Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 5 n. 7/8

luglio-agosto 1993

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
fondatore-acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale di insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici, già distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, America, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato il movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli continuano il movimento a cui egli ha dato vita.















La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

Sped. abb. post. gr. III/70 % Dir. Prov. P. T. FI

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi

HANNO COLLABORATO:
bhaktin Emanuela, bhaktin Marina, bhaktin Nicoletta, Tirtha dasa


AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Dana-nistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
B.B.T. Italia  Ufficio Abbonamenti - Strada Bonazza 12
50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 5 N. 7/8 - luglio-agosto 1993

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Strada Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

FOTOLITO: F.C.M.  Marcallo Con Casone (MI)

STAMPA: Grafiche Cometa - Magenta










CALENDARIO VAISNAVA

Calendario Vaisnava  Gaurabda 507  1993 d.C.

Luglio:
3 sabato: primo mese di caturmasia, digiuno dai
vegetali a foglie verdi
8 giovedì: scomparsa di Gopala Batta Gosvami
12 lunedì: scomparsa di Lokanatha Gosvami
13 martedì: costituzione del'ISKCON
15 giovedì: Kamika Ekadasi
29 giovedì: Pavitropana Ekadasi, inizio Jhulanayatra
30 venerdì: scomparsa di Rupa Gosvami



Agosto:
2 lunedì: apparizione di Sri Balarama (digiuno fino
a mezzogiorno); fine del Jhulanayatra, inizio del
secondo mese di caturmasia: digiuno di yogurt.
10 martedì Sri Krsna Janmastami (digiuno fino a
mezzanotte)
11 mercoledì: apparizione di Srila Prabhupada (digiuno fino a mezzogiorno).
14 sabato: Trisprisa Mahadvadasi (per Annada
Ekadasi)
27 venerdì: Padmini Ekadasi










VOL. 5 N. 7/8

BUDDHI YOGA
Dall'analisi all'amore.
Una lezione di Srila Prabhupada.

LO YOGA PERFETTO
Lo yoga dell'amore per Dio.

L'OSSERVATORE VEDICO

SRIMAD-BHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità.

KRSNA
Il nostro migliore amico.

LA SUBLIME STORIA DI KRSNA PER BAMBINI
Lo SrimadBhagavatam continua anche per i più piccoli.

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Vita semplice e verità semplice.

I CENTRI HARE KRSNA NEL MONDO



IN COPERTINA: Sri Krsna,
Murli Manohara, suona il flauto in riva al fiume Yamuna















BUDDHI YOGA

Dall'Analisi All'Amore

di SUA DIVINA GRAZIA A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
FondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna
Londra, settembre 1973



Esa te 'bhihita sankyae
buddhir yoge tv imam srnu
bhuddhya yukto yaya partha
karmabandham prahasyasi

"Fino a ora ti ho descritto questa conoscenza con il metodo analitico. Ascolta adesso mentre te la spiego con il metodo dell'azione svolta con intelligenza senza attaccamento al risultato. Quando agirai con questa intelligenza potrai liberarti dai legami dell'azione" (Bhagavadgita 2.39).

Sia che si agisca bene, sia che si agisca male si avranno delle reazioni. Se ci comportiamo in modo pio mentre abbiamo questo corpo, avremo un futuro molto buono. Ma se agiamo in modo empio non avremo un buon futuro. Quindi dobbiamo agire in modo pio, non empio. Questa è il significato della vita umana. Dovremmo sapere come comportarci. Nel sedicesimo capitolo della Bhagavadgita c'è il seguente verso (16.7): pravrttim ca nivrttim ca jana na vidur asurah "I demoni non sanno quali sono le azioni da compiere e quali da non compiere".
Non bisogna fare di tutto, a nostro capriccio: non è permesso, perlomeno non gli esseri umani. Anche nella vita comune, se si agisce a capriccio, si subiscono le sanzioni e le pene previste dalla legge. Analogamente, se si rompono le leggi di Dio, si sarà puniti dalla natura materiale.
Fino a questo punto Krsna nella Bhagavadgita ha descritto il sankhya, lo studio analitico dell'anima e del corpo. Per esempio, un medico può effettuare un'analisi parziale del corpo, la sua anatomia e la sua fisiologia. Ha studiato come funziona il cervello, come le varie secrezioni si trasformino in sangue, come funziona il cuore.
Questo è uno studio analitico.
Per quanto riguarda il corpo e l'anima, il soggetto è stato pienamente analizzato. Ora Krsna dice buddhir yoge tv imam srnu: "Ascolta un altro argomento della conoscenza, il buddhi-yoga". Buddhiyoga è vita spirituale.
Dovremmo prendere istruzione da Krsna sulla vita spirituale perché Egli è l'autorità suprema. Quando c'è un dialogo tra lo Spirito Supremo - Krsna - e lo spirito individuale  l'entità vivente  l'entità vivente è sempre subordinata.
La gente ora non sa chi è l'Essere Supremo. Dobbiamo prendere istruzioni dai Veda: nityo nityanam cetanas cetananam eko bahunam yo vidadhati kaman. "L'essere eterno supremo tra gli esseri eterni è Colui che provvede alle necessità di vita di tutti gli altri". Ci sono molte cose di cui uccelli, bestie e esseri umani per sopravvivere  frutta, fiori, latte  e ogni cosa è fornita da Krsna. Perciò Egli è l'Essere Supremo.
In che modo Egli è il Supremo? In una famiglia il padre dovrebbe essere considerato il supremo. Perché? Perché dovrebbe prendersi cura di tutta la famiglia. Allo stesso modo la Persona Suprema, Krsna, si prende cura dell'intera creazione, di tutti gli innumerevoli universi, sia materiali che spirituali.
Quindi quando agiamo secondo le direttive del Supremo, seguiamo la nostra natura costituzionale perché siamo per natura subordinati a Lui. Essere in una posizione subordinata significa agire secondo le direttive del proprio maestro. Tutti agiscono in questo modo. Riconoscere Krsna come il Supremo Maestro e seguire le Sue direttive è buddhiyoga. La vera intelligenza.
La parola buddhi significa "intelligenza", e yoga significa "unione". Nel decimo capitolo della Bhagavad-gita c'è questo verso:

tesam satatayuktanam
bhajatam pritipurvakam
dadami buddhiyogam tam
yena mam upayanti te

A chi sempre Mi serve e Mi adora con amore e devozione, dò l'intelligenza con la quale potrà venire a Me.

Che cos'è dunque il buddhiyoga? Qui Krsna spiega tesam satatayuktanam: "Persone impegnate ventiquattro ore al giorno...". Che tipo di impegno? Bhajatam pritipurvakam: Cercando sempre di rendere servizio al Signore". Come? Pritipurvakam: "con amore e fede". Non devo pensare di doverlo fare, devo pensare "cercherò di farlo bene". Questo è amore.
Senza amore non è possibile far qualcosa di ben fatto nel mondo materiale. Se non si ha attaccamento per qualcosa, è impossibile farla bene. Pensate alla musica: è l'attaccamento del musicista, il suo desiderio di suonare bene che la rende bella. L'amore è la chiave.
Così, quando si serve Krsna, non lo si può servire bene se non lo si ama. Krsna non accetterà neppure il servizio se non è fatto con amore ed affetto. Questo è il principio di base della coscienza di Krsna. Krsna non ha bisogno del nostro servizio: è autosufficiente. Ha molti servitori ovunque. Krsna non ha bisogno del nostro servizio, ma è nel nostro interesse rendere servizio a Krsna. In questo modo diventeremo felici.
In un altro verso (9.27) Krsna dice:

patram puspam phalam toyam
yo me bhktya prayacchati
tad aham bhaktyupahrtam
asami prayatatmanah

Se qualcuno Mi offre, con amore e devozione, un fiore, una foglia, un frutto e dell'acqua, Io accetterò la sua offerta.

Yo me bhaktya prayacchati: La vera offerta è l'amore. Krsna, la Persona Suprema, dà alle entità viventi tutto ciò di cui necessitano. E' Lui in realtà che provvede a tutti e mantiene tutti. Perché mai allora dovrebbe chiedere un piccolo frutto e dell'acqua? Ha fame? No. Lo fa solo per stimolare il nostro amore per Lui. Questo è il punto.
Nella condizione materiale si è soggetti a nascita, vecchiaia, malattia e morte oltre a molte altre miserie. Si cade in questa condizione perché si dimentica Krsna. Per esempio, l'altra sera sono venute molte persone a discutere e parlare ma non erano interessate a parlare di Krsna. Erano preoccupati di come la loro gratificazione dei sensi potesse essere disturbata se avessero cominciato a seguire la coscienza di Krsna. Questa era la loro preoccupazione. Eravamo venuti per parlare di Krsna ma non hanno chiesto niente su Krsna: chi è, qual è la Sua filosofia... No, erano semplicemente interessati alla loro gratificazione dei sensi, e basta.
Questa è la posizione della gente nel mondo materiale. Tutti sono interessati alla gratificazione dei sensi. A nessuno interessa chiedere "Cos'è Dio? Cosa sono io, Cos'è questo mondo?". Eppure queste dovrebbero essere le domande da porsi quando si ha la forma umana. Come dice il Vedantasutra (1.1.1.) athato brahma jijnasa: "Ora poni domande sulla Verità Assoluta, l'Essere Supremo": Questa è la sola cosa di cui occuparci. Ma in tutto il mondo la gente non è che impegnata a cercare di soddisfare i propri sensi. Questa è la causa che ci ha fatto precipitare dal mondo spirituale. Dato che abbiamo dimenticato Krsna, siamo tra le grinfie di maya (l'illusione).
Abbiamo dimenticato Krsna ed è per questo che soffriamo. Ma siccome siamo parti infinitesimali di Lui, Egli viene a dirci: "Perché soffri? Arrenditi a me. Ti darò ogni protezione". Ma, la gente non vuole accettare questa offerta.
Chi è addestrato ad arrendersi a Krsna pratica il servizio devozionale. Krsna è situato nel cuore di ognuno, e può vedere se si è sinceri nel servirLo. Può capire se Lo si serve sinceramente o per qualche motivo materiale. Comunque, anche servendo Krsna per qualche motivo materiale, il servizio non sarai mai vano. Krsna è così gentile.
Prendete Putana, ad esempio. Putana voleva servire Krsna allattandoLo col suo seno. Ma il suo scopo era quello di ucciderlo, e così spalmò del veleno sul seno. Krsna succhiò il suo latte e lei morì. Lei aveva uno scopo demoniaco eppure Krsna pensò "Questa furfante voleva ucciderMi non sapendo che non posso essere ucciso. Eppure, anche se la sua intenzione era quella di ucciderMi, Mi ha servito permettendoMi di succhiare il latte dal suo seno e, avendo bevuto il suo latte, lei è Mia madre. Non importa se è venuta per uno scopo demoniaco". Krsna è così gentile.
Questo è il vantaggio della coscienza di Krsna. Naturalmente noi non dovremmo avere un motivo demoniaco per servire Krsna. Anche Kamsa era assorto nel pensare a Krsna, era completamente cosciente di Krsna, pensava sempre a Krsna. Ma il suo scopo era quello di ucciderLo. Eppure anch'egli fu liberato perché pensava costantemente a Krsna.
Ma questa non è bhakti. Bhakti significa anche pensare sempre a Krsna ma in modo favorevole. Questa è bhakti. Pensare a Krsna come a un nemico non è raccomandato. Come può un devoto pensare a Krsna come a un nemico? Il devoto pensa a Krsna come a un amico, un figlio, un maestro, un amato. Mentre un demone, un nemico di Krsna, pensa sempre a vari modi di uccidere Krsna. Questa è la differenza tra un demone ed un devoto.
I demoni pensano a come eliminare Krsna, a come cacciar via Krsna, a come uccidere Krsna. Non sanno che la causa della loro sofferenza è proprio questa inimicizia per Krsna. Perciò Krsna dice (Bg 16.7) pravrttim ca nivrttim ca jana na vidur asurah: I demoni non sanno quello che bisogna fare e quello che non bisogna fare".
Bisogna imparare a vivere, imparare che cosa sapere e che cosa rimuovere. Ogni metodo progressivo ha i suoi "fare" e "non fare". Le persone di natura demoniaca non sanno quello che dovrebbero fare e quello che non dovrebbero, ma il devoto lo sa. No sesso illecito. Questo è un "non fare" ma c'è anche un "fare". Se si desidera una vita sessuale, ci si sposa secondo i principi religiosi e genera dei figli. Questo è un "fare". No agli intossicanti. Questo è un "non fare". Ma bisogna mangiare krsnaprasadam (cibo offerto a Krsna) e intossicarsi di amore per Krsna. Questo è un "fare". Così pure, no al gioco d'azzardo. Questo è da non fare. Bisogna invece indulgere in un tipo di gioco. Quale? Dedicare la vita a Krsna e vedere il risultato. Anche questo è gioco d'azzardo. Tutti i miei discepoli erano impegnati nelle loro attività ma ho consigliato loro di lasciar perdere e di seguire le attività di Krsna. Giocano d'azzardo perché non sanno esattamente che cosa succederà. Ma hanno seguito le mie istruzioni con fede.
In un modo o nell'altro dobbiamo impegnarci nel servizio a Krsna ventiquattro ore al giorno, con fede e amore. Dobbiamo pensare: "Krsna sarà davvero misericordioso con me; mi salverà da questa miserabile vita materiale".
Krsna è dentro di noi quindi non Lo si può ingannare. Non è possibile. Krsna è il Supremo. Si può essere imbroglioni ma Krsna è l'imbroglione supremo, e se sei Suo amante, Krsna sarà per te l'amante supremo. Yeyatha mam prapadyante tams tathaiva bhajamy aham "A seconda di come relazioni con Krsna, Egli contraccambia". Questa è coscienza di Krsna.
Quindi Krsna ora sta descrivendo il buddhiyoga. Buddhiyoga è bhakti-yoga, servizio devozionale a Krsna. Buddhi significa "intelligenza". Chi è molto intelligente può seguire la coscienza di Krsna.
Krsna conferma questo più avanti (7.19)

bahunam janmanam ante
jnanavan mam prapadyate
vasudevah sarvam iti
sa mahatma sudurlabhah

Tutti lottano per essere felici. A volte lottiamo come karmi (chi lavora per i risultati), a volte come jnani (filosofi speculatori) e a volte come yogi. Ma quando si diventa bhakta, devoti di Krsna, è una cosa suprema. Fintanto che non sei un bhakta non puoi essere felice.
Srila Rupa Goswami ha perciò paragonato il desiderio per bhakti (la gratificazione dei sensi) e mukti (la liberazione) a due streghe: fino a quando queste streghe si trovano nel nostro cuore, non si può fare servizio devozionale. La maggior parte della gente vuole godere di questo mondo materiale lavorando. Tutti ci provano, impegnandosi nella lotta per l'esistenza, pensando: "Voglio godere di questo mondo materiale al massimo delle possibilità". Questo si chiama bhakti. E l'altra strega è mukti, la liberazione. Chi ha avuto delle delusioni cerca mukti.
Ci si delude immancabilmente perché non è possibile essere felici seguendo una vita materialista. Non è possibile. Quindi la gente si delude e cerca di metter fine alla propria esistenza individuale fondendosi nell'Assoluto. Ma anche questo porta a delusioni.
Quindi, dopo molte, molte nascite di lotta per l'esistenza, si rimarrà delusi. E' la realtà. Per molte nascite si può diventare dei karmi o degli jnani e a volte degli yogi per essere felici, ma si continuerà ad essere sconfitti. La natura è talmente forte.
Per questo Krsna dice: bahunam janmanam ante jnanavan mam prapadyate: "Dopo molte, molte nascite lottando a questo modo, quando si diventerà saggi, ci si arrenderà a Me". In che modo ci si arrende? Ciecamente? No. Vasudevah sarvam iti sa mahatma sudurlabhah: "In quel momento si capisce che Krsna è tutto. Ma persone che riescano a capirlo sono molto rare". E' molto difficile trovare persone così grandi e intelligenti.
Se si riesce a comprendere che il fine ultimo dopo ripetute nascite è quello di arrendersi a Krsna, perché non arrendersi immediatamente? Questa è intelligenza. Se in definitiva bisogna arrivare a lì per perfezionare la propria vita, perché non perfezionarla immediatamente? Questa è intelligenza. E a meno che non si sia
eccezionalmente intelligenti, non ci si può dedicare alla coscienza di Krsna.
All'inizio di questo capitolo, Krsna ha descritto il sankya ad Arjuna: "Questo è il tuo dovere. Tu sei uno ksatriya (guerriero), perché rifiuti di combattere? Il corpo è deteriorabile ma l'anima è immortale, quindi tuo nonno e gli altri tuoi parenti non moriranno". Questo è uno studio analitico della situazione dal punto di vista materiale. Ma quando Arjuna arriva al punto di servire Krsna con amore, senza bisogno di comprensione analitica, questa è perfezione.
Per esempio, si conoscono gli effetti del fuoco anche senza studiarlo in modo analitico. Se si tocca, ci si brucia. Non c'è bisogno di studiarne la composizione. Così le gopi di Vrndavana non studiano Krsna. A loro non importa, loro Lo amano e basta. Questa
è ciò che le distingue. Altrimenti non sarebbero che delle comuni ragazze di paese. Anche i pastorelli non avevano un'istruzione elevata, nessuna conoscenza del Vedanta; non erano dei gentiluomini di grande cultura ma semplici pastorelli del villaggio. Ma amavano Krsna come amico del cuore.
Le pastorelle non sapevano fare altro che amare Krsna. Questa è perfezione. Senza alcuna conoscenza analitica Lo amavano. Quando videro Narayana  "Oh, ecco Narayana" - non c'era amore. Provavano rispetto per Lui. Si può offrire rispetto a chiunque anche senza amarlo. Ma l'amore è una cosa diversa. L'amore è per Krsna.
E questo amore è il fine ultimo del buddhiyoga, della coscienza di Krsna.
Molte grazie. Hare Krsna.















LO YOGA PERFETTO

Lo Yoga Dell'Amore Per Dio

di HARIKESA SWAMI



yoginam api sarvesam
madgatenantaratmana
sraddhavan bhajate yo ma
sa me yuktatamo matah

E di tutti gli yogi, colui che con grande fede dimora in Me e mi adora servendoMi con amore trascendentale è il più intimamente legato a Me ed è il più grande di tutti (Bhagavad-gita 6.47)
Nel sesto capitolo della Bhagavad-gita, Krsna enuncia i principi della saggezza eterna dello yoga e descrive in modo chiaro come bisogna praticarlo. In questo verso si descrive la più alta forma dello yoga.
Nel verso precedente Krsna spiegava che tra tutti coloro che si trovano sulla via del progresso lo yogi è il più avanzato. Yoga significa "unire". Lo stessa radice si trova ancora oggi nella parola tedesca "joch" (o nell'italiano "giunzione", nell'inglese "join"). Uno yogi è allora uno che è congiunto al Signore Supremo. E lo yogi ha raggiunto la più alta perfezione della vita.
Per questo Krsna dice, nel verso precedente (B.g. 6.46), che uno yogi è più elevato di un'asceta (tapasvi), di un filosofo (jnani) e di chi aspira ai frutti dell'azione (karmi).
Facendo un paragone tra la moltitudine degli esseri umani, gli asceti, i filosofi e gli uomini d'affari di successo sono relativamente avanzati, ma il fatto di sopportare delle pesanti rinunce, escogitare delle meravigliose speculazioni, accumulare grandi ricchezze, non significa tuttavia essere unito al Signore Supremo. Krsna dice ad Arjuna: "Sii uno yogi ad ogni costo." A ogni costo si dovrebbe, attraverso la fede e la devozione (bhakti), essere uniti a Dio, Krsna.
Qualcuno potrebbe obiettare: " Ma io sto praticando lo yoga e sono unito a Dio attraverso la meditazione. Non pratico il bhaktiyoga, lo yoga della devozione, che descrive Krsna. Faccio però avanzamento in un altro modo. Del resto sono molte le vie dello yoga che alla fine portano allo stesso traguardo".
Krsna però spiega chi è, secondo Lui, lo yogi più avanzato: il bhaktiyogi supera perfino gli asceti, i jnani che ricercano la conoscenza e i karmi che aspirano ai frutti delle loro azioni, come anche altre categorie di yogi, per esempio gli yogi mistici, che di dedicano al rajayoga oppure all'hathayoga.
Krsna ha il diritto di classificare e di stabilire quale dei sistemi yoga sia il migliore?
Krsna viene chiamato anche Yogesvara. Yogesvara significa che Egli è il maestro di tutte le energie mistiche ed è anche il maestro di tutti i sistemi di yoga. In India, Krsna viene riconosciuto da milioni di Yogi di asceti, di jnani e di devoti come autorità suprema di tutto il sapere trascendentale. Il Libro di Krsna viene letto giornalmente da milioni di indù che venerano i Suoi insegnamenti come l'espressione perfetta della comprensione spirituale.
Ciò nonostante molta gente reagisce con grande sdegno se qualcuno dice che un tipo di yoga è superiore a un altro. Essi pensano che questo sia un'offesa verso la vera conoscenza dello yoga e dicono di pensare semplicemente che tutti i sistemi dello yoga siano uguali. Ma perché dovrebbe essere così? Nelle Scritture vediche non si trova cenno all'affermazione che tutti i tipi di yoga sono in definitiva la stessa cosa. Secondo la testimonianza dei Veda esistono realmente delle differenze. Vengono descritte anche delle differenze nelle finalità dei diversi sistemi di yoga. Oltre tutto Krsna è il maestro di tutti gli yoga. La Sua opinione non dovrebbe essere ignorata. Sarebbe un'offesa respingere la Sua opinione come se fosse un'idea settaria.
Srila Prabhupada inizia il suo commento con la spiegazione della parola "bhajate". Bhajate non significa solamente adorazione o servizio. E' una specie di combinazione tra le due cose. In fondo il termine bhajate significa bhakti. La parola bhakti significa "servizio devozionale", dove si uniscono l'adorazione e il servizio. Bhakti o bhaja non può voler dire solamente "servizio"  tipo come si serve la propria moglie, il proprio marito, il principale oppure la società. Nello stesso modo queste parole non possono riferirsi "all'adorazione" come di adora un divo del cinema, una rockstar, un grande politico, una persona storica, un semidio oppure un demone. Bhajate significa impegnarsi con amore e devozione nel servizio. Si adora Krsna attraverso il proprio servizio.
Attraverso il proprio servizio ci si dedica all'adorazione del Signore Supremo.
Questo genere di servizio è spirituale cioè si tratta di un servizio che rende attivamente partecipe l'anima.
Altre forme di servizio, che mirano solo ad accontentare delle personalità mondane, riguardano solamente il corpo e la mente, non l'anima.
Il traguardo del servizio materiale è la gratificazione del corpo e della mente. La bhakti invece tocca direttamente l'anima. Chi si dedica al bhaktiyoga può conoscere direttamente l'"io". Krsna da la conferma nel secondo verso del nono capitolo, dove dice:

rajavidyaguyham
pavitram idam uttamam
pratyaksavagamam dharmyam
susukham kartum avyayam

"Questa conoscenza è rajavidya, il re della conoscenza. Rajaguyham è il re del mistero. Ma mistero non significa che si può penetrarlo. Significa invece, che si può diventarne partecipi, se ci viene svelato. Di tutte le rivelazioni la conoscenza del bhaktiyoga è il re - raja  la più grande ed elevata saggezza. Pavitram è la pura conoscenza, non contaminata da qualche influenza della natura materiale oppure da qualche concetto materiale sbagliato. E uttama: Tama significa "buio" ed ut significa "al di là". Uttama perciò vuol dire "al di là dell'ignoranza" E' la conoscenza suprema. Perché suprema? Pratyaksavagamam l'anima stessa la può percepire. Questa conoscenza è così elevata che deve essere recepita dall'anima. Non si riesce a percepirla con i sensi o con la mente. Il bhaktiyoga non è una questione di fede religiosa.
Il Movimento per la Coscienza di Krsna non insegna un "sistema di fede".
Chi è convinto che la nostra filosofia e il nostro modo di vivere sia fondato sulla fede, è lontano dal capire il movimento Hare Krsna.
La Coscienza di Krsna si basa sulla verità che viene insegnata e vissuta dalle grandi autorità della parampara (successione di maestri spirituali). Un neofita della Coscienza di Krsna, che non ha ancora avuto modo di sapere e di realizzare tante cose, potrà accettare certi insegnamenti sulla base della fede, perché superano l'attuale conoscenza. Ciò non significa però che l'insegnamento fondi sulla fede. Al contrario la cosa più importante nella Coscienza di Krsna è la conoscenza realizzata.
Quando diciamo pratyaksavagamam dharmyam questo dà speranza a chi riesce a imparare soltanto attraverso l'esperienza. Per molte persone è molto difficile avvicinarsi alla vita spirituale, perché hanno sentito dire che bisogna solo avere fede. La conoscenza spirituale è la fede e niente più.
Se invece questa fede non è basata sulla realizzazione della conoscenza, può essere facilmente attaccata da altre filosofie, come per esempio dal materialismo. Nella Coscienza di Krsna raccomandiamo semplicemente di cantare il mahamantra Hare Krsna, così, col passare del tempo, si svilupperanno realizzazione e gusto e si agirà con piena convinzione. Chi mette a confronto la propria situazione prima e dopo essersi avvicinati alla Coscienza di Krsna, noterà una grande differenza. Questo dipende dalla purificazione. Grazie a questa purificazione si sviluppa automaticamente la realizzazione.
Tutto questo è normale, perché la conoscenza è una qualità dell'anima.
Le caratteristiche dell'anima sono eternità, conoscenza e felicità.
L'essere vivente possiede per natura la conoscenza  non una conoscenza illimitata, ma in definitiva riceverà tanta conoscenza quanta potrà comprenderne. Per esempio questo bicchiere è pieno d'acqua, ma ciò non significa che tutta l'acqua esistente si trovi in questo
bicchiere.
Ciò nonostante il bicchiere è pieno. In maniera simile l'anima individuale è piena di conoscenza. Attualmente però questa conoscenza non si manifesta.
Ma se l'anima è così piena di conoscenza, perché siamo immersi di ignoranza? Un neonato non può comprendere nemmeno le situazioni più semplici, perché è privo di conoscenza, bisogna insegnargli tutto.
La colpa è del corpo, che copre completamente la conoscenza naturale dell'anima. Il corpo assomiglia a una coperta bagnata su una piccola fiamma. La fiamma della nostra identità spirituale è soffocata. Tutto quello che è in azione adesso, sono qualità materiali come la virtù, passione e ignoranza, le tre influenze della natura materiale. Essi influenzano la nostra mente, la nostra intelligenza e il falso ego, cosicché seguiamo ciecamente i vari tipi di gratificazione dei sensi.
Qualche anima è più coperta dall'influsso materiale e qualche altra meno. Se osserviamo la gente, possiamo notare, che qualche persona è più incline al materialismo di altre, ma che praticamente nessuno sa qualcosa sulla propria vera identità spirituale.
E l'anima coperta dal corpo di un albero si trova sicuramente ancora più influenzata dalla coscienza materiale dell'essere umano. Gli alberi non hanno la capacità di movimento. Non hanno la possibilità di agire, sono privi di braccia e di gambe con l'aiuto dei quali si potrebbero muovere, non hanno sensi adatti, che permetterebbero loro di acquisire conoscenza, né hanno occhi e orecchie. Non hanno molta coscienza, che dà la possibilità di mettersi in contatto con altri. La copertura del corpo impedisce allora che la conoscenza dell'anima si manifesti.
In tutte le specie viventi si manifestano secondo la natura della copertura del corpo diversi gradi di coscienza e conoscenza. L'anima percorre tutte queste forme di vita e non sa, per colpa del suo stato di "sonnolenza", niente della propria vera identità.
Nella forma umana però esiste la possibilità di liberare l'anima per sempre dal ciclo di nascite e morti. Attraverso la purificazione l'anima può riconoscere la propria essenza spirituale fatta di eternità, conoscenza e felicità. Questo non può avvenire altrimenti, né attraverso lo studio, né con la speculazione mentale e neanche dall'esperienza della vita. Solamente attraverso la purificazione ciò è possibile.
Questa purificazione che porta fino alla realizzazione spirituale è il dovere di ogni essere umano, non importa a quale razza, sesso, nazionalità o religione egli appartenga. Se è ricco o povero, bianco o nero, induista o musulmano, cristiano o ebreo, agnostico o ateo, ciascuno ha la responsabilità di elevarsi attraverso la purificazione spirituale e in questo modo capire realmente il vero "io".
Questo punto viene spiegato nel Vedantasutra: athatobrahma jijnasa. Così dice il primo aforismo del Vedantasutra. "Dato che hai la forma umana hai l'occasione di leggere questo libro". Perciò: atha  non importa che cosa tu abbia fatto fino adesso, non importa a quale tipo di studio o a quali attività di beneficenza tu ti sia dedicato  atha! Adesso hai la forma umana e stai cercando la verità, visto che stai leggendo il Vedantasutra. Percepisci allora che cosa significa il Brahman. Athatobrahmajijnasa." Jijnasa significa sete di sapere. Per natura già siamo portati a raccogliere varie esperienze, in generale però si tratta di cose materiali. Adesso dovremmo cercare di capire cos'è il Brahman. La forma umana è molto importante, però è molto rara. E' importante perché se è usata in maniera giusta ci si può liberare da tutte le contaminazioni materiali accumulate. La conoscenza si manifesta nel cuore e col tempo si potrà capire se stessi e la grandezza dell'Essere Supremo. Nello stesso tempo si potrà realizzare l'eterna relazione con il Signore Supremo, Sri Krsna, così si sarà eternamente e fermamente ancorati nel servizio di devozione a Sri Krsna.
Questa fermezza sul piano spirituale comporta di conseguenza un altro sviluppo: disfarsi semplicemente della copertura del corpo non è tutto. La liberazione da questa copertura viene chiamata nirvana, ma questa fase è solo l'inizio del successo nella vita spirituale.
A Goloka Vrndavana esistono dei pascoli meravigliosi, dove il Signore gode dei Suoi divertimenti. Là ci sono alberi, fiori, erba, mucche, pavoni, uccelli e api; tutti questi esseri possiedono un puro corpo spirituale pieno di eternità, felicità e conoscenza. Attraverso la loro presenza passiva aumentano la bellezza di Goloka. Questo sentimento detto santa-rasa viene raggiunto dagli yogi mistici molto avanzati, in quanto la loro meditazione è mista con la devozione per Krsna.
Il livello successivo è dasyarasa o il sentimento di servizio, come i tre livelli, può essere raggiunto solo dai devoti. Nel santarasa c'è ancora un po' di impersonalismo, mentre nel dasyarasa e in quelli più avanzati la relazione è puramente personale. La caratteristica del dasyarasa e consiste dunque nel servizio personale a Krsna. I devoti a questo livello raggiungono un'esistenza eterna a Vaikuntha-loka. Vai significa "senza" e kuntha significa "paura". Vaikuntha è il luogo in cui non esiste la paura. E' un paese meraviglioso dove l'armonia regna eternamente. Su Vaikuntha regna Sri Visnu, un espansione di Krsna, a quattro braccia, che tiene nelle mani una conchiglia, una mazza, un fiore di loto e un disco. La Sua compagna si chiama Laksmi, la Dea della fortuna. Seduti insieme su un trono d'oro vengono adorati con delle offerte di pietre preziose e di ghirlande di fiori. Innumerevoli bellissime Laksmiji (espansioni di Laksmi) fanno loro aria con i ventagli. Tutti abitanti di Vaikuntha hanno quattro braccia, come Visnu. A Vaikuntha si spostano con astronavi di fiori, che somigliano a cigni e l'aria è colma di voci ridenti e di piacevoli canti di uccelli esotici.
Adesso si potrebbe chiedere: "Ma dov'è situata questa Vaikuntha?" Non sarebbe una bellissima meta per le prossime vacanze? Come ci si arriva?" Vaikuntha però è situata al di là della nostra dimensione materiale. Oggigiorno alcuni professori di astrofisica sostengono che l'universo in cui viviamo somiglia a una bolla gigante che con gli altri universi, anche loro a bolla, forma un agglomerato schiumoso. Questa concezione non è per nulla una novità. Troviamo la stessa spiegazione nello SrimadBhagavatam, che è stato scritto cinquemila anni fa dal grande saggio Vyasadeva. Milioni di universi a forma di bolle si sono manifestati dai pori di MahaVisnu e galleggiano sulla superficie di Karanajala (l'oceano causale). Questo ci divide dal mondo spirituale.
Nel brahmajyoti, l'irradiazione luminosa spirituale, che si trova al di là di Karanajala, galleggiano i pianeti Vaikuntha, i regni della forma illimitata di Visnu. Ogni Vaikuntha-loka è illimitato e nonostante questo ne esistono infiniti.
Ciascuno si illumina di luce propria. Krsna dice nella Bhagavad-gita (15.6.): na suryo na sasanko na pavakah. "Il Mio regno non viene illuminato né dal sole, né dalla luna e nemmeno dall'elettricità."
Quando dunque cinquemila anni fa veniva enunciata la Bhagavad-gita, si conosceva già l'elettricità. In tempi passati è stata dimenticata per poi essere riscoperta nuovamente poco tempo fa. In ogni caso Krsna spiega che nel Suo regno spirituale Vaikuntha non si usa alcuno di questi espedienti materiali.
A Vaikuntha-loka la maggior parte dei devoti ha una relazione di servizio con il Signore. A Goloka, il pianeta superiore dei pianeti Vaikuntha, esiste una relazione ancora più elevata e intima.
Goloka Vrndavana è più grande di tutti gli altri pianeti Vaikuntha messi insieme, milioni e milioni di petali di fiori di loto circondano questo pianeta. Krsna e Radharani (Visnu e Laksmi) abitano nel centro di questo regno meraviglioso. Radha, con le Sue compagne, le gopi (pastorelle) è impegnata a fare piacere (a divertire) Krsna.
Questa è l'essenza di Dio  Egli è sempre immerso in giochi piacevoli.
Goloka Vrndavana, è manifestato anche nel mondo materiale: è Goloka Vrndavana, il santo dhama in India, dove è apparso Krsna cinquemila anni fa. Solo chi ha gli occhi spalmati di puro amore per Krsna può capire che Goloka e Goloka non sono diverse l'una dall'altra.
A Goloka Krsna viene adorato con tutte cinque le relazione di devozione. Ci sono devoti che Lo adorano con la relazione detta santarasa, dasyarasa e anche sakhyarasa. Al livello di sakhya-rasa sono gli amici di Krsna. Qualcuno dei pastorelli vede Krsna come un compagno di giochi. L'idea che Krsna è il Signore Supremo non fa parte del loro modo di amare Krsna.
Poi esiste il vatsalyarasa, il sentimento dei genitori verso Krsna. Nel mondo materiale piace a molte persone religiose di vedere Dio come loro padre. Perché? Perché così Gli possono chiedere tante cose: "Dammi da mangiare, proteggimi, dammi la capacità di guadagnare etc." Nel mondo spirituale invece i devoti in vatsalyarasa vedono Krsna come proprio figlio. Nanda Maharaja e Yasoda per esempio assumono il ruolo di padre e madre di Krsna, nello stesso modo in cui tutti i padri vorrebbero dare tutto al loro figlio. Madre Yasoda pensa: "Se Krsna non mangia abbastanza si ammalerà."
Ma qualche volta Krsna manifesta la Sua vera posizione. Una volta, dopo aver giocato con i Suoi amici, fu accusato da Suo fratello Balarama di aver mangiato della terra. Balarama, che ha sempre voglia di scherzare, voleva fare arrabbiare Krsna. Per questo disse: "Mamma Yasoda, Krsna ha mangiato della terra." E Krsna rispose: "Non è così! Io non ho mangiato della terra. Questo è solo uno scherzo di Balarama e dei Suoi amici."
Ma gli amici di Balarama risposero in coro: "Si, si, Krsna ha messo in bocca della terra. L'abbiamo visto!" "Non è vero protestò Krsna!" Infine madre Yasoda disse: "E va bene, vediamo chi ha ragione. Krsna vieni qui e apri la bocca."
Krsna aprì la bocca e madre Yasoda guardò dentro. Sembrava che Krsna avesse mangiato davvero tanta terra, perché Yasoda vide nella bocca l'intero universo e rimase attonita.
Balarama le aveva detto che Krsna aveva mangiato un po' di terra e invece lei vedeva tutto il pianeta Terra, la Luna e il Sole. Vedeva tutto nella bocca di Krsna. Vedeva addirittura se stessa che guardava nella bocca di Krsna.
Madre Yasoda, completamente confusa, pensò: "Mio figlio deve essere proprio speciale, forse una specie di semidio, oppure addirittura Dio in persona". Così si fece molto pensierosa e meditò di dover sempre pensare a Krsna come a una persona straordinaria.
Ma Krsna pensò che non fosse giusto che Sua madre Lo adorasse con timore e rispetto,e così fece scendere il mistico velo di yogamaya su di lei e Yasoda infine disse: "Forse Hai mangiato della terra e forse no. Comunque sia non farlo mai più! E adesso vai a giocare."
Infine c'è la relazione dell'amore coniugale  madhuriarasa. Qui si distingue fra due sentimenti, svakiya e parakiya. Svakiya significa amore legale e parakiya significa amore illegale. Svakiya si manifesta a Dvaraka nello sfarzoso e opulento regno di Krsna dove Egli ebbe molte mogli. Ancora oggi molti sceicchi arabi sposano fino a trecento donne. Questo è ciò che si intende per amore legale, una relazione d'amore tra uno sposo e la moglie, o le mogli, con le quali è legalmente unito.
Quando Krsna apparve cinquemila anni fa in India, manifestò questo sfarzo nel Suo regno eterno di Dvaraka, costruendo una città nel mare arabico, davanti alle coste di una città indiana che ancora oggi ha il nome di Dvaraka. In questa città simile a una isola visse Krsna con sedicimila e centootto mogli. A Dvaraka nel mondo spirituale Krsna ha un numero illimitato di mogli e ad ciascuna di esse ha contemporaneamente dato un palazzo immenso in cui abita con loro.
Uno yogi mistico può espandersi al massimo in otto forme, che sono come immagini televisive, cioè egli può apparire in otto posti contemporaneamente, però è costretto ad agire in tutti i posti nello stesso modo. In definitiva è sempre un'unica persona, nonostante il suo potere mistico gli permetta di stare nello stesso tempo in diversi posti.
Krsna invece, chiamato anche Yogesvara, Si espanse in sedicimila e centootto differenti forme e ciascuna delle sue espansioni si comportava in modo differente con ciascuna delle Sue mogli. Di conseguenza tutte le Sue mogli erano completamente soddisfatte. Questo fu osservato dal grande saggio Narada durante una sua visita a Dvaraka.
Invece a Vrndavana, dove i rapporti non sono così formali, la relazione d'amore è parakiya (illegale), cioè le gopi non sono sposate con Krsna, bensì con altri uomini. Questo ostacolo fa si che l'estasi d'amore sia ancora più intenso. In fondo non c'è niente di sconveniente nell'amore parakiya, perché infine tutto appartiene a Krsna. Le gopi sanno benissimo che appartengono a Krsna e sono sposate con altri uomini solo per il volere di Krsna. Ma quello che conta veramente nel loro cuore è solo Krsna. Quando è notte di luna piena durante la stagione di sarat, Krsna nel bosco suona il Suo flauto e le gopi abbandonano qualsiasi cosa stiano facendo per raggiungerlo.
Non aveva importanza se stessero parlando col loro marito, se stessero facendo da mangiare, se si stessero occupando dei bambini, o se fossero state in compagnia dei loro parenti, al suono del flauto di Krsna abbandonavano tutto. Alcune di loro non riuscivano neanche a vestirsi del tutto o scambiavano la parte di sotto con quella di sopra e non riuscivano nemmeno a pettinarsi. Correvano da Krsna e basta.
Qualche gopi è stata trattenuta dai parenti e rinchiusa nello sgabuzzino. Queste gopi lasciavano immediatamente il loro corpo, perché non era loro possibile vivere senza andare da Krsna.
Quando le gopi erano dinanzi a Krsna Egli disse: "Care gopi, sono molto contento di vedervi qui in piena notte. Ma non credete che questa situazione sia un po' immorale? Ci si aspetterebbe da voi che foste delle brave ragazze caste  i vostri mariti vi aspettano. Cosa devono pensare di voi? Non dovreste fare cose del genere, è contro i princìpi della religione. Dovreste tornare a casa subito per occuparvi dei vostri bambini e compiere i vostri doveri. Non rimanete qui da Me nel bosco di notte. Che cosa dirà la gente?"
Le gopi rimasero in silenzio davanti a Krsna disegnando con i piedi dei cerchi nella sabbia. Con la testa abbassata ascoltavano pazientemente Krsna, finché alzarono lo sguardo e dissero: "O Krsna, come puoi essere così vile! Prima ci hai chiamate in piena notte per raggiungerti! Abbiamo lasciato tutto. La nostra esistenza materiale è rovinata e non c'è modo di tornare indietro. Se dovessimo tornare a casa i nostri parenti non ci accoglierebbero più e tu stai davanti a noi e ci fai una sciocca predica morale. Non sai che cosa sono le buone maniere?" Subito dopo ebbe inizio la danza rasa.
In tutto sono allora cinque i sentimenti per Krsna. L'amore coniugale è il sentimento più dolce e supremo, il sentimento neutrale invece è il meno elevato. Il sentimento dell'amore coniugale, quello delle gopi, è il più alto.
Le gopi non sono delle "ragazzine", nonostante abbiano un corpo femminile sono in realtà dei grandi saggi. Quando parliamo delle gopi, le ascoltatrici femminili tendono qualche volta ad identificarsi con i giochi d'amore delle gopi.
Ma l'amore per Krsna in questo sentimento non ha nulla a che vedere con la forma femminile in carne e ossa. Tutte queste relazioni con Krsna non hanno assolutamente a che fare con il corpo.
Solo il fatto che si possieda un corpo femminile non vuol necessariamente dire che in qualche modo si è più vicine alle gopi. In realtà può significare che si è molto lontano (quando per esempio si è inclini ad avere rapporti con gli uomini in questo mondo).
Quando parliamo di qualcuno che ama Krsna intendiamo delle persone prive di corpo materiale. Intendiamo corpi spirituali. Quando l'anima si sviluppa attraverso il bhaktiyoga, riceve un corpo completamente spirituale con uno dei cinque sentimenti: santa, dasya, sakhya, vatsalya o madurya.
Chi allora è interessato a sperimentare un amore così divino, si dedichi a questa più alta forma di yoga, come viene descritta da Krsna in questo verso. Sraddhavan bhajate yo mam, madgatenantaratmana: segui Krsna, pensa a Krsna e serviLo con tutto il tuo cuore. Così si può arrivare al livello più alto dei sentimenti. E questo è possibile solo attraverso la bhakti. Non c'è altro modo per entrare in contatto con Krsna.

bhakya mam abhijanati
yavan yas casmi tattvatah
tato mam tattvato jnatva
viste tadanataram

Si può riconoscere la Persona Suprema, Dio, solo attraverso la bhakti.
E' questo che Krsna ci dice.
Perché allora faticare con altri metodi speculativi? Si tratta solo di illusione pensare che non ci sia un traguardo supremo da raggiungere nello yoga. E questo traguardo è la completa realizzazione spirituale in coscienza di Krsna. Raggiunto questo livello si è eternamente soddisfatti, a prescindere dal tipo relazione che si ha con Krsna.
Il traguardo è il regno supremo del Signore, dove Egli manifesta i Suoi giochi d'amore. Una volta arrivati là  yad gatva na nirvantante tad dhama paramam mama (Bg. 15.6.), non si torna mai più in questo mondo.
A causa della nostra natura invidiosa, siamo caduti nel mondo materiale. Adesso dovremmo desiderare di tornare al livello spirituale. Se ci è in qualche modo possibile di cogliere il mondo spirituale, questo sarà così soddisfacente, che tutti i desideri materiali svaniranno a poco a poco.
Il movimento per la coscienza di Krsna è così importante perché offre un assaggio del gusto nettareo che ci viene dato attraverso la misericordia del Signore Supremo, Dio.
Non sottovalutate dunque il servizio devozionale e il canto Hare Krsna. Sono le gemme più preziose. Non siate duri come degli animali. Che cosa si può raggiungere: una posizione con la quale non si può confrontare nemmeno l'uomo più ricco dell'universo. La ricchezza materiale al confronto non significa nulla, perché al momento della morte si perde tutto. Che cosa ci danno le cose materiali? Perché dovremmo occuparcene?
Il metodo del bhaktiyoga, la coscienza di Krsna, è dedicato a tutti quelli che sono abbastanza sensibili da capire che il traguardo supremo della vita è Krsna.















L'OSSERVATORE
VEDICO

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Matsya Avatara dasa



IL GRANDE ESODO DI FINE MILLENNIO

Secondo il calendario gregoriano siamo prossimi al terzo millennio dell'era cristiana, secondo quello musulmano siamo vicini alla metà del secondo, e dalla Letteratura Vedica, le più antiche Scritture sacre di questo pianeta, apprendiamo di essere nel quinto millennio dell'era di Kali.
Nei Veda il tempo cosmico è misurato in mahayuga, ciclo di quattro ere (satya, treta, dvapara e kali) che dura complessivamente quattromilioni e trecentoventimila anni, e di cui il kaliyuga rappresenta l'ultima stagione. Essa, come qualità della vita, è indubbiamente la peggiore, talvolta paragonata all'inverno dell'anno cosmico. Però, dal punto di vista escatologico, spirituale, è l'era a noi più propizia, perché il Signore Supremo, nella Sua immensa benevolenza, rende accessibile a tutti la realizzazione spirituale nel modo più facile e breve. Questo modo consiste nel canto dei Santi Nome di Dio: hare krsna hare krsna krsna krsna hare hare hare rama hare rama rama rama hare hare. Lo Srimad-Bhagavatam (1.1.10) ci informa tuttavia che le caratteristiche predominanti di questa quarta e ultima stagione cosmica sono l'ipocrisia e la discordia. Infatti, nonostante lo strabiliante progresso tecnologico tanto vantato dalla società materialista, i mali fisici e le angosce che affliggono l'esistenza sembrano, rispetto al passato, aggravarsi anziché diminuire. Nel caso qualcuno obiettasse che oggi la qualità della vita è molto superiore a quella del passato, possiamo agevolmente dimostrargli il contrario. Le civiltà antiche hanno sofferto per ignoranza, malattie, carestie, guerre, persecuzioni, schiavitù: questi mali sembra siano stati in seguito parzialmente mitigati o rimossi, ma un'attenta analisi mostra come anche la società moderna soffra degli stessi mali. Magari in alcuni casi gli aspetti e i nomi dei mali sono cambiati, ma la qualità della sofferenza che essi arrecano aumenta in progressione.
A parte le poche nazioni industrializzate, la maggioranza della popolazione del pianeta è tuttora semianalfabeta, e poi il sintomo più evidente dell'ignoranza non è tanto l'analfabetismo, quanto la mancanza di consapevolezza (ignoranza) spirituale. Prendere coscienza di Krsna, di Dio, delle Sue leggi è lo scopo della vita umana, e questa conoscenza serve a ristabilire la nostra relazione con Dio, per imparare a vivere felicemente con Lui, servendoLo con amore e devozione.
Come scritto nei Veda, ignoranza è la non conoscenza di Dio: vivere per il piacere dei sensi ignorando Sri Krsna, la Suprema Personalità di Dio, e sfruttando egoisticamente la Sua creazione. Come si usa dire oggi, questa è la madre di tutte le ignoranze, dalla quale tutte le altre discendono. Questa fa la differenza tra vidya e avidya, tra conoscenza e ignoranza.
Conoscere il mondo materiale e usare la sua tecnologia non è male in sé, ma non affranca dall'ignoranza di Dio e dai conseguenti errori che a loro volta generano, per la legge di causa ed effetto, ogni tipo di sofferenza. Prendiamo come esempio le malattie: nemici mortali della salute nel secolo scorso furono il vaiolo, il colera, la tubercolosi, la sifilide, ecc.; oggi queste malattie sono state arginate e sconfitte grazie ai farmaci messi a punto con la ricerca scientifica ma, purtroppo, al loro posto sono comparse altre malattie: la vastissima gamma dei tumori, l'aids, lo stress da ansia, e altre ancora.
L'umanità che oggi abita il pianeta in genere non ha fatto tesoro delle esperienze karmiche (1) dei suoi antenati, perché invece di cercare, per prevenire, la vera causa delle malattie, che è l'infrazione delle leggi di Dio, vuole dominare e sfruttare la natura, nel vano tentativo di eluderne le ferree leggi.
Quanto alle guerre la situazione non è certo migliorata rispetto al passato. Oggi su questo pianeta ci sono ben ottantacinque aree, che interessano una popolazione di centinaia di milioni di abitanti, dove la guerra miete quotidianamente decine di migliaia di vittime, soprattutto tra la popolazione civile. La fame uccide oltre duecentomila persone al giorno, nonostante la tecnologia che, come si vede, resta un privilegio di minoranze. Le nazioni ricche sfruttano le risorse energetiche di tutto il pianeta, prelevando a ritmo vertiginoso tutte le materie prime, lasciando le popolazioni detentrici più povere di prima, in un ambiente stravolto, degradato e contaminato, in mano a governi corrotti e senza scrupoli, con i quali i "paesi civili" fanno lauti affari senza curarsi troppo delle drammatiche conseguenze a cui tutto il pianeta sta andando incontro.
Oggi il novanta per cento della intera popolazione mondiale non ha nessuna possibilità di influire sulle scelte strategiche globali del restante dieci per cento che domina la scena politicoeconomica del pianeta.
Il desiderio di indipendenza da Dio, o addirittura di misurarsi con Lui, l'avidità prodotta dall'illusoria identificazione del sé con il corpo fisico, la non visione del fine ultimo della vita che è la liberazione dalla schiavitù della materia, schiavitù che si perpetua nel ciclo di morti e rinascite, ripropone vecchi miti di razza, di credo e di nazione, tendenze pseudo conservatrici che stanno di nuovo sinistramente aleggiando in tutto il mondo. Il materialismo dichiarato e il fondamentalismo religioso sono oggi le due piaghe più dolenti del genere umano, proprio adesso, in cui masse enormi di popolazione provenienti dalle aree economicamente più depresse stanno premendo ai confini della nazioni più ricche in cerca di aiuto.
Ci sarebbe bisogno come non mai di una morale universale basata sull'amore per Dio, la bhakti (2), e, di conseguenza per tutte le sue creature. Ci vorrebbe un governo mondiale basato sull'amore e sulla giustizia, al di sopra di tutte le velleità politicoeconomiche, religiose e settarie, organizzato in modo da garantire i diritti di tutti gli esseri viventi nella loro diversità, ma anche nella loro unità spirituale. I governi delle nazioni, sempre più divisi e discordi, stanno varando leggi sempre più punitive sull'immigrazione, nel vano tentativo di chiudere le porte in faccia a una fiumana dilagante, bisognosa, turbolenta e minacciosa che viene ora a reclamare il proprio diritto alla vita direttamente in casa di quella parte di mondo che li ha spogliati di ogni bene e sfruttati finché ha potuto. I Greci antichi chiamavano "barbaro" ogni straniero. Adesso i paesi ricchi definiscono "terzo mondo" i Paesi poveri e i loro abitanti "extracomunitari" (quasi extraterrestri). Purtroppo se in tempi brevissimi quel citato dieci per cento di "privilegiati" non sarà capace di modificare i propri comportamenti sociali, ricomincerà apertamente e su vasta scala il gioco al massacro. Eccone alcuni sintomi:
Solingen, Germania, fine maggio '93, ennesimo eccidio ai danni di immigrati. Il fenomeno è causato dall'intolleranza razziale a sfondo ideologico. In tutti i casi precedenti il governo ha reagito con indolenza. Francia, la polizia spara ripetutamente su immigrati di colore manifestanti, l'ultimo dei quattro morti è un giovane magrebino. Los Angeles, California, due anni fa agenti di polizia picchiano selvaggiamente un automobilista nero. La magistratura assolve i "colpevoli", poi, a seguito della violentissima protesta popolare, rivede in secondo grado la sentenza. Roma, ennesimo episodio di odio razziale: il leader degli extracomunitari in Italia viene aggredito, picchiato e cosparso di benzina. Arrivano dei passanti e lo salvano. Anche questo crimine è di stampo neonazista. Bosnia, ex Iugoslavia, negli ultimi due anni le milizie serbobosniache (e non solo) hanno stuprato, ingravidato o ucciso migliaia di donne musulmane e non, allo scopo di fare una "pulizia etnica". Il mondo "civile" ha finora detto di avere orrore, ma in quanto a contrastarli, lo ha fatto con poca efficacia. Repubblica del Sud Africa, la polizia razziale segregazionista ha messo in moto da anni una catena infinita di stragi. Vige il terrore: bianchi contro neri, neri contro neri, bianchi contro bianchi e così via... tutti contro tutti.
In tutto il mondo, nei mattatoi "civici", si uccidono giornalmente e senza pietà, anzi con "normalità", centinaia di milioni di animali terrorizzati e indifesi, anche sprecando ricchezze enormi (3) in nome di una errata alimentazione e accumulando un karma negativo tremendo. Lo stesso vale per quanto riguarda la sperimentazione di farmaci su animali e la famigerata vivisezione a scopo scientifico, pratiche entrambe probabilmente inutili e sicuramente crudeli, dalle quali dobbiamo prendere le distanze e che dobbiamo combattere con determinazione.
Chi fa è responsabile, ma incomparabilmente di più lo è chi comanda, chi governa, chi ha il potere di cambiare.
Spero che quanto fin qui detto aiuti a guardare in faccia alla realtà e a trovare gli stimoli per contrastare e curare seriamente le cause del malessere intenso di cui soffre l'intero pianeta.
Oggi risulta evidente il bisogno di un governo mondiale basato su un nuovo diritto universale, che consideri in modo fraterno tutte le creature del Signore, che sappia programmare in base alla vera conoscenza, che è quella spirituale, e amministri globalmente tutte le risorse, mediando le necessità di una così vasta compagine, umana e non.
La legge c'è già, è la legge dell'amore, la legge di Dio, va solo applicata alla vita pratica di tutti i giorni: perché questo è avere coscienza di Dio.



Note

1) Karma: la legge della natura secondo cui ogni azione, buona o cattiva, provoca una conseguenza che lega ancor di più l'autore all'esistenza condizionata e al ciclo di nascite e morti.
2) Bhakti: amore e devozione per il Signore, caratterizzate dall'impiego dei sensi purificati al servizio dei Sensi del Signore.
3) Studi autorevoli hanno ripetutamente dimostrato che gli animali da allevamento consumano molto più di quanto non rendano sotto forma di carne.















Scritture Vediche

SRIMADBHAGAVATAM

Primo Canto: La Creazione

Continua la pubblicazione dello SrimadBhagavatam, il grande classico della spiritualità scritto cinquemila anni fà da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



CAPITOLO VIII

VERSO 11


harer gunaksiptamatir
bhagavan badarayanih
adhyagan mahad akhyanam
nityam visnujanapriyah

hareh: di Hari, il Signore Supremo; guna: attributo trascendentale; aksipta: assorta in; matih: mente; bhagavan: potente; badarayanih: il figlio di Vyasadeva; adhyagat: intraprese lo studio; mahat: grande; akhyanam: racconto; nityam: regolarmente; visnu-jana: i devoti del Signore; priyah: caro.



TRADUZIONE

Il figlio di Srila Vyasadeva, Srila Sukadeva Gosvami, non solo possedeva una grande forza spirituale, ma era anche molto caro ai devoti del Signore. Così intraprese lo studio di questo grande racconto [SrimadBhagavatam].



SPIEGAZIONE

Secondo il Brahmavaivarta Purana, Srila Sukadeva Gosvami era un'anima liberata fin da quando era nel grembo di sua madre. Sapendo che dopo la sua nascita il bambino non sarebbe rimasto a casa, Srila Vyasadeva gli trasmise lo SrimadBhagavatam in una forma sintetica affinché egli sviluppasse un attaccamento per i sublimi divertimenti del Signore. Poi, dopo la sua nascita, il bambino fu ulteriormente istruito sulla scienza del Bhagavatam di cui udì gli sloka stessi.
Per lo più le anime liberate sono attratte dall'aspetto Brahman, o impersonale, della Verità Assoluta, e nutrono l'ambizione monista di diventare Uno col Tutto Supremo. Ma a contatto con i puri devoti come Vyasadeva anche un'anima liberata diventa attratta dalle qualità trascendentali del Signore. Per la misericordia di Sri Narada, Srila Vyasadeva fu in grado di narrare la grande epopea dello SrimadBhagavatam, e per la misericordia di Vyasadeva, Srila Sukadeva Gosvami poté coglierne tutto il significato. Le qualità trascendentali del Signore sono così affascinanti che Srila Sukadeva Gosvami abbandonò il suo completo assorbimento nel Brahman impersonale per concentrarsi positivamente sulle attività personali del Signore. Egli si staccò decisamente dalla concezione impersonale dell'Assoluto, realizzando nel più profondo di sé stesso quanto tempo avesse perduto nel dedicarvisi; in altre parole, la felicità spirituale che provava di fronte all'aspetto personale dell'Assoluto superava di gran lunga quella conosciuta a contatto col Suo aspetto impersonale. Da allora non soltanto divenne molto caro ai Visnujana, ai devoti del Signore, ma anche i Visnujana divennero molto cari a lui.
I devoti, niente affatto desiderosi di annientare l'individualità dell'anima ma piuttosto di diventare intimi servitori del Signore, non amano in modo particolare gli impersonalisti, e gli impersonalisti, che sono desiderosi d'identificarsi con l'Assoluto, sono incapaci di apprezzare il valore dei devoti del Signore. Così, da tempo immemorabile questi due gruppi di spiritualisti si sono regolarmente opposti; a causa delle differenze che caratterizzano la loro rispettiva realizzazione ognuno preferisce rimanere lontano dall'altro. Sembra dunque che Srila Sukadeva Gosvami, attratto dall'aspetto impersonale dell'Assoluto, non nutrisse un particolare affetto per i devoti. Ma accadde che egli stesso diventasse un devoto colmo di affetto per il Signore e si mettesse a cercare costantemente la sublime compagnia dei Visnu-jana, che da parte loro ricercavano la sua compagnia, ora che era diventato bhagavata, attratto cioè dall'aspetto personale della Verità Assoluta. Padre e figlio erano dunque perfettamente esperti nella conoscenza trascendentale del Brahman Supremo, ed entrambi assorbirono i loro pensieri nell'aspetto personale del Signore. Così, questo sloka chiarisce perfettamente come Sukadeva Gosvami divenne attratto dal messaggio dello SrimadBhagavatam.



VERSO 12


pariksito 'tha rajarser
janmakarmavilapanam
samstham ca panduputranam
vaksye krsnakathodayam

pariksitah: del re Pariksit; atha: così; rajarseh: del re che era un rsi tra i re; janma: nascita; karma: attività; vilapanam: liberazione; samstham: rinuncia al mondo; ca: e; panduputranam: dei figli di Pandu; vaksye: parlerò; krsnakathaudayam: ciò che suscita il sublime racconto delle glorie di Krsna, Dio, la Persona Suprema.



TRADUZIONE

Suta Gosvami si rivolse ai rsi guidati da Saunaka:
Inizierò ora il sublime racconto dei divertimenti del Signore, Sri Krsna, che sono legati alla nascita, alle imprese e alla liberazione dell'imperatore Pariksit, saggio tra i re, e alla rinuncia al mondo da parte dei figli di Pandu.



SPIEGAZIONE

Nella Sua infinita benevolenza per le anime cadute, il Signore, Sri Krsna, appare in differenti specie viventi e partecipa alle loro attività quotidiane. E ogni racconto, antico o moderno, legato alle attività del Signore è di natura trascendentale. Se i supplementi dei Veda, come i Purana e il Mahabharata, non fossero legati a Krsna, sarebbero semplici raccolte di avvenimenti storici. Ma poiché si riferiscono a Krsna, questi racconti sono trascendentali, e chiunque li ascolti viene subito a contatto col Signore, sul piano assoluto. Anche lo SrimadBhagavatam è un Purana, ma molto particolare: non soltanto gli avvenimenti che narra sono legati al Signore, ma il suo nucleo stesso è costituito dalle attività del Signore. Questa è la ragione per cui Sri Caitanya Mahaprabhu, il Signore in persona, ha raccomandato in special modo lo studio dello SrimadBhagavatam, che Egli definì il Purana immacolato. Esiste una categoria di devoti di minore intelligenza che senza avere assimilato i primi nove Canti dello SrimadBhagavatam vorrebbe subito gustare i divertimenti intimi del Signore narrati nel decimo Canto; sotto la falsa impressione che gli altri Canti non abbiano un rapporto diretto con Krsna, affrontano subito la lettura del decimo Canto, rivelando così la propria immaturità. Ai lettori che volessero assumere lo stesso atteggiamento questo verso insegna esplicitamente che gli altri Canti dello SrimadBhagavatam sono importanti tanto quanto il decimo. In realtà, nessuno dovrebbe cercare di penetrare nel tema del decimo Canto senza aver prima compreso perfettamente il contenuto e il significato dei precedenti nove.
I puri devoti di Krsna, ad esempio i Pandava, si trovano tutti allo stesso livello assoluto di Krsna. Krsna non Si separa mai dai Suoi devoti, che sono uniti a Lui da diverse relazioni (rasa), né i puri devoti - i Pandava o altri - si separano mai da Lui. Un potente legame che nulla potrebbe spezzare unisce il Signore ai Suoi devoti, quindi tutto ciò che si riferisce ai devoti del Signore, come ciò che riguarda direttamente il Signore, fa parte della Krsnakatha, discorsi in glorificazione del Signore.



VERSI 1314

yada mrdhe kauravasrnjayanam
viresv atho viragatim gatesu vrkodaraviddhagodabhimarsa-bhagnorudande dhrtarastraputre

bhartuh priyam draunir iti sma pasyan
krsnasutanam svapatam siramsi
upaharad vipriyam eva tasya
jugupsitam karma vigarhayanti

yada: quando; mrdhe: sul campo di battaglia; kaurava: il campo di Dhrtarastra; srnjayanam: del campo dei Pandava; viresu: dei combattenti; atho: così; viragatim: la destinazione meritata dai combattenti; gatesu: avendo raggiunto; vrkodara: Bhima (il secondo dei Pandava); aviddha: battuto; gada: con la mazza; abhimarsa: lamentandosi, bhagna: rotta urudande: la colonna vertebrale; dhrtarastraputre: il figlio di Dhrtarastra; bhartuh: del maestro; priyam: piacevole; draunih: il figlio di Dronacarya; iti: così; sma: sarà; pasyan: vedendo; krsna: Draupadi; sutanam: dei figli; svapatam: durante il sonno; siramsi: le teste; upaharat: offerte come regalo; vipriyam: piacevole; eva: come; tasya: la sua; jugupsitam: la più abominevole; karma: azione; vigarhayanti: disapprovando.



TRADUZIONE

Quando sul campo di battaglia di Kuruksetra trovarono la morte i guerrieri dei due campi, Kaurava e Pandava, e tutti giunsero alla rispettiva destinazione, quando Duryodhana, figlio di Dhrtarastra, si accasciò gemendo con la spina dorsale spezzata dalla mazza di Bhimasena, allora Asvatthama figlio di Dronacarya, decapitò i cinque figli di Draupadi mentre dormivano e
offrì al suo maestro le loro teste come trofeo, credendo stupidamente di fargli piacere. Ma Duryodhana rimproverò il suo atto mostruoso e non fu affatto felice di ricevere tale regalo.



SPIEGAZIONE

Le prime descrizioni dello SrimadBhagavatam sulle sublimi attività di Sri Krsna sono legate agli avvenimenti che segnarono la fine della battaglia di Kuruksetra, durante la quale il Signore enunciò la Bhagavadgita, che tratta anch'essa della Sua persona. La Bhagavad-gita e lo SrimadBhagavatam fanno parte entrambi della Krsnakatha, o "messaggio di Krsna", sublime e assoluto. La Bhagavad-gita è Krsnakatha perché enunciata direttamente dal Signore, e lo SrimadBhagavatam perché parla del Signore. Sri Caitanya Mahaprabhu desiderava che la conoscenza di queste due Krsnakatha venisse trasmessa a tutti gli uomini. Sri Krsna Caitanya, o Sri Caitanya Mahaprabhu, è Krsna stesso venuto nelle sembianze di un devoto di Krsna, perciò gli insegnamenti e la volontà di Sri Krsna e di Sri Caitanya sono identici. Sri Krsna Caitanya Mahaprabhu desiderava che in particolare tutti gli uomini nati in India studiassero seriamente queste Krsnakatha e dopo averle pienamente realizzate insegnassero il loro messaggio su tutto il pianeta. Questa attività avrà l'effetto di dare al nostro mondo martoriato la pace e la prosperità a cui l'uomo tanto aspira.



VERSO 15


mata sisunam nidhanam sutanam
nisamya ghoram paritapyamana
tadarudad vaspakalakulaksi
tam santvayann aha kiritamali

mata: la madre; sisunam: dei bambini; nidhanam: massacro; sutanam: dei figli; nisamya: dopo aver saputo; ghoram: orribile; paritapyamana: lamentandosi; tada: in quel momento; arudat: cominciò a piangere; vaspa-kalaakulaaksi: con le lacrime agli occhi; tam: lei; santvayan: consolando; aha: disse; kiritamali: Arjuna.



TRADUZIONE

Avvertita del massacro dei suoi figli, Draupadi, la madre dei cinque eredi dei Pandava, proruppe in lacrime. Cercando allora di calmare il suo tormento, Arjuna le rivolse queste parole.



VERSO 16


tada sucas te pramrjami bhadre
yad brahmabandhoh sira atatayinah
gandivamuktair visikhair upahare
tvakramya yat snasyasi dagdhaputra

tada: soltanto allora; sucah: lacrime di dolore; te: le tue; pramrjami: asciugherò; bhadre: o virtuosa signora; yat: quando; brahmabandhoh: del brahmana degradato; sirah: la testa; atatayinah: dell'aggressore; gandiva-muktaih: scoccate dall'arco detto Gandiva; visikhaih: con le frecce; upahare: presenterò davanti a te; tva: tu stessa; akramya: camminando su; yat: che; snasyasi: ti bagnerai; dagdhaputra: dopo aver cremato i figli.



TRADUZIONE

"O gentile signora, quando con le frecce del mio arco Gandiva avrò troncato la testa di quell'indegno brahmana per offrirla a te, allora asciugherò le tue lacrime e quieterò il tuo dolore. Poi, dopo aver cremato i corpi dei tuoi figli, potrai fare un bagno salendo sulla sua testa"



SPIEGAZIONE

E' chiamato aggressore chiunque incendi la proprietà altrui, avveleni qualcuno, lo attacchi di sorpresa con armi mortali, lo spogli dei suoi beni, usurpi la sua terra o seduca la sua sposa. Tale aggressore, fosse anche un brahmana o il figlio di un brahmana, dev'essere punito immediatamente. Quando Arjuna promise di tagliare la testa dell'aggressore Asvatthama sapeva che questi era il figlio di un brahmana, ma avendo agito come un macellaio meritava la sorte di un macellaio. Non c'è questione di peccato quando si condanna a morte un criminale del genere, anche se, come in questo caso, si tratta del figlio di un brahmana.
(continua nel prossimo numero)















KRSNA

Il Nostro Migliore Amico

di ASTARATHA DASA

Questa conferenza è stata tenuta dopo un concerto di sitar indiano nel tempio di Berlino

La musica che abbiamo appena ascoltato è destinata alle persone di cultura. Cultura umana significa percepire le sfere più sottili della coscienza. Al giorno d'oggi tutto è molto chiassoso e squilibrato, ed è molto difficile ascoltare questo tipo di musica, ovvero praticare qualsiasi tipo di meditazione. Per questo siamo qui riuniti in poche persone, ad ascoltare e apprezzare questa bellissima interpretazione.
Possiamo intuire a quale livello si trovi la cultura vedica. Cultura vuole dire cultura umana. Finché l'uomo non riconosce lo scopo e il valore della vita comportandosi di conseguenza, non è migliore di un animale. Le Scritture vediche spiegano che gli esseri umani che non cercano la realizzazione spirituale somigliano a cani e gatti. A sentirlo ci può sembrare molto duro, ma osservando bene la civiltà di oggi, ci si può rendere conto che è proprio così.
Per poter apprezzare sfere superiori della vita, non basta ascoltare questa musica, visitare una volta un tempio o comprarsi una cassetta e ascoltarla a casa: bisogna organizzare l'intera vita in questa direzione. In più dipende da ciò che mangiamo, da come ci comportiamo nella vita di tutti i giorni, dalla filosofia che studiamo, da chi adoriamo...
La vita umana è destinata all'adorazione. In questo sta la differenza tra l'uomo e l'animale. Nel mondo animale non esiste l'adorazione, non esiste la puja. Non troveremo mai un cane, un gatto, un cavallo che fa l'adorazione. Questa attività è un privilegio degli esseri umani. L'adorazione è l'inizio della vita umana. Per raggiungere un alto livello di adorazione, esistono vari metodi, e la musica meditativa che abbiamo appena ascoltato è un mezzo semplice e gradevole per portare la nostra coscienza sul piano spirituale. Nella sfera spirituale non esiste la dualità come succede invece nel mondo materiale. L'esistenza materiale ci mette a confronto con vari problemi come il caldo o il freddo, il buono e il cattivo, il bello e il brutto. Ma non appena ci eleviamo alla sfera spirituale, questa dualità si dissolve e possiamo capire la nostra natura originale.
Qual è la nostra natura originale? Noi siamo satcitananda: eterni, pieni di conoscenza e di felicità. Più ci avviciniamo a queste qualità, più adempiamo allo scopo della vita umana. Lo scopo della vita di un essere umano, non è quello di combattere per la vita, bensì quello di capire l'Assoluto. Questa è la natura dell'anima. Noi come anime siamo eterni frammenti della Verità Assoluta, di Krsna, la Persona Suprema.
Krsna è il più bello. Tutte le esperienze che possiamo fare in questo o in un altro mondo, hanno origine in Krsna. Per questo Krsna si chiama anche Bhagavan. Colui che possiede tutte le opulenze. Egli possiede una bellezza inimmaginabile ed è infinitamente saggio. Niente si può sottrarre alla Sua conoscenza, perché tutta la conoscenza ha origine in Lui. Egli è infinitamente potente; non esiste alcun ostacolo per Lui e nessuno può sconfiggerLo. Egli è infinitamente rinunciato perché è completo in Se stesso. Egli è totalmente indipendente e anche immensamente ricco; Egli possiede tutto e la Sua fama non conosce confini.
Un altro nome di Krsna è Hrsikesa. Hrsikesa significa Maestro dei sensi. Se noi abbiamo origine in Krsna e siamo i Suoi frammenti eterni, anche i nostri sensi gli appartengono. Se impariamo allora a soddisfare i sensi della Verità Assoluta, i sensi di Krsna, saranno automaticamente soddisfatti anche i nostri. Soltanto essendo presenti quando Krsna viene soddisfatto, ed è questo il significato di puja, saremo automaticamente soddisfatti anche noi. Avete potuto appurare voi stessi poco fa, com'è soddisfacente e illuminante partecipare. Anche se non dovremmo accontentarci dei momenti che abbiamo appena vissuti. Dovremmo sforzarci di rimanere sempre in questa coscienza. Questa è l'alta scuola della vita spirituale. Non è poi così difficile raggiungere la piattaforma spirituale. Ma nel nostro stato condizionato ci riesce difficile mantenerci in questa coscienza, cioè la Coscienza di Krsna, che significa offrire tutte le nostre attività ventiquattr'ore al giorno a Krsna.

yat karosi yad asnasi
yaj juhosi dadasi yat
yat tapasyasi kaunteya
tat kurusva madarpanam

"Qualsiasi cosa tu faccia, mangi, sacrifichi e dai in carità, così come le austerità che pratichi, offri tutto a Me, o figlio di Kunti". (Bhagavad-gita 9.27)

Organizzando la propria vita in questo modo, si raggiungerà facilmente la piattaforma spirituale. Questa piattaforma è infinita. Per raggiungere uno scopo nella vita materiale bisogna darsi da fare e poi tutto finisce con una frustrazione, anche se riusciamo a ottenere quello che ci siamo proposti. Possiamo osservare questa realtà ogni giorno. Gli esseri umani lavorano duramente per ottenere varie cose  un titolo di studio, una carriera professionale etc. Ma appena hanno raggiunto il traguardo, perdono l'apparente gusto e la frustrazione è inevitabile.
La coscienza spirituale è esattamente l'opposto. Più rimaniamo su questa piattaforma più ci innalziamo nel mondo trascendentale. La felicità spirituale aumenta sempre più; non esiste frustrazione. Questo è il significato di ananda  felicità, ed essa aumenta infinitamente. Preghiamo perciò tutti i presenti e non presenti di riflettere su come vogliono impegnare la loro preziosa vita umana. Chi ha capito che la vita umana è destinata alla realizzazione spirituale (athato brahmajijnasa) è invitato a prendere rifugio nella Coscienza di Krsna, che porta alla soluzione definitiva di tutti i problemi.
Hare Krsna. C'è qualche domanda?
Ospite: Che cosa si intende per rifugio?
Astaratha: La risposta è molto semplice. Nel mondo materiale non esiste rifugio perché tutto è temporaneo.
Dovunque cerchiamo rifugio nel mondo materiale sarà temporaneo. Per esempio, se cerco rifugio in un essere umano, questo rifugio sarà temporaneo. Nessuno in questo mondo è onnipotente. Nessuno nel mondo materiale è eterno. Per questo diciamo che Krsna è il vero rifugio, perché Egli è eterno e onnipotente.
Ospite: Mi puoi dire qualche cosa a proposito della sicurezza?
Astaratha: Certo, si può trovare sicurezza solo dove c'è rifugio. Krsna è sarvakarana-karanam, la causa di tutte le cause. Se cerchiamo rifugio e sicurezza ai piedi di loto di Krsna saremo veramente al sicuro. Solamente Krsna ci può promettere: sarvadharman parityajya mamekam saranam vraja aham tvam sarvapapebhyo moksayisyami ma sucah
"Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato. Non temere." (Bhagavad-gita 18.66)
Ospite: Ho una certa avversione per il rifugio. E' una specie di frustrazione. Scappo, mi oppongo...
Astaratha: Il rifugio non ha niente a che vedere con la fuga. Non bisogna fare confusione.
Nella Coscienza di Krsna non si fugge da niente. Nel mondo materiale invece si fugge in continuazione. Da che cosa fuggono gli esseri umani nel mondo materiale? Dalla nascita, dalla vecchiaia, dalla malattia e dalla morte. Possiamo osservarlo ogni giorno. Perché ci sono tante farmacie? Perché l'essere umano fugge dalla malattia. A Berlino esistono almeno una cinquantina di palestre. Perché? Perché la gente fugge dalla vecchiaia. E perché gli scienziati fanno tante ricerche? Perché non vogliono morire. Per questo nel mondo materiale si è sempre in fuga.
Ospite: Ogni essere umano ha bisogno di protezione. Secondo me Krsna penserà: "Tu hai bisogno di un consiglio. Vieni da Me. Io ti posso consigliare." Si tratta di una specie di diagnosi.
Astaratha: Si, Lo si può vedere così. Krsna è il migliore medico. Per questo fa anche la migliore diagnosi. La vita materiale si può paragonare a una malattia. In fondo si tratta di una malattia dell'anima. Perché nascita, vecchiaia, malattia e morte sono completamente innaturali per noi? Perché le rifiutiamo? Perché l'anima è eterna.
Ospite: Se io prendessi rifugio in Krsna avrei la sensazione di fuggire dalla quotidianità e dalle mie responsabilità.
Astaratha: Fuggire o non fuggire, veniamo buttati fuori prima o dopo, perché anche la quotidianità è temporanea.
Ospite: Voi non credete nella felicità. Non è proprio questa l'aspirazione dell'uomo comune? Poco fa hai detto che bisogna liberarsi da questa felicità. Non è invece auspicabile raggiungere una felicità sempre più grande fino ad arrivare alla felicità totale. Non bisogna desiderarla?
Astaratha: Prima di tutto dobbiamo distinguere tra la felicità materiale e la felicità spirituale. Nel mondo materiale colleghiamo la felicità alla lussuria. In altre parole, pensiamo di raggiungere la felicità soddisfacendo i nostri desideri lussuriosi, in qualunque modo essi si manifestino. Questa specie di felicità è però sempre causa di frustrazione, come spiega Krsna nella Bhagavadgita. Oltre a questa felicità esiste un'altra felicità, che ho già nominato prima, si chiama ananda. Ananda in realtà non si può tradurre. La parola materiale "felicità" non è una traduzione esatta. Ananda significa "piacere e felicità in continuo aumento". Con la coscienza materiale non possiamo sperimentare ananda. Chi non può sperimentare il piacere spirituale difficilmente potrà capire che cosa significa ananda. Si tratta di qualcosa di molto naturale che non ha niente a che fare con la lussuria.
Ospite: Hai detto che Krsna possiede già tutto. Poi hai detto che dovremmo offrirGli qualcosa. Se possiede già tutto, non è un controsenso che dica di offrirGli tutte le nostre attività?
Astaratha: Questa è una buona domanda. Naturalmente Krsna non ha bisogno di niente da noi. Egli è atmarama, completamente soddisfatto in Se Stesso. Ma noi abbiamo bisogno di Krsna. Se offriamo le nostre attività e tutto quello che crediamo di possedere a Krsna, potremo unirci a Lui in modo perfetto. Questa è la differenza tra noi piccole jiva (anime) e Krsna. Non potremo mai essere grandi, mentre Krsna è sempre grande. Se allora offriamo tutte le nostre energie a Krsna, saremo uniti a Lui. Krsna non ha bisogno nulla da noi. Possiede già tutto. Veniamo al mondo senza niente e ce ne andiamo senza niente. Tutte le cose che possediamo in questa vita non sono in realtà di nostra proprietà, perché non le possiamo portare via con noi. Dobbiamo lasciarle qui; sono soltanto in prestito.
Ospite: Mi sembra che Krsna sia come un uomo in crisi.
Astaratha: Naturalmente Krsna non ha nessuna crisi. Gli esseri umani sono in crisi. Se si rivolgessero a Krsna, Egli eliminerebbe queste crisi completamente. E questo è tutto quello che vogliamo. Nella Bhagavad-gita Krsna dice:

yada yada hi dharmasya
glanir bhavati bharata
abhyutthanam adharmasya
tadatmanam srjamy aham

"Ogni volta che in qualche luogo dell'universo la religione declina e l'irreligione avanza, o discendente di Bharata, Io vengo in persona". (Bhagavad-gita 4.7)

Noi stessi possiamo osservare che quando da qualche parte del mondo i principi religiosi decadono e l'irreligione prende sopravvento, qualche cosa succede.
Ospite: Perché esistono tante religioni?
Astaratha: Esistono tante religioni perché gli esseri umani non sono tutti allo stesso livello di coscienza e Krsna deve dare a tutti la possibilità di avanzamento. Gli esseri umani in Israele ai tempi di Gesù erano ad un certo livello e Lui ha adattato la Sua predica ai loro tempi e ai loro livelli di coscienza. Erano dei semplici pescatori e pastori. Gesù non poteva rivelargli la filosofia del Vedanta, ma dei principi semplici che erano però in accordo con le Scritture vediche.
Ospite: Esistono però anche altre Scritture come il Corano.
Astaratha: E non esistono contraddizioni tra queste Scritture.
Ospite. Nella nostra Bibbia si parte dal presupposto di non fare del male ad altre persone. Nel Corano al contrario si afferma di ripagare il male con il male. Per esempio a chi ruba viene tagliata la mano. Astaratha: Anche i Veda  la Manusamhita  dicono la stessa cosa. E il Vecchio Testamento dice: "occhio per occhio, dente per dente".
Ospite: C'è però anche scritto che bisogna porgere l'altra guancia.
Astaratha: Si, Gesù lo dice. Dove sono però i Cristiani che lo fanno? Questo ci porta a tutt'altro tema. Chi osserva veramente i principi religiosi del cristianesimo?
Ospite: Però ci sono anche cose diverse nelle Scritture.
Astaratha: Si, questo è vero. Qualche Scrittura si trova ad un livello più alto, qualcuna meno e questo perché le persone alle quali sono destinate si trovano a diversi livelli di comprensione. I libri scolastici che si leggono in prima elementare non sono sbagliati. Ma chi frequenta il liceo non li consulta più.
Ospite: Come si può capire quale Scrittura è più adatta a noi?
Astaratha: Quelle giuste sono quelle che danno risposte alle nostre domande. Bisogna però sapere che domande fare. Tre sono le domande che bisognerebbe porgersi: "Chi sono? Da dove vengo? Dove sono diretto?" Almeno a queste tre domande bisognerebbe trovare risposta.
Ospite: E la domanda: "Che cosa voglio?"
Astaratha: Prima di tutto devo sapere chi sono, prima ancora di sapere che cosa voglio. Se non so chi sono, come posso sapere di che cosa ho bisogno?
Ospite: Perché volete portare il vostro credo ai noncredenti?
Astaratha: Noi non vogliamo convertire nessuno. Cerchiamo solo di risvegliare la Coscienza di Krsna che è già presente in ogni essere vivente.
Ospite: Non sono convinto che non rechi un certo disturbo trasmettendo agli altri il tuo credo. Perché porgi la tua mano a uno che non la vuole?
Astaratha: Non costringiamo nessuno ad afferrare la nostra mano. Se vuoi puoi andartene immediatamente.
Ospite: Da dove arriva il desiderio materiale di predicare?
Astaratha: Che cosa ti fa pensare che si tratta di un desiderio materiale?
Ospite: Lo credo io.
Astaratha: "Io credo", non è sufficiente. Perché lo credi? Non esistono desideri spirituali? Che cosa sono un desiderio materiale e un desiderio spirituale? Desiderio materiale significa voler godere del risultato (dei frutti) in senso più o meno ampio. O godi da solo del risultato o ne gode la tua famiglia, i tuoi parenti, il tuo paese etc. Finché qualcuno in questo mondo gode del risultato si tratta di desideri materiali. Il desiderio spirituale si riconosce dal fatto che è Krsna a godere del risultato.
Ospite: Spiegamelo meglio.
Astaratha: Nel momento in cui agisci in modo distaccato dal risultato e pensi che sia destinato a Krsna, si può parlare di desiderio spirituale. Che vantaggio possiamo avere offrendo dei fiori a Krsna? Sono per Krsna. Non offriamo questi fiori a noi ma a Krsna. Questo è solo un esempio. Ma il semplice fatto che lo facciamo per Krsna riempie di gioia tutti. Come ho spiegato prima, Krsna è Hrsikesa, il maestro dei sensi. Bisogna riflettere un po'.
Questo è lo scopo della vita umana, ma non pensare che si possa spiegare e capire tutto in una sola lezione. Leggi la Bhagavad-gita?
Ospite: Quando Dio chiama qualcuno di voi per qualcosa, vuole dire che ha un desiderio: questo si contrappone alla Sua perfezione. Anche voi avete dei desideri.
Astaratha: Ma Lui non dipende dal risultato di questo desiderio. Quando Dio ha un desiderio non è perché è bisognoso, ma desidera qualche cosa per te. Ti posso fare un piccolo esempio materiale, che naturalmente non è perfetto: un padre ricco desidera la fortuna per il suo figlio. Il padre possiede tutto di cui ha bisogno. Ha un sacco di soldi. Nonostante questo, desidera ancora la fortuna per il figlio. Perché? Perché gli vuole bene. Devi capire che Dio ama tutti gli esseri. Qualcuno ha mai pensato che Krsna ci ama veramente? Dio non è nostro nemico: è il nostro migliore amico. Dobbiamo capire proprio questo. Se desidera qualche cosa da noi è per il nostro bene, non perché abbia bisogno di qualcosa. Questo è il significato della bhakti.
Bhaktiyoga significa ricambiare l'amore che Krsna ha per noi. E questo è molto, molto profondo. In verità non possiamo ricambiare il Suo amore, ma ciò nonostante dovremmo provarci.
Hare Krsna.















I centri Hare Krishna in Italia:

ASTI - roatto  frazione valle reale 20  tel. (0141)9384406
BERGAMO - villaggio hare krishna  da medolago strada per terno d'isola  chignolo d'isola  tel.(035)490706
BOLOGNA - bentivoglio  via ramo barchetta 2  castagnolo minore  tel.(051)863924 CATANIA centro culturale govinda  via san nicolò al borgo 28 tel.(095)552252 FIRENZE - san casciano val di pesa  villa vrindavana  via scopeti 108  tel.(055)820054 MILANO centro culturale govinda (telefonate) via valpetrosa 3/5 - tel. (02)862417 NAPOLI via vesuvio 33/35 - ercolano  tel. (081) 7390398
ROMA via tor tre teste 142 tel. (06)262913
ROMA - nepi  sri gaura mandala  via mazzanese km 700 (cassia uscita calcata) pian del pavone (viterbo)  tel.(0761)527038 VICENZA  prabhupada desh  via roma 9 - albettone  tel.(0444)790573 SVIZZERA italiana  fattoria nandagram - contone  tel. (092)622747



le case dei devoti che potete contattare per incontri e informazioni:

BRESCIA  hare krishna club  tel.(030)2400995
BRESCIA  manerba del garda - ristorante govinda  tel.(0365)552089
CAGLIARI  ristorante govindaji - tel.(070)654435
CAGLIARI  quartu s. elena  tel.(070)827339
GENOVA - tel. (010)389182
MACERATA - belforte del chienti  tel. (0733)951102
PALERMO  tel.(091)6700385
PISA - perignano  tel.(0587)616194
RIMINI - tel.(0541)680820
ROMA - riano  tel.(06)9081039
SAVONA  finale ligure - tel. (019)695284
TERNI  tel. (0744)304129
VARESE  tel.(0332)231538















SRIMADBHAGAVATAM

La Sublime Storia Di Krsna Per Bambini

di JAHNAVI DEVI DASI

Terzo canto, parte prima (capitoli 18)

Suta Gosvami raccontò all'assemblea dei saggi di Naimisaranya la storia di re Pariksit  di come fu protetto da Krsna nel grembo della madre, Uttama; di come fu un grande re vaisnava: di come fu maledetto da Srngi, figlio di Samika rsi e, alla fine, raccontò anche il suo ritiro nella foresta, dove Sukadeva Gosvami gli insegnò dettagliatamente lo SrimadBhagavatam, durante la settimana prima che Taksaka, il serpente alato, lo uccidesse. Finito questo racconto, i saggi di Naimisaranya chiesero a Suta Gosvami di parlar loro di un altro grande devoto, il santo Vidura. Vidura aveva un fratello maggiore, Dhrtarastra, che a sua volta aveva un figlio molto egoista. Duryodhana. Dhrtarastra aveva anche un altro fratello minore, Pandu, che però era morto. I cinque giovani figli di Pandu (i Pandava) andarono ad abitare dallo zio Dhrtarastra, che con suo figlio Duryodhana era meschino con loro (i Pandava erano buoni e religiosi, Dhrtarastra e Duryodhana erano cattivi e atei).
Un giorno, quando i bambini furono diventati grandi, Duryodhana imbrogliò i Pandava e non diede loro la parte di regno che spettava, tenendola per sé. Dopo un po' di tempo, i Pandava non ebbero più neanche una casa, quindi dovettero, per alcuni anni, vivere nella foresta.
Dhrtarastra inviò il saggio Vidura (che era un grande devoto) a cercare i Pandava e indagare sulle loro condizioni di vita. Vidura rispose che i Pandava dovevano avere anche loro una parte del regno. Ma Duryodhana insultò e trattò male Vidura. Vidura restò scioccato e lasciò il palazzo per andare in pellegrinaggio, a visitare i luoghi santi. (In caso ve lo steste domandando, i Pandava combatterono una battaglia contro Duryodhana, la battaglia di Kuruksetra; siccome erano virtuosi, Krsna era dalla loro parte, e quindi vinsero).
Vidura andò dunque in un lungo pellegrinaggio; un giorno, sulle rive della Yamuna, incontrò Uddhava, grande devoto di Krsna, e gli chiese qualcosa sulla vita dei familiari di Krsna. Allora Uddhava cominciò a raccontare i divertimenti di Krsna. Uddhava, nei suoi racconti, parlò anche di quando Sri Krsna si apprestava a finire i suoi divertimenti sulla Terra e tornare a Vaikuntha: un giorno, vicino alle rive del Sarasvati, il Signore si sedette sotto a un albero di baniano; Uddhava era molto attaccato a Krsna, e allora lo seguì; poi vide che, per una fortunata coincidenza, un grande vaisnava di nome Maitreya incontrò, proprio sotto il baniano, Krsna, che gli diede molta conoscenza spirituale. Uddhava, subito dopo, corse da Krsna, che insegnò anche a lui dettagliatamente il sapere spirituale e gli concesse di tornare a Vaikuntha.
Vidura, che aveva l'età del padre di Uddhava, gli chiese di parlargli di ciò che Krsna aveva detto, ma Uddhava gli consigliò di andare da Maitreya, che aveva la sua stessa età. Infatti Uddhava era più giovane di Vidura e Maitreya e non avrebbe voluto, da giovane devoto, insegnare a un saggio tanto erudito. Quindi, Vidura incontrò Maitreya sulle rive del Gange, e si fece insegnare la conoscenza spirituale.
Lo SrimadBhagavatam è una storia dentro la storia; Suta Gosvami parla ai saggi di Naimisaranya di quello che Sukadeva Gosvami dice a Pariksit, che a sua volta parla di ciò che Maitreya ha insegnato a Vidura. Suta Gosvami ha imparato lo SrimadBhagavatam (le storie della conoscenza spirituale) con il re Pariksit e gli altri saggi sulle rive del Gange, e ora divide questa conoscenza spirituale con i saggi a Naimisaranya.



Lo schema qui sotto spiega come lo Srimad-Bhagavatam sia una storia nella storia: i colori di ogni riquadro qui sotto corrispondono a quelli dei cerchi a lato e mostrano come si susseguono questi racconti spirituali a incastro.

I. Maitreya & Vidura
Maitreya racconta a Vidura le storie spirituali.

II. Sukadeva & Re Pariksit
Sukadeva Gosvami con Suta e gli altri saggi, racconta al re, sulle rive del Gange, la storia di Maitreya e Vidura e tutte le storie raccontate da Maitreya.

III. Suta & i saggi a Naimisaranya

Suta racconta ai saggi: 1) La storia della vita del re Pariksit; la storia di Sukadeva Gosvami che istruisce Pariksit e i saggi sulle rive del Gange; 3) tutte le storie che Sukadeva racconta a Pariksit e tutte le storie che Maitreya racconta a Vidura.



Verticali: 1. Grande saggio e santo, fratello minore di Dhrtarastra; 3. Sri Krsna sedeva sotto un albero baniano sulle sponde di questo fiume; 4. Nemico dei Pandava figlio di Dhrtarastra; 5. Il serpente alato che morse il re Pariksit; 6. In riva a questo fiume sacro Vidura incontrò Maitreya.



Orizzontali: 2. I figli di Pandu; 4. Il padre di Duryodhana; 7. Grande devoto, seguì
Krsna sulle rive del fiume Sarasvati; 8. Insegnò a Vidura la conoscenza spirituale; 9. Vidura incontrò Uddhava sulle sponde di questo fiume.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Vita Semplice e Verità Semplice

Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni suoi discepoli si è svolta il 24 giugno del 1976.



Devoto: Srila Prabhupada, una volta hai detto che il trattore è la causa di tutti i problemi. Sottrae a tutti i giovani uomini il lavoro agricolo. Li costringe ad andare in città dove rimangono intrappolati nei legami della sessualità. Hai detto che la gente ha dovuto abbandonare la campagna e la sua vita semplice di virtù e coscienza di Dio per andare in città ed essere coinvolti da una vita piena di ansie, dalla passione.
Srila Prabhupada: E' vero. In città la gente cade senza scampo nel guna della passione: ansia costante dovuta a inutile lussuria e agitazione. In città siamo circondati da ogni sorta di cose artificiali che agitano i nostri sensi e la nostra mente, e, ovviamente, con queste occasioni, diventiamo lussuriosi. Ci riempiamo di passione e al contempo di ansie.
Devoto: La campagna è più pacifica. Rende più facile pensare alla vita spirituale.
Srila Prabhupada: Sì, ci sono meno disturbi. Le cose agitano meno la nostra mente. In campagna i dolori di questo mondo materiale sono minori. Così si può organizzare la vita con dei benefici reali, i benefici spirituali. Si può realizzare Dio e diventare coscienti di Krsna. E se si ha un tempio in casa o si abita vicino a un tempio, la vita è davvero felice. Si lavora giusto il necessario per mantenersi, un mese e mezzo in primavera per la semina, e un mese e mezzo in autunno per i raccolti. Nel tempo che resta ci si arricchisce culturalmente. Si impegnano tutte le proprie energie per cercare di realizzare Dio, la coscienza di Krsna. Questa è la vita ideale.
Vedi queste piccole fibre sui fiori? Non esiste alcun processo di fabbricazione materiale che potrebbe fare una cosa simile. E guarda che splendidi colori! Se solo studiassi un fiori potresti diventare cosciente di Krsna.
Questo meccanismo si chiama "natura", e da questo deriva ogni altra cosa possiamo vedere intorno. Ma com'è possibile che questo sistema sia così perfetto? E chi lo ha escogitato?
Devoto: Una volta, a Londra, hai detto che la gente non sa che i fiori sono dipinti: li ha dipinti Dio con il pensiero.
Srila Prabhupada: Sì; la gran parte della gente crede che questi fiori, senza l'aiuto di alcun pittore, siano diventati belli da soli. Ma questa è un'assurdità. "Li ha fatti la natura" dicono. Ma di chi è questa natura? Tutto viene creato dal meccanismo della natura di Krsna. Parasya saktir vividhaiva sruyate: il Signore dirige ogni cosa con le Sue innumerevoli e inconcepibili energie.
Ad ogni modo, imparate ad amare questo modo di vita naturale, la vita all'aria aperta. Coltivate i vostri cereali, producete il vostro latte. Risparmiate il vostro tempo. Cantate Hare Krsna. Glorificate i Santi Nomi del Signore. E alla fine della vita tornate al mondo spirituale per vivere in eterno. Vita semplice e pensieri elevati, ecco la vita ideale.
Le moderne e artificiali necessità della vita danno l'impressione di migliorare il comfort. Ma se si dimentica il vero scopo della vita, è come uccidersi. E non la vorremmo finita con questa politica suicida. Non cerchiamo in modo diretto di fermare il moderno progresso tecnologico; il cosiddetto progresso tecnologico è un suicidio, ma non parliamo sempre di questo. (ridendo). La gente al giorno d'oggi è molto attaccata a questo cosiddetto progresso, per questo quando Sri Caitanya apparve cinquecento anni fa, insegnò un sistema semplice: cantare Hare Krsna. Anche nelle moderne fabbriche si può cantare. Si va avanti ad armeggiare con le macchine e si canta Hare Krsna Hare Krsna. Si può diventare devoti di Dio. Che cosa c'è che non va?
Devoto: Le persone che detengono potere, sanno che se uno si dedica al canto dei Santi Nomi perderà con il tempo il gusto per questa vita piena di ansia.
Srila Prabhupada: E' naturale.
Devoto: Per questo sanno che stai spargendo i semi della loro distruzione.
Srila Prabhupada: Ma che distruzione! Io la chiamerei piuttosto costruzione: diventate devoti del Signore e vivrete per sempre. Questa è la strada giusta. Seguitela e vivrete per sempre.
Attraverso questo metodo, tyaktva deham punar janma naiti: dopo aver lasciato il corpo materiale che avete ora non dovrete prenderne un altro. Riprenderete il vostro originale corpo spirituale e tornerete nel mondo spirituale. Mentre senza questa realizzazione spirituale, tatha dehantarapraptih: dopo aver lasciato il corpo materiale che avete ora dovrete prenderne un altro. Quindi valutate questi due sistemi di vita: qual è migliore? Il sistema del progresso  prendere altri corpi materiali, o il nostro metodo all'antica  basta corpi materiali? Che cos'è meglio? Se si prende un corpo materiale, bisogna soffrire: nascita vecchiaia, malattia e morte. Il corpo materiale è sinonimo di sofferenza. Quindi se facciamo in modo da non patire ulteriori sofferenze, una volta lasciato questo corpo, siamo intelligenti. Ma se ci prepariamo ad avere un altro corpo materiale per soffrire ancora, vi sembra intelligente? A meno che non capiate il Signore, a meno che non comprendiate Krsna, dovrete restare nel mondo materiale e avere altri corpi. Non c'è alternativa.
Ora il nostro sistema. Capiamo, innanzitutto, che na hanyate hanyamane sarire: quando il corpo muore, l'anima continua a vivere. Purtroppo molti sono diventati così testoni che non comprendo neppure questa semplice verità. Ogni giorno della loro vita, queste persone vedono che l'anima che è all'interno del corpo di un neonato si prepara a prendere il corpo di un bambino, poi di un ragazzo, di un adulto e poi un corpo anziano. Vedono con i loro occhi che l'anima passa da un corpo a un altro e un altro ancora. Eppure, con la loro testardaggine, non capiscono che con la morte, quando il corpo vecchio muore, l'anima prende un altro corpo ancora, materiale o spirituale. Ma le persone non riescono a capirlo. Sono testone, non riescono neppure a fare una semplice distinzione fra il corpo e l'anima. Ci vorrebbero cinquecento anni per far loro capire una cosa così semplice: che gran progresso!















Scopri la spiritualità!

Bhagavad-gita titolo (che significa "il canto del beato") di un poema religioso indiano, contenuto all'inizio del libro VI del Mahabharata. Comprende settecento versi e consiste tutto nella risposta data da Krsna al problema di Arjuna, che, al momento di iniziare la battaglia non si sente di combattere contro parenti, maestri e amici militanti nell'esercito avversario: Arjuna deve invece compiere il suo dovere di guerriero sapendo di uccidere solo il corpo dei nemici, non l'anima che è eterna; inoltre, deve agire mantenendosi distaccato dal risultato dell'azione che non va compiuta per fini esterni ma solo per obbedienza al proprio compito: questo atteggiamento libera dal karma_
Terminato l'ammaestramento, Krsna si mostra ad Arjuna nel suo reale aspetto di Dio Supremo, origine e fine di ogni cosa.
Enciclopedia Europea Garzanti

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fine del numero di luglio-agosto 1993.