Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 8 n. 3

maggio-giugno 1996

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















1896-1996
CENTENARIO
SRILA PRABHUPADA

Un evento celebrato in tutto il Mondo

In ricordo di A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
il Maestro Spirituale che ha portato il messaggio della Coscienza di Krsna in Occidente

Un'occasione importante per conoscere e vivere
gli insegnamenti di Srila Prabhupada.










La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

REDAZIONE:
Sitarani devi dasi

COLLABORATORI:
Nikunja Vasini devi dasi, Pancaratra dasa, Rasika dasi, Saiva dasi, Virabhadra dasa.

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI E INFORMAZIONI:
Dananistha devi dasi

Per informazioni sugli abbonamenti contattate la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  Strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

Vol. 8 N. 3 - maggio-giugno 1996

Fotolito: Fotolitografie Fiorentine, Dicomano, FI

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.










DEDICARE I PENSIERI A KRSNA
Una lezione di Srila Prabhupada

SRIMAD BHAGAVATAM

La creazione: Primo Canto, Capitolo 8.


AL LAVORO CON KRSNA
La coscienza di Krsna nella quotidianità

HUMPI
Sulle tracce di Sri Ramacandra

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
I testi Vedici

SCIENZA E SCIENZA
Mitologia razionale (Terza parte)

IL MAHABHARATA
Continua il grande racconto epico

IL FESTIVAL DEI CARRI



(In copertina) Bassorilievo di SitaRama e Laksmana, una delle numerose sculture che abbelliscono la città di Humpi.















DEDICARE I PENSIERI A KRSNA

Esiste un solo modo sicuro per controllare i desideri della mente

Tratto da una conferenza tenuta a Bombay il 4 Gennaio 1975
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya della Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna



"A partire dal falso ego nella virtù si opera un'altra trasformazione, da cui nasce la mente; i pensieri e le riflessioni della mente suscitano i desideri". (Srimad Bhagavatam 3.26.27)

La mente è materiale perché è un prodotto della trasformazione dell'influenza della virtù. Poiché è contaminata da diversi desideri materiali, la mente gradualmente si degrada. Kama esa krodha esa rajogunasamudbhavah. Quando la mente si deteriora, passa dal livello di virtù al rajoguna. Rajoguna significa bramosia senza fine. E se i desideri non vengono soddisfatti, allora c'è krodha, la collera. In questo modo, kama krodha lobha moha matsarya  lussuria, collera, avidità, illusione ed invidia  diventano predominanti e diventiamo servitori di queste tendenze.
Questa graduale degradazione della mente è chiamata illusione. La mente è sempre impegnata in sankalpa e vikalpa. Sankalpa significa decidere di fare qualcosa e vikalpa significa rifiutare qualcosa. Tutti desiderano la pace della mente ma la natura della mente materiale è irrequieta, sankalpa e vikalpa.
Se si è in grado di controllare i sensi con il metodo dello yoga mistico, cioè grazie allo sforzo meccanico di controllare la mente, allora si potrà nuovamente ritornare allo stato spirituale originale. Questo è il fine del metodo dello yoga. Il metodo dello yoga è raccomandato per chi ha la mente molto irrequieta.
In realtà, tutti hanno la mente irrequieta. E' difficile portare la mente ad una condizione di pace. Fintanto che ci sono desideri, è impossibile portare la mente alla completa pace e tranquillità. E' impossibile per via di sankalpavikalpa.
Perciò Kaviraja Gosvami scrive nella Caitanyacaritamrta che perfino le persone che agiscono in modo pio non sono tranquille. Chi commette peccati non può avere pace mentale ma anche coloro che sono pii non possono controllare la mente. E perfino chi desidera interrompere completamente le attività materiali, pie o empie, non sarà in grado di controllare la mente.
Le persone del primo gruppo, quelle interessate alle attività pie, sono i karmi. Mentre coloro che non sono interessati né alle attività pie, né alle attività empie vogliono interrompere qualsiasi attività. La filosofia buddista, per esempio, parla di nirvana: "Ferma le attività della mente o i desideri!" Ma anche in questa condizione non è possibile controllare la mente, sebbene si possa provare a meditare. In realtà, nemmeno gli yogi sono in grado di controllare la mente. Che dire dell'uomo comune che non è interessato né alle attività pie né alla liberazione, né alla perfezione dello yoga?
Quando Krsna consigliò ad Arjuna, nel sesto capitolo della Bhagavad-gita, di praticare lo yoga per controllare la mente, Arjuna si rifiutò dicendo: "Mio caro Krsna, Tu mi suggerisci di controllare la mente praticando lo yoga ma non sono in grado poiché sono un uomo di famiglia. Sono anche un politico, un membro della famiglia reale e sono impegnato nell'amministrazione del regno. E a parte questo, nella vita di famiglia devo provvedere ai miei interessi materiali. Quindi, come potrei controllare la mente?" Arjuna disse con decisione: "Mio caro Krsna, penso che la mente sia molto, molto irrequieta". Cancalam hi manah krsna. "Come un folle". Pramathi. "Ed è molto forte. Voglio controllare la mente ma non cede al mio controllo. Questa è la mia posizione. Perciò, sebbene tu mi chieda di controllare la mente, penso che sia più difficile che controllare il vento". Tasyaham nigraham manye vayor iva suduskaram.
Supponiamo che ci sia un vento molto forte, un ciclone: fermarlo non sarà possibile. Arjuna paragonava la mente ad un ciclone. Com'è possibile controllare una mente simile? Quindi Arjuna rifiutò la proposta di Krsna di controllare la mente. Ma, per incoraggiarlo, Krsna disse ad Arjuna che non era il caso di demoralizzarsi poiché, essendo la sua mente sempre impegnata al servizio dei piedi di loto di Krsna, Arjuna era il migliore fra tutti gli yogi.
Krsna spronò Arjuna dicendo: "Non c'è motivo di abbattersi, poiché la tua mente è sempre impegnata in Me". Arjuna avrebbe potuto fare qualunque cosa tuttavia non lasciava la sua mente distogliersi dal pensare sempre a Krsna, in questo modo era sempre in compagnia di Krsna e non conosceva nient'altro che Krsna: questa è la posizione di uno yogi di prima classe. Altrimenti non è possibile controllare la mente liberandola dall'influenza di kama, khroda, lobha, moha, matsarya. Bisogna cambiare l'impostazione di tali attività.
Qui è detto kamasambhavah. Kama significa "desiderio". La mente è irrequieta, desidera sempre qualcosa. Quindi la migliore politica per controllare la mente è desiderare di espandere la coscienza di Krsna. Narottama Dasa Thakura ha detto: kamah krsna-karmarpane: utilizza i tuoi desideri lavorando per Krsna.
Non è possibile essere liberi dai desideri. Alcuni insegnanti dicono: "Diventa privo di desideri". No, non è possibile. Come potrei? Se diventassi privo di desideri, morirei. Fintanto che sono un essere vivente, devo desiderare. Non posso controllare i desideri. Al momento desideriamo essere felici nel mondo materiale, avere tanti soldi, avere questo e avere quello: si tratta di kama, desiderio. Ma se impegnamo la mente al servizio di Krsna pensando a come diffondere la coscienza di Krsna, a come esortare le persone verso Krsna, a come attrarle secondo il desiderio di Krsna, se continuiamo a fare piani per espandere la coscienza di Krsna allora la mente verrà controllata.
Non si può smettere di desiderare, non è possibile. La posizione della mente è quella di desiderare. Io desidero qualcosa e se trovo che non è di mio gusto, allora la rigetto e accolgo un altro desiderio.
Non è possibile tenere la mente vuota nemmeno per un momento. Se si prova con la forza, si farà solo fatica. Perciò Sri Krsna dice: kleso 'dhikataras tesam avyaktasaktacetasam: impegnare la mente nell'impersonale o nel vuoto è molto, molto difficile.
Tutti fanno dei piani basandosi sui desideri. Nel nostro governo centrale in India c'è una commissione per la pianificazione. Negli ultimi vent'anni non hanno fatto altro che fare piani e nessun piano ha avuto successo, ogni piano fallisce.
Il risultato, per esempio, è che il costo del riso, il nostro alimento di base, è aumentato drammaticamente a otto rupie al chilo.
Fintanto che sei influenzato dalla materia e fai piani per liberarti, la natura materiale è talmente forte che ti sovvertirà tutti i tuoi piani e rimarrai perpetuamente irrequieto. Tu fai piani e questi vengono confusi dalle severe leggi della natura. E alla fine, facendo piani, facendo piani e facendo piani, un giorno il Tempo arriverà e ordinerà: "Per favore, libera il tuo posto di presidente, il tuo posto di primo ministro".
Un uomo cercherà di realizzare i suoi piani fino in punto di morte: pralayanta. E poi affiderà ogni cosa alla sua famiglia. Dirà: "Mio caro figlio, mia cara figlia, non sono riuscito a portare a termine questo programma, quindi fallo tu. Ora te lo consegno". E anche il figlio andrà avanti facendo piani, piani, piani. Ma i piani non si realizzeranno mai. Questo è il verdetto degli sastra, le scritture: durasaya ye bahirarthamaninah. Durasaya significa "il successo è impossibile". Perciò sankalpavikalpa: accettare dei piani e poi rifiutarli, va avanti perennemente. I piani non saranno mai attuati, ma per fare piani si continua perennemente a lasciare un corpo e accettarne un altro. Lascio la residenza su un pianeta e vado su un altro.
Ci sono piani sotto l'influenza della virtù, della passione e dell'ignoranza. Piani diversi generano specie diverse di corpi e diverse aree di residenza in differenti pianeti.
Anche a Bombay l'abbiamo sperimentato: se un uomo vive qui a Bombay per cinquant'anni, quanto pianificare avrà fatto e quanti appartamenti avrà cambiato! Eppure continua a fare piani.
Proprio come questo continuare a far piani perdura per tutto il corso della vita, prosegue anche vita dopo vita.
Le persone intelligenti dovrebbero cercare di fermare questa pianificazione senza fine. Athatho brahma-jijnasa.
Questa è la vita, quando si è inquisitivi nel conoscere il piano più ampio, il piano Brahman. Brahman significa "il più grande". Se si diventa desiderosi di conoscere il piano più grande, inizia la propria vera vita.
Il desiderio ordinario di sapere ci porta a chiederci: "Quanto costa il riso oggi?" Oppure "Qual è la situazione dello sciopero? Qual è la situazione di questo, e di quello?" Queste cose le puoi apprendere dai giornali o le puoi chiedere a chiunque. Ma per brahmajijnasa, domande sul Brahman, sul più grande, dove potrai rivolgerti? Andrai all'ufficio di cambio o in qualche altro ufficio?
No. Tadvijnanartham sa gurum evabhigacchet. Questa è l'ingiunzione vedica: devi trovare un guru. Samitpanih srotriyam brahmanistham. Il requisito per il guru è brahmanistham "fisso nel Brahman". E srotriyam: è un guru chi ha ascoltato dalla successione di maestri e discepoli, non un mago qualunque.
Krsna è il guru originale. Egli è il guru di Brahma, il primo essere creato. Chi può essere un guru migliore di Krsna? Tene brahma hrdaya adikavaye. Egli istruì Brahma, Brahma istruì Narada e Narada istruì Vyasadeva.
E Vyasadeva ci ha dato moltissimi libri di letteratura vedica. Questo è chiamato il sistema della parampara, la successione di maestri e discepoli. Vyasadeva ci ha dato quattro Veda: Sama, Yajur, Rg e Atharva.
E poi li ha spiegati nelle 108 Upanisad e sommarizzati nel Vedantasutra. Quindi ha spiegato il Vedantasutra scrivendo lo SrimadBhagavatam.
In ogni capitolo dello SrimadBhagavatam si può trovare l'affermazione Brahmasutra-bhasya di Vyasadeva: "il commento sul Brahmasutra o Vedanta-sutra".
Il Brahmasutrabhasya, il commento al Vedantasutra, non è il bhasya di Sankaracarya, conosciuto come Sarirakabhasya. Quel commento è artificiale. Il Brahmasutra è stato scritto da Vyasadeva e poiché sapeva che nel futuro molti mascalzoni l'avrebbero interpretato in modo errato, egli compilò il bhasya personalmente. E questo è lo Srimad Bhagavatam.
Bhasyam brahma-sutranam vedartha-paribrmhitah: "Il significato dei Veda è descritto in modo completo nello SrimadBhagavatam, il commento originale sul Brahma sutra". Lo SrimadBhagavatam comincia con le parole del Brahmasutra: jivasya tattva jijnasa. Come dice il Brahma sutra athato brahma jijnasa, il Bhagavatam dice jivasya tattva jijnasa: "La sola occupazione dell'essere vivente e quella di fare domande sulla Verità Assoluta". Nartho yas ceha karmabhih: "Non c'è nessun altro obbligo". Questo è il vero dharma.
Di solito la gente pensa: "Diventando religiosi diventeremo anche economicamente avanzati?". In realtà seguendo dharma, o i principi religiosi, lo sviluppo economico seguirà. Non c'è dubbio.
Ma noi non sappiamo cos'è il dharma, ecco la difficoltà. Questo dovremmo comprenderlo da Krsna  athato brahma jijnasa  dal guru.
E cosa dice il guru? Cosa dice Krsna? Sarvadharman parityajya mam ekam saranam vraja: "Rinuncia a tutte le cosiddette religioni e arrenditi a Me." Questo è dharma. Ogni altra cosa è un imbroglio. Dharmah projjhitakaitavah atra. Kaitavah significa "imbroglio". E Sridhara Svami, il commentatore originale del Bhagavatam, dice: "Moksa è anche un imbroglio". Moksa significa pensare. "Mi renderò vuoto. Metterò fine alla mia esistenza individuale.
Mi fonderò nell'esistenza dell'Assoluto".
Sridhara Svami dice che questo modo di pensare è un imbroglio perché non è possibile diventare tutt'uno con il Supremo. La Bhagavad-gita afferma: mamaivamso jivaloke jivabhutah sanatanah, sei una particella infinitesimale del Supremo. Come puoi diventare tutt'uno?
(Continua nel prossimo numero)















SRIMADBHAGAVATAM

Tra tutte le scritture Vediche il più illuminante
testo che descrive la Personalità di Sri Krsna



Scritture Vediche

SrimadBhagavatam

Primo Canto: La creazione

Continua la pubblicazione dello SrimadBhagavatam, il grande classico della spiritualità scritto cinquemila anni fà da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



Scritture Vediche

Capitolo 8, Le Preghiere della Regina Kunti




VERSO 33


apare vasudevasya
devakyam yacito 'bhyagat
ajas tvam asya ksemaya
vadhaya ca suradvisam

apare: altri; vasudevasya: di Vasudeva; devakyam: di Devaki; yacitoh: essendo stato pregato di; abhyagat: prese nascita; ajah: nonnato; tvam: Tu; asya: di loro; ksemaya: per il bene; vadhaya: con lo scopo di annientare; ca: e; suradvisam: quelli che sono invidiosi degli esseri celesti.



TRADUZIONE

Altri ritengono che è per rispondere alle preghiere di Vasudeva e Devaki che Tu sei apparso come loro figlio. Senza dubbio Tu sei nonnato, ma hai preso nascita per il loro bene e anche per uccidere coloro che invidiano gli esseri celesti.



SPIEGAZIONE

E' detto che Vasudeva e Devah intrapresero nella loro vita passata, quando erano Sutapa e Prsni, una severa ascesi al fine di avere il Signore come loro figlio, ed Egli, soddisfatto delle loro austerità, esaudì il loro desiderio. Ma questo non era che un pretesto da parte Sua, poiché la Bhagavadgita insegna che Egli discende per il bene di tutti gli esseri e per vincere gli asura, i materialisti atei.



VERSO 34


bharavataranayanye
bhuvo nava ivodadhau
sidantya bhuribharena
jato hy atmabhuvarthitah

bharaavataranaya: che Tu sei apparso per alleggerire il fardello; anye: altri; bhuvah: del mondo; navah: vascello; iva: come; udadhau: nell'oceano; sidantyah: afflitto; bhuri: estremamente; bharena: dal fardello; jatah: Tu sei nato; hi: certamente; atmabhuva: da Brahma; arthitah: essendo stato pregato di.



TRADUZIONE

Altri ancora affermano che il mondo si trovava appesantito da un grave fardello, come un vascello nel mare; e per alleggerirlo di questo tormento, Brahma, Tuo figlio, Ti pregò di apparire, ed è per rispondere alla sua preghiera che Tu sei disceso quaggiù.



SPIEGAZIONE

Subito dopo ogni creazione, Brahma, il primo essere creato nell'universo, nasce come figlio diretto di Narayana, il Signore Supremo. Dapprima, però, Narayana entra nell'universo materiale sotto la forma di Garbhodakasayi Visnu, perché la materia non possiede in sé alcun potere creatore ma si anima solo a contatto con la forza spirituale. Questo principio fu stabilito fin dall'inizio della creazione. L'Essere spirituale supremo, Visnu, entra nell'universo e dal Suo addome spirituale spunta un fiore di loto su cui nasce Brahma, il primo essere creato. Visnu è conosciuto dunque col nome di Padmanabha, e Brahma con quello di atmabhu, perché nato direttamente da suo padre, senza che questi abbia dovuto unirSi alla Sua consorte, Laksmiji. Laksmiji era accanto a Narayana, impegnata al Suo servizio, ma Narayana generò Brahma senza la sua partecipazione. Questa è l'onnipotenza del Signore.















AL LAVORO CON KRSNA

Quando esci per andare al lavoro non lasciare la tua coscienza di Krsna a casa.

di Pranadha Devi Dasi

(Seconda Parte)



Purezza nel lavoro

Forse il primo aspetto da esaminare è il tipo di lavoro che state facendo. Esso si oppone alla coscienza di Krsna? Ovviamente un devoto non vorrebbe mai diventare un macellaio, un barista o una prostituta, ma queste non sono le uniche professioni che possono implicare attività impure. Dovremmo esaminare ciò che stiamo facendo e decidere se abbiamo bisogno di apportare dei cambiamenti. La maggior parte delle professioni al giorno d'oggi ci mette nella situazione di dover svolgere il nostro lavoro in compagnia del sesso opposto in un ambiente sociale che promuove la promiscuità. Ma non per questo dobbiamo promuoverla nella nostra coscienza. Possiamo proteggerci, almeno per un aspetto, vestendoci in modo sobrio. Fate attenzione a questo particolare che sembra non avere alcuna importanza. Può esserci una grande differenza tra ciò che noi pensiamo di noi stessi e come gli altri ci vedono. I vestiti sobri possono aiutarci a mantenere le relazioni sobrie e inerenti al lavoro.
Cercate di essere consapevoli di quanto piacere provate nell'avere a che fare con il sesso opposto. Non dovete essere scortesi ma non c'è nemmeno bisogno di essere frivoli. Fate attenzione a come rispondete ai commenti e ai gesti ammiccanti. Mettete sempre in chiaro che non siete e non sarete mai attratti da quel genere di comportamento.
Un altro modo che maya usa per intrappolarci è attraverso i mezzi di comunicazione di massa come la TV, la radio, i film, le riviste e i quotidiani. Ciò può minare la nostra vitalità spirituale. Guardare la televisione o leggere riviste e quotidiani è un'abitudine della quale non è sempre facile liberarsi. Se ci troviamo coinvolti possiamo anche non accorgerci di quanto siano inquinanti queste cose. Ma provate ad abbandonare tutti i media per un mese o due e scoprirete come la vostra mente diventa più libera di pensare a Krsna.
Potremmo aver bisogno di ascoltare le notizie oppure di leggere riviste commerciali per il nostro lavoro, ma dovremmo essere onesti e lasciare ciò di cui non abbiamo bisogno. Possiamo intrattenerci con attività più semplici e più pure, come fare una passeggiata nella natura o andare con la famiglia a fare un picnic, inoltre dovremmo trovare il tempo di leggere lo SrimadBhagavatam invece delle notizie mondane.
Anche il mangiare solo cibo offerto a Krsna è molto importante per mantenere la nostra coscienza pulita e pura. Senza la pulizia della mente non c'è possibilità di ricordarsi di Krsna o di ottenere realizzazioni pratiche sulla verità spirituale.
Può piacerci andare a mangiare fuori, potrebbe essere la cosa più facile da fare oppure il nostro lavoro potrebbe costringerci a farlo.
Qualunque sia la situazione non dobbiamo sottovalutare l'effetto del mangiare cibo preparato da coloro che non possiedono devozione per Dio, che dire di mangiare cibo, sebbene sia vegetariano, cucinato in cucine piene di animali morti.
Nella Bhagavad-gita Krsna paragona il mangiare cibo non offerto al mangiare peccato. E nella Caitanyacaritamrta Srila Prabhupada spiega che i cereali cucinati da coloro che non sono devoti sono particolarmente contaminanti per la coscienza. Egli dice, infatti, che assorbiamo il karma peccaminoso della persona che ha cucinato il cibo. Questo è un fardello in più che faremmo meglio ad evitare.
In ogni caso se il nostro lavoro non ci obbliga a mangiare fuori, non dovremmo farlo. Ci sono molte possibilità salutari e deliziose per un pranzo da portare via.
A volte devo intrattenere dei clienti e i miei viaggi qualche volta non mi permettono di cucinare o di essere vicino a un ristorante ISKCON o a un tempio. Così cerco di ripiegare sulla frutta fresca e secca, sui formaggi e occasionalmente sulle patatine fritte. Altre volte porto con me del prasadam "da viaggio" come i samosa, i chidwa o del pane alla frutta secca. Quando devo portare dei clienti fuori a pranzo ordino un'insalata ma evito i condimenti: sono fatti tutti con aglio e cipolla e a volte anche con uova. Così chiedo semplicemente dell'olio di oliva e del succo di limone. Quando non posso prendere solamente un'insalata opto per delle patate al forno. In ogni situazione sono sempre stata in grado, con una preghiera silenziosa, di offrire il mio cibo anche durante gli incontri più formali e importanti. Anche se trattiamo affari importanti, non abbiamo bisogno di fare una cena completa, di bere vino o di comprometterci in altri modi per far cenare con successo i nostri clienti. Il mio anticonformismo a tavola non mi ha mai fatto perdere un contratto. Infatti, mi sono resa conto che i miei clienti mi rispettano di più per il fatto di essere strettamente vegetariana, di non fumare e di non bere alcolici o nemmeno un tè o un caffè. E' un po' più difficile da spiegare perché non mangio l'aglio, la cipolla o i funghi così semplicemente evito l'argomento. Quando la gente vede che sei una persona con dei principi a volte la conversazione può scendere un po' più in profondità nella filosofia. Se sei fortunato potrai parlare della coscienza di Krsna.
Quando siete entusiasti della coscienza di Krsna vorreste dividerla con gli altri. Ma sebbene i miei datori di lavoro abbiano sempre saputo che io sono una devota di Krsna, non sono mai stata in grado di condividere ciò con un cliente. Personalmente sono molto soddisfatta quando vedo che un mio cliente riceve del prasadam. Il prasadam è un modo meraviglioso di condividere Krsna con gli altri. Non si dovrebbe solo attendere delle occasioni ovvie per questo.
Ogni volta che visito un cliente porto con me del prasadam e tutti gli anni durante le vacanze mando dei pacchetti di prasadam. La gente ama il prasadam. Sebbene non necessariamente il prasadam mi aiuti a concludere un contratto, mi aiuta a rendere le relazioni con i clienti più personali e mi fa sentire che sto adempiendo, in un certo qual modo, il mio dovere di aiutare spiritualmente la gente che incontro. Inoltre, poiché dovete trascorrere molto tempo della giornata con i vostri colleghi, pensate a come a potreste iniettare la coscienza di Krsna nel vostro posto di lavoro. Molte anime sincere stanno semplicemente aspettando di ascoltare di Krsna e voi avete la conoscenza che gli altri non hanno. Quindi almeno con i vostri colleghi non siate timidi. Se qualcuno vi chiede cosa state leggendo, cantando o facendo con la vostra vita diteglielo. Potete essere orgogliosi e sentirvi sicuri poiché voi avete qualcosa di vero e duraturo da offrire loro.
Lasciare il servizio a tempo pieno al tempio per andare a lavorare è stato difficile per me. Ero abituata a fare tutto ciò che facevo per il piacere di Krsna. Mi faceva sentire libera dai legami delle azioni e delle reazioni. Pensavo che lavorare per pagare l'affitto avrebbe generato karma. Sebbene mi consolassi pensando che stavo lavorando per mantenere un famiglia di devoti, che io stessa stavo cercando di essere una devota e che stavo ancora facendo del servizio per il tempio, in qualche modo non ero completamente soddisfatta di ciò.
Non mi piaceva pensare di impiegare così tante ore della mia vita in un lavoro non direttamente in relazione con Krsna. Adesso mi sono sistemata meglio per quanto riguarda la perdita di tempo perché regolarmente devolvo a Krsna una parte del frutto del mio lavoro: il denaro.
Quell'offerta trasforma il mio lavoro ordinario in servizio devozionale. Se è possibile dovremmo dedicare un po' di tempo nel diffondere la coscienza di Krsna. Ma se non abbiamo tempo dovremmo almeno fare a meno di qualcuna delle preziose comodità che vengono dai nostri guadagni e usarle direttamente per Krsna.
Non è necessario guardare lontano per trovare dei progetti da sostenere che siano interessanti e che abbiano una struttura di responsabili di cui possiamo essere sicuri che spenderanno bene il denaro e faranno un servizio prezioso. Io contribuisco mensilmente a tre progetti ISKCON e annualmente ad altri quattro o cinque.
E ce ne sono altre decine. Scegliete un progetto che vi ispira, decidete una somma mensile che potete dare, anche se piccola, e pagatela tutti i mesi con le altre bollette che avete. Servendo Krsna in questo modo tu e la tua famiglia ne trarrete grande soddisfazione e beneficio spirituale. Il fatto di aiutare coloro che sono direttamente impegnati nella diffusione della coscienza di Krsna vi renderà cari ai devoti di Krsna e a Krsna Stesso.
Se vivete vicino ad un tempio visitatelo spesso, se potete tutti i giorni. Chiedete cosa potete fare per aiutare. L'associazione con i devoti vi aiuterà ad avanzare in coscienza di Krsna.
Infatti potrete scoprire, come io ho scoperto, che l'unico modo per rimanere fissi nei vostri voti è di associarvi con i devoti che condividono le vostre stesse convinzioni.
Quando siete con i devoti parlate di Krsna. Essi sono le uniche persone con le quali potete parlare in modo confidenziale, quindi con loro, non impegnatevi in conversazioni mondane. Per la grazia di Krsna io vivo solo a pochi chilometri dal tempio così posso visitarlo ogni giorno. Inoltre godo del beneficio di essere sposata con un devoto serio. Cercate l'associazione dei devoti ovunque possiate trovarla anche per corrispondenza o attraverso i libri di Srila Prabhupada.
Più riusciremo ad aderire ai punti che ho menzionato e più saremo protetti dalle influenze materiali. Anche la più lieve disattenzione può creare disastri e può farci regredire spiritualmente.
A volte, per anni possiamo non accorgerci che abbiamo deviato. Non possiamo permetterci di rischiare a tal punto.
Nessuna quantità di piacere materiale o di sicurezza economica può essere comparata al piacere di essere in connessione con Krsna. Quindi cercate questa relazione con Krsna agendo in modo puro e, se necessario, convertitevi ad un regime devozionale più rigoroso.
Non allontanatevi cercando piacere e sicurezza materiale solo per scoprire, più tardi, che anche se li avrete ottenuti la vostra felicità non è lì che si trova.
Potreste perdere l'occasione di sviluppare completamente la vostra relazione con Krsna in questa vita. Come Srila Prabhupada ha detto la vita spirituale è come il filo di un rasoio: una piccola disattenzione può voler dire una ferita.
Sforzarsi di vivere una vita pura può non essere facile. Richiede determinazione e chiarezza di obiettivi.
Ma compiere questo sforzo è possibile oltre che desiderabile. Quindi fate ciò che serve, fate i cambiamenti e i sacrifici che occorrono, per quanto grandi possano essere, per assicurarvi che state mantenendo Krsna al centro della vostra vita. Il risultato sarà glorioso e appagante. La scelta è vostra. Sarà il "solito lavoro" per chi sa quante altre nascite, oppure troncherete il legame con l'energia materiale pur lavorando all'interno di essa? Prendete questa decisione: "Non deve essere il solito lavoro".















HUMPI

Sulle Tracce di Sri
Ramacandra

Foto e Testo di Rama Raghava dasa



HUMPI

Sulle Tracce di Sri
Ramacandra

Una città di pietra si alza maestosa. Dal magnifico tempio di Vittala, dedicato a Visnu, ornato da sculture bellissime e in cui l'architettura manifesta il grado più alto di sviluppo, scende una strada spaziosa, anch'essa di pietra, percorsa dai brahmana che vanno al sacro fiume Tungabhadra a fare il bagno e a lavare i propri vestiti.

Sulle rive del fiume costruzioni di pietra scolpite: tempietti dedicati a Visnu e Siva, stanze per riposarsi al riparo dal sole terribile del Sud dell'India, gradini tagliati nella roccia che scendono dentro l'acqua chiara. Un pò più lontano lungo il corso del fiume, un ponte, anche questo di pietra, l'attraversa.
Poi il tempio di SitaRama, costruito nel punto in cui Sugriva e Hanuman si unirono a Rama per riscattare Sua moglie Sita rapita dal demone Ravana, e anche templi dedicati a Hanuman, il dio scimmia.
Un po' più a sud il tempio di Acyutaraya presenta sculture raffinate sulle sue colonne e, continuando, ecco il Lotus Mahal, delicato padiglione circondato da mura e dalle spaziose stalle degli elefanti reali.
Sono più di mezzo milione gli abitanti. I bazar di Humpi e di Zule sono molto movimentati. Si vendono spezie e tessuti di cotone di varietà infinite. Le lingue si mischiano nella lotta eterna della compravendita.
La città, all'incirca trentacinque chilometri quadrati, è contenuta all'interno di sette
mura concentriche.

Un esercito poderoso la protegge. Più di un milione di mercenari, tra i più abili
dell'India, impediscono l'avanzata verso sud dei Musulmani, che hanno già conquistato il settentrione.

Il re si chiama Krsna-devaraya, ultimo della dinastia Telugu, che comincia nel 1336 con Hari Hora e Bucca, e che controllava quasi tutto il subcontinente indiano a sud dei fiumi Tungabhadra e Krsna.

L'anno: il 1520.

Pochi anni dopo, nel 1565, l'esercito della confederazione dei sultani di Deccan
attacca e vince nella battaglia di Talikota, e Humpi è messa al sacco.

Senza la protezione di Humpi, l'India meridionale cade in mano ai Mussulmani.

Oggi Humpi è un ricordo, un ricordo da scoprire. Il ricordo
di una civiltà molto più grande, molto più maestosa.

La caduta di Humpi marca la fine del rinascimento dell'India, che ha inizio nel III secolo d.C. e termina nella fase culminante del rinascimento europeo.

Oggi Humpi conta circa 800 abitanti e qualche turista, ed è probabilmente il luogo archeologicamente più importante e meno visitato dell'India.

Il tempio di Vittala è uno dei tre templi del Sud dell'India che sono stati dichiarati "patrimonio mondiale" (World's Heritage).

Oggi i resti di quel passato favoloso si nascondono tra i sentieri e le piantagioni di canna da zucchero e di banana. Tempietti, sculture e grotte si trovano a ogni svolta, dietro ogni collina, quasi dietro ogni roccia. Immagini affascinanti di Visnu, Siva, Ganesh, Hanuman, raffigurazioni di episodi delle sacre scritture (Mahabharata, Ramayana) decorano ogni angolo.

Un piccolo tempio di Siva sulla cima di una collina al centro dell'antica città apre allo sguardo l'intero orizzonte. Il fiume Tungabhadra, scorrendo tranquillo tra i massi della valle, offre refrigerio dal caldo spietato.

Oggi Humpi ci permette di sognare, ci permette di scoprire.

Per gli amanti del passato.

Per gli amanti dell'arte, dell'architettura, della scultura.

Per gli amanti dell'avventura.

Humpi ci apre le porte di un'altra realtà, di un'altra cultura.

La realtà dell'essere come valore definitivo, immutabile. Oggetto unico della ricerca umana. Dell'Essere Supremo dal Quale tutto emana. Dell'essere individuale, a Lui subordinato.

La cultura che si sviluppa intorno a questa realtà, che provvede i mezzi perché la coscienza dell'uomo evolva verso la realtà ultima: Dio, Krsna, la Persona Suprema che vive i Suoi passatempi d'amore con coloro che come tale Lo riconoscono.



Figure:

(Sopra) Una immagine delle Divinità di SitaRama scolpite in bassorilievo che vengono adorate in uno dei due principali templi della città. La tradizione popolare dice che vengono adorate fin dal tempo in cui il Signore Ramacandra svolse i Suoi passatempi sulla terra migliaia di anni fa.

(Nelle pagine d'apertura) Una panoramica del sacro fiume Tungabhadra ai cui margini sorge la millenaria città di Humpi. Si nota sullo sfondo il gopuram (cupola) del tempio, ad oggi ancora attivo, dedicato a Siva.

(Accanto) Uno dei tanti punti di culto che si possono incontrare per le strade della città, dedicato ad Hanuman, l'ideale servitore di Ramacandra. Fu proprio ad Humpi, infatti che il Signore incontrò l'esercito di scimmie vanara che Lo aiutarono nel ritrovare la Sua consorte Sita.

Il Tempio di Vittala, uno dei tre luoghi in tutta l'India che è stato considerato "Patrimonio artistico Mondiale" (World's Heritage). Nel riquadro un particolare delle famose 'colonne sonore' con una scultura di Vamanadeva, una delle principali incarnazioni di Visnu.

















I DIALOGHI DT SRILA PRABHUPADA

I testi Vedici

Continua la conversazione che si svolse a Parigi il 15 giugno 1974 tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami, due sacerdoti e due studiosi cristiani.



Srila Prabhupada: Voi, signori e signore, dovreste accettare ciò che dicono i Veda perché i Veda emanano da Dio. Nel Vedantasutra è affermato: janmady asya yatah: "ogni cosa è un'emanazione di Dio". Tutto ciò che esiste emana da Dio. Anche nella Bibbia c'è l'affermazione: 'Ogni cosa che è stata creata proviene da Dio'. Quindi ogni cosa che esiste emana da Dio. Un'altra ingiunzione Vedica lo afferma con maggiore incisione: sarvam khalv idam brahma in ultima analisi, ogni cosa è il Brahman Supremo. Ogni cosa è il Signore Supremo, nel Suo aspetto impersonale. Quindi l'aspetto impersonale che vediamo intorno a noi è un'espansione di energia di Dio, proprio come lo splendore dei raggi del sole è un'espansione del dio del sole.

Perciò la Bhagavad-gita dice brahmano hi pratisthaham: la base, o l'origine, dell'energia impersonale è Dio, Krsna (rivolgendosi al suo editore di sanscrito) cerca questo verso: brahmano hi pratisthaham.
Discepolo: Sì, Srila Prabhupada. Dal quattordicesimo capitolo della Gita:

brahmano hi pratisthaham
amrtas yav yayasya ca
sasvatasya ca dharmasya
sukhas yaikantikas ya ca

La traduzione delle parole di Krsna è: 'Io sono la base del brahman impersonale, che è immortale, inesauribile, eterno, e costituisce il principio stesso della felicità assoluta'.
Padre Fransad: Sua Divina Grazia, puoi dirci quanto è antica la più antica delle scritture vediche? Da quanto tempo esistono i Veda?
Srila Prabhupada: Esistono da prima della creazione: tene brahma hrda ya adi kavaye. (Rivolgendosi di nuovo al suo editore di sanscrito) Trova questo verso: janmady asya yato 'nvayad itaratas' carthesv abhijnah svarat tene brahma hrda ya adikavaye muhyanti yat surayah.
Discepolo: Srila Prabhupada, si trova nel primo capitolo dello Srimad-Bhagavatam, e fa da eco al Vedanta sutra:

janmady asya yato 'nvayad ita ratas
carthesv abhijnah svarat
tene brahma hrda ya adikavaye
muhyanti yat surayah
tejovarimrdam yatha vinimayo
yatra trisargo 'mrsa
dhamna svena sada nirasta-kuhakam
satyam param dhimahi

La traduzione è: 'Offro i miei omaggi al Signore Sri Krsna, il figlio di Vasudeva, che è la suprema, onnipervadente Personalità di Dio. Medito su di Lui, la realtà trascendentale, che è la causa primordiale di tutte le cause, da cui originano tutti gli universi manifestati, nel quale dimorano e dal quale sono distrutti'.
Srila Prabhupada: Questa è la conoscenza Vedica. Ora leggi un altro verso: aham adir hi devanam.
Discepolo: Nel decimo capitolo della Bhagavad-gita, Krsna dice: aham adir hi devanam maharsinam ca sarvasah: 'Né la moltitudine degli esseri celesti né i grandi saggi conoscono la Mia origine perché io sono la fonte, sotto ogni aspetto, degli uni come degli altri'.
Srila Prabhupada: aham adir hi devanam maharsinam ca: 'Io sono l'origine degli esseri celesti e dei saggi' afferma il Signore Supremo. Similmente nella Bibbia è detto: 'Al principio fu il verbo e il verbo era con Dio, e la parola era Dio'. Questa è conoscenza Vedica. Quella parola, quel suono divino, sono i Veda, quindi prima della creazione i Veda erano presenti. Non è possibile trovare l'inizio dei Veda.
Se tu riuscissi a scoprire quando iniziò la creazione, troveresti che i Veda erano lì già da prima.
Padre Fransad: Secondo la nostra comprensione, Dio rivelò Sé Stesso poco alla volta e poi, ad un certo momento, Si rivelò nella Sua totalità.
Ma nella letteratura Vedica è detto che tutta la conoscenza fu data all'inizio, tutta in una volta.
Rispetto profondamente la tua vasta conoscenza, eppure non si dovrebbe dire che il contenuto della Bibbia e dei Veda siano la stessa cosa.
La Bibbia e i Veda sono, infatti, due cose diverse.
Un altro esempio: il verso a cui hai fatto riferimento 'al principio fu il verbo, ed il verbo era con Dio, ed il verbo era Dio' è simile a ciò che viene insegnato nei Veda, ma se prendiamo quel verso ed il resto di quel capitolo della Bibbia e li guardiamo da vicino, troviamo delle discrepanze.















SCIENZA E SCIENZA

Di Sadaputa Dasa

'Mitologia' Razionale

Terza Parte



La teologia delle visioni

Si potrebbe riconoscere che Bhaktivinoda Thakura fosse giustificato nel modificare gli sastra per ingraziarsi gli intellettuali più colti deprecando i vecchi miti. Ma può essere sollevata un'importante questione: qual è lo scopo, oggigiorno, di fare una tale presentazione della religione e entro quali limiti una tale presentazione può essere presa in considerazione come vera? Il materiale mitologico degli sastra è così poco importante da poter essere presentato come vero alle persone che vi credono e come falso a coloro che non vi credono? Oppure dovremmo accettare, come la conoscenza moderna afferma, che i Miti Indù sono in realtà falsi e cercare di conservare l'idea essenziale dell'amore per Dio mettendo da parte le idee antiquate?
Per rispondere a queste domande vediamo come dovremmo riformulare la filosofia vaisnava per renderla accettabile per gli intellettuali occidentali del tardo ventesimo secolo. Per far ciò dovremmo scostarci, su alcuni punti, dalla prevalente struttura materialistica della scienza moderna. I fisici affermano che la mente, con tutte le sue esperienze conscie, è un semplice prodotto del cervello. Se noi accettiamo ciò, tutte le esperienze religiose, sia la beatitudine del brahman che la premabhakti, ovvero l'amore per Dio, sono semplicemente un'allucinazione. Se questo è vero, possiamo dimenticarci della religione, a meno che non amiamo le allucinazioni.
Per un punto di vista alternativo ci rivolgeremo allo psicologo William James. Sebbene fosse un uomo del diciannovesimo secolo, egli fu uno scienziato Occidentale che applicò il metodo empirico della ricerca scientifica ai fenomeni religiosi. Per tanto la sue osservazioni sono rilevanti ancora oggi. Come risultato dei suoi studi James raggiunse le seguenti conclusioni: "Mi sembra che i limiti più lontani del nostro essere, si immergono totalmente in un'altra dimensione di esistenza lontana dal mondo sensibile e puramente 'percepibile'. Chiamatela regione mistica o soprannaturale, come più vi piace.... Eppure l'invisibile regione in questione non è soltanto un ideale, in quanto produce effetti in questo mondo. Quando entriamo in contatto con essa, il lavoro viene, in realtà, compiuto sulla nostra personalità finita, perché diventiamo delle persone nuove e quando questo cambiamento rigenerativo avviene si riscontrano delle conseguenze nella condotta nel mondo materiale. Ciò che produce effetti in un'altra realtà, deve contenere in se stesso l'idea di realtà. Sento, perciò, che non abbiamo una scusa filosofica per chiamare irreale il mondo mistico o invisibile".
Si può prendere questa idea di una dimensione mistica e trascendentale e arrivare alla seguente versione della filosofia vaisnava: tale regione trascendentale esiste ed è l'eterna dimora di Krsna. Le anime avanzate, per la grazia di Krsna, possono percepire in meditazione quel regno e sono in grado di entrare a far parte degli eterni passatempi amorosi di Krsna. Ma tutte le descrizioni dei Purana degli avvenimenti all'interno del mondo materiale devono essere compresi razionalmente attraverso la conoscenza scientifica moderna. In realtà, i miti descritti nei Purana non sono esattamente veri, ma le attività di Krsna non sono semplice fantasia. Sono piuttosto trasmissioni spirituali nella mente meditativa delle anime elevate e non si riferiscono a questo mondo ma alla sfera puramente trascendentale.
Questa è una filosofia che può attrarre molte persone ed io mi riferirò ad essa come alla Teologia delle Visioni. Ciò permette di conservare l'idea dell'amore per Dio e allo stesso tempo di evitare inopportuni conflitti tra storie mitologiche e conoscenza moderna. Ciò, inoltre, appare implicitamente nel lavoro di alcuni studiosi moderni di religione che studiano la tradizione della bhakti.
Per illustrare ciò, citerò brevemente un articolo: "I santuari della mente", di David Haberman, professore assistente di religione al Williams College. In questo articolo Haberman sostiene che Vraja, il luogo tradizionale in cui Krsna manifesta i Suoi lila, prima di tutto è principalmente un santuario della mente, un regno che può essere penetrato e sperimentato con la meditazione.
Egli sostiene che la Vraja fisica, un tratto di terra situato nelle vicinanze della città nordindiana di Mathura, è stato semplicemente il centro più importante per l'adorazione di Krsna a partire dal sedicesimo secolo quando i seguaci di Caitanya Mahaprabhu e altri vaisnava "riscoprirono" i luoghi perduti delle attività di Krsna. Infatti, dice Haberman, questi luoghi non sono mai realmente esistiti prima del sedicesimo secolo e quindi non sono stati riscoperti. Piuttosto essi furono proiettati sul paesaggio fisico di Vraja dal paesaggio trascendentale percepito in meditazione.
Haberman dà alcune interpretazioni di ciò che accade quando una persona medita su un santuario mentale. Queste si estendono dalla contemplazione di scene immaginarie nel senso ordinario per entrare in un "mondo trascendente, eterno che è percettibile solamente agli occhi della mente ed è raggiunto attraverso la tecnica meditativa". Poiché Haberman sembra essere incline a preferire quest'ultima interpretazione, si potrebbe dire che si stia riferendo a una versione della teologia delle visioni: si può entrare nel mondo trascendentale di Krsna attraverso la meditazione, ma Krsna non ha mai compiuto alcuna attività nel mondo fisico. La storia fisica e terrena segue le linee rilevate dagli studiosi moderni. Ciò significa che molte centinaia di anni fa a Vraja possono esserci state varie tribù primitive che celebravano culti animistici ma non ci fu mai Krsna che veramente alzò la collina Govardhana.
Sebbene questa teoria religiosa permetta di evitare alcuni conflitti con gli studiosi moderni, ha però una serie di inconvenienti. Alcuni di questi sono i seguenti:
1) Questa teoria è contraria alla tradizione vaisnava, quindi ciò chiama in questione il pensiero di molte grandi anime che hanno sostenuto la tradizione. Poiché queste grandi anime sono i veri meditatori che hanno avuto visioni di Krsna, come possono queste visioni essere reali? In altre parole, perché delle persone che vedono il regno assoluto, dovrebbero credere nella verità dei miti che anche gli studiosi terreni ritengono falsi?
2) Questa teoria non spiega perché l'adorazione di Krsna dovrebbe essere una faccenda recente come affermano gli studiosi. Se c'è un regno eterno di Krsna a cui si può accedere attraverso la meditazione, perché la gente vi avrebbe avuto accesso solo recentemente?
3) Che cosa dice questa teoria a proposito della molteplicità delle religioni? Le visioni riportate dalle altre tradizione religiose sono reali? Se non lo sono, perché solamente la visione vaisnava è reale? Se è così i molti regni trascendentali corrispondono a uno per ciascuna religione? Oppure la gente vede nel regno trascendentale tutto ciò che sta cercando?
4) Questa teoria limita fortemente il potere di Dio. Se Dio appare solamente nelle visioni, cosa ne è del Suo ruolo come creatore e controllore dell'universo? Se lasciamo che la scienza spieghi il mondo materiale, il ruolo di Dio diventerà praticamente nullo.
5) La teologia delle visioni può facilmente trasformarsi in una teoria di esperienza religiosa puramente psicologica. Dopo tutto questa è la visione che verrà favorita in modo schiacciante da psicologi, neuroscienziati, e fisici di ogni specie.
Tenendo presenti le obiezioni citate nel punto 1 e nel il punto 4, il punto 5 risulta pressoché inevitabile. Ci troviamo a spiegare i fenomeni religiosi con una teoria completamente mondana e, nel caso dei lila di Krsna, questa linea di pensiero ci conduce a conclusioni particolarmente spiacevoli. Così Haberman descrive la meditazione su Krsna nel modo seguente: "Il fine desiderato è un voyeurismo religioso e un godimento indiretto finalizzato a produrre una gioia infinita". Una così triste conclusione è evitata nelle interpretazioni più bilanciate fatte dai vaisnava tradizionali che sottolineano il ruolo di Krsna come Creatore supremo e come l'esecutore di attività sulla Terra impossibili all'uomo.







Spostando il Confine tra Mito e Scienza

Se, partendo dalla teologia delle visioni, procediamo avvalendoci del metodo induttivo mutuato dagli studiosi, possiamo vedere come essa potrebbe servire da trampolino di lancio per una teoria più soddisfacente. Il punto di partenza per sviluppare tale teoria potrebbe essere una storia riportata da Haberman sul santo vaisnava Narottama Dasa Thakura. Sembra che un giorno Narottama Dasa Thakura stesse meditando di star facendo bollire un po' di latte per Radha e Krsna. Quando il latte, a causa dell'ebollizione, stava uscendo dalla pentola egli, senza che le sue mani fossero protette in alcun modo, tolse la pentola dal fuoco, e si scottò.
Quando si svegliò dalla meditazione Narottama scoprì che la sua mano era veramente bruciata.
Esistono diverse storie come questa e io ne menzionerò brevemente altre due. Nella seconda storia, Srinivasa Acarya, un contemporaneo di Narottama Dasa Thakura, stava meditando di sventagliare Sri Caitanya. Durante la meditazione di Srinivasa Acarya, Sri Caitanya mise la propria ghirlanda al collo di Srinivasa. Quando Sinivasa si svegliò dalla meditazione una ghirlanda particolarmente profumata pendeva veramente dal suo collo.
Nella terza storia, un santo vaisnava chiamato Duhkhi Krsna Dasa stava spazzando il luogo dove si svolge la danza rasa di Krsna, a Vraja. Egli trovò una cavigliera d'oro particolarmente bella e la nascose. Più tardi una signora anziana andò da lui chiedendogli di restituirgli la cavigliera. Accadde che l'anziana signora fosse in realtà Lalita, una delle servitrici trascendentali di Radha e Krsna. Infine, la signora rivelò che la cavigliera apparteneva alla stessa Radha e quindi gli svelò la propria vera forma di Lalita.
Chi siamo noi per giudicare tali storie? La storia delle mani bruciate può essere accettata da molti studiosi. Dopo tutto è ben noto che, talvolta, ad alcuni cattolici che meditano sulla crocifissione di Cristo appaiono le stigmate nelle quale le piaghe di Cristo si presentano sulle loro mani e sui loro piedi. Se la meditazione può in qualche modo provocare delle ferite sanguinanti, può forse provocare anche delle ustioni.
(Continua nel prossimo numero)















MAHA BHARATA

Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrita

Tradotto dal sanscrito in inglese da Hrdayananda Gosvami, e reso in lingua italiana da Matsya Avatara Dasa



Continua dal numero precedente

Re Pausya rispose: "Per favore, và nei quartieri interni e fanne richiesta alla regina".
Così autorizzato, Uttanka entrò in quei quartieri ma non vi trovò la regina; così ritornò da Pausya dicendogli: "Non è giusto che mi tratti così, mentendomi. La tua regina non è nei quartieri interni perché là io non l'ho vista".
Sentito ciò Pausya rispose: "Allora tu devi essere in una condizione impura. Cerca di ricordare se l'ultima volta che hai mangiato hai dimenticato di lavarti come si deve: la regina non può essere vista da chi è in uno stato impuro o da chi non ha lavato il suo corpo in maniera appropriata, dopo aver mangiato. Siccome lei è una moglie pura, non dà udienza a chi non è perfettamente pulito".
Uttanka rifletté un attimo e disse: "Sì, in effetti, dopo aver mangiato mi sono lavato di fretta la bocca e le mani perché ero in viaggio".
Pausya rispose: "Sì, è proprio questo il punto: un viaggiatore non può lavarsi come dovrebbe".
"Sì, è così", disse Uttanka, e si sedette rivolto ad est.
Uttanka si lavò accuratamente le mani, i piedi e la bocca, per tre volte sorseggiò in silenzio dell'acqua e per due volte si asciugò. Poi meditò nel suo cuore onde purificarsi. Dopo aver pulito anche tutte le porte del corpo con acqua pura, entrò nei quartieri riservati alle donne e poté vedere la regina. Quando la regina vide entrare Uttanka si alzò salutandolo con grande rispetto. "Benvenuto, mio signore. Per favore, dimmi, cosa posso fare per te?"
Uttanka rispose: "Ti prego, donami i tuoi due orecchini per il mio guru. Per favore, dammeli".
La regina, compiaciuta per il comportamento e per il contegno impeccabile di Uttanka, pensando che a un così degno beneficiario non si dovesse dire di no, si tolse gli orecchini e glieli offrì, dopodiché gli disse: "Taksaka, re dei serpenti, è impaziente di possedere questi orecchini, perciò ti prego di custodirli con molta attenzione!"
Uttanka replicò alla regina: "Mia signora, rassicurati. Taksaka, il re dei serpenti, non può attaccarmi".
Dopo aver parlato in questo modo alla regina, si congedò e ritornò dal re Pausya cui disse: "Mio caro re Pausya, adesso sono soddisfatto".
Re Pausya replicò: "Mio signore, da molto tempo non ricevo più visite di ospiti degni. Tu sei un ospite di rispetto ed io voglio trarre vantaggio dalla tua presenza officiando la cerimonia dello sraddha a beneficio dei miei antenati. Ti prego, resta con noi ancora un po'".
Uttanka rispose: "Posso restare solo per poco: quello che desidererei adesso è del cibo che sia già stato preparato e offerto al Signore".
Il re acconsentì e gli dette il cibo disponibile. Ma Uttanka notò che era freddo ed anche che dentro c'erano dei capelli, perciò, trovandolo impuro, disse al re: "Poiché non ti sei accorto di avermi offerto del cibo contaminato che avrebbe potuto seriamente nuocermi, diventerai cieco!"
Re Pausya replicò incollerito: "Poiché tu disprezzi del cibo che in realtà è puro, non avrai mai dei figli!" Poi Pausya controllò il cibo e si accorse che era impuro: esso era stato cucinato da una donna che aveva tenuto i suoi capelli sciolti, nel cibo c'erano infatti dei capelli che lo inquinavano. Allora il re pregò Uttanka di perdonarlo.
"Mio signore", disse ad alta voce, "è per ignoranza che ti abbiamo offerto del cibo freddo e con dei capelli dentro. Ti prego, perdonami, non farmi diventare cieco!"
Uttanka rispose: "Io non parlo a vuoto. Diventerai cieco ma riacquisterai in fretta la vista. Però anch'io dovrei essere risparmiato dalla tua maledizione".
Pausya disse: "Io non posso ritirare la mia maledizione perché la rabbia non mi si è ancora placata.
Tu conosci il famoso proverbio che dice: il cuore di un brahmana è tenero come burro appena fatto, mentre le sue parole sono come la tagliente lama di un rasoio.
Ma per un guerriero ksatriya è esattamente l'opposto: le sue parole sono dolci e piacevoli come burro fresco, ma il suo cuore è come la tagliente lama di un rasoio. Questo è il punto: dato che il mio cuore è tagliente io non posso ritirare la maledizione. Ora, ti prego, lascia il mio regno!"
Uttanka replicò: "Sei stato tu a darmi del cibo impuro, ciononostante io ho voluto perdonarti e ridimensionare la mia maledizione. Quando tu mi hai maledetto hai pronunciato queste parole: Siccome hai vilipeso del cibo puro, non avrai mai figli, ma il cibo in effetti era impuro per cui la tua maledizione non avrà nessun effetto su di me. Credo che adesso questo argomento si possa considerare concluso".
Detto questo Uttanka prese il paio di orecchini e partì. Sulla strada egli scorse un mendicante nudo che gli veniva incontro, ma poteva vederlo solo a momenti, in altri no. Posati gli orecchini a terra, Uttanka stava per bere un pò d'acqua, quando il mendicante si precipitò di corsa verso di lui, rubò gli orecchini e fuggì. Uttanka lo inseguì e lo acchiappò ma quello che in apparenza sembrava un mendicante abbandonò il suo travestimento e rivelò la sua forma reale di Taksaka, re dei serpenti. Il monarca dei serpenti si allontanò velocemente infilandosi in un grande buco nella terra raggiungendo la regione dei possenti serpenti Naga; qui si ritirò nella propria casa.
Uttanka lo inseguì nel cunicolo e raggiunse il reame dei serpenti luogo che gli apparve sconfinato, con centinaia di palazzi e dimore squisitamente ornate di pinnacoli e torri costruite in stili diversi.
C'erano molte attrezzature sportive e per il tempo libero, piccole e grandi. La regione era disseminata di officine e di santuari.
Osservando quella che sembrava una civiltà molto evoluta, Uttanka decise di rivolgersi ai Naga con preghiere convincenti nella speranza che questi gli restituissero subito gli orecchini.
Quindi li avvicinò rivolgendosi loro così:
"I serpenti, il cui re è Airavata, sono brillanti in battaglia e scagliano le armi così come quando le nubi sospinte dal vento, trafitte da folgori, riversano la loro acqua. Magnifici, variopinti, con code vistose, quei discendenti di Airavata brillano come il sole in Paradiso. Sulla riva nord del Gange ci sono molti sentieri dei nobili Naga. Chi se non il loro monarca Airavata potrebbe sperare di muoversi con tanta scioltezza sotto il cocente calore del vicino sole? Quando il re serpente Dhrtarastra esce per passeggiare 28008 serpenti lo accompagnano.
A tutti coloro di cui Airavata è fratello maggiore, a coloro che hanno il privilegio di poterlo avvicinare, così come a quelli che gli stanno a distanza, offro le mie obbedienze.
Per avere indietro i due orecchini prego Taksaka figlio di Kadru, colui che dimora a Kuruksetra e nella foresta Khandava.
Taksaka e Asvasena vivono sempre assieme in Kuruksetra lungo le rive del fiume Iksumati.
Il fratello minore di Taksaka, Srutasena, visse nel luogo sacro chiamato Mahaddyuman, aspirando al governo dei Naga". Dopo che Uttanka ebbe rivolto queste preghiere ai Naga, senza ottenere la restituzione degli orecchini, si guardò intorno chiedendosi che fare. Vide allora due donne che tessevano una stoffa montata sopra un telaio. In quel telaio c'erano fili bianchi e neri. Vide anche sei ragazzi che giravano una ruota a dodici raggi e vide anche un bell'uomo a cavallo. Uttanka allora li elogiò tutti con questi versi: "La stella polare con i suoi cicli eterni è la ruota del tempo con trecentosessanta raggi congiunti al centro. Sei ragazzi la fanno ruotare con ventiquattro suddivisioni. Il cosmo è come un telaio sul quale due giovani ragazze tessono senza fine i loro fili bianchi e neri, muovendo senza posa i cicli che generano tutte le creature e i mondi.
(Continua sul prossimo numero)















RATHA
YATRA

IL GRANDE FESTIVAL DEI CARRI

Una occasione unica per prendere parte ad uno straordinario evento,
Bologna, 15 Giugno 1996
Viareggio, 15 Agosto 1996
Milano, Settembre 1996

Per ulteriori informazioni rivolgiti al centro Hare Krishna più vicino.












Fine del numero di maggio-giugno 1996.