Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 7 n. 3
maggio-giugno 1995
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, a sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, America, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha aperto in tutto il mondo asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krsna.
I suoi discepoli continuano il Movimento a cui egli ha dato vita.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio Ali Krsna devi dasi
REDAZIONE:
Virabhadra dasa, Sitarani devi dasi
COLLABORATORI: Rasika dasi, Pancaratra dasa, Bh. Nicoletta, Saiva devi dasi, Dott. Giuseppe Scala
AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa
ABBONAMENTI E INFORMAZIONI:
Dananistha devi dasi
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PRONUNCIA. La traslitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; a si pronuncia a lunga e aperta; i si pronuncia i lunga; u si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krshna ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
Vol. 7 N. 3 - maggio-giugno 1995
Fotolito: Fotolitografie Fiorentine Dicomano FI
Stampa: Zincografica Fiorentina Pontassieve FI.
NESSUN'ALTRA META DA RAGGIUNGERE
Una lezione di Srila Prabhupada
SRIMAD BHAGAVATAM
La Creazione: Primo Canto, Capitolo 8
METEMPSICOSI:
I Princìpi della reincarnazione (seconda parte)
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Il "Silenzio dell'assoluto"
ALIMENTAZIONE VEGETARIANA
Vegetariani? Sì, e come!
L'OSSERVATORE VEDICO
La famiglia nella tradizione vedica
SCIENZA E SCIENZA
Dio va contro le leggi della natura?
IL MAHA BHARATA
La quarta puntata del Grande Poema
LA FESTA DELLA DOMENICA
NESSUN'ALTRA META
DA RAGGIUNGERE
Il puro amore per Dio è in se stesso la ricompensa
Una conferenza di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
fondatoreacarya della Società Internazionale per la Coscienza di Krsna
Tenutasi a New York il 30 novembre 1966
daridryanasa, bhavaksaya, premera
'phala' naya
premasukhabhoga mukhya
prayojana haya
"Lo scopo dell'amore per Dio non consiste nel diventare materialmente ricchi o liberi dai legami materiali. Il vero scopo è quello di situarsi nel servizio devozionale offerto al Signore e godere della felicità trascendentale". (Caitanyacaritamrta, Madhyalila 20.142)
Non dovremmo aspettarci che il nostro servizio devozionale a Krsna possa migliorare la nostra miserabile condizione materiale o ci liberi dai legami materiali. Pensare in questo modo è un tipo di gratificazione dei sensi. Gli yogi e i jnani, o speculatori impersonalisti, cercano di liberarsi dai legami materiali. Ma nel servizio devozionale non c'è tale desiderio perché il servizio devozionale è amore puro. Nel puro servizio devozionale non si hanno aspettative del tipo "Ne trarrò profitto in questo modo". Il servizio devozionale non è un affare commerciale che induce a pensare: "A meno che non ottenga qualcosa in cambio, non praticherò il servizio devozionale nella coscienza di Krsna."
Il Signore Caitanya prega il Signore Krsna:
na dhanam na janam na sundarim
kavitam va jagadisa kamaye
mama janmani janmanisvare
bhavatad bhaktir ahaituki tvayi
"Oh mio caro Signore, Jagadisa, maestro supremo di tutti i mondi, non desidero ricchezze, non voglio discepoli, non voglio una bella moglie."
"Allora cosa vuoi?"
"Mio caro Signore, ponimi in qualsiasi condizione di vita ma Ti prego, dammi questa benedizione: che io non Ti dimentichi mai. Ecco tutto. Per via della mia dimenticanza io sto soffrendo moltissimo. Quindi se riesco a ricordarmi di Te, mi va bene qualsiasi condizione."
Janmani janmani significa "nascita dopo nascita", il Signore Caitanya non vuole nemmeno la liberazione. Sri Krsna dice:
mam upetya tu kaunteya punar janma na vidyate: "Chi raggiunge il regno di Dio non deve ritornare nuovamente indietro per rinascere qui." Ma Sri Caitanya non aspira nemmeno a raggiungere il regno di Dio.
Sri Caitanya ci dà la giusta comprensione confermando gli insegnamenti di Sri Krsna. Nel sesto capitolo della Bhagavad-gita, nello spiegare il sistema dello yoga, Sri Krsna dice: yam labdhva caparam labham manyate nadhikam tatah "Chi raggiunge la perfezione dello yoga non ha altri desideri da soddisfare."
Potremo ottenere qualcosa nel mondo materiale ma ciò non fermerà il nostro desiderio di ottenere qualcosa di più. Potrò avere milioni di dollari ma non saranno sufficienti a soddisfarmi. Ne vorrò di più, dieci milioni di dollari. E poi, quando avrò dieci milioni di dollari, vorrò cento milioni di dollari. Ma chi possiede il servizio devozionale sa che non c'è nient'altro al mondo di più prezioso.
La coscienza di Krsna non è differente da Krsna. Perciò una persona cosciente di Krsna possiede Krsna, e cosa può esserci di più grande di Krsna? Quindi una persona cosciente di Krsna è pienamente soddisfatta.
Sri Krsna dice anche: yasmin sthito na duhkhena gurunapi vialyate: "Colui che è situato nella coscienza di Krsna non è turbato nemmeno dalle peggiori miserie."
Una persona cosciente di Krsna è risoluta in ogni circostanza. Prahlada Maharaja era un grande devoto anche all'età di cinque anni.
Il padre ateo di Prahlada gli disse: "Furfante! Canti i nomi di Dio? Chi è Dio? Io sono Dio. Perché non canti il mio nome? Se non lo farai, ti butterò nel fuoco."
Ma Prahlada era convinto. Disse: "Padre, non posso smettere di cantare".
"Che sciocchezze! Non puoi? Come osi parlarmi a questo modo? Perfino gli esseri celesti mi temono."
"Oh sì padre, parlo così per la misericordia della stessa persona che permette a te di parlare."
"Oh, non mi importa della misericordia di nessuno..."
Il padre di Prahlada era pieno di collera ma Prahlada era risoluto. La risolutezza è una delle caratteristiche del puro devoto del Signore. Perfino nella maggiore difficoltà, perfino nel peggiore pericolo non è scosso, è fisso. Questa è la perfezione dello yoga. E questa risolutezza si può ottenere facilmente con la coscienza di Krsna.
Quindi non dovremmo ambire a migliorare la nostra condizione o ad ottenere la liberazione, ciò significherebbe avere dei desideri materiali. C'è chi dice che dovremmo diventare privi di desideri ma poiché siamo entità viventi, i desideri non possono essere completamente assenti. Quindi il nostro desiderio dovrebbe essere quello di non dimenticare Krsna. Ecco tutto, solo questo desiderio. Questo è il vero desiderio. E tutti gli altri desideri sono sciocchezze. Noi non possiamo essere privi di desideri ma dovremmo avere solo desideri sinceri.
Siamo parti infinitesimali del Supremo. Quindi se desideriamo agire cooperando con il Supremo è un desiderio naturale. Ciò significa non avere desideri. Nella condizione materiale, desiderare di mangiare è naturale. Fintanto che si possiede questo corpo, bisogna mangiare. Nessuno ci criticherà per il desiderio di cibo.
Quindi essere senza desideri significa desiderare ciò che è naturale. Desiderare di ricordarsi di Krsna è naturale. Poiché sono parte infinitesimale di Krsna, come posso dimenticarLo? Ma in un modo o nell'altro mi sono dimenticato di Lui e la mia dimenticanza è la causa dei miei numerosi desideri. E non appena desidero Krsna, non ci saranno altri desideri. Ciò significa essere senza desideri.
Quali parti infinitesimali del tutto, noi proviamo il piacere più elevato reciprocando con il tutto. E' questa reciprocazione a cui dovremmo aspirare. Non dovremmo pensare che in coscienza di Krsna si debba desiderare del profitto materiale.
Nel verso successivo, Sri Caitanya dice:
vedasastre kahe sambandha,
abhidheya, prayojana
krsna, krsnabhakti, prema,
tina mahadhana
"Nella letteratura vedica Krsna è il punto centrale di attrazione e il servizio a Lui offerto è la nostra attività. Raggiungere la piattaforma di amore per Krsna è lo scopo finale della vita. Perciò Krsna, il servizio a Krsna e l'amore per Krsna sono le tre grandi ricchezze della vita."
Noi aspiriamo a possedere qualcosa di materiale. Ma, come spiega questo verso, noi dovremmo aspirare a possedere Krsna, a reciprocare con Krsna e, in ultima analisi, ad amare Krsna. Nel mondo materiale noi vediamo un riflesso dell'amore nello scambio tra due amanti. Loro non vogliono nient'altro al di fuori di loro stessi. Lui vuole lei e lei vuole lui. Ma quella relazione è solo un riflesso perverso del vero amore che è reciprocato con Krsna. Nel mondo materiale non c'è possibilità di amore. Ciò che è chiamato amore è in realtà lussuria. Ma noi lo chiamiamo amore perché è un riflesso dell'amore. L'amore per Krsna è reale e l'amore nel mondo materiale è irreale. La lussuria è come l'ombra e l'amore è la realtà. C'è un'abissale differenza tra l'ombra e la realtà.
Il devoto non è ansioso di ottenere la liberazione perché è liberato nella sua connessione intima con Krsna.
Non è possibile essere in contatto intimo se non si è liberati. Quindi la liberazione e la connessione intima con Krsna sono la stessa cosa. Sri Krsna dice:
yesam tv antagatam papam
jananam punyakarmanam
te dvandvamohanirmukta
bhajante mam drdhavratah
Quindi adorare Krsna con fermezza significa essere liberi dall'illusione. Ciò è detto mukti. Chi ha ancora dei dubbi "Perché dovrei adorare Krsna?" vive nella delusione e le reazioni della sua vita peccaminosa non sono terminate.
Se qualcuno ha il minimo dubbio significa che ha ancora una leggera sfumatura di reazioni peccaminose. Chi è libero dalle reazioni peccaminose non ha più dualità.
Dualità significa pensare "Persisto con il metodo della coscienza di Krsna o no?" Chi è libero dalle reazioni peccaminose ha ferma fede: "Sì, l'adorazione a Krsna è lo scopo finale."
Chi adora Krsna è già liberato. Per esempio, se una persona è seduta al banco della corte suprema è sottointeso che possiede i necessari certificati d'istruzione e che è un buon avvocato. Non c'è bisogno di chiedere se ha ottenuto la sua laurea in legge.
Similmente, se uno è stabilmente in coscienza di Krsna è sottinteso che è liberato.
La definizione di liberazione è data nello Srimad Bhagavatam: muktir hitvanyatha rupam svarupena vyavasthitih.
Ognuno di noi ha una concezione diversa della vita. Io ho un'idea, tu ne hai un'altra, un'altra persona ne ha un'altra. Mukti significa essere libero da queste diverse idee ed essere situati nella nostra posizione costituzionale.
E qual è la nostra posizione costituzionale? Noi siamo particelle infinitesimali del Supremo, Krsna.
Qual è allora il nostro dovere? Il dovere della parte è servire il tutto. La tua mano è parte del tuo corpo e il suo compito è quello di servire il corpo. Allo stesso modo, poiché tu sei un particella infinitesimale del Supremo, il tuo dovere è servirLo. Non hai altri doveri. Chi capisce questo punto fermamente e con convinzione è liberato.
Qualcuno potrebbe chiedere. "Oh, come puoi dire che una tale persona è liberata? Va in ufficio, si veste come una persona qualunque. Cosa intendi dire che è liberata?"
Ma mukti significa forse vestirsi in modo diverso o avere quattro mani o otto gambe? No. Ciò che è necessario è un cambio di coscienza. Ora noi pensiamo: "Sono questa materia. Ho molti doveri nell'ambito del mondo materiale." Nella coscienza di Krsna si cambia questo modo di pensare: "No, appartengo a Krsna, sono una particella infinitesimale di Krsna, perciò tutta la mia energia dovrebbe essere usata per Krsna."
Questo tipo di pensiero è coscienza di Krsna.
Ora io applico tutta la mia energia alla concezione di vita materialista. Quando applico la mia energia l'energia trascendentale per Krsna, sono liberato.
Perciò un puro devoto di Krsna non desidera la mukti. Bilvamangala Thakura, un grande devoto di Krsna, dice: muktih svayam mukulitanjalih sevate 'sman: "Oh, la signora della liberazione è in piedi a mani giunte e chiede 'mio caro signore, che posso fare per te' e al devoto non importa. 'Che cosa puoi fare per me? Non voglio il tuo aiuto."
Bilvamangala Thakura visse per settecento anni a Vrndavana e diventò un grande devoto di Krsna. La storia della sua vita è istruttiva. All'inizio della sua vita Bilvamangala era un impersonalista. Era un brahmana del Sud dell'India, un uomo molto ricco e molto interessato al sesso. Aveva una relazione con una prostituta. Era talmente devoto alla prostituta che perfino durante il funerale di suo padre chiedeva al prete: "Fa presto per favore: Devo andare, devo andare."
Dopo la cerimonia, Bilvamangala mise in borsa del cibo e si diresse verso la casa della prostituta. C'era un forte temporale ma a lui non importava della pioggia. Doveva attraversare un fiume ma non c'era alcuna barca. Sebbene ci fossero onde furiose, egli attraversò il fiume a nuoto.
La prostituta pensò: "Oh, sta piovendo, probabilmente non verrà." Quindi chiuse la porta ed andò a dormire.
Quando Bilvamangala giunse alla casa, trovò la porta chiusa. Continuava a piovere. Per poter scavalcare il muro del cortile, si aggrappò ad un serpente. Guardate com'era intensamente attaccato alla prostituta.
Quando Bilvamangala arrivò dalla prostituta, questa era sbigottita.
"Bilvamangala, come hai potuto venire qui?" Così egli le descrisse il suo viaggio. "Si, ho fatto questo, questo e quest'altro."
Cintamani, la prostituta, disse. "Mio caro Bilvamangala, tu provi un amore così intenso per me. Se tu avessi lo stesso amore per Krsna, come sarebbe sublime la tua esistenza!" "Oh si, hai ragione." Le sue parole lo colpirono. Se ne andò immediatamente.
Cominciò a viaggiare verso Vrndavana ma durante il percorso fu attratto da una donna e la seguì. Questa apparteneva ad una famiglia rispettabile. Quando arrivò a casa, disse a suo marito "Quest'uomo mi sta seguendo, per favore, chiedigli cosa vuole."
Il marito chiese a Bilvamangala "Mio caro signore, hai l'aspetto di un gentiluomo, sembri appartenere ad una famiglia aristocratica. Che cosa vuoi? Perché stai seguendo mia moglie?"
Bilvamangala rispose "Perché voglio abbracciarla."
"Oh, tu vuoi abbracciarla? Vieni, abbracciala. Sei il benvenuto."
Il brahmana disse alla moglie: "E' un ospite, vuole abbracciarti e baciarti. Quindi per favore adornati in modo grazioso cosicché egli possa gioire."
La donna seguì le istruzioni del marito.
Quando Bilvamangala entrò e si trovò davanti alla donna disse: "Mia cara madre, puoi gentilmente darmi le forcine dei tuoi capelli?"
"Sì, perché?"
"Ho una cosa da fare." Quindi prese le forcine e si infilzò gli occhi: "Oh, questi sono i miei nemici." Diventò cieco. Pensò "Ora non sarò più turbato."
Quindi andò a Vrndavana e compì penitenze e austerità. Krsna andò da lui nelle sembianze di un bambino. "Oh mio caro signore, perché sei affamato? Perché non prendi del latte." "Chi sei tu caro bambino?" "Sono un pastorello di questo villaggio, se vuoi posso darti del latte tutti i giorni." "Va bene." Così Krsna gli fornì il latte e divennero amici.
Bilvamangala scrisse: "Bhakti è tale che mukti è niente per me." In altre parole egli pensa: "Quando Krsna viene a portarti il latte, oh, a cosa serve la mukti?"
Vedete? Questa è una grande anima: Bilvamangala Thakura. Vale la pena ricordarsi il suo nome. Ha scritto un bel libro: Krsna-karnamrta, un libro molto autorevole.
Sri Caitanya trovò il libro nel Sud India e raccomandò a tutti i Suoi devoti di leggerlo.
SRIMADBHAGAVATAM
Tra tutte le scritture Vediche il più illuminante
testo che descrive la Personalità di Sri Krsna.
SrimadBhagavatam
Primo Canto: La creazione
Continua la pubblicazione dello Srimad Bhagavatam il grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile.
Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.
VERSO 19
maya javanikacchannam
ajnadhoksajam avyayam
na laksyase mudhadrsa
nato natyadharo yatha
maya: d'illusione; javanika: velo; acchannam: coperto da; ajna: ignorante; adhoksajam: al di là di ogni concezione materiale; avyayam: irreprensibile; na: non; laksyase: visto; mudha-drsa: dell'osservatore insensato; natah: artista; natyadharah: vestito come un attore; yatha: come.
TRADUZIONE
Situato al di là di ogni percezione dei sensi, Tu, l'eternamente irreprensibile, nascosto dal velo dell'energia d'illusione, rimani impercettibile agli occhi dello stolto, come un attore reso irriconoscibile dal suo costume.
SPIEGAZIONE
Il Signore, Sri Krsna, insegna nella Bhagavadgita che gli uomini di scarsa intelligenza s'ingannano sulla Sua identità, Lo scambiano per un uomo comune e così Lo denigrano. Quest'affermazione del Signore è ripresa e confermata dalla regina Kunti in questo verso. Gli uomini di poca intelligenza sono coloro che si ribellano all'autorità del Signore. Questi uomini sono chiamati asura. Gli asura sono incapaci di riconoscere l'autorità del Signore.
Quando il Signore in persona appare tra noi nella forma di Rama, Nrsimha, Varaha e nella Sua forma originale di Krsna, Egli Si fa protagonista d'innumerevoli attività meravigliose, che nessun uomo potrebbe compiere. Come vedremo nel decimo Canto di quest'opera grandiosa, Sri Krsna compì queste imprese anche quand'era ancora bambino. Egli fece perire la strega Putana, che per ucciderLo si era spalmata del veleno sui capezzoli: sembrava che le succhiasse il seno come un bambino comune, ma col latte aspirò anche il suo soffio vitale. Sempre bambino, Egli sollevò la collina Govardhana con la stessa facilità con cui un bambino coglie un fungo, "l'ombrello delle rane", e la sostenne col mignolo della mano sinistra per numerosi giorni, senza sosta, per proteggere gli abitanti di Vrndavana. Questi sono solo alcuni esempi delle attività sovrumane del Signore, narrate nelle Scritture vediche riconosciute autentiche, quali i Purana, le Itihasa (Racconti storici) e le Upanisad. A queste imprese si aggiungono i Suoi insegnamenti incomparabili, che formano il tema della Bhagavadgita. Sia come eroe che come padre di famiglia, come precettore o come persona rinunciata, Egli ha sempre dato prova di poteri ineguagliabili. Tutti i grandi saggi che sono autorità in materia - Vyasa, Devala, Asita, Narada, Madhva, Sankara, Ramanuja, Sri Caitanya Mahaprabhu, Jiva Gosvami , Visvanatha Cakravarti , Bhaktisiddhanta Sarasvati e numero si altri - hanno riconosciuto in Sri Krsna Dio, la Persona Suprema. Ed Egli stesso Si è dichiarato tale in numerosi passi delle Scritture rivelate. Ma nonostante tutte queste prove, una classe di uomini dalla mentalità demoniaca si ostina a negare che Sri Krsna è la Verità Suprema e Assoluta. Quest'atteggiamento negativo deriva in parte dalla loro scarsa conoscenza, ma anche dalla loro ostinazione ribelle, frutto dei loro numerosi atti colpevoli passati e presenti. Persino quando Sri Krsna era sulla Terra, questi stolti non seppero riconoscere in Lui il Signore Supremo.
Nella realizzazione di Krsna come Signore Supremo incontreranno la stessa difficoltà coloro che hanno più fiducia nei loro sensi imperfetti che nelle affermazioni delle autorità in materia. Questi miscredenti sono paragonabili agli attuali uomini di scienza che aspirano a conoscere ogni cosa unicamente attraverso la conoscenza sperimentale, ignorando che questa conoscenza, imperfetta per natura, non può permettere di conoscere il Signore Supremo. In questo verso il Signore è definito adhoksaja, cioè al di là dei limiti della conoscenza sperimentale, confinata ai sensi materiali imperfetti. Noi pretendiamo di poter studiare ogni cosa nella giusta prospettiva, ma dobbiamo riconoscere che il nostro potere di osservazione è limitato dalle condizioni materiali, che sfuggono anch'esse al nostro controllo. Ma il Signore agisce al di là delle nostre limitate percezioni sensoriali. La regina Kunti riconosce questa debolezza dell'anima condizionata, e della donna in particolare, che ha un'intelligenza inferiore. Per le persone meno intelligenti sono necessari luoghi come i templi, le moschee o le chiese dove esse possono riconoscere la supremazia del Signore e ascoltare le Sue glorie dai saggi che dimorano in questi luoghi sacri. Senza questi luoghi gli uomini dalle facoltà intellettuali inferiori non avrebbero l'opportunità d'iniziare l'opera essenziale della realizzazione spirituale, e sono soltanto gli sciocchi a rinnegare queste istituzioni, necessarie all'elevazione spirituale delle masse. Prosternarsi davanti alla supremazia del Signore, come avviene generalmente nei templi, nelle moschee e nelle chiese, procura un grande beneficio spirituale alle persone d'intelligenza inferiore, proprio come per il devoto avanzato meditare sulla Sua Persona attraverso un servizio attivo.
VERSO 20
tatha paramahamsanam
muninam amalatmanam
bhaktiyogavidhanartham
katham pasyema hi striyah
tatha: inoltre; paramahamsanam: degli spiritualisti elevati; muninam: dei grandi filosofi, o teorici; amalaatmanam: che sanno distinguere lo spirito dalla materia; bhaktiyoga: la scienza del servizio di devozione; vidhanaartham: per compiere; katham: come; pasyema: possiamo conoscere; hi: certamente; striyah: donne.
TRADUZIONE
Tu discendi personalmente in questo mondo per introdurre la scienza trascendentale del servizio di devozione nel cuore degli spiritualisti elevati come in quello dei pensatori purificati dalla capacità di distinguere lo spirito dalla materia. Ma noi donne come possiamo conoscerTi perfettamente?
SPIEGAZIONE
Il Signore rimane sconosciuto anche ai più grandi filosofi. E' detto nelle Upanisad che la Verità Suprema e Assoluta, Dio, la Persona Suprema, è al di là della capacità di pensiero delle menti più acute. Né con la più grande erudizione né col più potente cervello si potrà conoscerLo; solo chi riceve la Sua misericordia giunge a Lui. Gli altri continueranno a speculare sulla Sua natura per secoli, ma i loro sforzi per comprenderLo rimarranno sempre vani. Questo è confermato dalla regina Kunti, che qui gioca il ruolo di una semplice donna. Per lo più le donne sono incapaci di fare i ragionamenti speculativi dei filosofi, ma sono benedette dal Signore perché accettano facilmente la Sua supremazia e la Sua onnipotenza, il che permette loro di prosternarsi senza riserve davanti a Lui. Nella Sua infinita bontà il Signore favorisce tutti coloro che sono guidati da motivi sinceri, e non in particolare i grandi filosofi. E' per questa ragione che le donne si sentono più portate verso le attività religiose. Infatti si nota ovunque che le donne aderiscono più volentieri degli uomini ai movimenti religiosi. Questa semplicità che fa accettare facilmente la supremazia del Signore ha più valore di uno sfoggio fittizio di fervore religioso.
METEMPSICOSI
"I principi della reincarnazione"
Seconda parte
L'autore, Svarupa Damodara Gosvami (Dr. Thouram D. Singh),
è laureato in Chimica e ha ricevuto il Ph.D.
in Chimica organica dall'Università della California.
Inoltre è uno dei coordinatori mondiali delle attività del Bhaktivedanta
Institute, un Centro di Studi che dal 1974 opera nell'ambito
delle scienze cognitive con un approccio interdisciplinare.
Coscienza e forme biologiche.
In accordo alle informazioni contenute nei Veda, la varietà delle forme di vita è prodotta dalla combinazione delle tre influenze della natura materiale (virtù, passione e ignoranza).
Le forme di vita sono come residenze temporanee e appartamenti di varia misura, stile e colore, all'interno delle quali il sé o l'entità vivente, abita solo temporaneamente.
Tali forme biologiche governate dalle tre influenze vincolano e costringono le attività e le qualità dell'essere, che sono l'espressione della coscienza dell'entità vivente. Così l'essere individuale in un corpo di tigre vagherà ruggendo e uccidendo animali per il suo nutrimento, mentre l'essere individuale in un corpo di cigno volerà in un modo aggraziato sfiorando la superficie cristallina di uno specchio d'acqua.
Anche all'interno di una stessa famiglia si possono osservare delle differenze causate dall'intervento delle tre influenze materiali. Sebbene tutte le specie animali subiscono l'influenza dell'ignoranza, a vari livelli alcune di esse sono influenzate anche da virtù e passione.
Per esempio la mucca è molto semplice e il suo comportamento è molto mite, appare chiaro da ciò che in una certa misura la virtù è presente, mentre la ferocia e l'aggressività dei leoni e delle tigri rivelano la predominanza della passione.
Il cammello è quasi completamente sotto l'influenza dell'ignoranza.
Continuando le osservazioni si nota che all'interno della stessa famiglia degli uccelli vi sono i cigni nobili e eleganti, sintomi questi dell'influenza della virtù, i falchi, le aquile e i pavoni prevalentemente influenzati dalla passione, e infine gli avvoltoi e i corvi decisamente influenzati dall'ignoranza.
Quindi, nonostante le forme biologiche nella stessa famiglia siano di natura simile, la coscienza e il comportamento di questi uccelli sono diversi l'uno dall'altro.
Ci sono perciò milioni di forme all'interno delle quali l'entità vivente risiede, il cui particolare comportamento è il risultato dell'effetto delle influenze materiali sulla coscienza.
Reincarnazione e cambiamento
del corpo
Sorge a questo punto la domanda; ma cos'è che determina la particolare forma biologica e il particolare tipo di coscienza acquisite dall'entità vivente?
Per rispondere a questa domanda investighiamo prima all'interno delle trasformazioni che avvengono nella coscienza e nella forma durante la durata della vita di un corpo.
Come è stato menzionato precedentemente, esiste un'interrelazione tra la coscienza e le forme biologiche dovuta alle influenze della natura materiale.
Così gli sviluppi del corpo e della coscienza di un bambino differiscono da quelli che avvengono in un adolescente, e così via. Il principio, quindi, è che come il corpo cambia dall'infanzia sino alla vecchiaia, così l'entità vivente, o atma, passa attraverso molti corpi, ognuno dei quali ha una particolare forma ed età e un diverso livello di sviluppo della coscienza. Così il corpo cambia, ma l'eterna entità vivente all'interno del corpo rimane la stessa.
Prendiamo, a sostegno di questo fatto, un contributo dalla Biologia. Nel suo libro "Il Cervello Umano" John Pfeiffer sottolinea: "Il vostro corpo non contiene più neanche una delle molecole che conteneva sette anni fa." Gli spostamenti dell'entità vivente attraverso numerosi corpi durante una vita, noi tutti possiamo verificarli grazie ad una semplice introspezione, e possono essere considerati "reincarnazioni o trasmigrazioni interne (o continue)".
Ma che cosa si può dire a proposito del passaggio dell'entità vivente in un nuovo corpo all'istante della morte? I riferimenti nella letteratura sullo studio della reincarnazione sono basati principalmente su alcuni dati sparsi riguardanti ricordi di esistenze precedenti nella memoria di bambini. Queste informazioni vengono per la maggior parte dal Nord dell'India, Sri Lanka, Birmania, Thailandia, Vietnam e altri paesi dell'Asia Orientale.
Sebbene queste informazioni sostengono di certo la teoria della reincarnazione, non ci forniscono dei fondamenti scientifici poiché la maggior parte della popolazione non può ricordare le esperienze di vite precedenti. Per questo motivo noi dobbiamo rivolgerci a una sorgente di informazioni più attendibile della nostra memoria approssimativa. Queste informazioni sono disponibili nei Veda. Nella Bhagavad Gita Krsna spiega molto bene la reincarnazione al Suo amico e devoto Arjuna. Il Signore dice: "Proprio come una persona che indossa nuovi abiti lasciando quelli vecchi e logori, così l'essere individuale accetta un nuovo corpo materiale e lascia quello vecchio ormai inutile." (B.g. 2.22.) "Come l'anima incarnata passa in questo corpo dall'infanzia alla giovinezza e alla vecchiaia, così l'anima passa in un altro corpo all'istante della morte." (B.g. 2.13)
Sri Krsna spiega inoltre come la mente sia il meccanismo che muove il processo della trasmigrazioni:
"Sono i ricordi che si hanno all'istante della morte che determinano il corpo della prossima vita." (B.g. 8.6)
Così l'essere vivente in un corpo umano può, sulla base di questo principio, decidere al momento della morte di risiedere in un corpo di mammifero, di uccello, di insetto, di pianta o ancora in un corpo umano. Questo viaggio del sé nei differenti corpi può essere definito come l'esterna trasmigrazione (o discontinua). Per illustrare come agisce questo principio della reincarnazione esterna, riporteremo brevemente la storia del re Bharata, grande protagonista della Cultura Vedica, tratta dallo SrimadBhagavatam che è uno dei maggiori diciotto Purana.
Un giorno Bharata Maharaja, dopo aver fatto il suo consueto bagno nelle sacre acque del fiume Gandaki, si apprestò a recitare dei mantra, ma la sua attenzione fu rapita dall'arrivo di una cerbiatta gravida che si accingeva a bere dell'acqua dalla sponda del fiume. Proprio in quell'istante il fragoroso ruggito di un leone risuonò per tutta la foresta. La cerbiatta nell'udire tale boato su sconvolta dalla paura, e a causa della forte emozione partorì il suo cucciolo, poi in tutta fretta attraversò il fiume, ma essendo duramente provata non riuscì a sopravvivere.
A questo punto Bharata Maharaja, in qualità di unico testimone dell'accaduto, si sentì in dovere di soccorrere il cucciolo, ormai orfano, tirandolo fuori dalle acque del fiume e ricoverandolo con cura e affetto all'interno del suo asrama. Gradualmente con il trascorrere del tempo si preoccupava sempre più del cucciolo e pensando a lui molto amorevolmente. Man mano che cresceva il piccolo divenne il compagno costante del re, che a sua volta era pieno di attenzioni per il cerbiatto. Ma la mente del re si stava assorbendo sempre più in questi pensieri, sino al punto di divenire agitata riducendo così la sua capacità di meditare e allontanandolo sempre più dalla disciplina e dalla pratica dello yoga mistico.
Una volta accadde che il cervo non si presentò per alcuni giorni, e il re fu preso dall'agitazione al punto che iniziò una ricerca che si estese per tutta la foresta. Assorto nella sua ricerca e profondamente turbato per l'assenza del cervo, inavvertitamente cadde in un burrone e morì. All'istante della morte la sua mente era totalmente assorta sul cervo, quindi in accordo alla dinamica della trasmigrazione egli ottenne, nella vita successiva, di nascere nel grembo di una cerva.
Com'è stato precedentemente menzionato, esiste il corpo sottile che è composto dall'intelligenza, dalla mente e dal sé apparente. In ogni tipo di reincarnazione, sia interna sia esterna, l'entità vivente è trasportata dal corpo sottile in accordo alle leggi del karma. La parola karma è un termine in lingua sanscrita che può essere definito come: "le funzioni e le attività dell'entità vivente all'interno della struttura del suo libero arbitrio, e sotto l'effetto delle tre influenze della natura materiale, il tutto svolto in un lasso di tempo". Per ogni azione che l'essere vivente compie, deve sottostare ad una appropriata e debita reazione. Per esempio, se qualcuno si mostra caritatevole verso un'istituzione educativa, nella prossima vita potrebbe nascere in una situazione economicamente agiata, e ricevere un'eccellente educazione. Dall'altra parte, colui che si fa responsabile di un aborto, dovrà subire lo stesso destino nella sua prossima vita.
Siamo quindi giunti alla definizione di Reincarnazione o Trasmigrazione, in accordo alle informazione forniteci dalla letteratura Vedica. "Il continuo viaggio dell'entità vivente da un corpo all'altro, sia internamente sia esternamente, sotto l'inesorabile spinta delle leggi del suo bagaglio karmico individuale."
Evoluzione e regressione
della coscienza
L'evoluzione Darwiniana, o ai tempi nostri l'evoluzione chimica, dichiara che il processo evolutivo riguarda strettamente la morfologia dell'organismo, ma la letteratura vedica sostiene che non è il corpo ad evolversi ma piuttosto la coscienza dell'entità vivente, e che questa evoluzione di coscienza ha luogo attraverso il processo di trasmigrazione da un corpo all'altro.
L'entità viventi che risiedono nelle forme di vita inferiori alla forma umana, non violano mai le leggi della natura, poiché non hanno altra alternativa se non quella di seguirle, e quindi la loro trasmigrazione è strettamente unidirezionale, dalle forme meno coscienti alle forme più progredite.
Così, seguendo il principio sopra esposto, i microbi, le piante, gli uccelli e i mammiferi si evolvono progressivamente (seguendo la dinamica del destino predeterminato e non predestinato) sino a che non raggiungono la forma di vita umana. Comunque, quando l'entità vivente giunge alla forma di vita umana, la sua coscienza è al suo pieno regime di sviluppo, così è anche per il suo libero arbitrio. L'essere vivente nella forma umana può ostinatamente ribellarsi alle leggi della natura, oppure può condurre un'esistenza in totale armonia con esse.
In altre parole può esercitare le facoltà del suo libero arbitrio sia per evolversi a livelli più elevati della coscienza, sia per retrocedere a livelli più bassi. Inoltre, nella forma di vita umana, se l'essere vivente lo desidera, può definitivamente venir fuori dal ciclo di nascite e morti che si ripetono all'interno dei corpi materiali. Questo può essere realizzato se si usa propriamente il libero arbitrio, tuttavia se tale facoltà viene utilizzata impropriamente condurrà di nuovo nelle specie meno sviluppate.
Questo processo di passaggio da una coscienza più elevata ad una inferiore viene definito regressione di coscienza, e un uomo intelligente dovrebbe cercare di evitarlo.
Reincarnazione e scienza
dell'auto realizzazione
L'eterna e antica saggezza dei Veda c'insegna che il fine di tutta la conoscenza è quello di permetterci di interrompere il ciclo di nascite e morti ripetute.
L'intelligenza di tutte le forme di vita al di sotto di quella umana, non è sufficientemente sviluppata per comprendere la scienza dell'autorealizzazione.
E' per questo che il Vedantasutra afferma: "Per colui che possiede la forma umana di vita è d'obbligo farsi domande sulla natura della verità assoluta." Dovremmo così iniziare chiedendoci: "Chi sono io? Da dove vengo? Qual è lo scopo della mia esistenza?" Così dovremmo rivolgere il nostro interesse verso questi soggetti, con l'aspirazione di trovare delle risposte profonde e soddisfacenti. Questo è l'inizio della scienza della auto realizzazione, o la scienza dello studio della vita.
Bhakti Yoga; il mezzo con cui spezzare la catena di nascite e morti
Il processo sistematico che studia il sé è chiamato bhakti-yoga, termine sanscrito che significa "disciplina spirituale grazie alla quale ci è permesso di legarci con il Signore Supremo, la Verità Assoluta, in un rapporto d'amore." I basilari fondamenti del bhakti-yoga contengono una conoscenza accurata per ciò che riguarda la Verità Assoluta, e per poterne cogliere la profondità una persona deve educare la propria mente in modo appropriato, divenendo idonea per ricevere la conoscenza che proviene da sorgenti superiori. Abbiamo già discusso di come i nuovi paradigmi scientifici descrivono la Verità Assoluta definendola supremamente senziente, e come ogni cosa, la materia, la vita, la conoscenza e così via, provenga da questa sorgente Assoluta.
Per poter ricevere la reale conoscenza, la propria mente deve essere libera dalle contaminazioni derivate dal contatto con le influenze più basse della natura. Una di queste principali impurità è il falso prestigio, o orgoglio, che ci induce a credere che possiamo capire ogni cosa con il procedimento della conoscenza sperimentale.
Ma è necessario abbandonare questo orgoglio, controllare la mente e metterla in armonia con la natura.
Per controllare ed educare la mente si devono seguire determinate discipline, tra le quali la più importante è quella di sottoporsi all'ascolto di vibrazioni sonore appropriate, che sono chiamate tecnicamente mantra. Questa parola significa letteralmente "vibrazione sonora che può liberare la mente". All'interno della letteratura Vedica ci sono molti mantra e tra questi il mantra Hare Krsna è considerato il più importante. La pratica regolare del canto di questo mantra è il metodo più semplice ed efficace per riportare la mente allo stato di purezza.
L'oro che viene estratto da una miniera è solitamente allo stato impuro, ma grazie a un processo chimico di purificazione viene raffinato fino allo stato di oro puro. Similmente quando la mente è condizionata dalle influenze della natura materiale diventa impura. Queste impurità devono essere rimosse con il processo del canto del mantra Hare Krsna. Si potrà praticamente osservare la graduale purificazione della nostra coscienza e alla fine la nostra reale identità ci sarà rivelata. Quindi sviluppando una pura coscienza giungiamo a ravvivare la nostra identità originale di puri esseri spirituali, liberi dai condizionamenti causati dal contatto con la natura materiale.
A questo stadio non si identifica più il sé con il corpo grossolano né con il corpo sottile, poiché si è sul piano della coscienza divina, o coscienza di Krsna, definitivamente liberi dal meccanismo della trasmigrazione.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
IL SILENZIO DELL'ASSOLUTO
Questa conversazione fra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed un rappresentante ufficiale di un movimento impersonalista ("Dio è semplicemente tutti e tutto") si svolge a Parigi il 13 Agosto 1973.
Ospite: Il nostro movimento è molto ben conosciuto negli Stati Uniti. Non ti è mai capitato di avere sentito parlare della nostra società?
Srila Prabhupada: Qual è lo scopo del vostro movimento?
Ospite: L'evoluzione dell'uomo.
Srila Prabhupada: "L'evoluzione dell'uomo." Quindi l'uomo dovrebbe evolversi ulteriormente? Qual è l'evoluzione finale? Di cosa tratta il vostro movimento?
Ospite: Una reintegrazione dell'uomo con il cosmo, o la coscienza cosmica.
Srila Prabhupada: Coscienza cosmica. Anche noi crediamo nella coscienza individuale e nella coscienza cosmica. Attualmente stiamo studiando questo argomento nelle nostre lezioni. Ksetrajna: l'anima individuale sa, è cosciente, e l'Anima Suprema, Dio, è anche coscienza. Quindi anche noi ammettiamo: coscienza universale. Questa è coscienza di Dio. Ma la nostra coscienza è limitata.
Ospite: Il nostro movimento studia la stessa cosa.
Srila Prabhupada: Sì. Quindi questa è vera evoluzione: quando la nostra coscienza è in accordo con la coscienza suprema. Questa è coscienza di Krsna.
Ospite: Il nostro è un ordine mistico e filosofico che permette ai suoi studenti di raggiungere la perfezione della coscienza.
Srila Prabhupada: Qual è l'ideale di questa perfezione della coscienza?
Ospite: E' l'amore.
Srila Prabhupada: "Amore". Va bene. Molto bene. Quindi si ha la perfezione quando la coscienza suprema e la nostra coscienza individuale hanno uno scambio d'amore. Esatto?
Ospite: Questa coscienza finale è l'unione con l'Assoluto. E' luce, samadhi, amore totale. E' la più elevata.
Srila Prabhupada: "Amore". Quando parliamo d'amore ci devono essere due persone. Qual è la vostra filosofia?
Ospite: L'amore di cui parlo è un amore che lega ogni cosa assieme, che bagna ogni cosa in luce e amore.
Srila Prabhupada: Quindi non c'è azione.
Ospite: No, c'è azione.
Srila Prabhupada: Che attività c'è?
Ospite: Dare.
Srila Prabhupada: Dare e anche ricevere.
Ospite: C'è il dare. C'è anche il ricevere. Ma la persona che ha raggiunto questa perfezione finale, ogni volta che prende, immediatamente dà a qualcun altro.
Srila Prabhupada: Sì. La transazione tra due amanti: il primo dà, il secondo riceve. A volte il secondo dà e il primo riceve. Questo è scambio. Similmente dò al mio amato qualcosa da mangiare e anche lui mi dà qualcosa da mangiare. E ancora, apro la mia mente al mio amato e anche il mio amato, o la mia amata, mi rivela la sua mente. Questi sono scambi d'amore.
Ospite: Capisco che si parla d'amore prendendo in considerazione due persone, ma perché non possiamo parlare d'amore in termini di uno scambio tra l'uomo e ogni cosa? Tra l'uomo e il cosmo?
Srila Prabhupada: Come tu hai detto, cosmo significa coscienza. E coscienza significa persone, la Persona Suprema e i Suoi subordinati. Per esempio, io amo un intero albero, con tutte le sue foglie e rami. Se innaffio la radice dell'albero, l'acqua andrà automaticamente alle foglie, ai rami e alle radici. Così se noi amiamo la coscienza suprema, la Persona Suprema, che ha una coscienza universale o cosmica, allora automaticamente il nostro servizio andrà a tutti, ovunque.
Ospite: Questa è anche la nostra filosofia.
Srila Prabhupada: Ma non potete amare tutto e tutti senza trovare la fonte originale di ogni cosa.
Ospite: Il nostro ordine è una scuola che insegna ai suoi studenti a progredire, passo dopo passo, verso l'origine suprema di tutte le origini.
Srila Prabhupada: Quali sono questi passi?
Ospite: E' un processo graduale. I nostri studenti vengono, ricevono l'iniziazione e poi sono guidati. Vengono dati loro alcuni principi e poi, gradatamente, ognuno con il suo ritmo e secondo le proprie capacità, arrivano infine alla perfezione.
Srila Prabhupada: Quindi qual è questo ideale di perfezione?
Ospite: Questo ideale di perfezione è il Nirvana. E' il regno del Signore Gesù Cristo. E' la meta finale che tutti gli uomini si sforzano di raggiungere.
Srila Prabhupada: Quindi cos'è? Nirvana significa zero. Tutti stanno sforzandosi per zero?
Ospite: Nirvana significa qualcosa di diverso da noi.
Srila Prabhupada: Quale cosa?
Ospite: E' un entrare in qualcosa che è vivo e reale.
Srila Prabhupada: Nirvana è una parola sanscrita. Nirvana significa "finito".
Ospite: Per noi la parola nirvan significa una fine ma una fine a questa esistenza materiale e un'entrata nel silenzio dell'Assoluto: un livello che è reale mentre questo è falso. Questo è rifiutato.
Srila Prabhupada: Perché "silenzio"?
Ospite: Il termine "entrare nel silenzio" è un termine mistico.
Srila Prabhupada: Non si può spiegare.
Ospite: E' indescrivibile perché è qualcosa arrivato all'interno attraverso la meditazione. Non è possibile descriverlo a parole.
Srila Prabhupada: Perché? Descrivete molte cose a parole ma non potete descrivere il fine ultimo.
Alimentazione Vegetariana
di Saiva Devi Dasi
Vegetariani? Sì, e Come!
Nel numero precedente si è parlato di argomenti che sostengono la scelta di essere vegetariani. I motivi, abbiamo visto, sono vari e tutti da considerare con attenzione.
Velocemente sono stati analizzati diversi aspetti come: L'etica, la morale, la religione ecc. In questo numero invece cercheremo di imparare quanto è importante nutrirsi in maniera sana ed equilibrata, evitando i danni causati dalle cattive abitudini alimentari. Una dieta vegetariana non solo sostituisce tutto ciò che è necessario al nostro organismo, ma ci rende più sani e forti dal punto di vista fisico. Migliorando la resistenza fisica dell'organismo diminuiscono proporzionalmente le spese destinate alle visite mediche e ai medicinali, e aumenta la propensità ad affrontare i problemi in un modo positivo. Per recuperare l'energia consumata, per ottimizzare le proprie facoltà intellettuali e fisiche, la ricetta più semplice è un'alimentazione bilanciata e naturale. Un'alimentazione sana nonostante quello che alcuni pensano, non ha niente a che vedere con una dieta triste. Al contrario mangiare sano può essere un piacere. Scoprire come il corpo può ricavare dal cibo tutte le sostanze nutritive è un punto importante soprattutto per chi ha da poco deciso di rinunciare alla carne.
Quali alimenti sono essenziali per il nostro corpo e quali sarebbe meglio non mangiare mai. La risposta la dobbiamo trovare nella nostra dieta quotidiana. Proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali sono tutti elementi essenziali per la vita. Spesso sentiamo discutere a riguardo delle proteine, e uno degli argomenti più forti di coloro che incoraggiano diete a base di carne è il fatto che la carne contiene le proteine, che come sappiamo sono indispensabili per il nostro organismo e il suo corretto mantenimento. Le proteine, ricordiamo brevemente, sono degli assemblaggi di molecole elementari che vengono definiti aminoacidi. Ne esistono venti in totale di cui otto essenziali dal momento che non possono essere sintetizzati dall'uomo. Devono quindi essere cercate attraverso il cibo, e per tradizione siamo abituati a trovarle nella carne. Il "difetto" è che la carne contiene anche tossine, grassi e residui diversi che sporcano l'organismo. La natura, da buona madre, ci fornisce invece una soluzione intelligente. Esistono infatti proteine in numerosi prodotti vegetali, come cereali integrali, leguminose (ad esempio la soia è un'eccezionale fonte di proteine di alta qualità dal momento che contengono tutti gli otto aminoacidi essenziali!), frutta oleosa. Altri alimenti di origine vegetale non contengono le proporzioni richieste, perciò è necessaria una combinazione di alimenti. Assumendo gli alimenti insieme il bisogno del nostro organismo viene soddisfatto, e non solo, questa combinazione garantisce un rifornimento di proteine di ottima qualità, viene infatti a manifestarsi quello che viene definito "valore complementare", ossia la capacità di supplire le carenze reciproche.
Infatti vediamo che nelle ricette delle cucine tradizionali i cibi sono basati sulle associazioni degli alimenti, come ad esempio riso e lenticchie, pasta e ceci ecc. Come ulteriori fonti di proteine sono senza dubbio da consigliare tutti i tipi di farina integrale, estratti di lievito di birra, formaggi.
E' importante però sapere che le proteine in eccesso si trasformano in grassi. Mangiare naturale senza privazioni è un buon mezzo per migliorare a poco a poco la propria alimentazione. Troppi alimenti "raffinati" nella nostra dieta (cereali, zucchero, olii e sale) trattati e snaturati, impoveriscono il nostro cibo, sia al livello di gusto che di valore nutritivo. Molto spesso il nostro gusto è stato 'deformato' fino dall'infanzia, ma è possibile 'riformarci' fino dalle cose più semplici, come il pane per esempio. Quanta perdita di sapore e valori nutritivi nel pane bianco. Per chi volesse riscoprire il sapore "vero" diamo una ricetta per fare il pane in casa. In una grande casseruola mischiate 6/7 cucchiai di farina integrale, con un bicchiere d'acqua e lasciate riposare per 48 ore a temperatura ambiente. In questo modo si ottiene quello che è chiamato lievito naturale. Unite a questo impasto 800 gr. di farina integrale, acqua tiepida quanto serve, sale e 4 cucchiai di olio di oliva, impastate bene fino a che l'impasto risulti umido ma non più appiccicoso. Formate una pagnotta e incidete la superficie. Lasciatela lievitare per 3/4 ore, e dopo aver preriscaldato il forno cuocetela a 200 gradi per circa 40/ 50 minuti. Quando sarà ben cotto il pane risuonerà vuoto picchiettandolo alla base.
Sappiate che un buon pane non è solamente uno sfizio alimentare, ma è il punto di partenza di una riforma della salute. Infatti sentiamo molto parlare degli alimenti integrali principalmente perché hanno conservato la loro ricchezza nutritiva, e oltre alle proteine e vitamine contengono le fibre.
Quest'ultime sono delle sostanze che non vengono digerite dal corpo, e mantenendo la loro struttura agevolano la pulizia dalle tossine nell'intestino. Il cibo ricco di fibre richiede una masticazione più attenta, che stimolando la produzione di saliva aiuta la digestione, e neutralizza la formazione di placca sui denti. Le migliori risorse di fibre sono prugne, crusca, albicocche e pane integrale, e si trovano anche nella frutta, nei legumi e nelle verdure. Carne e latticini invece non contengono fibre.
Uno dei maggiori ostacoli che possono essere incontrati quando si cambiano le proprie abitudini alimentari, è il tempo e il modo di preparazione dei pasti.
E' vero che cucinare cereali integrali e verdure fresche occupa più tempo che aprire una scatola o un pacchetto di surgelati, ma non richiederà molto tempo il fatto di imparare certi segreti che ci permetteranno in fin dei conti di non dover dedicare alla preparazione dei pasti più tempo che nella cucina classica. Nelle prossime rubriche ci dedicheremo di più a questi lati pratici.
Vediamo ora come sia possibile rendere il nostro cibo, oltre che sano e nutriente, anche spirituale.
Riconoscendo il fatto che tutti i frutti e le verdure della terra sono dei prodotti che ci vengono messi a disposizione da Dio per il nostro sostentamento. E' senza dubbio cosa buona rendere questo favore a Dio attraverso l'offerta del cibo che cuciniamo, pensando di voler cucinare qualcosa che possa essere di Suo gradimento.
Dal momento della spesa fino al momento di cucinare meditate sul fatto che il cibo da voi cucinato lo offrirete al Signore.
Una volta presi gli ingredienti necessari siete pronti a cucinare per Krsna. La pulizia è molto importante. La cucina e gli utensili dovrebbero essere completamente puliti e usati per cucinare solo per Krsna, non per noi.
Il prasada (cibo offerto) e la bhoga (cibo non ancora offerto) non dovrebbero mai essere mescolati, questo per evitare di offrire una seconda volta un cibo già prasada al Signore. Ciò può essere evitato mettendo il cibo in contenitori separati.
La cosa che sembra più strana e forse più difficile è il fatto di non assaggiare il cibo prima di offrirlo, ci vorrà un po' di esperienza prima di riuscire a valutare la giusta dose di condimento ma Krsna deve essere il primo a gustare questo cibo. Quando il cibo è pronto e tutte le rifiniture necessarie sono fatte, questo è il momento di offrirlo. Usando un piatto che rimarrà solo per l'offerta, presentate tutte le preparazioni disposte con cura di fronte ad una immagine di Krsna. A questo punto potete scegliere se usare una procedura semplice per l'offerta (come ad esempio una frase come: "Mio Signore Krsna augurandomi che questo cibo sia di Tuo gradimento, Ti prego di accettarlo") oppure usare gli appositi mantra rivolti al Maestro Spirituale che a sua volta presenta il cibo a Krsna. (I mantra e la procedura per la loro recitazione sono contenuti nel libro "Un gusto Superiore" edito dalla Bhaktivedanta Book Trust).
In entrambi i casi il fattore determinante per la buona riuscita dell'offerta è la vostra sensibilità e la vostra devozione, ingredienti grazie ai quali Sri Krsna sarà molto curioso di assaggiare le vostre preparazioni. Se con questa attitudine sarete capaci di attrarre l'attenzione del Signore, il cibo che è stato usato come tramite in questo scambio, ne resterà "Spiritualmente influenzato!"
Chiunque nella vostra famiglia si nutrirà con questo cibo riceverà un grande beneficio spirituale.
Ecco quindi come un semplice gesto quotidiano può trasformarsi in una vera e propria pratica di yoga, ossia di comunione con Dio.
Questa rubrica è curata da Saiva devi dasi, esperta di cucina e alimentazione vegetariana. Conduce corsi di cucina ed esprime la sua abilità culinaria da circa 10 anni. Nei prossimi numeri porterà alla vostra attenzione varie e saporite ricette introducendovi nel mondo dell'alimentazione vegetariana.
L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo
A cura di Matsyavatara dasa
La donna nella tradizione Vedica
"Famiglia Tradizionale e Famiglia
moderna"
I dati statistici relativi al 1994 confermano un trend ormai piuttosto definito: la società italiana si sta laicizzando sempre più.
Nella società moderna la famiglia tradizionale è in crisi più o meno in tutto il mondo, e, per vari motivi, sono sempre meno le persone inclini ad assumersi le responsabilità familiari. In Italia i matrimoni continuano a diminuire, mentre è in sensibile ascesa la "libera" convivenza.
Si sta gradualmente affermando la figura del "single", sia maschile che femminile, la quale, rifuggendo le responsabilità scaturenti dal matrimonio, desidera intrattenere relazioni elastiche, talvolta intrattenendo rapporti "intimi" con più individui, senza vincoli legali, inventandosi una nuova etica, che a sua volta ha prodotto una nuova organizzazione sociale: una specie di "famiglia leggera". Al di là delle notizie fornite da fredde e impersonali statistiche, nelle mie numerose esperienze di perito giudiziario e di "paciere", mi sono personalmente trovato a toccare con mano la pericolosità, per gli individui e per la società, di questo nuovo modello familiare. La società moderna si distingue da quella Vedica tradizionale (*1), prima ancora che per i differenti ruoli degli individui, soprattutto per gli opposti scopi che essa propone. La società moderna, preminentemente atea, o comunque scarsamente sensibile alla relazione con Dio, nelle sue manifestazioni più "nobili" si fa vanto di essere concretamente basata su valori umani e tangibili e gli scopi che persegue consistono principalmente nella ricerca del benessere materiale.
E' anche il caso di alcune religioni, che si sono "aggiornate", al perseguimento di fini umanitari, "terreni", e non avendo più nessun vero scopo trascendente, di realizzazione spirituale, si nutrono di virtuoso materialismo.
La società Vedica è basata sui valori spirituali, che appartengono ad un ordine divino, immutabile e perfetto.
Il sovramondo o mondo spirituale che è per l'uomo tradizionale la meta da raggiungere, per il quale la vita umana non è altro che uno stadio evolutivo, di straordinaria importanza, per compiere il passaggio agognato e superare una volta per tutte i limiti propri alla natura psicofisica umana. La società attuale, minimizzando o addirittura ignorando l'esistenza della dimensione spirituale, tende a considerare la materia, nelle sue svariate manifestazioni grossolani e sottili, come il tutto, per cui l'uomo di oggi, non essendo educato alla percezione del sovrasensibile, non percependo altro che il tangibile, ciò che i propri strumenti sensoriali, mentali e intellettuali gli permettono, non contempla altro che la materia e diventa materialista, inevitabilmente attaccandosi al proprio corpo fisico che diventa oggetto di culto e la cui sola idea di perderlo genera il panico.
L'amore che si ha per il corpo stabilisce una relazione viziata fra i viventi che, profondamente calati nella propria dimensione umana, che considerano unica forma di vita degna di rispetto, si gettano nella lotta per la sopravvivenza, con scarso rispetto per il creato e per le creature in generale, alacremente dediti alla ricerca del piacere dei sensi: per sé per la propria famiglia, per la propria comunità, nazione, razza, ecc.
Fraintendendo il proprio corpo con il sé, nell'illusione di "essere" una donna o un uomo, così indissolubilmente identificati con tali ruoli temporanei, compiono una serie di errori fatali che li allontanano sempre più dalla soluzione reale dei veri problemi della vita incarnata, che sono malattia, vecchiaia, morte e il rischio di una ennesima nascita nel mondo materiale.
La secolare cultura materialista ha prodotto, come inequivocabili segni dell'era oscura in cui viviamo, guasti psicologici ormai caratteriali, diffusi e quasi irreparabili. Sia la cultura laica, col suo così detto "liberismo" progressista, sia la cultura religiosa, quando è stata oscurantista e dogmatica, hanno formato generazioni di uomini che troppo spesso hanno abusato dei privilegi concessi loro dalle istituzioni e che hanno sfruttato egoisticamente la condizione femminile, relegando le donne a ruoli di serve e fattrici, senza garantire i valori imprescindibili loro conferiti dalla tradizione.
La cultura attuale sminuisce più che mai l'immenso valore del loro lavoro. Tutte quelle minuziose e insostituibili attività come la cura della casa e dei figli facilitano, seppure per via indiretta, lo sviluppo spirituale della famiglia e fanno della donna, madre e sposa, nella cultura tradizionale, una preziosa e quasi insostituibile compagna di viaggio (grhastha asrama *2) per raggiungere la liberazione dalla schiavitù della materia e l'immortalità.
Generazioni di materialisti, incapaci di comprendere lo scopo spirituale della vita, hanno pesantemente mancato di valorizzare il contributo della donna nella famiglia.
Così, negli ultimi decenni, per protesta le donne si sono organizzate politicamente per ottenere più vantaggi sia sul piano civico che su quello puramente economico.
Potremmo dire che la donna ha inventato il femminismo per difendersi dal maschilismo.
Purtroppo, come molte delle innovazioni dei nostri tempi, anche questo movimento ha imboccato la strada del materialismo, con tutte le suggestioni illusorie prodotte dagli pseudovalori, dando corpo a un modello di donna triste e squallido: nient'altro che una replica del già triste stereotipo maschile. In questi movimenti femministi, le qualità intrinseche al carattere femminile sono state in genere più negate che valorizzate, esaltando invece i caratteri maschili più esteriori, attribuendo alle donne ruoli a loro non intimamente confacenti, provocando in tal modo successive e ulteriori cause di disagio.
Poiché non è possibile per la donna diventare ciò che per natura non è (e questo vale anche per l'uomo), illudendosi di poter cambiare la verità insistendo su una strada che vera non è, approfittando dell'inevitabile indebolimento della virilità spirituale maschile, anziché migliorare il proprio essere, utilizzando i mezzi che alla natura femminile ineriscono, deviata dalla dilagante propagandata pseudocultura materialista, rischia di tradire definitivamente la propria natura imitando il già decadente modello maschile.
Così il carattere arrivista, egocentriconarcisista, di stampo materialista, con tutto il suo armamentario di egoismo, cinismo e slealtà, sta entrando a far parte stabilmente del nuovo modello femminile, provocando una ulteriore spinta verso la degenerazione sociale e la conseguente diffusa sofferenza.
Grande colpa di tutto ciò ricade prevalentemente sugli uomini, i quali, da sempre titolari di un ruolo guida nella società umana, trascurando e talvolta negando il fine spirituale della vita, hanno creato falsi scopi esistenziali. La ricerca ossessiva dell'inconsistente piacere sensoriale sul piano fisicomateriale ha diminuito grandemente la loro virilità spirituale, ha dissacrato i loro valori a tal punto che idoli effimeri hanno sostituito il perseguimento della realizzazione spirituale e così l'originario ruolo guida dell'uomo si è trasformato in una dogmatica, ottusa, inaccettabile prevaricazione.
Di conseguenza molte ragazze oggi disdegnano la maternità e la fedeltà.
Riluttanti a diventare madri amorevoli e spose caste, esse preferiscono sentirsi "libere" da impegni familiari onnipervadenti e totali, semplicemente perché prive di una profonda ispirazione.
Decaduto il modello maschile ideale, spirituale, esse, sfiduciate, non sanno più a chi dedicare i loro sacrifici.
Le statistiche parlano anche di una crescita della popolazione italiana, non per via di un normale aumento della natalità, che è anzi in pericoloso calo, bensì per l'immigrazione dal terzo mondo.
Gli immigrati che spesso provengono da culture arcaiche ma virtuose, abbagliati dalle illusorie promesse di facili gratificazioni, trovano nell'Occidente le condizioni del loro degrado spirituale e vi rimangono: "ignoranti", emarginati, frustrati, come elementi di una miscela sociale altamente esplosiva. Questo è in effetti un altro inquietante segnale della crisi dell'Occidente e non un segno di prosperità. Così, mentre con motivazioni spudoratamente egoistiche, uomini e donne rifiutano le rispettive responsabilità matrimoniali nell'ambito della famiglia tradizionale, a causa di una concupiscenza sempre più propagandata dai media, la popolazione continua a riprodursi, dando vita ad una prole di bassa qualità (varnasankara), in un ambiente culturale dissacrato, inquinato e violento.
Nell'era oscura in cui viviamo, in cui leader politici, per paura del dilagante contagio da promiscuità
sessuale impongono la propaganda dell'uso di anticoncezionali nelle scuole anziché insegnare l'importanza della purezza e della lealtà, dove il supremo fine sembra sia diventato il godimento dei sensi anziché il superamento dei richiami della natura inferiore con il controllo delle passioni e della mente che li genera, dove la furbizia spesso predomina sull'intelligenza, l'interesse immediato e caduco al posto del fine ultimo e definitivo (preya al posto di sreya): la donna e l'uomo contemporanei, anziché dedicare la loro vita a Dio, hanno posto al centro dei loro interessi il piacere dei sensi, vanificando in tal modo tutti i loro sforzi per ottenere quel "benessere" che tanto desiderano. Molti oggi sono convinti di vivere questa sola vita, di venire dal nulla e tornare nel nulla. Con questa coscienza i governi studiano e promulgano le loro leggi, di volta in volta accreditano alcuni valori e ne sminuiscono altri, fanno programmi e stabiliscono i ruoli degli individui. Questa è di fatto la storia dell'era oscura in cui viviamo.
Apparenti trionfi e reali fallimenti costituiscono la storia dell'umanità moderna e vengono chiamati progresso. Di pari passo a questo "progresso" l'inquinamento fisico e psichico del nostro pianeta e dei suoi abitanti è sempre più evidente.
(Continua sul prossimo numero)
Note
*1) Secondo varie tradizioni le epoche storiche sono cicliche: età dell'Oro, dell'Argento, del Bronzo e del Ferro, queste epoche corrispondono a diverse civiltà e si succedono ininterrottamente.
Ciò è ampiamente confermato nei Veda (cfr. Manavadharmashastra, 1, 64-74).
I Veda (e la sapienza divina di cui sono i portatori), si autodefiniscono senza inizio (anadi), in quanto si sono manifestati ciclicamente, puntualmente, all'inizio di ciascuna creazione cosmica.
Essi forniscono all'umanità la conoscenza della materia e dello spirito. i valori etici e spirituali e la loro influenza sull'umanità si protrae con efficacia decrescente fino alla conclusione del ciclo, che corrisponde al totale oscuramento spirituale.
La durata di un ciclo cosmico (kalpa) è di oltre quattro milioni di anni. Al momento stiamo vivendo l'ultima delle quattro stagioni: l'era di Kali.
*2) Grhastha: seconda tappa della vita spirituale (vedi Daivivarnaasramdharma), periodo di vita familiare e sociale in conformità alle sacre scritture.
SCIENZA E SCIENZA
Dio va contro le leggi della natura?
Di Sadaputa dasa
Ernan Mc Mullin, fisico, filosofo e sacerdote cattolico del dipartimento di filosofia dell'Università di Notre Dame ha dato uno sguardo accurato alla relazione tra religione e scienza moderna. Nell'introduzione del suo libro "Evoluzione e Creazione" dà alcuni consigli che egli chiama "preziose indicazioni per gli odierni cristiani":
"Quando un apparente conflitto sorge tra una teoria scientifica, solidamente sostenuta, e qualche soggetto della dottrina cristiana, i cristiani devono guardare attentamente le credenziali della dottrina. Può facilmente accadere che quando si fa questo la comprensione scientifica faccia si che la dottrina venga riformulata in modo più adeguato."(1)
Mc Mullin applica questo consiglio alla questione di come la dottrina cristiana della creazione possa essere conciliata con la teoria neoDarwiniana dell'evoluzione. Molti creazionisti cristiani hanno sostenuto che la creazione divina sia un processo soprannaturale che non può essere spiegato in termini di principi fisici a noi noti. Ma Mc Mullin presenta uno scenario alternativo nel quale la creazione è vista come un processo di evoluzione che procede secondo le leggi della natura.
Egli basò questo scenario sull'idea espressa da uno dei primi padri della Chiesa: Agostino. Agostino sosteneva che la Genesi della Bibbia si riferisce a un processo di creazione istantanea nel quale Dio pianta "i semi dei principi" nella materia senza forma. Questi semi dei principi non sono forme definitivamente create ma contengono il potenziale per manifestare gradualmente queste forme.
Mc Mullin afferma che Agostino pensò che ogni forma creata si sviluppasse dal proprio seme del principio. L'idea che un tipo di organismo si evolvesse da un'altro era estranea a lui. Ma Mc Mullin mostrò che l'idea di Agostino può essere prontamente adattata al pensiero evoluzionista moderno. Potremmo pensare che i semi dei principi siano le leggi della natura che Dio impose al momento della creazione (il Big Bang).
Essendo Dio onnisciente e onnipotente è certamente in grado di creare leggi che determinino la graduale manifestazione di tutte le forme create nell'universo, incluso gli esseri umani.
Questo graduale sviluppo evoluzionistico è semplicemente lo svelarsi dei piani originali di Dio e non richiede alcun ulteriore "intervento divino" che violerebbe le leggi della natura stabilite da Dio. In questo modo Mc Mullin fu in grado di formulare un'idea della creazione evolutiva che accordi perfettamente la scienza moderna con i "complementi del credo cristiano".(2)
Può l'approccio di Mc Mullin essere applicato per avvicinare la BhagavadGita alla scienza moderna? Il soggetto evoluzione è senza dubbio pericoloso e controverso. Dobbiamo quindi essere prudenti, all'inizio, nel considerare l'idea che la natura funzioni secondo leggi divinamente create. Vediamo se la BhagavadGita sostiene questa idea.
Nella BhagavadGita Krsna dice: "L'intera manifestazione cosmica è sotto il mio controllo. Per la Mia volontà ogni volta si manifesta di nuovo e sempre per la Mia volontà alla fine è annientata."
Qui Krsna dice che la natura materiale (prakrti) è manifestata automaticamente (avasam). Krsna dice anche (13.30): prakrtyaiva ca karmani kryamanani sarvasah. Questo significa che da tutti i punti di vista le attività materiali sono condotte dalla natura materiale (prakrti).
Questo indica inoltre che la prakrti funziona automaticamente, un'idea ulteriormente confermata dall'affermazione quasi identica (3,27): prakrteh kriyamanani gunaih karmani sarvasah. Krsna dice anche che (13,20) la trasformazione della materia e delle entità viventi sono entrambi prodotti dalla natura materiale.
Quindi tutto considerato si può sostenere che la BhagavadGita concorda con la moderna conclusione scientifica che tutti i fenomeni materiali funzionano secondo le leggi della natura. Questi fenomeni sono divinamente diretti nel senso che le leggi della natura sono create e sostenute da Dio.
Si può ulteriormente suggerire che Dio, mai impegnato in nessun tipo di "intervento divino", non infranga per questo le Sue leggi (violando le conclusioni scientifiche). Dalle osservazioni di Mc Mullin si può derivare che noi siamo stati saggi nel comprendere la BhagavadGita in questo modo. Dopo tutto, se noi pensiamo che Dio infranga le leggi della natura, quando lo farebbe? Certamente non sembra farlo durante gli esperimenti scientifici che dimostrano le leggi della natura. Se pensiamo che Dio infranga le leggi della natura certamente lo farebbe quando gli scienziati non guardano.
Questo significa usare Dio per riempire i vuoti della nostra conoscenza scientifica. Mc Mullin ci avverte che fare di Dio un "Dio dei vuoti" è un affare rischioso. Riempire i vuoti è di competenza della scienza. Appoggiare la fede in Dio sulla presenza di vuoti nella catena esplicativa mette la religione in gara contro la scienza. (3)
Invocando un "Dio dei vuoti", ci mettiamo in imbarazzo nel momento in cui la scienza riempirà i vuoti e ci mostrerà che siamo degli sciocchi. Per mostrare gli inevitabili risultati di questo tipo di follia, Mc Mullin cita un commento di Agostino:
"Se coloro che non sono vincolati dall'autorità delle scritture trovano un cristiano che sbaglia in un campo che loro stessi conoscono bene e lo sentono basare sulle scritture delle opinioni sciocche, come faranno a credere nelle scritture che riguardano la resurrezione di un morto? Come possono credere alle scritture quando pensano che le pagine delle scritture siano piene di falsità riguardo a fatti che loro stessi hanno imparato dall'esperienza e alla luce della ragione?" (4)
Possiamo riassumere questo chiedendo: "Come potrà la gente credere nelle scritture della Coscienza di Krsna se i devoti dicono che queste scritture sono piene di affermazioni contrarie alla scienza moderna?" Agostino sollevò un buon argomento e Mc Mullin rispose chiamandolo "uomo di buon senso". (5)
A questo punto potremmo trovare un problema. Cosa faresti se le tue scritture facessero veramente delle affermazioni contrarie alla scienza moderna? Fino a che punto potresti reinterpretare e riformulare le scritture? Per capire che cosa intendo, consideriamo ulteriori affermazioni della BhagavadGita.
In primo luogo potremo chiederci se sia valido identificare il termine prakrti con la natura materiale, nel senso in cui la intendono gli scienziati fisici. Di certo la scienza moderna accetta terra, acqua, fuoco e aria come forme di energia materiale, e l'etere potrebbe essere accettato se identificato con la curva spaziotempo continuum di Einstein. Però, la fisica moderna non fa nessun riferimento alla mente, l'intelligenza e il falso ego come energie materiali separate.
Uno studio attento mostra che la BhagavadGita e lo SrimadBhagavatam descrivono mente, intelligenza e falso ego come energie materiali che non sono fatte da terra, acqua, fuoco, aria e etere. Secondo questi testi la mente viene fuori con pensieri che governano il comportamento del corpo. Questo significa che il corpo fisico è influenzato da un tipo di energia, chiamata mente (manas), sconosciuta alla scienza moderna.
Perciò sebbene la BhagavadGita dica che i fenomeni materiali siano gestiti automaticamente dalle leggi della natura, dobbiamo riconoscere che le leggi della natura della Gita divergono abbastanza dalla leggi dei fisici moderni. Se la Gita dice il vero, il pensare, non è solamente il prodotto dell'azione celebrale, ma coinvolge l'azione di un tipo di energia che la scienza non conosce.
In conseguenza all'enorme vuoto esistente nella nostra comprensione scientifica del cervello, ciò potrebbe anche essere vero. Perché dovremmo pensare che la scienza, che non è mai stata in grado di riempire quel vuoto, possa farlo adesso con la teoria fisica dell'azione celebrale sostenuta recentemente da molti scienziati? Gli scienziati generalmente pensano che il cervello controlli la mente; può però emergere la teoria nella quale la mente controlli il cervello.
Un'altro punto è che secondo la BhagavadGita Dio certamente interviene nel corso degli eventi naturali. Le trasformazioni della materia compiute dalle leggi della natura sono solo parzialmente automatiche nello stesso modo in cui il lavoro del computer interagisce con l'operatore umano.
La BhagavadGita (13,23) definisce il ruolo del Paramatma nel modo seguente: "Nel corpo c'è un altro beneficiario che trascende la materia; è il Signore, il proprietario Supremo, il testimone e il consenziente, che si chiama Anima Suprema." Le parole testimone (upadrasta) e con senziente (anu manta) indicano che l'Anima Suprema è incaricata delle attività di ogni persona. Questo significa che le decisioni dell'Anima Suprema determinano il comportamento del corpo fisico di una persona.
Il fatto seguente è che il corpo umano non segue strettamente le leggi della fisica. Se lo facesse, il ruolo dell'Anima Suprema come controllore, sarebbe un'ironia perché le Sue decisioni dovrebbero sempre essere prese in accordo ad un sistema di equazioni differenziale. Non possiamo neanche dire che l'Anima Suprema eserciti il Suo controllo dirigendo gli inaspettati effetti della teoria dei quanti.
L'indeterminabilità della meccanica quantistica dovrebbe sempre muoversi in accordo alle statistiche quantistiche e questo significa che dovrebbe apparire come caotica e rumorosa proprio come i suoni prodotti da un contatore geiger quando è posto vicino a una sostanza radioattiva. Naturalmente l'Anima Suprema può, se volesse, creare "l'effetto caos". Tuttavia dire che l'Anima Suprema debba necessariamente agire in maniera caotica, così come è dettata dalle statistiche quantistiche, sarebbe in netta contraddizione con la Sua posizione di supervisore e consenziente.
Nella BhagavadGita (15.15) Krsna dice: "Sono nel cuore di ogni essere e da Me viene il ricordo, la conoscenza e l'oblio." A questo punto si potrebbe ragionevolmente arguire che Krsna dispone le materia attivandola, al momento della creazione, in modo tale da provvedere il ricordo, la conoscenza e la dimenticanza per tutte le entità viventi che più tardi verranno a svilupparsi.
Però questa interpretazione è sostanzialmente in contraddizione con la BhagavadGita (10.10) "A coloro che sempre Mi servono e Mi adorano con amore e devozione dò l'intelligenza con la quale potranno venire a Me." Questo indica che Krsna dà attenzione personale agli individui. Commentando questo verso Srila Prabhupada scrive che Krsna dà le istruzioni dall'interno in modo tale che si possa "arrivare a Lui senza difficoltà". Certamente quando una persona riceve questo tipo di istruzioni da Dio il risultato è che il suo comportamento subisce dei cambiamenti.
In altre parole Krsna reciproca in modo soggettivo con ognuno e fa questo in maniera visibile. Tutto ciò non è attribuibile ad un sistema di leggi fisiche impersonale. Questa conclusione è ulteriormente appoggiata dalla BhagavadGita (10.11): "Pieno di compassione per loro, Io che vivo nel loro cuore distruggo, con la torcia luminosa della conoscenza, le tenebre nate dall'ignoranza."
Mc Mullin solleva la questione: "Se la natura è completa nel suo ordine, se non ci sono barriere al raggiungimento della scienza, non sarebbe da tralasciare la fede in un Creatore come fosse una cosa superflua?" Tante persone intelligenti potrebbero sentirsi inclini a rispondere che se la natura fosse davvero completa nel suo stesso ordine, allora la fede in un Creatore come è descritto nella BhagavadGita dovrebbe essere abbandonata.
Ma perché dovremmo pensare che l'ordine della natura così com'è prospettato dagli scienziati contemporanei sia completo? Se la scienza riuscisse a riempire i tanti vuoti che esistono attualmente nella teorie scientifiche potrebbe emergere un ritratto della realtà radicalmente nuovo e imprevisto. Riempire i vuoti può essere di competenza degli scienziati, i quali ovviamente non sono obbligati a riempirli con le idee correnti in un determinato periodo storico. Proprio come nel diciannovesimo secolo i fisici non sapevano niente sulla teoria atomica della meccanica dei quanti, così gli scienziati odierni potrebbero non sapere niente sulla scienza della mente che potrebbe svilupparsi nel futuro. E se in qualche momento del futuro la scienza facesse tali progressi da permette agli scienziati di acquisire la conoscenza scientifica di Brahma, in quel momento forse, saranno in grado di vedere chiaramente come Dio intervenga in modo creativo nei fenomeni della natura.
Note:
1. Mc Mullin, Ernan, ed., 1985, Evolution and Creation, Notre Dame: University of Notre Dame Press, p. 2.
2. Ibid., p. 38.
3. Ibid., p. 35.
4. Ibid., p. 48.
5. Ibid., p. 48.
6. Mc Mullin, Ernan, "The Impact of the theory of Evolution on Western Religion Thought", Synthesis of Science and Religion, Critical Essays and Dialogues, T.D. Singh and Ravi Gomatam, eds., San Francisco: Bhaktivedanta Institute, 1987, p. 82.
Sadaputa Dasa (Richard L. Thompson) ha conseguito il Ph.D in matematica dalla Cornell University. E' autore di diversi libri tra i quali ricordiamo il più recente: Forbidden Archeology: The Hidden History of the Human Race.
MAHA BHARATA
Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrita
Tradotto dal sanscrito da Hrdayananda Gosvami, e tradotto in lingua italiana da Matsyavatara dasa
Adiparva: "L'inizio"
"La prima sezione dell'Adiparva, nota come Pausya, narra le glorie di Uttanka, mentre la sezione Pauloma descrive compiutamene l'espansione della dinastia Bhrigu. Poi il capitolo Astika spiega le origini di tutti i serpenti e l'apparizione del grande Garuda, lo sbattimento dell'oceano di latte, la nascita del destriero celeste Uccishrava, le storie dei grandi sovrani Bharata collegate al sacrificio dei serpenti da parte di re Janamejaya, le origini di diversi re e saggi e del sapiente Vyasa." Il capitolo intitolato "La discesa dei primi esseri creati" descrive le origini dei deva, dei Daitya (1), dei Danava (2) e degli Yaksha.
Questo capitolo parla anche delle origini dei serpenti Naga, dei serpenti in genere, dei Gandharva, degli uccelli e di diverse altre creature. La storia dei Vasu spiega come queste grandi anime siano state costrette a rinascere nel ventre della dea Ganga nella stirpe di re Shantanu e la maniera in cui riconquistarono la loro posizione in paradiso. Tutti i Vasu riversarono parte della loro potenza in un unico Vasu che nacque come Bhishma, che in seguito rinunciò al regno del padre e fece l'arduo voto di celibato mantenuto poi con grande determinazione.
Il fratellastro più giovane di Bhisma, Citrangada, ereditò il trono dei Kuru sotto la guida di Bhishma, ma quando poi il giovane monarca venne ucciso, Bhishma incoronò come re Vicitravirya, fratello più giovane di Citrangada, prendendosi poi cura di lui personalmente.
Il primo libro racconta inoltre come Srila Vyasa, per mantenere la promessa fatta a sua madre, generò Dhritarastra, Pandu e Vidura, quest'ultimo era in effetti Dharma, Signore della giustizia, costretto a nascere come essere umano a causa della maledizione del saggio Mandavya. Vi sono inoltre descritte le nascite dei figli di Pandu, il loro viaggio a Vanaravata, il malvagio complotto del loro cugino Duryodhana per ucciderli e l'avventurosa fuga su saggio consiglio di Vidura, attraverso un cunicolo sotterraneo.
Il primo libro narra anche l'incontro dei Pandava con il demone Hidimba nella terrificante foresta, la nascita di Ghatotkaca dopo quell'incontro nella foresta, le attività dei Pandava quando vissero in incognito nella casa di un brahmana e l'uccisione del mostruoso Baka che terrorizzava il brahmana e tutti gli abitanti della città.
Quindi si racconta della sconfitta di Angaraparna, re dei Gandharva, da parte di Arjuna, sulla riva del Gange e come nacque la loro duratura amicizia.
In questo libro è descritta anche la nascita della leggiadra Draupadi e del suo fiero gemello, Dhristadyumna. Avendo sentito parlare di lei da un brahmana e incoraggiati anche dalle parole di Srila Vyasa, i Pandava decisero di conquistare la mano di Draupadi per sposarla.
Per realizzare questo progetto raggiunsero Pancala, regno governato dal padre di Draupadi, per gareggiare durante la cerimonia dello Svayamvara, in cui lei avrebbe scelto lo sposo.
In cammino, sulle rive del Gange, Arjuna sconfisse Angaraparna, re dei Gandharva. Da questo scontro scaturì una solida amicizia fra i due e Arjuna, dopo aver ascoltate molte storie da lui, proseguì con tutti i suoi fratelli verso il regno dei Pancala. In questa sezione vengono narrate le meravigliose storie di Tapatya, di Vasishtha e di Aurva.
Nella città di Pancala, Arjuna, unico fra tutti i re della terra, riuscì a colpire con la sua freccia un bersaglio straordinariamente difficile, conquistando in tal modo la mano di Draupadi. I re perdenti, con in testa Karna e Salya, si infuriarono ma Bhima ed Arjuna li sconfissero in una grande battaglia. La loro forza fantastica e sovrumana fu notata da Shri Krishna e dal Suo fratello maggiore, Shri Balarama, che riconobbero in loro i figli di Pandu anche se ben travestiti da brahmana. I due fratelli dall'intelligenza divina, Krishna e Balarama, andarono poi a far visita ai figli di Pandu nei loro alloggi, nella casa di un artigiano vasaio. Viene inoltre raccontata la sbalorditiva storia dei cinque Indra.
Re Draupada non era per nulla convinto del fatto che sua figlia dovesse sposare tutti e cinque i fratelli Pandava. D'altra parte, il signore Shiva benedicendola le aveva profetizzato un matrimonio straordinario.
Dhritarastra mandò Vidura in visita ai Pandava, al suo arrivo Vidura incontrò anche Sri Krishna.
Onde prevenire uno scontro fra i Pandava e i Kuru, il regno venne diviso e i Pandava andarono a vivere nella città di Kandavaprastha. Quindi segue la storia di Sunda e Upasunda. Per ordine di Narada Muni i cinque fratelli si accordarono per stare ciascuno in egual misura con la graziosa moglie Draupadi. Tutti promisero solennemente di non intromettersi quando un'altro fratello fosse con Draupadi, in tal caso il fratello intruso avrebbe dovuto scegliere volontariamente l'esilio.
Poco tempo dopo, mentre il fratello maggiore Yudhishthira era solo con Draupadi, avvenne che Arjuna non poté evitare di entrare nella loro camera per prendere un'arma necessaria a difendere un santo brahmana. Dopo aver fatto restituire al brahmana la proprietà rubatagli, Arjuna, determinato ad onorare il patto convenuto, lasciò il palazzo reale e andò a vivere da solo nella foresta. Segue poi la storia dell'unione di Arjuna con la principessa Ulupi incontrata in un sentiero nella foresta in cui lei viveva. C'è poi la storia del pellegrinaggio di Arjuna in molti luoghi sacri e la nascita di Babruvahana.
In quel tempo Arjuna salva cinque Apsara (3) che erano state condannate da un brahmana asceta a rinascere come coccodrilli.
Arjuna si incontrò quindi con Shri Krishna nella terra santa di Prabhasakshetra, andò con Lui nella Sua capitale, a Dvaraka (città favolosa costruita sulla superficie dell'oceano) e mentre era là s'innamorò della giovane ed incantevole sorella di Krishna, Subhadra, che a sua volta si innamorò di lui. Con il consenso di Shri Krishna Arjuna fuggì con lei e Krishna, figlio di Devaki, portò una dote per il Suo nuovo cognato. Arrivato nella capitale dei Pandava, (Khandavaprashta, conosciuta in seguito come Indraprastha), Shri Krishna acquisì la Sua famosa arma turbinante: il disco Sudarshana ed Arjuna il possente arco Gandiva.
La foresta Khandava fu ridotta in cenere da un incendio, mentre Subhadra partorì il possente Abhimanyu. Arjuna salvò dalla foresta in fiamme Maya dai grandi poteri soprannaturali ed anche un serpente particolare riuscì a fuggire. C'è infine la storia del grande saggio Mandapala che generò un figlio nel ventre dell'uccello Samgi. Queste e molte altre storie sono state narrate, in maniera dettagliata, nell'Adi Parva, il primo libro del Maha Bharata Vyasadeva, saggio libero dal peccato, afferma che questo libro contiene 218 capitoli, composti da 7.984 versi.
2. Sabha Parva: "La Grande Assemblea"
Il secondo libro, Sabha Parva, descrive molte vicende: I Pandava inaugurano la magnifica sala delle assemblee e si riuniscono con tutti i loro collaboratori. Il saggio Narada, che può vedere Dio, descrive la sala delle assemblee dei deva. Cominciano i preparativi per il grande sacrificio Rajasuya e viene ucciso il malvagio Jarasandha. Tutti i re che Jarasandha aveva crudelmente imprigionato in una caverna della montagna vengono liberati da Shri Krishna che evidenzia la straordinaria ricchezza dei Pandava.
Durante il sacrificio Rajasuya frustra Duryodhana e fa montare la sua rabbia. Bhima ride quando Duryodhana scivola sul pavimento della sala delle assemblee e l'irato Duryodhana complotta per rovinare i Pandava col gioco d'azzardo. Il bieco Sakuni sconfigge Yudhishthira in una partita truccata.
Mentre i Pandava stanno annegando in un oceano di gioco d'azzardo, Draupadi, agendo come una barca di salvataggio, li salva.
Re Duryodhana, vedendo i Pandava salvati, per rifarsi li invita a partecipare ad una seconda partita truccata. Il magnanimo Vyasa ha esposto dettagliatamente tutti questi accadimenti nel secondo libro del Maha Bharata che contiene 72 capitoli e 2.511 versi.
Note
1) Daitya: i discendenti demoniaci di Diti e Kashyapa, che sono sempre in contrasto con i deva.
2) Danava: i discendenti demoniaci di Danu e Kashyapa.
3) Apsara: fanciulle dei pianeti celesti, famose per la loro inimmaginabile bellezza.
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Fine del numero di maggio-giugno 1995.