Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 7 n. 6
novembre-dicembre 1995
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, a sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, America, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha aperto in tutto il mondo asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krsna.
I suoi discepoli continuano il Movimento a cui egli ha dato vita. Il 1996 sarà l'anno della Commemorazione del suo Centenario e in tutto il mondo verrà ricordato e fatto conoscere, tutto questo in onore del grande contributo che ha saputo offrire alla razza umana.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio Ali Krsna devi dasi
REDAZIONE:
Virabhadra dasa, Sitarani devi dasi
COLLABORATORI:
Rasika dasi, Pancaratra dasa, Saiva dasi, Nikunja Vasini devi dasi, Dott. Giuseppe Scala.
AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa
ABBONAMENTI E INFORMAZIONI:
Dananistha devi dasi
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PRONUNCIA. La traslitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; a si pronuncia a lunga e aperta; i si pronuncia i lunga; u si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
© Bhaktivedanta Book Trust Tutti i diritti riservati
RITORNO A KRISHNA Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
Vol. 7 N. 6 - novembre-dicembre 1995
Fotolito: Fotolitografie Fiorentine, Dicomano, FI
Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatoreacarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna
Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, a sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna. In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie. Viaggiando in Europa, America, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha aperto in tutto il mondo asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole. Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krsna. I suoi discepoli continuano il Movimento a cui egli ha dato vita. Il 1996 sarà l'anno della Commemorazione del suo Centenario e in tutto il mondo verrà ricordato e fatto conoscere, tutto questo in onore del grande contributo che ha saputo offrire alla razza umana.
ALLA BASE DI TUTTO
Una lezione di Srila Prabhupada
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
"Buono o cattivo"?
SRIMAD BHAGAVATAM
La Creazione: Primo Canto, Capitolo 8
TIRUPATI
La città tempio.
ALIMENTAZIONE VEGETARIANA
Un fine anno speciale.
L'INDIA E I SUOI DEI
Sri Ganesa
SCIENZA E SCIENZA
Strutturalismo e variabili
IL MAHABHARATA
La settima puntata del Grande Poema
LA FESTA DELLA DOMENICA
ALLA BASE DI TUTTO
Una lezione tenuta a Londra, il 18 settembre 1969,
da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya della Società Internazionale per la Coscienza di Krsna
Dio, la Persona Suprema, ha svariate energie, come confermato nei testi vedici: parasya saktir vividhaiva sruyate. Nella Bhagavad-gita Krsna dice: sarvatah panipadam tat "Il Signore ha le Sue mani e le Sue gambe dappertutto." Vi accorgerete che Krsna non ha nulla da compiere. Lui semplicemente Si diverte con le gopi (le pastorelle) e Radharani. Non uccide i demoni. Il Krsna che uccide i demoni è Vasudeva Krsna; Egli non è il Krsna originale. Krsna Si espande. La prima espansione è Baladeva. Da Baladeva viene Sankarsana, Pradyumna, Aniruddha e Vasudeva. Quindi nel Suo aspetto Vasudeva agisce in Mathura e Dvaraka. Ma Krsna nel Suo aspetto originale rimane a Vrndavana.
Uno fra i più grandi scrittori di narrativa del Bengala, Bankim Chandra Chatterjee, pensava erroneamente che il Krsna di Vrndavana, il Krsna di Dvaraka e il Krsna di Mathura fossero persone diverse. Krsna è lo stesso, ma Si può espandere in milioni e trilioni di forme. Advaitam acyutam anadim ananta-rupam. Sebbene Egli abbia forme illimitate ananta rupam Egli è advaita: non c'è distinzione tra Krsna e le Sue altre forme.
Quando Krsna vuole godere, che tipo di godimento avrà? Ciò è stato discusso da Srila Jiva Gosvami. Krsna è Param Brahman, la Verità Assoluta. La Verità Assoluta ha tre aspetti: Brahman, Paramatma e Bhagavan. I jnani, coloro che cercano di capire la Verità Assoluta con la speculazione mentale, con la forza della loro conoscenza, realizzano la Verità Assoluta come il Brahman impersonale. E gli yogi, coloro che cercano di comprendere la Verità Assoluta con la meditazione, realizzano la Verità Assoluta come Paramatma.
Paramatma è l'aspetto del Supremo situato nel cuore di ognuno. Isvarah sarvabhutanam hrddese 'rjuna tisthati. Questo aspetto di Paramatma è un'espansione di Bhagavan, Krsna, Dio, la Persona Suprema.
Krsna dice nella Bhagavad-gita (10.42)
atha va bahunaitena
kim jnatena tavarjuna
vistabyaham idam kntsnam
ekamsena sthito jagat
Arjuna stava cercando di comprendere le potenze di Krsna che nel decimo capitolo gli dette la seguente descrizione: "Tra le stagioni Io sono la primavera, tra i fiumi Io sono il Gange, tra le bestie Io sono il leone, tra gli uomini Io sono il re." E Krsna conclude: "Per quanto posso continuare? Cerca solo di capire che se solo una Mia porzione plenaria entra nell'universo, da ragione di esistere all'intera manifestazione cosmica."
Il mondo materiale esiste grazie a una porzione plenaria di Krsna, e Krsna Stesso entra nell'universo: andantarasthaparamanucayantarastham. Senza che Lui entri, l'universo non può esistere, proprio come il corpo non può esistere senza che l'anima entri nel corpo. Non appena l'anima spirituale lascia il corpo, il corpo è inutile. Il corpo potrà essere quello di un primo ministro, ma non appena l'anima lascia il corpo, il corpo non vale nemmeno un centesimo. Similmente, poiché Krsna entra nell'universo, l'universo ha valore. Altrimenti non è che un ammasso di materia.
Quindi, quando Krsna vuole godere che tipo di godimento avrà? Questo è stato discusso da Srila Jiva Gosvami. Krsna è il Grande Supremo. Dio è grande, lo sanno tutti. Quindi, quando il Grande vuole divertirsi, che tipo e che qualità di piacere avrà? Questo è un elemento da comprendere.
In merito a questo Svarupa Damodara Gosvami ha scritto radhakrsnapranayavikrtih. Le relazioni amorose di Radha e Krsna non sono ordinarie relazioni materiali, sebbene sembrino tali. Avajananti mam mudha: i mascalzoni e gli sciocchi credono che Krsna sia un uomo comune. Non conoscono la natura trascendentale di Krsna. Loro cercano di imitare la rasalila di Krsna, la Sua danza con le gopi. Ci sono molti mascalzoni di questo genere.
Capire Krsna è molto difficile:
manusyanam sahasresu
kascid yatati siddhaye
yatatam api siddhanam
kascin mam vetti tattvatah
Tra milioni di persone, una potrà cercare di rendere la sua vita perfetta. Quasi tutti lavorano come animali e per gli animali non c'è questione di perfezione. Le tendenze degli animali sono mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. E sfortunatamente la maggior parte degli uomini si comporta come gli animali. Non hanno altro da fare. Sono come porci che passano il giorno e la notte a lavorare "Dove sono gli escrementi? Dove sono?" E non appena il maiale trova degli escrementi da mangiare, ingrassa. E poi: "Dov'è il sesso? Dov'è?" Il maiale non considera nemmeno se la sua compagna sia sua madre o sua sorella. Questa è la vita dei maiali. La vita umana non è fatta per comportarci come porci. Ma la civiltà moderna è una civiltà degradata sebbene sembri ben lucente e florida solo perché i 'poco di buono' indossano camicia e giacca.
Il movimento per la coscienza di Krsna, invece, serve a comprendere Krsna. Ciò richiede un po' di sforzo, austerità e penitenza. Tapasa brahmacaryena samena ca damena ca. Bisogna sopportare tapasya e brahmacarya, austerità e celibato. Brahmacarya significa smettere con la vita sessuale o controllare la vita sessuale. Senza diventare brahmacari, senza controllare l'impulso del sesso, non è possibile comprendere la vita spirituale.
Ai tempi vedici, i ragazzi erano addestrati a diventare brahmacari fin dall'inizio della vita. Non come al giorno d'oggi dove ragazzi e ragazze di dieci o dodici anni si intrattengono insieme. Questa forma di promiscuità sessuale rovina il cervello; i tessuti sottili del cervello sono perduti e non è più possibile comprendere cose elevate.
Questi sono gli elementi del processo di autorealizzazione: samena (con il controllo della mente), damena (con il controllo dei sensi), tyagena (dando la carità), saucena (con la pulizia). Ma in questa era questi metodi sono molto difficili da seguire. Praticamente impossibili. Perciò il Signore Caitanya, Krsna Stesso, Si è reso facilmente disponibile con un metodo:
harer nama harer nama
harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nasty eva
nasty eva gatir anyatha
Questa era, il kaliyuga, è considerata l'era più caduta. Noi pensiamo di fare molto avanzamento ma è l'era più caduta perché le persone sono diventate come animali. Come gli animali non hanno altro interesse che le quattro elementari necessità fisiche mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi così in questa era le persone sono esclusivamente interessate a questi quattro principi che soddisfano il corpo. Non hanno alcuna informazione sull'anima, né sono preparate a realizzare ciò che è l'anima. Questo è il difetto di questa era.
Ma la forma umana di vita è fatta appositamente per la realizzazione spirituale. "Chi sono?" Questa è la missione della vita umana. Athato brahma jijnasa, questa vita è fatta per porre domande sul Brahman, il Paramatma e Bhagavan.
Jijnasu significa porre domande. Noi poniamo domande ogni giorno. "Cosa c'è di nuovo oggi?" Immediatamente raccogliamo un giornale, in noi c'è curiosità ma facciamo domande solo su cose superficiali. Non abbiamo il desiderio di fare domande sulla possibilità più elevata che ci offre la vita, brahma-jnana, la conoscenza dello spirito.
Questa è la carenza della civiltà moderna. Oggi le persone principalmente pongono domande su come far soldi. Questa tendenza è presente in ogni era, ma in questa era è diventato il fattore principale. Tutti sono impegnati semplicemente nelle necessità corporali. Nidraya hriyate naktam: di notte le persone dormono pesantemente, russano. Vyavayena ca va vayah: oppure si dedicano al sesso. In questo modo sprecano il loro tempo. E di giorno: diva carthehaya rajan: "Dove sono i soldi? Dove sono i soldi? Dove sono i soldi?"
E kutumbabharanena va: non appena una persona ha dei soldi, pensa a come comprare cose per la famiglia, ecco tutto. Fare spese e russare: ecco a cosa ci si dedica nella vita materialistica. Tra tante persone così sciocche impegnate a dormire, accoppiarsi, guadagnar soldi e provvedere alla famiglia con un bell'appartamento e cibo, ce ne è una che è curiosa su come perfezionare la forma umana. Questa vita è fatta per la perfezione. Cos'è la perfezione? Perfezione significa uscire dalla miseria. Tutti cercano di uscire dalla miseria, ma nessuno conosce lo scopo finale per il quale uscirne. Na te viduh svarthagatim hi visnum. Si può uscire dalla miseria quando ci si avvicina a Visnu.
Qui nel mondo materiale la gente cerca di andare sulla luna, ma questi sciocchi non sanno quello che otterranno dal recarvisi. La luna è uno dei pianeti materiali. Krsna ha già detto nella Bhagavad-gita: abrahmabhuvanal lokah...
Tutti i pianeti materiali sono luoghi di miseria. La luna è molto vicina ma anche andando sul pianeta più elevato, conosciuto come Brahmaloka, si troverà miseria.
Ogni notte è possibile vedere quanto ampio sia il numero di pianeti che ci sovrastano. Ma non ci si può andare, non è cosa comune, anche desiderando recarsi sul più vicino si fallirà nell'intento. Quindi, dov'è l'avanzamento scientifico?
Ma in realtà questi luoghi sono raggiungibili. Gli scienziati materialisti hanno calcolato che se si viaggiasse per quarantamila anni alla velocità della luce si potrebbe raggiungere il pianeta più elevato del mondo materiale. Quindi almeno secondo i calcoli scientifici moderni è impossibile per un uomo comune arrivarci. Ma ci si può andare, c'è un metodo. Abbiamo provato a spiegarlo nel nostro libro "Viaggio facile verso altri pianeti". Con il metodo dello yoga è possibile andare in qualunque pianeta si desideri. Questa è una delle perfezioni dello yoga.
L'entità vivente è chiamata sarvagah "che può andare ovunque gli piaccia". Per esempio, Narada Muni può viaggiare ovunque desideri, sia nel mondo spirituale che nel mondo materiale. Quindi anche a noi è consentito farlo. E' possibile. Nel giro di un anno il grande yogi Durvasa Muni viaggiò per tutto l'universo sino a Visnuloka, il mondo spirituale, e tornò indietro. E' un fatto storico e questa è una delle perfezioni che si possono ottenere con alcune pratiche di yoga.
Come può essere raggiunta? Comprendendo Krsna!
Yasmin vijnate sarvam evam vijnatam bhavanti.
La Mundaka Upanisad dice che semplicemente comprendendo Krsna, allora tutto il resto può essere compreso molto facilmente. La coscienza di Krsna è una cosa così bella!
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
'BUONO' O 'CATTIVO'?
Questa conversazione fra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e uno studente universitario, ebbe luogo a Los Angeles sulle rive dell'Oceano Pacifico, nel gennaio del 1974.
Studente: Gli scienziati, i filosofi e gli psicologi di oggi dicono che l'unica autorità che possono accettare è la loro mente.
Srila Prabhupada: In sanscrito sono chiamati manodharmi, speculatori mentali.
Studente: Ma non dobbiamo sperimentare diverse prospettive mentali se vogliamo comprendere il mondo?
Srila Prabhupada: Veramente gli speculatori mentali sono stati condannati manorathenasati dhavato bahi (SrimadBhagavatam 5.18.12) perché sono facilmente portati altrove dal carro della mente. La mente svolazza, cambiando sempre. SankalpaVikalpa: l'occupazione della mente è accettare qualcosa e poi rifiutarla. Questi speculatori mentali stanno proprio facendo questo. Qualcuno avanza qualche teoria che sarà rifiutata dopo alcuni anni da lui stesso o da qualcun'altro. Così, a causa della speculazione, si rimane sul mutevole piano materiale. Non potete avere nessuna idea definitiva.
Studente: Ma gli scienziati credono fortemente nella loro ricerca. Sono convinti di aver fatto qualcosa di realmente buono per il mondo.
Srila Prabhupada: Gli scienziati pensano: "Questo è cattivo, quello è buono." Non sanno che in questo mondo materiale dire "questo è buono, questo è cattivo" è solo una speculazione mentale, tutto sbagliato.
Non sanno che in questo mondo materiale "cattivo" e "buono" sono la stessa cosa perché entrambi sono solo materia.
Studente: Come puoi dire che "cattivo" e "buono" sono la stessa cosa?
Srila Prabhupada: Ad esempio, quando passeggiamo per questa strada, a volte diciamo: "Questa è molto buona" e a volte: "Questa è molto cattiva", ma la strada è la stessa. Quindi come fa ad essere "buona" e "cattiva"? E' semplice speculazione mentale.
Oggi potremmo dire: "Questa strada è asciutta e polverosa. Male." Domani potremmo dire: "Questa strada è asciutta; non è per niente fangosa. Bene." E' semplice speculazione mentale.
Studente: E' ancora un po' difficile capire ciò che stai dicendo.
Srila Prabhupada: Faccio un altro esempio. In India i contadini spargono il letame nei campi. Alla fine della giornata il sole ha seccato la parte superiore del concime. Così, quando qualche sciocco vedrà la parte secca del concime, potrà dire: "Oh, questa parte è molto bella" dimenticando che dopo tutto è letame, quindi qual è la differenza se è secco o umido?
Allo stesso modo gli scienziati stanno facendo grande avanzamento, ma la morte è ancora qui. Quindi dobbiamo chiedere: "Che differenza c'è se fate avanzamento o non lo fate? Una persona che non è avanzata nella scienza morirà, e anche voi cosiddetta gente avanzata, morirete. A cosa serve quindi?" Né lo scienziato né la persona comune può proteggere se stesso dalla morte. Allora qual è il significato di "buono" o di "avanzato"?
Studente: Ma io penso che la distinzione tra "buono" e "cattivo" dipenda dalla coscienza dell'individuo.
Srila Prabhupada: "Relatività", la "legge della relatività". "Un cibo per una persona può essere veleno per un'altra."
Quindi come potete distinguere se questo è "cibo" o "veleno"? Un uomo dirà "No, è cibo!" Un altro dirà: "E' veleno!" Come potete distinguerlo? Vedete? Questo "buono" o "cattivo" è sempre speculazione mentale. Finché si è sul piano materiale non c'è niente di buono.
Tutto quello che gli scienziati e i filosofi stanno facendo è imbrogliare. Loro dicono: "Stiamo avanzando." Su quale strada state avanzando? Il problema della nascita e della morte è ancora qui, qual è quindi il significato del vostro avanzamento?
Studente: Quindi dobbiamo scendere dal 'carro della mente'?
Srila Prabhupada: Sì, se rimanete sul carro della mente allora qualunque cosa accettiate dovrete poi rifiutarla. E questo è proprio quello che stanno facendo. I cosiddetti scienziati e filosofi avanzano qualche teoria e dopo qualche tempo la rifiutano.
Quindi se rimanete sul piano materiale questa occupazione dell'accettare e del rifiutare andrà avanti. Non arriverete mai a una conclusione finale.
Ci si deve elevare al piano spirituale. Questo è nityah sasvato 'yam eterno, perenne.
SRIMAD BHAGAVATAM
Tra tutte le scritture Vediche il più illuminante
testo che descrive la Personalità di Sri Krsna
Scritture Vediche
SrimadBhagavatam
Primo Canto: La creazione
Continua la pubblicazione dello SrimadBhagavatam, il grande classico della spiritualità scritto cinquemila anni fà da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa conoscenza infallibile.
Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.
Capitolo 8, Le Preghiere della Regina Kunti
VERSO 26
janmaisvaryasrutasribhir
edhamanamadah puman
naivarhaty abhidhatum vai
tvam akincanagocaram
janma: nascita; aisvarya: opulenza; sruta: educazione; sribhih: possedendo la bellezza; edhamana: aumentando progressivamente; madah: intossicazione; puman: l'uomo; na: non; eva: mai; arhati: può; abhidhatum: approccio sincero; vai: certamente; tvam: Tu; akincanagocaram: che può essere avvicinato facilmente dall'uomo disilluso dalla materia.
TRADUZIONE
E' facile raggiungerTi, o Signore, ma soltanto per l'uomo disilluso dalla materia. Infatti, colui che segue il sentiero della prosperità materiale, inebriato dall'ambizione di una nascita nobile, da vaste ricchezze, da un'educazione elevata e da un aspetto fisico affascinante, rimane incapace di rivolgersi a Tua Grazia con sincerità.
SPIEGAZIONE
La prosperità materiale consiste nel nascere in una famiglia nobile, nel possedere grandi ricchezze, un'educazione superiore e un aspetto fisico seducente. Tutti i materialisti bruciano dal desiderio di acquisire questa prosperità, considerata la base della civilizzazione materiale. Ma questi valori effimeri ubriacano colui che li possiede infatuandolo di una vanità ingannevole; diventato arrogante, non sarà capace di rivolgersi al Signore con sincerità, di pronunciare dal profondo del cuore il Suo santo nome, "o Govinda", "o Krsna". Gli sastra ci rivelano che pronunciando anche solo una volta il santo nome del Signore ci si può liberare da un numero di colpe maggiore di quello che si potrebbe mai commettere. Tale è la potenza del santo nome. Quest'affermazione non è affatto esagerata, ma occorre considerare anche la qualità del canto del santo nome che dipende dalla profondità del nostro sentimento, dalla nostra sincerità. Un uomo privo d'aiuto può pronunciare il santo nome con molta sincerità, mentre colui che lo fa con un senso di grande soddisfazione materiale ne è incapace. Così, un materialista infatuato di sé potrà all'occorrenza pronunciare il santo nome del Signore, ma non saprà mettervi la qualità necessaria. Perciò i quattro oggetti del progresso materiale - 1) una parentela nobile, 2) una grande ricchezza, 3) un'educazione elevata e 4) un aspetto fisico seducente - rappresentano in un certo senso altrettanti ostacoli sulla via del progresso spirituale.
Il corpo materiale è un involucro esterno dell'anima, che è di natura spirituale, proprio come la febbre costituisce la manifestazione esterna di uno stato patologico del corpo fondamentalmente sano. Quando si ha un'alta temperatura è bene fare in modo che diminuisca, e non che aumenti con una cura inadeguata. Così, quando un'anima che progredisce sulla via spirituale s'impoverisce materialmente, come succede talvolta, non c'è motivo di allarmarsi, perché si tratta di un segno favorevole, come una diminuzione di temperatura nel corpo. L'uomo deve dunque condurre la sua esistenza in modo da attenuare la sua febbre, la sua "ebbrezza" materiale, che può solo immergerlo sempre più nell'illusione sul vero scopo dell'esistenza. E chiunque viva sotto la morsa dell'illusione perde la qualità necessaria per entrare nel regno di Dio.
VERSO 27
namo 'kincanavittaya
nivrttagunavrttaye
atmaramaya santaya
kaivalyapataye namah
namah: a Te il mio omaggio; akincanavittaya: che appartiene agli uomini materialmente impoveriti; nivrtta: che trascende completamente ogni influenza materiale; guna: delle tre influenze della natura materiale; vrttaye: affetto; atmaaramaya: che trova soddisfazione in sé stesso; santaya: il più pacifico; kaivalyapataye: al maestro dei monisti; namah: rispettoso omaggio.
TRADUZIONE
Il mio omaggio a Te, che appartieni agli uomini materialmente impoveriti. Tu non sei affatto soggetto alle tre influenze della natura materiale; e poiché sei soddisfatto in Te stesso, sei l'Essere più pacifico e il maestro dei monisti.
SPIEGAZIONE
L'essere perde ogni desiderio di vivere quando la vita lo priva di ogni oggetto di possesso, perciò nessuno può essere una persona rinunciata nel vero senso della parola. Si rinuncia a una cosa solo in vista di un'altra, che sembra avere maggior valore. Uno scolaro, per esempio, sacrificherà i suoi giochi d'infanzia per migliorare la sua istruzione, un lavoratore lascerà il suo impiego per un altro più vantaggioso. Così, il devoto rinuncia all'esistenza materiale non per il vuoto, ma per dei valori spirituali concreti. Così fecero Srila Rapa Gosvami, Srila Sanatana Gosvami, Srila Raghunatha Gosvami e altri che abbandonarono le loro opulenze materiali per adottare il servizio di devozione al Signore. I sei Gosvami di Vrndavana erano tutti materialmente altolocati prima di diventare devoti; Srila Rupa e Sanatana ricoprivano la funzione di ministri nel governo del Bengala e Srila Raghunatha Dasa Gosvami era il figlio di un ricco zemindar del suo tempo. Ma lasciarono tutto, posizione e ricchezze, per acquisire un bene superiore a tutti quelli che possedevano prima. Di solito i devoti non hanno grandi beni materiali, ma possiedono un tesoro segreto: i piedi di loto del Signore. E la vita di Srila Sanatana Gosvami ce ne offre un esempio. Egli aveva gettato una pietra filosofale in un mucchio d'immondizia, quando un giorno un miserabile venne a chiedergli qualcosa di valore. Sanatana Gosvami gli indicò il mucchio d'immondizia dove quell'uomo fu ben contento di trovare un oggetto così prezioso. Ma più tardi quell'uomo si domandò perché una pietra di così grande valore fosse stata trascurata in quel modo. Ritornò quindi da Srila Sanatana Gosvami pregandolo questa volta di dargli la cosa più preziosa che avesse e il Gosvami gli diede il canto dei santi nomi del Signore.
Akincana designa colui che non ha nulla di materiale da offrire a nessuno, cioè il vero devoto, il mahatma che ha abbandonato ogni possesso materiale ma che può far dono del più grande di tutti i beni, il Signore Supremo, la sua sola e unica proprietà. Sri Sanatana Gosvami non provava verso la pietra filosofale alcun senso di proprietà, altrimenti non l'avrebbe certo buttata in un mucchio d'immondizia. Questo aneddoto vuole insegnare al devoto neofita che un devoto del Signore non deve mantenere alcun desiderio materiale, perché questi desideri si accordano molto male col progresso spirituale. Se non si è in grado di vedere ogni cosa come spirituale, cioè in relazione col Signore Supremo, occorre stabilire sempre una distinzione molto netta tra spirituale e materiale. Un maestro spirituale come Srila Sanatana Gosvami certamente possedeva questa facoltà, ma ha voluto mostrare la via da seguire a noi, che non abbiamo una visione spirituale unitaria.
Il progresso della società materiale, da cui si sviluppa il concetto materialistico della vita, si erge come un grande ostacolo sulla via della spiritualità, perché incatena sempre più l'anima al suo involucro carnale e a tutte le sofferenze che gli sono legate. A ragione dunque si definisce anartha, indesiderabile, il progresso materiale. E' evidente che nel contesto attuale, fondato sul progresso materiale, l'attenzione è distratta da un mucchio di oggetti indesiderabili e inutili, tutti prodotti da una concezione materiale dell'esistenza, come per esempio i cosmetici, costosi e destinati soltanto al corpo. In questa direzione l'energia umana è del tutto sprecata perché si allontana dalla realizzazione spirituale, che rappresenta il bisogno maggiore dell'uomo. Gli sforzi per raggiungere la luna ci offrono un altro esempio di spreco di energia umana, perché anche l'eventuale riuscita di questi tentativi lascerà comunque irrisolti i problemi dell'esistenza. I devoti del Signore, invece, sono detti akincana perché si distaccano dalle cose materiali.
TIRUPATI
La Città Tempio
Testo e fotografie di Rama Raghava Dasa
Ero nel Sud dell'India, diretto a Tirupati.
Quel nome, Tirupati, mi veniva all'orecchio da molte
direzioni, a volte con un tintinnio lontano, a volte
con voce stentorea.
Lo avevo sentito una volta in Francia, magari
un'altra volta in Italia, senza averci fatto molta
attenzione.
Dopo, in India, si era fatto più chiaro.
Uno dei grandi centri di pellegrinaggio del Sud.
Uno dei templi più ricchi del mondo.
Code fino a quindici ore per vedere la Divinità,
protetta dai suoi servitori.
Una città di pellegrini.
Tirupati!
La strada man mano che ci si avvicinava lasciava
indietro gruppi di pellegrini di tutti i tipi. A volte
grandi gruppi con offerte sulla testa e il corpo
dipinto, vestiti di nero, gli "ayappa" che ne hanno
fatto il loro Dio e lo adorano con fervore quattro
mesi all'anno.
Quasi sempre uomini.
O villaggi interi.
O due sannyasi anziani, vestiti di arancione e senza
scarpe, con un piccolo fagotto e il bastone dei
rinuncianti.
O autobus pieni fino al tetto. O mototricicli con una
capacità per quattro posti, con più di quindici
persone. Vanno felici, vanno in pellegrinaggio.
Per la maggior parte portano dipinta sulla fronte la
"V" di Visnu.
E' un tempio di Visnu.
Dopo, Tirupati, con i suoi numerosi alberghi e
ristoranti, il capolinea dell'autobus dove la gente
aspetta per ore in celle di metallo.
E dopo le montagne, la strada curata della salita verso Tirumala, un senso unico per evitare incidenti. Sulla cima mi aspettavo un tempio. Ho trovato una città. Strade, edifici, ristoranti, poliziotti, taxi, autobus, gente, gente, gente. Gente che cammina. Gente che compra o che vende. Gente che adora. Gente che lavora. Gente che canta o che danza. Gente in tutte le direzioni. Nell'ufficio dell'azienda di soggiorno mi diedero una casa completa, con bagno e tre stanze per quindici rupie (mille lire) al giorno. A chi non ha soldi si assegnano stanze gratuite. E' una città pulita e ordinata. Rara eccezione in India.
Si sente atmosfera di festa. Venditori di souvenir, di cibo, di giocattoli per i tantissimi bambini, decantano i loro prodotti con entusiasmo. Un bazar dove si comprano vestiti, perché le notti sono fredde a causa dell'altitudine, o il necessario per l'adorazione, o i cappelli per proteggere la testa rasata di uomini, donne e bambini. Le code interminabili per entrare al tempio, le vastissime sale d'aspetto, separate da sbarre per lasciare salire la gente ordinatamente, nelle quali i pellegrini mangiano e dormono, o si divertono giocando a carte, lasciando trascorrere le ore con quella pazienza di cui sono capaci solo i popoli più semplici. Finché si aprono le porte e più di duecento persone si uniscono alla coda precedente, avanzata di cinquanta metri. Possono essere necessarie da otto a quindici ore per arrivare al sancta santorum dove la Divinità viene esposta per pochi secondi alla visione avida del devoto. VENKATESH. Grande, scuro, adornato con vestiti raffinati, ghirlande di fiori, gioielli d'argento, oro e pietre preziose. Gli occhi coperti perché la Sua visione è così potente che può bruciare colui che lo osserva (fotografie strettamente proibite). Di fronte a Lui il pellegrino abbassa la testa, giunge le mani in segno di sottomissione. Non c'è tempo per prostrarsi a terra, sono in molti che aspettano. Qualche servitore spinge la gente verso l'uscita. In una sala, dietro il tempio, una ventina di brahmana, vestiti di bianco impeccabile, contano i soldi delle donazioni alla vista del pubblico, da cui li separa una grata metallica. Scatto di nascosto una foto della cupola che copre la Divinità. Più di ottocento chilogrammi di oro puro la ricoprono. All'uscita mi offrono del laddu, un delizioso dolce di ceci. Quella sera, una colpo di fortuna. Sento il suono dei grandi tamburi che annunciano che la Divinità si appresta a uscire dal tempio. Portatori di torce aprono il corteo, illuminando il cammino. Segue una banda di musicisti con tamburi e trombette. Dietro, in un palanchino con
molti portatori,
protetto da
ombrelli, le piccole
Divinità di Laksmi
Narayana Si
offrono alla vista.
I brahmana cantano i mantra.
La polizia spinge
via coloro che
intralciano il
cammino. Portano
fucili a baionetta.
A un centinaio di metri dalla porta del tempio, in
una casa di vetro si accendono migliaia di lampade di
ghi.
Il palanchino si aggancia a delle catene che pendono
dal tetto.
Si offrono ghirlande e i brahmana di più alto rango
dondolano le Divinità con delicatezza, mentre si
cantano bhajan di adorazione.
Centinaia e centinaia di persona osservano la
cerimonia con fervente emozione.
Dopo un'ora sganciano il palanchino e la processione si forma nuovamente.
Torce, musicisti, brahmana, portatori, e con rapidità
e precisione le Divinità spariscono dietro la grande
porta del tempio al suono dei potenti tamburi che
chiamarono all'inizio.
La gente circola fino a tardi la notte.
Cammino scoprendo e facendo foto, senza essere
disturbato.
In India è tutto "not allowed" (vietato). Qui, solo
all'interno del tempio, mi hanno posto dei veti.
Scopro l'enorme cucina dove si prepara
giornalmente cibo gratuito per più di cinquemila
persone.
E l'edificio di cinque piani dove quasi tutti si vanno
a rasare la testa.
Nei dintorni si trovano gli alloggi, che vanno dai più
semplici, dove più persone condividono la stessa
stanza, ai palazzi di lusso.
Si dice che i visitatori superino a volte le centomila
persone al giorno.
Si dice che le donazioni ammontino a svariati miliardi di lire all'anno. Che la Divinità possiede ricchezze incalcolabili in oro, argento e pietre preziose. Che i servitori del complesso arrivino a ventimila. Il tempio più ricco dell'India, e magari del mondo. Molti dei soldi ricevuti sono utilizzati per la distribuzione di cibo gratuito, per costruire ospedali e strade. Funziona come una città. E' amministrata con professionalità ed efficacia. In molti dei templi del Sud dell'India si vede che il desiderio di raccogliere donazioni è ciò che muove tutto. A Tirupati nessuno chiede soldi. Il tempio dà e la gente si sente naturalmente portata a dare. Nella cura della Divinità si vede la devozione. Cartelli sparsi per la città ricordano che, poiché ci si trova in un luogo sacro, è strettamente vietato: mangiare carne, avere rapporti sessuali, assumere sostanze intossicanti (inclusi alcool e sigarette) giocare d'azzardo. Si percepisce chiaramente la sensazione di essere in un altro mondo, un mondo di valori diversi. Un mondo dove il desiderio di possesso, di soldi, di potere, di gratificazione sensoriale, sono minimi. Un mondo dove esiste un centro comune che crea fraternità, che elimina differenze di razza, colore, lingua e nazionalità. Un mondo dove il centro è Dio. Krishna. Venkatesh. Il Creatore, l'Origine, il Padre, l'Amico, l'Amato, il Servito.
Figure:
Gopuram: la porta principale del tempio.
Brahmana: sacerdote del tempio.
La Divinità condotta in processione per le vie della città.
Un gruppo di fedeli in attesa nei grandi corridoi prima di vedere la Divinità di Sri Venkatesvara, il Signore di Tirupati.
La città di Tirupati vista da lontano; si può distinguere molto bene la cupola d'oro massiccio del tempio.
Devoti che offrono lampade di ghi alla Divinità in segno di rispetto.
Alimentazione Vegetariana
di Saiva Devi Dasi
Un Fine anno speciale
Sebbene ci possa sembrare ancora lontana, la fine dell'anno si sta avvicinando inevitabilmente. Quando avrete questo numero tra le mani il mese di novembre sarà già incominciato.
Guardandoci un attimo indietro e facciamo un'analisi delle cose vissute durante questo anno. Abbiamo fatto qualcosa di speciale? Una scelta che ha indirizzato il nostro muoverci verso il futuro... Forse abbiamo avuto un incontro particolarmente interessante... o qualche scoperta importante durante il nostro viaggio nel mondo interiore, o semplicemente ammettiamolo; abbiamo concluso un altro anno senza grandi cambiamenti.
La vita è senza dubbio una bella scuola per tutti noi ed è positivo il fatto di sforzarsi per viverla nel miglior modo possibile, sempre in accordo con dei sani valori fondamentali. La nostra attenzione e presenza personale nelle attività quotidiane fa si che queste diventino importanti e al di sopra della mediocrità.
Ma passiamo adesso alla nostra rubrica provando ad applicarci questo concetto.
Per esempio: se noi pensiamo al periodo verso il quale ci stiamo avvicinando (novembredicembre) e cerchiamo di scoprire quale sarà l'avvenimento culinario più importante da condividere con i nostri cari, arriveremo alla conclusione che se non ci prepariamo per un cenone (Natalizio o del capodanno) perderemo l'occasione di dimostrare a tutti che la cucina vegetariana, quando è buona e variegata, ha un aspetto molto "piacevole a vedersi".
Quando penso al mese di dicembre e a tutta l'atmosfera che si crea intorno alle festività Natalizie le strade illuminate e decorate; le scuole che chiudono per le vacanze; gli uffici che sospendono i servizi per qualche giorno e la gente in generale che diventa più sensibile a tematiche di tipo religiosi mi viene naturale chiedermi: ma è possibile che durante un periodo così di buon auspicio spiritualmente (anche Krsna dice nella Bhagavad Gita: Tra tutti i mesi Io sono novembre e dicembre...) sia necessario massacrare così tanti animali per imbandire 'a festa' le nostre tavole?
Tutta questa sofferenza e violenza verso tutte queste creature innocenti offusca la bellezza del momento e lo fa diventare profano e superficiale. Purtroppo la nostra società è immersa nel materialismo e non è facile assistere a grandi "evoluzioni" della coscienza delle persone. Comunque, oltre al senso di insoddisfazione che questa riflessione può produrre, resta il fatto che almeno una cosa di sicuro possiamo fare: incominciare a cambiare noi stessi e il nostro modo di vivere!
Nel nostro cuore deve rimanere la speranza che la qualità della vita dell'essere umano possa cambiare in meglio e che il modo migliore è partecipare a questa 'missione' insegnando con il proprio esempio. Allora, armati di fiducia e di buona volontà, proponete ai vostri amici e parenti di fare un cenone di Natale diverso dal solito e impegnatevi a cucinare una cena che li lasci pienamente soddisfatti e convinti che nell'alimentazione vegetariana c'è anche un'alternativa per le grandi occasioni!
Per aiutarvi in questo arduo ma piacevole compito, andiamo a suggerire delle ricette che potrete includere nel menù delle vostre 'cene da non dimenticare!'.
RICETTE:
Antipasto
Tagliate del pane, che è stato preparato in "cassetta", in forme triangolari e decoratelo usando la siringa da pasticceria con delle salsine di vari colori...
Ecco alcune idee:
Salsa rossa: Fate soffriggere 2 peperoni tagliati fine, aggiungete dei pezzettini di seitan o di spezzatino di soya (70100 gr) e cuocete tutto a fuoco lento finché non diventa morbido, insaporite con assafetida (che sostituisce egregiamente la cipolla), pepe nero, un po' di peperoncino, sale e origano, frullate il tutto fino ad ottenere una consistenza omogenea.
Salsa verde: Preparate il panir (formaggio fresco fatto in casa) e frullatelo con capperi e olive verdi aggiungendo olio d'oliva.
Salsa gialla: Frullate panna da cucina, noci, assafetida, curcuma e sale aggiungendo lentamente olio d'oliva, fino alla densità desiderata.
Lasagne al forno
Le lasagne potete prepararle in casa o acquistare quelle già confezionate (senza uova). Nella salsa di pomodoro aggiungete piselli e pezzettini di seitan, coprite con besciamella e formaggio... infornate.
Spiedini vegetariani
Lavate e tagliate a pezzettini le verdure (patate, zucca, cavolfiore) e fatele brevemente bollire a vapore. Una volta ammorbidite le verdure, infilatele in uno stecchino; alternate un pezzettino di patata, una cimetta di cavolfiore, un cubetto di formaggio, un pezzetto di zucca e così via, finché finite la verdura. Preparate una pastella con farina di ceci, acqua, sale pepe e assafetida e immergetevi gli spiedini. Impanateli con del pangrattato e friggete velocemente nell'olio o nel ghi.
Arancini
Fate bollire 45 patate di media grandezza con la buccia. Pulite e lavate 250 gr di bietola o spinaci. Scottateli velocemente in poca acqua e lasciate raffreddare, insaporite e dividete in sei parti uguali.
Mettete in un contenitore 150 gr di ricotta o panir insaporito con curcuma o polvere di zafferano e sale. Formate sei piccole palline. Nel palmo di una mano mettete le bietole spianandole, nel centro ponetevi una pallina di formaggio, ricopritela con le bietole chiudendo la mano e formate una pallina più grande. Ripetete lo stesso procedimento ricoprendo con le patate lessate e insaporite la pallina precedentemente preparata.
A questo punto si possono infornare per 15 minuti a temperatura molto alta (250°) oppure, dopo averli immersi in una pastella di farina di ceci, si possono friggere nell'olio o nel ghi.
Se volete cuocerli al forno, aggiungete alla parte composta da patate, della fecola di patate per aumentarne la consistenza. Si servono tagliati a metà.
Melanzane e zucchine alla piastra
Tagliate a fette sottilissime melanzane e zucchine e fatele cuocere sulla piastra a secco. Preparate del prezzemolo tritato. In un contenitore alternate uno strato di zucchine e uno di melanzane mettendo tra uno strato e l'altro prezzemolo, sale, succo di limone e olio d'oliva.
Dolci
Bastoncini ricoperti di carruba e cocco
Fate un impasto con 300 gr di farina, 50 gr di burro, 100 ml. di yogurt, 200 gr di zucchero di canna, 200 ml. di latte e mezza bustina di lievito per dolci, lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo. Versate l'impasto in una teglia e mettete in forno per circa 2025 minuti a 180°. Togliete dal forno e lasciate raffreddare. Tagliate a bastoncini lunghi circa 45 cm. Preparate la glassa di carruba con 200 ml. di latte, 150 gr di zucchero, 100 gr di burro, 50 gr di carruba. Immergete i bastoncini nella glassa e passateli nel cocco grattugiato.
Torta con crema di noci e zafferano
Impastate 200 gr di farina, 100 gr. di semolino, 150 gr di zucchero, 70 gr di burro, una bustina di lievito, una di vanillina e latte quanto basta per fare un impasto abbastanza solido. Versate in una teglia da torta e infornate a 170° per 2030 minuti, dopodiché lasciate raffreddare e tagliate a metà. Bagnate il pan di spagna con latte e zucchero e spalmate sulle due metà la crema di noci.
Per la crema: 300 gr di noci frullate, 100 gr di zucchero, 2 bustine di zafferano e un po' di latte. (Noci e zafferano sono una combinazione veramente delicata). Decorate bene la torta e servitela con caffè d'orzo.
Panettone
1 kg di farina, 300 gr di zucchero, 100 gr di lievito di birra, 100 gr di canditi, 400 gr di uvetta, 100 gr di pinoli, 100 gr di noci, 150 gr di burro, buccia di limone grattugiato e semi di finocchio. Impastate la metà degli ingredienti con 50 gr di lievito sciolto nel latte e lasciate riposare tutta la notte. Il giorno dopo mischiate l'impasto lievitato con la parte restante degli ingredienti. Lasciate di nuovo lievitare in un ambiente caldo per 12 ore e poi infornate, avendo provveduto a versare l'impasto in una teglia con dei bordi particolarmente alti, a 150 gradi per circa un ora.
Non dimentichiamo che queste 'cene da ricordare' sono dei momenti nei quali, dovuto al periodo particolare di ricorrenze spirituali, l'attenzione principale dovrebbe essere rivolta a Dio, e offrendo a Lui tutte queste succulente preparazioni con devozione, potrete far assaporare il gusto spirituale del cibo a tutti i vostri fortunati commensali. Auguri e buon appetito!
Questa rubrica è curata da Saiva devi dasi, esperta di cucina e alimentazione vegetariana. Conduce corsi di cucina ed esprime la sua abilità culinaria da circa 10 anni.
L'INDIA E I SUOI DEI
'SRI GANESA'
Un po' di luce sul ruolo dei vari Dei della Cultura Indiana
di Satyaraja dasa
La gioiosa divinità con il viso d'elefante conosciuta come Ganesa è riverita da centinaia di migliaia di indù in tutto il mondo e, sebbene la sua adorazione abbia uno spazio limitato nel movimento Hare Krsna dei giorni nostri, la sua personalità e le sue attività fanno parte del patrimonio culturale dell'ISKCON.
Ganesa è visto spesso come colui che crea e rimuove gli ostacoli, come il guardiano agli ingressi delle case e come potente figura spirituale in grado di allontanare tutte le influenze negative. Secondo la tradizione popolare indù egli è perciò l'essere celeste da adorare per primo, prima di qualsiasi cerimonia religiosa, pubblica o privata. Ogni attività quindi tende ad iniziare con Ganesa e ciò si riflette anche in comuni frasi idiomatiche. Per esempio, nel Maharastra (regione dell'India odierna) quando si esegue una commemorazione o un'inaugurazione, un oratore marathi potrà riferirsi all'occasione come Sri Ganesa karne ("fare il Sri Ganesa"). Un'altra simile espressione è ganapati ce kele ("concepire un figlio"). Frasi analoghe si trovano anche in altre lingue indiane.
Questo per introdurre brevemente la figura di Ganesa.
Secondo la letteratura vedica, dietro alle funzioni del cosmo ci sono dei potenti controllori, conosciuti come deva o esseri celesti. Come noi abitanti di questo mondo controlliamo le nostre auto o le nostre case, così i deva controllano i vari aspetti del cosmo.
Ganesa è un eroe popolare la cui immagine adorna i muri di negozi, di case e di templi in tutta l'India. Anche per quelle persone che non hanno familiarità con la letteratura vedica, Ganesa è l'essere celeste più facile da identificare, con il suo corpo umano, la testa d'elefante e la pancia prosperosa. Viene solitamente rappresentato in piedi, seduto o danzante, con la sua gioiosa faccia d'elefante che guarda dritto in avanti. Ganesa è a volte rappresentato con una sorta di calamaio e foglia di palma poiché, quando Vyasadeva dettò il Mahabharata, Ganesa funse da scrivano.
A Ganesa manca una zanna, ed un pezzo di questa talvolta può essere trovata in una delle sue quattro mani; in un'altra mano tiene un'ascia (parasu), che secondo alcuni testi serve a tagliar via l'illusione e i falsi insegnamenti.
Un'altra mano di Ganesa a volte ha posizioni che significano mancanza di paura o rassicurazione (varada-hastamudra). Tiene in un altra mano un pungolo (ankusa) come quelli usati dai domatori di elefanti, a simbolizzare la sua insistenza sul giusto addestramento e la disciplina spirituale. Egli a volte tiene un cappio (pasa) usato per dominare gli animali selvaggi e simbolicamente questo cappio serve a frenare la passione e i desideri lussuriosi. A volte in alcune rappresentazioni tiene in mano dei dolci (modaka) per i quali è detto abbia un debole smisurato.
Ma chi è questo essere celeste dall'aspetto insolito e cos'ha a che fare, se mai ha a che fare, con Krsna o Visnu?
I testi vedici rivelano che Ganesa è il figlio di Siva e Parvati, sebbene la sua posizione di figlio, come quella di suo fratello Skanda-Subrahmanya, è peculiare. Secondo una versione, Siva "emana" dal suo corpo un bel figlio che diventa un seduttore di donne. Parvati, offesa dalle prodezze irrispettose del figlio, lo maledice ad avere una testa d'elefante e una grossa pancia, in altre parole, ad essere brutto.
Sebbene questo motivo potesse destinarlo al celibato, egli in seguito prende due mogli: Buddhi (saggezza) e Siddhi (successo) che riescono a vedere oltre il suo aspetto fisico.
Col passare del tempo Ganesa diventa il comandante delle truppe di Siva (ganaisa o ganapati) e poiché diventa famoso per creare ostacoli ai demoni e per rimuovere gli ostacoli agli esseri celesti o ai devoti, è conosciuto come Vighnesvara, "il signore degli ostacoli", e Vinayaka, "colui che rimuove gli ostacoli". Il tema dell'"ostacolo" ci spiega anche del perché Ganesa usa un topo come veicolo: poiché i roditori generalmente riescono a rosicchiare qualsiasi cosa ostruisca il loro percorso, si dice che il topo simbolizzi l'abilità di Ganesa a distruggere ogni ostacolo.
In un'altra, più conosciuta, versione della storia di Ganesa, Parvati - volendo appartarsi da suo marito, Siva, specialmente durante il bagno crea un figlio dalla sua traspirazione e lo nomina guardiano della sua residenza. Quando in seguito a questo evento Siva cerca di essere ammesso nelle sale private di Parvati, Ganesa, non conoscendo l'identità di Siva, gli rifiuta l'entrata, allontanandolo dall'ingresso del palazzo di Parvati. Sentendosi offeso, l'infuriato Siva convoca i suoi servitori (gana) per annientare questo seccante individuo. Ma Ganesa li sconfigge uno a uno. Infine Visnu compare e, facendo uso della Sua maya (potenza mistica), crea una forte forma di confusione in tutte le direzioni. E' proprio in questo frangente che Siva taglia via la testa a Ganesa.
Parvati, furiosa per ciò che è successo a suo "figlio", decide di mandare una moltitudine di dee ad attaccare gli esseri celesti. Queste donne celestiali faranno capire ai nobili dei che l'unico modo per placare la collera della loro regina è quello di ridare la vita al suo guardiano. Siva, allora, chiede agli esseri celesti di dirigersi verso Nord e di tagliare la testa al primo essere vivente che avessero visto. Quella testa, misticamente riposta sul corpo del decapitato Ganesa, gli avrebbe così ridato la coscienza esterna. Il destino vuole che il primo essere vivente che gli esseri celesti incontrano sia un elefante.
Le varie storie di Ganesa sopra descritte che si trovano principalmente nel Siva Purana e nel Brahmavaivarta Purana sono piuttosto divergenti, e la tradizione giustifica questo ponendo le varianti in diversi cicli di tempo cosmico. Infatti lo Siva Purana spiega; "Per via della distinzione fra kalpa (ere) la storia della nascita di Ganesa viene raccontata in modi diversi." La struttura ciclica dei tempi vedici permette ripetute discese del Signore e dei Suoi devoti, quindi per questa ragione i dettagli dei passatempi talvolta possono variare. Secondo la tradizione popolare indiana, Ganesa è una divinità benevola e di ausilio che porta successo e assicura benessere materiale. Poiché i devoti di Krsna sono più interessati alla realizzazione spirituale piuttosto che alla sicurezza materiale, l'ISKCON tende a
tralasciare l'adorazione di Ganesa. Sri Krsna dice nella Bhagavad-gita (9.23) "Coloro che sono devoti agli esseri celesti e li adorano con fede, in realtà adorano Me soltanto, o figlio di Kunti, ma lo fanno in modo sbagliato." Sri Krsna usa in questo verso la parola avidhipurvakam "in modo inappropriato". Perché tale adorazione degli esseri celesti è inappropriata? Perché è motivata materialmente. Come dice Sri Krsna "In questo mondo l'uomo aspira al frutto delle attività e perciò adora gli esseri celesti." (B.g. 4.12).
Poiché noi siamo essenzialmente esseri spirituali in un corpo materiale, le ricompense materiali non potranno mai veramente soddisfarci. Solo le ricompense spirituali possono soddisfare un'anima spirituale. Perciò Srila Prabhupada, d'accordo con i due versi della Gita sopra menzionati, dice: "Offrire un culto a Ganapati non è richiesto ma a volte lo facciamo. Come le gopi, che adoravano la dea Durga, Katyayani. Non era necessario che loro la adorassero ma faceva parte del sistema sociale. Loro chiedevano a Madre Katyayani: 'Dacci l'opportunità di avere Krsna come marito.' Il loro scopo era Krsna." (Reg. di una passeggiata mattutina, Los Angeles, 10 gennaio 1974).
Quindi l'adorazione di Ganesa, come quella di sua madre, Durga (Parvati), non è disapprovata, ma deve essere fatta per il giusto motivo: Ganesa è un devoto di Sri Krsna e noi possiamo pregarlo di rimuovere gli ostacoli che si ergono sul nostro sentiero della coscienza di Krsna. A questo riguardo la Brahmasamhita (5.50) spiega che Ganesa è un devoto di Krsna.
Il successo ottenuto adorando Ganesa dipende da Sri Krsna e perciò tale adorazione dovrebbe, alla fine, essere diretta verso Krsna: "Per ottenere il potere di distruggere tutti gli ostacoli per progredire nei tre mondi materiali, Ganesa tiene sulla sua testa d'elefante i piedi di loto di Govinda. Adoro Govinda, Sri Krsna, il Signore primordiale."
SCIENZA e SCIENZA
Del Dottor Giuseppe Scala
Strutturalismo e Variabili
Chi studia la struttura della materia si è certamente accorto che atomi, particelle subatomiche e molecole manifestano una coerenza di comportamento caratteristica, per questo le loro proprietà fisiche non sono da considerarsi dovute al carattere individuale delle singole particelle, ma al comportamento collettivo dell'insieme di cui fanno parte, sia esso un pezzo di ferro una roccia o un essere vivente. Esempi di comportamento coerente e collettivo della materia sono dati dal fenomeno della superconduttività, della luce laser, ma anche dalla fusione dei solidi nonché dell'ebollizione dei liquidi. Anche la vita è un fenomeno collettivo, che coinvolge il funzionamento contemporaneo di atomi, molecole, cellule, organi cellulari, liquidi, proteine, microelementi, la coscienza dell'anima, l'anima spirituale. Tutto ciò deve essere inoltre ben collocato nell'ambiente esterno in relazione sia alla natura dei luoghi che alle relazioni sociali svolte verso altri esseri viventi. La probabilità che tutto ciò avvenga per caso, come asseriscono alcuni, è talmente inconsistente che non è nemmeno necessario dimostrarlo.
E' bene sottolineare che il mondo atomico e subatomico si comportano in maniera statistica cioè a dire che le leggi scientifiche sono la media degli eventi collegati alla vita delle singole particelle. Se però potessimo osservare da vicino ciascuna particella si scoprirebbe che essa ha una vita autonoma, che può essere anche distante dalla legge fisica che regola il comportamento dell'insieme di miliardi e miliardi di particelle. Il concetto di particella quindi è un concetto statico, collegato a un continuo moto di creazione e di distruzione che avviene nell'Universo e di cui noi esseri viventi siamo osservatori e parte in causa contemporaneamente. E' proprio perché le leggi, se pur statiche, legate alla composizione degli atomi sono sempre rispettate, che si può fare una descrizione abbastanza fedele della struttura della materia. Il mondo atomico per quanto detto è in continuo mutamento ma questo mutamento, lungi dall'essere caotico, segue leggi chiare e ben definite. Tanto è vero che le particelle assumono valori di carica elettrica, di massa, di limitazione dei movimenti tali da potersi ordinare in famiglie. Questo modo di ordinare le particelle subatomiche trova riscontro nell'ordine in cui sono stati catalogati gli atomi degli elementi chimici nella tavola periodica. Mentre gli atomi interi hanno proprietà dipendenti dal numero di protoni e di neutroni presenti nel nucleo, nonché dalla distribuzione delle orbite elettroniche, le particelle subatomiche hanno proprietà che non dipendono dai loro spin, dalla massa e dal momento di quantità di moto. Le particelle oggetto dell'interazione forte sono state chiamate adroni, termine che sottende il fatto che presentano proprietà analoghe. Si pensa che gli androni abbiano una struttura interna, ma finora non è stato possibile evidenziarla. Bisogna comunque tenere presente che quando si frantuma una particella non si ottengono frazioni della particella stessa ma particelle le cui proprietà dipendono dall'energia, dalla massa e dalla velocità implicata nel processo di frantumazione. Le particelle insomma si mostrano e dissolvono in tempi brevissimi, da cui il gran numero di esse scoperte finora. Vi sono quattro regole che vengono sempre seguite nell'evoluzione dei processi subatomici:
1) Le relazioni avverranno sempre nel medesimo modo se seguite in qualsiasi punto della Terra.
2) Saranno altresì identiche in qualsiasi ora, giorno o anno.
3) Il momento angolare non va mai perso.
4) La carica elettrica totale si conserva.
Non troveremo mai elettroni più grossi di altri, ne tanto meno comportamenti fisici diversi, cimentando elettroni in momenti differenti, o in spazi diversi. Quando gli scienziati cercano di indagare su ciò che accade nei singoli atomi, impegnano apparecchiature molto grosse e potenti. E' verosimile che queste abbiano un qualche effetto sull'atomo che è oggetto di osservazione. In altri termini le osservazioni sperimentali ci mostrano una mappa, un disegno, una costruzione della mente ma non la realtà dei corpi materiali. I corpi sono evanescenti, sono costruzioni matematiche basate su sequenze di eventi. Essi sono importanti per i nostri sensi ma ai fini della scienza pura potrebbero anche non esistere affatto.
La velocità della luce è un limite irraggiungibile e assoluto. Avvenimenti che sembrano simultanei ad un osservatore posto sulla terra, possono sembrare avvenire in tempi diversi ad osservatori che si muovono con velocità differenti.
I corpi aumentano di massa quando si muovono rapidamente, tanto più quanto la velocità si avvicina a quella della luce.
Gli orologi vengono influenzati dal moto. Si intenda per orologi non solo quelli costruiti dall'uomo, ma qualsiasi movimento a carattere periodico. Per esempio la terra è un orologio, in quanto si muove intorno al sole con regolarità e in un tempo fisso. La misura delle distanze e dei tempi non rivela la proprietà degli oggetti, ma il rapporto che esiste tra l'oggetto stesso e gli apparecchi di misura. I corpi non si muovono in linea retta, ma secondo linee geodetiche, perciò curve, compresa la luce.
Gli eventi dell'universo hanno un ordine quadridimensionale in cui il tempo scorre verso il futuro, ma può andare verso il passato.
Tra due eventi in successione rapida esiste una relazione, detta intervallo, mentre tra eventi lenti non esiste alcuna relazione.
La teoria della relatività, pur non essendo attualmente conciliabile con la teoria quantistica, trova ancora molti sostenitori.
Essa ha avuto origine dalle intuizioni di Albert Einstein, la prima delle quali fu questa; Un raggio di luce è un'onda elettromagnetica con caratteristiche note. Se però un osservatore viaggiasse insieme al raggio, alla stessa velocità, questo apparirebbe come un campo magnetico che oscilla in su e in giù senza formare affatto un'onda. Tale campo è assurdo in base alle leggi della fisica, anzi le contraddice. Questa è l'essenza della relatività e cioè che esiste un legame tra spazio, tempo e velocità; ad elevata velocità infatti la visione del mondo cambia, può addirittura contraddirsi. Uno strumento di misura come il metro diviene più piccolo al crescere della velocità dell'osservatore. Negli esperimenti di urto tra particelle ad alta velocità, la contrazione relativistica è un fenomeno normalmente osservato. Anche la variazione relativistica della vita media delle particelle subatomiche è un fenomeno noto. Particelle che si muovono a velocità elevatissime infatti vivono di più delle loro simili lente. I concetti che adoperiamo per descrivere la natura quindi sono limitati, non sono altro che invenzioni della mente, sono concetti ottenuti cimentando strumenti costruiti dall'uomo, con la materia. Questi concetti valgono per un certo periodo di tempo poi sono abbandonati a favore di altri, secondo il divenire della scienza, ma anche della filosofia, della vita quotidiana e persino delle idee religiose. I concetti di spazio e tempo sono così radicati in noi che sembra quasi una eresia metterli in discussione. 'Il Dio è geometra' diceva Platone, ma Einstein ha dimostrato che 'Dio non è geometra', che l'unica cosa è l'esistenza della velocità. Lo spazio e il tempo esistono solo in relazione alla nostra mente, sono persino oggetto di esperienze mistiche. La teoria della relatività ci dimostra che le misure dello spazio e del tempo non hanno significato assoluto, ma sono elementi adoperati nel linguaggio comune per descrivere gli oggetti. La misura dello spazio e del tempo è esclusivamente soggettiva, essi sono inseparabili e legati alla distribuzione ineguale della materia nell'universo. Si pensa che lo scorrere del tempo sia diverso in parti diverse dell'universo. Tutto ciò ha portato alla rappresentazione della vita delle particelle in diagrammi spaziotemporali, in cui lo spazio e il tempo possono scorrere nel futuro e nel passato, mentre il percorso delle particelle viene indicato come "linea di universo" della particella stessa. La teoria associata si chiama Teoria dei Campi. In tale teoria si postula che tutte le interazioni comportano creazione e distruzione di particelle, che esiste una simmetria tra una particella e la sua antiparticella. L'antiparticella dell'elettrone per esempio è il positrone. Il fotone è anche l'antiparticella di se stesso. Coppie di elettroni e positroni possono essere create da fotoni e possono ritrasformarsi in fotoni. Il nocciolo della questione legato al divenire delle particelle dunque è dato dalla necessità di spiegarne le interazioni, porre in essere una teoria quantisticorelativistica che ne descriva le simmetrie di riscontro. Lo schema teorico attualmente in auge è detto della matrice esse (S).
Conclusione
Da quanto detto si deve dedurre che vi sono nell'universo diverse realtà materiali, alle quali corrispondono diversi livelli di percezione, in accordo con i Veda persino il tempo, lo spazio e le leggi scientifiche sono differenti, in differenti punti dell'universo, anche se vi è qualche probabilità che si possono trovare leggi fisiche uniformi in vaste porzioni dello spazio. Buddha insegna che il passato, il futuro e tutto ciò che riguarda il divenire della materia non è altro che nomi, parole comuni attinenti ad una realtà percettiva superficiale, parole atte a comunicare nella vita di tutti i giorni, ma di fatto prive di significato reale.
Vi sono stati e vi sono scienziati che quando si riferiscono al mondo infinitamente piccolo degli atomi, parlano di danza di energia, di ritmo di creazione e distruzione della materia, di cicli cosmici. Tale linguaggio è proprio dei mistici orientali per i quali la massima espressione della creazione e della distruzione è rappresentata dal dio Siva che danza. Le forme materiali pertanto sono maya, sono illusorie e mutevoli, la materia, compresa quella di cui è costituito il corpo umano, si crea e si distrugge incessantemente.
La morte è in equilibrio con la nascita. Vi è una coerenza insita nella materia che sfugge a qualsiasi legge fisica. Gli esseri umani e le situazioni che li coinvolgono si adattano talmente bene alle cose materiali che sembra esserci una inevitabilità nell'agire, ma con un limite nel karma di ciascuno, che coinvolge persino la materia di cui siamo fatti. Questo perché nell'universo tutto è interconnesso. Gli atomi, le molecole, i macchinari, lo scorrere del tempo, gli esseri viventi, le stelle e le galassie non sono indipendenti, ma si influenzano reciprocamente. I santi, i mistici e i grandi saggi erano e sono consapevoli di tutto ciò, erano e sono in grado di trascendere le leggi della materia, hanno raggiunto la liberazione del ciclo della reincarnazione attraverso la rottura dei legami che ci legano al karma. Gli scienziati contemporanei stanno riscoprendo la sapienza antica, rileggendola alla luce delle più recenti intuizioni scientifiche, quella sapienza nota in India da milioni di anni, nel tentativo di una conciliazione tra scienza, misticismo e spiritualità, cosa di cui l'uomo d'oggi avverte estremo bisogno.
MAHA BHARATA
Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrito
Tradotto dal sanscrito da Hrdayananda Gosvami, e reso in lingua italiana da Matsya Avatara Dasa
14. Ashvamedhikam Parva: "La grande offerta"
Il libro successivo, il quattordicesimo, narra la superba storia di Samvarta e Marutta; come i Pandava si assicurano un tesoro immenso, in oro, necessario per eseguire un sacrificio e la nascita di Parikshit che viene riportato in vita dal Signore Shri Krishna dopo che un'arma infuocata gli ha distrutto il corpo quand'era ancora nel ventre della madre.
Quando i Pandava diventano i più potenti regnanti della terra seguono l'antico costume di invitare tutti gli altri monarchi affinché ciascuno di essi accetti la loro supremazia oppure li sfidi a duello.
Viene rilasciato il tradizionale cavallo della sfida perché girovaghi liberamente sulla terra, seguito da Arjuna. *1) Così Arjuna accetta le sfide di molti principi orgogliosi ed arroganti e, sconfiggendoli, porta i loro stati sotto l'amministrazione unificata dei Kuru.
Arjuna corre un pericolo quando combatte, senza saperlo, con suo figlio Babruvahana, generato con la principessa di Manipur, Citrangada. Questa sezione narra inoltre del grande sacrificio Ashvamedha e la storia della mangusta. Il grande saggio Vyasadeva, colui che vede con chiarezza, ha raccontato questo ampio e meraviglioso libro nel quale ci sono 133 capitoli e 3320 versi.
15. Ashramavasa Parva: "Vita nell'ashrama"
Segue il quindicesimo libro in cui si narra come Dhritarastra abbandoni definitivamente ogni interesse per la politica e vada con sua moglie Gandhari e il suo fratellastro Vidura a trascorrere i suoi ultimi giorni in un ashrama: un eremo sacro dedicato al perfezionamento spirituale. Pritha la santa, vedendo Dhritarastra che si accinge a partire, decide di abbandonare la propria residenza nello sfarzoso regno dei suoi figli e lo segue.
Ella vuole dedicare l'ultima parte della sua vita al totale servizio di puri devoti del Signore cui ella guarda come a maestri spirituali.
Per misericordia del santo Vyasadeva, i figli e i nipoti di re Dhritarastra, assieme ad altri eroi e re morti e già andati in un altro mondo, tornano tutti brevemente sulla terra e Dhritarastra li può rivedere. Dopo questa sbalorditiva esperienza il vecchio re sente lenire il suo dolore, realizzando che la propria natura è di essere un'anima spirituale eterna e, assieme alla fedele moglie, raggiunge la perfezione spirituale.
Vidura, ben fermo nei suoi principi spirituali, coglie il senso della vita assieme al celebrato Sanjaya, il sapiente e spiritualmente evoluto figlio di Gavalgana. Yudhishthira allora vede Narada Muni e ascolta dal saggio la storia dell'estinzione della dinastia Vrishni.
Questi sono gli argomenti di questo libro veramente bello e straordinario chiamato Ashramavasa Parva. Shrila Vyasa, colui che vede la verità, ha composto questa sezione in 42 capitoli e 1506 versi.
16 Mausala Parva: "storia della mazza"
Segue l'impressionante storia di come i principi della dinastia Yadu, quella di Shri Krishna, tutti uomini possenti come tigri, subiscono una devastante maledizione da parte di alcuni brahmana e periscono sulla riva dell'oceano. Quegli stessi possenti guerrieri che avevano fronteggiato attacchi di molte e poderose armi sui campi di battaglia, adesso, spinti dal destino, degenerano nel bere dopo una cerimonia religiosa, finché il banchetto si trasforma in rissa ed essi si uccidono l'un l'altro, colpendosi a vicenda con canne palustri che nelle loro mani diventano come fulmini. Come normali esseri umani, Shri Krishna e Suo fratello Balarama non si oppongono alla forza del tempo che distrugge ogni cosa. Quando Arjuna arriva nella capitale di Shri Krishna non vede un solo sopravvissuto della famiglia del Signore.
Vedendo che i guerrieri Yadu sono giunti a una fine violenta, bastonandosi a morte l'un l'altro, in preda a collera da ubriachi, Arjuna, il migliore degli uomini, prova una fortissima angoscia. Il Signore Shri Krishna, eroico capo della dinastia Yadu, è apparso in questo mondo come suo cugino materno, quindi Arjuna, rispettando il desiderio del Signore Shri Krishna di voler dare l'esempio di una vita umana ideale, organizza i riti funebri convenzionali per i corpi materiali che il Signore Shri Krishna e Balarama lasciano partendo da questo mondo nelle loro forme spirituali eterne. Arjuna fa riti analoghi anche per tutti i guerrieri uccisi, specialmente per quelli della dinastia Vrishni, che erano strettamente legati a Shri Krishna.
Infine Arjuna parte da Dvaraka portando con se tutte le donne, i bambini e gli anziani della dinastia Yadu e li scorta fino alla capitale dei Kuru dove i Pandava si prendono cura di loro. Ma sulla strada deve patire un rovescio di fortuna: infatti è testimone della sconfitta del suo favoloso arco Gandiva poiché tutte le armi celesti impiegate per aiutare Shri Krishna nella sua missione terrena non lo assistono più. Le mogli degli eroi Vrishni che Arjuna ha sotto protezione vengono rapite e lui non è in grado di liberarle. Arjuna si rende conto a quel punto che il potere leggendario di cui godeva gli era stato donato dal Signore e poiché adesso Dio, il Signore Supremo, ha liquidate le Sue attività in questo universo, è giunto anche per i suoi compagni il momento di andarsene con Lui.
Incoraggiato dalle parole di Shrila Vyasadeva, Arjuna comprende la natura temporanea di questo mondo e il suo cuore si pacifica nel distacco. Arrivando ad Hastinapura convince suo fratello maggiore Yudhishthira che è giunto il momento di lasciare questo mondo e Yudhishthira, re di grande virtù, con grande serenità orienta la sua mente alla rinuncia totale.
Questi sono gli eventi del Mausalam Parva, il sedicesimo libro del MAHABHARATA. In questa sezione ci sono 8 capitoli e 300 versi.
17. Mahaprasthamiha Parva: "La grande dipartita"
Nel diciassettesimo libro, conosciuto come "la grande dipartita", i Pandava, puri devoti del Signore, rinunciano al loro ricchissimo regno e, con la loro divina moglie, Draupadi, raggiungono la suprema perfezione nella vita. Shrila Vyasadeva, colui che vede la verità, dice che in questa sezione ci sono tre capitoli e 120 versi.
18. Svarga Parva: "Il Paradiso e il Mondo Spirituale"
Il diciottesimo libro descrive l'ascesa ai pianeti celesti ed oltre fino al cielo spirituale. Questo "parva" finale fornisce informazioni che vanno oltre i limiti della comprensione umana. Miei cari asceti, la cui ricchezza vitale è l'austerità, in questo diciottesimo libro del MAHABHARATA ci sono 5 capitoli con un totale di 200 versi. Ho appena fatto un riassunto completo dei diciotto parva. Ma c'è anche un'opera supplementare che si chiama Harivamsa, che descrive la nascita e le attività di Shri Krishna ed un altro libro che spiega il futuro. Tutti questi libri costituiscono il MAHABHARATA con le sue varie divisioni reso da fonte autorevole. Gli antenati del Signore Rama, guidati da Ricika, avvicinarono allora il Signore Rama, il migliore dei brahmana, convincendoLo a perdonare la casta reale, e fu così che il Signore rinunciò alla violenza. Il Signore aveva creato cinque laghi con il sangue dei regnanti uccisi e la terra pura che circonda quei laghi di sangue divenne famosa come Samantapancaka, o "il circondario dei cinque" perché da allora i sapienti hanno identificato quella regione con i cinque laghi (gradualmente i laghi si riempirono poi di acqua limpida).
In seguito, nella congiunzione fra la terza e la quarta era, fra la fine di Dvapara yuga e l'inizio di Kali yuga, in quel luogo, il più sacro e il più puro, privo dei difetti che hanno i luoghi ordinari, scoppiò una guerra fra gli eserciti Kuru e Pandava. Diciotto potenti divisioni Aksauhini si radunarono là per combattersi.
Sapienti brahmana, ora vi ho spiegato perché quella terra pura ed incantevole fu chiamata così.
I saggi dissero: "All'inizio del tuo discorso hai menzionato un posto sacro conosciuto come Samantapancaka. A noi piacerebbe ascoltare una dettagliata descrizione di quei nobili pensatori, io vi ho motivato con dovizia in che modo quella zona è diventata famosa in tutti e tre i sistemi planetari".
I saggi dissero: "Suta, hai appena parlato di una divisione militare chiamata aksauhini. Ci piacerebbe avere una descrizione completa del suo assetto in termini di carri, cavalli, uomini ed elefanti che la compongono. Tu sicuramente conosci tutte queste cose.
Srila Suta Goswami rispose: Gli esperti militari affermano che una piccola unità militioni.
Un brahmana che conosca i quattro Veda, con le loro divisioni per argomenti e i trattati filosofici, le Upanishad, ma che non conosca il MAHABHARATA, non può essere considerato un uomo veramente erudito. In effetti, per chi ascolta con fede quest'opera, gli altri lavori letterari non conservano a lungo il loro interesse, proprio come per chi, avendo udito il dolce canto dell'uccello kokila maschio, non prova alcun piacere nel sentire il gracchiare dei corvi.
Così come i tre sistemi planetari vengono creati dai cinque elementi fisici, virtualmente allo stesso modo tutte le ispirazioni poetiche trovano la loro sorgente originaria in quest'opera eccelsa. Così come tutte le creature, siano esse nate dallo sperma, dalle uova, dal seme o dal sudore, vivono comunque all'interno di uno spazio, similmente, la storia antica di questo mondo, come si trova nei Purana, deve essere capita nel contesto di questa grande opera chiamata il MAHABHARATA.
Così come l'affascinante moto della mente è il fondamento di tutte le attività sensoriali, allo stesso modo quest'opera epica è il fondamento di tutti i doveri e di tutte le virtù del genere umano. Così come il corpo non può sostenersi senza cibo, non può essere sostenuta in questo mondo una conversazione veramente significativa senza fare riferimento a quest'opera. Come un servitore trascorre una buona esistenza servendo un padrone di animo nobile, così i migliori poeti sono diventati famosi attingendo a questa epopea.
Il MAHABHARATA è incommensurabile, puro e sacro, perché fluisce dalle labbra di Dvaipayana Vyasadeva. Poiché cancella i peccati è di immenso beneficio. Infatti, una persona che ascolti questa storia così come viene detta e ne comprenda il messaggio, non deve più bagnarsi nelle sacre acque del lago Pushkara. Quest'opera eccelsa, vasta per contenuti e d'immenso significato, è come un oceano letterario colmo di beatitudine, di facile attraversamento, purché per prima cosa si ascolti questo capitolo con il suo riassunto dell'intera epopea, proprio come si può attraversare la sterminata distesa di acqua salata che è l'oceano se si ha l'aiuto di una buona barca."
Note:
*1) Se il governante di un territorio permette al cavallo di passare accetta implicitamente l'autorità dei Pandava e di pagare le tasse al governo centrale dei Kuru secondo le regole prescritte. In cambio, il monarca e il suo regno avranno completa protezione dalle forze ostili e assistenza economica in periodi di carestia. Il regnante che desideri sfidare i Pandava deve catturare il cavallo della sfida e confrontarsi personalmente in duello.
LA FESTA DELLA DOMENICA
Tutte le domeniche, dalle ore 16,
siete invitati a una splendida festa
completamente gratuita
con conferenze, danze,
canti trascendentali, cultura vedica,
yoga e banchetti vegetariani
in compagnia dei devoti di Krishna.
Venite
a trovarci
Templi e Comunità
Asti: Valle Reale 20, Roatto. Tel. 0141938406
Bergamo: Villaggio Hare Krishna, Da Medolago strada per Terno d'isola, Chignolo d'isola. Tel. 0354940706
Bologna: Via Ramo Barchetta 2, Castagnolo Minore Bentivoglio. Tel. 051863924
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Napoli: Via Vesuvio 33/35, Ercolano; Tel. 0817771090
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LA SCIENZA E LA RELIGIONE SI INCONTRANO QUANDO L'UOMO
CONOSCE DIO
LA SCIENZA DELLA REALIZZAZIONE SPIRITUALE
Il resoconto degli incontri
tra Bhaktivedanta Swami Prabhupada
ed eminenti personalità della cultura mondiale
Bhaktivedanta Book Trust Italia
Per informazioni scrivere a: Bhaktivedanta Book Trust Italia
Via Bonazza 12, 50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
Tel. 055/8076414
oppure contattare il Centro Hare Krsna più vicino.
Fine del numero di novembre-dicembre 1995.