Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 5 n. 9/10

settembre-ottobre 1993

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
fondatore-acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale di insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici, già distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, America, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato il movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli continuano il movimento a cui egli ha dato vita.















La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi

HANNO COLLABORATO:
bhaktin Frida, bhaktin Marina, bhaktin Nicoletta, Tirtha dasa


AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Dana-nistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 5 N. 9/10 - settembre-ottobre 1993

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Strada Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

FOTOLITO: F.C.M.  Marcallo Con Casone (MI)

STAMPA: Grafiche Cometa - Magenta










CALENDARIO VAISNAVA

Calendario Vaisnava  Gaurabda 507  1993 d.C.

Settembre:
12 domenica: Parama Ekadasi
20 lunedì: apparizione di Sita (moglie di Advaita)
23 giovedì: Radhastami
26 domenica: Parsva Ekadasi (digiuno fino alle 12)
27 lunedì: Sri Vamana Dvadasi (digiuno fino alle 12
il giorno prima, festa oggi)
28 martedì: apparizione di Srila Bhaktivinoda
Thakura (digiuno fino alle 12)
29 mercoledì: scomparsa di Hari dasa Thakura
30 giovedì: sannyasa di Srila Prabhupada; inizio del
terzo mese di caturmasya, digiuno dal latte



Ottobre:
8 venerdì: arrivo di Srila Prabhupada in USA
12 martedì: Indira Ekadasi
24 domenica: Ramacandra Vijayotsava;
25 lunedì: Pasankusa Ekadasi
26 martedì: scomp. Raghunatha d. e Raghunatha Bhatta
30 sabato: Krsna Saradiya Rasayatra; inizio del
quarto mese di caturmasya: digiuno di urad dahl










VOL. 5 N.9-10



SCONFIGGERE LA MORTE
Il sole sorgendo e calando segna il passare della nostra vita
Una lezione di Srila Prabhupada.

LE PREGHIERE DI BRAHMA
Quest'antico testo ci offre uno scorcio del mondo spirituale

BRAHMASAMHITA

L'OSSERVATORE VEDICO

SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità.

LA GRANDE ANIMA CHE CAMMINO' TRA NOI
Brevi estratti dalle conferenze di Srila Prabhupada.

LA SUBLIME STORIA DI KRSNA PER BAMBINI
Lo SrimadBhagavatam continua anche per i più piccoli.

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Realizzazione spirituale e Lsd

LA FESTA DELLA DOMENICA



IN COPERTINA: Sri Visnu,
sdraiato sull'oceano Garbhodaka
emana dall'ombelico il fiore di loto in cui risiede Brahma.















Sconfiggere La
MORTE

Per quanto bello, il tramonto del sole segna
lo scorrere dei giorni e l'incessante marcia
verso il nostro appuntamento finale

di Sua Divina Grazia
A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
fondatore acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna



ayur harati vai pumsam
udyann astam ca yann asau
tasyarte yatksano nita
uttamaslokavartaya

Sia sorgendo che calando, il sole accorcia la durata della vita di tutti, tranne che di chi utilizza il tempo per discutere di Dio, la Persona Suprema. (SrimadBhagavatam 2.3.17)
L'alba e il tramonto accorciano la nostra vita. E' un esempio molto bello. Il compito del sole è di portar via un po' della durata della nostra vita. Ma non può portarsi via la vita di un devoto, perché il devoto continua a vivere. Il movimento Hare Krsna è fatto per dare a tutti una vita che non finisce.
Quando una persona si ammala, il medico cerca di curarla dalla malattia. Il nostro corpo materiale è una malattia. In realtà, noi, anime spirituali, non moriamo. La morte dipende dalla malattia, il corpo. In realtà il corpo è un'immondizia. "Polvere eri e polvere diventerai". E' la realtà. Perché non appena io, anima, abbandonerò questo corpo, esso comincerà a decomporsi e in poco tempo si sarà terra, polvere. Perciò è proprio un'immondizia. E noi dobbiamo ripulire la nostra vera identità (l'identità spirituale) da quest'immondizia. E la pulizia è molto piacevole da fare, basta ascoltare il messaggio di Uttamasloka, Krsna. Non c'è bisogno di passare la lucidatrice sull'anima. Basterà ascoltare attentamente il messaggio di Uttama-sloka, detto krsnakatha.
Krsnakatha significa "le parole di Krsna". Katha vuol dire parole. Nella Bhagavad-gita Krsna ci istruisce personalmente. E se la leggiamo il sole non può accorciarci la vita.
Qual è la prova? La troviamo nella Bhagavad-gita, dove Krsna dice: janma karma ca me divyam evam yo vetti tattvatah. "Chiunque capisca la Mia nascita e la Mia apparizione non dovrà più rinascere". Il Signore, in realtà, non nasce. Egli è Aja, "colui che non nasce mai  che esiste sempre". Tuttavia vediamo che Krsna nasce. Festeggiamo il Suo compleanno. E' proprio un mistero: Krsna non nasce e noi festeggiamo il Suo compleanno, Janmastami. Bisogna accettare che è la verità, tattvatah. I Veda dicono na tasya karyam karanam ca vidyate: "Il Signore Supremo non deve fare nulla". Perché non dovrebbe avere nulla da fare? Eppure è evidente che, dal momento della Sua nascita nella prigione di Suo zio materno, fino al ritorno alla Sua dimora, Krsna è sempre molto attivo, soprattutto nell'uccidere demoni. I demoni, però potrebbero essere eliminati anche senza la presenza del Signore Supremo. Con un piccolo terremoto, ne potevano morire milioni. Non è molto difficile. Se l'Oceano Pacifico inondasse questa città morirebbero milioni di persone. Se ci fosse la guerra, pure. Dunque Krsna non discende per uccidere demoni. Molti dei Suoi emissari potrebbero ucciderli senza alcuna difficoltà.
Ma Krsna appare. Sri Nrsimha non è apparso per uccidere il demone Hiranyakasipu, che sarebbe potuto morire altrimenti. Il Signore è venuto per Prahlada. Prahlada Maharaja era così molestato, che il Signore non poteva tollerare. Voleva mostrare al Suo devoto che avrebbe ucciso l'aguzzino davanti a lui. Questo è il Suo scopo. E' apparso per incoraggiare Prahlada. Krsna chiede kaunteya pratijanihi na me bhaktah pranasyati. "Mio caro
Arjuna, dichiara che il Mio devoto non sarà mai sconfitto". Per questo Egli viene. Questa è la comprensione globale del Signore.
Stavamo parlando di krsnakatha, le parole di Krsna. Qualsiasi Scrittura vedica è krsnakatha. Ma due libri lo sono in particolare: la Bhagavadgita, in cui Krsna parla direttamente; e lo SrimadBhagavatam, che parla direttamente di Krsna. Qui si dice uttama-slokavartaya. Varta vuol dire messaggio. Se dedichiamo il nostro tempo a leggere e parlare di Krsna, il sole non potrà sottrarci la vita. Questo è il segreto. Se si vuole diventare immortali bisogna impegnarsi sempre in krsna-katha. Sempre. Pensare a Krsna ventiquattr'ore su ventiquattro. Questo significa essere coscienti di Krsna.
Tutti muoiono, ma chi è impegnato in krsnakatha, la coscienza di Krsna, chi è impegnato per Krsna, non muore mai. Vivono, ma come? La vita delle persone ordinarie viene loro sottratta dal sole che sorge e tramonta. Se uno ha cinquant'anni, quegli anni il sole glieli ha portati via e non torneranno mai più. E per il devoto non è così? No, la sua vita non viene portata via perché egli continua a vivere. Esternamente vediamo che anche il corpo del devoto muore, ma questo non è il suo vero corpo, il vero corpo è spirituale. Krsna dice tyaktva deham punar janma naiti mam eti: "Dopo aver lasciato questo corpo, non rinasce più e torna a Me". Il vero io.
I materialisti, i cosiddetti scienziati e filosofi non sanno che il corpo è la copertura della vera identità. Il vero io, la vera persona va da Krsna per vivere per sempre. I devoti, le persone coscienti di Krsna, rinunciano a questo corpo materiale e ottengono il loro corpo spirituale originale.
E quando si ottiene un corpo spirituale, il sole non può più portarlo via. E' spiegato nella Bhagavadgita: "Il fuoco non può bruciarlo, le armi non possono ucciderlo, l'acqua non può bagnarlo..." Lo spirito non può essere distrutto da nulla di materiale. Questo corpo materiale può essere ridotto in cenere, l'anima spirituale no.
Gli scienziati moderni dicono che sul sole non c'è vita, ma non è vero. Che cos'è il sole? E' un pianeta di fuoco, ecco tutto. Ma l'anima spirituale può vivere nel fuoco, e sul sole prende un corpo di fuoco. Qui sulla terra abbiamo dei corpi terreni. Possono anche essere belli, ma sono terra. Qualcuno mi ha mostrato alberi di plastica, in tutto e per tutto simili a quelli veri. Ma non erano veri. E questo corpo è proprio come un corpo di plastica, non ha alcun valore.
Krsna parla di rinunciare al corpo e rinunciare al corpo è come rinunciare a una maglietta di cotone o di plastica. Non significa morire. E' spiegato anche nella Bhagavadgita: vasamsi jirnani yatha vihaya... Come si lascia un abito vecchio per uno nuovo, così morire significa rinunciare a questo corpo di plastica e prendere un altro corpo di plastica. E con il nuovo corpo ricomincerai a lavorare: se hai un buon corpo lavorerai bene, se avrai un corpo da cane, farai il cane.
Krsna dice: "Chi mi comprende non nascerà più". E allora come comprendere Krsna? Basta sentir parlare di Lui. Ascoltare non è difficile, ma bisogna sentir parlare un'anima realizzata. Se si ascolta da qualcun'altro non avrà effetto. Occorre ascoltare un sadhu, proprio come Maharaja Pariksit ha ascoltato Sukadeva Gosvami.
Pure leggendo ci si salva la vita. Anche soltanto leggendo il Libro di Krsna, la Bhagavad-gita o gli Insegnamenti di Sri Caitanya, il sole non potrà più sottrarci la vita. Se si legge costantemente, come può il sole portarti via la vita? Si diventa immortali.
La gente è molto ansiosa di diventare immortale, nessuno vuole morire. Tutti sanno di dover morire, ma se c'è un pericolo scappano, perché non vogliono morire. Si potrebbe pensare che, dato che dobbiamo morire comunque, potremmo morire in quel momento, invece non vogliamo morire e cerchiamo di scappare. E' così che si ragiona.
Tutti vogliono vivere in eterno, è evidente. Allora, per vivere in eterno, bisogna diventare coscienti di Krsna. Questo verso lo conferma: ayur harati vai pumsam udyann astam ca yann asau. Il sole sorge al mattino presto. Appena sorge comincia a prenderti la vita. Tutto qui. E' il suo compito. Ma se si vuole sconfiggere il sole... Il sole è molto potente, è difficile sconfiggerlo. Eppure lo si può combattere, basta leggere krsnakatha, le parole di Krsna.
Questo è il semplice sistema. Non bisogna sprecare il proprio tempo parlando di sciocchezze. Rupa Gosvami consiglia:

atyaharah prayasas ca
prajalpo niyamagrahah
janasangas ca laulyam ca
sadbhir bhaktir vinasyati

La nostra vita devozionale può essere distrutta o confusa da sei cose. Chi segue la vita devozionale è fortunato. Questa fortuna può essere rovinata da sei cose. Fate attenzione. Atyahara significa mangiare o raccogliere più del necessario. Ahara significa raccogliere. Abbiamo bisogno di avere dei soldi, ma non bisogna raccoglierne più del necessario, perché se abbiamo più soldi maya dirà subito: "Perché non spendi questi soldi per me?"
Ahara significa anche mangiare. Non mangiare più del necessario. In realtà bisogna arrivare al punto zero, non mangiare, non dormire, non accoppiarsi e non difendersi. Naturalmente non è possibile perché abbiamo questo corpo, ma dobbiamo cercare di mantenere queste attività al minimo.
Prayasah significa sprecare le nostre energie inutilmente. Non dovremmo arrischiarci in cose che ci costringono a lavorare molto seriamente.
Prajalpa vuol dire parlare di cose senza senso. Questa è la natura dell'essere vivente nello stato condizionato. Proprio come i corvi quando sono insieme, cra cra cra cra... Le rane, qualunque essere vivente, non appena si incontra con altri comincia a parlare di stupidaggini. Non fatelo. Siamo in tanti, è facile riunirsi, ma non bisogna approfittarne per parlare di sciocchezze. "Come va la politica?" "Che cos'è questo?" "Che cos'è quello?" Questo è il prajalpa. Niyamagrahah significa non accettare le norme e le regole. Niyamagrahah significa anche seguirle ciecamente.
Quindi 1 atyahara, 2 prayasa, 3 prajalpa, 4 niyamagrahah, 5 laulyam (avidità) e 6 janasangah (l'associazione con persone ordinarie, che non hanno il senso della coscienza di Krsna, i cosiddetti karmi, jnani e yogi). Non comprendono Krsna. Così detti scienziati e filosofi, non dovremmo stare con loro. Noi sappiamo harav abhaktasya kuto mahadguna. A chiunque non comprenda Krsna, il servizio di Krsna, per quanto possa essere un grand'uomo secondo la valutazione materiale, noi non diamo alcun valore. Sono speculatori mentali, e non hanno alcun valore. Hanno valore a modo loro, ma secondo il nostro punto di vista non valgono nulla.
La tendenza a parlare esiste, perciò parlate di Krsna. Questa è coscienza di Krsna. Ci riuniamo con gli amici e vogliamo far vibrare dei suoni. Anche i bambini fanno vibrare dei suoni. E' naturale. Gli uccelli, gli animali fanno vibrare dei suoni. Allora noi dobbiamo far vibrare suoni trascendentali, così ci salveremo dal saccheggio del sole. Questo è il segreto. Parlate sempre di Krsna e vi salverete. Non si muore perché parlando di Krsna si comprende Krsna, e Krsna dice: "Chiunque mi conosce veramente, quando lascerà il suo corpo verrà a Me". E non appena andrete da Lui, non appena tornerete a casa, da Dio, la vostra vita sarà eterna, beata e piena di conoscenza.
Perché perdere questa opportunità? Le scritture dicono smartavyah satatam visnur vismartavya na jatucit: dobbiamo ricordarci di Visnu sempre e ovunque. Questo è il metodo della coscienza di Krsna: sentire parlare di Krsna, parlare di Krsna, ricordare Krsna e adorare Krsna. Questo è il nostro movimento. Noi adoriamo Krsna nel tempio, parliamo di Lui, pensiamo a Lui, e sentiamo parlare di Lui.
Per queste cose non c'è bisogno di denaro o di erudizione. Tutti possono sentir parlare di Krsna. E dopo aver sentito, tutti possono parlare di Krsna. E mentre si ascolta e si parla, chiunque può ricordare Krsna. E tutti possono adorarLo nel tempio. Che cosa c'è di difficile? Seguendo questi quattro princìpi della coscienza di Krsna, si diventa immortali. Niente austerità, niente penitenze, nessuna particolare educazione o ricchezza. Basta seguire questi princìpi per diventare immortali.
Se avete del tempo libero, non oziate. Se non avete l'opportunità di leggere o di parlare di Krsna, cantate Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare. Siate sempre impegnati in Krsna. Il sole non potrà più uccidervi, diventerete eterni.















LE PREGHIERE DI
BRAHMA

Un antico testo ci offre uno scorcio del mondo spirituale.

Un vibrante e trascendentale mondo di devozione a Sri Krsna

L'articolo che segue è ispirato all'introduzione di Sri BrahmaSamhita, importante testo vaisnava, pubblicato in inglese dalla B.B.T., la nostra casa editrice. Questa importante pubblicazione è in integrazione della prima edizione inglese della Sri BrahmaSamhita, pubblicata in India nel 1932, che presenta la traduzione e il commento di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Gosvami (18741937). Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, grande santo vaisnava e grande studioso, è il maestro spirituale di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fondatore e maestro spirituale dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.



Le origini della Sri BrahmaSamhita si perdono nella notte dei tempi. Secondo la tradizione vedica, le "Preghiere di Brahma" furono recitate o cantate millenni or sono dal primo essere creato nell'universo, appena prima dell'atto della creazione. Il testo affiorò ed entrò nella storia all'inizio del XVI secolo quando fu scoperto da un pellegrino che stava studiando la biblioteca di manoscritti di un antico tempio in quello che oggi è lo Stato del Kerala nel Sud dell'India. Prima dell'introduzione della stampa, i testi come la BrahmaSamhita esistevano solo in forma di manoscritti, diligentemente scritti dai copisti e custoditi dai brahmini nei templi, dove spesso venivano adorati come divinità sastriche, o incarnazioni di Dio nelle Scritture.
Il pellegrino che portò alla luce questo testo, non era un pellegrino qualsiasi, e non era in pellegrinaggio per purificarsi (come vuole il costume) bensì per la purificazione del mondo intero. Il pellegrino era in realtà Sri Caitanya Mahaprabhu, santo, mistico, riformista religioso, nonché incarnazione plenaria del Signore Supremo, Sri Krsna, disceso in questa era per la salvezza di tutte le anime.
Al tempo della scoperta di questo testo Sri Caitanya stava viaggiando per il Sud dell'India portando il Suo messaggio di amore per Krsna e promuovendo la predica del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nome del Signore. Sri Caitanya cominciò il proprio viaggio poco dopo essere diventato un sannyasi (aver cioè accettato l'ordine di rinuncia) all'età di ventiquattro anni, e il viaggio durò circa due anni. Dopo un tratto di percorso verso Sud, da Puri (nello Stato di Orissa) a luoghi santi come Sri Rangaksetra, Setubhanda, Ramesvaram, e infine Kanyakumari (Capo Comorin), Si diresse verso Nord, e viaggiando lungo le sponde del fiume Payasvini nello Stato di Travancore, dove raggiunse il tempio di AdiKesava nel distretto di Trivandrum.
Il principale biografo di Sri Caitanya Mahaprabhu, Srila Krsnadasa Kaviraja Gosvami scrive nella Caitanya-Caritamrta (Madhyalila c. 9) che oltre a osservare la santa immagine di Adi-Kesava (Krsna) nel tempio, Sri Caitanya perdeva i sensi per l'estasi spirituale, pregava intensamente, cantava e danzava assorto, uno spettacolo formidabile che i devoti presenti guardavano attoniti e con grande ammirazione.
Dopo aver discusso con alcuni devoti avanzati di questioni spirituali ed esoteriche, Sri Caitanya trovò "un capitolo della BrahmaSamhita" (ciò che definiamo BrahmaSamhita è in realtà un solo capitolo dei cento che componevano l'intero poema ora andato per noi perduto). Dopo aver scoperto il manoscritto, Sri Caitanya sentì una grande estasi e cadde in un'intensa trance mistica, che si manifestò anche con profondi sintomi fisici, causando lacrime e tremori. Intuendo che la Sri BrahmaSamhita un grande tesoro, Sri Caitanya fece trascrivere il manoscritto da un copista e ripartì con questa copia per il Suo viaggio di ritorno. Dopo il Suo ritorno a Puri (Madhyalila c. 11) Sri Caitanya presentò la Brahma-Samhita ai Suoi amici come Ramananda Raya e Vasudeva Datta, con i quali accordò che fossero fatte delle copie.
Non appena nella comunità vaisnava si sparse la voce del ritrovamento della BrahmaSamhita tutti i devoti ne fecero una copia. Gradualmente la BrahmaSamhita fu diffusa ovunque e divenne uno dei maggiori testi canonici della GaudiyaVaisnava.
"Non esiste Scrittura che possa eguagliare la BrahmaSamhita giacché riguarda le finali conclusioni spirituali" esulta Krsnadasa Kaviraja "infatti è la suprema rivelazione delle glorie del Signore Govinda, e rivela su di Lui la più elevata conoscenza. Dato che tutte le conclusioni sono riassunte nella BrahmaSamhita, fra tutta la Letteratura vedica, essa è da considerare essenziale" (Madhyalila 9.239-240).
Nonostante l'apparente complessità topica del testo, il nocciolo essenziale della BrahmaSamhita consiste in una descrizione riassuntiva dell'illuminazione che Sri Brahma riceve dal Signore Krsna, seguita dalle meravigliose preghiere di Brahma che ci spiegano il contenuto della sua rivelazione: una soprannaturale, beatificante visione di Dio la persona Suprema, Sri Krsna, e della Sua dimora eterna e trascendentale, Goloka Vrndavana, al di là di questo mondo materiale. Questo punto culminante del testo si estende dal verso ventinove al verso cinquantasei, e una concisa ulteriore spiegazione di Sri Krsna sul sentiero della krsna-bhakti, l'amore per Dio, porta il testo alla sua conclusione.

L'importanza della Brahma-Samhita nell'illuminazione di Brahma è piuttosto interessante e può essere riassunta qui. Quando Sri Garbhodakasayi Visnu desidera ricreare l'universo 1, un divino fiore di loto d'oro sboccia dal suo ombelico, e Brahma nasce da questo fiore. Dato che non è nato da genitori, Brahma è conosciuto con il nome di Svayambhu, "senza origine". Dopo la sua apparizione dal loto, Sri Brahma comincia, per prepararsi al suo ruolo di creatore secondario, a contemplare l'atto della creazione cosmica 2 ma, vedendosi intorno soltanto buio, fu sconcertato nell'eseguire i propri doveri. Sarasvati, la dea della sapienza apparve in fronte a lui, e gli disse di meditare sul kama-bija mantra, promettendo che questo mantra avrebbe senz'altro soddisfatto i desideri del suo cuore.

Brahma allora medita su Sri Krsna nel Suo regno spirituale, e sente il suono del divino flauto del Signore. Il mantra kamagayatri, la madre di tutti i Veda, viene manifestato dal flauto di Sri Krsna, e Brahma, essendo stato in questo modo iniziato dal supremo e originale Maestro in persona, inizia a cantare il Gayatri.
Come descrive Srila Prabhupada:
"Quando il suono trascendentale del flauto di Krsna viene espresso attraverso la bocca di Brahma diventa gayatri" (da Gli insegnamenti di Sri Caitanya).
Illuminato dalla meditazione sul santo Gayatri, Brahma diventa consapevole dell'estensione dell'oceano della verità. Ispirato dalle sue profonde e sublimi realizzazioni, con il cuore colmo di devozione e intuizioni trascendentali, Sri Brahma comincia spontaneamente a offrire una serie di preghiere in forma di poema alla sorgente della sua illuminazione, oggetto della sua devozione: il Signore Krsna. Questi squisiti versi dal cuore della BrahmaSamhita.
Non c'è nulla di vago riguardo alla descrizione che Brahma fa del Signore e della Sua trascendentale dimora. Nessuna vaghezza, nessun vuoto nichilistico, nessuna luce accecante, nessuna sognante visione di arpe e nuvolette; piuttosto, invece, un vibrante e luminoso mondo a colori, forme e suoni trascendentali, un paesaggio spirituale incredibilmente variegato, popolato da anime liberate eternamente felici con coscienza, emozioni e sensazioni spirituali, sempre in relazione con Sri Krsna, Dio la persona Suprema, l'Infinitamente Attraente.
L'autore, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, ci ricorda che nel regno spirituale di Goloka, si trovano gli stessi elementi che si trovano nel mondo materiale, ma nella loro forma più alta di purezza e bellezza: "...alberi e rampicanti, montagne, fiumi e foreste, acqua, movimento, voci, il suono del flauto, il sole e la luna, gusti e sapori..." la divina dimora di Krsna, Goloka Vrndavana, è un mondo nel senso più pieno e reale. Alcuni potranno avere dei problemi nel comprendere l'alta descrizione grafica e personale del mondo spirituale e dello stato di liberazione spirituale.
Per esempio, alcuni, le cui concezioni sul trascendentale sono basate sull'idea erronea dell'assunto arbitrario che lo spirito sia l'esatto opposto della materia (e di conseguenza dato che la materia ha forma e varietà lo spirito deve necessariamente essere senza forma e monotono), concepiscono la realtà ultima come una sorta di vuoto divino. Per quanto, qualsiasi concezione del mondo trascendentale che abbia origine dalle proiezioni o dalle analogie fatte attraverso le nostre esperienze cognitive e sensoriali ristrette del mondo materiale è, per la sua intrinseca natura, limitata e speculativa e di conseguenza irreale. Nemmeno la maggior quantità di dati di esperienza acquisiti in questo mondo può darci la benché minima idea di ciò che c'è al di là. Gli abitanti del mondo materiale non possono avere il minimo indizio sul mondo spirituale, dice Bhaktisiddhanta Sarasvati, "muovendosi in cielo e in terra con i sensi fisici".
La BrahmaSamhita insegna che la trascendenza, la verità, la realtà ultima, può essere conosciuta solo per misericordia dell'Essere Supremo, della Verità Assoluta in Persona, e che la percezione della Verità Assoluta non deriva da un intento speculativo, ma dalla conoscenza spirituale attraverso una rivelazione divina. Questa rivelazione si evolve attraverso la bhakti, il puro e spontaneo amore per Dio. Si può vedere Krsna esclusivamente attraverso una devozione di questo genere: "Adoro Govinda il Signore originale... Che i puri devoti contemplano nel cuore con gli occhi spalmati del balsamo dell'amore e della devozione." (B.S. 38). Come ancora spiega il commento: "La forma di Krsna è visibile [agli occhi dell'essere spirituale puro] in proporzione al grado di purificazione che ha raggiunto attraverso la pratica della devozione."
Bhakti intesa come stato di coscienza, dunque, si raggiunge attraverso bhakti intesa come pratica, disciplina. Per questa ragione Sri Krsna in risposta a Brahma alla fine riassume il percorso della bhakti in cinque aforismi. Questa disciplina devozionale va al di là della religiosità convenzionale. Sono necessari "continui sforzi per la realizzazione spirituale" (B.S. 59) coinvolgendo sia una rinuncia nei confronti della mondanità e della gratificazione dei sensi, sia l'adesione a pratiche e comportamenti spirituali, sotto la guida di Scritture autorizzate. Attraverso queste pratiche il materialista presto si purifica dalla sua tendenza verso la speculazione filosofica negativa e comincia a capire la positiva realtà trascendentale.
Altri troveranno più difficile relazionarsi con la visione di Brahma del regno spirituale a causa di ragioni più soggettive ed emotive che colpiscono il cuore della condizione umana. C'è una specie di ansia ontologica, una sorta di conscia o inconscia apprensione nei confronti dell'esistenza e della vita in se stessa che è un tutt'uno con l'incarnazione, che accompagna l'anima che discende nel mondo materiale temporaneo e perennemente mutante. I corpi e le menti materiali sono soggetti a una gran varietà di miserie, sconfitte degradanti e degradanti sofferenze. Dal punto di vista filosofico, la vita dell'anima incarnata in un corpo, il falsoio (ahankara), è, in modo più o meno acuto, per natura una condizione di sofferenza.
Dato che i materialisti hanno sperimentato la vita personale essenzialmente come una sofferenza, scrive Srila Prabhupada nel suo commento della Bhagavad-gita, "l'idea di mantenere la propria personalità dopo la liberazione dalla materia li spaventa. Quando vengono informati che anche la vita spirituale è individuale e personale, hanno paura di essere ancora delle persone, quindi preferiscono una sorta di immersione in un vuoto impersonale" (B.g. 4.10 commento).
Avviandosi sulla via della bhakti, comunque, persone così possono gradualmente realizzare la propria vera identità spirituale liberandosi dall'ansia e dall'egoismo. In questo stato purificato, riescono ad apprezzare la visione di Brahma della vita beata, spirituale e personale a Goloka. Altri ancora potrebbero criticare la Brahma-Samhita basandosi sul fatto che il testo, essendo piuttosto specifico e concreto nella descrizione, offre meramente un'altra limitata e settaria visione di Dio e della Sua dimora, una visione in conflitto con altre egualmente limitate. Persone di questo genere preferiscono Divinità che, non esprimendo attributi definiti e personali, non sono in contrasto con le diverse visioni teologiche.
La BrahmaSamhita, invece, non è polemica nei confronti delle altre concezioni divine (eccetto ovviamente quelle che vogliono denigrare Dio la Persona Suprema). La tradizione Vaisnava non rifiuta immagini di Dio che derivano da Scritture autorevoli al di là dei propri orizzonti concettuali e culturali. Rispetta ogni sincero sforzo per servire il Signore, anche se considera le proprie Scritture più comprensibili e autorevoli. Essa non promuove un arrogante settarismo che ridurrebbe lo spiritualismo esclusivamente a una forma di cultura o di ideologia (mentre si fa bruciare qualche eretico), ma piuttosto a un sincretismo ecumenico che mira a pacificare tutti coloro che rivendicano la verità. Lasciamo che i sincretici e i settari possano apprezzare insieme, in fine, la magnificinza estetica dell'apparizione mistica di Sri Brahma.
Ciò che sperimentiamo attraverso Brahma nella sua samhita non è un'allucinazione mistica o una mitologia pittoresca. Stiamo avendo una fugace apparizione, per quanto offuscata dalla nostra insensibilità, del mondo spirituale così come lo vede una persona i cui "occhi sono unti del balsamo dell'amore". Stiamo vedendo, attraverso Brahma, il mondo spirituale eterno, di cui il mondo materiale è un semplice riflesso. Goloka è infinitamente più reale di quanto non lo sia il mondo ombra che noi percepiamo quotidianamente attraverso i nostri sensi ristretti.
La visione di Brahma del mondo spirituale non è soltanto sua. E' condivisa da tutti coloro che dedicano la propria vita all'amore per Krsna, sebbene Brahma ammetta che, in questo mondo, Goloka è conosciuta "solo da poche anime realizzate" (B.S. 56). Non ci è richiesto di accettare le realizzazioni trascendentali di Brahma in modo acritico e dogmatico, ma di approfittare noi stessi della disciplina spirituale, il bhaktiyoga, che gradualmente ci condurrà a sperimentare la nostra comprensione personale della verità suprema.

Nel suo commento al verso 28 della BrahmaSamhita, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati scrive che Sri Caitanya "insegnò questa preghiera ai Suoi discepoli prediletti visto che essa contiene pienamente tutte le verità trascendentali della filosofia Vaisnava", e chiede ai suoi lettori "di studiare e cercare di penetrare nello spirito di questo inno con molta cautela e attenzione come funzione regolare e quotidiana. Sua divina Grazia Srila Prabhupada, discepolo di Srila Bhaktisiddhanta, fu molto entusiasta delle preghiere di Brahma a Sri Krsna, e ci sono diverse registrazioni di Srila Prabhupada mentre canta la Brahma-Samhita con intensa devozione. Quindi invitiamo tutti i lettori a tuffarsi nel dolce e trascendentale oceano degli inni di Brahma.




Note:

1) Secondo i Purana, il mondo materiale è creato e distrutto attraverso l'eternità in un ciclo perpetuo. Per questo l'atto della creazione non è una cosa unica ma si ripete un'infinità di volte.
2) Una volta che l'universo e le parti che lo costituiscono sono state create da Sri Visnu, il ruolo di Brahma nella creazione è di far evolvere le varie specie di forme corporee che dovranno essere abitate dalle innumerevoli anime (jiva) condizionate secondo il loro karma (le azioni da loro svolte nel passato).
Fine note.



Figure:
Srila
Bhaktisiddhanta
Sarasvati
Gosvami,
fondatore della
Gaudiya Math
e autore del
commento della
Sri Brahma-Samhita

Rientrando a
Jagannatha Puri dopo aver girato il Sud dell'India, Sri Caitanya
presentò
il manoscritto della Brahma-Samhita ai Suoi principali seguaci e fece in modo,
poi, che anch'essi ne ricevettero
delle copie.

"Adoro Govinda il
Signore originale, che risiede nel Suo regno, Goloka, con Srimati Radharani, che Gli somiglia in tutto. E' la Sua potenza di felicità,
perfettamente esperta nelle sessantaquattro arti..." (B.S. 37)

"Krsna, conosciuto
come Govinda, è Dio la Persona Suprema. Egli ha un corpo eterno, pieno di beatitudine e di conoscenza. Egli è l'origine di ogni cosa. E' senza origine ed è la causa di tutte le cause." (B.S. 1)

"Adoro quella dimora trascendentale, conosciuta come Svetadvipa dove le Laksmi, come spose amorevoli, nella loro
pura essenza spirituale,
svolgono il
loro servizio di amore a
Krsna,
il Signore Supremo che è il loro unico amante. (B.S. 56)















BRAHMA-SAMHITA



Verso 1


isvarah paramah krsnah
saccidanandavigrahah
anadir adir govindah
sarvakaranakaranam

Krsna, che è conosciuto come Govinda, è Dio la Persona Suprema. Egli ha un corpo eterno, pieno di beatitudine e di conoscenza. Egli è l'origine di ogni cosa. E' senza origine ed è la causa di tutte le cause."



Verso 29


cintamaniprakarasadmasu kalpavrksa-laksavrtesu
surabhir abhipalayantam
laksmisahasrasatasambhramasevyamanam
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, il Primo dei progenitori che porta le mucche al pascolo e soddisfa tutti i desideri, nelle Sue dimore, costruite con gemme spirituali e circondati da milioni di alberi dei desideri, è sempre servito con grande venerazione e affetto da centinaia di migliaia di Laksmi e di gopi.



Verso 30


venum kvanantam aravindadalayataksam
barhavatamsam asitambudasundarangam
kandarpakotikamaniyavisesasobham
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, che suona il flauto in modo meraviglioso, con gli occhi simili ai petali del loto appena sbocciato, il capo ornato da una penna di pavone, il corpo raggiante di bellezza con il colore delle nuvole blu e la Sua avvenenza unica che affascina milioni di cupidi.



Verso 31


alolacandrakalasadvanamalyavamsi-ratnangadam
pranayakelikalavilasam
syamam tribhangalalitam niyataprakasam
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, al Cui collo danza una ghirlanda di fiori e risplende un medaglione a forma di luna, le Cui mani sono adornate con il flauto e i gioielli, che Si rivela sempre in divertimenti amorosi, e la Cui forma piena di grazia che disegna tre curve di Syamasundara si manifesta eternamente.



Verso 32


angani yasya sakalendriyavrttimanti
pasyanti panti kalayanti ciram jaganti
anandacinmayasadujjvalavigrahasya
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, la Cui forma sublime è piena di felicità, verità, realtà, e colma dello splendore più abbagliante. Ogni parte del Suo corpo spirituale possiede la facoltà di adempiere pienamente alle funzioni di tutte le altre, ed eternamente veglia, mantiene e manifesta gli infiniti universi sia spirituali che materiali.



Verso 33


advaitam acyutam anadim anantarupam
adyam puranapurusam navayauvanam ca
vedesu durlabham adurlabham atmabhaktau
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, che è inaccessibile ai Veda, ma accessibile alla pura e incondizionata devozione dell'anima, non ha secondi, non è soggetto al declino, non ha inizio, la Sua forma è infinita, è la causa originale e il Purusa eterno; eppure Egli è una persona che possiede la bellezza del fiore della gioventù.



Verso 34


panthas tu kotisatavatsarasampragamyo
vayor athapi manaso munipungavanam
so 'py asti yatprapadasimny avicintyatattve
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, del Quale solo
la punta del piede di loto può essere avvicinata dagli
yogi che aspirano alla trascendenza e si dedicano al
pranayama, controllano il respiro; o da i jnani, che si sforzano di scoprire il Brahman nondifferenziato con il metodo del rifiuto della materia, per migliaia e milioni di anni.



verso 35


eko 'py asau racayitum jagadandakotim
yacchaktir asti jagadandacaya yadantah
andantarasthaparamanucayantarastham
govindam adipurusam tam aham bhajami

Egli è un entità non differenziata perché non c'è distinzione tra le energie e il loro possessore. Nella Sua opera della creazione di milioni di mondi, le Sue potenze restano inseparabili. Tutti gli universi sono in Lui, ed Egli è anche presente, nella Sua pienezza, in ciascuno degli atomi sparsi nell'universo contemporaneamente. Questo è il Signore Originale che io adoro.



Verso 36


yadbhavabhavitadhiyo manujas tathaiva
samprapya rupamahimasanayanabhusah
suktair yam eva nigamaprathitaih stuvanti
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro lo stesso Govinda, il Signore Originale, per la Cui gloria uomini, colmi di devozione, cantano i mantrasukta tratti dai Veda, e ottengono bellezza, grandezza e tutto quanto necessario per il loro servizio come troni, veicoli, ornamenti, ecc.



Verso 37


anandacinmayarasapratibhavitabhis
tabhir ya eva nijarupataya kalabhih
goloka eva nivasaty akhilatmabhuto
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, che risiede nel Suo regno, Goloka, con Radha che somiglia alla Sua forma spirituale, e che è l'incarnazione della Sua potenza di felicità, esperta nelle sessantaquattro arti, in compagnia delle sue amiche intime [sakhi] espansioni della Sua forma personale, pervasa e vitalizzata dal rasa sublime che la unisce a Lui.



Verso 38


premanjanacchuritabhaktivilocanena
santah sadaiva hrdayesu vilokayanti
yam syamasundaram acintyagunasvarupam
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, Che è Syamasundara, Krsna con innumerevoli e inconcepibili attributi; che i devoti vedono nel profondo del cuore con gli occhi della devozione spalmati con il balsamo dell'amore.



Verso 39


ramadimurtisu kalaniyamena tisthan
nanavataram akarod bhuvanesu kintu
krsnah svayam samabhavat paramah puman yo
govindam adipurusam tam aham bhajami

Adoro Govinda, il Signore Originale, che si è manifestato nel mondo con la Sua forma originale di Krsna e con la forma di diversi avatara  Rama, Nrsimha, Vamana...  emanazioni plenarie della Sua Persona.



Verso 56


sriyah kantah kantah paramapurusah kalpataravo
druma bhumis cintamaniganamayi toyam amrtam
katha ganam natyam gamanam api vamsi priyasakhi
cidanandam jyotih param api tad asvadyam api ca
sa yatra ksirabdhih sravati surabhibhyas ca sumahan
nimesardhakhyo va vrajati na hi yatrapi samayah
bhaje svetadvipam tam aham iha golokam iti yam
vidantas te santah ksitiviralacarah katipaye

Adoro quella dimora trascendentale, conosciuta come Svetadvipa, dove le Laksmi, come spose amorevoli nella loro pura essenza spirituale, svolgono il loro servizio di amore a Sri Krsna, il Signore Supremo, che è il loro unico amante.
Là ogni albero è un trascendentale albero dei desideri, la terra è fatta di pietre cintamani, l'acqua è nettare e ogni parola è una canzone, ogni passo una danza, il flauto è l'amico preferito, la luce è piena di felicità trascendentale e gli esseri spirituali supremi sono tutti pieni di gusto e di sapore, e innumerevoli mucche offrono sempre trascendentali oceani di latte. Là l'esistenza del tempo trascendentale è eterna, ed è sempre presente, senza passato né futuro, perciò il tempo non è soggetto a passare o a finire, neppure per una frazione di secondo.
In questo mondo materiale, solo pochissime anime realizzate conoscono questo regno chiamato Goloka Vrndavana.















L'OSSERVATORE VEDICO

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Matsya Avatara dasa



Il Suicidio

Sri Krsna per incoraggiare Arjuna che non vorrebbe combattere (Bhagavadgita 2.34) gli dice: "Gli uomini parlerebbero per sempre della tua codardia e, per colui che ha conosciuto l'onore, l'infamia è peggio della morte". Dio, il Signore Supremo, consiglia dunque ad Arjuna, principe legato al codice etico dei guerrieri, una morte onorevole sul campo di battaglia, anziché la fuga dal suo dovere di combattere. Sri Krsna spiega che morendo per dovere si guadagnano meriti per rinascere nei paesi paradisiaci mentre, rinnegando il proprio dovere, si perde l'onore e con questo la gioia di vivere.
A Roma, ai tempi della famiglia Flavia, l'impero viveva una profonda decadenza morale. Il disonore era la realtà quotidiana e il suicidio era una pratica molto diffusa. Seneca, precettore di Nerone scrisse: "E' imbecille e vigliacco chi si uccide perché afflitto dal dolore, ma è stolto chi si ostina a vivere sebbene debba patire tanto dolore". Con questo aforisma egli intendeva non tanto scoraggiare i malcapitati all'azione positiva, quanto suggerire loro di sbarazzarsi della vita quando questa comporti insopportabile dolore o infamia. Seneca, laico sostenitore della virtù, era maggiormente preoccupato, come ogni materialista, di vivere bene quest'unica vita, per nulla interessato alla salvezza o quanto meno al futuro dell'anima eterna.
Due punti di vista radicalmente opposti su come affrontare le proprie responsabilità: il primo, quello spirituale, indica di affrontarle sempre e comunque, anche a rischio della vita. La morte viene però da altre mani e non dalle proprie, come conseguenza dell'aver compiuto fino in fondo il proprio dovere per quanto sgradevole possa sembrare; l'altro punto di vista, quello di Seneca, al limite della sopportazione fisica o morale suggerisce "tout court" la fuga da ogni responsabilità tramite suicidio. Ma qual è la realtà odierna? Ecco la lista aggiornata, in ordine decrescente, dei Paesi con il più elevato numero di suicidi: Ungheria, Austria, Danimarca, Francia, Giappone, Svezia, Germania, Polonia U.S.A., Inghilterra, Italia. Sono tutti Paesi cosiddetti civili, fra i quali Ungheria, Austria, Francia ed altri sono cattolici, eppure sono in testa alla statistica dei suicidi, con numeri da vertigine: l'Ungheria con 29.000 suicidi annui (di cui 20.000 uomini e 9.000 donne), quasi tre volte il numero dei morti per incidenti stradali in Italia in un anno.
Le prime pagine dei giornali della terza settimana di luglio sono state dominate dalle notizie di suicidi "eccellenti". Gli articoli dedicati ai fatti si sono limitati a descriverne le cause immediate, essenzialmente giudiziarie ed economiche. I portavoce dei politici inquisiti hanno tuonato contro la magistratura aggressiva e violenta, quelli degli avversari hanno invece sentenziato il crollo del regime, logorato da decenni di corruzione. Psicologi e sociologi hanno tentato di fare un po' di luce sui tristi eventi lasciandoci però, tutto sommato, abbastanza insoddisfatti, soprattutto per quanto concerne le ragioni profonde che sono alla base di questi atti di lucida follia. Anche da parte dei commentatori religiosi è emersa una sostanziale carenza di analisi del perché. Questi ultimi hanno calcato la mano sul bisogno di pietà cristiana nei confronti dei defunti, il che va bene per chi rimane ma non è sufficiente ad illuminare il dramma del suicida. Pur con motivazioni diverse i suicidi hanno delle cause scatenanti comuni e di queste non è stata fornita alcuna informazione utile ad alzare il livello di comprensione della gente. La chiesa cattolica insegna che il suicidio è un peccato mortale e che chi lo commette danna la propria anima. Non è passato molto tempo da quando i corpi dei suicidi non potevano essere sepolti nei cimiteri consacrati (peraltro aperti agli omicidi). Le anime dei suicidi, secondo la teologia cattolica sono ineluttabilmente inghiottite dall'inferno e su loro si stende il velo nero dell'oblio eterno. Di fronte ad una così dura ed inappellabile condanna chiediamo: in cosa consiste allora l'infinito amore di Dio per le Sue creature? Se il Signore non fosse capace di perdonare, di offrire una via di salvezza ai Suoi figli più bisognosi, come potrebbe essere l'espressione suprema e la sorgente della bontà e dell'amore? Se la vita fosse un solo breve periodo tra la nascita e la morte, poiché Dio è il creatore responsabile di quella unica vita e se la creatura mostrasse gravi difetti di carattere fin dalla nascita, come potrebbe il suo Creatore imputare alla Sua creatura una condanna così tremenda inerente quel carattere che Lui stesso gli ha dato? Vorrei tentare, alla luce dell'insegnamento della conoscenza Vedica, di rispondere a questi interrogativi. L'antica saggezza che ha governato l'Universo per milioni di anni dall'ultima creazione, attraverso le tre ere precedenti la nostra, era conosciuta come civiltà Vedica. I valori fondamentali di questa civiltà erano quelli spirituali e la trascendenza era lo scopo ultimo della vita umana. In quella società il successo si misurava solo in termini di evoluzione spirituale e di conseguente liberazione dalla schiavitù caratterizzata dal susseguirsi perenne di morti e rinascite. Il successo dunque era valutato in termini di distacco dalle illusioni prodotte dalla materia e di coscienza della dimensione spirituale. Realizzazioni entrambe manifestate dal sintomo di un crescente desiderio di amare Dio, di dipendere da Lui e di servirLo con devozione. La meta era il ritorno alla nostra natura divina, spirituale, nella beatitudine senza tempo della nostra dimora originaria, nell'universo spirituale, con Dio. Come scritto nei Veda (le più antiche scritture rivelate) gli abitanti di questo pianeta hanno vissuto serenamente lunghi periodi di grazia dovuto agli alti valori etici e morali di cui era permeata quella civiltà. Le persone, a prescindere da quale categoria sociale appartenessero, beneficiavano di una organizzazione sociale pressoché perfetta che garantiva agli uomini ed alle donne il pieno successo. Tutti erano più o meno coscienti della loro natura spirituale eterna e nessuno dubitava che la vita continuasse dopo l'abbandono del corpo fisico. La consapevolezza di trasmigrare da un corpo all'altro nelle varie specie di vita (8.400.000), come conseguenza di attività pie o empie, creava un profondo senso di responsabilità e una fede solida e stabile nel Signore che, supremamente giusto ed equanime verso tutti gli esseri viventi, dà a ciascuno il risultato delle proprie azioni, buone o cattive. Dopo innumerevoli vite passate nel mondo materiale a tentare di godere di piaceri illusori (in quanto evanescenti ed effimeri), l'essere vivente finalmente capisce che per avere successo deve imparare a muoversi con saggezza. Egli realizza che la conoscenza ed il distacco sono gli ingredienti del successo, sia di quello materiale, falso in quanto caduco, sia di quello spirituale, vero perché progressivo e duraturo. Egli scopre che la semplice rinuncia all'azione non è sufficiente a dargli la gioia di cui necessita; infatti non è rinunciando a fare gli insegnanti, i politici, gli imprenditori o gli operai che si risolvono i problemi dell'esistenza, bensì imparando ad agire in rispetto degli insegnamenti del Signore e delle Sue leggi divine. Praticando la strada del dovere con conoscenza e distacco si scopre gradualmente che l'effettivo scopo della nascita nella forma umana consiste nel prendere coscienza di Dio, e che ristabilire una relazione d'amore con Lui è la chiave di ogni successo e felicità reale. La cultura materialista di KaliYuga, l'era in cui viviamo, ha progressivamente prodotto un'ampia gamma di illusorie chimere, prestigio, potere, gloria, gioie effimere e fuori dalle regole etiche, di cui la gente di ogni ceto si è nutrita avidamente e senza ritegno, facendone il proprio scopo di vita. Fra le varie creazioni fantasiose di maya c'è la classe dei "monaci" del lavoro (ben diversi dai loro precursori "ora et labora", perché questi lavorano e basta); a loro modo ascetici, totalmente dediti all'impresa, pronti a trascurare tutto e tutti in nome dell'azienda si rendono la vita arida ed insopportabile. Ma l'illusione lascia ben presto il posto alla sua naturale conseguenza: la delusione, che elargisce abbondanti sofferenze anche agli illusi più tenaci. Talvolta il dolore psichico (più di quello fisico) è così intenso da far preferire la morte. Per cui potremmo dire che il suicidio è causato dalla delusione che, quando volge in disperazione, suggerisce la morte. Quando uno scopre di aver vissuto come in un sogno, un risveglio troppo brusco può essere così deludente da fargli desiderare il suicidio. Ma ciò significa che non è un vero risveglio, si tratta piuttosto del passaggio da una irrealtà ad un'altra; la fine di un sogno mai diventato incubo. Queste persone hanno in comune l'incapacità di poter progettare una positiva correzione di rotta. Ad un certo punto della loro vita, per l'improvviso crollo degli equilibri illusori sui quali erano impostati, vengono presi dall'intenso desiderio di uscire di scena; qual è la ragione per cui si passa dall'illusione alla delusione? Esiste a monte di ciò una ragione? Si. La delusione è un particolare tipo di aiuto che il Signore ci dà per favorire il nostro risveglio. La delusione è da considerare uno stimolo per correggersi, per cercare Dio, per ristabilire una relazione con Lui e, attraverso Lui, con tutti gli esseri del creato.
Nei Veda Dio è paragonato alle radici dell'albero della creazione di cui noi siamo le foglie. I rami, le foglie, i fiori, i frutti e le altre parti dell'albero non hanno una vita separata dalle radici e da queste dipendono per il loro sostentamento. Quando ci allontaniamo da Dio non abbiamo più la possibilità di vivere armonicamente e la felicità diviene una vana speranza. Anche i rapporti umani se non passano attraverso Dio saranno improntati all'avidità, alla sopraffazione, al reciproco sfruttamento. La disperazione conseguente la delusione non è né vendetta né condanna di Dio, bensì il segno del Suo amore infinito per noi. Poiché da soli saremmo incapaci di svegliarci e correggerci, il Signore, attraverso la Provvidenza, interviene in nostro aiuto con un segnale gradualmente più forte. Le persone di buona volontà, sensibili alla voce del Signore, ubbidiscono al primo amorevole richiamo, mentre per gli atei e gli ostinati, occorrono avvertimenti più bruschi. Sri Krsna dice: "Chi si ostina a negarMi Mi conoscerà nella forma della morte".
Chi è incapace di vivere secondo i veri valori, quelli spirituali, si illude di poter vivere felicemente infrangendo le leggi del Signore. In realtà non raccoglie altro che delusione e morte.















Scritture Vediche

SRIMADBHAGAVATAM

Primo Canto. La Creazione


Continua la pubblicazione dello SrimadBhagavatam, il grande classico della spiritualità scritto cinquemila anni fà da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



CAPITOLO VII



VERSO 17


iti priyam valguvicitra-jalpaih
sa santvayitvacyutamitrasutah
anvadravad damsita ugradhanva
kapidhvajo guruputram rathena

iti: così; priyam: a colei che è cara; valgu: dolci; vicitra: svariate; jalpaih: con parole; sah: egli; santvayitva: soddisfacendo; acyutamitrasutah: Arjuna, che è guidato dal Signore infallibile, diventato il suo amico e il suo conduttore di carro; anvadravat: seguì; damsitah: protetto da un'armatura; ugradhanva: munito di armi terribili; kapidhvajah: Arjuna; guruputram: il figlio del maestro d'armi; rathena: salendo sul carro.



TRADUZIONE

Arjuna, guidato dal Signore infallibile nel ruolo di suo amico e conduttore di carro, consola con dolci parole la sua cara sposa. Indossa quindi la sua armatura, si munisce di armi terribili, sale sul carro e parte all'inseguimento di Asvatthama, il figlio del suo maestro d'armi.



VERSO 18


tam apatantam sa vilaksya durat
kumarahodvignamana rathena
paradravat pranaparipsur urvyam
yavadgamam rudrabhayad yatha kah

tam: lui; apatantam: avanzando furiosamente; sah: egli; vilaksya: vedendo; durat: a distanza; kumaraha: l'assassino dei principi; udvigna-manah: la mente sconvolta; rathena: sul carro; paradravat: fuggì; prana: vita; paripsuh: per proteggere; urvyam: a grande velocità; yavatgamam: come fuggì; rudrabhayat: per paura di Siva; yatha: come; kah: Brahma (o arkah: Surya).



TRADUZIONE

Quando Asvatthama, l'assassino dei giovani principi, vede da lontano Arjuna che viene dritto su di lui a grande velocità, pazzo di paura fugge sul suo carro nella speranza di salvarsi, come quando Brahma scappò per paura davanti a Siva.



SPIEGAZIONE

A seconda che si legga l'ultima parola di questo sloka come kah o come arkah ci si potrà riferire a due avvenimenti dei Purana relativi al tema in discussione. Ka designa Brahma, che un giorno fu preso dal desiderio per sua figlia e si mise a seguirla. Siva, reso furioso da questo comportamento, si scagliò contro di lui col suo tridente, e Brahmaji, temendo per la propria vita, scappò via immediatamente. Il termine arkah, invece, designa il dio del sole, a proposito del quale il Vamana Purana narra l'episodio seguente. Un demone di nome Vidyunmali aveva ottenuto da Siva un'aeronave dorata con cui viaggiava dietro al sole. Tale era lo sfolgorio del missile che non ci fu più notte. Il dio del sole ne fu irritato e con i suoi raggi ardenti fece fondere il missile, il che non mancò di rendere furioso Siva. Questi attaccò subito il dio del sole, che fuggì e precipitò infine a Kasi (Varanasi), in un luogo da allora celebre col nome di Lolarka.



VERSO 19


yadasaranam atmanam
aiksata srantavajinam
astram brahmasiro mene
atmatranam dvijatmajah

yada: quando; asaranam: senza altra possibilità di protezione; atmanam: sé stesso; aiksata: vide; srantavajinam: essendo i cavalli esausti; astram: arma; brahmasirah: la più potente, l'ultima (nucleare); mene: usò; atma-tranam: per risparmiare la sua vita; dvijaatma-jah: il figlio del brahmana.



TRADUZIONE

Quando vede che i suoi cavalli sono sfiniti dalla stanchezza e che nessun altro mezzo di protezione gli si offre, il figlio del brahmana decide di ricorrere all'arma ultima, il brahmastra [arma nucleare].



SPIEGAZIONE

Il brahmastra, simile alle nostre armi nucleari, dovrebbe essere usato solo come risorsa estrema, quando la situazione è disperata. Qui è di particolare rilievo la parola dvijatmajah, usata per designare il figlio di un brahmana, perché sebbene il padre di Asvatthama, Dronacarya, fosse stato un brahmana, Asvatthama non ne possedeva le qualità. Si chiamano brahmana gli uomini più intelligenti della società; è evidente quindi che non si tratta di un titolo ereditario. Un verso precedente conferiva ad Asvatthama anche l'attributo di brahmabandhu, di "amico di un brahmana"; ma essere l'amico di un brahmana non implica necessariamente possedere le qualità del brahmana. L'amico o il figlio di un brahmana può essere chiamato brahmana solo se ne possiede tutte le qualità. La decisione di Asvatthama
rivela una grande immaturità; è di proposito dunque che viene chiamato figlio di brahmana e non brahmana.



VERSO 20


athopasprsya salilam
sandadhe tat samahitah
ajanann api samharam
pranakrcchra upasthite

atha: così; upasprsya: toccando per purificarsi; salilam: l'acqua; sandadhe: cantò i mantra; tat: quello; samahitah: concentrato su; ajanan: senza sapere; api: sebbene; samharam: il ritrarre; pranakrcchre: essendo la sua vita in pericolo; upasthite: trovandosi in quella situazione.



TRADUZIONE

Vedendo la sua vita in pericolo si purifica toccando l'acqua secondo il rito, e fissa la sua attenzione sul canto dei mantra che servono a lanciare i brahmastra, sebbene ignori come controllare queste armi.



SPIEGAZIONE

Ci sono due tipi di azione materiale, uno grossolano e l'altro sottile. Il metodo sottile si avvale dell'uso di vibrazioni sonore purificate, ed è a questo metodo che si riferisce il verso quando descrive il lancio di armi nucleari per mezzo di mantra.



VERSO 21


tatah praduskrtam tejah
pracandam sarvato disam
pranapadam abhipreksya
visnum jisnur uvaca ha

tatah: poi; praduskrtam: diffondendo; tejah: luce abbagliante; pracandam: ardente; sarvatah: in tutte; disam: le direzioni; pranaapadam: mettendo la vita in pericolo; abhipreksya: avendo visto; visnum: al Signore; jisnuh: Arjuna; uvaca: disse; ha: nel passato.



TRADUZIONE

Una luce abbagliante si diffonde allora in tutte le direzioni così ardente che Arjuna crede che la sua vita sia in pericolo e si rivolge al Signore, Sri Krsna.



VERSO 22


arjuna uvaca
krsna krsna mahabaho
bhaktanam abhayankara
tvam eko dahyamananam
apavargo 'si samsrteh

arjunah uvaca: Arjuna disse; krsna krsna: o Sri Krsna; mahabaho: onnipotente; bhaktanam: dei devoti; abhayankara: che fa scomparire ogni paura; tram: Tu; ekah: solo; dahyamananam: coloro che soffrono di apavargah: il sentiero della liberazione; asi: sei; samsrteh: nel cuore delle sofferenze materiali.



TRADUZIONE

Arjuna disse:
O Sri Krsna, mio Signore, Tu sei Dio, la Persona Suprema e onnipotente, le cui molteplici energie non conoscono limite. Tu solo, dunque, puoi dissipare ogni paura dal cuore dei Tuoi devoti. In Te soltanto gli esseri prigionieri del fuoco delle sofferenze materiali possono trovare la via della liberazione.



SPIEGAZIONE

Arjuna conosce bene le qualità trascendentali del Signore, Sri Krsna, perché ha avuto l'opportunità di combattere in Sua presenza durante la battaglia di Kuruksetra. La descrizione che egli dà qui del Signore è dunque perfettamente autentica. Krsna è onnipotente, e in particolare è conosciuto come Colui che libera i Suoi devoti da ogni paura. Il devoto, sotto la protezione del Signore, ignora la paura.
L'esistenza materiale è paragonabile a un incendio nella foresta, che solo la misericordia del Signore, Sri Krsna, può spegnere. E il maestro spirituale è la manifestazione stessa di questa misericordia. Perciò ogni uomo prigioniero delle fiamme ardenti dell'esistenza materiale può con l'intermediario "trasparente" del maestro spirituale perfettamente realizzato, ricevere la pioggia di misericordia del Signore. Il maestro spirituale può penetrare con le sue parole nel cuore dell'anima sofferente e comunicarle la conoscenza trascendentale, che basterà da sola a spegnere in lei il fuoco dell'esistenza materiale.



VERSO 23


tvam adyah purusah saksad
isvarah prakrteh parah
mayam vyudasya cicchaktya
kaivalye sthita atmani

tvam adyah: Tu sei l'originale; purusah: la Persona che gode di; saksat: direttamente; isvarah: il controllore; prakrteh: della natura materiale; parah: trascendentale; mayam: l'energia materiale; vyudasya: che ha allontanato; citsaktya: mediante la potenza interna; kaivalye: nella conoscenza e nella felicità pura ed eterna; sthitah: situato; atmani: il sé.



TRADUZIONE

Tu sei l'Essere Divino nella Sua forma originale, manifestata attraverso tutte le creazioni, Tu sei il Supremo situato al di là dell'energia materiale, i cui effetti sono stati allontanati dalla Tua potenza spirituale. Tu sei sempre situato nella felicità eterna e nella conoscenza trascendentale.



SPIEGAZIONE

Il Signore afferma nella Bhagavadgita che colui che si abbandona ai Suoi piedi di loto sarà sottratto alla presa dell'ignoranza. Krsna è come il sole, e maya, l'esistenza materiale illusoria, è come le tenebre. Là dove brilla la luce del sole, le tenebre dell'ignoranza si dissipano subito. Qui ci viene dunque suggerito il modo migliore per sfuggire al mondo dell'ignoranza. Questo verso designa Sri Krsna come l'Essere Divino nella Sua forma originale; da Lui emanano tutte le altre forme di Dio. L'onnipotente Visnu, per esempio, è una di queste emanazioni plenarie di Sri Krsna. Il Signore Si manifesta così in innumerevoli forme divine, Si moltiplica in innumerevoli esseri individuali, Si manifesta attraverso innumerevoli energie, e questo Signore originale, primordiale, da cui tutto emana è Sri Krsna. Anche il Paramatma, l'aspetto onnipresente della Sua Persona percettibile nell'universo creato, rappresenta una manifestazione parziale del Suo Essere ed è dunque compreso in Lui. Egli è Dio, la Persona Suprema e Assoluta, e non ha nulla a che vedere con le azioni e le reazioni nella manifestazione materiale perché è molto al di là della creazione materiale. L'oscurità non è che una manifestazione deformata del sole, tanto che la sua esistenza dipende da quella del sole; ma il sole in sé non comporta alcuna traccia di oscurità. Come il sole è pieno di luce, così Dio, la Persona Suprema e Assoluta, al di là dell'esistenza materiale, è pieno di felicità. E non soltanto di felicità, ma anche di varietà spirituale. La Trascendenza non ha nulla di statico, bensì è piena di varietà, tutta dinamica. L'Essere Supremo non ha nulla in comune con la natura materiale, resa complessa dalle tre influenze della natura. Egli è parama, il Maestro di questa energia inferiore come di tutto ciò che esiste, perciò è assoluto. Innumerevoli sono le Sue energie, attraverso cui Egli crea manifesta mantiene e distrugge l'universo materiale. Ma nella Sua dimora tutto rimane eterno e assoluto. Il mondo non si muove perciò sotto la direzione delle energie in sé stesse o dei potenti agenti che vi risiedono, ma sotto la direzione ultima dell'Onnipotente, Maestro di tutte le energie.
(continua nel prossimo numero)















La Festa Della
Domenica

ogni domenica pomeriggio

Centri Hare Krishna:

ASTI - roatto  frazione valle reale 20  tel. (0141)9384406
BERGAMO - villaggio hare krishna  da medolago strada per terno d'isola - chignolo d'isola  tel. (035)490706
BOLOGNA - bentivoglio  via ramo barchetta 2  castagnolo minore  tel. (051)863924
CATANIA - centro culturale govinda  via san nicolò al borgo 28  tel. (095)552252
FIRENZE - san casciano val di pesa  villa vrindavana  via scopeti 108  tel. (055)820054
MILANO  centro culturale govinda (telefonate)  via valpetrosa 3/5  tel. (02)862417
NAPOLI - via vesuvio 33/35 - ercolano  tel. (081)7390398
ROMA - via tor tre teste 142 tel. (06)262913
ROMA - nepi  sri gaura mandala  via mazzanese km 700 (cassia calcata) pian del pavone (viterbo)  tel. (0761)527038
VICENZA - prabhupada desh  via roma 9 - albettone  tel. (0444)790573
SVIZZERA italiana  fattoria nandagram - contone  tel. (092)622747



CASE DI DEVOTI CHE ORGANIZZANO INCONTRI E FESTE DELLA DOMENICA:

BRESCIA  hare krishna club  tel. (030)2400995
BRESCIA  manerba del garda  ristorante govinda  tel. (0365)552089
CAGLIARI - ristorante govindaji  tel. (070)654435
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GENOVA  dayanidhi e nandi mukhi - tel. (010)389182
LECCE - rama vigraha e bhaktin annamaria tel.(0832)315104
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LA GRANDE ANIMA CHE CAMMINO' TRA NOI

Estratti brevi da conferenze di Sua Divina Grazia
A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA

Considerate questo esempio: quando nel cielo c'è il sole, non c'è oscurità. Similmente quando il mantra Hare Krsna vibra sulla vostra lingua e lo ascoltate attentamente, la vostra coscienza diventa coscienza di Krsna, o coscienza pura, e maya, o coscienza confusa, non è presente. Proprio come quando la luce e l'oscurità si incontrano, l'oscurità non può esserci contemporaneamente alla luce, così maya non può restare in presenza di Krsna. Nella Bhagavad-gita Krsna chiede che Gli venga offerto almeno un fiore o una foglia. Non che Krsna abbia bisogno di foglie o fiori. Egli è completo. Non ha bisogno di noi. Ma vuole che ci si avvicini a Lui con amore. Per questo Krsna dice di porre fine a tutti i nonsensi e di avvicinarsi a lui. Le persone pensano che se hanno una casa e un'auto, tutto andrà bene. I problemi però rimangono. Dovranno ugualmente subire morte, vecchiaia, malattia, come si può dunque perdere tempo in tante sciocchezze? La gente ha una visione limitata a questa vita. Non sa di essere eterna. Ci sono tanti tipi di corpi, e non si sa che corpo si avrà nella prossima vita. Ma se si accetta la coscienza di Krsna tutti i problemi si risolveranno.
Una volta Srila Prabhupada fece un commento su alcune grandi costruzioni che erano state distrutte. "Stanno distruggendo e ricostruendo  molti edifici solidi. Che piacere c'è? Sia costruendo che distruggendo, nessuno è felice. Fanno come i bambini che sono felici di avere un giocattolo nuovo, e poi sono felici di romperlo  ma non è vera felicità. O come un ragazzo e una ragazza che si uniscono e poi si separano o divorziano. Né nell'unione, né nella separazione c'è vera felicità. La vera felicità si trova nell'unione con Krsna e nella separazione da maya (illusione)".
"Nessuno sa che cos'è l'amore. Non appena dite "amore" ci deve essere una persona. Non abbiamo esperienza di un amore impersonale. Tutti dicono grandi parole sull'amore universale, sull'amore fraterno  semplici giochi di parole  ma nessuno ha una realizzazione personale. Amore significa 'dare', ti do qualcosa. Ma non si possono dare a Krsna solo un fiore e una foglia e tenersi tutto il resto per sé. Se non si dà nulla non si avrà molto in cambio. Krsna è molto intelligente. Ma se si offre tutto a Krsna, Egli ci darà l'intelligenza con la quale tornare a Lui.
La gente pensa che il fatto che Krsna abbia sedicimila mogli sia incredibile. Per un uomo ordinario avere sedicimila mogli è molto difficile. Ma Dio è onnipotente. Perché sedicimila mogli? Potrebbe averne milioni o sedici miliardi. Ma gli sciocchi dicono che il fatto che ne abbia avuto sedicimila è tutta immaginazione. Come Krsna dice nella Bhagavad-gita "Gli sciocchi e gli ignoranti deridono la Mia forma". E' inconcepibile. Non hanno idea della natura spirituale. Cercano di pensare a Krsna in modo materiale, ma Egli è inconcepibile. Per questa ragione dicono che non esiste, che è impersonale (senza forma). Dicono che il cielo è più grande di Krsna perché non è limitato dalla forma. Ma non sanno che nella bocca di Krsna ci sono milioni di cieli. Pensano che sia tutta immaginazione, ma è la realtà. Krsna dice che tutti gli universi costituiscono un quarto della Sua energia. Gli sciocchi e gli ignoranti non sanno nemmeno che cosa sia un universo, e Krsna sostiene tutti gli universi con un quarto della Sua energia. Immaginate come saranno gli altri tre quarti. Sebbene Siva e Brahma abbiano meditato su Krsna per milioni di anni, ancora non lo conoscono.
Anche se gli uomini raggiungono la luna, non riescono a raggiungere la perfezione. Ovunque si vada nel mondo materiale, bisogna tornare per nascere e morire. Su qualsiasi pianeta ci sono i quattro princìpi della sofferenza materiale  nascita, morte, malattia e vecchiaia. La durata della vita può essere molto lunga, ma dopo aver lasciato questo corpo si può entrare nel grembo di una madre sulla luna e si può nascere lì. Se c'è la nascita, c'è la morte  e tra di loro ci sono malattia e vecchiaia. Ma io sono un'anima spirituale e non ho niente a che fare con queste miserie. Questa vita serve per prepararci, e ci si può preparare per andare su qualsiasi pianeta si desideri. Ma se raggiungi il pianeta di Krsna, non si dovrà più ritornare. Perciò, perché non prepararsi ad andare nel pianeta di Krsna?
L'anima spirituale è eterna, ma è sempre fresca. Per esempio, sebbene io qui sia il più anziano e tutti voi siate giovani  io ho le vostre stesse tendenze, ma il corpo mi ostacola. Perciò il nostro problema è come evitare di prendere un corpo dopo l'altro. Krsna ci dà la soluzione. 'Se vai nel Mio pianeta', dice Krsna, 'non ritornerai più. Avrai una vita eterna, piena di conoscenza e godrai con Me'. Ecco la vera informazione sulla più alta perfezione dell'entità vivente. Non è né un bluff, né una cosa artificiale.
Il nome Krsna e Krsna stesso sono identici; sul piano spirituale tutto è assoluto. In questo mondo materiale si può parlare al telefono con qualcuno lontano mille miglia, si sente la sua voce, ma non si può godere del pieno beneficio di essere in sua presenza. Con il suono spirituale, invece, non c'è differenza. Si è immediatamente in contatto. Nel mondo spirituale non si pensa a qualcosa di vuoto  sforzandosi e sprecando tempo. La coscienza di Krsna è tangibile. Perché non contattare Krsna? E' così bello. Le persone sante e i grandi eruditi l'hanno accettato come Dio la Persona Suprema, ed hanno raggiunto il successo.
Più avanzi in coscienza di Krsna e più vedi Krsna ovunque  sulle rive del fiume, sulle strade, sugli alberi, ovunque. Più hai questa visione e più sai che stai facendo avanzamento tangibile nella coscienza di Krsna. In effetti non c'è nient'altro che Krsna intorno a noi. Questo è spiegato nella Gita. Egli è il sapore dell'acqua, la luce della luna, il profumo dei fiori, la luce del sole, il suono nel cielo, la potenza del forte, e così via. Perciò chi sta facendo davvero progressi nella coscienza di Krsna, può vedere Krsna ovunque. A qualsiasi stadio della vita, chi può fare a meno della luce del sole, della luna, il profumo del fiore, il sapore dell'acqua? Ma bisogna imparare che in tutto questo c'è Krsna. E' semplicemente per l'influenza di maya che dimentichiamo la relazione di Krsna con tutto ciò che esiste.
Ci sono due cose che si possono chiedere su un fiore:  come questo fiore sia stato prodotto dall'energia di Krsna, e come puoi creare tu stesso un fiore nello stesso modo. La prima cosa è apprezzare l'energia di Krsna  il fatto che Egli possa produrre un fiore  e la seconda è "Come potrò acquisire il potere mistico che mi permetterà di produrre un simile fiore?" A Benares c'era uno yogi al quale bastava prendere in mano un piatto e ci si trovava dentro un rasagulla. Grazie a questo potere, molti eruditi dissero che era un grande yogi. La gente è catturata dalla magia  è così ingenua. Quanto vale un rasagulla? Cento lire...
Pulite la mente e l'intelligenza, e il corpo automaticamente si pulirà. Il sistema hathayoga è per coloro che hanno una concezione grossolana e corporea del sé. Krsna dice ad Arjuna: "Ti stai lamentando per coloro per i quali non dovresti lamentarti  il vivo e il morto." Questo è il primo rimprovero di Krsna nel secondo capitolo della Bhagavad-gita. Quando Arjuna si sottomise, Krsna immediatamente lo rimproverò verbalmente. Un maestro spirituale deve farlo. Stavano parlando come amici, ma poi Arjuna si sottomise: "InsegnaMi", Gli disse. Questo si trova nel secondo capitolo della Bhagavadgita, ma il principio si stabilisce immediatamente. Vedete quanto questo libro ci ha lasciato.
Krsna dice che l'uomo saggio non si lamenta per il corpo materiale. Ma l'hathayoga si concentra principalmente sul corpo. Con gli esercizi corporei si vuole ottenere l'amore per Krsna. Se questo fosse possibile, tutti gli atleti e gli sportivi avrebbero raggiunto l'amore per Krsna. Lo stadio preliminare è quello di rendere il corpo adatto per elevare la propria coscienza. Noi in coscienza di Krsna manteniamo il corpo pulito, proprio come manteniamo pulito un cappotto, ma non pensiamo di essere il cappotto. La mente è il controllore dei sensi. Perciò il programma del canto di Sri Caitanya inizia con la pulizia della mente e si occupa anche della pulizia del corpo. Altrimenti dov'è il tempo? Separatamente si impiega troppo tempo a rendere il corpo adatto e perfetto a ricevere la conoscenza, ecco perché si dice che solo un'intellettuale d'alta classe può accettare la coscienza di Krsna. Dopo molte nascite ci si sottomette  ma perché non sottomettersi subito e diventare saggi? Se qualcuno mi sta offrendo un milione di dollari, dovrei forse dirgli: "No, grazie  li guadagnerò da me, dieci dollari alla volta?"
Krsna è molto gentile, ma è particolarmente gentile con i Suoi devoti sinceri. Krsna è sempre con noi, nel nostro cuore ed è sempre pronto a dirigerci. Ma dato che tutti sono indipendenti, Krsna risponde secondo la loro mentalità. Se volontariamente si coopera con il desiderio di Krsna, Krsna risponde molto prontamente al richiamo. Krsna discende per insegnarci la Bhagavad-gita, chiedendo la nostra cooperazione, e chiunque cooperi con Lui è benedetto.
Se volete veramente Krsna lo realizzerete velocemente. Ma la maggior parte della gente vuole maya anziché Krsna. Qualcuno va da Krsna e Gli chiede di dargli una certa maya. La gente va in chiesa e prega: "Per favore dacci il nostro pane quotidiano". Non chiedono Dio  chiedono il pane, chiedono maya. Ma anche se voglio maya è meglio che la chiedo a Krsna. Un giorno la relazione con Lui sarà così bella che dimenticherò maya e vorrò Krsna. Perciò anche se desiderate maya dovreste prendere la coscienza di Krsna. Proprio come Dhruva Maharaja: voleva adorare Krsna con il desiderio di ottenere il regno di suo padre. Naturalmente quando finalmente vide Krsna disse: "Non voglio nient'altro che te". Ma Krsna è così gentile che disse: "Sei venuto da me per il regno: forza, prendilo". Ma Dhruva rispose di no. Krsna però insistette: "Prendilo. Ne godrai, poi lo lascerai e ti assicuro che verrai a Me". Senza desideri separati la coscienza di Krsna è molto bella, ma anche avendo desideri bisognerebbe adorare Krsna. I propri desideri saranno soddisfatti.
"Qualcuno chiese: "Che attitudini hanno le persone coscienti di Krsna nei riguardi degli altri?" Srila Prabhupada rispose: "Vedono tutti come particelle infinitesimali di Krsna. La persona cosciente di Krsna pensa che siccome non conoscono Krsna stanno soffrendo e che perciò bisogna portare loro la coscienza di Krsna. Questo è il servizio più alto. Tutti stanno soffrendo, perciò agire in coscienza di Krsna è il servizio più alto. Dopo tutto stanno soffrendo solo perché sono separati da Krsna".
La coscienza di Krsna non invecchia mai; è eternamente fresca. Conoscete qualche libro vecchio di cinquemila anni la cui lettura sia sempre fresca come quella della Bhagavad-gita? Vivete nella comprensione spirituale e non appassirete mai.
Non cercate di fare qualcosa di artificiale. Krsna non dice di tornare da Lui dopo essersi qualificato studiando il Vedanta. No. Dice: "Vieni così come sei  sottomettiti semplicemente". E si dovrebbe dire: "Krsna, mi sottometto a Te". Krsna non pone condizioni. Non dice che ci si può sottomettere dopo essersi sottoposti a corsi di ginnastica e di Vedanta e aver ottenuto un diploma. Non avrebbe senso. Bisogna sottomettersi e basta. Più ci si sottomette, più si avanza. Se non si è sinceramente sottomessi si perde di vista l'obiettivo. Io vi ho spiegato il trucco; ora fate la vostra scelta. Krsna guida tutti.
"Vogliamo una vita illimitata, un piacere illimitato, una conoscenza illimitata  ma questo non è possibile nella vita condizionata. Bisogna liberarsi dalla condizione materiale. Se volete liberarvi dalle catene materiali, la prima prescrizione è che dovreste andare da un mahatma. Mahatma è una persona che ha espanso cuore, mente e vita. La Bhagavadgita raccomanda seva  si deve avvicinare una persona che conosce la scienza di come uscire dalle catene della vita materiale, e ci si deve sottomettere pienamente a lui. Sottomissione non significa che non dovete fare domande, che dovete semplicemente prendere tutto alla cieca. Dopo aver spiegato la Bhagavad-gita ad Arjuna, Krsna disse: "Mio caro Arjuna, ora ti ho spiegato la conoscenza più segreta. Considera quello che ti ho detto, e poi agisci come credi". Il maestro spirituale  che sia il rappresentante di Krsna, o Krsna stesso  non forza nessuno. Forzare non ha effetto: anche un bambino, se forzato, non agirà. Con mente ferma bisogna avvicinare una persona che conosce la scienza della realizzazione spirituale. Trovare una persona a cui sottomettersi.
Non sottomettetevi a una persona che non è un autorità. E se avvicinate una vera autorità non pensate di accettare un certo maestro spirituale perché tanta altra gente l'ha accettato. Cercate di comprendere bene la scienza. Se pensate che l'uomo che vi sta insegnando sia una vera autorità, sottomettetevi a lui. Cercate di capire bene. Se ci riuscite troverete qualcosa di sublime.















SRIMADBHAGAVATAM

La Sublime Storia Di Krsna Per Bambini

Di JAHNAVI DEVI DASI



Terzo canto, parte seconda (capitoli 916)

Maitreya iniziò a dare a Vidura la dettagliata conoscenza spirituale che aveva imparato da Krsna.
Maitreya parlò a Vidura della creazione dell'universo e della nascita di Brahma.
Sri Garbhodakasayi Visnu ordinò a Brahma di creare gli esseri per popolare l'universo, e Brahma creò quattro grandi saggi chiamati Sanaka, Sananda, Sanatana e Sanat Kumara, e poi ha detto loro di fare altri figli, ma i Kumara (i quattro figli di Brahma) si rifiutarono: non volevano occuparsi di procreare, ma solo di predicare la coscienza di Krsna, senza doversi preoccupare delle loro famiglie.
Brahma però si arrabbiò. Dal centro delle sue sopracciglia venne fuori un bambino rosso e blu. Sri Brahma lo chiamò Rudra (Siva) e gli chiese di aumentare la popolazione, e Siva ubbidì. Fece moltissimi figli, che iniziarono a distruggere tutto.
Brahma chiese a Siva di andare a meditare, nella foresta; poi creò le scienze mediche, le arti militari, le arti musicali e le scienze dell'architettura, tutte attraverso i Veda. Sri Brahma ebbe dieci figli: Narada, Atri, Marici, Angira e altri, sempre per creare popolazione; ma osservò che nonostante lui stesse aumentando la popolazione, c'era poca gente ancora viva. Quindi, Brahma fece Svayambhuva Manu (il padre della razza umana) e Satarupa, che divenne sua moglie: ebbero due figli (Priyavrata e Uttanapada) e tre figlie (Ahuti, Devahuti e Prasuti); anche loro ebbero dei figli e così via: dopo un po' di tempo, la Terra fu popolata.
Un giorno, quando la Terra era già stata popolata da Brahma, il nostro pianeta affondò nel profondo oceano nella parte bassa dell'universo. Svayambhuva Manu andò da Brahma, e lui lo rassicurò, dicendo che avrebbe trovato il modo per farla tornare nella sua giusta posizione. Così, dalla sua narice uscì un piccolo cinghiale, che si alzò in cielo e divenne grosso come un elefante. Era la persona suprema nella forma di un cinghiale, chiamato Varaha.
Varaha andò nell'oceano, e cercò la Terra; appena la trovò, uccise Hiranyaksa, il demone che l'aveva fatta affondare. Hiranyaksa era il primo demone; era figlio di Kasyapa e Diti. Loro erano buoni, ma un giorno Diti aveva offeso Siva. Allora, quando era incinta, ebbe due demoni come figli: Hiranyaksa e Hiranyakasipu. Questo era un piano di Krsna, perché, un giorno, i Kumara (Sanatana, Sanat, Sananda, Sanaka), tutti grandi devoti, stavano camminando intorno alla casa di Krsna, che era sorvegliata da du guardiani, Jaya e Vijaya.
Quando i Kumara (che somigliavano a bambini, anche se erano fra le persone più anziane del mondo) andarono fecero per entrare nel cancello, furono fermati da Jaya e Vijaya, che li credevano semplici bambini e non sapevano chi erano i Kumara. Allora i grandi saggi li maledissero, facendoli andare sulla terra, trasformati in demoni; dopo tre vite sarebbero tornati da Krsna. Allora, Jaya e Vijaya lasciarono Vaikuntha ed entrarono nel grembo di Diti; diventarono i demoni Hiranyaksa (che tentò di affondare la Terra) e Hiranyakasipu (che tentò di uccidere Prahlada, ma venne ucciso da Sri Nrsimhadeva).


(a cura di Tirtha dasa brahmacari)



Verticali: 1. Creò i quattro Kumara; 2. La moglie di Svayambhuva Manu: 3. La Persona Suprema: 4. Nacque dalle sopracciglia di Brahma.
Orizzontali: 3. I primi quattro figli di Brahma che non volevano avere figli e maledissero Jaya e Vijaya e li fecero diventare demoni; 5. Incarnazione di Krsna, che somigliava a un cinghiale, sollevò la terra dall'oceano e uccise un grande demone; 6. Il demone che fece sprofondare la Terra e che venne ucciso; 7. Il padre della razza umana, ebbe cinque figli due maschi e tre femmine; 8. Custode della casa di Krsna, maledetto dai Kumara
divenne un demone.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Realizzazione Spirituale e Lsd

Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e il poeta americano Allen Ginsberg si svolse a Columbus, Ohio, l'11 maggio 1969



Srila Prabhupada: Nessuno è libero dal servizio perché siamo dei servitori per costituzione. Possiamo diventare servitori di Dio o di maya. Proprio come ci si deve attenere, in ogni circostanza della vita, alle leggi dello Stato. Se non le si seguono, si andrà in prigione. Per forza. Lo stesso accade con maya e Krsna: se non si segue Krsna, si andrà da maya. Non si può essere liberi. Non è la nostra posizione. La libertà sfocia nella frustrazione.
Allen Ginsberg: Ti ricordi uno che si chiamava Richard Alpert? Lavorava molti anni fa con Timothy Leary ad Harvard. E' andato in India e ha trovato un maestro, ora è discepolo di Hanumanji un devoto di Hanuman. Stavamo parlando di maya, e lui ha detto che il suo maestro in India gli ha detto che le droghe come l'LSD, per gli occidentali, sono come il Cristo del Kaliyuga.
Srila Prabhupada: Cristo?
Allen Ginsberg: Per gli occidentali del Kaliyuga. Man mano che il Kali-yuga si fa più pesante, man mano che gli attaccamenti si fanno più stretti, anche la salvezza deve farsi più facile.
Srila Prabhupada: Questa è una affermazione molto bella, dire che in Kaliyuga la salvezza diventa più raggiungibile. Questa è anche la versione dello SrimadBhagavatam, ma il metodo è il kirtana (il canto dei nomi di Dio), non la droga.
Allen Ginsberg: Il ragionamento era che, per chi accetta la salvezza solo in una forma materiale, in definitiva in forma chimica, Krsna ha avuto l'umorismo di apparire come una pillola.
Srila Prabhupada: No. Come può esserci salvezza attraverso qualcosa di materiale? E' un'illusione.
Allen Ginsberg: Beh, gli effetti soggettivi sono che recidere gli attaccamenti durante...
Srila Prabhupada: No, se comunque hai attaccamento per qualcosa di materiale, dov'è il distacco dagli attaccamenti? L'LSD è una materia chimica.
Allen Ginsberg: Si.
Srila Prabhupada: Quindi se cerchi di rifugiarti nell'LSD, cerchi di farti aiutare dalla materia. In che modo si sarà, dunque, liberi dalla materia?
Allen Ginsberg: L'esperienza soggettiva è che mentre si è sotto l'effetto dell'LSD, si realizza anche che l'LSD è una pillola e non ha alcuna importanza.
Srila Prabhupada: E' molto rischioso. E' molto rischioso.
Allen Ginsberg: Già. Ma se l'LSD è un attaccamento materiale, e di fatto lo è, non è un attaccamento materiale anche il suono, sabda?
Srila Prabhupada: No, sabda è spirituale. Proprio come dice la Bibbia "e sia la creazione". Questo suono è spirituale. La creazione non c'era. Il suono generò la creazione. Perciò il suono è di origine spirituale, e dal suono si è sviluppato il cielo, dal cielo l'aria, dall'aria il fuoco, dal fuoco l'acqua e dall'acqua la terra.
Allen Ginsberg: Il suono è il primo elemento della creazione?
Srila Prabhupada: Sì.
Allen Ginsberg: Secondo la tradizione qual è stato il primo suono?
Srila Prabhupada: I testi vedici affermano che è stato om. Quanto meno si può capire dalla Bibbia che Dio disse "e la creazione sia"; quindi c'è questo suono e poi la creazione. Dio non è diverso dal Suo suono, Dio è assoluto. Se io dico "signor Ginsberg", io e questo suono siamo diversi.
Ma Dio non è differente dalla sua energia. Sakti saktimator abedah. Sakti, l'energia, e saktimat l'origine dell'energia. Non sono differenti. Proprio come il fuoco e il calore non sono diversi, ma il calore non è fuoco. Non è possibile separare il calore dal fuoco o il fuoco dal calore, ma il fuoco non è calore.
Allen Ginsberg: Allora il suono Krsna...
Srila Prabhupada: Sì, non è differente da Krsna.
Allen Ginsberg: In ogni circostanza?
Srila Prabhupada: Sì, in ogni circostanza. Ma dipende da quanto apprezzo, da quanto realizzo. Dipende dalla mia purezza. In realtà, questo suono e Krsna non sono differenti. Quindi se facciamo vibrare il suono Krsna siamo immediatamente in contatto con Krsna. E dato che Krsna è completamente spirituale, anche noi ci spiritualizziamo. Come toccando l'elettricità e si resta elettrizzati. E più siamo elettrizzati [cantando il nome di Krsna] più ci Krsnizziamo. Così quando si è completamente Krsnizzati, si è sulla piattaforma di Krsna.
Tyaktva deham punar janma naiti mam eti so 'rjuna. Non si tornerà mai a questa esistenza materiale. Si rimarrà con Krsna.















Scopri la spiritualità!

Bhagavad-gita titolo (che significa "il canto del beato") di un poema religioso indiano, contenuto all'inizio del libro VI del Mahabharata. Comprende settecento versi e consiste tutto nella risposta data da Krsna al problema di Arjuna, che, al momento di iniziare la battaglia non si sente di combattere contro parenti, maestri e amici militanti nell'esercito avversario: Arjuna deve invece compiere il suo dovere di guerriero sapendo di uccidere solo il corpo dei nemici, non l'anima che è eterna; inoltre, deve agire mantenendosi distaccato dal risultato dell'azione che non va compiuta per fini esterni ma solo per obbedienza al proprio compito: questo atteggiamento libera dal karma_
Terminato l'ammaestramento, Krsna si mostra ad Arjuna nel suo reale aspetto di Dio Supremo, origine e fine di ogni cosa.
Enciclopedia Europea Garzanti

Per informazioni rivolgersi a Bhaktivedanta Book Trust Italia
Via Bonazza 11  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI
Tel. 055/8076414












Fine del numero di settembre-ottobre 1993.