Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 7 n. 4
luglio-agosto 1995
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, a sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, America, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha aperto in tutto il mondo asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krsna.
I suoi discepoli continuano il Movimento a cui egli ha dato vita. Il 1996 sarà l'anno della Commemorazione del suo Centenario e in tutto il mondo verrà ricordato e fatto conoscere, tutto questo in onore del grande contributo che ha saputo offrire alla razza umana.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio Ali Krsna devi dasi
REDAZIONE:
Virabhadra dasa, Sitarani devi dasi
COLLABORATORI: Rasika dasi, Pancaratra dasa, Saiva dasi, Nicoletta Santagostino, Dott. Giuseppe Scala.
AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa
ABBONAMENTI E INFORMAZIONE:
Dananistha devi dasi
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PRONUNCIA. La traslitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; a si pronuncia a lunga e aperta; i si pronuncia i lunga; u si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krshna ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
Vol. 7 N. 4 - luglio-agosto 1995
Fotolito: Fotolitografie Fiorentine, Dicomano, FI
Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.
LA FONTE DI TUTTE LE ENERGIE
Una lezione di Srila Prabhupada
SRIMAD BHAGAVATAM
La Creazione: Primo Canto, Capitolo 8
RATHA YATRA
Il grandioso Festival dei carri
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Uno scopo in mente
ALIMENTAZIONE VEGETARIANA
Praticità e salute
OSSERVATORE VEDICO
La famiglia nella tradizione Vedica
SCIENZA E SCIENZA
Vita ed evoluzione nel Cosmo
IL MAHABHARATA
La quinta puntata del Grande Poema
LA FESTA DELLA DOMENICA
LA FONTE DI TUTTE
LE ENERGIE
Quando Dio dice che noi siamo la Sua energia, significa forse che noi siamo Dio?
Traduzione di una conferenza tenuta a Bombay il 30 Marzo 1971
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya della Società Internazionale per la Coscienza di Krsna
"Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego, questi otto elementi, distinti da Me, costituiscono la Mia energia materiale.
O Arjuna dalle braccia potenti, oltre a questa energia inferiore, c'è la Mia energia superiore, costituita dagli esseri viventi che sfruttano le risorse del mondo materiale" (Bhagavad-gita 7.45).
In questo verso Krsna spiega come Egli sia ogni cosa. Gli scienziati materialisti studiano i cinque elementi materiali grossolani: la terra, l'acqua, il fuoco l'aria ed il cielo e gli psicologi ed i filosofi studiano i tre elementi sottili: l'intelligenza, il falso ego e i vari stadi della mente cioè pensare, sentire e volere. In questi versi Krsna dice: "questi otto elementi materiali sono la Mia energia separata".
Noi possiamo comprendere cosa sia "l'energia separata" con questo esempio: io sto parlando ed il registratore registra la mia voce. Quando ascolterete il nastro, io parlerò nuovamente ma quel parlare sarà diverso dal mio parlare attuale. Quel parlare è energia separata.
Sebbene il mondo materiale sia energia separata di Krsna, agisce sotto la Sua direzione. Non è indipendente. Gli scienziati materialisti pensano che non ci sia un Dio e che la materia agisca solo per azione e reazione. Ma non è un dato di fatto. La materia è dipendente dalla direzione del Signore Supremo.
Come Krsna afferma nel nono capitolo della Bhagavad-gita: mayadhyaksena prakatih suyate sacaracaram "l'energia materiale agisce sotto la Mia supervisione".
Credere che l'energia materiale agisca indipendentemente da Dio non è un'esatta comprensione. Questo ventilatore elettrico sta girando ma non gira indipendentemente. Per funzionare il ventilatore ha bisogno di energia elettrica, di una centrale elettrica e di un ingegnere che supervisiona la centrale elettrica. Quindi, alla fine, c'è una forza vivente: l'ingegnere.
La materia non può agire indipendentemente. Noi non abbiamo esperienza di materia in grado di agire indipendentemente. Quando vediamo la materia in funzione, dobbiamo sapere che funziona perché dietro c'è l'esistenza spirituale.
Krsna dice che gli elementi materiali provengono da Lui. Ma noi non siamo in grado di capire come da una persona possano essere prodotte tutte queste manifestazioni materiali. Com'è possibile che il cielo immenso e gli innumerevoli pianeti con la loro varietà di energia siano prodotti da una persona? Perciò coloro che hanno una scarsa conoscenza pensano che la Verità Assoluta sia impersonale. Ma in realtà è una persona.
L'universo si sviluppa da Krsna, lo spirito supremo, proprio come il nostro corpo si sviluppa dalla piccola scintilla spirituale. La dimensione di questa scintilla spirituale è descritta nella letteratura vedica:
"Se dividete la punta di un capello in cento parti e poi prendete una di queste parti e la dividete ancora in cento parti, questa decimillesima parte della punta di un capello è la dimensione dell'anima spirituale. E sulla base dell'anima spirituale, si sviluppa il corpo".
Dai testi vedici apprendiamo che la scintilla spirituale prende rifugio nel seme del padre che in seguito verrà immesso nel ventre della madre. Poi, se la situazione è favorevole, il corpo comincia a svilupparsi. All'inizio è della dimensione di una perla. Il corpo simile ad una perla gradualmente si sviluppa e vengono a manifestarsi i differenti orifizi che diverranno gli occhi, le orecchie, la bocca, il naso, i genitali e il retto: ossia i nove orifizi del corpo.
Da questa analogia tutti possono capire che la piccola scintilla spirituale è il fattore che permette al corpo di formarsi.
Analogamente, l'intero universo si sviluppa dal corpo spirituale di Krsna come Paramatma, l'anima dell'universo.
La teoria buddista afferma che la combinazione di materia produce sintomi di vita. Ma dalla Bhagavad-gita e da altri testi vedici, noi comprendiamo che lo spirito produce la materia. Secondo la filosofia di Buddha, il corpo è una combinazione di materia e se noi demoliamo la materia non avremo più dolori e gioie. Questa è la filosofia del sunyavadi. Ma noi non siamo né sunyavadi né nirvisesavadi, cioè coloro che pensano che ogni cosa in ultima analisi sia priva di forma. Noi siamo savisesavadi: noi accettiamo che l'anima spirituale ha una forma.
Noi cambiamo i nostri corpi proprio come una persona lascia degli abiti vecchi e ne accetta dei nuovi. Poiché il nostro corpo spirituale ha una forma mani, gambe, e così via - noi sviluppiamo un corpo materiale che ha una forma. Questo possiamo comprenderlo facilmente. Proprio come i tuoi abiti hanno braccia e gambe perché tu hai braccia e gambe, il corpo materiale, che è considerato un abito, si è sviluppato sul corpo della forma spirituale. Questa comprensione è chiamata savisesavada.
L'aspetto esterno del Signore include gli otto elementi menzionati in questo verso. E di questi otto, tre sono forme sottili: mente, intelligenza e falso ego. Sebbene siano sottili, sono materiali, non spirituali. Quindi, poiché la mente è una forma sottile della materia, è sbagliato pensare che la speculazione mentale sia spirituale.
Di notte il nostro corpo sottile lavora e noi pensiamo di avere un corpo separato e di essere andati altrove, lontani dalla nostra casa, dalla nostra stanza. Dimentichiamo il corpo materiale fisico.
Similmente, dopo la morte, la nostra mente e intelligenza ci trasportano verso un altro corpo a seconda dei nostri pensieri al momento della morte, e dimentichiamo il corpo che abbiamo ora.
Quindi il falso io consiste nel pensare: "io sono un prodotto della materia".
In realtà noi siamo Brahman, spirito: aham brahmasmi. Al di sopra di tutti gli elementi menzionati, c'è la realtà dell'anima spirituale. L'anima spirituale è parte dell'Anima Suprema, Krsna, e Krsna è l'origine di ogni cosa, sia materiale che spirituale: janmady asya yatah.
Krsna ha diversi tipi di energia. Parasya saktir vividhaiva sruyate. L'energia materiale è una di esse. E' chiamata l'energia esterna. Proprio come il mio corpo o il tuo corpo sono la nostra energia esterna, l'intero cosmo è una manifestazione dell'energia esteriore di Krsna.
Dopo aver elencato gli elementi materiali, Krsna dice: "Le energie materiali sono inferiori". Apara significa "inferiore". Proprio come noi confrontiamo le cose in questo mondo e diciamo che una è inferiore e un'altra è superiore, qui Krsna analizza Se stesso. Dice che le Sue otto energie materiali sono inferiori e che c'è un'altra natura che è superiore. E quell'energia superiore è jivabhuta, le entità viventi.
Noi siamo energie di Krsna. La filosofia mayavada sostiene che noi siamo uguali al Brahman, l'aspetto impersonale del Supremo, o Paramatma, l'Anima Suprema. Ma la Bhagavad-gita dice che noi entità viventi siamo semplicemente energie e che Krsna è l'energetico.
C'è differenza tra l'energia e l'energetico. Prendiamo l'esempio del fuoco. Il fuoco è la fonte energetica
e la luce ed il calore sono energie del fuoco. Oppure prendete in considerazione il sole e la luce del sole. La luce del sole è l'energia del sole. Se pensate che, poiché la luce del sole è entrata nella stanza allora il sole è entrato nella stanza, vi sbagliate.
L'energia e l'energetico sono simultaneamente uno e differente. Questa è la filosofia di Sri Caitanya: acintyabhedabheda. Molti filosofi dicono che Dio e gli esseri viventi sono lo stesso ma che l'essere vivente non riesce a realizzare questo perché è coperto da maya, l'illusione.
Sì, l'entità vivente è coperta da maya, ma Dio non può essere coperto da maya. Non è possibile! Una nuvola può bloccare il sole alla mia vista ma una nuvola non potrà mai coprire il sole. Quindi come potrebbe l'entità vivente essere come Dio?
Maya è un'energia di Dio:
Tutte le molteplici energie di Krsna sono spirituali. Se Krsna è spirito completo, le Sue energie dovranno anch'esse essere spirituali.
Perciò il Visnu Purana dice: visnu-saktih para prokta: "In origine, le energie di Dio sono spirituali". Para significa "spirituale", Ksetra-jnakya tatha para: il ksetra-jnasakti, o jiva sakti l'entità vivente è anche parà sakti, spirituale.
Avidyakarmasamjnanya trtiya saktir isyate: ma c'è un'altra energia, avidya, l'ignoranza. Sebbene in origine fosse spirituale, questa energia ora agisce come ignoranza.
Un tipo di avidya è pensare che il Brahman, Dio, sia coperto da maya, l'illusione.
Come può Brahman, che significa "il grande" essere coperto da maya?
Allora maya sarebbe superiore, non il Brahman.
Se maya coprisse il Brahman, allora maya sarebbe più grande del Brahman e ciò non è possibile. Maya è un'energia o un prodotto del Brahman, proprio come una nuvola è un prodotto del sole. A causa del calore del sole l'acqua del mare evapora e si trasforma in nuvole. Quindi una nuvola non è altro che una trasformazione dell'energia del sole. Similmente, maya-sakti è un'energia di Krsna.
Quindi Krsna controlla maya: maya non controlla mai Krsna.
L'idea che maya controlli Krsna non è una teoria corretta. Questo modo di pensare è dovuto ad una scarsa conoscenza. Krsna non può essere coperto.
Quando Vyasadeva, il compilatore dei Veda, ottenne la visione di Krsna e maya con la meditazione del bhaktiyoga, maya era sullo sfondo come un'ombra non di fronte. Maya non può coprire Krsna. Questa è una filosofia errata. Maya invece può coprire l'anima individuale.
Poiché l'anima individuale è soggetta a cadere sotto le grinfie di maya, l'anima è definita tatastha-sakti, l'energia marginale.
La posizione dell'anima è simile a quella della spiaggia, ché a volte è asciutta e a volte è coperta dall'acqua. Quando siamo coperti da maya, questo stadio è definito jiva-bhuta e quando non siamo più coperti questo è lo stadio brahma-bhuta. Quando siamo coscienti di Krsna, allora siamo brahmabhuta e quando non siamo coscienti di Krsna quando siamo coscienti solo della dimensione materiale allora è maya. Non appena siamo liberi dalle grinfie di maya, diventiamo prasannatma gioiosi proprio come una persona si sente felice quando è libera dall'infezione di una malattia.
Qui Arjuna è chiamato mahabaho "grande combattente". Krsna dice che, essendo un grande combattente, Arjuna può comprendere queste cose.
Chi è un grande combattente? Chi agisce sotto la direzione di Krsna.
Coloro che predicano la coscienza di Krsna sono anche mahabaho. Loro "combattono" con persone che non sono coscienti di Krsna. Loro permettono al movimento della coscienza di Krsna di progredire lottando. Ma questa lotta è di un tipo diverso.
Sri Caitanya Mahaprabhu insegnò questo tipo di combattimento. Krsna varnam tvisakrsnam sangopangastraparsadam. Astra significa "armi". Caitanya Mahaprabhu combatté maya non usando una mitragliatrice bensì i Suoi più intimi associati: Srikrsnacaitanya prabhu-nityananda Sriadvaita gadadhara Srivasadi-gaurabhaktavrnda. Le sue armi erano Sri Advaita Prabhu, Sri Nityananda Prabhu e molti altri devoti. Quindi il movimento per la coscienza di Krsna è una dichiarazione di guerra contro maya. E la guerra è combattuta cantando Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
La vibrazione trascendentale chiarificherà l'intera atmosfera. E non appena i soldati coscienti di Krsna usciranno vittoriosi, tutto il mondo sarà in pace.
Quindi le entità viventi individuali sono parte di Krsna come energia. Come afferma questo verso, le entità viventi sono prakrti, non purusa. Purusa significa "goditore" e prakrti significa "goduto".
Questa è la nostra posizione naturale. E se noi artificialmente cerchiamo di essere i goditori, non saremo mai felici.
Qui Krsna dice che jivabhuta l'entità vivente è prakrti (il goduto) non purusa (il goditore). Come potrebbe prakrti essere il goditore del mondo materiale? Non è possibile. E' artificiale. Perciò la nostra malattia principale è che, sebbene siamo fatti per essere goduti da Krsna, cerchiamo di essere i goditori. Noi siamo fatti per essere dominati da Krsna ma cerchiamo di essere coloro che predominano. Questa è la nostra colpa. Non cercate di essere i dominatori. Cercate di essere dominati da Krsna e sarete felici.
Prendiamo l'esempio della donna. Non appena lei è sotto la protezione di un buon padre, un bravo marito e un buon figlio adulto, lei è molto felice. E non appena è indipendente.....
Ho visto questo praticamente in Europa e in America, dove moltissime donne hanno dichiarato indipendenza, e sono molto infelici. In età avanzata sono molto, molto infelici. Anche in gioventù, perché non trovano un buon marito sono molto infelici. Quando una ragazza giovane vede che un'altra ragazza giovane ha un marito, pensa: "Oh, questa ragazza ha un marito". E' la natura della ragazza.
Come prakrti, dovremmo rimanere dipendenti dal marito supremo o dal padre supremo. Puoi accettare Krsna come tuo padre. Puoi amare Krsna come tuo padre, come tuo marito, come tuo maestro. Rimani dipendente da Krsna. Krsna è venuto ad insegnarci la posizione naturale delle entità viventi. Non
dovremmo essere pieni di orgoglio e pensare "Sono Dio, sono Krsna, tutti sono Krsna". Questo è maya, l'ultima trappola di maya. Maya ordina: "Diventa il più grande, il più ricco uomo del mondo" E tu lotti per essere il più grande, per essere sempre in testa.
In realtà nessuno è il più grande. Questa è l'ingiunzione vedica. E Krsna stesso dice: bhokta aham: "Io sono bhokta, il goditore". Krsna non dice "Anche voi entità viventi siete bhokta" Non ha mai detto ad Arjuna: "Tu sei bhokta, io sono bhokta". Dobbiamo accettare la nostra posizione quale prakrti e diventare dipendenti da Krsna. Quindi Krsna provvederà a noi.
Krsna dice: aha tvam sarva-papebhyo moksayisyami: "Ti libererò dalle reazioni peccaminose". Egli ci darà protezione.
Kaunteya pratijanihi na me bhaktah pranasyati: "Il mio devoto non perirà mai".
Se accettiamo questa filosofia che noi siamo dipendenti da Krsna allora la nostra vita avrà successo. Altrimenti lotteremo semplicemente per l'esistenza. Krsna dice jivabhutam mahabaho yayedam dharyate jagat: l'intero mondo materiale si muove per via di jivabhuta, le entità viventi. Questa città, Bombay, è importante perché ci sono molte entità viventi qui. Ma se accadesse qualcosa e tutte le persone se ne andassero, allora anche affittando un grande, grande grattacielo non si ricaverebbero nemmeno duecento rupie d'affitto, non avrebbe alcuna importanza. Similmente, tutto il mondo materiale è importante perché il jivabhuta lotta, credendo erroneamente di essere il goditore.
E tutti nel mondo materiale da Brahma fino all'insignificante formica stanno lottando duramente per diventare uguali a Krsna, per essere bhokta. Quindi il movimento per la coscienza di Krsna è fatto per portare le persone ad una condizione di buon senso. Noi insegnamo: "Tu non sei bhokta; Krsna è bhokta.
Diventa bhogya, il goduto, non il goditore. Allora sarai felice".
SRIMAD BHAGAVATAM
Tra tutte le scritture Vediche il più illuminante
testo che descrive la Personalità di Sri Krsna.
Scritture Vediche
SrimadBhagavatam
Primo Canto: La creazione
Continua la pubblicazione dello Srimad Bhagavatam, il grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e Spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile.
Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.
CAPITOLO 8, Le Preghiere della regina Kunti
VERSO 21
krsnaya vasudevaya
devakinandanaya ca
nandagopakumaraya
govindaya namo namah
krsnaya: al Signore Supremo; vasudevaya: al figlio di Vasudeva; devaki-nandanaya: al figlio di Devaki; ca: e; nandagopa: di Nanda e dei pastori; kumaraya: al loro figlio; govindaya: a Dio, la Persona Suprema, fonte di piacere per le mucche e per i sensi; namah namah: rispettosi omaggi.
TRADUZIONE
O Signore, Tu che sei diventato il figlio di Vasudeva, la gioia di Devaki, il bambino di Nanda e degli altri pastori di Vrndavana, la fonte di piacere per le mucche e per i sensi di tutti gli esseri, Ti rendo il mio rispettoso omaggio.
SPIEGAZIONE
I più grandi meriti materiali non possono renderci qualificati per avvicinare il Signore. E' dunque per la Sua misericordia incondizionata e infinita, per benedire i Suoi devoti con la Sua grazia speciale e ridurre la potenza degli esseri demoniaci, che il Signore discende sulla Terra. La regina Kunti adora il Signore nella Sua forma di Sri Krsna preferendola a tutte le altre perché in questa forma Egli manifesta i Suoi divertimenti di natura più intima. Nella forma di Rama, per esempio, Egli rimase un principe durante tutta la Sua infanzia; ma nella Sua forma di Krsna Egli lasciò i Suoi genitori regali, il re Vasudeva e la regina Devaki, subito dopo la Sua apparizione, per andare a giocare il ruolo di semplice pastore nella dimora di Yasodamayi, a Vrajabhumi, terra benedetta, da allora santificata come teatro dei divertimenti d'infanzia di Sri Krsna. Dunque il Signore Si mostra più misericordioso nella Sua forma di Sri Krsna che in quella di Sri Rama. Egli non mancò di mostrare la Sua misericordia infinita, tra gli altri, a Vasudeva, il fratello di Kunti, e a tutta la sua famiglia; se non fosse apparso come figlio di Vasudeva e Devaki, la regina Kunti non avrebbe potuto considerarLo suo nipote e riversare su di Lui il suo affetto. Ma più grande ancora è la fortuna di Nanda e Yasoda, perché essi hanno potuto gustare i divertimenti d'infanzia del Signore, che sono fra tutti i più affascinanti. Incomparabili, infatti, sono i divertimenti d'infanzia del Signore a Vrajabhumi, repliche esatte delle Sue attività eterne nel Suo regno originale di Krsnaloka, detto anche, nella Brahmasamhita, cintamanidhama. A Vrajabhumi, Sri Krsna è disceso in persona con tutto il Suo ambiente trascendentale. Perciò Sri Caitanya Mahaprabhu affermò che nessuno ebbe una fortuna più grande degli abitanti di Vrajabhumi, e in particolare delle gopi, che si votarono completamente alla soddisfazione del Signore. I divertimenti di Krsna con Nanda e Yasoda, con i pastori, soprattutto con i pastorelli, e con le mucche, Lo hanno reso celebre col nome di Govinda. Come Govinda, Egli è particolarmente portato verso i brahmana e le mucche, indicando così che la prosperità della società umana dipende soprattutto dalla cultura brahminica e dalla protezione della mucca; là dove queste mancano Sri Krsna non sarà mai soddisfatto.
VERSO 22
namah pankajanabhaya
namah pankajamaline
namah pankajanetraya
namas te pankajanghraye
namah: rispettosi omaggi; pankajanabhaya: al Signore che al centro del Suo addome ha una depressione simile a un fiore di loto; namah: omaggi; pankajamaline: che è sempre ornato da una ghirlanda di fiori di loto; namah: omaggi; pankajanetraya: il cui sguardo è rinfrescante come il fiore di loto; namah te: rispettosi omaggi a Te; pankajaanghraye: la cui pianta dei piedi porta impresso il loto (quindi si dice che Egli abbia piedi di loto).
TRADUZIONE
Il mio rispettoso omaggio a Te, o Signore, il cui addome è ornato da una depressione a forma di loto, che sei sempre decorato con una ghirlanda di loto, il cui sguardo ha la freschezza del fiore di loto e la cui pianta dei piedi porta impresso il loto.
SPIEGAZIONE
Questo verso menziona alcuni dei segni particolari che caratterizzano il corpo spirituale di Dio, la Persona Suprema, e che lo distinguono dai corpi di tutti gli altri esseri. Quando il Signore discende in questo mondo ci si può ingannare sulla Sua identità e vederLo come un uomo comune, ma questi aspetti caratteristici Lo distinguono eternamente da tutti gli altri esseri.
Srimati Kunti si è dichiarata incapace di vedere il Signore a causa del fatto di essere una donna. Infatti le donne, i sudra e gli dvijabandhu - i membri caduti dei tre varna superiori - mancano generalmente dell'intelligenza necessaria per capire le questioni spirituali che riguardano il nome, la fama, gli attributi e le forme spirituali della Verità Suprema e Assoluta. Ma pur avendo un accesso ristretto a questi temi essi possono vedere il Signore nella Sua arcavigraha, forma in cui Egli discende nell'universo materiale per benedire le anime cadute, comprese le donne, i sudra e gli dvijabandhu. Poiché le anime condizionate non percepiscono nulla al di là della materia, il Signore entra in ognuno degli innumerevoli universi nella forma di Garbhodakasayi Visnu, che fa crescere dalla depressione a forma di loto situata al centro del Suo addome trascendentale un fiore di loto su cui nasce Brahma, il primo essere creato nell'universo. Di qui il nome di Pankajanabha che si attribuisce al Signore, il Quale accetta anche di manifestarSi nella forma dell'arcavigraha. Questa forma spirituale appare in diversi elementi: può essere costituita di pietra, di legno, di terra, di metallo o di pietre preziose, ma può manifestarsi anche sulla sabbia, nella pittura o nella mente. Le forme che il Signore assume in questi diversi elementi sono sempre ornate di ghirlande di fiori di loto e i templi in cui vengono adorate sono costantemente immersi in un'atmosfera di rilassante freschezza per attirare l'attenzione turbolenta dei nondevoti che bruciano di febbre materiale. Coloro che praticano la meditazione nella sua forma pura contemplano e adorano il Signore all'interno della loro mente; ma Egli mostra un'uguale misericordia alle donne, ai sudra e agli dvijabandhu, per i quali appare specialmente nelle diverse forme installate nei templi dove essi devono recarsi per adorarle. Questi adoratori non sono degli idolatri, come sostengono certi ignoranti. Tutti i grandi acarya hanno eretto in vari luoghi templi destinati all'adorazione di queste forme del Signore al solo scopo di favorire gli uomini dotati di un'intelligenza meno penetrante; e nessuno dovrebbe vantarsi di aver superato lo stadio dell'adorazione nel tempio quando si trova ancora a livello dei sudra, delle donne o di altri esseri ancora inferiori.
Quando ci si trova davanti alla forma del Signore si deve posare lo sguardo dapprima sui Suoi piedi di loto, poi elevarlo gradualmente dalle Sue gambe alla vita, al petto e infine al volto. Non bisogna cercare di contemplare il volto del Signore senza aver prima acquisito familiarità con la visione dei Suoi piedi di loto. Srimati Kunti, tuttavia, per evitare di metterLo in imbarazzo essendo la zia del Signore, non guardò dapprima i Suoi piedi di loto, bensì la Sua vita; quindi levò gradualmente lo sguardo fino al volto per ridiscendere poi ai Suoi piedi di loto, descrivendo così un circolo completo, in un ordine perfetto.
RATHA YATRA
Il grandioso Festival dei Carri
Quando Srila Prabhupada portò questo festival pieno di colori dall'India ne rivelò il profondo significato.
Circa cinquecento anni fa, Sri Caitanya Mahaprabhu trascorse gli ultimi anni della Sua vita a Jagannatha Puri, in Orissa, immerso nell'amore per Dio e impegnato in meravigliose attività con i Suoi intimi associati e con la Divinità di Krsna di Puri conosciuta come Jagannatha "il Signore dell'universo".
Uno degli avvenimenti più belli riguardanti Sri Caitanya fu il ruolo che Egli ebbe nel Rathayatra, l'annuale festival dei carri, in cui il Signore Jagannatha sfila nelle strade principali della città su un enorme carro decorato, tirato dai devoti. Anno dopo anno, per diciotto anni, Sri Caitanya partecipò al festival del Rathayatra di Puri.
Sri Caitanya Mahaprabhu era Krsna stesso nello stato d'animo di Srimati Radharani e durante il Rathayatra era solito danzare di fronte al carro del Signore Jagannatha rivivendo i sentimenti di separazione della Sua eterna compagna. Srila Prabhupada commentando la Caitanyacaritamrta,
dove questi passatempi sono descritti, spiega che i due Signori il Signore Jagannatha e il Signore Caitanya stavano rivivendo i sentimenti d'amore coniugale o madhuryalila.
Qualche volta Sri Caitanya danzava dietro il carro che, per opera del Signore Jagannatha, inspiegabilmente si fermava mentre Jagannatha, attratto dalla danza incantevole e graziosa di Caitanya Mahaprabhu, cercava di vedere dove Egli fosse.
I due Signori stavano rivivendo episodi avvenuti cinquemila anni fa nel luogo santo di Kuruksetra quando Sri Sri Radha e Krsna si rincontrarono dopo molti anni di separazione. Si erano visti l'ultima volta a Vrndavana quando Akrura era venuto per portare Krsna e Balarama a Mathura. Quello fu il giorno peggiore per Radharani, per le gopi (le pastorelle) e per tutti i Vrajabasi (i residenti di Vrndavana). Quando Krsna partì promise che dopo aver ucciso i demoni fuori Vrndavana sarebbe tornato ma Egli, la vita stessa dei Vrajabasi, stette a Mathura per qualche tempo, dopo il quale si spostò a Dvaraka dove continuò le Sue meravigliose attività. Durante tutti questi anni Radha e i Vrajabasi sentirono intensamente, quasi al limite della sopportazione, la separazione dai piedi di loto di Krsna.
L'incontro di Kuruksetra
Quando Nanda Maharaja (il padre di Krsna), Srimati Radharani e gli altri residenti di Vrndavana seppero che Krsna intendeva visitare Kuruksetra, all'unisono, decisero immediatamente di recarsi là. Il tanto atteso incontro tra Krsna e questi devoti di Vrndavana avvenne in occasione di un'eclissi di sole in occasione della quale gli abitanti di Dvaraka si recarono a Kuruksetra per bagnarsi nei suoi sacri laghi.
I residenti di Dvaraka, membri della dinastia Yadu, eressero il loro campo reale poco lontano dal luogo in cui i residenti di Vrndavana parcheggiarono i loro semplici carri. Così Krsna, Suo fratello Balarama, Sua sorella Subhadra e i residenti di Dvaraka e di Vrndavana come Vasudeva, Devaki, Nanda Maharaja, Yasoda Mayi, Rohini, Radharani e le gopi si incontrarono assaporando la reciproca compagnia.
I Vrajabasi e le gopi furono particolarmente contenti di incontrare Krsna, il Signore della loro vita eppure sentirono che incontrarLo a Kuruksetra era diverso che incontrarlo a Vrndavana.
Erano abituati a vederLo come un semplice pastorello e non come un principe. Lo scenario di Kuruksetra li lasciò insoddisfatti. Loro volevano che Krsna tornasse a Vrndavana.
Quando Radha e Krsna si incontrarono, Radharani, incapace di nascondere il Suo desiderio, espresse i Suoi sentimenti in questo modo (Caitanyacaritamrta, Madhyalila 13.126131):
"Tu sei sempre lo stesso Krsna, e Io sono la stessa Radharani. Di nuovo ci incontriamo nello stesso modo in cui c'incontrammo all'inizio della Nostra vita. Benché entrambi siamo gli stessi, la Mia mente è ancora attratta da Vrndavanadhama. Ti prego, vorrei vederTi apparire di nuovo con i Tuoi piedi di loto a Vrndavana.
Kuruksetra è un luogo molto affollato, pieno di gente, di elefanti e cavalli, e pullula di carri. A Vrndavana, invece, ci sono giardini fioriti, allietati dal ronzio delle api e dal cinguettio degli uccelli.
Qui a Kuruksetra sei vestito come un principe reale e hai una scorta di guerrieri famosi, mentre a Vrndavana eri solo un pastorello che portava con Sé soltanto il Suo bel flauto.
Qui non c'è neppure una goccia dell'oceano di felicità trascendentale che ho assaporato con Te a Vrndavana.
Ti chiedo quindi di venire a Vrndavana per godere con Me dei Tuoi divertimenti. Se Tu lo farai, tutti i Miei desideri saranno appagati."
Inoltre Radharani chiese per conto delle Vrajabasi: "perché Tu le mantieni in un tale stato di sofferenza? Gli abitanti di Vrndavana non desiderano vederTi vestito come un principe, né desiderano la compagnia di grandi guerrieri in un altro paese. Non possono lasciare la terra di Vrndavana, e senza di Te, si sentono morire. Che ne sarà di loro?" (Cc Madhya 13.145146)
Dopo aver ascoltato le suppliche di Srimati Radharani, Sri Krsna animato dall'amore per gli abitanti di Vrndavana, completamente turbato disse: "Adorata Srimati Radharani, per favore, ascolta, sto dicendo la verità. Piango giorno e notte nel ricordare tutti voi, gli abitanti di Vrndavana. Nessuno sa quanto Io sia infelice per questo. Tutti gli abitanti di Vrndavanadhama, Mia madre, Mio padre e i pastorelli sono la Mia vita stessa... Sono completamente soggetto al vostro controllo.
Solo a causa della Mia grande sfortuna è accaduto che Io mi sia separato da voi e sia andato a vivere lontano. (Cc Madhya 13.149151)
Desiderose di riportare Krsna a Vrndavana, le gopi, cercarono di convincerlo a tornare e cominciarono a tirare il Suo carro. Di nuovo, esattamente come quando lasciò Vrndavana sul carro di Akrura, il Signore promise a Srimati Radharani che sarebbe ritornato: "Le qualità del Tuo amore Mi attraggono sempre verso Vrndavana ed esse Mi riporteranno da Te in meno di un mese e quando tornerò godrò giorno e notte della Tua compagnia e di quella di tutte le ragazze di Vrajabhumi" (Cc Madhya 13,158).
Il segreto della danza di Sri Caitanya
In questo incontro di Sri Sri Radha e Krsna si nasconde il segreto della danza di Sri Caitanya durante il Rathayatra ma solo pochi tra i Suoi intimi associati poterono capirLo. Srila Prabhupada commentò che il vero stato d'animo del Rathayatra è quello di riportare Krsna da Kuruksetra a Vrndavana. Il maestoso tempio dei Signore Jagannatha a Puri rappresenta il regno di Dvaraka, il luogo dove Krsna gode della più alta opulenza e il tempio di Gundica, dove il Signore è diretto, rappresenta Vrndavana, il regno delle Sue più dolci attività.
Assumendo il ruolo di Srimati Radharani, Sri Caitanya assaporò l'estasi della più elevata tra le gopi. Danzando dietro il carro del Rathayatra Egli stava mettendo alla prova il Signore Jagannatha cercando la Sua reciprocazione: "Krsna si ricorda di noi? Voglio proprio vedere. E si interessa di noi? Se veramente è interessato allora dovrà aspettare e cercare di scoprire dove siamo."
Incredibilmente ogni volta che Sri Caitanya danzava dietro il carro del Rathayatra esso si fermava. Il Signore Jagannatha aspettava e cercava: "Dov'è Radharani? Dove sono le Vrajabhasi?" Il Signore Jagannatha, che è Krsna stesso, stava cercando di esprimere quel sentimento trascendentale a Sri Caitanya Mahaprabhu: "Sebbene io fossi lontano da Vrndavana non vi ho dimenticato, Miei cari devoti specialmente Te Srimati Radharani.
L'insolita forma delle Divinità
Chiunque veda la forma di Sri Jagannatha, Sri Baladeva e Srimati Subhadra come essi sono adorati a Jagannatha Puri, si chiederà la ragione di quella forma così insolita. Solitamente Krsna è adorato nella Sua forma "umana" di Syamasundara che suona il flauto. Perché dunque Sri Caitanya Mahaprabhu scelse di adorare il Signor Jagannatha, questa forma rozza e strana del Signore? Per scoprirne la ragione ritorniamo a Kuruksetra.
Durante la visita dei Vrajabasi ebbe luogo un evento particolare. Rohini, la madre di Balarama, incontrò, in una grande tenda, un gruppo di residenti di Dvaraka. Ella era stata a Vrndavana e adesso voleva riferire ai residenti di Dvaraka quanto stessero soffrendo i Vrajabasi a causa della separazione da Krsna. Prima di cominciare il suo racconto Rohini mise Subhadra all'entrata della tenda dicendole:" Se Krsna e Balarama dovessero venire qui, Tu, non farLi entrare". Ella non voleva che udissero il suo racconto che certamente Li avrebbe addolorati.
Quando avvenne che Krsna e Balarama arrivarono là, Subhadra, come prescrittole, Li fermò. Tuttavia Essi riuscirono ad ascoltare il racconto dall'esterno della tenda. Non appena cominciarono ad ascoltare, Krsna, Balarama e anche Subhadra che si trovava tra Loro, si immobilizzarono, completamente stupefatti e immersi in un intenso sentimento verso Radha, le gopi e tutti i Vrajabasi.
Krsna, Balarama e Subhadra avevano sentito parlare dei sentimenti di separazione dei Vrajabasi ma mai direttamente da una Vrajabasi quale Rohini e rimasero talmente sbalorditi da quel racconto che i Loro occhi si ingrandirono per lo stupore e i Loro arti si ritirarono nel corpo finché essi assomigliarono esattamente alle Divinità adorate adesso a Puri.
Come Jagannatha arrivò a Puri
A questo punto, come queste forme arrivarono ad essere adorate? Qualche migliaia di anni fa, Visvakarma, l'architetto dei Deva, acconsentì alla richiesta del grande re e devoto Indradyumna, di scolpire delle Divinità di Jagannatha, Baladeva e Subhadra.
Il re promise a Visvakarma che lo avrebbe lasciato scolpire in solitudine finché il lavoro non fosse stato concluso.
Ma il re impaziente irruppe nella stanza prima del tempo e Visvakarma sparì lasciando dietro di Se le Divinità incomplete.
Non appena il re cominciò a lamentarsi su quale avrebbe potuto essere l'uso di quelle Divinità incomplete, il Signore Jagannatha rivelò la Sua identità.
Il Signore disse al re di essere apparso in quella forma per confermare le affermazioni dei Veda che dichiarano che sebbene Egli sia senza mani e piedi accetta le offerte dei Suoi devoti e passeggia per elargire le Sue benedizioni agli abitanti di tutto il mondo. Aggiunse anche che i devoti che provano amore per Dio vedono questa Sua forma come Syamasundara, Krsna, il Signore originale che suona il flauto.
A questo punto il saggio Narada apparve sulla scena per rivelare che Sri Krsna era apparso già una volta in quella forma, che egli stesso aveva avuto la fortuna di vedere, a Kuruksetra, in occasione di un'eclissi di sole.
Dopo aver sentito queste affermazioni il re capì che la forma di quelle Divinità non era una creazione accidentale e accettò il Signore Jagannatha come il suo adorato Signore.
Siccome egli aveva provato un'intensa separazione da Krsna, il Signore era apparso in questa Sua particolare forma.
Quello era il segno che anche il Signore aveva provato un simile sentimento di separazione dal re suo devoto.
Sopraffatto dall'estasi il re Indradyumna cominciò la sua adorazione e da allora le Divinità di Jagannatha, Baladeva e Subhadra sono tutt'ora adorate a Puri.
Il luogo ideale per Caitanya Mahaprabhu
Indubbiamente non è a caso che Sri Caitanya Mahaprabhu visse a Puri e adorasse la Divinità del Signore Jagannatha.
Durante le attività compiute verso la fine della Sua vita, Sri Caitanya, mostrò sempre più lo stato d'animo di Srimati Radharani lamentandosi giorno e notte, con intenso sentimento, per la separazione da Krsna.
Poiché Sri Jagannatha è la forma che Krsna assume non appena pensa intensamente ai Vrajabasi, alle gopi e a Radharani, è senza dubbio la Divinità più appropriata per Sri Caitanya, il quale vive nel sentimento di separazione di Srimati Radharani.
Il Significato del Festival del Rathayatra
Esternamente il Rathayatra è solamente una spettacolare e colorata manifestazione, eppure i Gaudiya Vaisnava, i seguaci di Sri Caitanya, vedono nel Festival dei Carri molto di più di un semplice e felice evento. Il tirare il carro da parte del Signore rappresenta il tentativo dei Vrajabasi e specialmente di Radharani e delle gopi di riportare Krsna, Balarama e Subhadra a Vrndavana.
Vrndavana può inoltre rappresentare il cuore dei devoti di Krsna. Sri Caitanya Mahaprabhu pregava Sri Krsna con queste parole: "per la maggior parte della gente il cuore e la mente sono una cosa sola ma poiché la Mia mente non si separa mai da Vrndavana, Io considero la Mia mente e Vrndavana una cosa sola. La Mia mente è già Vrndavana e poiché Tu ami Vrndavana, vuoi posare là i Tuoi piedi di loto?
Per Me, questa sarebbe la manifestazione perfetta della Tua misericordia" (Cc Madhya 13.137). Per i devoti del Signore Jagannatha, che seguono le orme di Sri Caitanya, tirare il carro del Rathayatra è come tirare il loro adorato Signore, Jagannatha, Krsna, nel loro cuore.
Il Festival del Rathayatra nel mondo
Il Signore dell'universo adesso sfila nelle maggiori città del mondo distribuendo la Sua misericordia illimitata in risposta al desiderio del Suo puro devoto Srila Prabhupada il quale portò il Rathayatra in Occidente. Il primo Rathayatra al di fuori dell'India si tenne a San Francisco il 9 Luglio 1967. Quell'anno le Divinità sfilarono su un buffo camion preso a prestito da un gruppo di hippy. Negli anni seguenti le Divinità furono poste su un carro più tradizionale: una larga struttura in legno decorata con baldacchini e bandiere e tirato per le strade dai partecipanti al festival.
Col passare degli anni i carri diventarono più alti e più belli e in breve l'ISKCON cominciò a tenere Rathayatra in diverse città: New York, Los Angeles, Londra, Parigi, Firenze, Zurigo, Sydney, Vancouver, Toronto, Montreal, Guadalajara, Rio de Janeiro, Mosca e altre ancora. Srila Prabhupada felicemente riferì: "Nel 1973 ci fu un magnifico Rathayatra a Londra e il carro fu portato fino a Trafalgar Square. Il quotidiano The Guardian ha pubblicato in prima pagina una fotografia con la seguente intestazione: 'Il Rathayatra dell'ISKCON fa concorrenza alla colonna di Nelson a Trafalgar Square'.
Ovunque la gente è attratta dal gioioso e colorato festival del Rathayatra. Migliaia di curiosi si accalcano per vedere i maestosi carri, per cantare e danzare un po', assaggiare il delizioso prasadam distribuito gratuitamente a tutti, o per prendere parte ad un festival pieno di musica, danze, esposizione e intrattenimenti spirituali. E poiché il Signore Jagannatha è la più misericordiosa manifestazione di Krsna, anche coloro che non capiranno il profondo significato del Rathayatra, riceveranno benefici spirituali semplicemente vedendo il festival o prendendone parte.
Lokanath Swami ricevette l'iniziazione da Srila Prabhupada nel 1972. Coordina l'iniziativa del "Padayatra" (marcia a piedi di tipo religioso) dell'ISKCON per tutto il mondo, e i gruppi di pellegrinaggio nei vari luoghi santi in India.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Uno scopo in mente
Questo è il continuo di un dialogo tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed un rappresentante ufficiale di un movimento impersonalista ("Dio è semplicemente tutti e tutto"), che si svolse a Parigi il 13 agosto 1973. Le affermazione dell'ospite venivano tradotte dal francese dai discepoli di Srila Prabhupada.
Ospite: Molti grandi maestri orientali come te sorridono nel sentire la nostra spiegazione che l'Assoluto è al di là delle parole. Quindi, che posso dire?
Srila Prabhupada: La tua conoscenza non è perfetta.
Ospite: Si, la mia conoscenza non è perfetta ed io, come te, sto semplicemente cercando la conoscenza perfetta Srila Prabhupada: Ma senza conoscere perfettamente qual è il tuo scopo, come puoi progredire?
Ospite: Ebbene, la nostra intera organizzazione funge da guru, e la nostra intera organizzazione sa qual è il fine ultimo.
Srila Prabhupada: Ma tu sei parte di quell'organizzazione e tu non lo sai.
Ospite: L'evoluzione dell'uomo, lo scopo del nostro ordine, è qualcosa di mistico. Non è scientifico, ecco la semplice spiegazione.
Srila Prabhupada: Ciò significa che il tuo scopo è vago. Non è distinto.
Ospite: Sono sorpreso che tu sollevi tali obiezioni. Pensavo che anche tu cercassi qualcosa di mistico. Ho sentito il tuo canto dei giri, pensavo che anche tu stessi cercando.
Srila Prabhupada: No, no, noi abbiamo uno scopo ben definito: Krsna, Dio la Persona Suprema. Egli ha una Sua forma, ha una Sua dimora, un Suo nome, i Suoi passatempi, il Suo regno. E noi vogliamo entrare in questo regno.
Ospite: Ad ogni modo, il nostro non è un ordine nuovo. Risale almeno all'antico Egitto.
Srila Prabhupada: Va bene. Ma voi non sapete qual è lo scopo della vostra ricerca spirituale.
Ospite: Tutto quello che possono fare è ripeterti le mie risposte precedenti. La nostra mira è di raggiungere la perfezione della coscienza al punto in cui l'uomo è in comunione, in unione con ciò che è oltre, con l'inesplicabile.
Srila Prabhupada: Ma tu dici che non puoi esprimere cos'è quel "oltre". Non puoi descrivere cos'è Dio. Questa è conoscenza imperfetta.
Ospite: Comunione con Dio, conoscenza di Dio, è qualcosa di soggettivo. E' qualcosa che si sperimenta, non qualcosa che si può descrivere.
Srila Prabhupada: La conoscenza ottenuta in questo modo è imperfetta.
Ospite: Secondo il luogo di nascita di ogni individuo, la sua età, la sua educazione, egli sperimenterà questa comunione con Dio in modo diverso.
Srila Prabhupada: Dio è Dio. Se l'esperienza viene veramente da Dio, allora sarà disponibile ugualmente per tutti.
Ospite: Ciò che cerchiamo nel nostro ordine è la realizzazione finale, quando tutte queste comunioni relative con Dio scompariranno e ci sarà una realizzazione comune, un esperienza comune con Dio.
Srila Prabhupada: Si, va bene. Ma se non riuscite a descrivere cos'è quel fine ultimo, come è possibile che le persone siano attratte?
Ospite: Ma nella nostra società abbiamo molte religioni differenti e noi non chiediamo a nessuno di cessare di essere cristiano o ebreo o musulmano o hindù o altro.
Srila Prabhupada: Nemmeno noi lo chiediamo. Noi chiediamo "Qual è lo scopo finale?".
Ospite: Alla fine, seguendo un metodo che il nostro ordine dà ai suoi studenti, si raggiunge lo scopo.
Srila Prabhupada: Supponiamo voi vogliate che io vada a Londra. Ciò significa che tu mi dovrai dire qualcosa di abbastanza interessante su Londra da suscitare il mio interesse ad andarci. Altrimenti, che motivo avrei di andare a Londra?
Ospite: I nostri studenti sentono il bisogno per questa perfezione ultima ed è per questo che seguono il nostro movimento.
Srila Prabhupada: Ma se loro non sanno cos'è la perfezione finale, allora è falso.
Ospite: La perfezione finale è la realizzazione di Dio.
Srila Prabhupada: Ma, per esempio, se dico "Se tu fai questo, potrai far su un milione di dollari" prima dovrai conoscere il valore di un milione di dollari. Allora farai lo sforzo. Ma se non sappiamo qual è il valore di questo milione di dollari, perché dovremmo sforzarci?
Ospite: Tutti i nostri studenti conoscono il valore di realizzare Dio nel proprio cuore.
Srila Prabhupada: Come fanno a saperlo? Come fanno a saperlo?
Ospite: Abbiamo molte persone che aspirano a una vita più ricca, più spirituale.
Srila Prabhupada: cos'è quella vita spirituale?
Ospite: Valori spirituali elevati.
Srila Prabhupada: Queste sono semplicemente parole, cos'è quella vita rituale? Voglio saperlo. Tu parli e basta. Tu non sai a cosa mirare, qual è lo scopo, cos'è la vita spirituale. Ciò è inutile.
Non avete una conoscenza tangibile di niente di quello che vi ho chiesto. Ti ho chiesto. Cos'è la vita spirituale? Non sai descriverla. Quindi come fai a distinguere tra vita spirituale e vita materiale?
ALIMENTAZIONE VEGETARIANA
di Saiva Devi Dasi
Praticità e salute
Una persona che decide di diventare vegetariana si potrebbe chiedere se basta non mangiare carne per diventare subito sani e senza problemi. La risposta purtroppo è equivoca, ossia 'si' e 'no'!
Si perché è vero che una persona che arriva al punto di capire che per vivere e nutrirsi non è necessario togliere la vita ad altri esseri viventi decisamente fa un passo avanti nella sua crescita interiore e il suo modo di pensare e di relazionare con il mondo circostante cambia. In seguito questa consapevolezza acquisita andrà a rispecchiarsi in tutti gli aspetti della sua vita, apportandovi notevoli miglioramenti.
E no perché non basta solo smettere di mangiare la carne per vedere la nostra salute cambiare miracolosamente da un giorno all'altro.
Sarebbe giusto capire che per poter "viaggiare" tranquilli in questa "macchina/corpo" bisogna imparare a nutrirla appropriatamente. Questo non significa che dobbiamo incominciare a vivere solo per mangiare, però se non sappiamo come farlo possiamo imparare.
Il cambiamento non è facile. Le persone rimangono fortemente attaccate alle proprie abitudini alimentari e non riescono a credere a tutti i suggerimenti dati dai dietologi che all'inizio sembrano così complicati:
"Mangiate meno grassi, meno sale e meno zucchero. Evitate cibi in scatola. Mangiate più fibre e carboidrati complessi: cereali integrali, legumi, frutta fresca e verdura...".
Questi sono dei consigli molto buoni ma se fosse davvero semplice seguirli, saremmo certamente tutti più sani.
Vediamo adesso insieme quali cambiamenti possiamo fare nella nostra dieta quotidiana. Il primo passo da fare è quello di acquistare ingredienti sani e freschi. "Sano" si riferisce a cibi ai quali non è stato tolto niente e neanche aggiunto. Il vantaggio degli alimenti di questo tipo e che mantengono tutte le loro proprietà nutritive. Se avete la possibilità di coltivare personalmente frutta e verdura potete davvero usare prodotti freschi senza sostanze chimiche e pesticidi, se non potete fare così, fornitevi in un negozio fidato che vende prodotti di provenienza da coltivazioni biologiche. In questo modo tutti i vostri pasti diventeranno una vera fonte di energia e provate a pensare con quanta gioia potete offrire al Signore il vostro cibo, sapendo che nel piatto non ci sono additivi, antiossidanti, coloranti, i vari E310, E312, E321, e così via.
Qualche consiglio pratico:
Cereali: Meglio integrali e se bianchi scegliere quelli provenienti da coltivazioni biologiche (vale anche per la pasta, farine varie, fiocchi...) una buona idea è iniziare la giornata con la prima colazione a base di 150 grammi di fiocchi d'avena o un altro tipo, ammorbiditeli con un bicchiere di yogurt o latte (si può usare anche succo di frutta, caffè di cereali tostati, latte di soia...) e aggiungete un po' di frutta secca come uvetta, datteri, fichi... oppure anche fresca come ad esempio mela grattugiata. Se volete un meusli più dolce potete aggiungere un cucchiaio di miele o di malto d'orzo.
Legumi: In primavera estate è buono e consigliato prendere legumi freschi (fagiolini, piselli, fave...) in autunno inverno quelli secchi (ceci, lenticchie, soia...). Combinando verdura e legumi si ottengono ottime minestre, sia leggere con legumi freschi e verdure primaverili, sia quelle più nutrienti invernali. La maggior parte dei legumi secchi devono essere lasciati a bagno per una notte prima di usarli e ogni legume ha il suo tempo di cottura. Con un po' di pratica impareremo come usarli.
Per preparare una buona minestra è consigliabile soffriggere le verdure prima di aggiungervi legumi e acqua. Facciamo un esempio; lavate e tagliate la verdura (carote, finocchio, sedano, cavolfiore) a piccoli pezzetti, scaldate un pò di olio in una pentola e mettete le verdure a rosolare per qualche minuto, aggiungete poi le lenticchie mischiando il tutto delicatamente. Aggiungete a questo punto acqua a sufficienza per coprire le verdure e i legumi di qualche centimetro, lasciando cuocere a fuoco lento per circa trenta minuti. Alla fine della cottura aggiungete il sale e un filo di olio d'oliva. Frullate tutto per ottenere una consistenza cremosa e servite caldo con del pane tostato.
Verdura e frutta: Impariamo a conoscere bene il periodo di maturazione degli alimenti perché è importante consumarli durante la loro stagione "naturale". Ci sono tanti modi diversi per cucinare le verdure anche evitando di friggerle, ad esempio stufate, a vapore e al forno.
La frutta invece può diventare un ottimo e nutriente spuntino. La cosa migliore è quella di abituarsi a mangiarla fresca, così com'è, preoccupandosi di masticarla bene prima di deglutire e magari accompagnandola con frutta secca.
Latte: E' un alimento essenziale per lo sviluppo del bambino mentre in alcuni adulti può creare dei problemi di assimilazione se non ingerito con le dovute accortezze.
Trasformato in yogurt il latte diventa un ottimo alimento in quanto oltre alla sua base proteica guadagna una quantità enorme di fermenti vivi che svolgono una azione benefica sulla flora intestinale.
Formaggi: Si consigliano formaggi freschi o di media stagionatura, ancora meglio se di propria produzione, cercando comunque di evitare i formaggi fusi. Inoltre, l'uso di formaggi come il parmigiano dovrebbe essere limitato dal momento che tanti formaggi vengono cagliati grazie all'azione di caglio di origine animale. Il formaggio di soia ad esempio, è a tutti gli effetti una variante e costituisce un'ottima fonte di proteine. Includo qui una ricetta semplice per preparare a casa vostra uno squisito formaggio
chiamato in India panir. Mettete a bollire un litro di latte intero e una volta raggiunta l'ebollizione toglietelo dal fuoco aggiungendovi gradualmente il succo di un limone cercando di mischiare con delicatezza i grumi che si andranno a formare. Potrete osservare che il siero (un liquido trasparente gialloverdastro) si separa completamente dalla caseina e per favorire questa separazione lasciatelo riposare per 10-15 minuti. A questo punto scolate il liquido versando dentro un scolapasta sul quale avrete applicato un panno pulito, ottenendo la cagliata che se lo desiderate potrà essere in un secondo tempo utilizzata sia come formaggio morbido oppure, se avvolta nel panno e messo per circa un'ora sotto un peso, come formaggio duro da tagliare a cubetti ed eventualmente friggere. Avendo un sapore tenue e delicato questo tipo di formaggio è molto adatto per essere insaporito con varie spezie, sale, origano, peperoncini, e così via.
Zucchero: Anche in questo caso se è possibile, si consiglia di usare zucchero di canna oppure altri dolcificanti naturali come il miele, malto di riso, ecc. Proviamo a vedere come sia possibile preparare una buona torta di mele senza il minimo uso dello zucchero: mischiate 200 grammi di farina bianca biologica con 50 grammi di malto d'orzo, una bustina di polvere lievitante per dolci, 45 cucchiai di olio di girasole e un pò di acqua o di yogurt.
Impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio e morbido, quindi lasciatelo riposare nel frigo per 30 minuti. Nel frattempo preparate una marmellata di frutta fresca. Tagliate le mele a cubetti e fatele rosolare con 50 grammi di malto e aggiungetevi 100 grammi di uvetta ben lavata. Non appena le mele si saranno ammorbidite toglietele dal fuoco lasciandole a raffreddare. Nel frattempo stendete l'impasto su di un piano infarinato dandogli una forma rettangolare con uno spessore di circa mezzo centimetro. Copritela con la marmellata ormai raffreddata e arrotolatela ottenendo ciò che siamo soliti chiamare un tronco. Dividetelo in fette di due centimetri di larghezza. Disporre una teglia
con i bordi sufficientemente alti spalmando il fondo con del burro e riempire la teglia con le fette disposte in piedi fino al suo riempimento. Avendo preparato il forno, riscaldandolo dapprima a circa 180°, mettere la preparazione a cuocere per circa 25/30 minuti. Nel cuocere l'impasto cresce e le fette si vanno a "fondere" insieme creando una forma compatta. Lasciare raffreddare la torta e poi dividerla per servirla. Oltre al bell'aspetto questa torta ha un ottimo sapore.
Grassi e condimenti: Gli oli vegetali sono ottimi quando sono estratti grazie ad un procedimento di spremitura a freddo senza l'uso di solventi chimici.
Burro e panna sono ricchissimi di grassi e quindi da un punto di vista salutistico conviene limitarne l'uso, adottando delle semplici alternative come ad esempio quella di spalmare il nostro pane della colazione anziché con il classico burro, con un condimento a base di sesamo tostato preparato tostando in un padella dei semi di sesamo e sale in un rapporto di 10 a 1, a fiamma bassa fino a quando il sesamo non inizia a scoppiettare. Togliere dalla padella il composto e pestarlo in un mortaio. A questo punto può essere usato sia per spalmare il pane che per condire insalate e altri cibi.
Tutte queste sono alcune delle idee che possiamo applicare nella nostra routine quotidiana. Sarebbe interessante per noi sentire le vostre opinioni e esperienze e anche dei consigli per migliorare la rubrica. Tutti queste richieste, proposte, suggerimenti e domande possono essere indirizzate alla redazione della rivista specificando "Alimentazione vegetariana".
Questa rubrica è curala da Saiva devi dasi, esperta di cucina e alimentazione vegetariana. Conduce corsi di cucina ed esprime la sua abilità culinaria vegetariana da circa 10 anni.
L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo
A cura di Matsyavatara dasa
La civiltà Vedica, a cui noi facciamo riferimento, conosciuta in occidente come Indoaria, o Brahminica, oltre ad essere la meglio documentata, è il modello sociale che più di ogni altro ha vissuto in maniera compiuta, altamente organizzato e per un periodo lunghissimo autentici valori spirituali. Questa civiltà non ha avuto nessuna necessità di aggiornarsi, in quanto i valori sui quali si basa sono spirituali, quindi immutabili ed eterni. Così come i valori, altrettanto immutabili sono i ruoli fondamentali degli individui nelle varie fasi della loro vita (organizzazione sociale "daivi varnaashram dharma" *1). In questa tradizione il fine è la realizzazione spirituale, mentre tutto il resto, diventando strumentale a tal fine, è vissuto con il distacco proprio della lungimiranza.
Chi fosse realmente interessato a voler rivivere i valori di cui sopra, anche oggi, in kaliyuga inoltrata, può seguire gli insegnamenti di Mahaprabhu Sri Caitanya Deva e offrire il proprio contributo personale affinché si creino le premesse adeguate: una vasta e profonda rispiritualizzazione della società, che si ottiene principalmente attraverso la diffusione della pratica del canto del Santo Nome, (Sankirtana-yajna). Solo introducendo nei circuiti della cultura attuale valori e fini spirituali (paramgati) si potrebbe ancora fermare il ciclo degenerativo e distruttivo che sta travolgendo la società moderna. Se gli uomini, secondo gli insegnamenti della cultura Vedica, riassumono la loro naturale, originaria, statura spirituale, che è la coscienza di Dio, gradualmente sviluppano tutto il fascino e le virtù a questa coscienza inerenti: felicità, saggezza, purezza, salute, bellezza, ecc.
Nella cultura vaishnava marito e moglie sono come due ben combinati compagni di viaggio. Il fine comune non è vivere in questo mondo per l'eternità, nascita dopo nascita soggetti alla vecchiaia, alla malattia e infine alla morte, bensì l'attraversamento di questo oceano di gioie e dolori che è la vita nel mondo materiale e raggiungere la sponda dell'immortalità. Lo scopo è tornare alla nostra dimora originaria, da Krsna, per vivere e giocare senza ansietà (Vaikunta), nella nostra forma originaria (nityasvarupa), immortale e gloriosa. La famiglia, come un vascello, è uno strumento col quale due vaishnava si apprestano a raggiungere il traguardo di cui sopra e in cui, come leali compagni di viaggio, si aiutano l'un l'altro durante tutta la burrascosa traversata (con questa coscienza c'è poco spazio per pensare al tradimento e al divorzio), e per quel tempo limitato, ben consapevoli e per utilità, svolgono il rispettivo ruolo di marito e moglie, in corpi temporanei di uomo e di donna, senza peraltro identificarsi con essi. In tale coscienza gli uomini sono altamente affidabili per lo svolgimento dei loro doveri, che consistono nella guida spirituale e nel provvedere a tutto ciò che la famiglia necessita. Ispirate da tale comportamento le donne non rifuggono più dai doveri inerenti alla loro natura di madri e di spose. Esse con gran piacere procreano bambini coscienti di Dio (scopo nobilissimo di cui la donna come madre, è insostituibile coprotagonista) e si dedicano alla loro crescita fisica, psicologica e spirituale, in un ambiente sano e pulito, l'ambiente familiare (grha), dalla cui gestione traggono fiducia in se stesse e gioia. Nella civiltà Vedica il criterio su cui si basa la valutazione del successo è la soddisfazione di Dio, Sri Krsna. La vita familiare ha valore se pone al centro dei suoi programmi la soddisfazione del Signore. Da qui il perché della sacralità della famiglia, il ceppo familiare (fuoco sacro: Agni che preserva la famiglia). Bambini nati da rapporti consacrati, provenienti da elevate sfere di esistenza, già sacri e sani fin dalla nascita, saranno i futuri sostenitori e difensori dei principi della religione (Dharma). Grazie a loro perfino questo mondo, ormai popolato prevalentemente da un genere umano spiritualmente impoverito, perciò corrotto e sofferente, potrà ancora conoscere amore e giustizia, fornendo alle generazioni future gli indispensabili strumenti di salvezza.
In questa società materialista la maggioranza della gente ignora che lo scopo della vita è soddisfare Dio. Come si legge nello Srimad-Bhagavatam 1.2.13: "O migliore fra i nati due volte (*2), è stato stabilito che la più alta perfezione che si possa raggiungere svolgendo i propri doveri nell'istituzione del varnaashrama, è soddisfare il Signore, Sri Hari." Allo stesso modo, un po' prima, è stata fornita anche la versione negativa, S.B. 1.2.8. "Srama eva hi Kevalam", ogni agire risulta inutile, se Krsna non è soddisfatto.
Molta gente, sviata dalle amenità della vita moderna e da scadenti esempi di spiritualità, vive valori così capovolti che quando sente parlare di Dio e delle Sue leggi si risente nervosamente o pensa sia qualcosa di optional. Ormai solo una minoranza della popolazione pensa che la ricerca della relazione d'amore con Dio sia l'unico vero scopo della vita.
"Soltanto fino a pochi anni fa il 75% delle denunce di molestie sessuali partiva dalle donne; il 20% da uomini che denunciavano altri uomini. La percentuale di uomini che accusavano donne era appena del 5%. Oggi è salita al 10%. Le separazioni sono praticamente raddoppiate negli ultimi 15 anni (da 23.120 nel 1978 a 45.754 nel 1992). Oggi la percentuale è ancora in crescita. A sfasciare le famiglie oggi sono quasi sempre le donne. Infatti quasi l'80% dei divorzi è chiesto dalle donne. Come mai?" (*3). La chiave di lettura per questa domanda è da ricercare nelle decadute facoltà spirituali dell'uomo contemporaneo, degrado di cui abbiamo già parlato e di cui ancora parleremo. Di fatto l'uomo moderno è inerme, ancor più che aperto, di fronte ai complessi dell'"inconscio collettivo", a correnti emotive e irrazionali, a suggestioni di massa, a ideologie e a superstizioni, con conseguenze assai più calamitose e deprecabili di quelle riscontrate in altre epoche.
Nelle varie tradizioni la donna ha avuto raramente, di per sé, accesso all'ordine gerarchico sacro. Nella
civiltà Vedica la donna, pur essendole chiaramente riconosciuto sul piano spirituale lo stesso valore dell'uomo, sul piano sociale, condizionato, di jivaatma con un corpo da donna, da nubile, essa, per filiazione apparteneva alla casta del padre. Dopo sposata, in forza del rito sacro del matrimonio, alla casta dello sposo, che era anche il maestro spirituale della famiglia (*4). Vale quanto detto anche per la civiltà EllenicoDorico e, in modo pressoché identico, anche per la civiltà di Roma. A Roma la donna era assimilata giuridicamente ad una figlia di suo marito e ad una sorella dei suoi stessi figli. Da fanciulla era sotto la potestà del padre, signore e sacerdote della famiglia, poi, col matrimonio, passava sotto la protezione del marito, in "Manum viri". Tali statuizioni tradizionali di dipendenza della donna si ritrovano anche in Cina, Giappone e altrove. In molte tradizioni la realizzazione spirituale della donna passa per il darsi tutta, completamente, allo sposo e ai figli. Anche nella tradizione Vedica la donna non ha altre strade naturali: tutto il dovere della donna consiste nel compiere perfettamente questi due sacrifici. Il dovere dello sposo, degno e qualificato spiritualmente, consiste nell'orientare tutti i desideri e le aspirazioni della propria sposa in senso spirituale, verso il servizio di amore e devozione a Sri Krsna.
La tradizione non è ingiusta con la donna, ma semplicemente definisce i limiti naturali della sola via spirituale, conforme alla natura femminile. Del resto la nascita in un corpo femminile non è affatto casuale. Essa caratterizza una certa spiritualità, che per esprimersi deve necessariamente tener di conto dei propri mezzi. La donna dovrebbe liberarsi dei residui maschili ed essere se stessa. E gli uomini facciano altrettanto, liberandosi da atteggiamenti femminei. In quest'era di corruzione e di capovolgimento dei valori, per pochissime persone, oltre la via naturale appena descritta c'è quella trascendente dell'ascesi (naisthiki brahmacarini 5*), dove l'essere spirituale (la jivaatma) con un corpo di donna, ormai trascesi i limiti inerenti alla propria nascita femminile, ormai libero o quasi da indesiderabili voglie di ordine inferiore, materiale, si volge direttamente a Dio e si offre interamente a Lui. Questa strada di monaca consacrata a Dio non ha ovviamente niente a che fare con la pretesa emancipazione di certe ragazze di oggi. Nella tradizione Vedica il Vaishnavismo, la via della bhakti, dell'amore e della devozione a Krsna, ha da sempre valorizzato il ruolo femminile. La letteratura Vedica in generale e il Bhagavatapurana (*6) in particolare, riservano posti preminenti a donne di elevata realizzazione spirituale (* 7). Specialmente dopo l'avvento di Mahaprabhu Sri Caitanya Deva, la cui manifestazione combinata di Radha e Krsna getta una luce vivificante sulle possibilità di un rapporto tutto spirituale maschilefemminile. Benché certi aspetti della relazione di Radha con Krsna possano assomigliare esteriormente a relazioni sentimentali umane, terrene, sono invece riconosciute dai grandi saggi e acarya della tradizione della bhakti come la più pura spiritualità, per niente inquinati da desideri egoistici di ordine inferiore, materiale. In nessun'altra tradizione teologica è stata trattata la natura divina "femminile" di Dio come nel Vaishnavismo. Nonostante Mahaprabhu Sri Caitanya Deva fosse un sannyasi, un asceta esemplarmente casto e rigoroso, insegnava che la devozione di Radha e delle gopi (*8) per Krsna era la forma più elevata di spiritualità.
La Suprema Personalità di Dio, Sri Krsna, celebrato nei Veda come l'origine e il sostegno di tutto ciò che è, si trasforma in Radha, allo scopo di gustare i dolci sentimenti d'amore che Ella prova per Lui. Sri Caitanya Deva è l'Avatara di Krsna nella forma combinata di Radha-Krsna, venuto nella nostra era per regalarci il dono più prezioso: Il puro amore per Dio. In questi anni in cui è stato in voga il movimento di liberazione femminile e la Bibbia è stata ripetutamente accusata dai laici di escludere le donne dalla Sua spiritualità tutta patriarcale, agli spiritualisti sinceri risulterà teologicamente rilevante l'insegnamento di Sri Caitanya Mahaprabhu a questo riguardo, soprattutto se lo si considera in relazione al ruolo primario che ha assegnato all'amore spirituale femminile, libero dai condizionamenti materiali.
Note:
*1) Daivivarnaasramdharma: istituzione Vedica che rispetta la divisione naturale della società in
quattro varna (funzioni sociali) e quattro asrama (tappe progressive nella vita spirituale). Istituita da Dio per soddisfare tutti le necessità fisiche e le aspirazioni spirituali dell'umanità.
*2) Nati due volte, Dvija: coloro che sono iniziati alla scienza della realizzazione spirituale.
*3) dalla rivista L'Espresso del 13 Genn. '95.
*4) ManavaDharmaSastra: IX. 16; V. 148; cfr. V. 155 "Non vi è sacrificio o culto o ascesi che si riferisca particolarmente alla donna. La moglie ami e veneri il suo sposo, e sarà onorata in cielo." Anche il sacrificio rituale della vedova, Sati, testimonia lo stesso spirito di dipendenza, ancor prima che sociale, spirituale. cfr. Mahabharata, Adi-parva: il sacrificio di Madri, una delle due mogli di re Pandu. Lo stesso facevano le donne germaniche, se lo sposo cadeva in battaglia.
Cfr. Senart, "Le castes dans l'Inde", cit., p. 68;
*5) Naisthika brahmacharini: donna che dedica la sua intera vita al servizio di Dio, con i voti di celibato, di continenza e di studi sotto la guida di un maestro spirituale qualificato
*6) Bhagavatpurana, o Srimad-bhagavatam: la massima opera letteraria della bhakti.
*7) Solo per citare alcuni nomi: Yashoda mata, Radha e le gopi, Sita Devi, Saci devi, Sati devi, Kunti, Ghandari, Draupadi, le regine di Dwaraka, le spose dei brahmana di Vrndavana...
*8) Gopi: giovani pastorelle, amiche di Krsna a Vrndavana. Il loro puro amore per Lui rappresenta la più alta devozione al Signore.
SCIENZA e SCIENZA
Del Dr. Giuseppe Scala
Vita ed evoluzione nel Cosmo
L'esistenza di civiltà su altri pianeti oltre che sulla terra è sempre stata data per scontata dagli uomini. Oserei dire che essa è stata considerata quasi come un fatto appartenente alla natura delle cose, tanto che alcuni libri antichissimi come la Bhagavad Gita ne parlano esplicitamente.
Ammettere oggi tale stato di fatto è un po' come per gli antichi attraversare le colonne di Ercole, baluardo del mondo abitato, al di là delle quali non poteva esistere più nulla. L'affermazione positiva alla domanda 'se esistono altri mondi abitati' infatti implica questioni di carattere morale, religioso, sociale e scientifico tali che ancora oggi la sola teoria sull'origine delle specie e dell'Uomo di Darwin è argomento di forti e aspri contrasti. L'autore di questo articolo non ha alcuna difficoltà ad ammettere che il Creato sia opera di Dio e che esistano altri mondi abitati, come sostengono i libri della tradizione Vedica e alcune delle scuole filosoficoreligiose da esse derivate, o che vi hanno attinto a piene mani.
Pur tuttavia ciò non è in contrasto con il fatto che col divenire dei millenni vi sia stata sul nostro pianeta una certa evoluzione delle piante e degli altri esseri viventi, che alcune specie siano scomparse sotto l'azione delle mutate condizioni climatiche, di cataclismi o altro. Molti autori ammettono senza reticenze che anche la specie umana ha molte possibilità di essere annientata qualora subentrasse una guerra atomica, o l'incrementarsi dei fenomeni di inquinamento arrivasse a esplicare tutto il suo potenziale distruttivo. In tale ipotesi vi sarebbero alcune specie animate, forse tra gli insetti e le piante, che sopravvivrebbero adeguandosi alle nuove condizioni ambientali verificatesi sul pianeta Terra. D'altra parte il filosofo greco Anassagora nel quinto secolo avanti Cristo era dell'opinione che persino la Luna fosse abitata così come lo storico Plutarco affermava ancora nel cento avanti Cristo.
Verso il 150 dopo Cristo, Luciano di Samosata affermava che si poteva essere trasportati sulla Luna per mezzo di una tromba d'aria, e una volta giunti lì si sarebbe potuto trovarla abitata. Anche l'italiano Ludovico Ariosto parlava di un viaggio tra gli abitanti della Luna, 1500 dopo Cristo e successivamente B. de Fontanelle e C. Flammarion affermarono che la Luna e altri pianeti potessero essere abitati, anzi addirittura poche decine di anni or sono ci si aspettava da un momento all'altro una visita da parte degli abitanti di Marte.
Oggi sappiamo per certo che ne la Luna ne Marte ne alcuno dei pianeti del sistema solare è abitato da forme viventi simili a quelle a noi conosciute, ma si può sostenere che vi siano altri mondi abitati da specie simili alla nostra e ciò per semplici motivi di probabilità.
Dirò qui per inciso che la probabilità che la vita sia formata a caso è solo di dieci elevato ad oltre la centesima potenza, cioè una probabilità praticamente nulla. Soltanto nella nostra galassia, la Via Lattea, gli astronomi stimano che vi siano circa un miliardo di pianeti simili alla Terra e sui quali potrebbe esistere una forma di vita. D'altra parte è noto che il Sole esisterà ancora così com'è per circa cinque miliardi di anni. Esso infatti ha speso la metà della sua esistenza totale che è circa di dieci miliardi di anni. Supponendo che la vita sulla Terra esista ed abbia iniziato ad evolversi da un miliardo di anni, secondo le stime più attendibili, si può facilmente desumere che la vita esisterà e si evolverà ancora per ben cinque miliardi di anni. Tutto ciò implica che solo nella Via Lattea sono presenti pianeti su cui prosperano forme di vita allo stadio evolutivo iniziale, ma anche che si possono trovare esseri viventi più evoluti di noi fino a cinque miliardi di anni. Le prime tracce di civiltà scritta e disposta in maniera sufficientemente attendibile risalgono a solo cinquemila anni fa.
La Terra ha speso solo la metà della sua possibile esistenza come pianeta del sistema Solare. Ora se è vero quello che gli scienziati dicono circa l'esistenza di un miliardo di pianeti nella nostra galassia, aventi condizioni abitative e ambientali simili alla Terra, se ne deduce che almeno la metà abbia una civiltà in grado di scrivere. Su questi cinquecento milioni di pianeti abitati da esseri simili a noi vi si trova una varietà di civiltà che potrebbe oscillare da quelle uguali alla nostra a quelle tecnologicamente avanzate fino a cinque miliardi di anni.
Dove sono allora?
Le distanze astronomiche si misurano in anni luce, cioè chilometri percorsi dalla luce in un anno. Considerando che la luce viaggia alla velocità di circa 300.000 Km al secondo si vede subito che le distanze da superare sono immense, forse insuperabili ai fini di incontri ravvicinati. La nostra galassia ha la forma di una lente biconvessa larga centomila anni luce, e con uno spessore al suo centro di sedicimila anni luce, ma lo spessore diminuisce andando verso la periferia.
Dove ci troviamo noi la galassia è spessa tremila anni luce, comprende tre miliardi di stelle e quelle più vicine al Sole sono situate tra i quattro e i venti anni luce. Queste sono chiamate Alfa Centauri, Sirio, Procione, Espilon Eridani, Sigma Draconis, tanto per citarne qualcuna, ma non è detto che i pianeti abitati appartengano solo ai sistemi planetari di queste. Anche supponendo di viaggiare ad una velocità prossima a quella della luce, alle velocità raggiunte dalla nostra civiltà il problema dell'esplorazione dello spazio si presenta quanto mai arduo.
Per i testi denominati 'i Veda' non solo non vi è dubbio che esistano altri pianeti abitanti o addirittura esseri celesti, ma si indica il fatto che extraterrestri hanno visitato e tuttora visitano saltuariamente la terra, in particolari occasioni.
Esistono inoltre tanti pianeti esterni al nostro sistema solare che sostituiscono quella parte della Creazione caratterizzata da eternità, conoscenza e felicità. Molti di essi sono abitati da Deva, cioè da quegli esseri celesti ai quali il Signore Krsna ha affidato il compito di governare l'Universo materiale.
Vi sono anche delle stelle che emettono segnali radio e sono chiamate Pulsar. I segnali provenienti dalle stelle sono a volte continui, a volte modulati o intervallati e hanno dato adito a varie ipotesi circa la loro origine, fra cui anche quella che siano emessi da civiltà intelligenti. Vi sono poi degli autori anche famosi, tra i quali Daniken, Temple, Roggerdorf e Colosimo i quali vanno propinando opinioni su presunte visite sulla Terra da parte di extraterrestri. Questi autori non portano mai prove che reggano ad una critica serrata, citano sempre gli stessi fatti e si corroborano a vicenda. Per queste ragioni le loro proposte non riescono mai a valicare il muro dell'attendibilità culturale, sebbene si riferiscano a realtà altamente probabili. Ci sono però degli oggetti manufatti, come le pile di Baghdad, che non hanno ancora avuto una spiegazione valida.
Queste batterie elettriche furono scoperte nei pressi di Baghdad e sono state costruite circa duemila anni fa, epoca in cui non si conosceva ancora la corrente elettrica. Una copia di queste batterie fu fatta funzionare ed erogò alcuni Ampere di corrente elettrica per circa un mese.
Questi manufatti sono gli unici a conoscenza degli scienziati che potrebbero avere una origine extraterrestre.
Come si è accennato ci sono, oltre che scienziati, uomini politici che avanzano delle perplessità sul fatto di mettersi in contatto con altri mondi. Innanzitutto si potrebbero scoprire civiltà bellicose e smaniose di nuove conquiste, o aventi la necessità di rifornirsi di energia e in procinto di compiere una specie di colonizzazione della terra. Altri sostengono che non avremo niente da imparare o che altri mondi non hanno alcun interesse a contattarci, o anche che siano talmente lontani e che non sia possibile ricevere da loro segnali di alcun genere. Ma da un contatto con altre civiltà invece avremo molto da imparare sia da loro stesse e sia nel nostro particolare interagire nei rapporti tra Nazioni e tra singoli individui.
La rubrica 'Scienza e Scienza' è curata dal Dottor Giuseppe Scala Chimico al Centro Nazionale di Ricerche di Napoli, specializzato in applicazioni chimiche nella ricerca archeologica e ai beni culturali. Collabora alle pagine scientifiche di vari periodici.
MAHA BHARATA
Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrita
Tradotto dal sanscrito da Hrdayananda Gosvami, e reso in lingua italiana da Matsya Avathra Dasa
3. Aranyaka Parva: "Vita nella foresta"
Il terzo libro del Maha Bharata, ricolmo di buon augurio, contiene le seguenti narrazioni:
I cittadini fedeli seguono il saggio Yudhishthira nella foresta. Tutti i Vrishni e i Pancala vengono a visitare i Pandava in esilio. Saubha viene trucidato. Kirmira viene assassinato. Shri Krishna si infuria sentendo che Sakuni ha imbrogliato i Pandava in una partita a dadi e Arjuna calma la Sua ira. Draupadi si lamenta davanti a Shri Krishna e Lui la consola con parole incoraggianti. Arjuna va alla ricerca di armi. Krishna scorta sua sorella Subhadra e il suo piccolo figlio a Dvaraka mentre Dhrishtadyumna allo stesso modo scorta i figli di Draupadi. I Pandava entrano nell'incantevole foresta Dvaita. Il Re Yudhishthira conversa con Draupadi. Yudhishthira parla con Bhimasena. Shrila Vyasadeva viene in visita dai figli di Pandu e in quell'occasione rivela al re Yudhishthira una particolare scienza per rinvigorire la memoria. Vyasadeva parte e i Pandava si mettono in viaggio per la foresta di Kamyaka. Arjuna combatte con il signore Shiva che si mostra nelle vesti di un cacciatore. Arjuna ascende ai pianeti celesti dove incontra i capi dell'universo.
Il terzo libro include inoltre quanto segue: Il re Yudhishthira, addolorato per la propria sfortuna, incontra il grande ed illuminato saggio Brihadasva a cui confida la ragione delle sue sofferenze; in risposta Yudhishthira ascolta la commovente storia del re Nala e l'incessante devozione di sua moglie Damayanti durante le dure tribolazioni del marito.
Il saggio Lomasa scende dai pianeti celesti per far visita ai Pandava che vivono nella foresta, porta loro la notizia che Arjuna ha raggiunto i pianeti superiori e consegna loro un messaggio da parte sua.
In base a quel messaggio, spedito dai pianeti celesti, i Pandava cominciano a visitare molti luoghi sacri per purificarsi ed acquisire il potere che deriva dalla rettitudine. Il grande saggio Narada va in pellegrinaggio all'eremo di Pulastya Muni. Il demone Jata viene ucciso.
Draupadi impegna Bhimasena che va a Gandha-Madana dove profana uno stagno di fiori di loto per prendere un fiore di Mandara. In quel posto Bhima combatte anche una grande battaglia contro gli agguerriti e possenti Rakshasha e Yaksha guidati da Maniman. Dopo viene la storia del saggio Agastya che mangia Vatapi dopodiché, con l'intento di procreare un figlio, si congiunge con Lopamudra. Poi viene narrata la storia del falco e della colomba, nella quale i deva Indra, Agni e Dharma mettono alla prova re Sibi.
Si dice anche del giovane e casto studente Risyasringa e del figlio di Jamadagni Parasurama, dall'aspetto fiero e dotato di forza spaventosa. Viene descritta in questo contesto la morte di Kartavirya e degli Haihaya. Poi c'è la storia di Sukanya e di Cyavana figlio di Bhrigu, che al sacrificio di Saryati riconosce ai gemelli Asvini, che gli han fatto riguadagnare la perduta gioventù, il diritto di bere la divina bevanda Soma.
In questa sezione c'è la storia di Jantu, di come suo padre re Somaka sacrifica suo figlio per ottenere una prole più numerosa ed ottiene di avere cento figli. Poi viene raccontata la storia di Ashtavakra che sconfigge in dibattito Bandi e salva il proprio padre che era caduto nell'oceano. Arjuna dalle braccia possenti acquisisce armi celesti per il suo venerabile fratello maggiore. Segue la battaglia contro i Nivatakavaca abitanti della città d'oro Hiranyapura. Arjuna si riunisce ai fratelli a Gandhamadana e combatte contro i Gandharva durante una viaggio alle terre da pascolo. I fratelli ritornano al lago Dvaitavana. Jayadratha rapisce Draupadi dal suo ashram, Bhima lo insegue veloce come il vento. Poi sono esposti l'incontro con Markandeya e le vicende che ne derivano.
Di seguito arrivano la narrazione dell'incontro di Draupadi e la conversazione con Satyabhama, il racconto della misura di riso, la storia di Indradyumna, le storie di Savitri, Auddalaki e Vainya, gli elaborati racconti del Ramayana e la storia del Signore Ramacandra. In successione a questo episodio c'è quello del signore Indra che ruba i due orecchini di Karna, la storia dei bastoncini da fuoco, quella del deva Dharma che istruisce suo figlio e dei Pandava che, ottenuti i loro premi, si incamminano verso ovest.
Questi sono gli argomenti dell'Aranyakaparva, il terzo libro del Mahabharata. Il grande saggio Vyasadeva afferma che questa sezione contiene un totale di 269 capitoli che comprendono 11.664 versi.
4. Vatratam Parva: "La vita nella città di Virata"
Suta Goswami continuò:
"Cari saggi, il quarto libro del Mahabharata descrive per esteso ciò che accade mentre i Pandava vivono nella città di Virata. In prossimità della città, vedendo in un cimitero un enorme albero Sami, i cinque fratelli decidono di nascondervi dentro le loro armi. Dopodiché entrano nella capitale, camuffando le proprie identità in varie maniere.
In questa parte Vrikodara (Bhima) uccide il malvagio Kicaka.
Arjuna sconfigge i Kuru in battaglia e salva la preziosa mandria del re. Il re Virata dona sua figlia Uttara ad Arjuna che l'accetta per suo figlio Abhimanyu, un distruttore di nemici in battaglia. Questi sono i contenuti del voluminoso quarto libro.
Il mahatma (1) Vyasadeva asserisce che in questa sezione ci sono 67 capitoli e 2050 versi.
5. Udyoga Parva: "Tentativi di pace e preparativi per la guerra"
Mentre i Pandava vivono in Upaplavya, sia Duryodhana che Arjuna vanno a far visita a Shri Krishna, ciascuno per conquistarlo alla propria causa. Entrambi gli chiedono: "Mio Signore, dovresti intervenire a nostro favore nell'imminente battaglia". Shri Krishna con grande saggezza risponde "Siete entrambi uomini di grande levatura, farò come vi dico: assisterò una delle due parti come consigliere, senza combattere, mentre darò all'altra parte una intera divisione Akshauhini. Adesso ditemi che cosa devo dare e a chi". Duryodhana, di mente ottusa e disonesto per natura, sceglie l'esercito di Shri Krishna, mentre Arjuna preferisce Shri Krishna in Persona, nonostante il Signore assista senza combattere direttamente.
Il potente Dhritarastra invia poi il suo segretario Sanjaya a negoziare la pace con i figli di Pandu. Sentendo che Shri Krishna sta per guidare personalmente i Pandava, Dhritarastra è al colmo dell'ansietà e non riesce a dormire la notte. Vidura allora dice eloquenti e benefiche parole al tribolato re. Anche Sanatsujata con argomentazioni di alta sapienza spirituale si rivolge al re che, con la mente in fiamme e con il cuore tormentato, è in pena.
Il mattino successivo Sanjaya svela alla corte di Dhritarastra che il Signore Shri Krishna è in effetti la Suprema Personalità Divina e che Arjuna, come devoto completamente arreso al suo Signore, non è diverso da Lui.
Shri Krishna, provando una grande compassione per il crudele destino a cui stanno andando incontro tutti quei guerrieri e desiderando risolvere il conflitto fra i Kuru e i Pandava, si reca personalmente ad Hastinapura tentando di ristabilire la pace. Duryodhana rifiuta le proposte del Signore Shri Krishna che propone la pace per il bene di entrambe le parti. Comprendendo che Karna e Duryodhana stanno dolorosamente tramando, Shri Krishna dice ai re Kuru di essere il Signore Onnipotente; accompagna poi Karna al suo carro, gli da dei buoni consigli e gli spiega come si possa risolvere questo altrimenti inevitabile conflitto. Karna, ubriaco di orgoglio, rifiuta i consigli del Signore. Shri Krishna allora parte da Hastinapura per andare ad incontrare i Pandava ad Upaplavya dove li informa di quanto è avvenuto. Ascoltando le Sue parole e discutendo con Lui su cosa sia più opportuno fare, quegli eroi castigatori realizzano che la guerra è inevitabile e si accingono quindi ai preparativi finali.
La loro analisi risulta corretta perché nel volgere di breve tempo cominciano ad affluire nella capitale imperiale di Hastinapura carri da guerra, cavalleria, fanteria ed altre forze militari. Viene fornita anche la descrizione precisa della forza militare dei Kuru.
Alla vigilia di questa grande guerra Duryodhana manda ai Pandava un ambasciatore di nome Uluka, latore di un messaggio aspro e pieno di insulti. Viene poi fatta una descrizione di tutti i guerrieri normali ed eccezionali che, in qualità di esperti nel combattimento col carro, prendono parte alla battaglia.
Tutti questi eventi fanno parte del quinto libro del Mahabharata che racconta i tentativi esperiti per la pace e per la guerra.
Cari asceti la cui grande ricchezza è l'austerità, Vyasa dall'animo puro, quel saggio dotato di grande intelligenza, asserisce che in questa sezione ci sono 186 capitoli e 6698 versi.
Note
(1) Mahatma: persona spiritualmente realizzata colui che comprende nel più profondo di se stesso che Krishna è tutto e si abbandona a lui, dedicandosi completamente al servizio di devozione. Letteralmente: grande anima.
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Fine del numero di luglio-agosto 1995.