Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 8 n. 5
settembre-ottobre 1996
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
1896-1996
CENTENARIO
SRILA PRABHUPADA
Un evento celebrato in tutto il Mondo
In ricordo di A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
il Maestro Spirituale che ha portato il messaggio della Coscienza di Krsna in Occidente
Un'occasione importante per conoscere e vivere
gli insegnamenti di Srila Prabhupada.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio Ali Krsna devi dasi
REDAZIONE:
Sitarani devi dasi
COLLABORATORI:
Lila Rasa devi dasi, Nikunja Vasini devi dasi, Pancaratra dasa, Rasika devi dasi, Saiva devi dasi, Virabhadra dasa, Dott. Giuseppe Scala.
AMMINISTRAZIONE:
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ABBONAMENTI E INFORMAZIONI:
Dananistha devi dasi
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PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".
NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
© Bhaktivedanta Book Trust Tutti i diritti riservati
RITORNO A KRISHNA Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
Vol. 8 N. 5 - settembre-ottobre 1996
Fotolito: Fotolitografie Fiorentine, Dicomano, FI
Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.
Sped. abb. art. 2 legge 549/95 comma 27 Fil. Firenze
LA TERRA, UN DONO PREZIOSO
Una lezione di Srila Prabhupada
CIO' CHE C'E' DI MEGLIO...
Riflessioni e Suggerimenti sulla Meditazione
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Un Unica Religione
SARANAGATI
Obiettivo Autosufficienza
SRIMAD BHAGAVATAM
La creazione: Primo Canto, Capitolo 8.
ALIMENTAZIONE VEGETARIANA
'Maestri' in Cucina
SCIENZA E SCIENZA
Analisi Transculturale della Civiltà Vedica
IL MAHA BHARATA
Continua il grande racconto epico
CALENDARIO VAISNAVA
FESTA DELLA DOMENICA
In copertina: Sullo sfondo foto panoramica di Saranagati, nei riquadri Radha Krsna e un particolare della comunità di Saranagati
LA TERRA, UN DONO PREZIOSO
La terra dimostra la sua generosità in proporzione
alle qualità spirituali di chi la governa
Tratto da una conferenza tenuta a Teheran, Iran, il 13 Marzo 1975
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna
Maharaja Yudhisthira, illuminato dagli insegnamenti di Bhismadeva e di Sri Krsna, il Signore infallibile, e dissipati i dubbi, poté agire con perfetta conoscenza. Così governò la Terra e anche gli oceani - come Indra il regno celeste - , protetto dal Signore invincibile e assistito dai suoi giovani fratelli. Quando regnava Maharaja Yudhisthira, le nuvole versavano sulla Terra tutta l'acqua indispensabile agli uomini e il suolo produceva a profusione tutti i beni necessari alla vita. Le mucche, felici, bagnavano i pascoli col latte delle loro mammelle ben gonfie.
(SrimadBhagavatam 1.10.34)
Dopo la battaglia di Kuruksetra, Maharaja Yudhisthira non voleva accettare il regno. Pensava: "Per causa mia, molte persone sono state uccise sul campo di battaglia. Sono pertanto un grande peccatore e non sono degno del trono." Ma grandi personalità come Bhismadeva, Sri Krsna e Vyasadeva gli dissero: "No, non c'è niente che non va in te. Era una battaglia. Era giusto. Quindi puoi regnare."
Yudhisthira pensò: "Queste grandi personalità hanno espresso la loro opinione: non ho fatto niente di sbagliato." Quindi acconsentì a governare.
E' detto qui: sasasa gam indra ivajitasrayah: "Egli governava la Terra in modo perfetto, come re Indra governa i pianeti celesti." Com'era possibile per Yudhisthira agire in questo modo? Ajitasrayah: governava completamente come un devoto. Il re può governare un paese o il mondo intero, se prende rifugio in Krsna. Ajitasrayah significa "cosciente di Krsna, cosciente di Dio". Una persona cosciente di Krsna, che segue i consigli degli sastra, delle scritture, può governare il mondo intero o qualunque parte del mondo, proprio come Indra, il re dei pianeti celesti, che governa in modo perfetto.
(Leggendo dalla sua spiegazione al verso 3) "La legge di primogenitura secondo cui il primo nato diventa l'erede legittimo (la monarchia inglese osserva ancora questa legge) era in vigore anche ai tempi di Maharaja Yudhisthira. Il re di Hastinapura (situata dove sorge l'attuale Nuova Delhi) agiva come imperatore del mondo e regnava anche sugli oceani; situazione, questa, che durerà fino ai tempi di Maharaja Pariksit, nipote di Maharaja Yudhisthira.
I giovani fratelli di Maharaja Yudhisthira, tutte persone di perfetta virtù e animate da un ammirevole spirito di collaborazione, svolgevano nel suo regno le funzioni di ministri e di capi di Stato. Maharaja Yudhisthira era il monarca ideale, l'ideale rappresentante del Signore, Sri Krsna, per governare il regno della Terra, come Indra governa il regno celeste. Gli esseri celesti come Indra, Candra, Surya, Varuna e Vayu, sono tutti re, o rappresentanti del Signore, sui differenti pianeti dell'universo, e Maharaja
Yudhisthira era annoverato tra loro col titolo di sovrano della Terra. Nulla avevano in comune con i dirigenti politici delle democrazie moderne che sono tutt'altro che uomini illuminati. Istruito da Bhismadeva e dal Signore infallibile in persona, Maharaja Yudhisthira aveva una perfetta conoscenza in ogni cosa.
I rappresentanti dell'esecutivo, negli Stati moderni, non sono che fantocci perché sono privi in realtà di ogni potere regale. Anche se fossero illuminati come Maharaja Yudhisthira, la costituzione stessa degli Stati che dirigono non lascerebbe loro alcuna libertà di azione effettiva. Ecco perché oggi tra gli Stati scoppiano tanti conflitti, causati da differenze ideologiche o altri motivi di interesse. Ma un re come Maharaja Yudhisthira non si fabbricava un'ideologia qualunque, non aveva che da seguire le istruzioni del Signore infallibile e del Suo rappresentante e agente autorizzato, in questo caso Bhismadeva. Gli sastra insegnano che si devono seguire il Signore infallibile e le illustri autorità in campo spirituale, senza perseguire scopi personali né aderire a qualche ideologia di propria invenzione. Questi sono i principi che rendono possibile il regno di Maharaja Yudhisthira sulla Terra intera e anche sugli oceani: principi infallibili e applicabili in modo universale. Il concetto di uno Stato mondiale può concretizzarsi solo quando accettiamo di sottometterci a un'autorità infallibile. Nessun uomo, in quanto imperfetto, può offrire un'ideologia veramente universale. Soltanto un essere perfetto e infallibile può proporre un programma applicabile ovunque e da tutti. Il potere esecutivo è nelle mani di una persona, e non di un governo impersonale. Se questa persona è perfetta anche il governo sarà perfetto; viceversa, sotto la direzione di un capo insensato il governo diventerà un monumento alla stupidità. Questa è la legge della natura. E numerosi sono gli esempi di re o capi di Stato imperfetti. Un capo di Stato deve dunque ricevere una formazione completa, come Maharaja Yudhisthira, e possedere pieni poteri per regnare sul mondo in modo assoluto. Il concetto di uno Stato mondiale potrà prendere forma solo sotto il regime di un re perfetto come Maharaja Yudhisthira. Il mondo era felice in quei giorni, quando re come lui lo governavano."
Ogni cosa dalla Terra
Seguendo Maharaja Yudhisthira, un re può dimostrare come la monarchia sia in grado di rendere uno stato perfetto. Lo può fare se segue le istruzioni degli sastra. In questo modo otterrà il potere.
Poiché Maharaja Yudhisthira era un re perfetto, un rappresentante di Krsna, è detto del suo governo: kamam vavarsa parjanyah: Durante il regno di Maharaja Yudhisthira le nuvole facevano cadere tutta l'acqua necessaria alla popolazione."
Parjanyah significa "pioggia". La pioggia è l'elemento di base per tutte le necessità della vita. Perciò Krsna dice nella Bhagavad-gita:
annad bhavanti bhutani
parjanyad annasambhavah
yajnad bhavati parjanyo
yajnah karmasamudbhavah
"I corpi di tutti gli esseri viventi si
nutrono di alimenti che crescono
con le piogge. E le piogge vengono
grazie allo yajna (sacrificio), e lo yajna nasce dal compimento del dovere prescritto."
Il Capo di Stato è responsabile della felicità di tutti, sia degli uomini che degli animali. I funzionari di Stato mascalzoni a volte fanno gran mostra di benefici a favore degli uomini ma non fanno niente a favore degli animali. Perché questa ingiustizia? Anche gli animali sono nati in questa terra. Sono anch'essi esseri viventi. Saranno animali, con un'intelligenza inferiore a quella dell'uomo, ma ciò forse significa che devono essere costruiti dei macelli per ucciderli? E' questa la giustizia?
Inoltre il re dovrebbe dare rifugio a chiunque giunga nel suo Stato. Perché dovrebbe fare distinzione? Se una persona viene e dice: "Signore, vorrei vivere nel tuo Stato", quella persona dovrebbe ricevere tutte le agevolazioni. Perché questo "No, no, non puoi venire. Tu sei americano. Tu sei indiano. Tu sei...?"
Se un re segue i principi vedici, sarà un re ideale, sarà un buon capo. E la natura lo aiuterà.
Perciò è detto che durante il regno di Maharaja Yudhisthira, sarva-kamadugha mahi "La terra produceva a profusione tutto ciò che era necessario all'uomo." Mahi significa "la terra". Dalla terra riceverai tutto il necessario. Cadrà dal cielo sotto forma di pioggia. La gente non conosce la dinamica di come le cose provengano dalla terra.
A seconda di determinate condizioni e influenze astrali, la pioggia cade e la conseguenza è che produce molti beni come le pietre preziose e le perle. La gente non sa come avvengano queste cose.
Se il re è pio, la natura coopera per aiutarlo. E se il re o il governo è empio, allora la natura non coopera. Troviamo informazioni a questo riguardo nel quarto canto dello SrimadBhagavatam.
Quando la terra non dava frutti, il re, Prthu Maharaja, si apprestò a punirla. Lei disse: "Questo è il mio dovere. Poiché la gente è demoniaca, devo produrre di meno."
I capi pensano che basti passare una risoluzione in Parlamento per ottenere ogni cosa. Pensano di potersi comportare da mascalzoni e tutti saranno felici. Ma questi capi non renderanno felice il mondo e il loro comportamento non farà altro che deteriorarlo sempre più.
L'unico sacrificio.
"Krsna non dice mai: "La fabbrica renderà le persone sane e forti." Ma i mascalzoni al governo promuovono le fabbriche. Come potrà la gente essere felice? Compiendo ugrakarma lavoro orribile la gente sarà infelice, scontenta, meschina. Krsna non ha detto: "Aprite fabbriche per lo sviluppo economico." Da nessuna parte.
Qui è detto che uno sviluppo economico completo sarà possibile soltanto con una pioggia regolare. Kamam vavarsa parjanyah. Kamam significa "tutte le necessità della vita". Gli scienziati moderni, i filosofi e i politici non lo sanno.
Noi otteniamo molte cose. Come sono fornite? E' chiaramente affermato: kamam vavarsa parjanyah: "Le necessità sono fornite dalla pioggia." E come potrà la pioggia cadere regolarmente? Yajnad bhavati parjanyah "Con lo yajna, il sacrificio."
Dove si trovano i sacrifici? Nel kali-yuga, l'era attuale di discordia e ipocrisia, i sacrifici sono molto difficili da compiere. Non ci sono soldi. Non ci sono brahmana qualificati. Perciò gli sastra dicono yajnaih sankirtanaprayair yajanti hi sumedhasah: "Nel kaliyuga le persone intelligenti eseguiranno il sacrificio del canto dei santi nomi del Signore." Chi ha nella testa della sostanza cerebrale e non sterco di mucca, seguirà questo metodo. Che tutti cantino Hare Krsna, in ogni casa. Chiunque può farlo. Cominciate a cantare e vedete cosa succede. Stiamo cercando di introdurre il canto ma i mascalzoni non sono interessati. Non non ci sarebbe alcuna perdita se in tutto il mondo la gente cantasse Hare Krsna. Cosa c'è da perdere? Eppure non vogliono. Si può ottenere ogni cosa dal canto. Sarvakama dugha mahi. La terra è la madre e Krsna ha fatto in modo che ogni cosa provenga dalla terra. Ogni cosa scaturisce da lei. Le rose, le miniere, l'oro, il carbone, il petrolio. Ogni cosa è lì, nella terra. E se la pioggia è regolare, si otterrà ogni cosa di cui si ha bisogno. Ed eseguendo sacrifici si avrà una pioggia regolare. In questa Era ogni altro genere di sacrificio è impossibile:
"Nell'era di Kali è possibile raggiungere lo scopo della vita cantando i santi nomi del Signore. Non c'è altro modo."
Quindi introducete il canto Hare Krsna. Cosa c'è da perdere? Fate in modo che il canto vada di casa in casa, di ufficio in ufficio, di fabbrica in fabbrica. Lasciate che ci siano le fabbriche, ma tutti coloro che ne fanno parte devono essere impegnati nel canto, e che venga dato loro il prasadam, il cibo offerto a Krsna. Non ci saranno più scioperi. Non ci saranno più movimenti comunisti.
Ogni cosa sarà reperibile. Ogni cosa funzionerà bene.
Il movimento per la coscienza di Krsna non è fanaticismo sentimentale. Non è un movimento religioso. E' un movimento scientifico a beneficio del mondo intero. Dobbiamo convincere di questo la gente attraverso il nostro carattere e il nostro comportamento. Allora la gente accetterà il movimento per la coscienza di Krsna.
Ora lo considerano una specie di movimento religioso. E per loro "religioso" significa "fanatico". La coscienza di Krsna non è così. Non è fatta per combattere altre religioni. Gli inglesi hanno creato lotte tra hindu e musulmani. Prima di allora non c'erano lotte religiose nella storia dell'India. La battaglia di Kuruksetra era politica. Non ci fu una battaglia sulla base di "tu sei di quella religione, io sono di questa": quindi dobbiamo combattere. Non c'erano guerre del genere nella storia indiana. Sul piano materiale a volte i tuoi interessi e i miei si scontrano e ci può essere una battaglia. Ma perché combattere in coscienza di Dio? Se tutti sono coscienti di Dio, perché mai lottare?
CIO' CHE C'E DI MEGLIO
Riflessioni e Suggerimenti sulla Meditazione
E' meglio cantare un solo mahamantra al giorno con attenzione
piuttosto che sedici giri di japa distrattamente?
di Dvarakadhisa Devi Dasi
Io amo cantare i giri * qualche giorno. Altri lo tollero. Sembra essere beatitudine o noia. Nei giorni buoni mi sento beata. Mi sembra che Krsna mi sia molto vicino e che mi sia molto caro. Non che abbia visioni o che senta voci; niente di drammatico da eccitare la cronaca.
L'esperienza è più vicina al ritorno a casa dopo un lungo e affannoso viaggio. Un grande piacere dal semplice scorrere delle perle del japa fra le dita e della ripetizione ritmica del mahamantra: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Ma poi ci sono i giorni no. Sfortunatamente quando parlo di giorni no non parlo di momenti occasionali. Ci sono talmente tanti giorni no da poter essere divisi in categorie: i giorni di malattia, i giorni freddi, i giorni di stanchezza, i giorni di impegni, i giorni di solitudine, i giorni di viaggio, i giorni di luna storta, i giorni in cui la casa è in disordine, i giorni delle vacanze estive, i giorni di visita alla famiglia, i giorni con tante cose per la testa e tutti i giorni tra Natale e Capodanno. Questi sono solo alcuni. Ce ne sono altri che spuntano senza annunciarsi uscendo da ogni categoria.
Il paradosso è che mentre c'è sempre qualche scusa veramente appetibile per il vortice della mente che previene un buon canto dei giri, questa è precisamente la risultante disattenzione che fa si che il nostro canto sembri un coro, un dovere da sopportare. Un buon canto è un piacere nel senso più profondo. Eppure la persuasione della mia mente ruba questo piacere ancora e ancora.
Quindi perché ascoltare la mente? Sapendo che gli intrattenimenti della mente mi portano via dal processo del nutrire la mia anima, perché dovrei cascarci così tante volte? Paragonatemi all'alcolizzato che ha qualche esperienza dei vantaggi dell'essere sobrio ma continua a soccombere alla tentazione del bere, pur sapendo che potrebbe, in seguito, perdere ogni desiderio di sobrietà.
La normalità, la sobrietà, non sembra più desiderabile quando si è stati resi schiavi dall'alcool. Analogamente, lo stato normale di felicità che proviene da un canto attento del mantra si dimentica quando il canto è abitualmente disattento. Il periodo del canto dei giri diventa allora il momento di protagonismo della mente che, come un comico da quattro soldi, prova tutti i suoi numeri per catturare l'attenzione del pubblico.
Se adesso sei inorridito, pensando che nessuno possa permettere che il suo canto dei giri si riduca in questo stato, puoi passare all'articolo successivo. Non hai bisogno di sentire questa parte che diventerà particolarmente scioccante.
Quando i miei giri si riducono a uno stato pietoso comincio persino a chiedermi il valore di questo canto. Comincio a interrogarmi sulle mie motivazioni. Canto sedici giri solamente per una questione di orgoglio, sebbene siano scadenti? Oppure sono solo superstiziosa e canto per proteggermi dal male del mondo? Il canto dei giri è la via per assicurarmi lo status di devoto, qualcosa che mi porti dalla parte buona di Krsna? Quando questo tipo di domande sorgono io mi sento coprire di vergogna e di scoraggiamento e penso che sarebbe meglio essere onestamente caduti piuttosto che cantare in modo talmente offensivo.
Un amico una volta mi disse che sarebbe meglio cantare un solo buon mahamantra al giorno piuttosto che sedici giri distrattamente. Mi sono sentita in imbarazzo sentendo ciò perché ero sicuramente colpevole di un canto automatico e vuoto. Eppure non potei essere d'accordo. Al momento dell'iniziazione ho fato il voto di cantare sedici giri e quindi non posso abbandonare. In un certo senso è sicuramente vero che un solo nome di Krsna cantato con sincerità è meglio di un canto meccanico.
Però se noi cantiamo un solo mantra al giorno, quanti giorni dovranno trascorrere prima che questi preziosi dieci secondi di devozione arrivino mai? Se è facile essere distratti per la durata dei sedici giri quanto più facile sarà mancare l'unica piccola possibilità che abbiamo programmato per chiamare Krsna?
Ci deve essere una soluzione migliore al canto disattento che lasciar perdere. Ed è la soluzione che mi sembra sempre ovvia quando sto scivolando.
Non è mai conveniente abbandonare la battaglia!
Arriva sempre un momento in cui
sono disgustata abbastanza da impegnarmi di più nell'ascolto dei miei
giri. E in qualsiasi momento io faccia questo sforzo Krsna è là. Il mio
più caro amico mi dà sempre rifugio. Quando comincio ad ascoltare i
miei giri prescritti ho la meravigliosa sensazione di tornare in un luogo
che amo. So che se semplicemente
mettessi da parte il mio japa pensando che non cantare sia meglio
che cantare male non avrei mai questa sensazione esilarante di tornare
a casa. Srila Prabhupada ci incoraggia in questo modo: "Se continuiamo a cantare il santo nome del
Signore, che non è differente da
Dio, la Persona Suprema, naturalmente la nostra mente si assorbirà
nel ricordo del Signore". (Srimad-Bhagavatam 4.8.44, spiegazione) A
causa del mio karma la mia mente è
contaminata dalla passione e da
cose anche peggiori. La mia pratica
spirituale è destinata a confrontarsi con questo stato di contaminazione e passarvi attraverso. Quindi tutti voi che avete problemi nel canto prendete coraggio. Il danno non è irreparabile! Ci sono diversi trucchi per calmare la mente simili a quelli usati dai genitori per calmare un bambino di due anni. Dividerò con voi alcuni dei trucchi che io uso.
Un buon trucco è quello di promettere alla mente che, non appena avrai finito i tuoi giri, le presterai attenzione assoluta. Pondererai i tuoi problemi, scriverai i tuoi discorsi, ti preoccuperai del tuo futuro tutto dopo aver finito i giri. Un altro trucco è quello di ascoltare solamente dieci mantra di fila, e intendo ascoltarli veramente. Poi prova con altri dieci e poi con altri dieci ancora. Cerca di ascoltare per tutto il giro di japa senza mancare neanche un mantra. Sfida te stesso se sei il tipo o fai come se fosse un gioco. Un'altra strategia è quella di mettere giù il tuo japa per un minuto e fare una preghiera per ciò che hai in mente, poi lascia andare e
rivolgi la tua attenzione al canto. Essere regolari è indispensabile per cantare sedici giri in modo decente. Io trovo che i giri non cantati pendono come nuvole nel paesaggio della mia mente. A meno che le circostanze lo impediscano è meglio cantare tutti i giri durante le ore di buon auspicio del mattino.
Provate questi suggerimenti e confidatevi con devoti nei quali avete fiducia e informatevi sui loro trucchi particolari. Presto svilupperete i vostri. (Poi magari potreste inviarmeli.)
Cantare i giri è veramente un'espressione individuale del nostro desiderio di servire il Guru e Krsna. Nessun'altro può conoscere la qualità dei nostri giri. Io per esempio posso essere una brava contraffattrice. E c'è poco riconoscimento nel mondo esterno per colui che canta coscienziosamente. Ma cosa importa di tali riconoscimenti quando la vera ricompensa è la soddisfazione del Signore Supremo, il Maestro dell'universo?
Note:
* Il canto dei giri è una meditazione personale su un mantra. Ogni devoto di Krsna possiede una corona di 108 grani chiamata japa sulla quale canta il mantra Hare Krsna. I devoti iniziati hanno il voto di cantare su tutti i grani della corona per sedici volte al giorno.
Fine note.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Un'Unica Religione
Continuiamo la conversazione che si svolse a Parigi il 15 giugno 1974 tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami due sacerdoti e due studiosi cristiani.
Madame Siaude: Tua Divina Grazia, chi non è incline allo studio, può raggiungere Dio abbandonandosi direttamente a Lui?
Srila Prabhupada: Sì, certamente. Non è necessaria un'istruzione, una conoscenza scolastica, o cose del genere. Se si acconsente ad arrendersi ai piedi di loto di Dio, allora la propria vita sarà perfetta. Ciò è affermato nella letteratura vedica. Aradhito yadi haris tapasa tatah kim: "Arrendendosi ai piedi di loto del Signore e adorandoLo, non c'è alcun bisogno di austerità e penitenze." E anche naradhito yadi haris tapasa tatah kim: "Se non si impara come arrendersi a Dio e come adorarLo, i propri studi e austerità sono inutili."
Inoltre, antar bahir yadi haris tapasa tatah kim: "Se si riesce a vedere Dio all'interno e all'esterno, allora che bisogno c'è di austerità?" E' per lo stesso motivo, nantar bahir yadi haris tapasa tatah kim: "Se non si è imparato a vedere Dio all'interno ed all'esterno, allora dov'è il valore delle proprie austerità e rinunce? Perciò, la realizzazione di Dio è il solo impegno dell'essere umano.
Madame Siaude: Concordiamo pienamente con ciò che dici.
Padre Fransad: Ma contestualmente, Tua Divina Grazia, sembra esserci una contraddizione. Pochi minuti fa dicevi: "Prima dobbiamo apprendere informazioni su Dio, e poi sapremo come pregare Dio." Ma ora pare tu dica: "Se ci si abbandona a Dio, non c'è bisogno di apprendere su di Lui prima."
Srila Prabhupada: Noi diciamo "Religione significa amare Dio, e non è possibile amare Dio a meno
che non si impari a conoscere Dio." Ciò significa che bisogna apprendere chi è Dio. Solo allora ci può essere una vera religione.
Padre Fransad: Quindi, anche senza essere eruditi, è possibile che Dio Si riveli a noi direttamente?
Srila Prabhupada: Si, è un dato di fatto. Se sei veramente un devoto, allora Dio Si rivelerà. E' affermato nella letteratura vedica. Atah sri-krsnanamadi na bhaved grahyam indriyaih: non è possibile comprendere la forma, il nome, gli attributi e i divertimenti di Dio con questi sensi ottusi. Gli attuali sensi materiali non possono realizzare Dio. In che modo allora puoi realizzare Dio? Sevonmukhe hi jihvadau: quando in un modo o nell'altro Lo servi, anche semplicemente con la lingua, allora gradualmente Dio Si rivela.
Ad esempio, ci sono due attività che si possono compiere con la lingua. Impegnando la lingua a glorificare Dio e mangiando solo cibo offerto a Lui, potrai realizzare Dio. Perciò a questi giovani ragazzi e ragazze dell'Europa e dell'America viene insegnato: "Usa la tua lingua per Krsna. Canta Hare Krsna e mangia krsnaprasada, cibo offerto a Krsna."
E come risultato pratico, sebbene siano molto giovani, essi hanno realizzato Dio, Krsna. Sono molto più avanzati di chiunque altro. Hanno dimenticato tutte le cose materiali: il sesso illecito, il mangiar carne, gli intossicanti e il gioco d'azzardo. Sono soltanto dediti al servizio a Krsna. Quindi, poiché hanno impegnato la loro lingua nel canto del mantra Hare Krsna, hanno dimenticato ogni genere di sciocchezza, incluso il mangiar carne e gli intossicanti. Il governo americano ha speso milioni di dollari per frenare la loro tendenza all'LSD. Eppure non è riuscito a fermare nessuno. Ma non appena i giovani si sono immersi nella coscienza di Krsna, immediatamente hanno abbandonato tutte quelle cose senza senso.
Madame Siaude: Siamo felici di vedere il successo che hai avuto.
Srila Prabhupada: Molte grazie. Uniamoci quindi e spingiamo avanti questo movimento: cantiamo il santo nome di Dio. Non dico: "Dovete accettare il nome di Krsna." Se avete qualsiasi altro nome, potete cantarlo.
Padre Fransad: Quindi quando voi glorificate Dio, spero penserete a noi, e quando noi glorifichiamo Dio, penseremo a voi.
Srila Prabhupada: Molte grazie.
Padre Canivez: Ieri sera, alla tua conferenza, mi è spiaciuto vedere delle persone che disturbavano.
Srila Prabhupada: Si, è una difficoltà. Pian piano la popolazione del mondo sta diventando molto degradata. Prima che voi arrivaste, quest'oggi, stavo illustrando il dodicesimo Canto dello Srimad-Bhagavatam, che prevede come la gente in quest'era si degraderà. E ciò è causato dalla mancanza di coscienza di Dio.
SARANAGATI
obiettivo autosufficienza
di Rasika devi dasi & Sitarani devi dasi
Il villaggio di Saranagati, che si apre su un'estesa vallata tra i monti del Canada è situato nella British Columbia, una bellissima regione a circa quattro ore di auto da Vancouver.
Le foreste, i laghi, i fiumi e gli animali selvatici fanno da perfetta cornice naturale a una delle più belle comunità autosufficienti del Movimento Hare Krsna. Pace, serenità e un tipo di vita semplice e austero sono le caratteristiche dominanti del luogo e della gente che ha scelto di risiedere a Saranagati Dhama. Il denaro e l'ambizione hanno perso quasi del tutto il loro valore onnipotente. Chi vive qui cerca di farlo in completa armonia con la natura. L'amore e la disponibilità presenti negli abitanti sono gli aspetti che più colpiscono i sentimenti di chi ha la fortuna di far parte, anche per breve tempo, di questa valle. E' molto facile qui avvertire la presenza di Krsna, attraverso la grandezza di ciò che ha creato. A chi proviene da una società frenetica e consumistica salta immediatamente agli occhi la differenza con questo luogo di meditazione e di ascesi. Sembra impensabile oggigiorno poter vivere, come qui accade, senza quei beni ormai considerati di prima necessità come l'elettricità e i vari confort oppure senza il telefono, il telefax, il computer o internet. Ma allora come mai un gruppo sempre crescente di persone hanno scelto volontariamente di abbandonare le proprie comodità per vivere in un luogo così lontano dal mondo come Saranagati? Soprattutto se si pensa che Saranagati non è l'unica comunità Hare Krsna che si sta dirigendo verso l'autosufficienza e che nel mondo numerosi gruppi di diverso credo e pensiero filosofico si stanno sviluppando in questa direzione. Sono forse fanatici naturalisti, asceti ed eremiti oppure hanno trovato qualcosa che a noi sta sfuggendo? Cosa spinge una persona a lasciare i confort di città dove il supermercato sotto casa fornisce senza alcuna difficoltà tutto il necessario, per andare a vivere in un luogo in cui si deve produrre il proprio cibo? E ancora: cosa centra questa scelta di vita con la missione di Sri Caitanya?
Un esempio per la società
In molte occasioni Srila Prabhupada ci ha presentato le comunità autosufficienti come il prototipo di una società ideale organizzata secondo un regime di "vita semplice e pensiero elevato".
Srila Prabhupada desiderava che attraverso il sankirtana il messaggio di Sri Caitanya fosse diffuso in tutto il mondo e che le comunità autosufficienti fossero il modello di società che i devoti predicavano. Le comunità agricole sono l'applicazione pratica della nostra filosofia, che ci porta ad allontanarci dal materialismo e ci guida ad uno stile di vita semplice. Spesso Srila Prabhupada ci ha consigliato di utilizzare, per la soddisfazione delle nostre necessità, il minor tempo possibile dedicando tutti noi stessi al servizio a Krsna. Non abbiamo bisogno di molto per essere felici: "Non c'è bisogno di ricchezza, abbiate semplicemente una casa e della terra e vivrete in pace."(1) e ancora: "Producete cibo e offritelo alle Divinità. Vivete semplicemente e abbiate un pensiero elevato."(6) Ma la società moderna non permette uno stile di vita semplice. Impone i suoi criteri, i suoi obblighi e il suo stile di vita, emarginando tutti coloro che, per forza o per scelta, non aderiscono ai suoi canoni. Quindi cosa ne è di quei devoti che avendo la responsabilità di una famiglia vogliono dedicare la loro vita alla ricerca della Verità Assoluta e al servizio devozionale a Krsna? Per rispondere alle richieste della società sono costretti a lavorare per la maggior parte del loro tempo lasciandone poco da dedicare alle pratiche spirituali. E' vero che ciò non è impossibile, come spiegava esaurientemente Pranadha Devi Dasi in un articolo recente, ma richiede grandissimi sforzi e soprattutto una volontà ferrea. E' facile che, in un ambiente di lavoro mondano, si possa dimenticare piano piano che il vero scopo del nostro lavoro non è quello di procurarci piaceri materiali ma di servire Krsna. Srila Prabhupada lo conferma dicendo che noi non condanniamo la civiltà moderna ma semplicemente non vogliamo averla a costo della perdita della nostra coscienza di Dio. (2)
Per questo le persone che vivono in una comunità come Saranagati cercano di vivere la loro vita devozionale senza scendere a compromessi con la società.
Il desiderio di Srila Prabhupada
"Io voglio che il mondo veda, attraverso il nostro esempio, che la vita può essere vissuta semplicemente attraverso l'autosufficienza, possedendo della terra, delle mucche e cantando Hare Krsna." (3)
"Le nostre fattorie sono una parte estremamente importante del nostro movimento. Dobbiamo diventare autosufficienti. Le comunità autosufficienti devono essere sviluppate come una società ideale, dipendente dai prodotti naturali e non dall'industria. L'industria ha creato una società senza Dio." (4)
"Io voglio sviluppare le comunità autosufficienti in modo che i devoti abbiano più tempo possibile da dedicare al canto del mahamantra. (5)
La comunità autosufficiente
In genere l'autosufficienza è un concetto che spaventa un po' per l'austerità che implica ma soprattutto per la perplessità che il ruolo di agricoltori presenta.
Hare Krsna Dasi che adesso lavora con successo in un programma di agricoltura dice: "La mia prima reazione quando vidi una mucca fu 'che noia!' e quella successiva: 'adesso mi darà un calcio' (cosa che poi ha fatto!) eppure posso dire che mungere una mucca e lavorare con i buoi è il lavoro più dolce che abbia mai svolto.
E' eccitante come cavalcare la cresta di un onda ed è spirituale. Sei a contatto con le mucche e i buoi di Krsna." Magari, come lei, anche noi potremo scoprire la nostra natura nascosta di agricoltori, ma in ogni modo autosufficienza non significa solamente agricoltura e allevamento. Una comunità autosufficiente, possiede come il corpo umano, diversi organi e membra destinati, interagendo tra loro, a nutrire lo stomaco della comunità. Ognuno può svolgere un ruolo adatto alle sue capacità e utile alla comunità come per esempio quello del panettiere, del falegname, del fabbro ma anche dell'insegnante, del sacerdote, dell'amministratore.
Inoltre perché una comunità possa svilupparsi, devono esserci dei brahmana qualificati che possano consigliare gli altri su come procedere nello sviluppo della comunità. Senza questo gruppo di consiglieri, concentrati sulla comprensione e sulla guida, sarà difficile mantenere uno sviluppo armonioso.
Il nucleo di una comunità autosufficiente è la famiglia autosufficiente. Ogni capofamiglia deve possedere una casa, della terra, una idea di come contribuire allo sviluppo della comunità e di un piano economico per mantenere la propria famiglia. L'autosufficienza implica che una famiglia possa produrre ciò che le necessità attraverso il proprio lavoro, e che non potendo produrre tutto ciò di cui ha bisogno produca qualcosa in surplus che potrà scambiare con altri.
In alternativa potrà fornire dei servizi in cambio dei quali riceverà ciò che le necessità. In questo modo una famiglia avrà abbastanza da lavorare e nel tempo che le rimane potrà predicare, partecipare all'adorazione delle Divinità del villaggio e contribuire agli altri progetti comuni. Così si avrà una comunità impostata secondo il varnasrama, la pietra per costruire una società umana nell'età d'oro di Sri Caitanya.
Saranagati
Il villaggio di Saranagati si estende per circa 680 ettari di terreno, per la maggior parte di bosco, ma anche di pascoli e in più piccola parte di coltivazioni biologiche. La terra viene coltivata in modo totalmente biologico, senza l'uso di pesticidi e senza il sussidio di macchinari agricoli. In che modo? Coltivando nell'ambito dell'ecosistema della natura. Un ecosistema è un insieme di piante, di animali e di microbi che interagiscono tra di loro e con l'ambiente in modo da perpetuare se stessi. Un ecosistema è per definizione autosufficiente. Per questo l'uso dei buoi, anziché dei macchinari agricoli, aiuta l'ambiente a non rompere il suo ecosistema. I buoi arano la terra e macinano i cereali oltre a produrre il miglior concime per la terra. Inoltre a Saranagati stanno studiando e mettendo in pratica la permacoltura che consiste in una coltivazione varia e permanente che permette di soddisfare il fabbisogno di una famiglia durante tutto l'anno.
Saranagati si trova in una fascia climatica fredda dove il periodo di coltivazione si riduce a poco più di tre mesi all'anno. Per il resto dell'anno è richiesto l'uso delle serre. Una coltivazione intensiva durante l'estate e un'accurata conservazione dei prodotti permette comunque una continuità alimentare durante tutto l'anno.
Gli abitanti di Saranagati
Nel villaggio risiedono permanentemente dieci famiglie e tutte stanno cercando di praticare l'autosufficienza anche se alcune di esse attingono economicamente da fonti esterne. L'autosufficienza è un processo lungo e probabilmente loro stanno solamente gettando le basi di un progetto economicosociale che verrà raccolto dalle generazioni successive.
Yamala Arjuna Dasa vive con la sua famiglia a Saranagati da circa dieci anni. Ha costruito la sua casa da solo usando il legno dei boschi. In casa non adoperano l'energia elettrica ma usano per l'illuminazione candele e lampade a olio. Non sono completamente autosufficienti. Yamala Arjuna Dasa è un artista e uno scultore che utilizza per la realizzazione delle sue opere materiale proveniente dai boschi come il legno, le bacche, le pigne e fiori e foglie secche. E' venuto a Saranagati per cercare una società diversa in cui la fiducia e l'amore verso gli altri fossero una realtà.
Jambavan Dasa e la sua famiglia invece sono completamente autosufficienti, coltivano la terra e possiedono mucche e cavalli. Durante l'inverno coltivano in serra e consumano i prodotti conservati durante l'estate. Tutte le granaglie, come il riso, il grano, il mais ecc., le patate, la zucca, possono essere conservate durante l'inverno senza difficoltà. Ci sono poi verdure che possono essere conservate sotto sale oppure sottolio e la frutta può essere trasformata in marmellata o conservata nello sciroppo. Le mucche inoltre forniscono loro latte, burro, yogurt e formaggio. In questo modo Jambavan Dasa e la sua famiglia conducono una vita semplice dove la società moderna non ha più la sua influenza e dove la spiritualità occupa un posto di rilievo. Secondo il desiderio di Srila Prabhupada essi producono ciò di cui hanno bisogno e lo offrono a Krsna.
Gosha Thakura Dasa ha insegnato per diversi anni in varie scuole (gurukula) in America e adesso vive a Saranagati con la sua famiglia. La sua scelta è stata motivata dalla ricerca di uno stile di vita che risolvesse i problemi economici di una famiglia in modo più naturale.
Tra i residenti di Saranagati troviamo anche Jagadisa Gosvami, uno dei maestri spirituali della coscienza di Krsna e promotore dell'autosufficienza. Jagadisa Gosvami è stato per diversi anni ministro per l'educazione all'interno dell'ISKCON e proprio a causa del suo impegno con i bambini, sentendo la necessità di dare loro un addestramento valido per il futuro, ha cominciato ad occuparsi del varnasrama e delle comunità.
Jagadisa Maharaja vede un futuro difficile per la società materialistica. Pensa che in un prossimo futuro avverranno dei cambiamenti molto significativi per mezzo dei quali saremo costretti a capire l'importanza di sviluppare uno stile di vita alternativo basato su una vita semplice e su un pensiero elevato.
Jagadisa Maharaja vive a Saranagati in un piccolo cottage da lui stesso costruito in legno e pietra dove conduce una vita molto semplice coltivando la terra per provvedere al suo fabbisogno.
Note:
(1) Srila Prabhupada, passeggiata del mattino, Nairobi, 28/10/75.
(2) Srila Prabhupada, lettera a Rupanuga, Bombay, 18/10/74.
(3) Srila Prabhupada, Francoforte, 18/16/74.
(4) ibidem.
(5) Srila Prabhupada, lettera a Syama Sundarji, 15/11/76.
(6) Srila Prabhupada, Vrndavana, 7/9/76.
SRIMADBHAGAVATAM
Tra tutte le scritture Vediche il più illuminante
testo che descrive la Personalità di Sri Krsna
Scritture Vediche
SrimadBhagavatam
Primo Canto: La Creazione
Continua la pubblicazione dello SrimadBhagavatam, il grande classico della spiritualità scritto cinquemila anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.
Capitolo 8
Le Preghiere della Regina Kunti
VERSO 38
VERSO 38
ke vayam namarupabhyam
yadubhih saha pandavah
bhavato 'darsanam yarhi
hrsikanam ivesituh
ke: che siamo; vayam: noi; nama-rupabhyam: senza celebrità e talenti particolari; yadubhih: con gli Yadu; saha: come anche; pandavah: i Pandava; bhavatah: la Tua; adarsanam: assenza; yarhi: come se; hrsikanam: dei sensi; iva: come; isituh: dell'essere vivente.
TRADUZIONE
Come quando la scintilla spirituale esce dal corpo tramontano il nome e la gloria che gli sono inerenti, così se Tu non vegli più su di noi si spegneranno la fama e le imprese degli Yadu e dei Pandava.
SPIEGAZIONE
Kuntidevi è profondamente cosciente che la vita stessa dei Pandava è completamente nelle mani di Sri Krsna. Il nome e la gloria dei Pandava, guidati dal grande re Yudhisthira - personificazione della moralità - , brillano agli occhi di tutti, e gli Yadu rappresentano certamente per loro grandi alleati, ma se il Signore, Sri Krsna, non fosse stato là per guidarli, la loro esistenza stessa sarebbe stata inutile, come è inutile il corpo materiale in assenza dell'anima. Nessuno deve vantarsi del proprio prestigio potenza o fama, ma deve piuttosto lasciarsi guidare dal Signore Supremo, dipendendo interamente dalla Sua grazia. Gli esseri individuali dipendono sempre da qualcuno o da qualcosa, ma l'oggetto ultimo della nostra dipendenza è il Signore. Perciò, nonostante i molteplici espedienti che ci offre la scienza in progresso tutti i nostri sforzi per vincere le difficoltà materiali, per quanto potenti e determinati, si concludono in altrettanti fallimenti se sono compiuti senza la guida del Signore.
VERSO 39
neyam sobhisyate tatra
yathedanim gadadhara
tvatpadair ankita bhati
svalaksanavilaksitaih
na: non; iyam: questa terra (il nostro regno); sobhisyate: assumerà un aspetto meraviglioso; tatra: allora; yatha: com'è adesso; idanim: come; gadadhara: o Krsna; tvat: i Tuoi; padaih: dai piedi; ankita: segnato; bhati: risplendente; svalaksana: le Tue orme; vilaksitaih: per l'impronta di.
TRADUZIONE
O Gadadhara (Krsna), il nostro regno che oggi risplende grazie all'impronta dei Tuoi piedi, perderà il suo splendore se Tu ci lasci.
SPIEGAZIONE
Ci sono alcuni segni particolari sulla pianta dei piedi del Signore, che Lo distinguono da tutti gli altri esseri. Questi segni - lo stendardo, il fulmine il bastone per guidare gli elefanti, l'ombrello, il fiore di loto e il disco - lasciavano l'impronta sulla fine polvere dei luoghi che il Signore attraversava. Così il suolo di Hastinapura ricevette le impronte di Sri Krsna quando Egli vi era presente in compagnia dei Pandava, e per la grazia di questi segni di buon auspicio il regno era fiorente. Kuntidevi mette in rilievo il carattere particolarmente favorevole di questi segni e teme che una volta partito il Signore sopraggiunga la sventura.
VERSO 40
ime janapadah svrddhah
supakkausadhivirudhah
vanadrinadyudanvanto
hy edhante tava viksitaih
ime: tutti questi; janapadah: città e villaggi; svrddhah: fiorenti; supakka: natura; ausadhi: erbe; virudhah: vegetali; vana: foreste; adri: colline; nadi: fiumi; udanvantah: mari; hi: certamente; edhante: crescendo; tava: da Te; viksitaih: visti.
TRADUZIONE
Città e villaggi sono fiorenti sotto ogni aspetto: erbe e cereali crescono in abbondanza, gli alberi sono carichi di frutti, i fiumi scorrono, le colline sono fertili di minerali e gli oceani di ricchezze. E solo il Tuo sguardo è la causa di tutte queste meraviglie.
SPIEGAZIONE
Sono i doni della natura che rendono prospera una società, non le gigantesche imprese industriali. Le gigantesche imprese industriali sono il prodotto di una società atea e causano la distruzione dei nobili scopi della vita umana. Più s'incrementano le industrie per estrarre dall'uomo l'energia vitale, più aumenteranno l'agitazione e l'insoddisfazione della gente, mentre un ristretto numero di persone vive nel più grande agio sfruttando la massa. Per ordine dell'Essere Supremo la natura materiale prodiga innumerevoli doni agli uomini: cereali, frutta e legumi, fiumi, acqua limpida, montagne ricche di pietre preziose e minerali, oceani che abbondano di perle e pietre preziose; e sempre per il desiderio del Signore queste risorse talvolta sono abbondanti talvolta limitate. La legge della natura vuole che l'uomo impari a trarre vantaggio da questi doni divini per prosperare fino alla piena soddisfazione, senza però lasciarsi attrarre dal desiderio di dominare e sfruttare la natura materiale, cosa d'altra parte impossibile. In realtà, più cerchiamo di sfruttare la materia per spegnere la nostra egoistica e capricciosa sete di piacere, più c'imprigioniamo nelle conseguenze dei nostri atti. Quando la natura produce sufficienti cereali, frutti, legumi ed erbe, perché infrangere le sue leggi e aprire dei mattatoi per uccidere delle povere bestie? Non c'è alcun bisogno per l'uomo di uccidere animali e mangiare la carne quando gli alimenti vegetali sono in quantità sufficiente. L'acqua dei fiumi fertilizza le terre al punto che queste producono più di ciò che occorre all'uomo per la sua sussistenza; le montagne racchiudono i minerali e gli oceani producono naturalmente le gemme. Perché dunque l'uomo, ricco di cereali, minerali, pietre preziose, acqua e latte, dovrebbe volere queste mostruose imprese industriali, che funzionano grazie al lavoro di gente sfortunata? Ma per ottenere questi doni naturali noi dipendiamo dalla misericordia del Signore; il nostro ruolo è dunque quello di obbedire alle leggi di Dio per raggiungere la perfezione della vita umana con la pratica del servizio di devozione.
Le preghiere di Kuntidevi erano dunque tra le più appropriate: ella desiderava che Dio continuasse a diffondere la Sua grazia su tutti gli abitanti del regno affinché la loro prosperità naturale non conoscesse fine.
VERSO 41
atha visvesa visvatman
visvamurte svakesu me
snehapasam imam chindhi
drdham pandusu vrsnisu
atha: di conseguenza; visvaisa: o Signore dell'universo; visva-atman: o anima dell'universo; visva-murte: o forma personale dell'universo; sva-kesu: ai miei parenti; me: il mio; snehapasam: il legame d'affetto; imam: questo; chindhi: spezza; drdham: profondo; pandusu: per i Pandava; vrsnisu: e per i Vrsni.
TRADUZIONE
O Signore dell'universo, o anima dell'universo, o forma personale dell'universo, Ti prego, spezza i potenti legami del mio affetto per i miei parenti, i Pandava e i Vrsni.
SPIEGAZIONE
Un puro devoto del Signore si sentirebbe vergognoso di chiedere al Signore qualcosa per sé. Ma succede che le persone di famiglia, spinte dall'affetto per i loro parenti, siano costrette a implorare il favore del Signore. Consapevole di questo, Srimati Kuntidevi prega Krsna di troncare il suo attaccamento verso i suoi parenti - i Pandava e i Vrsni. I Pandava sono i suoi figli, mentre i Vrsni appartengono alla sua famiglia paterna. Il Signore, Sri Krsna, è legato a entrambe le famiglie, i cui componenti, interamente dipendenti da Lui, hanno bisogno del Suo aiuto. Srimati Kuntidevi vorrebbe che Lui rimanesse accanto ai suoi figli, i Pandava; ma la sua famiglia paterna si troverebbe allora svantaggiata. Turbata da questi pensieri, non sapendo risolversi, Kunti desidera spezzare i legami d'affetto che la vincolano ai suoi parenti.
Talvolta, nel desiderio di mostrare un favore speciale a un devoto che dà segni di debolezza, il Signore, con la Sua energia onnipotente, pone il devoto in circostanze che lo forzeranno a spezzare i legami con la famiglia. Così facendo Egli induce il Suo devoto a dipendere totalmente da Lui, aprendogli in questo modo la via del ritorno a Dio.
(Continua sul prossimo numero)
Alimentazione
Vegetariana
Maestri in Cucina
Di Kurma Dasa
Riso con verdure alla Spagnola
Questa ricetta va a rivedere uno dei piatti più classici della cucina spagnola, la Paella, presentandolo in veste vegetariana.
Preparazione e cottura: 40 minuti
Ingredienti per 68 persone
2 tazze (500 ml) di riso basmati o di altro riso bianco a
grani lunghi
1/2 tazza (125 ml) di olio extravergine d'oliva
1/2 cucchino (2 ml) di assafetida gialla
Un grande peperone rosso, privato dei semi e delle nervature, tagliato a dadini
2 tazze e mezza di brodo vegetale o di acqua
4 pomodori grossi, pelati e tritati
Una tazza (250 ml) di fagiolini cotti e tagliati a pezzi
3/4 di tazza (185 ml) di piselli freschi o surgelati cotti in precedenza
Una costa di sedano tritata
18 olive nere snocciolate e divise a metà
2 cucchiaini (10 ml) di sale
Un cucchiaino (5 ml) di pepe nero macinato fresco
1/2 cucchiaino (2 ml o circa 0,25 g) di zafferano puro in fili sciolto in 2 cucchiaini di acqua bollente
1/2 tazza (125 ml) di mandorle in scaglie
1. Lavate, scolate e asciugate il riso.
2. Riscaldate l'olio d'oliva in una casseruola antiaderente da 4 l a fuoco moderato. Quando l'olio sarà ben caldo unite l'assafetida e il peperone rosso mescolando per circa 2 minuti. Aggiungete il riso e rosolate per circa 3 minuti. Nel frattempo riscaldate il brodo vegetale fino a farlo bollire.
3. Aggiungete al riso il brodo bollente e alzate la fiamma al massimo. Unite i pomodori, i fagiolini, i piselli, il sedano, le olive, il sale, il pepe e l'acqua in cui avete fatto sciogliere lo zafferano. Quando il liquido bollirà, abbassate la fiamma e lasciate cuocere a fuoco lento per circa 30 minuti a pentola coperta fino a completa cottura. Non alzate il coperchio durante la cottura.
4. Togliete la casseruola dal fuoco e versate la paella in un piatto preriscaldato. Guarnite con le mandorle e servite bollente.
Asparagi all'olio e limone
E' un piatto tipico del Veneto la cui bellezza sta proprio nella sua semplicità.
Preparazione e cottura: 20 minuti
Ingredienti per 4 persone:
500 g di asparagi freschi
succo di un limone
3 cucchiai (60 ml) di olio extravergine di oliva
1/2 cucchiaino (2 ml) di sale
1/4 di cucchiaino (1 ml) di pepe nero macinato
1/4 di cucchiaino (1 ml) di noce moscata macinata
parmigiano grattugiato a piacere
1. Togliete la parte più dura del fondo degli asparagi e lavateli. Sbucciate la parte inferiore e legate gli asparagi a mazzetti. Collocateli in un tegame alto con 5 cm di acqua e copriteli. Fate cuocere a fuoco moderato fino a quando i gambi saranno cotti (circa 510 minuti). In alternativa, potete farli cuocere anche a vapore.
2. Collocate gli asparagi in un piatto da portata preriscaldato. In una piccola terrina unite insieme il succo di limone, l'olio, il sale, il pepe e la noce moscata. Amalgamate bene gli ingredienti e versate sugli asparagi la salsa ottenuta. Cospargete con parmigiano grattugiato e servite subito.
Formaggio Strapazzato
Questo è un sostituto vegetariano delle uova strapazzate. Il formaggio fresco (panir) è strapazzato con la panna acida e spruzzato con sale nero (che ha un distinto sapore che ricorda lo zolfo), spezie ed erbe fresche per produrre un risultato sbalorditivo.
Preparazione e cottura: 4050 minuti
Ingredienti per 46 persone:
6 l di latte intero
7 cucchiai (140 ml) di succo di limone
2 cucchiai (40 ml) di ghi o burro
1/2 cucchiaino (2 ml) di assafedida gialla in polvere
1/4 di cucchiaino (1 ml) di curcuma
1/2 cucchiaino (2 ml) di paprica dolce
Un cucchiaino (5 ml) di sale
1/4 di cucchiaino (1 ml) di pepe nero macinato grossolanamente
3/4 di tazza (185 ml) di panna da cucina o panna acida
2 cucchiai (40 ml) di foglie di prezzemolo fresco tritate
Un cucchiaino (5 ml) di sale nero indiano (kala namak) macinato finemente
1. Bollite i 6 litri di latte in una pentola a fondo spesso che contenga 810, mescolando costantemente. Quando la schiuma sale aggiungete gradualmente il succo di limone, riducete la fiamma al minimo e mescolate lentamente finché il formaggio solido si separa dal siero giallastro (se la separazione non avviene nell'arco di un minuto, aggiungete ancora un po' di succo di limone).
2. Versate il formaggio e il siero in un colapasta foderato con un panno a trama fitta. Mettetelo sotto qualcosa di pesante (es. una pentola piena d'acqua) per 15 minuti.
3. Togliete il formaggio dal panno e rompetelo in grossi pezzi (circa 2,5 cm).
4. Scaldate il ghi o il burro a fiamma moderata in una padella o nel wok. Soffriggere l'assafetida e la curcuma nel ghi caldo. Aggiungete i pezzi di formaggio e mescolate delicatamente finché diventano tutti del colore giallo della curcuma. Alzate la fiamma e aggiungete la paprica, il sale, e il pepe. Quando il formaggio è ben mescolato alla spezie, toglietelo dal fuoco.
5. Aggiungete la panna o la panna acida, il sale nero e le erbe fresche, e mescolate accuratamente.
NOVITA'
Alta Cucina Vegetariana
di Kurma dasa
Niente carne, né pesce, né uova? Cosa mai resterà da
mangiare? Questo libro è la risposta per coloro che vogliono cambiare il modo di alimentarsi senza sacrificare i sapori di una cucina ricca affascinante e salutare!
per informazioni rivolgersi alla BBT Italia 05580.76.414
SCIENZA & SCIENZA
Analisi Transculturale della Civiltà Vedica
di Sadaputa Dasa
L'Antico scrittore greco Arato racconta una storia riguardo la costellazione Virgo, o della Vergine.
Egli narra che Virgo apparteneva alla stirpe delle stelle, gli antenati delle stelle antiche. In tempi primordiali, durante l'età dell'oro, Virgo viveva tra gli uomini, nel ruolo della giustizia personificata esortando gli uomini ad aderire alla Verità. Durante questo periodo, la gente viveva senza ipocrisia e senza litigi. Successivamente, durante l'età dell'argento, ella si nascose tra la montagne scendendo di quando in quando a rimproverare gli uomini per la loro malvagità. Poi giunse l'età del bronzo. Gli uomini inventarono la spada e "per la prima volta assaggiarono la carne di mucca." A questo punto, Virgo "volò in cielo" e partì per il regno celeste. 1
La letteratura vedica dell'India, fornisce una minuziosa descrizione dell'universo come cosmo: un sistema armonioso e ordinato, creato secondo un piano intelligente per essere l'habitat degli esseri viventi. Le teorie moderne riguardanti l'universo sono talmente differenti da quelle vediche che quest'ultime sono attualmente difficili da comprendere. Nei tempi antichi, tuttavia, cosmologie simili a quella vedica erano ampiamente diffuse tra i popoli di tutto il mondo. Gli uomini colti di oggi tendono a respingere a priori queste teorie ritenendole mitologia, evidenziando la loro diversità e la stranezza delle loro tesi come la prova che esse sono semplicemente il prodotto dell'immaginazione.
Agendo in tal modo, però, si possono trascurare importanti informazioni che potrebbero portare elementi illuminanti sul vasto periodo dimenticato che ha preceduto il breve periodo della storia scritta dell'umanità. Certamente ci sono molte prove di temi indipendenti nella tradizione delle diverse culture, però ci sono anche molti temi comuni e alcuni di questi sono altamente sviluppati nella letteratura vedica. La loro presenza nelle culture di tutto il mondo concorda con l'idea che in un passato remoto la cultura vedica esercitasse un influenza mondiale.
In questo articolo proporremo alcuni esempi di tesi vediche riguardanti il tempo e la longevità umana che appaiono ripetutamente in diverse tradizioni. Prima esamineremo alcune di queste tesi, poi discuteremo alcuni interrogativi riguardanti ciò che esse implicano e come dovrebbero essere interpretate.
Nella letteratura vedica, il tempo è considerato una manifestazione di Krsna, l'Essere Supremo. Come tale il tempo, è una forza che controlla e che regola la vita degli esseri viventi secondo un piano cosmico. Questo piano include ripetuti cicli di creazione e di distruzione di diversa durata. Il più piccolo e il più importante di questi cicli ripetuti, consiste nei quattro yuga, o ere, chiamate Satya, Treta, Dvapara e Kali. In queste età che si susseguono, gli esseri umani decadono da un'elevata piattaforma spirituale a uno stadio di degradazione. Successivamente, con l'inizio di un nuovo satyayuga, viene restaurato lo stato originale di purezza e il ciclo continua di nuovo.
La storia di Virgo mostra che nell'antico mondo mediterraneo vi era una diffusa credenza in una simile successione di quattro ere, conosciute come l'età dell'oro, l'età dell'argento. l'età del bronzo e l'età del ferro. Anche in questo sistema l'umanità comincia, nella prima era, con un avanzato stadio di coscienza che gradualmente si degrada. Anche in questo contesto, il progressivo sviluppo nella società umana non si evolve semplicemente attraverso un procedimento fisico, ma è controllato e guidato da un'intelligenza superiore.
Va notato che la storia di Arato specifica che il nutrirsi di carne di mucca è un'attività peccaminosa che esclude gli esseri umani dal contatto diretto con gli esseri celesti. Tale dettaglio si inserisce perfettamente nell'antica tradizione indiana della protezione della mucca ma è inaspettato nel contesto della tradizione greca o di quella europea.
Una spiegazione alle similitudini delle tesi trovate nelle differenti culture è che la gente di ogni luogo possiede, essenzialmente, la stessa struttura psicologica e quindi tende a giungere autonomamente alle stesse conclusioni. Comunque, argomenti come il riferimento all'uccisione della mucca suggeriscono che abbiamo a che fare con una tradizione comune piuttosto che con invenzioni singole.
Un altro esempio di similitudine tra le culture possiamo trovarlo nei popoli del Nord America. Gli indiani Sioux asseriscono che i loro antenati furono visitati da una donna celeste che affidò loro il metodo religioso che praticano. Ella spiegò loro l'esistenza di quattro ere e la presenza di un bufalo sacro che perde una zampa al trascorrere di ogni era. Attualmente ci troviamo nell'ultima era, un'era di degradazione, e al bufalo è rimasta solo una zampa. 2
Questa storia è un parallelo molto vicino a ciò che riporta lo Srimad-Bhagavatam sull'incontro tra Maharaja Pariksit e il toro Dharma. Qui è detto che Dharma perde una zampa al trascorrere di ogni yuga rimanendo, nell'attuale era di Kali, con una sola zampa.
Secondo il sistema vedico, la lunghezza di satyayuga, tretayuga, dvaparayuga e kaliyuga corrisponde a 4, 3, 2 e 1 volta l'intervallo di tempo di 432.000 anni. Durante questi immensi intervalli di tempo, la durata della vita dell'uomo decresce da 100.000 anni in satya-yuga a 10.000 in tretayuga, a 1000 anni in dvaparayuga e a 100 anni in kaliyuga. Chiaramente questa tesi è fortemente in contraddizione con l'attuale idea evoluzionista del passato.
Tuttavia, nell'antico mondo mediterraneo, era molto diffusa la credenza che la storia umana si estendesse, nel passato, per periodi di tempo estremamente lunghi. Per esempio, secondo antiche testimonianze storiche, Porfirio (300 d.C.) dice che Callistene, compagno di Alessandro durante la guerra contro la Persia, consegnò ad Aristotele delle registrazioni babilonesi di eclissi che coprivano un periodo di 31.000 anni. Analogamente, Iamblicus (IV secolo d.C.) dice nell'autorità dell'antico astronomo greco, Ipparco, che gli Assiri avevano osservato il cielo per 270.000 anni e che avevano registrato il ritorno di tutti e sette i pianeti alla posizione di partenza. 3
Infine, lo storico babilonese Berosus attribuisce 432.000 anni al periodo complessivo del regno dei re di Babilonia prima del Diluvio. 4
Non vogliamo sostenere la veridicità o la falsità di tali affermazioni ma vogliamo sottolineare il fatto che le antiche civiltà del Mediterraneo evidentemente avevano una visione del passato molto differente da quella attualmente dominante. E questo punto di vista
è altamente compatibile con la cronologia vedica.
Sebbene la Bibbia sia famosa per considerare solamente un breve periodo della storia umana è interessante notare che in essa sono contenute delle informazioni indicanti l'esistenza di un periodo in cui la gente viveva per 1000 anni.
Nel Vecchio Testamento sono elencati quanti anni vissero alcune persone esistite prima del Diluvio. Adamo, 930 anni; Seth. 912 anni; Enos, 905 anni; Kenan, 910 anni; Mahaleel, 895 anni; Jared, 962 anni; Enoch, 365 anni; Matusalemme, 969 anni; Lamech, 777 anni e Noè, 950 anni. Escludendo Enoch, che si dice abbia raggiunto il Paradiso con il suo stesso corpo, tutte queste persone hanno vissuto per una media di 912 anni. 5
Dopo il Diluvio sono riportati i seguenti periodi età: Sem, 600 anni; Arphachshad, 438 anni; Salah, 433 anni; Eber, 464 anni; Plelg, 239 anni; Reu, 239 anni; Serug, 230 anni; Nahor, 148 anni; Terah, 205 anni, Abramo, 175 anni; Isacco, 180 anni, Giobbe, 210 anni; Giacobbe 147 anni; Levi, 137 anni; Kohath, 133 anni; Amaram, 137 anni; Mosè 120 anni e Giosuè 110 anni. Queste
età mostrano un graduale declino della durata della vita verso i 100 anni, la stessa cosa che, secondo le scritture vediche, è accaduta dopo l'inizio del kaliyuga.
A questo punto dovremmo menzionare che, secondo la tradizione biblica, il Diluvio ha avuto luogo durante il II o il III millennio a.C. e che in India la data tradizionale che determina l'inizio del kaliyuga è il 18 Febbraio 3102 a.C. Questa stessa data è citata come l'inizio del Diluvio in diversi scritti persiani, islamici ed europei che vanno dal VI al XIV secolo d.C. 6
Come fu associato il Diluvio medioorientale con l'inizio del kaliyuga? L'unico commento che possiamo fare è che questa storia mostra quanto poco sappiamo del passato.
A sostenere la testimonianza biblica su una lunga durata della vita nei tempi antichi, lo storico romano Flavio Giuseppe cita diverse testimonianze storiche disponibili ai suoi tempi:
Noè, vissuto 350 anni dopo il Diluvio, per tutto il tempo felicemente, morì all'età di 950 anni. Che nessuno comparando la vita degli antichi con la nostra... facesse della brevità della nostra vita attuale un argomento di confutazione sostenendo che nemmeno loro ebbero una durata della vita così
lunga...
Io ho come testimoni per ciò che ho detto tutti coloro che hanno scritto di antichità sia tra i Greci sia tra i barbari. Perché anche Menetho, che scrisse la storia egiziana e Berosus che raccolse i monumenti caldei e Mochus e Hestiacus e oltre ad essi Hieronymus l'egiziano e coloro che compilarono la storia fenicia sono d'accordo con ciò che io ho detto qui: anche Esiodo, Hecateus, Hellanicaus, Acuzilaus, Ephorus e Nicolaus sostengono che gli antichi vissero mille anni: ma per questi argomenti ognuno interpreta i fatti come ritiene opportuno. 7
Sfortunatamente, in pratica nessuno degli scritti riferiti da Flavio Giuseppe sono ancora esistenti e questo mostra ulteriormente quanto poco sappiamo del passato. Ma in alcune saghe scandinave esistenti è detto che la gente nell'antichità viveva per molti secoli. Inoltre, le saghe scandinave descrivono una successione di ere tra le quali un'era della pace, un'era in cui vennero introdotti gli ordini sociali, un'era di violenza in aumento e una degradata "era del coltello e dell'ascia". 8
L'ultima è seguita da un periodo di distruzione completa, chiamata Ragnarok dopo il quale il mondo ritorna alla virtù.
Il Ragnarok scandinavo comprende la distruzione della Terra e della dimora degli Dei scandinavi (chiamati Asgard) e corrisponde con la cronologia vedica della distruzione dei Tre Mondi che segue i 1000 cicli degli yuga ovvero il giorno di Brahma. E' detto che durante Ragnarok il mondo è distrutto dalle fiamme per opera di un essere chiamato Surt il quale vive al di sotto del mondo inferiore (appropriatamente chiamato Hel) il quale è anche coinvolto nella creazione del mondo. Facendo un parallelo, lo Srimad-Bhagavatam afferma che alla fine del giorno di Brahma "la devastazione che ha luogo è causata dal fuoco che emana dalla bocca di Sankarsana". Sankarsana è un'espansione plenaria di Krsna ed è "seduta sul fondo dell'universo" (Srimad Bhagavatam 3.8.3), al di sotto dei sistemi planetari inferiori.
Vi sono molte similitudini tra la cosmologia scandinava e quella vedica ma vi sono anche grandi differenze. Una grande differenza è che nello Srimad Bhagavatam tutti gli esseri viventi e i fenomeni compresi nell'universo sono chiaramente compresi come parte del piano divino di Krsna, Dio, la Persona Suprema mentre, in contrasto, nella mitologia scandinava Dio è cospicuamente assente e l'origine e lo scopo dei maggiori attori nel teatro cosmico sono oscuri. Surt, ad esempio, è un "gigante del fuoco" le cui origini e i cui scopi sono sconosciuti anche agli esperti della letteratura scandinava. 9
Ma ci si potrebbe chiedere: "Se i temi vedici appaiono in differenti culture, come possiamo dire che essi derivano da una antica civiltà vedica? Potrebbero essere stati creati in differenti luoghi indipendentemente o potrebbero discendere da una cultura sconosciuta che è ancestrale anche a quella che chiamiamo cultura vedica. In questo caso il parallelo effettuato tra Sankarsana e Surt potrebbe essere una coincidenza oppure la descrizione dei Veda potrebbe derivare da una storia simile a quella di Surt. La nostra risposta a questa domanda è che le evidenze empiriche disponibili non sarebbero sufficienti a provare le ipotesi di una discendenza da un'antica cultura vedica in quanto tutte le evidenze empiriche sono imperfette e sono soggette a differenti interpretazioni. Ma possiamo giudicare se l'evidenza è compatibile o no con questa ipotesi. Se fosse esistita una antica civiltà vedica mondiale ci aspetteremmo di trovarne le tracce in molte culture in tutto il mondo e a noi è sembrato di trovare tali tracce. Molti concordano con le descrizioni vediche nei dettagli specifici (come nella posizione della dimora di Surt oppure il bufalo sacro che perde una zampa al trascorrere di ogni era). Poiché questa cultura cominciò a perdere la sua influenza migliaia di anni fa, all'inizio del kaliyuga, ci aspetteremmo che queste tracce fossero frammentarie e coperte da molte aggiunte successive cosa che possiamo chiaramente notare. Quindi le evidenze disponibili sembrano concordare con le ipotesi di un'origine vedica.
RIFERIMENTI
1) E.C. Sachau, trad. Alberuni's India (Delhi: S. Chand & Co., 1964) pp. 3834.
2) J.E. Brown, ed., The Sacred Pipe (Baltimora: Penguin Books, 1971) p. 9.
3) D. Neugebauer, History of Ancient Matematical Astronomy (Berlino: Springer-Verlag 1975) pp. 6089.
4) J.D. North, "Chronology & the Age of the World" in Cosmology, History, & Theology, eds. Wolfang Yourgrau e A.D. Breck (N.Y.: Plenium Press, 1977), p. 315.
5) D.W. Patten e P.A. Patten "A Comprehensive Theory on Aging, Gigantism & Longevity" in Catastrophism & Ancient History, Vol. 2, Parte 1 (Agosto 1979), p. 24.
6) J.D. North, Ibid., pp. 3167.
7) V. Rydberg, Teutonic Mithology, R.B. Anderson, trad. (Londra: Swan Sonnenschein & Co., 1889), pp. 94.
9) Ibid., pp. 4489.
MAHA BHARATA
Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrita
Tradotto dal sanscrito da Hrdayananda Gosvami, e reso in lingua italiana da Matsya Avatara Dasa
Capitolo 5
Disse Saunaka:
"Caro figlio, tuo padre ha studiato tutte le storie sacre. O figlio di Romaharsana, le hai studiate tutte anche tu? Queste antiche storie sono racconti spirituali collegati alla prima generazione di saggi e come tali vengono tramandate sin dall'antichità. In passato noi le ascoltammo da tuo padre. Fra tutte vorrei ascoltare per prima quella della dinastia di Bhrgu, il brahmana originario. Ti prego, raccontaci questa storia, siamo desiderosi di sentirla da te."
Suta Gosvami disse:
"Migliore fra i brahmana, quelle storie che in passato furono attentamente studiate e ripetute da grandi saggi come Vaisampayana, sono state scrupolosamente studiate anche da mio padre e da me. Ascolta dunque dell'illustre dinastia di Bhrgu, tu che ne sei un suo caro discendente. Perfino i Deva, di cui Indra è il condottiero, onorano questa dinastia e lo stesso fanno Agni, signore del fuoco e Vayu, controllore del vento. Ti descriverò la storia della dinastia Bhrgu, o brahmana, così come è negli antichi racconti, o grande saggio.
Primo discendente di Bhrgu fu il suo amato figlio Cyavana. Figlio ed erede di Cyavana fu il saggio e nobile Pramati. Questi in seguito generò, da sua moglie Ghrtaci, un figlio di nome Ruru, e Ruru, che è uno dei tuoi più illustri antenati, insieme a sua moglie Pramadvara procreò Sunaka, che fu di grandi virtù e maestro di Veda. Sunaka fu un asceta che divenne famoso per sapienza e fulgida illuminazione. Possedeva grandi qualità, era sempre nel vero, devoto nella sua adorazione e perfettamente capace di controllare i sensi."
Saunaka disse:
"Figlio di Suta, come fece il figlio di Bhrgu, il magnanimo Cyavana, a far sì che il suo nome diventasse così noto dovunque? Per favore, spiegamelo."
Suta Gosvami disse:
"Bhrgu aveva una moglie che amava molto, si chiamava Puloma; nel grembo della sua amata lui generò un figlio dotato dei suoi stessi poteri. O discendente di Bhrgu, mentre il bambino cresceva normalmente nel ventre di Puloma, sposa casta e pia che aveva sempre trattato gli altri in modo giusto, Bhrgu, grande fra i sostenitori della virtù, la lasciò a casa e andò ad officiare delle cerimonie per il re. Mentre era lontano da casa, un malvagio raksasa, anch'egli di nome Puloma, capitò al suo asrama. Quando entrò in casa, vedendo l'irreprensibile moglie di Bhrgu, il raksasa fu travolto dalla lussuria e perse la testa. Vedendo arrivare il raksasa, la leggiadra Puloma lo accolse educatamente e gli offrì i prodotti tipici della foresta: radici, frutta ed altre cibarie. Ma il raksasa Puloma, già eccitato, alla semplice vista della donna fu tormentato dalla concupiscenza. O brahmana, egli desiderò rapire quella donna vereconda.
Notando il fuoco del sacrificio che ardeva sul suolo santificato, il demone chiese alla fiamma splendente: "Dimmi Agni, chi è il marito di questa donna? Ti chiedo di rispondere perché io conto sul tuo onore. Fuoco, tu che sei l'emblema della verità, rispondi sinceramente a chi ti pone domande.
Credo che questa donna dalla carnagione incantevole sia la stessa che una volta scelsi per sposa, ma suo padre la dette a Bhrgu il quale l'accettò senza averne diritto. Se questa donna stupenda, che è qui da sola, è effettivamente la moglie di Bhrgu, allora me lo devi dire chiaramente perché la voglio rapire da questo asrama. Ho sempre il cuore bruciante di collera da quando Bhrgu si è preso questa donna dalla vita sottile perché già da prima lei era designata ad essere la mia sposa."
Il raksasa, in effetti, non era del tutto sicuro che si trattasse della moglie di Bhrgu, per questo implorò più volte la fiamma del fuoco sacrificale ripetendo la stessa domanda.
"O Agni, tu da sempre situato all'interno di tutte le creature, tu che sei il loro testimone, nella bontà come nel peccato. O saggio, dimmi la verità. Bhrgu si prese con la menzogna la mia promessa sposa. Se si tratta della stessa donna devi dirmelo. Devi dire la verità. Non appena saprò da te che questa donna è proprio la moglie di Bhrgu, la rapirò qui davanti ai tuoi occhi, mio caro Fuoco sacro. Ora dimmi questa verità!"
Per paura di mentire ma temendo anche la maledizione di Bhrgu, il Fuoco iniziò a parlare, lentamente e con cautela, rivelando l'identità della moglie di Bhrgu."
Capitolo 6
Benché il malefico raksasa insistesse sul fatto che Agni doveva dire la verità, per parte sua non si curava affatto dei comandamenti Vedici; considerava invece i propri desideri egoistici come la suprema legge da seguire.
Suta Gosvami disse:
"Dopo aver avuto la conferma da Agni, il demone assunse la forma di un orso enorme e si impossessò della moglie di Bhrgu con la velocità della mente e la forza del vento. Ma non appena Puloma fu afferrata, il bambino che lei portava nel ventre uscì furioso all'esterno e per questo poi fu noto come Cyavana, colui che si è fatto avanti. Al solo vedere quel bambino formidabile, che si era precipitato fuori dal ventre della madre, il raksasa andò a fuoco e in tal modo fu libera la moglie di Bhrgu mentre il demone cadeva incenerito al suolo.
Sconvolta e addolorata per questo incidente, Puloma dai bei fianchi raccolse in fretta l'amato figlio di Bhrgu e corse via. Il signore Brahma, l'antenato di tutti i mondi, fu personalmente presente al commovente pianto della impeccabile moglie di Bhrgu che aveva gli occhi colmi di lacrime e prese a confortare quella sposa giovane e casta. Le lacrime che lei versava in gran quantità col suo pianto, formarono un grande fiume che procedeva dal suo andare. Vedendo il fiume scorrerle da dietro il signore Brahma lo chiamò: Il ruscello della sposa. Nel posto da dove il ruscello originava ci sarebbe stato in futuro l'asrama di Cyavana.
Così nacque Cyavana, il possente figlio di Bhrgu. Vedendo suo figlio Cyavana e sua moglie Puloma così arrabbiata, anche Bhrgu si incollerì e chiese alla fedele Puloma: "Quando quel raksasa decise di rapirti chi gli rivelò chi sei? Signora dal dolce sorriso, quel demone non poteva sapere che eri mia moglie. Dimmi la verità, Chi gli ha rivelato la tua identità? La mia collera è tale che desidero maledirlo in questo stesso istante! Chi è quell'essere che non ha paura della mia maledizione? Chi ha osato offendermi?"
Puloma rispose:
"Mio signore, è stato Agni a rivelare la mia identità al raksasa. Mentre stavo piangendo come un uccello kurari, il raksasa mi ha portato via. Sono stata salvata da nostro figlio: solo grazie al suo potere quell'essere demoniaco è stato ridotto in cenere e, lasciandomi, è caduto a terra privo di vita."
Suta Gosvami disse:
"Sentendo questo da parte di Puloma una collera terribile accese Bhrgu Muni che maledisse Agni, deva del fuoco, dicendogli: "Tu Fuoco mangerai di tutto!"
Capitoli 78
Suta Gosvami continuò:
"Maledetto da Bhrgu, anche Agni s'incollerì e disse: "Brahmana, perché hai agito contro di me in maniera così sconsiderata? Io non ho fatto altro che sforzarmi di seguire la Legge dicendo la verità in modo imparziale. Interrogato ho esposto i fatti. Qual è dunque il mio crimine? Un testimone che interrogato dichiari consapevolmente il falso rovina la sua famiglia per sette generazioni, passate e future. Colui che conosce la verità riguardo al suo dovere, ma che consapevolmente tace indubbiamente si macchia dello stesso peccato.
Anch'io ho il potere di maledirti ma mi sento obbligato al rispetto dei brahmana. Benché tu già la conosca, ti rispiegherò con chiarezza la situazione. Ti prego, seguimi con attenzione.
Grazie ai miei poteri sovrannaturali io posso dividermi in molte fiamme, in modo da essere presente in diversi tipi di sacrifici religiosi: agnihotra, sutra, makha ed altri rituali e cerimonie. Così, seguendo i rituali Vedici, anche i deva e gli antenati vengono soddisfatti con le offerte di burro chiarificato consumato nelle mie fiamme.
Le moltitudini dei deva e degli antenati sono autorità da venerare in questo mondo, per questo le offerte religiose, nei giorni di novilunio e plenilunio, sono destinate ad entrambi: ai deva e agli antenati perché essi sono usualmente adorati allo stesso modo, benché in giorni lunari diversi. In questi giorni le offerte vengono sempre presentate a me; per questo mi si considera la bocca dei trenta principali deva ed antenati.
Agli antenati si sacrifica nel novilunio, ai deva nel plenilunio: tutti, tramite la mia bocca, consumano offerte di ghi. Come potrà essere possibile allora che la mia bocca mangi qualunque cosa, pulita o sporca che sia?"
Pensando a questo, Agni si ritirò da ogni obbligo sacrificale religioso e rituale, incluso l'agnihotra. In questo modo non c'era più il sacro Om, Vasat, Svadha e Svaha mantra. Senza Agni tutte le creature divennero afflitte. I saggi, molto infastiditi, andarono dai deva e dissero loro: "Adesso che abbiamo perduto il fuoco i rituali religiosi sono privi di vitalità e i tre mondi, senza alcuna colpa, stanno cadendo in rovina. Fate ciò che si deve finché c'è tempo." Allora i saggi e gli esseri celesti andarono dal signore Brahma e lo informarono della maledizione caduta su Agni e che in conseguenza quest'ultimo si era ritirato dalle cerimonie religiose. "Eminente Brahma", dissero "Bhrgu ha maledetto Agni senza ragione. Come può Agni, la bocca dei deva, essere condannato a mangiare qualunque cosa? Lui che mangia la prima porzione di ciò che il mondo intero offre in sacrificio?"
Dopo avere ascoltato ciò che avevano da dire, Brahma, il creatore, chiamò Agni e per il bene del mondo gli rivolse parole gentili e solenni: "Tu sei l'origine di tutti i pianeti ed anche la loro fine. Sostieni i tre mondi e dai vita ai riti religiosi. Signore del mondo, ti prego, fa in modo che le cerimonie religiose non si estinguano. Tu che sei uno dei responsabili dell'universo e il beneficiario delle offerte nei sacrifici, perché adesso dovresti avere dei dubbi? In questo mondo tu rappresenti la purezza e pervadi tutte le creature. Non mangerai qualunque cosa con i tuoi molteplici corpi. Nella tua manifestazione tangibile, o signore del fuoco, le tue fiamme bruceranno qualsiasi cosa. Ma come il sole purifica tutto con il tocco dei suoi raggi, così ciò che bruci con le tue fiamme diventa puro.
O Fuoco di straordinario potere, per quello stesso potere ti prego, fa che si avveri la maledizione del saggio: accetta e consuma le offerte ai deva e a te, quando sono date in maniera adeguata, attraverso la tua bocca, in sacrificio."
"Così sia!" rispose Agni a Brahma e se ne andò per mettere in pratica le istruzioni del deva supremo.
Gli esseri celesti e i saggi se ne partirono contenti e questi ultimi diedero subito avvio agli essenziali riti religiosi, come avevano fatto per il passato.
Gli esseri del cielo e quelli della terra erano felici. Agni, purificatosi, provò la sua gioia più grande. Questa è l'antica storia originata dalla maledizione di Agni, dall'uccisione del demone Puloma e dalla nascita del saggio Cyavana.
(Continua sul prossimo numero)
CALENDARIO VAISNAVA
MESE DI HRSIKESA
29 AGOSTO 26 SETTEMBRE
5 Settembre, giovedì: Sri Krsna Janmastami
Apparizione di Sri Krsna, Dio, la Persona Suprema. Digiuno fino a mezzanotte.
6 Settembre, venerdì: Apparizione di Srila Prabhupada. Digiuno fino a mezzogiorno.
8 Settembre, domenica: Annada Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali.
9 Settembre, lunedì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno
dalle 05,48 alle 10,04 (ora legale).
19 Settembre, giovedì: Apparizione di Srimati Lalita Devi, una delle gopi principali.
20 Settembre, venerdì: Sri Radhastami. Apparizione di Srimati Radharani, l'eterna compagna di Sri Krsna. Digiuno fino a mezzogiorno.
23 Settembre, lunedì: Parsva Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali. Digiuno fino a mezzogiorno per l'apparizione di Sri Vamanadeva, il giorno successivo.
24 Settembre, martedì: Sri Vamana Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 05,48 alle 10,04 (ora legale). Si commemora l'apparizione di Srila Jiva Gosvami.
25 Settembre, mercoledì: si commemora l'apparizione di Srila Bhaktivinoda Thakura, padre di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati (il maestro spirituale di Srila Prabhupada) e pioniere nella diffusione della coscienza di Krsna in lingua inglese. Digiuno fino a mezzogiorno.
26 Settembre, giovedì: si commemora la scomparsa di Srila Haridasa Thakura, colui che insegnò per primo il canto del Maha mantra Hare Krsna.
INIZIA IL TERZO MESE DI CATURMASYA.
Si osserva il digiuno di latte per un mese.
MESE DI PADMANABHA
27 SETTEMBRE 26 OTTOBRE
8 Ottobre, martedì: Indira Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali.
9 Ottobre, mercoledì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 06,22 alle 10,09 (ora legale).
21 Ottobre, lunedì: Ramacandra Vijayotsava, anniversario della vittoria di Sri Ramacandra sul demone Ravana.
22 Ottobre, martedì. Pasankusa Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali.
23 Ottobre mercoledì. Dvadasi. Il digiuno si interrompe dalle 06,39 alle 10,13 (ora legale).
26 Ottobre, sabato: Sri Krsna Saradiya Rasa-yatra, l'anniversario della danza Rasa di Sri Krsna con le gopi.
Anniversario della scomparsa di Sri Murari Gupta.
INIZIA IL QUARTO MESE DI CATURMASYA (si osserva il digiuno di urad dal).
APPARIZIONE DI SRI KRSNA E DI SRIMATI RADHARANI
5 settembre - 20 settembre
Sri Krsna è Dio, la Persona Suprema e Srimati Radharani è la sua potenza interna e la sua eterna compagna. Sono apparsi su questo pianeta 5000 anni fa, sulla terra di Bharatavarsa (India) per proteggere i devoti e annientare gli atei. Sri Krsna stesso dice nella Bhagavad-gita che ogni volta che i principi religiosi declinano e l'irreligione avanza, Egli scende di persona. Sri Krsna apparve, quindi, alla fine del Dvapara-yuga (l'Età del bronzo) nella Sua forma originale di Syamasundara e visse, dall'infanzia alla giovinezza, a Vrndavana circondato dall'amore di Srimati Radharani e delle gopi. Il loro amore era così profondo che non poteva resistere neanche un istante senza la Sua compagnia e quando un giorno Sri Krsna era scomparso, esse cominciarono a ricordare i Suoi divertimenti, a imitare le Sue gesta a pregandolo in questo modo: "O Krsna, da quando sei apparso sulla terra di Vrajabhumi ogni cosa qui è diventata così gloriosa che sembrerebbe che la Dea della Fortuna vi abiti di persona. Unico dolore su questa terra di Vrndavana, è il nostro perché noi ti cerchiamo, ma nonostante tutti i nostri sforzi Tu rimani Invisibile. Tutta la nostra vita dipende da Te; Ti supplichiamo torna tra noi. L'amore di Srimati Radharani e delle gopi è l'esempio di devozione più pura ed eccelle fra tutti i metodi che permettono di avvicinare Dio, la Persona Suprema.
LA FESTA DELLA DOMENICA
Tutte le domeniche, dalle ore 16, siete invitati a una splendide festa completamente gratuita con conferenze, danze, canti trascendentali, cultura vedica, yoga e banchetti vegetariani in compagnia dei devoti di Krishna.
Venite
a trovarci
Templi e Comunità
Asti: Valle Reale 20, Roatto. Tel. 0141938406
Bergamo: Villaggio Hare Krishna, Da Medolago strada per Terno d'Isola, Chignolo d'Isola. Tel. 0354940706
Bologna: Via Ramo Barchetta 2, Castagnolo Minore Bentivoglio. Tel. 051863924
Firenze: Villa Vrindavana, Via Scopeti 108, San Casciano in Val di Pesa. Tel. 055820054
Milano: Ristorante Govinda, Via Valpetrosa 3/5, Tel. 02862417
Napoli: Centro Hare Krishna, Via P. Francesco Denza, 10
Palermo: Via Regione Siciliana di Nord Ovest, 4441. Tel. 0916700385
Vicenza: Prabhupada Desh, Via Roma 9, Albettone. Tel. 0444790573/566
Viterbo: Sri Gaura Mandala, Via Mazzanese (dalla Cassia uscita Calcata), Pian del Pavone, Nepi. Tel. 0761527038
Svizzera: Nuova Ramakeli, Crotto Al Bosco, Rancate. Tel. (0041) 91-466616
A casa dai devoti
Brescia: Hare Krishna Club, Via Gabriele Rosa 17, Tel. 0302400995
Cagliari: Strada Decimo San Sperate, Km. 3.00, Tel. 070654435
Cagliari: Centro Culturale Govindaji, via Azuni 55. Tel. 070/654435
Genova: Passo dello Gnacco 2, Bavari. Tel. 0103450103
Lecce: Via Pistoia 10. Tel. 0832 315104
Oristano: Shanti Pura, Località Masongius Alta, Sant'Anna, Marrubiu. Tel. 078386353
Roma: Hare Krishna Forum, Campo dei Fiori 27. Tel. 066832660
Varese: Via Morosini 17. Tel. 0332231538
Fine del numero di settembre-ottobre 1996.