Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 3 n. 7/8
luglio/agosto 1991
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi
REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi
FOTOGRAFIA:
bhakta Nicola
PROOF READING:
Pancaratra dasa, Arcana vidhi dasi
TRADUZIONI: Radhakunda dasi, bhaktin Nicoletta, bhaktin Rossana
COMPOSIZIONI: Ananga Manjari dasi
AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
SERVIZIO ABBONAMENTI: Dananistha devi dasi
PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".
ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
VOL. 3 N. 7/8 - luglio/agosto 1991
Bhaktivedanta Book Trust Italia
Strada Bonazza 12 50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI
FOTOLITO: F.C.M. Marcallo Con Casone (MI)
STAMPA: Centro Arti Grafiche Como
Srila Prabhupada arrivò dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando in Europa, America, Australia, Asia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato questo movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui egli ha dato vita.
VOL. 3, N° 7/8
RITORNARE ALLA DIMORA
DEL VERO PIACERE
Conferenza tenuta in California nel 1972 da Srila Prabhupada
ARCHITETTURA E SOCIETA'
DALLA CIVILTA' VEDICA AI GIORNI NOSTRI
PER CAPIRE KRSNA
BISOGNA ABBANDONARE L'ORGOGLIO
Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
OCCHI PER VEDERE KRSNA
LA NOSTRA VERA IDENTITA'
La mucca sacra: una superstizione?
L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo.
CUCINARE PER KRSNA
I dialoghi di Srila Prabhupada
CERCARE LA COSA GIUSTA
NEL POSTO SBAGLIATO
LA FESTA DELLA DOMENICA
IL CALENDARIO VAISNAVA
CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI
IN COPERTINA: Rasalila, la danza rasa, il più elevato di tutti i divertimenti di Krsna che Egli manifestò durante la Sua permanenza sulla Terra cinquemila anni fa. Egli danzò con Srimati Radharani e con tutte le altre gopi, diventando simultaneamente il cavaliere di ognuna di loro.
Ritorno a Krishna, la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. Quando Srila Prabhupada fondò questa associazione a New York nel 1966 spiegò gli obbiettivi che si prefiggeva:
1. Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed insegnare a tutti le tecniche della vita spirituale per bilanciare lo scompenso dei valori del mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come viene rivelata dalla Bhagavad-gita e dallo Srimad-Bhagavatam.
3. Far sì che i membri dell'associazione siano più vicini tra loro e più vicini a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e incoraggiare il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, Krsna, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Costruire per i membri e la società un luogo santo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Sri Krsna.
6. Unire i membri per insegnare un stile di vita più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obbiettivi sopraelencati.
RITORNARE ALLA DIMORA
DEL VERO PIACERE
Una conferenza di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, tenutasi il 30 settembre 1972 a Laguna Beach, California.
Signore e signori, vi ringrazio per essere venuti per partecipare al movimento per la coscienza di Krsna. Noi ci rivolgiamo a tutti affinché tornino a casa, tomino a Dio. Il luogo dove intendiamo andare è GolokaVrndavana, la dimora di Krsna, Dio, la Persona Suprema. Là, Krsna risiede con la Sua consorte, Radharani. Krsna è l'amante supremo e Radharani è la Sua consorte. Qui nel mondo materiale un ragazzo e una ragazza cercano di godere dell'amore ma l'amore coniugale ideale è là, tra Krsna e Radha. Qui, la stessa cosa è presente, ma è perversa. L'originale è là.
Jaya radhamadhava kunja bihari. Radha e Krsna Si dedicano sempre a scambi d'amore nei kunja, i boschetti di Vrndavana. Krsna è gopijanavallabha, molto caro alle gopi e ai gopa. Le gopi sono le pastorelle e i gopa sono i pastori e i pastorelli. Quindi Vrndavana è un villaggio, non è una città come Los Angeles. E' un villaggio e Krsna trova sempre piacere là, lungo le rive del fiume Yamuna, (yamuna-tiravanacari).
Ci sono dei giardini bellissimi lungo le rive della Yamuna, e non appena c'è qualche pericolo... Naturalmente nella Vrndavana originale non ci sono pericoli. E' una dimora beata e trascendentale. Ma quando Krsna scende su questo pianeta, Egli ci mostra una replica della Vrndavana originale. Vrndavana sulla Terra è in India, a circa novanta miglia da Nuova Delhi. E' esattamente come la Vrndavana originale, ma poiché si trova in questo mondo materiale, a volte sembra che ci sia qualche pericolo. Allora, quando Krsna era su questa Terra, a volte, a Vrndavana, c'erano dei pericoli. (In realtà non c'era alcun pericolo reale, poiché Krsna era presente, ma sembrava che ci fosse).
Una volta ci fu una pioggia torrenziale per sette giorni. Indra, l'essere celeste incaricato dell'acqua nell'universo, si era molto arrabbiato. Krsna aveva fatto sì che i pastori smettessero di adorare Indra, quindi quest'ultimo inquietatosi, versò torrenti di pioggia su Vrndavana per sette giorni consecutivi. Ma Krsna sollevò subito una collina, chiamata Govardhana, col suo dito mignolo, come se fosse un ombrello e in questo modo protesse tutti gli abitanti di Vrndavana. Per questo Krsna è anche conosciuto come Girivaradhari, Colui che sollevò la collina Govardhana.
Sebbene Krsna fosse solito giocare come un bambino comune, quando era necessario Egli manifestava i Suoi poteri divini. Nel momento in cui si rese necessario proteggere gli abitanti di Vrndavana, Egli sollevò una grande collina, nonostante avesse solo sette anni secondo calcoli materiali.
Ma nella Vrndavana originale non esistono la collera di Indra e i pericoli delle piogge che possano allagare. Là ogni cosa è beata, trascendentale ed eterna. Qui, in questo mondo materiale, abbiamo solo un piccolo assaggio di quella felicità poiché ogni cosa possediamo qui non è che un'imitazione, un'ombra dell'originale. A volte nel deserto sembra esserci una grande quantità d'acqua quando in realtà non c'è. Gli animali sono spesso ingannati da questo miraggio. Sono assetati, credono che nel deserto ci sia acqua e corrono verso di essa. L'animale corre ma anche l'acqua scappa. E in questo modo l'animale si affatica e muore.
Questo esempio illustra la nostra situazione in questo mondo materiale. Noi desideriamo l'acqua, il piacere. Siamo assetati ma siamo sviati dai cosiddetti miraggi. Per esempio, venendo qua, ho notato su entrambe i lati dell'autostrada le manifestazioni della civiltà materialistica: centrali elettriche, enormi pompe di benzina, grossissimi autocarri, luci, motel, hotel e molte altre cose. La gente pensa che tutte queste cose porteranno loro sollievo, che la loro sete sarà estinta, il loro desiderio di acqua soddisfatto. Ma i loro sforzi sono falliti. In questo Paese specialmente, moltissimi giovani, i fiori del Paese, sono frustrati. E' la realtà. Lo sapete voi e lo so anch'io.
Quindi questo tipo di miraggio, quest'ombra dell'acqua, non ci aiuterà. Ma siccome c'è l'ombra dell'acqua, possiamo capire che, da qualche parte, c'è dell'acqua vera. L'ombra dell'acqua non è tutto. L'acqua c'è, ma non nel deserto. L'ombra dell'acqua del deserto non può dissetarci. Dobbiamo cercare l'acqua vera altrove, non nel deserto.
Questa è ciò che ci insegna il Movimento per la coscienza di Krsna: dove trovare la vera "acqua", il vero piacere. Come può essere soddisfatta la vostra grande sete se non sapete dove cercare l'acqua? Non lo sapete.
na te viduh svarthagatim hi visnum
durasaya ve bahirarthamaninah
andah yathandhair upaniyamanas
te 'pisatantryam urudamni baddhah
La gente non conosce il fine ultimo della vita, il suo vero interesse. Ognuno deve avere
un interesse personale ma nessuno sa qual è il vero interesse personale. Nessuno insegna qual è il fine ultimo della vita (na te viduh). La gente cerca di soddisfare se stessa, di diventare felice e di prosperare, è bahirartha maninah. Bahirartha maninah significa "dare molta importanza alle cose materiali della vita".
Dio ha molteplici energie, sia spirituali che materiali. Parasya saktir vividhaiva sruyate. Dai Veda rileviamo che il Signore Supremo ha molteplici energie. E qualunque cosa vediamo, non è che l'attività delle Sue energie. Prendiamo, per esempio, l'energia elettrica: l'elettricità viene dalla centrale elettrica e utilizzando quell'energia elettrica possiamo lavorare in modi diversi. Possiamo far funzionare un calorifero, un condizionatore, questo microfono, un registratore, tantissime cose. Ma tutte queste cose funzionano perché dalla centrale proviene energia. Allo stesso modo, qualsiasi cosa meravigliosa tu veda in questo mondo deriva semplicemente dalle energie del Signore.
Un altro esempio è quello del calore e della luce. Ogni scienziato comprende che l'intera manifestazione cosmica dipende dal calore e dalla luce. Queste due energie provengono dal sole e il mondo materiale è una creazione del calore e della luce del sole.
Allo stesso modo, ci sono due energie di Dio. Una è chiamata energia materiale, l'altra è chiamata energia spirituale. Entrambe provengono dallo Spirito Supremo, esattamente come il calore e la luce provengono dal sole. Ma proprio come il calore non è la luce, l'energia spirituale non è l'energia materiale. C'è una distinzione e viene chiamata acintya-bhedabhedatattva, inconcepibile, simultanea unità e differenza. Questa è la nostra filosofia. Mentre è vero che nulla è differente da Dio, non è vero che tutto è Dio. Simultanea unità e differenza.
Quindi, sono in funzione due energie, quella materiale e quella spirituale. L'energia spirituale è superiore e l'energia materiale è inferiore. L'energia materiale è composta da terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza ed ego. E l'energia spirituale è la forza spirituale, la forza vivente. Ciascuno di noi è una combinazione di queste due energie, l'energia spirituale e l'energia materiale. Potete capirlo. Non appena l'energia spirituale si allontana dal corpo, che è una insieme di energia materiale, il corpo diventa semplicemente un ammasso di materia e non si può più muovere. E' dichiarato nella Bhagavadgita: yayedam dharyate jagat. Il mondo intero si muove per la combinazione dell'energia materiale e di quella spirituale e tutte e due provengono da un'unica fonte, proprio come il calore e la luce provengono entrambi dal sole.
Quindi sebbene questo mondo materiale non sia diverso da Dio, non è Dio. Dobbiamo trasferirci da questa energia materiale all'energia spirituale. Questo è il fine della vita umana. La vita umana è una forma di vita più elevata, mentre gli animali, gli alberi, le piante acquatiche, gli insetti e i rettili sono forme inferiori. Ci sono 8.400.000 forme di vita e, tra tutte queste, la forma umana specialmente la vita umana civilizzata è una vita elevata con una coscienza sviluppata. La coscienza di un essere umano è più sviluppata rispetto a quella di una pianta acquatica, di un albero, di un gatto o di un cane. Perché Dio ha dato questa coscienza sviluppata? Perché Lo si capisca. Questo è l'unico scopo.
Ora, questa coscienza
umana sviluppata è male
utilizzata per quanto riguarda la vita animale. Lo scopo
del progresso scientifico
moderno e della speculazione filosofica è di scoprire
come possiamo meglio godere dei nostri sensi. Ma
dopo tutto, per quanto si
possa migliorare la vita materialistica, non è che una
vita di gratificazione dei
sensi. Non è questione di
gratificazione dei sensi inferiore o superiore. Sia che
uno beva dell'acqua da un
boccale d'oro che da uno di
terracotta, il sapore dell'acqua è lo stesso. Solo perché
hai messo l'acqua in un contenitore d'oro, non significa
che il sapore dell'acqua sia
migliore. No, il sapore rimane lo stesso. Allo stesso
modo, il gusto di mangiare,
dormire, accoppiarsi e difendersi è lo stesso, sia nella
vita di un cane che in quella
di un uomo.
Nella vita materialista noi
cerchiamo di assaggiare la
stessa acqua in contenitori
diversi. A volte siamo in un
contenitore che è il corpo di
un cane, a volte in un contenitore che è il corpo di un
maiale, e a volte in un corpo
chiamato essere umano. Ma
la coscienza umana sviluppata serve a ben altro.
Questa coscienza sviluppata serve per capire Dio.
Eppure nella civiltà moderna questa coscienza sviluppata viene utilizzata per
cambiare "contenitore".
Supponiamo che io sia venuto qui a Laguna Beach
con la mia bella automobile.
Non è che un contenitore,
tutto qui. Avrei potuto venire con un altro tipo
di veicolo o a piedi. Non ci sarebbe stata una
gran differenza, ci sarebbe voluto più tempo,
ecco tutto. Ma noi pensiamo: "Poiché abbiamo questa automobile anziché un carro tirato
da buoi, siamo civilmente progrediti". Questo
è il nostro errore. Sia che si viaggi in un carro
tirato da buoi che in un automobile lo scopo è
di muoversi da un posto all'altro. Una bella
automobile potrà far risparmiare tempo e potrà dare maggior piacere... Ma in realtà non c'è
alcun piacere. Piuttosto, il carro tirato da buoi è più comodo perché in queste automobili pensiamo sempre alla possibilità di un incidente improvviso. Sì, si è sempre spaventati. E gli incidenti succedono. Recentemente uno dei nostri devoti è morto in un incidente d'auto. Molte persone muoiono.
Quindi progresso materiale significa creare qualcosa di vantaggioso da un lato con molti svantaggi dall'altro. E' inevitabile. Avete creato automobili ma allo stesso tempo avete creato la morte per incidenti d'auto. Quali sono le statistiche nel vostro Paese? (Qualcuno dice cinquantamila all'anno).
In questo modo non potete essere felici perché più progredite nella civiltà materialistica e più ne siete coinvolti. Il vero scopo della vita è di tornare a casa, tornare a Dio. Non abbiamo capito niente. Non c'è alcuna garanzia di poter avere una forma umana nella nostra prossima vita. Per natura, per processo evolutivo, ci è stata data la possibilità di avere questa forma umana. Dopo aver trasmigrato per 8.400.000 specie, abbiamo ottenuto la forma umana con una coscienza sviluppata. Dovremmo usare questa coscienza sviluppata per comprendere Dio, non per progredire dal carro tirato da buoi agli agi dei veicoli a motore. Questo non è vero progresso. Non abbiamo capito. La forma umana serve a realizzare Dio, a realizzarsi spiritualmente.
Usiamo malamente questa intelligenza e questa coscienza superiori per produrre autoveicoli e siamo molto orgogliosi del nostro progresso. Lo SrimadBhagavatam descrive questa mentalità nel verso citato prima: na te viduh svarthagatim hi visnum durasaya ye bahirarthamaninah. Gli sciocchi mascalzoni non sanno qual è lo scopo della vita. Sono attratti dall'energia esterna di Dio. Andha yathandhair upaniyamanas te 'pisatantryam
uru damni baddhah. Sono guidati da dei ciechi. I leaders materialisti i politici, gli scienziati, i filosofi, i tecnologi e via dicendo sono tutti ciechi, e guidano altri ciechi. Quale potrà essere dunque il risultato? Il risultato sarà una catastrofe.
Se una persona ha gli occhi, può guidare migliaia di ciechi: "Prego venite. Vi aiuterò ad attraversare la strada". Ma se chi guida è cieco e anche chi lo segue è cieco cadranno tutti nel fosso. E questo è ciò che succede. I capi e la gente pensano che con le comodità, con la gratificazione dei sensi, saranno felici. Ma non è possibile.
La gente non ha alcuna vera conoscenza. La Bhagavad-gita (2.13) dice:
dehino 'smin yatha dehe
kaumaram yauvanam jara
tatha dehantarapraptir
dhiras tatra na muhyati
"Come l'anima incarnata passa, in questo corpo, dall'infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così essa passa in un altro corpo all'istante della morte. L'anima realizzata non è turbata da questo cambiamento."
Tu, io, ciascuno di noi è imprigionato in un corpo. Io sono un'anima spirituale e tu sei un'anima spirituale. L'ingiunzione vedica è aham brahmasmi: "Io sono Brahman, spirito". Brahman non è Parabrahman, il Brahman Supremo. Non fate questo errore. Parabrahman è Dio. Noi siamo Brahman, parti infinitesimali di Dio. Siamo frammenti del Supremo; non siamo il Supremo Stesso. Il Supremo è differente. Parabrahman è Krsna.
Isvarah paramah krsnah. Isvara significa "controllore". Ciascuno di noi, entro certi limiti, è un controllore. C'è chi controlla la propria famiglia, chi controlla l'ufficio, chi controlla i propri affari, chi controlla i propri discepoli. E chi controlla il suo cane. Se qualcuno non ha altro da controllare, si tiene un cucciolo o un gattino da controllare. Tutti vogliono essere controllori. E' un dato di fatto. Ma il controllore supremo è Krsna. Qui, in questo mondo materiale, i cosiddetti controllori sono controllati da qualcun altro. Io potrò controllare i miei discepoli, ma a mia volta sono controllato da qualcun altro, dal mio maestro spirituale. Perciò nessuno in questo mondo materiale può dire: "Io sono il controllore supremo, assoluto". No. Ma quando troverete un controllore che non è controllato da nessuno, questo è Dio, è Krsna.
Quindi il movimento per la coscienza di Krsna è scientifico, autorizzato e comprensibile da persone ragionevoli. Se voi cortesemente Vi interessate a questo movimento, ne trarrete beneficio. La vostra vita avrà successo; lo scopo della vostra vita sarà raggiunto. E' un dato di fatto. Provate a leggere i nostri testi; abbiamo moltissimi libri. Potete venire a vedere come i nostri studenti progrediscono nella coscienza di Krsna. Potete provare a imparare da loro stando con loro. Se qualcuno vuole diventare un meccanico, va in una fabbrica e sta con dei meccanici, e, gradualmente, anche lui diventa un meccanico. Allo stesso modo, noi apriamo questi centri per dare a tutti l'opportunità di imparare come tornare a casa, tornare a Dio. Questa è la nostra missione.
Questo movimento è scientifico e autorizzato perché riceviamo la conoscenza trascendentale da Krsna, Dio, la Persona Suprema, nella forma della Bhagavad-gita così com'è, senza commenti privi di senso. Krsna dice nella Bhagavad-gita che Egli è Dio, la Persona Suprema. Noi diciamo la stessa cosa, che Krsna è Dio, la Persona Suprema. Krsna dice nella Bhagavad-gita: "Diventa Mio devoto. Pensa sempre a Me. AdoraMi. OffriMi i tuoi omaggi": Noi insegnamo a tutti a pensare a Krsna cantando sempre Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare. Cantando il mantra Hare Krsna, si penserà sempre a Krsna.
Quindi i nostri metodi sono molto semplici. Non inventiamo nulla di nuovo. Perché mai creare nuovi metodi? Il metodo originale è perfetto, autorizzato e accettato dai grandi acarya (maestri spirituali esemplari). E la gente trae davvero beneficio dalla coscienza di Krsna. Perché quindi produrre qualcosa di nuovo? Qualunque cosa noi si produca, sarebbe imperfetta perché noi siamo imperfetti. Non dobbiamo far altro che seguire il metodo perfetto, così diventeremo perfetti anche noi. Questo è il nostro metodo.
Gli insegnamenti di Krsna, il Perfetto Supremo, sono contenuti nella Bhagavad-gita e noi predichiamo questa stessa filosofia in tutto il mondo. Molti accettano questi insegnamenti e spero che tutti voi presenti qui vorrete cortesemente accettare questa filosofia, ritornare nella dimora di Krsna e, in questo modo, rendere la propria vita un successo. Grazie.
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Architettura e Società
DALLA CIVILTA' VEDICA
AI GIORNI NOSTRI
di MATSYA AVATARA DASA
Spesso, parlando con artisti, intellettuali, scienziati, politici, devoti di Krsna miei confratelli e altri religiosi, mi è stato chiesto di scrivere qualcosa su questo argomento, così mi sono convinto del bisogno urgente di fare alcuni chiarimenti su certi aspetti "storici" dell'architettura e dell'organizzazione sociale nelle varie ere. Più volte mi sono proposto di presentare in forma scritta corrente la versione vedica di quanto sia realmente accaduto. Così, pur sapendo che un tema di tale ampiezza non si dovrebbe costringere nel limitatissimo spazio di un articolo da rivista, ho colto questa occasione nel tentativo di contribuire a sfatare l'illusione collettiva, oggi di moda, di una presunta evoluzione. Cercherò di presentarlo per contrasti, come in uno schizzo a matita, senza pretesa di chiarire gli infiniti dettagli, come a volo d'uccello, partendo dall'inizio dell'avventura cosmica dell'uomo nell'universo materiale, su questo particolare pianeta, mettendo in luce le differenze più stridenti fra l'era in cui viviamo e l'era della quasi "perfezione" da cui proveniamo.
L'architettura vedica non è soltanto, ovviamente, architettura templare ma anche urbana. Le sue radici affondano nella più antica storia dell'uomo, di cui soltanto la Letteratura vedica, come una madre amorevole, può restituirci una vivida memoria, con tanto di trattati, commenti ed esempi. Secondo gli Sastra, le Scritture rivelate, la casa e l'architettura in senso lato, sono conseguenze della degenerazione dell'uomo. Nel satya-yuga, l'era della purezza, la Terra era simile al paradiso, chiamata appunto paradiso terrestre, quasi una prefigurazione di Krsnaloka, la nostra vera dimora nell'universo spirituale, in quest'epoca non esistevano case, né città. Il satyayuga iniziò senza la minima traccia di vizio o d'ignoranza, e prosperò per un milione e settecentoventottomila anni all'insegna della virtù, della saggezza e della religione. L'uomo viveva centomila anni esente da affanni, preoccupazioni, dolori; nessun nemico lo minacciava, il tempo era sempre clemente. Qualunque cosa egli desiderasse si manifestava istantaneamente sulla superficie della terra. Nessun bisogno quindi di case per difendere se stessi e le proprietà o per ripararsi dalle intemperie. Una lunga era di felicità e di grazia spirituale infusa. Il metodo prescritto per la realizzazione spirituale, dharma o religione, era la meditazione su Krsna nel cuore.
Poi questa perfezione cominciò lentamente a deteriorarsi, e l'umanità, con graduale
perdita di visione spirituale, entrò nel tretayuga, che sarebbe
durato un milione e duecentonovantaseimila anni: l'uomo
viveva, all'inizio di quest'era, una vita di diecimila anni. Il metodo prescritto di realizzazione spirituale in quest'epoca
era l'offerta di sacrifici a Krsna,
chiamato per l'appunto Yajnaswara, il
Signore del sacrificio. Le prime tracce di
vizio cominciarono a corrompere i cuori
degli uomini, la loro intelligenza cominciò a offuscarsi e per compensare questa
diminuita consapevolezza spirituale e
potere intellettivo, per la prima volta il
Signore manifestò gli alberi dei desideri,
descritti nei Purana come kalpavrksa.
L'uomo imparò a trarre da essi ogni genere di oggetti utili. Erano alberi simili a
case ed erano chiamati grha, ovvero case.
L'uomo poteva vivervi in modo confortevole e senza patire ristrettezze, perché
questi alberi erano in grado di provvedere
da soli a tutto quanto l'uomo desiderasse.
Ma il cedimento progressivo dell'umanità alla passione e all'avidità segnò la
scomparsa della casealbero. In un primo
tempo gli uomini si ravvidero, e le dimore
arboree ricrebbero. Ma essi non avevano
imparato bene la lezione e ricaddero nell'avidità, sfruttando gli alberi per quello
che consideravano il loro beneficio immediato. Per reazione l'umanità conobbe
allora la dualità del caldo più opprimente
e del freddo più crudo. Gli uomini furono
costretti a proteggersi dai rigori del clima
e cominciarono a costruirsi case, che conservavano la forma del prototipo albero e
il suo nome. E' in questo periodo che
cominciarono le misurazioni e le divisioni. Le prime unità di misura furono il pollice, il palmo, il cubito, le braccia etc.
Nello dvaparayuga, che durò seicentoquarantamila anni, il processo degenerativo avviatosi sul finire di satyayuga, continuato poi nel tretayuga, proseguì inesorabile. La durata di vita dell'uomo nel frattempo si era ulteriormente ridotta a soli mille anni, il dharma di questo periodo era l'adorazione di Dio nel tempio, è in quest'epoca che sorgono i più famosi templi dell'antichità. Per il crescente aumento di bisogni e la sempre minore accoglienza dell'ambiente, l'uomo cominciò ad aggregarsi in comunità più numerose e sorsero villaggi e città. La cultura urbana, e con essa l'architettura più recente, erano nate.
Fino all'avvento del kaliyuga, l'era dell'ipocrisia e della discordia, cominciata da cinquemila anni, in cui l'uomo, la cui durata di vita è ormai di soli cento anni e il cui metodo per la salvazione dell'anima è il canto dei santi nomi del Signore, costruisce ancora città su misura, per le quali continua a ispirarsi a criteri di religiosità, di ordine, di decoro, di bellezza. Sono queste le città, come Dvaraka, Hashtinapura, Kashi e molte altre, vividamente descritte nel grande poema epico il Mahabharata, nei Purana e nelle Upanisad dove vissero, lottarono e adorarono il Signore Krsna gli eroi della letteratura vedica. Nessun paragone è possibile fra quelle e le nostre città, le caotiche megalopoli del kali-yuga. E' solo possibile intonare un amaro, aspro contrappunto; il suo suono stridente potrà forse ferire la sensibilità di qualcuno, ci renderà magari impopolari in certi ambienti, ma la sua durezza è quella dei tempi: una durezza che non va taciuta né troppo addolcita.
Là città armoniose, ariose, gloriose: capolavori di religiosità, arte, nitore. Monumenti alla devozione, alla gioia di vivere servendo e adorando il Creatore, a un'esistenza pura, semplice e santa. Città solari. Città d'oro. Città templi... Un altare in ogni casa... Il focolare domestico come fulcro di spiritualità... Profumi d'incenso e di cibi offerti a Dio. Luci soffuse, fiammelle sacre che roteano nell'aria, canti, mormorii di preghiere, pulsare di mrdanga.
Qua fuliginosi termitai umani, casermoni, edifici tetri e freddi. Le persone vivono ammonticchiate le une sulle altre: piani su piani di un'umanità sofferente, stipata, traviata... Individui nati e cresciuti in batteria, come i disgraziati animali che divorano. Rumori secchi, scostanti, indisponenti, l'arrestarsi di un ascensore, il cicaleccio insensato di un televisore, sedie strascicate al piano di sopra, una baruffa in famiglia al piano di sotto, i borbottii e i gorgoglii di un frigorifero pieno di organi di creature trucidate, imperiosi squilli di telefono chissà dove, campanelli che suonano, porte sbattute. Un incubo ad aria condizionata.
Là un'architettura serena, ispirata, sapiente, mai dimentica di Dio: un'architettura che crea spazi abitativi dove ogni gesto dell'uomo è preghiera, adorazione, culto.
Qua gelidi uffici, banche vigilate da guardie armate con enormi pistole, fabbriche immense e spettrali, raccapriccianti mattatoi e macabre macellerie, negozi di oggetti mangiatempo, di videogiochi, vetrine di ogni vanità, cartelloni pubblicitari osceni, cinema, sale da ballo, bettole: tutti gli inganni e i trastulli di maya, l'eterna fiera dello spreco, del cattivo gusto, della negazione di Dio e di ogni principio.
Là strade dove è dolce passeggiare pregando, meditando. Strade orlate da alberi da frutta, dai colori sgargianti e dai profumi soavi, simili agli alberi dei desideri che fiorivano ancor prima, in un tempo dalla felicità ancora più piena... giardinetti, parchi fioriti, fontane, laghetti solcati da cigni... mercati festosi di ogni mercanzia, di ogni opulenza... Placide mucche che pascolano con i colli cinti di ghirlande: simboli di mansuetudine e di generosità... Bambini che giocano e cantano, vecchi benedicenti carichi d'anni, di generosità e di saggezza... qua ciminiere che sbuffano fumi mefitici, che inquinano e avvelenano, giorno dopo giorno. Strombazzare di clacson, fischi di vigili e di vigilesse. Ululare di sirene di fabbriche, la sirena di un'autoambulanza che accorre sul luogo di un incidente, la sirena di un antifurto impazzito, la sirena di una pantera della polizia che si avventa nella giungla metropolitana verso il teatro di una rapina...
Là processioni di uomini, bambini, donne che procedono danzando al ritmo di tamburi da cerimonia e al suono etereo di cimbali... Là canti di gioia e di lode al Signore... volti radiosi, estatici, piogge di petali di fiori, lanci di doni, distribuzioni di offerte... Gesti d'amore, di devozione, di esultanza mistica...
Qua il vociare scomposto di orde di dimostranti o di tifosi che scandiscono slogan volgari, pestando rabbiosamente su bidoni vuoti, mentre altoparlanti vomitano inni che incitano al fanatismo, all'odio e alla distruzione.
All'insegna di un presunto quanto illusorio "progresso", il mondo, nella sua stagione di materialismo "Hitech", sta vivendo un mega festival dell'ignoranza e della barbarie, perché ha perso di vista i valori fondamentali, quelli spirituali. L'uomo, seppur con i suoi computer dotati di migliaia di funzioni, non può avere da questi altro che risposte come aridi si o no, magari in tempi sempre più brevi, ma incapaci di fornire risposte sui misteri esistenziali della vita, della nascita e della morte. Mentre la conoscenza dell'eternità dell'anima, la reale felicità che scaturisce dalla nostra rivissuta relazione personale con Dio, quell'ispirazione potente, interiore, spirituale, che tramite le guide spirituali autentiche di tutti i tempi, gli acarya, i santi vaisnava, le Scritture rivelate, è sempre stata alla base di ogni sforzo umano per affrancarsi dall'ignoranza e dalla passione, per servire il Divino, Krsna, con amore e devozione, sembra oggi, per ordine costituito, relegata in secondo piano, se non addirittura smarrita.
Che cosa possiamo fare noi, vittime, eredi e insieme protagonisti di quest'epoca di corruzione e discordia? Il rifiuto della società così com'è non è possibile, né consigliabile. Né è da incolpare la tecnologia moderna e gli strumenti che essa ci mette a disposizione, semmai è l'uso che ne facciamo che deve essere rivisto e corretto come finalità.
Qualunque "macchina", la natura inclusa, può essere usata al servizio di buone cause, provvisto che si sia coltivata la bhakti, il servizio di devozione al Signore Supremo.
Per concludere, vorrei aggiungere una nota molto positiva e di grande incoraggiamento, citata spesso da Srila Prabhupada, con la conferma di tutte le Scritture rivelate; l'era di kali, il periodo in cui viviamo, pur contaminata da gravissimi difetti, offre un'opportunità molto rara e sublime: per la misericordia infinita di Dio, chiunque canti e glorifichi i Suoi
santi nomi, invocando l'aiuto del Signore pronunciando il mahamantra Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare raggiunge subito, in questa breve vita, la stessa perfezione che poteva essere raggiunta in satyayuga in centomila anni, rendendo il processo di evoluzione spirituale immensamente più semplice, perfetto ed accessibile a tutti.
Ad un amico di molti anni fa, del quale purtroppo non ho più notizie, con cui abbiamo parlato a lungo degli argomenti qui trattati, aiutandomi non poco il suo ricordo e i suoi appunti in questa stesura, vanno i miei ringraziamenti.
Le notizie contenute in questo testo, soprattutto a proposito dell'architettura, sono state tratte da diverse Scritture vediche, fra cui: Mahabharata, Matsya Purana, Markandeya Purana, Visnu Dharmottara Purana, Isanasivagurudevapaddhati, Brhat Samhita e altre.
PER CAPIRE KRSNA DOBBIAMO
ABBANDONARE L'ORGOGLIO
L'essere vivente più potente dell'universo è Brahma, il creatore,
ma anche lui chiede misericordia da Krsna.
di HARIKESA SWAMI
Natah param parama yad bhavatah svarupam
anandamatram avikalpam aviddhavarcah
pasyami visvasrjam ekam avisvam atman
bhutendriyatakamadas ta upasrito 'smi
"O mio Signore, non vedo alcuna forma superiore a questa Tua forma di eterna felicità e conoscenza. Nella Tua luce personale del Brahman, nel mondo spirituale, non si verifica alcun cambiamento o deterioramento della potenza interna. Mi sottometto a Te, perché, mentre io sono orgoglioso del mio corpo e dei miei sensi materiali, Tu, Signore, pur essendo la causa della manifestazione cosmica, non sei toccato dalla materia". (SrimadBhagavatam 3.9.3)
Questo verso viene pronunciato dal deva Brahma, conosciuto come il creatore. In realtà Brahma è il creatore secondario, che in nome di Krsna, la Persona Suprema, esegue un compito speciale. Krsna nella Sua forma di MahaVisnu crea l'universo. Dalla Sua espansione di MahaVisnu, Garbhodakasayi Visnu, nasce il deva Brahma. Brahma dal canto suo è il creatore di tutti gli altri esseri che popolano l'universo. Egli, nella sua funzione di creatore delle forme viventi, segue il piano cosmico disposto da Krsna. Brahma non è assolutamente indipendente. Egli spiega in questo verso che la forma della Persona Suprema è eterna e si trova al disopra di tutte le altre forme. Krsna è superiore a tutti. Krsna e le Sue espansioni di Visnu sono le forme supreme. Non esistono altre forme, né nel mondo materiale, né nel mondo spirituale, che superano la forma della Persona Suprema. Krsna è eternamente immutabile. Nella Bhagavad-gita Krsna stesso conferma che le Sue energie non diminuiscono mai. Krsna è il non-nato e la Sua forma trascendentale non è soggetta a declino. Nonostante sia il Signore di tutti gli esseri sensibili, Egli appare di tanto in tanto in questo mondo materiale. Ma la Sua comparsa non è materiale. Egli appare attraverso la Sua energia interna e questa energia interna, spirituale, non viene a contatto con la materia.
Appena si diventa orgogliosi, ci si trova sotto l'influenza di maya, l'energia illusoria di Krsna.
L'energia interna di Krsna si chiama antarangasakti. Le caratteristiche di questa energia sono l'eternità, la conoscenza e la felicità, che si espandono in continuazione. Questa è la natura propria di Krsna e la natura delle cose, che sono in diretta connessione con Lui, come le Sue espansioni. I Suoi lila, il Suo regno, le Sue opulenze, ecc.
La natura materiale viene chiamata bahirangasakti, ovvero "energia esterna". Anche lei non è che un altro aspetto dell'energia di Krsna, ma per la nostra comprensione si distingue dalla Sua potenza interna.
Le caratteristiche dell'energia esterna, ovvero della natura materiale, maya, sono esattamente all'opposto di quelle dell'energia interna. L'energia esterna appare come un'ombra, un'immagine riflessa e distorta.
Le componenti dell'energia esterna sono: terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego. Questi elementi prendono forma e come il nostro corpo sono temporanei, privi di conoscenza e pieni di sofferenza.
Tra antarangasakti e bahirangasakti sta l'energia marginale, ovvero la tatasthasakti. Questa energia marginale è spirituale, ma può stare sotto il controllo o dell'energia interna, o dell'energia esterna.
Noi, le anime spirituali, apparteniamo a questa energia marginale,
jivera 'svarupa 'haya
krsnera 'nityadasa, krsnera 'tatasthasakti'
'bhedabhedaprakasa'
L'essere vivente, l'anima spirituale è una piccola particella del Supremo. La sua posizione naturale è quella di servitore eterno di Krsna.
E' la krsnera tatasthasakti, l'energia marginale della Persona Suprema, di Dio. Questo vuol dire che siamo al contempo uno eppure differenti da Krsna. Siamo uno con Krsna nel senso che ci è propria una scintilla della Sua essenza spirituale, ma siamo differenti da Krsna in quanto la Sua posizione è suprema, al contrario della nostra.
Noi, per esempio, veniamo in questo mondo perché vi siamo costretti, mentre Krsna vi appare perché lo desidera. Lui è il Signore di tutte le energie, e per questo non può mai cadere sotto il controllo di maya, anche quando viene nel mondo materiale. Krsna è indipendente e può fare quello che vuole, come più gli piace.
A volte viene in questo mondo, perché desidera dare aiuto agli esseri viventi caduti. Noi invece ci veniamo per il desiderio di godere dei sensi, ma una volta qui, siamo in trappola e perdiamo il nostro libero arbitrio. La causa di ciò è che siamo tatastha-sakti. Tatasthasakti significa che dobbiamo scegliere se prendere rifugio nell'energia materiale, o in quella spirituale. Non possiamo restare in una terza posizione indipendente; o siamo sotto il controllo dell'energia materiale, o dell'energia spirituale. Questo succede perché siamo piccolissimi, non abbiamo né la forza, né la possibilità di esistere in una terza posizione, indipendente dall'energia interna, o da quella esterna.
Non c'è possibilità per l'essere vivente di essere indipendente da Krsna, egli è sempre dipendente o da una o dall'altra delle Sue energie. Deve dipendere dall'energia di Krsna sia nell'uno che nell'altro aspetto manifestato ed è così sempre sotto il Suo controllo.
Quando Krsna appare in questo mondo non è toccato minimamente dalle qualità della natura materiale. Noi invece siamo completamente sotto il loro influsso. Siamo nati nella dualità, tra desiderio e odio, e di queste dualità siamo coperti. Ma Krsna sta sempre al di sopra di queste dualità.
Brahma dunque conferma qui che Krsna è il vero creatore della manifestazione cosmica. Le energie di Krsna non si esauriscono mai. Lui è senza secondi e non è in nessun modo legato alla materia. Ma Brahma valuta anche la propria posizione. Dice: "Mi ritengo la causa suprema e il supremo controllore, ma io stesso sono stato toccato dalla materia perché sono molto orgoglioso." Questo ci dovrebbe insegnare che quando si è molto orgogliosi si cade sotto l'influenza di maya, indipendentemente dalla posizione che si occupa. L'orgoglio è una delle cattive qualità del mondo materiale. Questo problema tocca tutti gli esseri umani di questo mondo l'orgoglio illimitato e la smodata presunzione. Brahma dunque confessa: "Sono orgoglioso del mio corpo, dei miei sensi e della mia intelligenza ma Tu, o mio Signore, che non hai eguali, Tu che sei immutabile ed eterno, non sei minimamente orgoglioso perché non sei toccato dalla materia."
Brahma dice a Krsna: "Come potrebbe qualcuno capire completamente Te che sei inconcepibile."
Evidentemente esiste una grande differenza tra Brahma e Krsna. Brahma è soggetto a cambiamenti, deve morire, non è eterno e le sue energie non sono durature. Il suo corpo è
materiale. Dal punto di vista umano il suo corpo ovviamente è fuori dal comune, ma ciò nonostante è materiale; anche lui viene dunque toccato dalle qualità materiali: anche se meno che su di noi l'influsso di maya agisce su Brahma. Per esempio egli dice: "Sono orgoglioso." E questo succede a causa dell'influenza della natura materiale. Questo orgoglio abbaglia la visione spirituale. Quando Krsna apparve cinquemila anni fa, Brahma non era sicuro che fosse realmente la Persona Suprema. Krsna apparve come un piccolo pastorello dal colore azzurro, e Brahma pensò: "Come può un piccolo pastorello essere il Signore Supremo?" Il suo orgoglio lo abbagliò. Egli pensò: "Sono molto potente. In questo universo sono conosciuto come il creatore: come può Lui essere superiore a me, e apparire come un insignificante pastorello?"
Così Brahma escogitò un trucco: rapì tutte le mucche e i pastorelli amici di Krsna, solo per vedere cosa Egli avrebbe fatto. Li portò con sé e lasciò la Terra per un attimo, secondo il suo calcolo del tempo, mentre sulla terra passò un anno intero. Quando tornò vide Krsna nel bosco di Vrndavana in mezzo alle solite mucche e ai pastorelli.
"Come è possibile", pensò, ma Krsna gli rivelò che le mucche e i ragazzi erano Sue emanazioni. Egli permise a Brahma di rubare le Sue mucche e i Suoi amici, ma allo stesso tempo estese la Sua energia interna e manifestò mucche e pastorelli identici che presero il posto di quelli rapiti.
Brahma rimase attonito, ma poi Krsna gli spiegò che le mucche e i pastorelli in realtà erano forme di Visnu. Brahma riuscì a vedere la Visnu-murti a quattro braccia che si espandeva in tutte le direzioni; perfino i fili d'erba di Vrndavana avevano una forma di Visnu. Brahma era sopraffatto e cominciò a lamentarsi: "Che cosa ho fatto! Ho commesso un grande errore. Mi sono vantato della mia intelligenza materiale. Pensavo di poter mettere alla prova Krsna invece mi sono preso in giro da solo."
Quando Brahma offrì le sue preghiere disse: "Altri potranno sostenere di conoscerTi, ma per quello che mi riguarda, devo dire di non conoscerTi affatto; come può uno conoscerTi profondamente? Tu sei così potente, così infinito, così inconcepibile, che nessuno può conoscerTi veramente."
Brahma ha realizzato che ci si può avvicinare a Krsna solamente attraverso un maestro spirituale.
Grandi scienziati potranno cercare di capire Krsna attraverso la speculazione mentale, ma in realtà solo un devoto può capire Krsna. Con lo studio diretto non si può comprendere Krsna, che può essere compreso solo attraverso un devoto. Solo il devoto è un conoscitore di Krsna. E chi vuole conoscere Krsna deve sentire parlare di Lui da un devoto. Per questo si accetta un maestro spirituale che dà le istruzioni per seguire il bhaktiyoga. Attraverso di lui si può vedere Krsna, perché a Krsna piace rivelarsi in qualche modo, cioè attraverso la parampara. Sri gurucaranapadma, kevala bhakatisadma: solo attraverso il servizio ai piedi di loto del maestro spirituale si può arrivare alla bhakti, al servizio devozionale. Per questo mi inchino davanti a lui con grande rispetto e affetto. Inchinarsi davanti al maestro spirituale non è una pura formalità; va fatto con grande rispetto e affetto, perché è lui che fa da tramite tra Krsna e il servizio devozionale offerto a Krsna. Senza di lui non si può fare avanzamento. Alcuni sciocchi critici ci potranno polemizzare: "Perché vi inchinate a un essere umano?", ma loro, a Krsna, non arriveranno mai; non potranno mai arrivare alla krsnabhakti. Anche se sostengono di essere grandi teologi, esperti di religione, filosofi o scienziati, non potranno arrivare a Krsna finché non capiranno questo. Prima, bisogna prendere rifugio ai piedi di un maestro spirituale, bisogna seguire le orme di un devoto e sotto la sua guida impegnarsi nel servizio devozionale, solo in questo modo la nostra coscienza si potrà purificare dalla contaminazione materiale. Potremo essere molto orgogliosi della nostra speculazione mentale, ma senza un maestro spirituale non arriveremo mai a Krsna. Attraverso la speculazione si è sempre più coinvolti dalle qualità materiali, orgoglio al primo posto. Per questo Brahma sostiene che l'unica speranza consista nell'avvicinarsi a Krsna con amore e dedizione e con l'aiuto di un maestro spirituale. Conoscendo Krsna in questo modo, si potrà constatare che Egli è advaitam acyutam anadim ananta-rupam: senza secondi e non sottomesso a alcuna dualità. Esistono tante forme del Signore, ma tutte sono identiche. Sono la Persona Suprema. Appaiono solamente in diversi aspetti, secondo il Suo desiderio. Se per esempio Krsna vuole creare e mantenere, per poi distruggere questo mondo, Egli crea diverse forme che hanno svariate funzioni da compiere. Tutte queste forme sono infallibili, non è possibile che Krsna commetta alcun errore. Ogni forma di Krsna è senza inizio. Tutte sono eterne, ma esiste un certo aspetto del Signore Supremo che è quello originale. E questo è Krsna che dimora per sempre a Goloka Vrndavana nel Suo aspetto giovane e fresco. E' questo Krsna che vogliamo conoscere e capire. Per questo noi cantiamo il Suo nome: Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.
Il traguardo della vita umana è raggiungere una conoscenza superiore, cioè la conoscenza spirituale.
Questo canto non rappresenta un capriccio, ma è di estrema importanza per tutta l'umanità. Il movimento per la Coscienza di Krsna è in fondo la più grande benedizione, l'opera assistenziale più grande per tutta l'umanità. Anche se ci si impegna in innumerevoli e inutili attività virtuose per ottenere indipendenza politica, libertà, pancia piena, belle case o simili: tutto ciò che si può ottenere non ha un valore duraturo. Certe cose potranno avere importanza per il corpo, altre per la mente, ma niente di tutto ciò tocca l'anima. Perciò non è nient'altro che una perdita di tempo occuparsene, senza possedere una conoscenza superiore; bisogna piuttosto aspirare a una conoscenza spirituale, in questo modo tutte le esigenze materiali si risolvono da sole. Se, per esempio, uno possiede cento mila lire, non si preoccupa più molto delle monetine, perché grossi biglietti includono automaticamente grandi quantità di spiccioli. Bisogna tendere a una conoscenza superiore e così tutto si risolverà da sé. In un'esistenza spirituale automaticamente si risolvono le necessità materiali. Krsna garantisce che tutte le cose necessarie per sopravvivere siano disponibili. Sarà Lui a preoccuparsene, non c'è bisogno di lavorare come muli nelle fabbriche, perché le nostre esigenze saranno comunque soddisfatte.
L'attività naturale dell'anima è di soddisfare Krsna attraverso il servizio devozionale.
Chi si rifiuta di dipendere da Krsna e vuole prendere in mano il proprio destino, è perduto. Come si può esistere senza la misericordia di Krsna? Non è possibile, neanche nella vita materiale. Per quello che riguarda il cibo che mangiamo, dipendiamo completamente da Lui. Se Krsna non si occupasse del bel tempo, nulla potrebbe crescere. Chi potrebbe sopravvivere? Cosa potrebbe fare un povero essere umano se Dio, per colpa dei suoi peccati, gli mandasse solamente brutto tempo? Cosa potrebbe fare, se Dio gli mandasse mareggiate, siccità, terremoti, oppure eruzioni vulcaniche? E queste cose avvengono quando non si offrono sacrifici a Krsna.
L'uomo di oggi è molto orgoglioso e pensa: "Sono io che controllo tutto, sono il creatore, sono il goditore, farò quello che mi pare; mi unirò con altre persone per creare una società materiale che avrà cura che tutto si svolga secondo il nostro desiderio."
Ma ogni volta l'energia materiale dimostra loro come siano vani questi sforzi. Il risultato è semplicemente coronato da nuovi problemi e nuove sofferenze. Il movimento per la coscienza di Krsna vuole aiutare la società umana a capire il Supremo e a ristabilire la nostra relazione con Lui. Se l'umanità riesce a capire questo, si renderà conto che tutti gli esseri viventi sono piccole particelle del Supremo, che riposano in Krsna, e che Gli appartengono. Tutto è contenuto nell'energia di Krsna. Per questo dovremmo seguire l'eterna e naturale attività dell'anima: senza tener conto del nostro interesse, far piacere al Supremo attraverso l'amore per Lui e il servizio devozionale.
I CONTRASTI E LE DISCORDIE CHE TRAVAGLIANO LA SOCIETA' UMANA NASCONO PER MANCANZA DI PRINCI'PI FONDATI SULL'ESISTENZA DI DIO. DIO ESISTE ED E ONNIPOTENTE, DA LUI TUTTO EMANA, DA LUI TUTTO E' SOSTENUTO, IN LUI TUTTO SI RIASSORBE AL TEMPO DELL'ANNIENTAMENTO. ESISTE UNA FONTE ULTIMA DI TUTTO, ANCHE SE LA SCIENZA NON HA FATTO GLI SFORZI NECESSARI PER SCOPRIRLA. IL
MERAVIGLIOSO BHAGAVATAM, O SRIMADBHAGAVATAM, STUDIA QUESTA SORGENTE ULTIMA IN MODO RAZIONALE, CONVINCENTE E AUTOREVOLE.
Libri
SRIMAD-BHAGAVATAM
Primo Canto: "La Creazione"
Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.
Per la Sua misericordia incondizionata, il Signore discende nel mondo materiale dove rivela, sotto sembianze umane, i Suoi divertimenti sublimi affinché gli uomini ne siano attratti e possano così ritornare a Lui, nel Suo regno. L'uomo è naturalmente portato ad ascoltare i racconti sulle attività materiali di questo o quel personaggio, e molto spesso si abbandona a queste tendenze senza sapere che perde così tempo prezioso. Tali racconti hanno inoltre l'effetto d'incatenare sempre più chi li ascolta alle tre influenze degradanti della natura materiale. Invece di commettere questo sbaglio, l'uomo può raggiungere la perfezione spirituale se volge il suo interesse ai divertimenti trascendentali del Signore.
Ascoltando il racconto dei divertimenti del Signore si entra in diretto contatto con Lui. Come abbiamo visto, ascoltare ciò che riguarda il Signore purifica l'anima condizionata da tutti i peccati accumulati, permettendole così di liberarsi a poco a poco da ogni contatto con la materia e diventare sempre più affascinata dal Signore. Proprio questo spiega Narada Muni qui, avvalendosi della sua esperienza personale. Semplicemente ascoltando i divertimenti del Signore si può diventare uno dei Suoi compagni. Narada Muni possiede la vita eterna, una conoscenza illimitata e una felicità incommensurabile; inoltre può viaggiare ovunque attraverso il mondo materiale e spirituale, e non ci sono limiti per lui. Seguendo l'esempio di Narada, che nella vita precedente ascoltò attentamente le parole dei bhaktivedanta mentre descrivevano i divertimenti trascendentali del Signore, ogni uomo potrà giungere alla più alta perfezione dell'esistenza. L'ascolto dei divertimenti del Signore in compagnia dei devoti è inoltre il metodo specialmente raccomandato per l'età di Kali, l'era di discordia in cui viviamo.
VERSO 27
tasmims tada labdharucer mahamate
priyasravasy askhalita matir mama
yayaham etat sadasat svamayaya
pasye mayi brahmani kalpitam pare
tasmin: essendo così; tada: allora; labdha: sviluppato; ruceh: gusto; mahamate: o grande saggio; priyasravasi: per il Signore; askhalita matih: attenzione ininterrotta; mama: la mia; yaya: con la quale; aham: io; etat: tutte queste; satasat: grossolano e sottile; svamayaya: la mia ignoranza; pasye: vedo; mayi: in me; brahmani: l'Essere Supremo; kalpitam: è accettato; pare: sul piano trascendentale.
TRADUZIONE
O grande saggio, non appena sviluppai un'attrazione per il Signore il mio desiderio di sentir parlare di Lui divenne costante. Poi, intensificandosi quest'attrazione, potei realizzare che la mia ignoranza soltanto mi aveva fatto vedere il Signore e me stesso ricoperti d'involucri grossolani e sottili, mentre siamo entrambi trascendentali.
SPIEGAZIONE
L'ignoranza che avvolge l'essere prigioniero dell'esistenza materiale è paragonata alle tenebre, mentre tutte le Scritture vediche paragonano il Signore Supremo al sole radioso. Dove la luce brilla non possono esserci le tenebre. L'ascolto dei divertimenti del Signore c'introduce alla Sua presenza assoluta, perché non c'è alcuna differenza tra Lui e i Suoi divertimenti sublimi; non appena entriamo in contatto con la luce suprema tutte le tenebre dell'ignoranza svaniscono.
E' solo l'ignoranza che ci fa credere che l'anima condizionata e il Signore siano prodotti della natura materiale, mentre in realtà sono spirituali e senza alcuna relazione con la natura materiale. Quando l'ignoranza si dissipa e si realizza perfettamente che nulla esiste senza il Signore Supremo, allora le tenebre svaniscono. Poiché il corpo grossolano e quello sottile sono costituiti dell'energia del Signore, la percezione della luce ci permette d'impiegarli entrambi al Suo servizio. Il corpo grossolano dev'essere impegnato al servizio del Signore, per esempio attraverso la Sua adorazione nel tempio, l'arcana, che comporta molteplici attività devozionali come offrire i propri omaggi, pulire il tempio, trasportare l'acqua, ecc. Il corpo sottile, invece, dev'essere immerso nell'ascolto dei sublimi divertimenti del Signore, nel ricordo di questi divertimenti e nel canto del nome del Signore. Tutte queste attività hanno un carattere trascendentale, e sia il corpo grossolano che quello sottile non dovrebbero conoscere altra occupazione. Per realizzare il carattere trascendentale di queste attività sublimi sono necessari numerosi anni di esercizio nel servizio di devozione, ma si compie già un grande passo se, sull'esempio di Narada Muni, si sviluppa con l'ascolto un po' di attrazione e di affetto per la Persona Suprema.
VERSO 28
ittham saratpravrsikav rtu harer
visrnvato me 'nusavam yaso 'malam
sankirtyamanam munibhir mahatmabhir
bhaktih pravrttatmarajastamopaha
ittham: così; sarat: autunno; pravrsikau: la stagione delle piogge; rtu: due stagioni; hareh: del Signore; visrnvatah: ascoltando continuamente; me: me; anusavam: costantemente; yasah amalam: le glorie immacolate; sankirtyamanam: cantate; munibhih: dai grandi saggi; mahaatmabhih: anime nobili; bhaktih: servizio di devozione; pravrtta: cominciò a scorrere; atma: l'anima; rajah: l'influenza della passione; tama: l'influenza dell'ignoranza: upaha: che dissipa.
TRADUZIONE
Per due stagioni, la stagione delle piogge e l'autunno, ebbi l'occasione di ascoltare questi grandi saggi e mahatma che cantavano costantemente le glorie immacolate del Signore, Sri Hari. Il flusso nascente del mio servizio devozionale fece allora dissipare in me le influenze della passione e dell'ignoranza.
SPIEGAZIONE
Il trascendentale servizio d'amore al Signore Supremo è la funzione naturale di ogni essere, a cui egli aspira dal più profondo di sé stesso. Ma a contatto con la natura materiale, la passione e l'ignoranza reprimono in lui, da tempo immemorabile, questo naturale istinto. Tuttavia, se per la grazia del Signore e dei Suoi devoti magnanimi, i mahatma, l'essere ha la fortuna d'incontrare i puri devoti e ascoltare le glorie del Signore in tutta la loro purezza, comincerà certamente a scorrere in lui il flusso del servizio di devozione. Come un fiume continua a scorrere fino a raggiungere l'oceano, così, grazie al contatto con i puri devoti, le acque del servizio di devozione scorrono fino a raggiungere lo scopo ultimo, il sublime amore per Dio. Questo flusso non si arresta mai; cresce senza fine dissipando le influenze della passione e dell'ignoranza. Scorre con tanta forza che chiunque si limiti a osservarlo diventa anche lui libero da queste due influenze. L'essere condizionato che ritrova così la sua posizione originale può raggiungere la liberazione.
VERSO 29
tasyaivam me 'nuraktasya
prasritasya hatainasah
sraddadhanasya balasya
dantasyanucarasya ca
tasya: il suo; evam: così; me: me; anuraktasya: attaccato a loro; prasritasya: obbediente; hata: libero da; enasah: peccati; sraddadhanasya: di colui che ha fede; balasya: del ragazzo; dantasya: avendo dominato i sensi; anucarasya: seguendo rigidamente le istruzioni di; ca: e.
TRADUZIONE
Mi ero fortemente attaccato a questi saggi e servendoli con sottomissione avevo visto svanire tutti i miei peccati. Animato da una profonda fede in loro, avevo dominato i sensi e con tutto me stesso, corpo e mente, seguivo la via che essi avevano tracciato.
SPIEGAZIONE
Sri Narada Muni descrive le qualità necessarie a chi desidera elevarsi allo stadio di puro devoto. Il candidato deve sempre ricercare la compagnia dei puri devoti, evitando di lasciarsi deviare dagli pseudodevoti. Deve inoltre mostrarsi semplice e sottomesso per poter ricevere nel modo giusto le loro istruzioni. I puri devoti sono anime totalmente abbandonate al Signore perché hanno compreso che Dio è il proprietario supremo e tutti gli esseri sono i Suoi servitori. Solo beneficiando della loro compagnia si diventa liberi da tutti i peccati accumulati a contatto con i materialisti. Perciò il neofita deve fedelmente servire un puro devoto, essere completamente sottomesso a lui e seguire alla lettera le sue istruzioni. Queste sono le caratteristiche di un devoto deciso a raggiungere il successo in questa vita stessa.
VERSO 30
jnanam guhyatamam yat tat
saksad bhagavatoditam
anvavocan gamisyantah
krpaya dinavatsalah
jnanam: conoscenza; guhyatamam: la più confidenziale; yat: che è; tat: quel; saksat: direttamente; bhagavata uditam: enunciata dal Signore stesso; anvavocan: diedero istruzioni; gamisyantah: partendo; krpaya: per la misericordia incondizionata; dinavatsalah: coloro che si mostrano benevoli con gli infelici.
TRADUZIONE
Prima di partire, i bhaktivedanta, che mostrano tanta benevolenza verso le misere anime, m'istruirono nella conoscenza più confidenziale, che emana dalle labbra stesse del Signore Supremo.
SPIEGAZIONE
Un vedantista puro, o bhakti-vedanta, istruisce i suoi discepoli secondo le direttive del Signore. Il Signore ha insegnato agli uomini, nella Bhagavad-gita come in tutte le altre Scritture, di seguire soltanto Lui. Infatti, Egli è Colui che crea, mantiene e distrugge tutto. L'intera creazione materiale esiste solo per Suo volere e quando, sempre secondo il Suo volere, verrà il tempo dell'annientamento, Egli continuerà a esistere nel Suo regno eterno con tutto ciò che Lo circonda. Esisteva prima della creazione ed esisterà dopo l'annientamento. Non è quindi uno degli esseri creati: Egli è trascendentale.
Nella Bhagavad-gita Krsna spiega che molto prima di rivelare ad Arjuna la conoscenza spirituale, Egli l'aveva trasmessa al dio del sole; ma il messaggio era stato tramandato male e poi perduto, perciò Egli lo enunciò di nuovo, scegliendo questa volta Arjuna perché era Suo amico e devoto perfetto. E' evidente quindi che soltanto un devoto può capire il messaggio del Signore. L'impersonalista, incapace di concepire come Dio possieda una forma trascendentale, non può certamente cogliere questo messaggio che è il più confidenziale. Il più confidenziale perché la conoscenza che riguarda il servizio di devozione supera infinite volte quella del Brahman impersonale. Il termine jnana indica qualsiasi ramo del sapere o anche il sapere comune che può svilupparsi fino alla conoscenza del Brahman impersonale. Quando vi si aggiunge una parte di devozione può trasformarsi in conoscenza del Paramatma, l'Assoluto nella Sua forma onnipresente; questa è una conoscenza ancora più confidenziale. Ma solo nel momento in cui questa conoscenza prende la forma di puro servizio devozionale diventa trascendentale ed è detta "la conoscenza più confidenziale". E il Signore rivelò questa conoscenza, la più confidenziale, a Brahma, ad Arjuna, a Uddhava e ad altri ancora.
VERSO 31
yenaivaham bhagavato
vasudevasya vedhasah
mayanubhavam avidam
yena gacchanti tatpadam
yena: col quale; eva: certamente; aham: io; bhagavatah: del Signore Supremo; vasudevasya: di Sri Krsna; vedhasah: del creatore supremo; maya: energia; anubhavam: influenza; avidam: compresa facilmente; yena: con la quale; gacchanti: essi vanno; tatpadam: ai piedi di loto del Signore;
TRADUZIONE
Questa conoscenza confidenziale mi permise di capire con chiarezza l'influenza dell'energia del Signore, Sri Krsna, creatore, sostegno e distruttore di tutto. Grazie a questa scienza, si può raggiungerLo e conoscerLo personalmente.
SPIEGAZIONE
Il servizio di devozione, la conoscenza più confidenziale, permette di comprendere senza difficoltà come agiscono le differenti energie del Signore. Secondo la sruti, il Signore possiede innumerevoli energie con cui compie ogni cosa senza fare alcuno sforzo personale. Queste energie si raggruppano in tre categorie principali. La prima, inferiore, permette la manifestazione del mondo materiale, mentre la seconda, superiore, rende manifesto il mondo spirituale. Tra le due energie ce n'è una terza, intermedia o marginale, costituita dagli esseri individuali, che agiscono nell'ambito dell'energia materiale o dell'energia spirituale. Quelli che servono l'energia materiale devono lottare molto duramente per l'esistenza e per la felicità, che si offre loro soltanto in forma illusoria. Quelli che agiscono invece nell'energia spirituale servono direttamente il Signore e godono di un'esistenza eterna, piena di conoscenza e felicità assoluta.
Il Signore desidera, come Egli stesso ha lasciato intendere nella Bhagavad-gita, che tutte le anime condizionate, che marciscono nel regno dell'energia materiale, abbandonino ogni occupazione per tornare a Lui. Questa è la parte più confidenziale della conoscenza. Ma soltanto i puri devoti possono comprenderla, e soltanto loro possono entrare nel regno di Dio, vedere il Signore e servirLo personalmente. Sri Narada Muni, che raggiunse questo stadio di eterna conoscenza e felicità, ne è l'esempio vivente. Questa stessa perfezione è alla portata di tutti coloro che accettano di camminare sulle sue tracce.
VERSO 32
etat samsucitam brahmams
tapatrayacikitsitam
yad isvare bhagavati
karma brahmani bhavitam
etat: questo; samsucitam: deciso dagli eruditi; brahman: o brahmana (Vyasa); tapa-traya: le tre forme di sofferenza; cikitsitam: rimedio; yat: che; isvare: il controllore supremo; bhagavati: al Signore Supremo; karma: le attività prescritte; brahmani: al grande; bhavitam: dedicate.
TRADUZIONE
O Brahmana Vyasadeva, i saggi hanno concluso che il rimedio migliore per tutti i mali e le sofferenze consiste nel dedicare ogni azione al servizio del Signore Supremo, Sri Krsna.
SPIEGAZIONE
Sri Narada Muni ha realizzato, per esperienza personale, che la via più pratica e sicura verso la salvezza, o liberazione da tutte le sofferenze dell'esistenza materiale, consiste nell'ascoltare con sottomissione i divertimenti sublimi del Signore da fonti sicure e autentiche. Questo è l'unico rimedio a tutti i mali. L'esistenza materiale è solo fonte di tormenti, e per porre fine alle tre forme di sofferenza che si devono affrontare - quelle causate dal corpo e dalla mente, dalle potenze naturali e da altri esseri viventi - gli sciocchi fanno scaturire dai loro piccoli cervelli mille "soluzioni", mille "rimedi". Il mondo intero lotta per sfuggire a questi mali, ma ignora che solo il consenso del Signore può portare a buon fine ogni progetto di pace e di serenità. Qualsiasi misura presa per curare un malato si rivelerà inutile se non riceve l'approvazione del Signore. Se non fosse per il Suo consenso nessuna nave ci garantirebbe la traversata dell'oceano, né i genitori potrebbero assicurare protezione ai loro figli. Nulla si può compiere senza quest'approvazione. Dobbiamo capire che il Signore è il consenziente ultimo, onnipresente, onnisciente e onnipotente; Egli accorda il risultato, favorevole o sfavorevole, di ogni azione. Perciò, se vogliamo superare ogni ostacolo e conoscere la felicità suprema, dobbiamo affidare tutti i nostri sforzi alla grazia del Signore. Dobbiamo accettarLo come il Brahman impersonale, come il Paramatma localizzato, come la Persona Suprema, e imparare a dedicarGli tutte le nostre azioni. In qualunque condizione si trovi, l'uomo deve votarsi interamente al Signore. Se siete intellettuali, scienziati, filosofi o poeti, studiate le diverse manifestazioni dell'energia di Dio, usate la vostra conoscenza per stabilire la Sua supremazia assoluta e non cercate di sminuirLo, di eguagliarLo o di prendere il Suo posto sfoggiando una conoscenza che sarà sempre imperfetta. Se siete amministratori, uomini di stato, politici, militari, sforzatevi di far valere la supremazia del Signore nell'ambito delle vostre attività o combattete per la Sua causa, come fece Sri Arjuna. Dapprima questo grande guerriero rifiutò di combattere, ma quando Sri Krsna lo convinse della necessità del combattimento, egli mutò parere e combatté per la causa del Signore. E se siete uomini d'affari, industriali o agricoltori, investite nella causa del Signore i profitti che realizzate con le vostre fatiche, ricordando sempre che ogni ricchezza Gli appartiene. La ricchezza è Laksmi, la dea della fortuna, che ha come sposo Narayana, il Signore stesso. Se impegnate dunque Laksmi al servizio di Narayana, troverete la felicità. Ecco come realizzare Dio in ogni campo. La cosa migliore è liberarsi da ogni attività materiale per dedicarsi completamente all'ascolto dei divertimenti sublimi del Signore, ma se ciò non si rivela possibile si deve almeno cercare d'impiegare ogni nostra attitudine al servizio del Signore. Questa è la chiave della prosperità e della pace.
Il termine samsucitam, in questo verso, ha un'importanza particolare. Invita a stare attenti a non paragonare la realizzazione di Narada a qualche fantasia puerile; questa parola, samsucitam, indica che la sua realizzazione è confermata da quella di sapienti e saggi eruditi.
VERSO 33
amayo yas ca bhutanam
jayate yena suvrata
tad eva hy amayam dravyam
na punati cikitsitam
amayah: male; yah ca: qualsiasi; bhutanam: degli esseri viventi; jayate: diventa possibile; yena: con l'uso di; suvrata: o anima virtuosa; tat: questa; eva: stessa; hi: certamente; amayam: male; dravyam: sostanza; na: non può forse; punati: guarire; cikitsitam: trattato con.
TRADUZIONE
O anima virtuosa, non si può forse curare un male applicando come rimedio la sostanza stessa che l'ha provocato?
SPIEGAZIONE
Un medico qualificato cura i suoi pazienti con diete terapeutiche. Per esempio, un eccessivo consumo di alimenti a base di latte provoca talvolta disturbi intestinali, ma lo stesso latte, se trasformato in formaggio e unito ad alcune sostanze medicinali, guarirà il male. Così, le tre fonti di sofferenza dell'esistenza materiale non possono essere eliminate soltanto con azioni materiali; queste azioni devono essere spiritualizzate con la pratica del servizio di devozione. Come a contatto col fuoco il metallo acquista le stesse proprietà del fuoco, così ogni cosa materiale usata al servizio del Signore diventa subito spiritualizzata. Questo è il segreto del successo spirituale. Non dobbiamo cercare di dominare la natura materiale, ma neppure rifiutare ogni cosa materiale. Il modo migliore di trarre vantaggio dalla nostra presenza nell'universo materiale - facendo buon viso a cattivo gioco - è di usare ogni cosa in relazione all'Essere spirituale supremo. Tutto proviene da Lui, ed Egli con la Sua inconcepibile potenza può trasformare lo spirito in materia e viceversa. Così, per Suo volere supremo, qualunque cosa materiale - chiamata così solo perché ricoperta da un concetto materiale - può trasformarsi in energia spirituale. Questa conversione avviene quando si mette la cosiddetta materia al servizio dello spirito. Questo è il rimedio che allevierà i mali materiali di cui siamo vittime e il mezzo che ci eleverà al piano spirituale dove non esiste né sofferenza, né lamento, né paura. E quando impiegheremo ogni cosa al servizio del Signore potremo realizzare che niente esiste al di fuori del Brahman Supremo. Così si realizza il mantra vedico tradotto con la formula "tutto è Brahman".
(segue nel prossimo numero)
GLI OCCHI
PER VEDERE KRSNA
di GOVARDHANA LILA DASI
TRATTO DA UNA LEZIONE SULLO SRIMADBHAGAVATAM DI
MADHUSEVITA DASA ADHiKARI
Molto spesso persone dalla mentalità atea sfidano chi pratica vita spirituale a dimostrare l'esistenza di Dio portandoLo davanti ai loro occhi, ma l'acquisire conoscenza trascendentale richiede strumenti diversi da quelli ordinari e grossolani di cui tutti hanno esperienza.
La Brahmasamhita (verso 34), autorevole testo vedico, dice:
panthas tu kotisatavatsara-sampragamyo
vayor athapi manaso muni-pungavanam
so 'pi asti yat prapadasimnyavicintya-tattve
govindam adipurusam tam aham
bhajami
"In cerca della spiritualità, gli yogi che seguono le pratiche del pranayama, controllando il respiro, e i jnani, gli speculatori mentali, che si sforzano di scoprire il Brahman nondifferenziato rifiutando ciecamente la materia, solo dopo milioni di anni di sforzi incessanti, possono arrivare a sfiorare le dita dei piedi di loto di Govinda, il Signore originale che io adoro".
Con esercizi di controllo del respiro o con processi speculativi di vario genere, molti hanno tentato e tenteranno di portare la mente ad un equilibrio stabile e perfetto per renderla capace di penetrare la materia e di controllarla o per darle conoscenza esatta della natura materiale al fine di trascenderla. In questo modo sprecano innumerevoli vite nella ricerca senza speranza di raggiungere l'Assoluto contando unicamente sulle loro facoltà personali.
In un capitolo del terzo canto dello SrimadBhagavatam, è l'anima stessa, chiusa nel grembo materno, che parla. La sua condizione estremamente precaria la forza a ritrovare l'umiltà, a mostrarsi disponibile ad ascoltare e a capire. Per questo Krsna nel cuore, le restituisce la conoscenza necessaria per ammettere di avere speso male il suo limitato libero arbitrio per tanto tempo, caparbiamente illusa di poter raggiungere la Verità Assoluta con le proprie forze. In effetti questa è la storia di tutte le anime condizionate, che ritornano in questo mondo infinite volte, perché non sanno fare buon uso della loro indipendenza.
Bisogna comprendere che Krsna non Si rivela a chi non vuole sviluppare la visione adatta a conoscerLo. Gli strumenti che ci consentono di vedere il Signore non sono comuni agglomerati di energia materiale grossolana con forma di cornee o retine, di telescopi o microscopi. Premanjanacchuritabhaktivilocanena. Secondo l'autorità
della Brahmasamhita, solo l'amore e la devozione, che riempiono il cuore di chi serve Dio senza porre condizioni, possono condurci a realizzare l'immagine trascendentale di Krsna. Di conseguenza è inutile pretendere di vedere Dio senza amarLo; qualunque mezzo si rivelerà insufficiente.
I sensi, la mente e l'intelligenza materiali sono strumenti grezzi, capaci di percepire solo gli aspetti più superficiali dell'energia esterna del Signore, aspetti che possiamo chiamare forme d'oblio. Come una persona intossicata non vede più la realtà ma vive dibattendosi senza scampo tra allucinazioni ossessionanti, così l'anima condizionata è attratta dagli oggetti di questo mondo, (le "forme d'oblio" che Krsna offre a chi ostinatamente rifiuta di amarLo) che la legano nella tragica commedia della vita e nell'incubo della malattia, della vecchiaia e della morte. Anche se studia questo incubo, se ci medita per milioni di anni, se ne analizza la natura, l'anima non potrà uscirne, perché non troverà l'appiglio reale dei piedi di loto di Krsna. Per questo la spinta ad usare la propria indipendenza separatamente dalla Volontà Suprema la riporterà ancora una volta in questo mondo materiale.
Srila Prabhupada ha detto che il concetto di indipendenza, essendo strettamente connesso a quello di individuo, riveste un'idea dinamica e non statica. Individuo significa carattere, personalità, spinta ad agire. Per attività intendiamo colui che agisce, l'attività in sé e l'ambito in cui si sviluppano delle relazioni. Non esiste attività senza relazione, per cui individualità, indipendenza, carattere, significano molti individui. Eko bahunam yo vidadhati kaman. L'anima, per poter agire, cerca gli altri e viene in questo mondo di sofferenza. Qui tante forme d'oblio la imprigionano senza via d'uscita fino al momento in cui tornerà ad arrendersi a Krsna, e a guardare ai Suoi piedi di loto come all'unica possibilità di salvezza, sacrificando indipendenza, carattere e relazioni, per il servizio alla Persona Suprema. Solo allora si riapriranno per lei le porte del mondo spirituale.
Qualcuno forse vorrebbe accusare Krsna di agire in modo sadico mantenendo l'anima nell'oblio, ma l'individuo stesso firma la sua condanna alla sofferenza del mondo materiale desiderando un ambito in cui essere controllore, instaurare relazioni e svolgere attività separate dai desideri di Dio. Il Signore Supremo non può concedere questo ambito all'interno del mondo spirituale, dove tutto è armoniosa forma di amore devozionale, per questo crea l'enorme utero di maya in cui le anime ribelli, semi di attività eterna, sono immerse in un gioco per certi aspetti sofisticato e meraviglioso, a cui danno animazione e sostegno. Così l'esperienza materiale si svolge come in un teatro di folli, nel quale maya provvede alle scene, le tre influenze della natura creano gli elementi necessari all'azione e gli esseri condizionati recitano le loro parti identificandosi al punto tale da non poter distinguere realtà e finzione.
Perciò solo Krsna può veramente ricondurre tutti noi nel Suo regno trascendentale, ma deve vedere, da parte nostra, desiderio e buona volontà. Per questo nella vita assume un valore fondamentale l'incontro con un puro devoto, con un perfetto rappresentante di Dio, che misericordiosamente apra uno squarcio nel velo di maya e ci renda un barlume di memoria spirituale (bhakti lata bija), lasciandoci intuire almeno un sentore della gloria costituzionale dell'anima. Se coltiveremo questa goccia di misericordia, seme prezioso della consapevolezza di essere servitori eterni della Persona Suprema, e impegneremo il nostro desiderio più intenso per uscire dall'ignoranza e tornare alla nostra dimora originale, allora verremo benedetti da Krsna con tutto ciò di cui abbiamo bisogno per progredire verso di Lui: conoscenza, rinuncia, distacco dalla gratificazione dei sensi, determinazione, intelligenza, libertà dalla confusione e dal dubbio. Krsna ci darà tutto, perché tutto è nelle Sue mani. L'unica condizione è che coltivare il desiderio di amore per Lui, che ci è stato donato dall'associazione con i puri devoti, sia per noi la cosa più preziosa della nostra vita. In questo senso il processo della Coscienza di Krsna è naturale per chi è disposto a comprendere che potrà conoscere completamente la propria individualità e la propria indipendenza solo sacrificandole a Krsna, arrendendosi a Lui.
Così, il devoto che senza posa educa se stesso a questo tipo di mentalità e di vita, uscendo gradualmente dall'oblio dell'orgoglio e della falsa identificazione col corpo, diventa sempre più caro a Krsna e viene premiato con il nettare dei Suoi piedi di loto, con la perfetta conoscenza, con la gioia e l'eterna libertà dal dolore e dalle attività interessate e illusorie di questo mondo materiale.
Hare Krsna.
LA NOSTRA VERA IDENTITA'
La vita umana si differenzia da tutte le altre forme di vita in virtù di un maggiore sviluppo della coscienza che permette di porre domande come "Chi sono?", "Da dove vengo?" o "Qual è lo scopo della vita?"
Attraverso il processo della Coscienza di Krsna possiamo esplorare questo potenziale umano al più alto livello.
Se facessimo un sondaggio chiedendo "Chi sei?" otterremmo risposte tipo "Sono il signor Rossi", "Sono un uomo", "Sono una donna", "Sono un americano", "Sono un cristiano", "Sono un carpentiere", "Sono nero", "Sono comunista" e così via. Sebbene le persone si identifichino in molti modi differenti, nessuna di queste etichette risponde alla domanda "Chi sono?". Perché? Perché si riferiscono solamente al corpo.
Possiamo guardare il nostro corpo e cercare di determinare con quale parte ci possiamo identificare. Siamo le mani? Bene, ci sono molte persone senza mani che tuttavia mantengono la propria identità. La stessa cosa è vera per le braccia, i piedi e le gambe. Allora forse siamo il cuore? Ma che cosa si può dire in merito a tutte le persone che hanno ricevuto un cuore nuovo? Sembrano essere gli stessi dopo il trapianto. E il cervello? Ci sono persone che subiscono gravi lesioni alla testa, compromettendo così l'integrità del proprio cervello, eppure la loro identità non cambia. Le nostre ricerche sono a un vicolo cieco.
Qual è la nostra vera identità, quella che differenzia te e me in modo evidente uno dall'altro anche se possiamo sembrare uguali, abbiamo lo stesso nome, peso, altezza o carnagione?
La scienza materialista non ha dato risposta a questa domanda. Ma i più antichi libri di conoscenza del mondo, i Veda, definiscono la nostra identità in questo modo: aham brahmasmi, io sono spirito. Sono un'anima spirituale eterna, distinta dalla materia e dal corpo. La Bhagavad-gita (2.20) spiega:
Per l'anima non c'è né nascita né morte. Esiste e non smette mai di esistere. Non nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai fine. Non muore quando il corpo muore.
Questa affermazione provoca generalmente reazioni da parte di materialisti incalliti. Quindi tratteremo alcune delle più frequenti obiezioni seguendo questa discussione ipotetica.
Obiezione: Questa non è forse solo l'opinione obsoleta di un libro fuori moda e dell'immaginazione di gente primitiva e rozza?
Risposta: Tutte le scritture autentiche (hindu, cristiane, buddiste, musulmane...) proclamano l'eternità dell'anima. E un'analisi obiettiva rivela che i Veda contengono la conoscenza più completa in materia spirituale. La maggioranza dei popoli del mondo crede fermamente nell'esistenza dell'anima.
Obiezione: Nessuno ha mai visto l'anima!
Risposta: Se pensi che solo ciò che può essere visto esista, come puoi provare di avere intelligenza, sentimenti, amore, pensieri, ecc.? Nessuno ha mai visto queste cose.
Obiezione: Ma possono essere percepite attraverso le attività che generano.
Risposta: Sì, e l'esistenza dell'anima può essere percepita attraverso la coscienza, il sintomo dell'anima. La materia morta non ha coscienza perché l'anima non è presente.
Obiezione: Ma la coscienza è semplicemente prodotta dalle reazioni chimiche del cervello e prova ne è che non appena il cervello smette di funzionare non c'è più coscienza.
Risposta: Questo è un argomento senza senso. Per esempio, se guardi una partita di calcio in TV e la TV si guasta, la partita scompare dallo schermo. Secondo la tua logica, questa sarebbe la prova che la partita di calcio è prodotta dalla TV. In realtà, una macchina trasmette la partita che si sta svolgendo indipendentemente dalla TV. Allo stesso modo, la coscienza è trasmessa dal cervello ma non è prodotta da lui.
Obiezione: Ma il concetto di "anima" non è per nulla scientifico.
Risposta: Che cosa significa scienza? Formuli una teoria, fai esperimenti e, secondo i risultati, provi o confuti la tua teoria. Se vuoi la prova dell'esistenza dell'anima, perché non fai un esperimento con la scienza spirituale? Ci sono un sacco di persone che hanno ottenuto il risultato in forma di realizzazione. Anche così si può verificare l'esistenza dell'anima. Ma se rifiuti la teoria anche senza aver cercato di verificarla, non sei affatto scientifico.
Obiezione: Ma io non credo proprio nell'anima.
Risposta: Puoi senz'altro credere in ciò che vuoi, ma non promuovere le tue opinioni atee a verità scientifica. L'esistenza dell'anima può essere verificata attraverso un processo appropriato, cioè la Coscienza di Krsna.
Si può osservare che tutte le designazioni legate al corpo sono in costante cambiamento. Per esempio, ci si può identificare ragazzi, cristiani, carpentieri, socialisti. Ma trent'anni dopo la stessa persona può identificarsi come vecchio ateo agente immobiliare con ambizioni capitaliste. Persino il sesso si può cambiare. La scienza moderna può tramutare un uomo in una donna e viceversa. Inoltre, le cellule del nostro corpo cambiano costantemente, per cui la nostra identità fisica cambia di attimo in attimo.
Così si può stabilire una reale, permanente identità inerente il corpo fisico. Solo una cosa rimane costante: l'osservatore consapevole nel corpo, che è conscio dei cambiamenti fisici. Ed è anche più chiaro esaminando il modo in cui noi parliamo del corpo. "Il mio corpo", "il mio braccio", "il mio piede". Ma chi è l'"Io", possessore e controllore del corpo? E' la cosciente anima spirituale. Il corpo è una macchina fatta di materia. E questo è confermato nella Bhagavad-gita (18.61):
Il Signore Supremo è situato nel cuore di ognuno, o Arjuna, e dirige l'errare di tutti gli esseri viventi, che si trovano, ciascuno, come in una macchina, costituita di energia materiale.
In altre parole il corpo è un'automobile e l'anima è l'autista. Una persona ignorante può vedere un'automobile da lontano e pensare che si sta guidando da sola. Ma una persona istruita sa che ci dev'essere un autista.
La materia viene dalla natura inerte e ha bisogno dell'energia vivente superiore per essere manipolata. Ogni macchina necessita di un operatore. Il corpo è costituito da elementi chimici e non può muoversi senza la presenza dell'anima. La miglior prova di ciò è che quando una persona muore, tutte le funzioni del corpo si fermano.
Naturalmente qualcuno dice che ciò è dovuto alla mancanza di alcuni elementi chimici. Ma se qualcuno è morto si possono iniettare elementi chimici quanto si vuole, ma egli non si sveglierà. Quando l'anima se n'è andata gli elementi chimici cominciano a disintegrarsi e nessuno scienziato può fermare questo processo. Quindi la differenza tra un corpo vivo e un corpo morto sta nella presenza dell'anima.
Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego, questi otto elementi, distinti da Me, costituiscono la Mia energia materiale. O Arjuna dalle braccia potenti, oltre a questa energia inferiore, c'è la Mia energia superiore, costituita dagli esseri viventi che sfruttano le risorse del mondo materiale. (Bhagavad-gita 7.4,5).
In accordo alla scienza vedica ci sono tre corpi:
1. Il corpo grossolano che consiste di terra, acqua, fuoco, aria ed etere (spazio), la combinazione di questi elementi forma sangue, carne, ossa, pelle e così via.
2. Il corpo sottile, che consiste di mente, intelligenza e falso ego. Le loro funzioni sono pensare, sentire e volere (mente); prendere decisioni e valutare gli oggetti dei sensi (intelligenza); e illusoria identificazione con la natura (falso ego).
Il corpo sottile può essere sperimentato nelle nostre emozioni, come amore e odio, attrazione e repulsione, o nei nostri sogni che non sono nient'altro che il corpo sottile che agisce al posto del corpo grossolano.
3. Il corpo spirituale, o anima, che consiste di eternità, conoscenza e felicità sat-cidananda. Esso non è manifestato mentre è imprigionato nel corpo materiale.
L'anima è la causa della vita nel senso che è ciò che fa sembrare vivo il corpo grossolano, ma in realtà l'anima è la vita stessa e il corpo non è mai vivo. Un martello, per esempio, può essere molto utile e muoversi in qua e in là, ma solo se ce l'hai addosso. Similmente il corpo si muove solo per la presenza dell'anima.
La relazione fra materia, corpo, mente e anima è descritta nella Bhagavadgita (3.42):
I sensi attivi sono superiori alla materia inerte, ma superiore ai sensi è la mente, e superiore alla mente è l'intelligenza. Ancora più elevata dell'intelligenza è l'anima.
La Bhagavad-gita descrive il piacere sul piano fisico come molto inferiore al piacere a livello di puro sé, anima. Seguendo i versi possiamo vedere che la comprensione del vero sé e la differenza tra materia e spirito non è semplicemente una questione filosofica, ma può riguardare la nostra vita in modo molto più pratico:
La persona intelligente si tiene lontana dalle fonti della sofferenza, che sono dovute al contatto dei sensi con la materia. O figlio di Kunti, questi piaceri hanno un inizio e una fine e l'uomo saggio non trae gioia da essi. (Bhagavad-gita 5.22)
La perfezione dello yoga, o samadhi, si raggiunge quando si sottrae la mente a ogni attività materiale con la pratica dello yoga. Così, con la mente pura, lo yogi è in grado di vedere il proprio vero sé e gustare gioia interiore. In questo stato sereno gode di una felicità trascendentale illimitata e gioisce attraverso i sensi spirituali. Raggiunta questa perfezione, non si allontana più dalla verità e comprende che non c'è nulla di più prezioso. In questa posizione non è più turbato neppure nelle peggiori difficoltà. Questa è la vera libertà da tutte le sofferenza sorte dal contatto con la materia. (Bhagavad-gita 6.2023)
Proprio come il corpo necessita di cibo materiale, così l'anima necessita di cibo spirituale. Fino a che le persone fanno morire di fame la loro anima, dovranno tollerare le conseguenze sotto forma di rabbia, frustrazione, invidia, lussuria, avarizia e odio. Questi sono tutti sintomi dell'identificazione con il corpo.
Se l'autista riempie sempre il serbatoio dell'automobile, controlla l'olio, la lucida e la pulisce bene, ma trascura di mangiare, presto i suoi sforzi verso la macchina saranno inutili. Che valore ha l'automobile senza l'autista! Entrambi, l'automobile e l'autista, devono essere mantenuti bene. Ma fra i due, l'autista è più importante. Sfortunatamente, non solo la nostra società materialista non riesce a mantenere l'autista in modo appropriato, ma non sa neppure che esiste!
Da un punto di vista spirituale una cosiddetta persona normale che si identifica con il corpo materiale è pazza come è pazza una persona che crede di essere Napoleone o Hitler. Nessuno di loro conosce la propria identità.
L'unica persona di buon senso è quella che conosce la propria vera identità di anima spirituale e comprende la differenza tra materia e spirito. La conoscenza del nostro vero sé è già presente. E' una parte intrinseca dell'anima. Non è qualcosa che si debba acquisire.
Dobbiamo semplicemente scoprirla all'interno di noi stessi, proprio come volessimo pulire uno specchio impolverato per vederci di nuovo. La realizzazione spirituale si può raggiungere attraverso la Coscienza di Krsna. Coltivando la conoscenza della nostra vera identità, realizziamo le meravigliose qualità dell'anima e diventiamo felici e tranquilli.
L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Goura Krsna dasa Giorgio Cerquetti
SUL VOCABOLARIO
Nel lontano 1922 uscì la prima edizione del "Vocabolario della lingua italiana" di Nicola Zingarelli, da allora il vocabolario uscì in edizioni successive, rinnovato periodicamente dalla redazione lessicografica della casa editrice Zanichelli.
L'ultima edizione, l'undicesima, pur conservando l'impostazione e la struttura iniziale, è stata interamente rivista e ulteriormente arricchita di nuove parole e di nuove accezioni. Negli ultimi anni il lessico italiano si è evoluto, i mutamenti culturali, sociali e scientifici hanno introdotto nella vita di tutti i giorni parole e concetti che fino a qualche tempo fa erano sconosciuti ai più.
Nell'aprire questa voluminosa edizione, oltre duemila pagine, del "Nuovo Zingarelli" sono andato velocemente alla lettera "acca" per vedere se tra le novità ci fossimo anche noi.
Riporto testualmente: "Hare Krishna: adattamento sul modello della grafia inglese della voce sanscrita Hare, evocante la potenza devozionale di Dio, e della voce sanscrita Krsna, l'Infinitamente Affascinante. Ambedue ricorrenti in un mantra vedico che significa quindi: "O Dio infinitamente affascinante, o potenza di Dio, Ti prego di impegnarmi a servirTi con devozione". (relig) Aderente all'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, comunità spirituale di origine indiana e di cultura vedica, che raggruppa i devoti di Krishna, una delle incarnazioni del Dio Visnu da essi considerato come il sommo e unico bene."
In parte contento, per essere stati citati, e in parte deluso per l'errore che vede Krsna discendere da Visnu e non viceversa, come invece è affermato nelle Scritture vediche, ho cercato di capire chi fosse stato l'autore di questa "definizione" parzialmente errata.
Nelle primissime pagine, sotto la dicitura "Voci dei linguaggi speciali" per il settore religione ho letto con sorpresa il nome di Alfonso di Nola.
Il professor Di Nola, antropologo, ci conosce da molti anni e, dopo aver ricevuto i nostri libri I grandi classici dell'India, ci inviò un'interessante recensione di cui riporto volentieri una parte. "Un'alternativa che trovo risponda esaurientemente alle esigenze, alle aspirazioni dei giovani. E ciò che mi colpisce e mi carpisce questo apprezzamento, oltre al valore dei Testi tradotti da Bhaktivedanta Swami Prabhupada con fedele autenticità e impressionante competenza, è la buona fede, cosa rara in mezzo a tanta ipocrisia, e la sincera determinazione dei fautori di questa iniziativa".
L'iniziativa di cui parla è il movimento internazionale Hare Krsna, che in vent'anni si è diffuso in tutti i continenti di questo pianeta. Aver incontrato personalmente il professor Di Nola prima di aver letto il vocabolario mi ha per ora impedito una domanda che, comunque, prima o poi gli rivolgerò. "Perché hai confuso Visnu con Krsna, veramente non sapevi che anche Brahma riconosce Krsna come sarva karana karanam, ovverossia come causa di tutte le cause?"
Srila Prabhupada proprio per far capire a tutti in modo inequivocabile che Krsna è Dio, la Persona Suprema ha tradotto dal sanscrito lo SrimadBhagavatam, conosciuto anche come l'essenza delle Scritture Vediche. Raniero Gnoli, che per anni è stato professore di lingua sanscrita presso l'Università di Roma, dopo aver letto quest'opera scrisse: "Dobbiamo essere grati ad A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada per averci dato questa lucida traduzione, che per merito dei seguaci dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna vede adesso la luce anche in lingua italiana."
Spinto dall'idea che nessuno dovesse perdere la rara e unica opportunità di conoscere Krsna, Srila Prabhupada fece un riassunto del decimo canto del Bhagavatam e lo intitolò appunto Il libro di Krsna."
Il testo migliore per capire e amare Krsna è la Bhagavad-gita, il verso ottavo del capitolo decimo è molto esplicito sulla natura dell'Assoluto. Krsna in persona afferma: "Io sono la fonte di tutti i mondi, spirituali e materiali. Tutto emana da Me. I saggi che conoscono perfettamente questa verità Mi servono con devozione e Mi adorano con tutto il cuore". Nella spiegazione del verso Srila Prabhupada conferma che tutti gli scritti vedici concordano pienamente sul fatto che Krsna è la fonte di Brahma, di Siva e di tutti gli altri esseri celesti.
L'Atharva Veda afferma: "E' Krsna che all'alba dei tempi istruì Brahma nella conoscenza, ed è ancora Lui che in passato diffuse questa conoscenza nel mondo".
Visnu è un'emanazione di Krsna ma non è diverso da Lui, per i devoti le preghiere e il servizio devozionale rivolti a Visnu sono completamente spirituali però lo scopo ultimo della vita spirituale è amare e glorificare Krsna, che è chiamato anche Bhagavan, Colui che possiede pienamente le sei perfezioni: bellezza, ricchezza, fama, potenza, saggezza e rinuncia. Questo nome designa la Verità Assoluta nel Suo aspetto ultimo, Dio, la Persona Suprema.
Visnu è una manifestazione di Dio, Krsna, in una forma personale che, pur non essendo la Sua forma originale, possiede gli stessi poteri assoluti.
Per spiegare esaurientemente chi sono Krsna, Visnu, Brahma e Siva sono stati redatti decine e decine di volumi, alcuni dei quali sono adesso pubblicati anche in italiano, e noi vi invitiamo a leggerli per approfondire la vostra conoscenza dell'Assoluto.
Penso che il modo migliore per concludere questo breve scritto, che non vuole affatto essere una polemica, ma, piuttosto, un contributo per fare maggiore chiarezza in Occidente, sui valori essenziali della filosofia indiana, sia la pubblicazione per esteso del mantra vedico a cui accennava la definizione dello Zingarelli: Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.
Il mantra (da mana: mente, e traya: liberazione) è una vibrazione sonora spirituale che ha l'effetto di liberare l'essere, purificando la mente dalle contaminazioni, cioè dalle tendenze materiali. Il mahamantra (letteralmente il grande mantra) Hare Krsna è raccomandato per questa epoca perché possiede non solo il potere di liberare l'essere condizionato dalle sue tendenze materiali, ma anche di risvegliare in lui l'amore per Dio e l'estasi della vita spirituale. Questo mantra può essere recitato o cantato sia individualmente che collettivamente. Lettori del vocabolario Zingarelli, cantate Hare Krsna e siate felici.
CUCINARE PER KRSNA
di PARAMA KARUNA DEVI DASI
Si parla spesso dell'importanza di diventare vegetariani: Srila Prabhupada ha fissato per tutti i suoi discepoli questa regola, senza la quale nessuno può veramente dire di essere un devoto di Dio. Non mangiare carne, pesce e uova è dunque più di una semplice prescrizione alimentare, è una regola di vita tra le più basilari, indispensabile per sottrarci all'influsso di passione e ignoranza.
Ma essere vegetariani non è sufficiente.
Anche i vegetali sono esseri viventi, e togliendo loro la vita l'essere umano incorre in una colpa, anche se necessaria. Nel mondo materiale, spiega lo Srimad-Bhagavatam, ogni essere è cibo per un altro essere. Per liberarsi da ogni colpa, l'uomo deve dunque preparare dei cibi adatti al mantenimento corretto del proprio corpo, e offrirli in sacrificio al Signore Supremo, come prescrivono tutte le Scritture rivelate, di tutte le tradizioni religiose.
Naturalmente, i cibi che offriamo al Signore, che è il perfettamente puro, devono essere più puri possibile: cioè preparati e cucinati seguendo scrupolosamente le norme igieniche, e scegliendo solo gli alimenti di prima qualità. L'importanza della pulizia si applica non soltanto all'ambiente di cucina e alla persona del cuoco, ma anche alle vibrazioni dell'etere e alla mente di chi prepara i cibi. E' dunque importante praticare la concentrazione della mente su pensieri elevati, positivi, eliminando ogni sporcizia mentale.
L'opulenza nella cucina di Krsna non è data tanto dalla ricchezza degli ingredienti o dalle quantità delle preparazioni, quanto dalla devozione di chi cucina e offre il cibo a Krsna. I cibi più graditi al Signore sono quelli che rafforzano l'influsso della virtù: dolci (cioè non amari o troppo salati o piccanti), succosi (cioè non secchi e fibrosi), grassi (cioè nutrienti e saporiti), freschi (serviti appena cucinati), leggeri (non appesantiti da troppe spezie o da una cottura sbagliata). Naturalmente non dobbiamo dimenticare che questi cibi, prediletti dalle persone che si trovano sotto l'influsso della virtù, richiedono un notevole controllo dei sensi e la rinuncia alla gratificazione personale: non bisogna infatti mangiare una quantità eccessiva di cibo, altrimenti il nostro organismo non riuscirà a smaltirlo correttamente e avremo problemi di salute.
Detto questo, passiamo a suggerire una ricetta famosa, che le Scritture vediche ci raccomandano fra i piatti preferiti di Krsna: il sak (spinaci e ortaggi a foglia verde stufati).
SAK
Occorrente: un chilogrammo almeno di ortaggi a foglia verde (spinaci, o lattuga, biete, coste, ecc), sale, una noce di burro o di burro chiarificato (ghi), e ingredienti per le varianti: cocco, papperdams, una patata, una melanzana, una manciata di piselli ecc.
Questi spinaci stufati sono il piatto preferito di Sri Caitanya Mahaprabhu, e si prestano a numerose varianti. Potete usare non soltanto spinaci, ma anche biete, erbette varie, foglie esterne di lattuga o insalata, insomma tutti gli ortaggi a foglia verde. Potete aggiungere anche altri ingredienti, e ottenere così moltissime ricette diverse. La madre di Sri Caitanya, Sacidevi, era solita preparare per Suo figlio dodici diverse varietà di sak. Con un po' di pratica ci riuscirete anche voi. Questo piatto si accompagna molto bene con il riso bollito e la zuppa di legumi.
Pulite e lavate la verdura con grande attenzione, passandola in vari bagni (almeno tre) di abbondante acqua tiepida, aggiungendo possibilmente un pizzico di bicarbonato al primo bagno. Ogni volta, dopo aver lasciato a bagno le verdure, agitandole con le mani nell'acqua, sollevatele dall'acqua per passarle nel bagno successivo (che potrà essere una grossa pentola, oppure un catino di plastica che userete solo per la cucina), e quando vedrete che non lasciano più terra sul fondo, potrete cucinarle. Mettete in una grossa pentola due cucchiai di burro chiarificato e fatevi insaporire, a fiamma molto bassa, un cucchiaino di semi di mostarda nera, un cucchiaino di farina di ceci, un cucchiaino di zenzero in polvere (oppure un cucchiaio di zenzero fresco grattugiato), un pizzico di fieno greco, e un pizzico di asafetida. A questo punto aggiungete le verdure e un bicchiere di acqua, un cucchiaino di sale e una noce di burro. Coprite la pentola e lasciate che le verdure appassiscano poi togliete il coperchio e continuate a cuocere, su fiamma media, finché l'acqua sarà completamente evaporata. Potete mescolare spesso, perché questa preparazione risulta alla fine una specie di crema di spinaci.
Le varianti sono molte: invece dell'acqua potete aggiungere latte (in questo caso il sale va messo alla fine), oppure con l'acqua potete aggiungere un pomodoro a pezzetti, una patata tagliata a cubetti e fritta, oppure una melanzana a cubetti fritta, o un cucchiaio di cocco secco grattugiato, una manciata di piselli freschi appena scottati in acqua bollente salata. Altrimenti potete aggiungere un cucchiaio di yogurt al naturale, di panna da cucina, o dei cubetti di cagliata (panir) fritta nel burro chiarificato.
Se avete a disposizione dei papperdams (specie di sottilissime piadine fatte con farina di legumi) potete aggiungerli, tagliati a striscioline, agli spinaci stufati con un po' di latte. E' importante comunque metterli all'ultimo, altrimenti rischiano di scuocere. Anche diverse spezie possono insaporire in modo diverso questo piatto di verdure: sperimentate le nuove versioni con cautela, aggiungendo soltanto una piccola quantità di spezie, e senza mescolarne troppe diverse, per essere sicuri di non combinare pasticci.
LA FESTA DELLA DOMENICA
LA DOMENICA POMERIGGIO DAGLI HARE KRISHNA
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SVIZZERA ITALIANA
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Contone
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CALENDARIO VAISNAVA
Sri Gaurabda 505 1991/92 d. C.
Luglio/Agosto
7 domenica, scomparsa di Srivasa Pandita
8 lunedì, Yogini Ekadasi
9 martedì, Dvadasi
11 giovedì, scomparsa di Gadadhara Pandita e di Bhaktivinoda Thakura,
digiuno fino alle 12.
13 sabato, Ratha Yatra. Scomparsa di Svarupa Damodhara e di Sivananda
Sena.
22 lunedì, Sayana Ekadasi.
23 martedì, Dvadasi.
26 venerdì, scomparsa di Sanatana Goswami. Inizio del primo mese di Caturmasia: digiuno dagli spinaci e dai vegetali a foglie verdi.
31 mercoledì, scomparsa di Gopala Battha Goswami.
4 domenica, fondazione dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
6 martedì, Kamika Ekadasi.
7 mercoledì, Dvadasi.
20 martedì, Pavitropana Ekadasi. Inizio del Julana Yatra.
21 mercoledì, Dvadasi. Scomparsa di Rapa Goswami.
25 domenica, apparizione di Sri Balarama. Fine del Julana Yatra. Inizio del secondo mese di Caturmasia: digiuno dallo yogurt.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Cercare La Cosa Giusta Nel Posto Sbagliato
Quella che segue è la conclusione di una conversazione tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni discepoli svoltasi durante una passeggiata mattutina a Perth in Australia, nel maggio del 1975.
Devoto: Srila Prabhupada, la gente
spesso pensa che i devoti siano inibiti e
repressi e che non provino mai nessun
piacere.
Srila Prabhupada: Tutti cercano il piacere perché è a questo che siamo stati destinati. Ma poiché la gente ha dimenticato Krsna, la fonte del piacere, cerca di
trovare il piacere in altre cose piuttosto che in Lui. E' per questo che è frustrata.
Non sa che fino a quando non capirà la Coscienza di Krsna non troverà alcun piacere vero. Immaginate un bambino che piange. Se altre donne, e non sua madre, lo prenderanno in braccio, continuerà a piangere. Ma non appena sarà fra le braccia di sua madre, smetterà. Perché?
Perché avrà capito di aver trovato la cosa giusta. Succhierà il latte dal seno di sua madre e sarà soddisfatto. Similmente noi saremo soddisfatti in modo completo quando finalmente andremo da Krsna. Non vorremo nient'altro.
Devoto: Srila Prabhupada, stavi parlando prima dell'importanza di essere desiderosi di conoscere.
Srila Prabhupada: Essere desiderosi di conoscere la fonte suprema della felicità è la base della vita umana. Questo desiderio di conoscenza non è presente; nei cani o nei gatti e fintanto che una persona non desidera conoscere la fonte suprema della felicità è un animale, non un essere umano. Il novantanove per cento della gente non ha questo desiderio di conoscenza. Cerca la felicità ma non desidera conoscerne la fonte suprema e quindi si sente frustrata.
Devoto: Sembra che ciò che la gente
crede essere fonte di felicità sia in realtà
poi causa di miseria
Srila Prabhupada: Sì. L'automobile per
esempio è stata inventata in nome della
felicità. Ma, quando due macchine si
scontrano e si perde la vita, la gente non
è sufficientemente intelligente da chiedersi: "Abbiamo inventato la macchina per essere felici, perché allora avvengono questi disastri?" La gente non ha l'intelligenza per porsi questa domanda. Tutti cercano semplicemente la felicità nel mondo materiale e quando noi diciamo che questa non è la strada giusta e che si dovrebbe seguire la Coscienza di Krsna per trovare la vera felicità, ridono.
Devoto: E gli scienziati, Srila Prabhupada? Sono molto avidi di sapere; stanno cercando di scoprire l'origine del mondo materiale.
Srila Prabhupada: Sì, lo so. Ma stanno cercando la causa di questo mondo nel posto sbagliato, e quando vengono loro fornite informazioni reali, non ne tengono conto. Noi diciamo agli scienziati: "State cercando la causa del mondo? Qui c'è Krsna, la sorgente di ogni cosa". Ma loro non Lo accettano; in questo sta la loro stupidità.
Devoto: Stavi dicendo che tutti cercano la felicità. Ma quel desiderio non dovrebbe essere purificato? Non dovremmo abbandonare ogni desiderio di felicità?
Srila Prabhupada: No, no, la felicità è vita. Come potreste farne a meno?
Devoto: Ma se desideriamo la felicità, siamo egoisti...
Srila Prabhupada: Il problema è che non sapete che il fine ultimo del vostro
egoismo è realizzare Krsna (na te viduh svarthagatim hi visnum). Tutti sono egoisti, ma nessuno sa come appagare il proprio vero egoismo.
Devoto: Ma non sarebbe meglio rinunciare completamente al proprio ego?
Srila Prabhupada: Perché? Questa è la filosofia mayavada (impersonalista). Noi vogliamo purificare il nostro ego. Vogliamo capire che siamo dei servitori di Krsna. Questo è il tipo di egoismo richiesto, non bisogna cancellarlo.
Devoto: Perché gli impersonalisti mayavadi vogliono sradicare l'ego?
Srila Prabhupada: I mayavadi sono scontenti della vita e quindi pensano: "Voglio finirla col mio ego. Voglio annullarmi". Ma l'egoismo non può essere cancellato perché essendo delle anime individuali avremo sempre il senso dell'"Io". Io penso di essere indiano, tu pensi di essere americano, qualcun altro pensa di essere italiano e così via. Ma io non sono indiano e tu non sei americano: siamo tutti frammenti infinitesimali di Krsna. Dobbiamo arrivare a questo tipo di egoismo, il vero egoismo, io sono un eterno servitore di Krsna.
Devoto: Srila Prabhupada, gli scienziati materialisti sono molto curiosi. Perché non sono in grado di arrivare a comprendere che Krsna è la sorgente di ogni cosa?
Srila Prabhupada: Perché Lo invidiano. Non vogliono accettare le Sue istruzioni. Bisogna seguire le direttive di Krsna. Egli dice: "Io sono l'oggetto della conoscenza. Sono la destinazione finale. Vieni da Me". Se non seguite queste istruzioni siete sfortunati. I vostri tentativi di acquisire conoscenza falliranno.
Devoto: Srila Prabhupada, ho visto un rapporto secondo il quale l'ateismo è presente molto più tra gli scienziati che tra la gente in generale. E gli scienziati sono molto influenti nelle università e nelle scuole superiori, nel governo...
Srila Prabhupada: Per questo diciamo: "Voi governanti ciechi, voi mascalzoni, non tentate di governare finché non seguirete le istruzioni di Krsna". Dobbiamo seguire le istruzioni di Krsna. Solo allora saremo felici.
Hare Krsna
Hare Krsna
Krsna Krsna
Hare Hare
Hare Rama
Hare Rama
Rama Rama
Hare Hare
Se una persona canta il Santo Nome del Signore, anche se lo fa per disperazione o senza il desiderio di farlo, tutte le conseguenze dei suoi peccati svaniscono, proprio come quando ruggisce un leone tutti gli animali più piccoli scappano per la paura.
Tratto dal Garuda Purana
fine del numero di luglio/agosto 1991.