potenza di fuoco delle sue armi e, dopo aver preso possesso della terra con tutte le sue montagne, le foreste e le terre coltivate, o re, portò a compimento il grande sacrificio rajasuya. Per suo ordine tutti i re della terra conferirono ricchezze in quel sacrificio e si misero al servizio dei brahmana eruditi. Hariscandra con piacere elargì ricchezze ai celebranti il sacrificio; qualsiasi cosa gli chiesero, l'ebbero all'istante e quintuplicata. Alla conclusione del sacrificio, egli provvide a soddisfare con ricchezze di ogni genere tutti i brahmana lì convenuti da ogni parte.
Dopo che i sapienti ebbero scelto ciò che desideravano fra i cibi prelibati e fra le delicatezze offerte loro, gratificati dalle montagne di gioielli loro donate, si dichiararono soddisfatti: "Questo illustre e potente uomo ha superato ogni re". Sappi, Partha, nobile Bharata, è per questa ragione che Hariscandra emerge tra tutti quei re. Completato quel sontuoso sacrificio, egli fu debitamente unto fino a brillare, o re, come si conviene all'imperatore del mondo.
Ogni altro re che darà corso al grande sacrificio conosciuto come rajasuya avrà il piacere della compagnia di Indra; e qualunque re incontrerà la morte in battaglia senza fuggire, entrerà nella dimora di Indra, nobile Bharata, e là troverà la gioia. Coloro che lasceranno il corpo terreno concentrati nell'ascesi, raggiungeranno la stessa meta, e vi brilleranno per la loro opulenza.
Kaunteya, tuo padre Pandu, figlio amato dei Kaurava, che era sgomento di fronte alla ricchezza del re Hariscandra, ti manda a dire: "Tu sei in grado di conquistare la terra perché i tuoi fratelli sono pronti ai tuoi ordini. Fa il rajasuya, il più importante tra i sacrifici". Così parlò, o Bharata.
Tigre tra gli uomini, figlio di Pandu, fa quel che lui desidera e tu e i tuoi fratelli raggiungerete i vostri antenati sul pianeta del grande Indra.
Le autorità sanno che la realizzazione di questo grande sacrificio è irta di difficoltà. Ci sono i brahmaraksasa, distruttori di sacrifici, sempre alla ricerca di errori durante la loro esecuzione. Inoltre questo rito viene seguito da una guerra che distrugge tutta la terra. Ci sono dei segni precisi che preannunciano questa futura rovina. Rifletti su questo, re dei re, fa' ciò che è giusto e stai sempre all'erta e pronto a proteggere le quattro componenti sociali. Prospera, espanditi, impegna bene la tua esistenza e da soddisfazione ai brahmana con atti di carità.
Ora che ho risposto dettagliatamente a tutto ciò che volevi, ti chiedo il permesso di partire perché devo andare nella città dei Dasarha.
Vaisampayana disse:
Mio caro re Janamejaya, dopo avere così istruito i figli di Prtha, Narada se ne andò, in compagnia dei saggi con i quali era arrivato. Dopo che se ne fu andato, o Kaurava, figlio della dinastia di Bharata, Yudhisthira, con i suoi fratelli, cominciò a meditare sul rajasuya, il più grande dei sacrifici al Signore Supremo.
Capitolo 12
Sri Vaisampayana disse:
Bharata, dopo avere ascoltato le parole del saggio, Yudhisthira inspirò profondamente mentre il pensiero di come poter realizzare il rajasuya lo metteva in agitazione. Udite le glorie di quei re e santi onorati che avevano offerto sacrifici; considerando come essi raggiunsero pianeti superiori grazie ai loro atti pii, specialmente il santo monarca Hariscandra che, offrendo sacrifici, raggiunse un così alto livello di gloria, in Yudhisthira maturò il desiderio di fare il rajasuya.
Egli rese quindi omaggio a tutti i membri della sua reale assemblea, che a loro volta lo onorarono, e si concentrò sul solo pensiero del rito sacrificale. Capo dei re, costante in quel pensiero, il primo dei Kuru consacrò la propria mente alla realizzazione del sacrificio rajasuya.
Mentre questo re dal coraggio e dalla forza stupefacenti adempiva con scrupolo i propri doveri, la sua mente era fissa su questo pensiero: "E' per il bene di tutti i popoli e di tutti i mondi?" Poiché era il migliore tra coloro che conoscono le giuste leggi di Dio e misericordioso verso ogni creatura, egli agiva per il bene di tutti, senza eccezioni. Essendo questa la sua natura, la gente si fidava di lui come un bambino si fida del padre; era infatti famoso come ajatasatru "uno il cui nemico non è mai nato", poiché non c'era invidia o malevolenza in quel re.
Era un eccellente oratore, e così riunì più volte i ministri e i suoi fratelli per consultarli in ordine al rajasuya. I consiglieri a domanda risposero con queste parole significative a quel re dalla vasta sapienza che desiderava offrire un grande sacrificio al Signore Supremo.
"Un re consacrato da questo sacrificio acquisisce le virtù di Varuna e, sebbene sia già re, grazie al sacrificio guadagna i meriti di un imperatore. Caro figlio dei Kuru, gli amici che vogliono il tuo bene sentono che il tempo per il rajasuya è arrivato, perché tu hai meritato lo status di imperatore. In quel sacrificio, cantando i sacri inni, sacerdoti ligi ai propri voti si riuniscono e preparano i sei fuochi sacri. Il momento propizio dipende esclusivamente dal consenso del re. E' detto che colui che avrà versato le oblazioni nel fuoco, che avrà seguito tutta la procedura del rito e che sarà stato consacrato, alla fine dell'offerta avrà conquistato tutti per mezzo del suo sacrificio". "Re dalle braccia poderose, tu lo puoi fare! Noi siamo tutti ai tuoi ordini. Maharaja, rivolgi i tuoi pensieri al rajasuya".
In questo modo tutti gli amici, singolarmente o a gruppi, diedero voce ai propri pensieri. Il re Pandava, uccisore dei nemici, fece proprie le loro parole, perché erano virtuose, decise, gloriose ed esternavano ciò che il re ardentemente desiderava. Avendo ascoltato le parole di coloro che desideravano il suo bene e conscio di essere in grado di realizzarlo, il re dedicò costantemente i propri pensieri al rajasuya, o Bharata.
Il re saggio si consigliò ancora una volta con i suoi fratelli, con i magnanimi sacerdoti e con i consiglieri, guidati da Dhaumya e Dvaipayana.
Yudhisthira disse:
Sinceramente vi chiedo, come posso dar corpo al mio desiderio di realizzare il rajasuya, che è un rito imponente, da imperatori?
Vaisampayana disse:
Re dagli occhi di loto, i sacerdoti e i saggi così interpellati dal re, risposero nel momento appropriato queste parole al virtuosissimo Yudhisthira: "Tu conosci la legge divina e sei degno della grande cerimonia rajasuya".
I ministri e i fratelli del re gradirono le parole che sacerdoti e saggi dissero al sovrano perché il re era dotato di grande saggezza ed era un'anima realizzata. Ancora una volta il nobile figlio di Prtha meditò a lungo, poiché desiderava il bene di tutto il mondo. Questi i suoi pensieri:
"Un saggio non fallisce mai se valuta attentamente ciò che le circostanze, il luogo, il tempo, le uscite e le entrate permettono, agendo quindi con lucida intelligenza nel considerare la situazione. Dopo tutto non si dà il via ad un sacrificio con l'obiettivo di rovinarsi. Chi è saggio è consapevole di ciò che fa".
Però, per essere ben certo del proprio dovere, il re si rivolse mentalmente a Krsna, Colui che sostiene ogni creatura, poiché riteneva il Signore Hari il sommo riferimento. Il figlio di Pandu sapeva che l'illimitato Krsna dalle braccia possenti è non nato tuttavia, per Suo desiderio, sembra nascere in questo mondo e le sue azioni sono quelle del Dio Supremo. Nulla che Egli non sappia, nulla che non possa fare, nulla che Lui non domini. Per queste ragioni il re pensò a Krsna. Come ci si rivolge al proprio guru Yudhisthira, figlio di Prtha, fissando la sua intelligenza nel Signore, inviò subito un messaggero a Sri Krsna, maestro spirituale di tutti gli esseri viventi. Con un carro veloce, il messaggero giunse in breve nella terra degli Yadava dove entrò nella città di Dvaraka e si recò da Krsna, che viveva là. Come Yudhisthira ardeva dal desiderio di vedere Krsna, anche il Signore infallibile desiderava ardentemente incontrare il figlio di Prtha per cui, insieme ad Indrasena, Si recò subito nella città di Indraprastha. Presto attraversate numerose terre con un carro veloce, Sri Krsna, Colui che a tutti dà vita, raggiunse il figlio di Prtha, che Lo aspettava ad Indraprastha. Là, negli appartamenti reali, Sri Krsna fu onorato da Dharmaraja e da Bhima, come un fratello viene onorato dal suo fratello amorevole. Egli fu poi contento di vedere la sorella di Suo padre, Kunti; e gioì anche per la compagnia del suo caro amico Arjuna, mentre i due gemelli Gli stavano attorno, come discepoli attorno al proprio guru.
Dopo che il Signore Krsna si fu riposato, messo a proprio agio in quella terra felice e con del tempo a disposizione, Dharmaraja si incontrò con lui e gli spiegò il suo progetto. Yudhisthira disse:
"Io voglio fare un rajasuya, sacrificio che non si può realizzare solo esprimendone il desiderio. Krsna, Tu sai tutto ciò che occorre per farlo. Colui sotto il quale tutto il mondo è unito, che è onorato dovunque, che è il signore di tutto, costui è un re che può aspirare al rajasuya.
Ho riunito i miei amici più cari ed essi mi hanno detto che dovrei fare il rajasuya, ma che ciò verrà deciso solo dopo aver parlato con Krsna. Certamente c'è chi per amicizia non rileva i difetti di un progetto, così come c'è chi ci dice solo ciò che vogliamo sentire, perché si preoccupa del suo interesse. E' risaputo che quando qualcuno da un consiglio per un progetto, in genere cerca il proprio bene e il proprio tornaconto, ma Tu sei al di là di queste motivazioni, perché trascendi del tutto i desideri e le collere materiali. Ti prego dunque, dicci esattamente qual è in questo mondo il bene per noi più grande.
(Continua sul prossimo numero)
CALENDARIO VAISNAVA
Damodara Masa
6 ottobre - 3 novembre
3 Novembre. Martedì: Krsna Rasayatra, ossia il giorno in cui Krsna danza con le gopi. Tulsi-Saligram Vivaha, ossia il giorno delle nozze della Salagram con la sacra pianta di Tulasi. Apparizione di Nimbarkacarya. Scomparsa di Bhugarbha Gosvami. Scomparsa di Kasisvara Pandit. Termine dei voti di Caturmasya.
Kesava Masa
4 novembre - 3 dicembre
14 Novembre. Sabato: Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali. Scomparsa di Narahari Sarkar. 15 Novembre. Domenica: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 07:09 alle 10:23. Scomparsa di Kaliya Krsna. 16 Novembre. Lunedì: Scomparsa di Saranga Thakura. 30 Novembre. Lunedì: Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali. 1 Dicembre. Mercoledì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 07:28 alle 10:32.
Narayana Masa
4 dicembre - 1 gennaio
6 Dicembre. Domenica: Scomparsa di Srila Bhaktisiddhanta. Digiuno fino a mezzogiorno.
14 Dicembre. Lunedì: Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali. Scomparsa di Devananda Pandit. 15 Dicembre. Martedì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 07:42 alle 10:41. 16 Dicembre. Mercoledì: Scomparsa di Mahesa Pandit. Scomparsa di Uddharana Datta. 19 Dicembre. Sabato: Apparizione di Locana Dasa Thakura. Scomparsa di Jiva Gosvami. Scomparsa di Jagadisa Pandit. 29 Dicembre. Martedì: Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali. 30 Dicembre. Mercoledì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 07:49 alle 10:48. Apparizione di Jagadisa Pandit.
La Festa Della Domenica
Tutte le Domeniche dell'anno,
dalle prime ore del pomeriggio,
siete invitati ad una splendida festa!
La Festa sarà animata da conferenze,
danze e canti trascendentali.
Sarà l'occasione per conoscere
l'antica saggezza dell'India.
Inoltre potrete gradire le succulente specialità
vegetariane che vi saranno servite durante il banchetto della serata.
Templi principali
BERGAMO Villaggio Hare Krishna, (da Medolago strada per Terno d'Isola) 24040 Chignolo d'Isola (BG) - Tel. 035/4940706
FIRENZE Villa Vrindavana, Via degli Scopeti 108 50026 San Casciano Val di Pesa Tel. 055/820054
ROMA Sri Gaura Mandala, Pian del Pavone, via Mazzanese, Km. 0,700 01036 Nepi (VI) - Tel. 0761/527038 527251
VICENZA Prabhupada Desh, Via Roma, 9 Albettone (VI) Tel. 0444/790573
Svizzera italiana:
MENDRISIO Centro Vedico Rama Keli, Grotto del Bosco 6862 Rancate Tel. 0041/91/6466616
Centri Culturali
ASTI Frazione Valle Reale, 20 14018 Roatto (AT) Tel. 0141/938406
BOLOGNA via Ramo Barchetta, 2 Castagnolo Minore, 40010 Bentivoglio (BO) Tel. 051/863924
BRESCIA Hare Krishna Club, via Gabriele Rosa, 17 25121 Brescia Tel. 030/2400995
MILANO Centro Culturale Govinda, via Valpetrosa, 3/5 20123 Milano Tel. 02/862417
PADOVA Centro Culturale Hare Krishna, corso del Popolo, 1 - Padova - Tel. 049/8751219
ROMA Hare Krishna Forum, piazza Campo de' Fiori, 27 00186 Roma Tel. 06/6832660
Fine del numero di novembre-dicembre 1998.