Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 3 n. 6
giugno 1991
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Srila Prabhupada arrivò dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando in Europa, America, Australia, Asia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato questo movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui egli ha dato vita.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi
REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi
FOTOGRAFIA:
bhakta Nicola
PROOF READING:
Pancaratra dasa, Arcana vidhi dasi
TRADUZIONI: Radhakunda dasi, bhaktin Nicoletta, bhaktin Rossana
COMPOSIZIONI: Ananga Manjari dasi
AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
SERVIZIO ABBONAMENTI: Dananistha devi dasi
PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".
ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
VOL. 3 N. 6 - giugno 1991
Bhaktivedanta Book Trust Italia
Strada Bonazza 12 50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI
FOTOLITO: F.C.M. Marcallo Con Casone (MI)
STAMPA: Centro Arti Grafiche Como
RITORNO A KRISHNA
la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada fondò questa Associazione a New York nel 1966, spiegò gli obiettivi che si prefiggeva.
Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata dalla Bhagavadgita e dallo Srimad-Bhagavatam.
Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
Insegnare e promuovere il movimento del Sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Krsna.
Unire i membri per insegnare uno scopo di vita più semplice e naturale.
Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obiettivi sopraelencati.
CALENDARIO VAISNAVA
Sri Gaurabda 505 1991/92 d. C.
Giugno
9 domenica, Apara Ekadasi
10 lunedì, Trayodasi
22 sabato, Bhima Nirjala Ekadasi
23 domenica Dvadasi
26 mercoledì, Snana Yatra. Scomparsa di Mukunda
Datta e di Sridhara Pandita
VOL. 3, N° 6
UNA RELAZIONE CHE TUTTI
POSSONO ASSAPORARE
Discorso di Sua Divina Grazia Srila Prabhupada
L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo.
ROMPERE I VINCOLI DELLA
FALSA FRATELLANZA
Libri
SRIMAD-BHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
LA DOLCE MADRE
La mucca sacra: una superstizione?
I dialoghi di Srila Prabhupada
LA LOGICA DELL'ILLIMITATO
LA CUCINA MEDITERRANEA
La tradizione della cucina vegetariana italiana.
LA FESTA DELLA DOMENICA
CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI
IN COPERTINA: Krsna, Dio la Persona Suprema, con Suo fratello Balarama, la Sua prima espansione, nelle foreste di Vrndavana.
Al di sopra dell'ipocrisia e dell'ansietà
UNA RELAZIONE
CHE TUTTI POSSONO
ASSAPORARE
Una conferenza di Sua Divina Grazia
A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
vedasastra kahe 'sambandha', abhidheya',
'prayojana'
'krsna' prapya sambandha, 'bhakti'
praptyera sadhana
"Le Scritture vediche ci informano della relazione eterna tra l'essere individuale e Krsna, di come l'essere individuale può risvegliare questa relazione e agire di conseguenza, e di come vivrà quando sarà tornato a casa; tornato a Krsna, che è il fine ultimo della vita."
(Caitanyacaritamrta, Madhyalila 20.124)
I testi vedici non sono prodotti dall'uomo. Piuttosto, discendono fino a noi attraverso un processo tradizionale, attraverso l'ascolto. Per esempio, noi accettiamo l'identità di nostro padre attraverso l'ascolto. Un bimbo nasce e quando questi sente i suoi fratelli e sorelle maggiori chiamare padre una certa persona, anche lui comincia a chiamarla padre. Non è questione di studio. Impara semplicemente ascoltando. Gli altri chiamano: "Padre", così anche lui chiama: "Padre". Non c'è alcun bisogno di evidenza o studio.
Allo stesso modo, la conoscenza vedica è discesa fino a noi attraverso il processo dell'ascolto. Prima di cinquemila anni fa non era necessario raccogliere in un testo la conoscenza vedica perché il maestro spirituale la trasmetteva a voce, il suo discepolo ascoltava e trasmetteva questa conoscenza al suo discepolo che a sua volta l'ascoltava e la tramandava, e così via per generazioni. Ma quando cinquemila anni fa cominciò il kaliyuga (la presente era di ipocrisia e confusione), tutta la conoscenza vedica venne sistematicamente registrata.
Dapprima ci fu un Veda solo, l'Atharva Veda. Ma, per renderlo più chiaro e comprensibile, Vyasadeva divise questo unico Veda in quattro parti che affidò a quattro suoi discepoli. Più tardi scrisse il Mahabharata e i Purana (racconti storici) per rendere la conoscenza vedica ancora più comprensibile all'uomo comune in vari modi. Ma il principio è lo stesso. Vedasastra kahe, 'samhandha'. Sambandha: dobbiamo scoprire come ristabilire la nostra relazione con Krsna, Dio.
E cos'è questa relazione? Come dice il Vedantasutra, janmady asya yatah: la nostra relazione è che tutti gli esseri incluso noi stessi sono nati dall'energia di Dio. Perciò chiamiamo Dio "Padre". E' accettato in ogni religione. Non c'è dubbio. Qual è quindi la relazione tra padre e figlio? E' una relazione da esigere solo dal padre? No. E' una questione di dovere. Se un figlio è sensibile e maturo, sa: "Ho il dovere di amare mio padre". E' una cosa molto semplice amare il padre. "Mio padre ha fatto così tanto per me. Erediterò la piantagione di mio padre e già godo dei beni di mio padre. Non è quindi mio devere mostrare rispetto a mio padre?"
Perciò, coloro che sono contro i principi di Dio, che non pensano a Dio, sono le creature più degradate. Na mam duskrtino mudhah prapadyante naradhamah. Chiunque non riconosce Dio è l'essere più infimo. Sono stati usati questi termini. Mudhah: "asino". Duskrthunah: "infame". E naradhamah: "il più infimo dell'umanità". L'umanità esiste per poter riconoscere Dio. Questa è la vera vita umana. Nella forma di vita animale non si può riconoscere che Dio esiste e che tutto emana da Dio. Gli animali non possono leggere testi vedici. Non possono ricevere alcuna istruzione. Questi testi vedici esistono semplicemente per il beneficio degli esseri umani. Perciò ogni cosiddetto essere umano che non accetta l'autorità dei testi vedici e non accetta l'esistenza di Dio è di fatto proprio come un animale, solo che ha due gambe anziché quattro. La Bhagavadgita descrive molto bene questi individui: naradhamah, i più infimi tra gli uomini. Quindi la nostra società è governata dagli esseri più infimi sebbene si cerchi di passare per "progrediti".
Ieri è venuto un ragazzo e mi ha chiesto:
"Chi è Dio? Io sono Dio." Parlava in questo modo. Vedete? Eppure dai suoi modi e da come era vestito sembrava una persona istruita. Quindi questa è l'istruzione che c'è in giro ora: tutti sono educati per diventare gli esseri più infimi dell'umanità. Lo scopo dell'istruzione è di rendere l'uomo l'essere più elevato dell'umanità, ma gli insegnamenti moderni rendono le persone le più infime dell'umanità. E quando ad alcuni studenti viene insegnato ad essere i più elevati dell'umanità, i loro tutori si preoccupano: "Oh, mio figlio sta per diventare il più elevato fra gli essere umani! Lo Swamiji gli insegna cose pericolose."
Vedete? Il maestro spirituale dice: "No, non fumare, non prendere intossicanti, non avere alcun rapporto illecito con una donna. Sii una persona retta. Sii un devoto del Signore."
"Oh, Swamiji è pericoloso."
Ma se qualcuno insegna: "Miei cari ragazzi, prendete LSD, diventate dei pazzi e andate al manicomio," diventerebbe molto popolare. Cosa si può fare? Questa è la situazione. Viviamo quindi in una società composta dagli esseri più infimi dell'umanità. Ricordatevi sempre di questo.
Non sto solo parlando degli Stati Uniti, ma di tutto il mondo. Anche in India, dove è disponibile un'ampia cultura per comprendere Dio, degli stupidi capi insegnano questo materialismo grossolano. Vedete? E' per via dell'era in cui viviamo. Non pensate che io stia criticando un particolare paese o una particolare comunità. Questa è l'età di kali, l'era dell'ipocrisia. Semplicemente ipocrisia.
Dobbiamo quindi stare molto attenti. Daivi hy esa gunamayi mama maya duratyaya: l'energia materiale illusoria è molto forte. In qualsiasi momento se diventiamo un po' svogliati o disattenti, possiamo dimenticare la nostra relazione con il Supremo. La Causa Suprema è Krsna, o Dio, ma in qualche modo ce ne siamo dimenticati. Perciò questa letteratura i Veda, lo SrimadBhagavatam, la Bhagavadgita ci ricordano: "La tua relazione con Krsna è eterna".
Bhayam dvitiyabhinivesatah syad isad apetasya viparyayo 'smrtih: siamo in ansia perché abbiamo preso una posizione opposta. "Chi è Dio? Viparyayo 'smrtih. Viene usata proprio questa parola. Viparyayah significa "sottosopra". La nostra memoria è in gran scompiglio ed è per questo che soffriamo. Ma la gente non l'ammette. "No, ci adatteremo. Faremo leggi migliori. Offriremo un'istruzione più elevata. Istruiremo grandi partiti politici. Continueremo a sfidare Dio. E saremo felici in questo mondo." Quindi questa società atea ha generato il partito comunista, portandoci ad una situazione pericolosa. Ma colui che prende rifugio in Krsna non incorrerà in alcun pericolo. Siatene certi.
Vasudevah, sarvam iti sa mahatma sudurlabhah: dobbiamo diventare grandi anime facendo rivivere la nostra relazione eterna con il Supremo, arrendendoci a Dio. Questo processo di arresa è bhakti, o servizio di devozione. Siamo stati disobbedienti così a lungo. Ora dobbiamo diventare ubbidienti. Tutto qui. Non appena la gente di questo cosiddetto mondo progredito ubbidirà a Dio, allora vi sarà disciplina e vi sarà pace.
Ora non c'è alcuna disciplina. Nessuno acconsente a seguire delle regole spirituali. Sono tutti diventati Dio. "Possiamo fare qualunque cosa, qualunque cosa ci piaccia". Ne consegue che tutti sono diventati dei cani. Ma bhaktiyoga, servizio devozionale, significa che noi viviamo seguendo un modello di disciplina così che, automaticamente, possiamo far rivivere la nostra perduta relazione con il Signore. Così saremo felici. Realizzeremo l'amore per Dio, il vero scopo della vita.
Perché praticare una disciplina? Se non facciamo rivivere la nostra relazione saremo turbati. Noi cerchiamo pace e prosperità. Ma qual è dunque la base per la pace? La base della pace è l'amore. Credete forse di poter vivere in pace senza amare nessuno? No. Come sarebbe possibile? Ma se amate Dio, allora potrete amare chiunque. E se non amate Dio, allora non potrete amare nessuno. Perché Egli è il centro.
Considerate questo esempio: una ragazza appartiene a una certa famiglia, ma, quando si sposa, diventa membro della famiglia del marito. Poiché il marito e la moglie sono ora imparentati, immediatamente lei diventa imparentata con il fratello del marito. Si imparenta con la madre del marito e il padre del marito. Ha legami di parentela con tutti i familiari. Immediatamente. Naturalmente, il punto centrale è il marito. Prima di allora prima di una qualsiasi relazione con quel punto centrale la madre, il padre e il fratello del ragazzo non avevano alcun legame con questa ragazza. Vedete? Quindi il punto centrale deve esserci. Se puoi amare Dio, allora puoi amare ogni cosa in relazione con Dio. Puoi amare qualsiasi uomo. Puoi amare il tuo Paese, puoi amare la tua società. Puoi amare i tuoi amici. Chiunque. Questo è il punto.
La gente la pensa diversamente: "Perché dovrei amare solo Dio? Amerò la mia famiglia. Amerò il mio Paese. Amerò il mio..." No, non puoi amare tutte queste cose. Non è possibile perché manca il punto centrale. Questi sono fatti. Harav 'abhaktasya mahadguna. Sebbene una persona possa essere materialmente molto qualificata o possegga vari titoli di studio, se non ama Dio non potrà avere alcuna buona qualifica. Perché? Manorathenasati dhavato bahih: perché non fa altro che speculare sul piano materiale e cade sotto l'illusione dell'energia materiale.
Ma è chiaramente indicato nello Srimad-Bhagavatam, yasyasti bhaktir bhagavaty akincana: progredendo nel servizio devozionale, si sviluppano automaticamente tutte le qualità virtuose.
La Caitanyacaritamrta ci da una lista delle ventisei qualità di un devoto: 1) Egli è sempre gentile con tutti. 2) Non considera nessuno un suo nemico. 3) E' sincero. 4) E' imparziale con tutti. 5) Non è possibile trovare in lui alcun difetto. 6) E' magnanimo. 7) E' mite. 8) E' sempre pulito. 9) Non possiede nulla. 10) Lavora per il beneficio di tutti. 11) E' molto sereno. 12) E' sempre abbandonato a Krsna. 13) Non ha alcun desiderio materiale. 14) E' molto umile. 15) E' serio. 16) Controlla i propri sensi. 17) Non mangia più del necessario. 18) Non è influenzato dall'energia illusoria del Signore. 19) E' rispettoso con tutti. 20) Non desidera rispetto per se stesso. 21) E' molto austero. 22) E' misericordioso. 23) E' socievole. 24) E' poetico. 25) E' esperto. 26)E' silenzioso.
Dopo tutto, qual è il significato della coscienza di Krsna? E' forse una specie di sentimento o del fanaticismo? No. E' una scienza. Se ne seguite le regole, automaticamente si svilupperanno tutte queste qualità virtuose. Ve ne potrete rendere conto. E non appena acquisirete queste qualità, allora potrete amare il vostro Paese e ogni essere umano. Diventerete amici di tutti e amanti di Dio. Immaginatevi allora se ogni persona diventasse così...
Naturalmente non ci aspettiamo che ogni persona diventi così. Comunque, se almeno il dieci percento della popolazione mondiale diventasse cosciente di Krsna, allora la pace nel mondo sarebbe garantita.
Perché? Perché ekas candrah: non abbiamo bisogno di molte lune nel cielo. Una luna è sufficiente per scacciare l'oscurità. Varam eko gani putro nirgunena satena kim. Canakya Pandita dice che è meglio avere un figlio qualificato che cento idioti. La civiltà moderna va avanti in questo modo, una società atea. Ma se una percentuale degli esseri umani civilizzati diventasse cosciente di Krsna, ciò porterebbe la pace nel mondo. Altrimenti non è possibile.
Perciò la coscienza di Krsna è una necessità. Quando il Signore Sri Krsna Caitanya apparve in India cinquecento anni fa, basò il Suo insegnamento su questo principio: premapumartho maha: dichiarò che l'obiettivo della vita umana è di ottenere amore per Dio. Tutto qui. Questo è ciò che rende perfetta la vita. Nient'altro. Un grande maestro spirituale, Srinatha Cakravarti, ha descritto la missione del Signore Caitanya. Aradhyo bhagavan vrajesatanayas: Krsna, Dio, la Persona Suprema, è aradhyo o "da adorare". Egli è l'unica persona da adorare. Taddhama vrndavanam e come il Signore Krsna è da adorare, anche il luogo dei Suoi passatempi, Vrndavana, è da adorare.
E qual è la migliore adorazione per Krsna? Ramya kacid upasana vrajavadhu-vargena ya kalpita: l'adorazione più elevata è quella eseguita cinquemila anni fa dalle pastorelle del villaggio di Vrndavana. Esse pensavano sempre a Krsna. Quando Krsna andava a passeggiare fuori dal villaggio, restavano a casa a pensare: "Oh, le piante dei piedi di Krsna sono così soffici. Come può mai girovagare nella foresta dove ci sono tanti sassi? Potrebbe farSi male". Krsna era nella foresta ed esse erano a casa. Ma pensavano a Krsna, a come camminava, come potevano soffrire i Suoi piedi delicati. In questo modo erano sempre assorte in coscienza di Krsna.
Le pastorelle non erano dei Vedantisti, non erano brahmana, non erano istruite, erano pastorelle. Ma il loro amore per Krsna era così intenso che il Signore Caitanya diceva: "Non c'è adorazione migliore di quella dimostrata dalle fanciulle di Vrndavana". Qual è allora la sorgente dalla quale possiamo ottenere la comprensione di Krsna? SrimadBhagavatam pramanam amalam: studiando lo SrimadBhagavatam potrai ottenere tutto ciò. Otterrai amore perfetto per Krsna, il più elevato successo della vita. Così, ecco qui il libro, lo Srimad-Bhagavatam. E qui c'è l'adorazione ideale, quella delle pastorelle di Vrndavana. E l'oggetto dell'adorazione: Krsna. E la necessità primaria dell'esistenza: ottenere amore per Dio. Sricaitanyamahaprabhor matam idam: questa è l'essenza e la sostanza di ciò che ha insegnato Caitanya Mahaprabhu.
Dharma: ogni nazione civilizzata ha un qualche tipo di religione, o dharma, perché a meno che non si diventi religiosi non c'è possibilità di artha, pace eterna e prosperità. Dharmaartha: se tutti fossero religiosi, la loro condizione economica sarebbe migliore. E perché una migliore condizione economica è desiderabile? Kama. Kama significa che le necessità della tua esistenza saranno abbondantemente soddisfatte. Dharmaarthakama. Qual è il fine ultimo? Moksa. Se vivi serenamente nella società, potrai coltivare conoscenza necessaria alla liberazione. Dharmaarthakamamoksa.
Quindi, generalmente questi quattro principi costituiscono lo scopo della società umana. Il Signore Caitanya dice: "Sì, tutto ciò non è male". Ma prema pumartho mahan: potrai avere tutto ciò, ma se non hai amore per Dio, allora sono tutte sciocchezze. Tutte sciocchezze. Perciò, prova ad amare Dio e tutto andrà bene. Sri Caitanya dice che dovremmo comprendere la nostra relazione con Dio e agire di conseguenza. Questo significa, servirLo con devozione. Solo allora potremo avere un'esistenza perfetta, l'amore per Dio e lo scopo della nostra vita umana sarà raggiunto.
Anche questo è un buon motivo per venire alla
FESTA DELLA DOMENICA
Canti, danze, conferenze, cultura, yoga, filmati, spettacoli, filosofia e_ uno squisito pranzo offerto a tutti gratuitamente. Allora, siete tutti invitati: ogni domenica pomeriggio dalle ore 16.
BERGAMO, Villaggio Hare Krishna (da Medolago strada per Terno) CHIGNOLO D'ISOLA, Tel. 035/490706
BOLOGNA
Via Ramo Barchetta 2, Castagnolo Minore, BENTIVOGLIO
Tel. 051/863924
BRESCIA - Hare Krishna Club - via G. Rosa 17 - Tel. 030/7400995
CATANIA
Centro Culturale Govinda - Via San Nicolò al Borgo, 28
Tel. 095/552252
FIRENZE
Villa Vrindavana
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San Casciano in Val di Pesa
Tel. 055/820054
MACERATA
Centro Nityananda
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NAPOLI
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Tel. 081/7390398
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ROMA 00169
Via Tor tre teste, 142
Tel. 06/262913
SVIZZERA ITALIANA
Bellinzona - Fattoria Nandagrama -
Contone
Tel. 0041-92/622747
L'OSSERVATORIO
VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Goura Krsna dasa Giorgio Cerquetti
RIPENSANDO ALLA GUERRA
Sono in preparazione film e libri sulla guerra del Golfo, spiegheranno (o piuttosto rispiegheranno) tutti i particolari del conflitto: cause, effetti, aneddoti e rivelazioni inedite.
Una cosa che probabilmente non verrà discussa ed approfondita in modo adeguato è la tendenza, a mio giudizio positiva, alla riduzione dei consumi e ad una vita più discreta e moderata, che aveva attraversato tutte le categorie sociali nei due mesi di guerra.
Personalmente in quel periodo mi trovavo in India impegnato in un viaggio spirituale nei luoghi sacri di Mayapur, Puri e Vrindavana, non ho quindi letto i giornali e mi sono perso tutte le edizioni speciali dei telegiornali. Quando sono rientrato nella penisola italica, che di fatto è stata appena sfiorata dalla guerra, tutto mi sembrava come prima e forse più di prima.
Un devoto mi aveva tenuto da parte una copia dell'Espresso di fine marzo, sfogliandolo si notava come la riconversione psicosomatica degli Italiani fosse stata velocissima: riaperte le discoteche, riprese d'assalto le autostrade, affollatissime le agenzie di viaggi. Nell'immaginario collettivo la scena è cambiata di colpo, in pochi giorni l'umore è cambiato, la voglia di correre, di vivere intensamente, di godere il più possibile ha ripreso decisamente il sopravvento.
Sfogliando le pagine del settimanale ho provato più pena per quegli Italiani che, dopo la simbolica partecipazione militare nel Golfo, si sentivano "vincitori" che non per i poveri Iracheni sconfitti, molti dei quali sono stati miseramente schiacciati da giochi di potere che nessuno ha mai spiegato loro. Vittime inconsapevoli del pericoloso gioco della "guerra".
Prima di abbandonare la lettura dell'Espresso, che titolava in prima pagina con un vistoso "Boom della prostituzione, riesplode il sesso a pagamento con donne insospettabili e tante minorenni", la mia voglia di riprendere contatto con la realtà italiana attraverso la carta stampata trovava un attimo di piacevole riflessione in uno scritto, "E' stato solo un wargame", del sociologo Sabino Acquaviva, di cui riporto la parte finale.
"Siamo stati costretti a meditare sul nostro consumismo e la nostra mancanza di principi. Forse abbiamo addirittura cercato di essere più sobri, più capaci di prendere le distanze dallo squallore del quotidiano, di porci delle domande sul mondo e sul significato della nostra esistenza. Ma per quanto tempo rifletteremo sulla necessità di dare un senso alla vita? Sul fatto che forse la nostra società consumistica non è la migliore del mondo? Chissà. Un anno, o un giorno. Poi ricominceremo a percorrere affannati l'autostrada della vita, sempre impazienti di raggiungere per primi un traguardo che non esiste?"
Poche chiare parole che tirano in ballo un fantomatico "traguardo" che ha il grandissimo difetto di non esistere. I politici hanno sempre predicato la politica del futuro per prendere tempo su un presente difficile e irrealizzabile. Intanto il tempo passa inesorabile e mette scientificamente a nudo i limiti e le lacune di sistemi filosofici e politici partoriti da menti convinte, in buona o cattiva fede, di aver definitivamente imbroccato la strada giusta. L'ottantanove ed il novanta sono stati anni importanti perché hanno visto il crollo di molti regimi totalitari, il novantuno passerà alla storia come l'anno della guerra. Quando arriverà l'anno della pace e della riconciliazione mondiale?
Secondo il professor Frank Pfetsch dell'Università tedesca di Heidelberg, negli ultimi 3500 anni ci sono stati solo 230 anni di pace e dal 1889 ogni anno ha visto il sorgere di un nuovo conflitto in qualche parte del pianeta.
Dal 1945 ad oggi ci sono stati più di 460 conflitti dei quali sessanta si sono trasformati in guerre lunghe e sanguinose. Le aree più interessate dagli scontri armati sono state Asia, Africa, America Centrale e Meridionale.
La guerra del Golfo ha portato improvvisamente nelle nostre case un modo di vivere irrazionale e violento, che le nostre coscienze avevano rimosso ed accantonato, ma che purtroppo è molto diffuso nel mondo. La guerra, in qualche parte del mondo, è sempre all'ordine del giorno. La tragica conclusione del professore tedesco è che, mentre la ricerca scientifica e l'industria lavorano da anni alla produzione e al miglioramento delle armi, nessun'altra istituzione o gruppo di una certa forza lavora con la stessa intensità all'elaborazione di soluzioni civili e pacifiche alle continue conflittualità che travagliano l'umanità.
Forse "il traguardo che non esiste" esiste veramente. E' Dio!
E' l'amore per Dio che rende possibile la convivenza pacifica di tutti gli esseri viventi.
Prima che il Golfo diventi un lontano ricordo nella nostra memoria, riflettiamo ancora una volta su tutto quello che è successo, potremmo scoprire che la soluzione è più facile del previsto ed il "traguardo" non è poi così lontano.
ROMPERE I VINCOLI
DELLA FALSA FRATELLANZA
Il padre saggio è contento quando un maestro spirituale autentico prende il proprio figlio come discepolo. Ma un padre ignorante vede il maestro spirituale come nemico...
di SATSVARUPA DASA GOSWAMI
Quando un giovane si unisce al movimento per la Coscienza di Krsna, i suoi genitori spesso dubitano della saggezza della sua decisione. Unirsi al movimento Hare Krsna significa impegnarsi in valori che sono piuttosto contrastanti con il "normale" sistema di vita dell'attuale civiltà occidentale. Una persona cosciente di Krsna evita strettamente i quattro pilastri della vita materialista mangiare carne, avere relazioni sessuali illecite, intossicarsi, e giocare d'azzardo cose che gli occidentali ordinari considerano necessità basilari della vita. Tuttavia dopo aver osservato il buon carattere che i loro figli assumono con la disciplina spirituale, la maggior parte dei genitori dei devoti si adattano al fatto che loro abbiano accettato la Coscienza di Krsna. Ma un piccolo gruppo di genitori, soprattutto
in America, considera il movimento Hare Krsna un grande male e si oppone molto violentemente alla scelta dei propri figli adulti di vivere in coscienza di Krsna. Questi tentativi da parte dei genitori di far cambiare idea ai propri figli con il "rapimento" e con la "deprogrammazione", come anche le loro accuse di "lavaggio di cervello" dirette contro i predicatori della Coscienza di Krsna, hanno sollevato il problema dei diritti civili: ovvero se il controllo dei genitori può avere la precedenza sul diritto individuale di scegliere liberamente il corso della propria vita.
Questo amaro conflitto non è nuovo. Troviamo un caso simile nell'antica storia Vedica dello SrimadBhagavatam che risale a cinquemila anni fa. Là leggiamo di un potente padre chiamato Daksa che si sentì offeso quando i suoi figli rinunciarono alla vita materiale per seguire gli insegnamenti di un saggio cosciente di Krsna. Narada Muni.
[nota: Narada Muni è un diretto rappresentante di Krsna, Dio la Persona Suprema. In tutta la storia vedica Narada aiuta le anime condizionate insegnando la scienza più alta del bhaktiyoga, l'amore per Dio. Fra i suoi discepoli ci sono molti grandi devoti come Prahlada Maharaja, Dhruva Maharaja e Srila Vyasadeva. La sua missione, la missione del Signore Supremo, è di liberare l'umanità dal ciclo di nascita e morte.]
Alla luce della controversia moderna, il racconto di come Narada predicò ai giovani uomini per convincerli a lasciare la vita familiare come Daksa maledisse Narada, e come Narada persistette nella sua missione cosciente di Krsna rivela un significativo caso storico.
La nostra storia inizia all'alba della creazione. Dio la Persona Suprema istruì Brahma, la prima entità vivente dell'universo, ad incrementare la popolazione umana attraverso i suoi figli sposati, i Prajapati (progenitori). Uno dei capi di questi progenitori era il deva Daksa. Daksa significa "esperto" e questo Daksa in particolare era esperto nel generare una discendenza attraverso una relazione sessuale. In unione con sua moglie Pancajani generò diecimila figli, conosciuti come gli Haryasva. Daksa avrebbe voluto che anch'essi si sposassero e incrementassero la progenie, seguendo il suo esempio. Essendo devotamente religioso, Daksa voleva educare i suoi figli nella disciplina della cultura
Vedica per renderli capofamiglia responsabili e produttivi. Così li mandò in pellegrinaggio in un luogo santo chiamato Narayanasaras, dove nel passato, molti santi e saggi meditarono e fecero altre pratiche religiose. In quel luogo santo, gli Harayasvas iniziarono a toccare regolarmente le acque del lago e a bagnarsi, purificandosi molto. Essi svilupparono la tendenza alle attività dei paramahmasas (i santi più altamente avanzati e rinunciati). Nonostante ciò, poiché il loro padre aveva loro ordinato di aumentare la popolazione, fecero severe austerità per soddisfare i suoi desideri.
Un giorno il grande saggio Narada Muni entrò a Narayanasaras. Vedendo i ragazzi che facevano grandi austerità, Narada li avvicinò. Egli notò che sebbene i diecimila figli di Daksa fossero pronti per una vita materialista di famiglia, grazie alle loro austerità erano simultaneamente idonei ad ascoltare ciò che riguardava il sentiero della liberazione. Narada pensò: "Perché dovrebbero impigliarsi nella vita di famiglia, che è così oscura che una volta che la si è intrapresa, non la si può più lasciare?" (Generalmente, chi diventa troppo coinvolto nel proprio ambiente materiale, non guarda all'interno del suo cuore per trovare la posizione dell'anima e dell'Anima Suprema). Si potrebbe ribattere: dato che anche l'aumento della progenie è una funzione necessaria della creazione materiale, perché Narada disturbò questi ragazzi nel corso della loro preparazione? In seguito Daksa lo evidenzia confrontandosi con Narada. Tuttavia, Narada non aveva dubbi sul fatto che la liberazione eterna ha un valore molto più grande per una persona che non la buona progenie. Perciò avvicinò gli Haryasva per dirigere la loro attenzione verso la vita spirituale.
Narada li attrasse parlando loro in modo allegorico: "Miei cari Haryasva, non avete visto i confini della terra. C'è un regno dove vive solo un uomo e nel quale c'è un buco dal quale, una volta entrati, non si può più uscire. Là una donna estremamente impura si orna con abiti attraenti e l'uomo è suo marito. Voi non avete visto tutto questo, e perciò siete ragazzi inesperti senza gran conoscenza. Vostro padre invece è onniscente, ma voi non conoscete il suo vero ordine. Senza conoscere l'effettivo proposito di vostro padre, come creerete della progenie?"
Gli Haryasva capirono il significato dell'allegoria di Narada. Quando lui diceva che non conoscevano le estremità della terra, sapevano che intendeva "la terra" del corpo, ovvero il campo delle attività materiali. Ognuno di noi è un'anima spirituale eterna, ingabbiata in corpi materiali vita dopo vita. Ma per ignoranza noi scambiamo ogni corpo per il nostro vero sé. Gli Haryasva capirono immediatamente che Narada voleva che diventassero illuminati nel sé e non che continuassero nella schiavitù perpetua, prendendo corpi materiali nascita dopo nascita, ma che usassero la vita umana per liberarsi da questa schiavitù.
Narada menzionò un regno dove c'è solo un re, senza avversari. Gli Haryasva capirono che si riferiva al regno di Dio, che circonda tutto il mondo spirituale e tutti gli universi materiali, e dove c'è un unico proprietario e beneficiario, Dio la Persona Suprema. Sebbene qualche volta appaia nella creazione per il Suo stesso dolce volere, il Signore Supremo non è mai forzato a prendere nascita come le infinitesimali entità viventi. Egli è completamente trascendentale, e perciò non viene mai distrutto, nemmeno con la distruzione dell'universo. Colui che travisa questa posizione trascendentale di Krsna è uno sciocco, e le sue speranze per la conoscenza e la liberazione vengono tutte frustrate. Gli Haryasva realizzarono perciò che il loro dovere nella vita era comprendere Dio, la Persona Suprema.
Quando il saggio Narada parlava dell'entrare nel posto dal quale non si ritorna, gli Haryasva poterono comprendere che si stava riferendo all'ingresso della beata Vaikuntha (il pianeta spirituale). Krsna insegna queste stesse cose ad Arjuna nella Bhagavadgita, in cui dice: "Colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività, dopo aver lasciato il corpo, non rinasce più nel mondo materiale ma raggiunge la Mia dimora eterna, o Arjuna." (B.g. 4.9) Gli Haryasva compresero le istruzioni di Narada: "Sì, se c'è un posto dal quale, una volta raggiunto, non si ritorna più nella miserabile vita materiale, a cosa servono le attività interessate temporanee?"
Narada aveva descritto una donna che era una prostituta di professione. Gli Haryasva capirono che quella donna era l'instabile intelligenza dell'entità vivente. Come una prostituta si cambia gli abiti per attirare l'attenzione dell'uomo verso la gratificazione dei sensi, così, quando la propria intelligenza non è rivolta verso la Coscienza di Krsna, è un'intelligenza prostituta, e forzerà l'essere vivente a cambiare corpi, uno dopo l'altro. Sposando una prostituta non si può essere felici. Similmente, colui che segue gli ordini dell'intelligenza materiale e della coscienza materiale non avrà mai pace.
Narada aveva detto che gli Haryasva non conoscevano l'ordine del padre. Essi capirono che Narada si riferiva al loro padre spirituale, il maestro spirituale autentico che impartisce per iscritto la conoscenza al discepolo fedele. Perciò il maestro spirituale è il vero padre. Le scritture insegnano che bisogna porre fine al nostro sistema di vita materiale. Gli Haryasva espressero ciò che avevano compreso: "Si, se una persona non conosce ciò che si propongono gli ordini del padre, le scritture, è ignorante. Le parole di un padre materialista che si sforza per impegnare il proprio figlio in attività materiali non sono le vere istruzioni del padre".
Questo ci porta al punto cruciale del problema genitorefiglio. In tutte le forme di vita si nasce da un padre e da una madre. (Anche cani e gatti hanno gattini e cuccioli). Tuttavia la vita umana è più avanzata delle altre forme di vita, perché nella forma umana si ha la possibilità di uscire dalla miseria di nascita e morte accettando un maestro spirituale e ricevendo un'educazione nella conoscenza delle scritture. La madre ed il padre materiali sono importanti solo se sono interessati ad educare il loro figlio a liberarsi dalle grinfie della morte. Nello SrimadBhagavatam il santo re e padre Rsabhadeva consiglia i suoi cento figli di non sforzarsi di diventare genitori se non si è in grado di salvare i propri discendenti dall'imminente pericolo della morte.
Perciò i genitori che desiderano effettivamente il bene dei loro ragazzi non obiettano se questi prendono rifugio in un maestro spirituale autentico e ottengono la possibilità di raggiungere la perfezione della vita. L'opposizione è sollevata solo da quei genitori che non sanno che la meta ultima della vita umana è la liberazione dalla schiavitù materiale, e che, essendo ignoranti (le buone intenzioni non servono), vogliono forzare i loro ragazzi a rimanere, come loro, intrappolati nell'oscuro pozzo della vita materiale.
Perciò, resistendo agli ordini del loro padre materialista, Daksa, gli Haryasva accettarono Narada Muni come maestro spirituale. Daksa li aveva istruiti a incrementare la popolazione, ma dopo aver ascoltato le parole di Narada Muni, non poterono più seguire quelle istruzioni. Seguirono piuttosto il consiglio di Narada di rinunciare alla vita materialista per diventare devoti del Signore. (Tutte le Scritture del mondo consigliano di rinunciare alla vita materiale. Nella Bibbia si trova lo stesso consiglio: lascia la vita materiale e ritorna al regno di Dio).
Non c'è bisogno di dire che Prajapati Daksa non era molto felice di sentire che i suoi figli avevano fatto disobbedito al suo ordine per dedicarsi alla Coscienza di Krsna. Quando Daksa si lamentò per i figli persi, il Signore Brahma lo consolò, dopodiché Daksa generò altri mille figli nel grembo di sua moglie Pancajani. Questa volta i suoi figli furono chiamati i Savalasva. Si può qui vedere che, mentre Narada era molto esperto nel liberare tutte le anime condizionate e riportarle a casa da Dio, Prajapati Daksa era esperto a procreare figli. Sfortunatamente l'esperto materiale non concorda con l'esperto spirituale. Ma niente poteva dissuadere Narada dal cantare il mantra Hare Krsna e dall'impartire la conoscenza ai suoi discepoli qualificati. A questo proposito Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ha scritto:
Il movimento per la coscienza di Krsna sta predicando questa conoscenza superiore che insegna a rinunciare alla vita materiale per ritornare a Dio ma sfortunatamente molti genitori non sono soddisfatti di questo movimento.... Tuttavia non abbiamo alternative se non insegnare ai nostri discepoli a liberarsi dalla vita materiale. Dobbiamo istruirli in ciò che è opposto alla vita materiale per salvarli dal susseguirsi di nascita e morte.
Ricevendo l'ordine di Daksa di fare dei figli, i Salasva andarono a Narayanasaras, lo stesso luogo dove, per la grazia di Narada, precedentemente i loro fratelli avevano raggiunto la perfezione. Ci si potrebbe chiedere perché Daksa avesse voluto rischiare mandando il suo secondo gruppo di figli nello stesso luogo in cui aveva perso il primo. La risposta è che, nonostante la sua apparenza da materialista, Daksa era un padre doveroso che seguiva i princìpi della cultura vedica. Perciò non esitò a permettere che i suoi figli ricevessero istruzioni sulla vita spirituale. Permise loro di scegliere se ritornare a casa, da Dio, o rimanere nel mondo materiale, trasmigrando vita dopo vita in varie specie. Il dovere di un padre responsabile è sempre di impartire un'educazione spirituale ai suoi figli e poi di permetter loro di decidere liberamente se adottare un sistema di vita materialista o spirituale.
I Savalasvas si sottoposero alle stesse penitenze degli Haryasva. Si bagnarono nell'acqua santa il cui contatto pulì i loro cuori da tutti i desideri materiali. Cantarono anche mantra sacri e si sottoposero a severe austerità. Presto Narada Muni avvicinò i Savalasva e parlò loro in modo enigmatico, proprio come aveva parlato agli Haryasva. Poi, prima di partire, Narada li consigliò di seguire la stessa via spirituale dei loro amati fratelli più anziani. Profondamente colpiti dalle parole di Narada, anche i Savalasva rinunciarono all'idea di generare bambini e intrapresero la pratica della coscienza di Krsna.
Quando Daksa sentì che anche i Savalasva avevano desistito, si arrabbiò molto con Narada e quasi svenì dalla disperazione. Narada allora avvicinò Daksa, pensando che poiché Daksa si stava lamentando, era propenso ad apprezzare insegnamenti spirituali. Ma quando Narada si presentò davanti a Daksa, il Prajapati, rimasto senza figli, lo affrontò accusandolo con rabbia, "Narada Muni, tu indossi l'abito di un santo, ma in effetti non sei un santo. Mostrando ai miei figli il sentiero della rinuncia, mi hai fatto un'ingiustizia abominevole."
Daksa trova i suoi simili nei genitori arrabbiati di oggi, che accusano Srila Prabhupada di deviare i loro bambini inesperti. Srila Prabhupada risponde:
Noi stiamo insegnando a tutti i giovani occidentali a seguire la via della rinuncia. Permettiamo loro la vita matrimoniale, ma anche un grhastha (un capofamiglia cosciente di Krsna) deve rinunciare a tante abitudini, che i suoi genitori pensano che la sua vita sia praticamente distrutta. Noi non permettiamo di mangiare carne, di fare sesso illecito, di fare gioco d'azzardo, e di intossicarsi, e di conseguenza i genitori si chiedono come, se ci sono così tanti divieti, possa essere positiva la vita. In particolare nei paesi occidentali, queste quattro attività proibite costituiscono in pratica l'essenza della vita della gente moderna. Perciò talvolta ai genitori non piace il nostro movimento, proprio come a Prajapati Daksa non piacevano le attività di Narada e lo accusava di disonestà. Nonostante ciò, sebbene i genitori possano arrabbiarsi, dobbiamo fare il nostro dovere senza esitazione, perché noi apparteniamo alla successione disciplica di Narada Muni.
Il punto è che ogni essere umano deve prepararsi per la propria vita successiva. Non rimarrà semplicemente nella vita materialistica della famiglia senza regole, ovvero senza una disciplina spirituale. Non ci si può aspettare di essere felici in questa vita o nella prossima senza seguire le istruzioni delle scritture.
Daksa poi accusò Narada di ostruire la buona fortuna dei suoi figli rendendo impossibile per loro ripagare i debiti specialmente quello verso Daksa. La cultura Vedica riconosce che colui che è nato è debitore, poiché ha degli obblighi verso i grandi santi, i deva, e il proprio padre. Per liquidare il proprio debito verso il padre, bisogna generare figli. Similmente i genitori di oggi qualche volta si appellano ai figli che aderiscono al movimento per la Coscienza di Krsna: "Non apprezzi tutto quello che ho fatto per te? Per favore torna dalla tua famiglia". Tuttavia le scritture come lo SrimadBhagavatam affermano che, sebbene tutti siano in debito verso la propria famiglia, se ci si abbandona a Krsna ci si libera da tutti i debiti. Sfortunatamente Daksa non capiva questo grande servizio reso da Narada Muni, così si rivolse a lui come a una persona peccaminosa. Narada Muni tuttavia, essendo in realtà un grande santo, tollerò le accusa di Daksa, compì il suo dovere, liberò i suoi figli e li fece tornare da Dio.
Daksa accusò Narada di aver anche rotto i naturali legami d'affetto della famiglia. Abbiamo già sottolineato che mantenere una relazione di affetto con la propria madre e padre prevede che essi aiutino e non che ostacolino la via dell'illuminazione spirituale. Ma poiché l'unico scopo di Daksa era quello di impegnare i suoi figli nel generare progenie, chiaramente la via migliore che essi avrebbero potuto seguire per la loro coscienza di Krsna era quella rompere i loro legami materiali con lui. Oggi noi vediamo che molti membri del movimento per la coscienza di Krsna hanno lasciato le loro situazioni familiari circondate da lotte, divorzi, ipocrisie, e peccati. Rompendo tali legami materiali non può essere considerato un peccato. Qualche volta i genitori moderni dicono anche che non è bene seguire la Coscienza di Krsna perché in questo modo si soffoca la carriera di un giovane. Ma, ancora, se si tratta di una carriera materialista in ignoranza (se non considera cioè i valori spirituali) è meglio lasciarla e diventare coscienti di Krsna. Questo non significa che non bisogna avere un onesto lavoro, ma se la carriera impedisce l'avanzamento spirituale, è meglio lasciarla.
Una persona può obbiettare che sebbene Narada fosse un santo e il suo consiglio autorevole, questo episodio avvenne in una cultura totalmente differente dalla nostra; perciò la sua morale non può essere applicata alla situazione attuale. Ma la cultura spirituale non riguarda l'Oriente o l'Occidente: è eterna. E' un diritto inalienabile di ogni essere umano, perché conduce alla perfezione. Certamente la nostra cultura occidentale differisce da quella Vedica. La nostra è una cultura che permette l'uccisione della mucca; che non rispetta né protegge le persone sante (brahmana) indispensabili per la guida della società; che permette l'uccisione di bambini nel grembo della madre; che incoraggia le relazioni sessuali illecite al di fuori del matrimonio santificato, e che ha un governo che sostiene attività peccaminose come l'intossicazione e il gioco d'azzardo. Così la nostra è certamente un tipo di cultura differente da quella Vedica, ma è necessario seguire la cultura nella quale siamo nati e cresciuti se è così completamente opposta ai valori positivi della vita?
Infine Daksa maledisse Narada: "Tu mi hai fatto perdere i figli una prima volta, e ora hai ripetuto la stessa cosa inauspiciosa. Perciò, sei un tipaccio che non sa comportarsi con gli altri. Potrai viaggiare in tutto l'universo, ma ti maledico a non avere una residenza fissa in alcun luogo". Questa maledizione era considerata una grande punizione da Daksa, che come capofamiglia voleva rimanere in un luogo e godere della vita di famiglia. Tuttavia questa "punizione" era una grazia per un predicatore cosciente di Krsna come Narada, perché un predicatore deve sempre viaggiare per il beneficio di tutta la società umana. Così Narada rispose: "Sì, ciò che hai detto è giusto. Accetto questa maledizione". Poi Narada Muni partì, e da allora, viaggiò per tutti i mondi, materiali e spirituali, cantando Hare Krsna, suonando la sua vina ed illuminando tutti in Coscienza di Krsna.
CONCLUSIONI
Noi speriamo che questa narrazione tratta dallo SrimadBhagavatam possa stimolare i pochi genitori che si oppongono alla coscienza di Krsna a riconsiderare il loro parere negativo nei confronti del movimento per la Coscienza di Krsna che ha distolto la loro discendenza dal sentiero materiale. Contrariamente a Daksa, molti genitori di devoti, come anche molti cittadini importanti, hanno una buona opinione dell'immenso valore della Coscienza di Krsna per le nuove generazioni e per la gente in generale. Eruditi studiosi che virtualmente hanno girato le maggiori università del mondo, hanno scritto calorosi apprezzamenti sui libri di Srila Prabhupada. Inoltre molti genitori di devoti hanno aiutato a formare organizzazioni per la protezione del diritto di tutti di praticare la religione che si desidera. La piccola minoranza dei Daksa moderni, che non possono o non cercano di comprendere la Coscienza di Krsna può continuare i suoi sforzi per ostacolare questo movimento e i suoi predicatori, ma non ci faremo spaventare da loro: continueremo semplicemente a fare il nostro dovere con umiltà, cercando di seguire gli ordini di Dio, la Persona Suprema, che disse: "Insegna a tutti a seguire le istruzioni di Sri Krsna così come sono date nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam. Diventa così un maestro spirituale e cerca di liberare tutti nel mondo".
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Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Primo Canto: "La Creazione"
Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.
L'insegnamento vedico, secondo cui l'intera creazione materiale non è differente dal Brahman, si spiega dunque così: poiché tutto emana dal Brahman Supremo, niente Ne è separato. Il Signore è la forma trascendentale dell'eternità, della conoscenza e della bellezza, e la manifestazione della Sua energia appare anch'essa parzialmente dotata delle Sue stesse caratteristiche. Ecco perché le anime condizionate, sotto l'influsso dell'energia esterna, maya, restano intrappolate nelle reti della natura materiale. Esse accettano la creazione come la totalità di ciò che esiste, perché ignorano tutto del Signore, causa prima di ogni manifestazione, come ignorano d'altronde il principio per cui un arto staccato dal corpo non ha più gli stessi poteri. Una società senza Dio, separata dal sublime servizio d'amore che si offre al Signore, somiglia a un arto staccato, che mantiene sempre il suo aspetto, ma non è più in grado di adempiere le sue funzioni. Sri Vyasadeva, devoto del Signore, conosce bene queste verità e Srila Narada gli consiglia ora di ampliarle per permettere alle anime condizionate, prigioniere della materia, di comprendere che il Signore Supremo è la causa originale.
Secondo i Veda, il Signore è per natura onnipotente; le Sue energie supreme, quindi, sono anch'esse sempre perfette e identiche a Lui. Il mondo spirituale e il mondo materiale, con tutto ciò che racchiudono, sono la manifestazione dell'energia interna ed esterna del Signore, dette rispettivamente superiore e inferiore. L'energia superiore è vivente, perciò è del tutto identica al Signore, mentre l'energia esterna, essendo inerte, è parzialmente identica al Signore. Ma nessuna delle due eguaglia o supera il Signore, fonte di tutte le energie; entrambe queste energie rimangono sempre sotto il Suo controllo, proprio come l'energia elettrica che, per quanto potente sia, rimane sempre sotto il controllo dell'ingegnere.
Ogni essere vivente appartiene all'energia interna del Signore, perciò è identico a Lui, senza però mai eguagliarLo o superarLo. Dio e gli altri esseri
possiedono tutti un'individualità propria. Gli esseri individuali possono, entro certi limiti, esercitare con l'aiuto dell'energia materiale il potere di creare, ma nessuna delle loro creazioni eguaglierà o supererà mai quelle del Signore. L'uomo può creare un piccolo satellite artificiale e divertirsi poi a lanciarlo nello spazio, ma che cos'è questo in confronto al potere di creare dei pianeti come la Terra o la luna e sospenderli nell'aria, come fa il Signore? Uomini di scarso sapere si proclamano uguali a Dio, ma non sarà mai così. Al culmine della perfezione, l'uomo può sviluppare fino al settantotto per cento delle qualità del Signore, ma non potrà mai superarLo o anche solo eguagliarLo. Solo le persone sconsiderate possono sostenere di essere Uno con Dio e lasciarsi così ingannare dall'energia illusoria. Nel loro smarrimento non hanno altra via d'uscita che riconoscere la supremazia del Signore e impegnarsi volontariamente nel Suo servizio d'amore, perché gli esseri sono stati creati proprio per questo. Se non ritornano al loro dovere originale, il mondo non potrà conoscere né la pace né la tranquillità. Questo è il principio che Sri Narada consiglia a Srila Vyasadeva di sviluppare nello Srimad-Bhagavatam e che la Bhagavadgita riprende: il totale abbandono ai piedi di loto del Signore, unica preoccupazione dell'uomo perfetto.
VERSO 21
tvam atmanatmanam avehy amoghadrk
parasya pumsah paramatmanah kalam
ajam prajatam jagatah sivaya tan
mahanubhavabhyudayo 'dhiganyatam
tvam: tu; atmana: da te stesso; atmanam: l'Anima Suprema; avehi: cerca; amoghadrk: colui che ha una visione perfetta; parasya: della Trascendenza; pumsah: la Persona Divina; paramatmanah: del Signore Supremo; kalam: emanazione plenaria; ajam: non nato; prajatam: essendo nato; jagatah: del mondo; sivaya: per il bene; tat: quello; mahaanubhava: di Dio, la Persona Suprema, Sri Krsna; abhyudayah: divertimenti; adhiganyatam: descrivi con più intensità.
TRADUZIONE
La tua visione è perfetta, o nobile saggio, e tu puoi conoscere da solo l'Anima Suprema, la Persona Divina, perché Ne sei l'emanazione plenaria.
Sebbene non nato, sei apparso sulla Terra per il bene di tutti gli esseri; descrivi dunque con più intensità i divertimenti trascendentali del Signore Supremo, Sri Krsna.
SPIEGAZIONE
Srila Vyasadeva è un'emanazione plenaria del Signore Supremo, Sri Krsna, dotata di poteri specifici. Egli è disceso nel mondo materiale per la sua infinita misericordia, al solo scopo di liberare le anime cadute. Le anime individuali fanno parte integrante del Signore di cui costituiscono dei frammenti destinati a servirLo eternamente, ma non appena dimenticano la loro natura, cadono e si allontanano dal sublime servizio d'amore al Signore. Tutte le Scritture vediche sono compilate a beneficio delle anime cadute, che hanno il dovere di trarre vantaggio da questi Testi per liberarsi dalle catene dell'esistenza materiale.
Anche se Srila Narada Rsi gioca solo per formalità il ruolo del maestro spirituale di Srila Vyasadeva; questi non ha bisogno di un maestro perché rappresenta egli stesso l'acarya di tutti gli esseri. Ma proprio perché svolge il ruolo di acarya, ci indica con l'esempio la necessità di avvicinare un maestro spirituale. Anche Sri Krsna, Sri Rama e Sri Caitanya Mahaprabhu, che erano Dio stesso apparso sotto differenti forme e possedevano per la Loro natura assoluta tutta la conoscenza, accettarono per pura formalità un maestro spirituale. Così, per guidare gli uomini verso i Suoi piedi di loto, Sri Krsna apparve nella forma di Vyasadeva e descrisse i propri sublimi divertimenti.
VERSO 22
idam hi pumsas tapasah srutasya va
svistasya suktasya ca buddhidattayoh
avicyuto 'rthah kavibhir nirupito
yaduttamaslokagunanuvarnanam
idam: questo; hi: certamente; purusah: di tutti; tapasah: della pratica dell'austerità; srutasya: dello studio dei Veda; va: o; svistasya: dei sacrifici; suktasya: l'educazione spirituale; ca: e; buddhi: lo sviluppo della conoscenza; dattayoh: la carità; avicyutah: infallibile; arthah: interesse; kavibhih:
dagli eruditi riconosciuti; nirupitah: concluso; yat: che; uttamasloka: il Signore, descritto da poesie scelte; gunaanuvarnanam: descrizione delle qualità trascendentali di.
TRADUZIONE
Circoli di grandi eruditi sono giunti alla ferma conclusione che lo sviluppo della conoscenza attraverso l'austerità, lo studio dei Veda, i sacrifici, il canto di inni e la carità culmina nella trascendentale descrizione del Signore, lodato da versi scelti.
SPIEGAZIONE
L'intelletto umano serve a sviluppare conoscenza in campo artistico, scientifico, filosofico, fisico, chimico, psicologico, economico, politico, ecc. Sviluppando fino in fondo il sapere, l'uomo può giungere alla perfezione dell'esistenza, che culmina nella realizzazione dell'Essere Supremo, Visnu. Perciò la sruti insegna che gli esseri veramente dotati di conoscenza devono aspirare a servire il Signore, Sri Visnu. Purtroppo, coloro che si lasciano incantare dal fascino esterno della Visnumaya, cioè dal piacere dei sensi, transitorio e fonte di sofferenze, non possono capire che il loro cammino verso la perfezione dell'esistenza, la realizzazione spirituale, dipende da Visnu. Essi coltivano la conoscenza solo per accrescere la soddisfazione dei sensi. Sri Narada Muni ha spiegato che tutto ciò che esiste nell'universo emana, attraverso le Sue diverse energie, dal Signore, che con la Sua potenza inconcepibile ha messo in atto le loro molteplici interazioni. Tutte queste manifestazioni traggono origine dalla Sua energia, riposano sulla Sua energia e, dopo l'annientamento, si riassorbono in Lui. Nessuna di queste manifestazioni, dunque, è differente o separata da Lui, ma Lui rimane allo stesso tempo eternamente distinto da esse.
Quando lo sviluppo della conoscenza è al servizio del Signore, l'intero processo diventa assoluto. Il nome, la fama e la gloria trascendentale del Signore Supremo e tutto ciò che Lo riguarda non è differente dalla Sua Persona. Perciò tutti i saggi e i devoti raccomandano che i diversi rami del sapere - arte, scienza, filosofia, fisica, chimica, psicologia, ecc. - siano interamente e unicamente messi al servizio del Signore. Le arti, le lettere, la poesia e la pittura devono tutte essere dedicate alla glorificazione del Signore. I narratori, i poeti e gli scrittori s'interessano soprattutto ai temi sensuali, ma se si dirigessero verso il servizio di devozione al Signore, potrebbero utilizzare il loro estro per descrivere i Suoi divertimenti sublimi. Valmiki, per esempio, era un grande poeta e Vyasadeva un grande scrittore; entrambi si sono completamente dedicati a descrivere i divertimenti sublimi del Signore e hanno così ottenuto l'immortalità. Similmente, si deve far uso della scienza e della filosofia al servizio del Signore, affermando la Sua gloria. Non servono
a niente le innumerevoli e aride teorie speculative in favore della soddisfazione dei sensi. Gli uomini evoluti desiderano ardentemente comprendere la Verità Assoluta alla luce della scienza, perciò i grandi scienziati dovrebbero cercare di provare l'esistenza di Dio su basi scientifiche. E la filosofia dovrebbe servire a stabilire la natura senziente e onnipotente della Verità Suprema. Quindi, come insegna anche la Bhagavadgita, tutti i rami del sapere dovrebbero essere impiegati solo al servizio del Signore. Ogni conoscenza non utilizzata al servizio del Signore non è altro che ignoranza. L'uso corretto di ogni conoscenza elevata è quello di affermare le glorie del Signore; solo in questo modo troverà il suo vero senso. Ogni conoscenza, come l'arte, la scienza e la filosofia, usata al servizio del Signore diventa Harikirtana, pura glorificazione del Signore.
VERSO 23
aham puratitabhave 'bhavam mune
dasyas tu kasyascana vedavadinam
nirupito balaka eva yoginam
susrusane pravrsi nirviviksatam
aham: io; pura: precedentemente; atitabhave: nell'era precedente; abhavam: divenni; mune: o Muni; dasyah: di una servitrice; tu: ma; kasya-scana: alcuni; vedavadinam: dei seguaci del Vedanta; nirupitah: impegnato; balakah: giovane servitore; eva: certamente; yoginam: dei devoti; susrusane: al servizio di; pravrsi: durante i quattro mesi delle stagione delle piogge; nirviviksatam: vivendo insieme.
TRADUZIONE
O Muni, nel corso dell'era precedente, nacqui come figlio di una donna impegnata al servizio di brahmana che seguivano i principi del Vedanta. Mentre vivevano tutti riuniti durante i quattro mesi della stagione delle piogge, io li servii personalmente.
SPIEGAZIONE
Sri Narada Muni ci dà un'idea delle meraviglie che possono verificarsi in un'atmosfera satura di devozione al Signore. Nato in una famiglia qualunque, privo di educazione, divenne un saggio immortale per aver messo tutta la sua energia al servizio del Signore. Questa è la potenza del servizio di devozione. Poiché costituiscono l'energia marginale del Signore, gli esseri individuali trovano la vera via solo nel Suo trascendentale servizio d'amore. E' detto maya tutto ciò che si allontana da questa via. Appena l'uomo impiega ogni sua energia nel servizio al Signore piuttosto che nella ricerca dei piaceri materiali, il velo dell'illusione, di maya, si dissipa.
L'esempio della vita passata di Sri Narada Muni ci mostra chiaramente che il servizio offerto al Signore comincia col servizio reso ai Suoi servitori autentici. Il Signore stesso afferma che servire i Suoi devoti è ancora più glorioso che servirLo direttamente. Bisogna dunque trovare un autentico servitore del Signore, costantemente assorto nel Suo servizio, accettarlo come maestro spirituale e impegnarsi a servirlo. Tale maestro spirituale è l'intermediario "trasparente" che permette di vedere il Signore, situato al di là della percezione dei sensi materiali. Il Signore, infatti, acconsente a rivelarSi a chi serve un maestro spirituale autentico e in proporzione al servizio offerto.
L'uso delle energie dell'uomo al servizio del Signore rappresenta la via sicura verso la salvezza. Non appena si accetta di servire il Signore sotto la guida di un maestro spirituale autentico, si comincia a vedere come l'intera creazione sia identica al Signore. Il maestro spirituale esperto conosce l'arte d'impiegare ogni cosa nella glorificazione del Signore e sotto la sua guida, per la sua divina grazia di puro servitore del Signore, l'intero universo può trasformarsi nel regno spirituale.
VERSO 24
te mayy apetakhilacapale 'rbhake
dante 'dhrtakridanake 'nuvartini
cakruh krpam yadyapi tulyadarsanah
susrusamane munayo 'lpabhasini
te: essi; mayi: a me; apeta: privo di; akhila: ogni tipo di; capale: tendenze; arbhake: in un bambino; dante: avendo controllato i sensi; adhrta-kridanake: non avendo attrazione per i giochi futili; anuvartini: ubbidiente; cakruh: accordarono; krpam: misericordia incondizionata; yadyapi: sebbene; tulyadarsanath: di natura imparziale; susrusamane: al fedele; munayah: i muni che osservano i principi del Vedanta; alpabhasini: colui che non parla più del necessario.
TRADUZIONE
Ero ancora un ragazzo ma possedevo già il controllo dei sensi e non provavo alcuna attrazione per i giochi. Inoltre, mi mostravo sottomesso e non facevo discorsi inutili. Sebbene fossero di natura imparziale, quei saggi, seguaci del Vedanta, mi benedissero con la loro misericordia incondizionata.
SPIEGAZIONE
Nella Bhagavadgita (15.15) il Signore insegna: "Lo scopo di tutti i Veda è quello di conoscerMi." Sri Caitanya Mahaprabhu afferma che i Veda trattano in definitiva tre argomenti soltanto: come ristabilire il legame che unisce l'essere individuale all'Essere Supremo, come adempiere i doveri relativi al servizio di devozione, e come raggiungere il fine ultimo, ritornare a Dio. Le parole vedantavadi, o seguaci del Vedanta, indicano dunque i puri devoti del Signore Supremo. Questi vedantavadi, o bhaktivedanta, diffondono la conoscenza trascendentale del servizio di devozione con la più grande imparzialità; per loro non c'è amico o nemico, saggio o ignaro, buono o cattivo. Essi vedono che la maggior parte degli uomini spreca il tempo in attività sensuali, illusorie. Cercano dunque di condurre la massa ignorante a riallacciare il legame con Dio e, con i loro sforzi, permettono anche all'anima più ottenebrata di svegliarsi alla vita spirituale. Accettando l'iniziazione da un bhakti-vedanta, ogni uomo si eleverà gradualmente sulla via della realizzazione spirituale.
I vedanta-vadi del nostro racconto iniziarono il giovane ragazzo a un'età in cui non si possiede ancora il controllo di sé ma si è attratti da ogni tipo di giochi. Prima di ricevere l'iniziazione spirituale, il bambino aveva saputo sviluppare un profondo senso di disciplina, essenziale a chiunque aspiri a progredire su questa via. Perciò nel sistema del varnasrama-dharma, base della vera civilizzazione umana, i ragazzi all'età di cinque anni erano mandati all'asrama del guru per diventare dei brahmacari e imparare sistematicamente a sviluppare il senso della disciplina. Nella società vedica, tutti, dal figlio del re al figlio dell'umile suddito, dovevano ricevere questa formazione, non solo per diventare buoni cittadini, ma anche per essere preparati alla ricerca della realizzazione spirituale. Così, i discendenti di coloro che aderivano al varnasrama non si trovavano esposti ai pericoli di una vita irresponsabile, fondata sul piacere dei sensi, sistema di vita che essi non conoscevano neppure. Si può dire che il bambino era già dotato di lucidità spirituale prima ancora di essere nel grembo di sua madre. I genitori erano consapevoli della responsabilità che incombeva su di loro: assicurare ai figli la liberazione dalla materia. Questa è, d'altra parte, l'unica soluzione per un controllo
efficace delle nascite: procreare nella misura in cui si può garantire ai propri discendenti l'evoluzione fino alla perfezione totale.
In conclusione, senza possedere il controllo di sé, senza essere disciplinati e perfettamente sottomessi, nessuno può seguire con successo gli insegnamenti del maestro spirituale, e senza riuscirvi nessuno può ritornare a Dio.
VERSO 25
ucchistalepan anumodito dvijaih
sakrt sma bhunje tadapastakilbisah
evam pravrttasya visuddhacetasas
taddharma evatmarucih prajayate
ucchistalepan: resti di cibo; anumoditah: essendo autorizzato a; dvijaih: dai brahmana vedantisti; sakrt: una volta; sma: nel passato; bhunje: presi; tat: con quest'azione; apasta: cancellati; kilbisah: tutti i peccati; evam: così; pravrttasya: essendo impegnato; visuddhacetasah: di colui che ha la mente purificata; tat: quella particolare; dharmah: natura; eva: certamente; atmarucih: attrazione spirituale; prajayate: si manifestò.
TRADUZIONE
Una volta, con il loro permesso, mangiai i resti del loro cibo, e di colpo vennero cancellati tutti i miei peccati. Così, per aver beneficiato del loro contatto e preso il loro cibo, il mio cuore si purificò e la loro natura di spiritualisti cominciò ad affascinarmi.
SPIEGAZIONE
La devozione pura è tanto contagiosa, in senso favorevole, quanto una malattia epidemica. Un puro devoto è libero da ogni colpa perché il Signore Supremo, il più puro di tutti gli esseri, può essere servito in modo puro solo da un'anima libera, come Lui, da ogni contaminazione materiale. Quei bhaktivedanta erano puri devoti, e a contatto con loro, mangiando una volta i resti del loro cibo, il ragazzo "fu contagiato" dalla loro purezza. Il gesto di prendere i resti del cibo di un puro devoto può essere compiuto anche senza il permesso di quest'ultimo.
Molti fattori possono ostacolare il nostro ingresso nel servizio di devozione, per esempio il contatto con gli pseudodevoti, di cui dobbiamo diffidare. Ma in compagnia dei puri devoti tutti questi ostacoli svaniscono e il discepolo si arricchisce delle loro qualità spirituali, che fioriscono dall'attrazione per il Signore Supremo, per il Suo nome, la Sua fama, i Suoi attributi, i Suoi divertimenti, ecc. In realtà, essere "contagiati" dalle qualità di un puro devoto significa impregnarsi del suo stesso gusto devozionale per tutto ciò che riguarda il Signore. Quest'attaccamento spirituale rende subito ripugnante ogni cosa materiale, tanto che il puro devoto non si sente mai attratto dall'azione materiale. Cancellati tutti i suoi peccati, che rappresentano altrettanti ostacoli sulla via devozionale, il discepolo può sviluppare un'attrazione per il puro servizio devozionale, acquisire costanza, attaccarsi completamente al Signore, conoscere emozioni trascendentali e infine situarsi sul piano del puro servizio d'amore. Solo a contatto con i puri devoti si possono superare queste tappe. Questo è il significato del verso.
VERSO 26
tatranvaham krsnakathah pragayatam
anugrahenasrnavam manoharah
tah sraddhaya me 'nupadam visrnvatah
priyasravasy anga mamabhavad rucih
tatra: allora; anu: ogni giorno; aham: io; krsnakathah: racconti sulle attività del Signore; pragayatam: che descrivevano; anugrahena: per la misericordia incondizionata; asrnavam: ascoltando; manahharah: attraenti; tah: quelli; sraddhaya: con rispetto; me: a me; anupadam: a ogni passo; visrnvatah: ascoltando attentamente; priyasravasi: del Signore Supremo; anga: o Vyasadeva; mama: il mio; abhavat: diventò; rucih: gusto.
TRADUZIONE
O Vyasadeva, a contatto con questi grandi vedantisti, e per la loro infinita misericordia potei ascoltare ogni giorno gli affascinanti divertimenti del Signore, Sri Krsna. Mentre ascoltavo attentamente questi racconti, il mio desiderio di sentir parlare del Signore cominciò a crescere sempre più.
SPIEGAZIONE
Sri Krsna, il Signore Supremo e Assoluto, non solo affascina per la Sua forma personale, ma anche per i Suoi divertimenti trascendentali. Questo perché il nome, la fama, la forma, i divertimenti e tutto ciò che circonda l'Assoluto sono anch'essi assoluti.
(segue nel prossimo numero)
LA DOLCE MADRE
Gli Occidentali giudicano una superstizione
la venerazione della mucca in India ma per coloro che apprezzano i suoi doni
la mucca sacra è degna del suo nome.
"Holy cow!" Quante volte abbiamo sentito questa esclamazione... ma perché la mucca è considerata santa?
Ricordo, alcuni anni fa, mia madre che criticava molto l'India per la sua usanza primitiva e superstiziosa di adorare la mucca.
A un ragazzo di città il cui unico contatto con le mucche era il pranzo domenicale, la sua critica sembrava del tutto sensata. Nella religione vedica c'è in effetti una cerimonia la gopuja che esiste da migliaia di anni, nella quale viene adorata la mucca.
Ma quanto questa può dirsi una cerimonia primitiva? La mucca è una specie di dio simbolico?
Per il contadino indiano che vive di agricoltura, la conservazione delle risorse naturali è parte integrante dell'esistenza quotidiana. E' esperto nell'utilizzo dei doni della natura che sopperiscono a tutte le sue necessità, dal fango agli abiti fatti in casa, e la protezione delle mucche è sempre stata la caratteristica più importante del programma di conservazione del villaggio; ogni fattoria possiede almeno una mucca.
La mucca e
il toro sono
indispensabili nell'India rurale in
cui vive circa l'80%
della popolazione. La
mucca, che
si nutre solo
di erba, fornisce felicemente il latte
che procura
praticamente
tutto il nutrimento necessario
al nostro corpo. Dal
latte otteniamo formaggio, cagliata, burro, ghee (burro chiarificato), siero, panna, yogurt e
un'infinita varietà di preparazioni a base di latte molto note agli
esperti di cucina tradizionale indiana. La
mucca viene considerata dai Veda nostra madre perché fornisce il latte.
In India è risaputo che lo sterco di mucca ha proprietà antisettiche e in ogni villaggio indiano si vedono seccare al sole cumuli di sterco di mucca, un eccellente combustibile per cucinare. L'urina della mucca viene prescritta come medicinale per la cura del fegato dall'Ayurveda, la scrittura Vedica sulla scienza della salute.
Anche il bue è un'inestimabile risorsa per il piccolo agricoltore: il robusto bue lavora di buon grado tutto il giorno tirando l'aratro attraverso campi. Direte che è antiquato e che ai giorni nostri non è molto pratico ed
utilizzare buoi sarà anche più lento dell'uso di macchine ma non inspessisce il terreno riducendone la produttività come invece accade con il pesante macchinario moderno. Le macchine creano in India altri problemi come la loro inadeguatezza a far fronte ai cambiamenti stagionali ed ai monsoni (per non parlare dei problemi per reperire parti di ricambio e meccaniche). Il bue
è considerato nostro padre perché fornisce cibo.
La società vedica riconosceva una relazione simbiotica tra l'uomo e la mucca. La mucca produce molto più latte di quanto richieda il vitello. Se al vitello fosse permesso di accedere liberamente alla mammella, si svilupperebbe una mastite tale che potrebbe far morire la mucca. Quando la mucca ha partorito il vitello continua tranquillamente a produrre latte e ovviamente soffre se non viene munta. La gente ora protesta
per lo sfruttamento delle mucche nelle latterie che sono praticamente delle fabbriche. I vitelli vengono portati via alle loro madri appena nati e le mucche vengono macellate quando non producono più latte. Questo non è il sistema vedico che richiede invece di prendersi cura della mucca come oggi la maggior parte della gente si prende cura del proprio cane. Ma esistono ancora esempi pratici del sistema vedico in cui la mucca non venga sfruttata
grossolanamente o costretta a
soffrire in cambio del suo latte e
della sua carne?
Un esempio è ovviamente l'India rurale. Un altro
è il Movimento Internazionale per la
Coscienza di Krishna (l'ISKCON) uno dei cui principi è la protezione della mucca.
Infatti nella Bhagavad-gita la protezione della mucca viene
considerata un principio religioso.
Tutte le fattorie della ISKCON seguono questo importante principio e
se ne vedono i risultati: le mucche sono felici e pacifiche e producono abbondante
latte cremoso. Le mucche e i buoi delle fattorie dell'ISKCON (circa cinquanta in tutto il mondo) vincono molti premi alle mostre di bestiame locali.
Una delle attività dell'ISKCON è l'istituzione di comunità agricole autosufficienti. Vengono impiegate tecniche agricole tradizionali e organiche per evitare il più possibile l'uso di macchine moderne. Uomini e animali lavorano armoniosamente insieme per raccogliere solo quanto necessario alla sopravvivenza, rinunciando a macchine progettate per aumentare la produzione al fine di ottenere profitto.
Il dogma vedico dell'ahimsa, la non violenza nei confronti di tutti gli esseri, viene osservato attentamente; è quindi ovviamente vietata la macellazione di animali di qualsiasi tipo e persino le piante vengono private della vita solo a scopo di sussistenza. Se quanto
necessario non potesse essere prodotto in loco e si rendesse necessario acquistarlo viene venduto il latte in eccesso per ricavarne il denaro occorrente; in caso contrario il latte viene convertito in ghee di lunga durata per usi futuri o per essere barattato.
La mucca è perciò la base dell'economia vedica e le viene accordato il massimo riguardo possibile. Nella fattoria ISKCON dell'Hertfordshire, area ael principale tempio di Krsna nel Regno Unito, i devoti si prendono cura di una decina di mucche. Un uomo può facilmente mantenere se stesso e la propria famiglia con uno o due acri di terra e una mucca. Potrà sembrare utopistico, ma considerate l'immensa quantità di terreno sprecato.
Produrre un chilogrammo di proteine derivate dalla carne richiede venti
chilogrammi di proteine vegetali per alimentare il bestiame.
Noi conduciamo le nostre mucche al pascolo e ciascuna di esse richiede solo un acro di terreno. Un acro può produrre trecento libbre di proteine vegetali o 20 libbre di carne nello stesso periodo di tempo. Le nostre mucche producono quotidianamente una media di 25/30 litri di latte. Uccidere queste mucche per cibarsene non avrebbe alcun senso dal punto di vista economico".
Srila Prabhupada inorridiva al pensiero delle migliaia di mucche macellate ogni giorno in occidente. Non aveva per lui alcun senso che una creatura così utile fosse uccisa per la sua carne. E' come prendere una macchina costosa e demolirla per il suo valore di rottame. Noi apprezziamo le nostre macchine ma qual'è la macchina in grado di trasformare l'erba in latte?
Srila Prabhupada scrive: "Nel corso della loro vita le mucche rendono servizio fornendo latte, e persino dopo la morte rendono servizio mettendo a disposizione la loro pelle, gli zoccoli e le corna che possono essere usati in diversi modi. Ciò nondimeno l'attuale società umana è così ingrata da uccidere inutilmente queste mucche innocenti".
La letteratura vedica racconta che Krsna, Dio la Persona Suprema, assume il ruolo
di un pastorello per svolgere i Suoi passatempi. Infatti uno dei Nomi di Krsna è Govinda, che significa "colui che dà piacere alle mucche". Cinquemila anni fa Krsna apparve come figlio del capo di una comunità di pastori. A quel tempo un uomo veniva considerato ricco non perché possedeva un mucchio di soldi di carta ma sulla base del numero di mucche e della quantità di terra che possedeva.
La comunità di Krsna aveva centinaia di migliaia di mucche e quindi i membri della comunità vengono descritti come persone molto ricche. Pagavano le tasse al re con ghee, formaggio e latte intero e barattavano questi prodotti al mercato con abiti e altre merci.
Nella Letteratura vedica la mucca appare anche nel simbolismo religioso. Simbolo della religione è un toro chiamato Dharma. In una storia Vedica molto nota Dharma venne attaccato da Kali, la personificazione delle qualità negative di quest'epoca. Kali aveva rotto tre zampe di Dharma (simboleggianti la pulizia, l'austerità e la misericordia) quando entrò in scena il re. Egli si preparò subito ad uccidere Kali che lo pregò
di salvargli la vita. Il re permise a Kali di vivere
solo in determinati posti, uno dei quali è
dovunque avessero luogo macellazioni di animali.
Le fattorie dell'ISKCON
si stanno sviluppando nella maggior parte dei paesi e invitiamo tutti
a visitarle e a vedere in pratica il sistema economico vedico. "Vita semplice e pensiero elevato è il principio fondamentale della vita che si conduce nelle fattorie
dell'ISKCON. Il rispetto per tutte le entità viventi con parti di Dio è la base di una vita veramente in armonia con la natura.
E per tutte le mucche ci sarà sempre uno speciale riguardo, grazie ai suoi meravigliosi e generosi doni.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
La Logica Dell'Illimitato
Il seguente dialogo tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e un ospite, si svolse nell'agosto 1973 al centro Hare Krsna di Londra.
Srila Prabhupada: Gli scienziati moderni dicono che non c'è un'intelligenza dietro la creazione. Quanto sono sciocchi. Se vediamo un quadro non diciamo: "Non c'è intelligenza al di là di quest'opera d'arte. E' dipinta in modo meraviglioso, eppure si è creata automaticamente. L'artista non esiste." Questa è follia. Gli scienziati dicono che non c'è artista dietro la creazione di un bellissimo fiore. Ma senza un'intelligenza, come potrebbe esistere? Questi scienziati mascalzoni non capiscono. Dicono che è la natura che produce i fiori. Cos'è la natura? La natura è uno strumento, ma il cervello oltre la natura è Dio. Quando dipingi un fiore con il pennello, il creatore non è il pennello, il creatore sei tu. Allo stesso modo, nella creazione di un vero fiore, la natura è il pennello, ma il creatore è Dio.
Ospite: Non ce ne sono due uguali, vero?
Srila Prabhupada: Sì, ogni cosa ha una grande varietà. In una specie di rose si possono trovare molte varietà. E nella specie umana, puoi trovare varietà perfino fra gemelli.
Ospite: Anche nel mondo spirituale ci sono varietà?
Srila Prabhupada: Oh, sì. C'è un illimitato ananda, piacere, e piacere significa varietà. "La varietà è la madre del divertimento." Per esempio con cereali, zucchero e ghee (burro chiarificato) si possono preparare centinaia di varietà di cibi deliziosi. Se provi a mangiare singolarmente del ghee, dello zucchero o dei cereali non ti daranno una gran soddisfazione, ma se qualcuno li prende e prepara delle varietà di dolci e te ne serve in un piatto, allora dirai: "Oh, sono talmente gustosi!". Con questi tre ingredienti si possono preparare grandi varietà di pietanze. Allo stesso modo, la varietà in questo mondo materiale è costituita da otto ingredienti di base, cioè i cinque elementi grossolani e i tre elementi sottili. Terra, acqua, fuoco, aria ed etere sono gli elementi grossolani e la mente, l'intelligenza e l'ego sono gli elementi sottili.
Questo mondo materiale non è che una combinazione di questi otto elementi.
Ora, proprio come è necessaria una persona con cervello per mettere insieme gli ingredienti in questo mondo, anche per l'intera creazione ci vuole un gran cervello. Per esempio, noi usiamo terra, acqua e fuoco per costruire questo palazzo, questo tavolo, questa sedia, questo vaso, questo armonium, libro... tante cose. Gli ingredienti sono gli stessi, ma il nostro cervello decide come assemblarli creando diverse varietà di oggetti. Allo stesso modo, questa manifestazione cosmica materiale è ricca di varietà e l'intelligenza che vi sta dietro è il Signore Krsna. E' spiegato nella Bhagavadgita (9.10):
mayadhyaksena prakrtih
suyate sacaracaram
hetunanena kaunteya
jagad viparivartate
(Rivolgendosi a un devoto) Leggi la traduzione.
Devoto: (Leggendo dalla Bhagavadgita) "La natura materiale agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, e genera tutti gli esseri, mobili e immobili. Sempre per Mio ordine questa manifestazione è creata e poi annientata in un ciclo perpetuo".
Ospite: Vorresti dire che la scienza moderna non è che materialismo, Srila Prabhupada.
Srila Prabhupada: Sì. Gli scienziati trattano solo con terra, acqua, fuoco, aria ed etere. E' tutto qui. E' tutto materialismo. Loro non sanno cosa sia lo spiritualismo.
Ospite: Come mai gli scienziati fanno questo lavoro? Da cosa sono motivati?
Srila Prabhupada: E' l'anima. L'anima è un essere vivente con una piccolissima indipendenza. Desidera lavorare in un certo modo e la natura le fornisce le facilità per farlo. Per esempio, la terra non è creazione dell'uomo. La terra è creazione di Dio, un prodotto dell'energia di Dio. Ma noi usiamo la terra e la modelliamo in diverse forme: vasi, bambole, libri e così via. Gli ingredienti sono forniti da Dio, o dalla natura che è energia di Dio e non facciamo altro che trasformarli. In realtà noi non siamo in grado di produrre alcunché. Quindi, come Dio, abbiamo energia creativa ma in minima quantità. Proprio come Dio crea l'intero universo con la Sua intelligenza, noi usiamo la nostra intelligenza per creare questo tavolo, questo cuscino, questo armonium con l'energia di Dio. Tutto qui. Krsna spiega tutto ciò nella Bhagavadgita che contiene informazioni perfette su ogni cosa. Bisogna studiarla attentamente, ecco tutto. E puoi esaminare la filosofia della Bhagavadgita con la logica. Per esempio, Krsna dice: "Gli elementi materiali sono la Mia energia". Ora considera l'Oceano Atlantico, una vasta quantità di acqua. E' stata creata dall'energia di Dio. Lo capisci? Perché hai dei dubbi?
Ospite: Beh, uno può dire una cosa e un'altro potrà dirne un'altra. Quindi più persone avranno diverse cose da dire.
Srila Prabhupada: Ma è una questione di logica. L'acqua è prodotta dal tuo corpo, non è così?
Ospite: Sì.
Srila Prabhupada: Esce urina, sudore. Queste acque sono prodotte dall'energia all'interno del nostro corpo. Perché quindi l'immensità d'acqua dell'Oceano Atlantico non può essere prodotta dall'energia di Dio?
Ospite: Sì, in realtà potrebbe.
Srila Prabhupada: Perché Dio è illimitato, ha un'energia illimitata. Io ho un'energia limitata quindi posso produrre, diciamo una libbra di urina o un'oncia di sudore. Ma se Dio desidera, Egli può produrre un'illimitata quantità d'acqua.
Perché solo un Oceano Atlantico? Egli può produrre molti milioni di Oceani Atlantici. Perché dovrebbe essere difficile da capire?
LA CUCINA
MEDITERRANEA
di PARAMA KARUNA DEVI DASI
Oggi si parla molto della dieta mediterranea, che viene considerata il mezzo migliore per prevenire e persino curare i disturbi cardiocircolatori e molte altre disfunzioni, tra cui i tumori. Infatti i popoli mediterranei, per tradizione millenaria, preferiscono le verdure fresche, i legumi e i cereali agli ingredienti pesanti che costituiscono la normale alimentazione dei popoli nordici: in particolare, la carne e il grasso animale.
Come è risaputo, la carne non contiene fibre alimentari, non contiene vitamine, e il tipo di grassi di cui è costituita distrugge l'equilibrio del colesterolo nel sangue, facendolo aumentare a dismisura e provocando l'arteriosclerosi e gravi danni per la circolazione del sangue. Queste malattie erano praticamente sconosciute nel bacino del Mediterraneo, e particolarmente tra le classi povere, che non mangiavano praticamente mai carne, e sono comparse con l'introduzione del cosiddetto "benessere", con una sempre maggiore diffusione della carne nell'alimentazione delle famiglie italiane. Fortunatamente, oggi la medicina moderna si sta rendendo conto del grosso abbaglio preso dai dietisti di ieri, che consideravano la carne un "alimento" indispensabile alla vita umana. Anzi, la schiera dei medici vegetariani aumenta sempre più, con grande soddisfazione anche nostra.
L'alimentazione suggerita dai testi vedici tradizionali, come la Bhagavad-gita, l'Ayurveda e i suoi corollari, non è molto differente dall'antica alimentazione mediterranea. Infatti, come ci insegnano tutte le grandi culture del passato, l'alimentazione umana preferisce cereali, legumi, frutta, verdura ed erbe commestibili, latte e latticini, miele e noci. In mancanza di questi beni preziosi, l'uomo si è via via adattato a mangiare qualsiasi altra cosa (compresa la carne, le uova, i pesci e persino vermi e insetti) ma questo non significa che la "macchina" del corpo possa funzionare bene con qualsiasi "carburante".
E' dunque necessario tornare alle tradizioni più sane, come ormai raccomandano vivamente i più esperti dietologi. Vi consigliamo perciò alcune ricette interessanti che vi faranno riscoprire le radici vegetariane della vostra stessa tradizione.
LA PASTA FATTA IN CASA
Non è molto difficile preparare la pasta in casa senza usare le uova: basta usare la farina di grano duro, quella più tradizionale, invece della farina di grano tenero che si trova di solito sul mercato, che è invece più adatta per fare i dolci e il pane.
Disponete 500 gr. di farina di grano duro sulla spianatoia di legno, formando la classica "fontana", lasciando cioè un buco nel mezzo. Salate e versate pian piano dell'acqua tiepida, impastando prima con una forchetta e poi con le mani, fino ad ottenere una pasta soda ed elastica. Ci vorrà qualche minuto. A questo punto cominciate a tirare la sfoglia con il mattarello, o se avete la apposita macchinetta per la pasta, fate passare la sfoglia tra i rulli per diverse volte, ripiegandola e tirandola di nuovo. Dopo cinque o dieci minuti dovreste avere raggiunto la giusta consistenza. Tagliate la pasta nella forma che desiderate, e lasciatela asciugare sopra una tovaglia bianca ben pulita e infarinata. In questo modo potete preparare tagliatelle, lasagne, perfettamente genuine e sicuramente senza uova.
Esistono anche delle apposite macchinette per modellare la pasta in forma di spaghetti, maccheroni, eccetera. Potete utilizzarle se siete esperti oppure volete ottenere paste colorate o particolarmente aromatiche (si preparano facilmente sostituendo l'acqua tiepida per l'impasto con succo di pomodoro, succo di carota, succo di sedano e così via). La pasta così
ottenuta potrà essere usata per confezionare lasagne al forno (con sugo di verdure, besciamella e formaggio), pastasciutte da condire come preferite (sempre alla vegetariana), e minestre.
Il sugo si può preparare con diverse verdure, a seconda della stagione. Vi diamo alcuni suggerimenti, che possono essere utilizzati anche per condire o accompagnare il riso, nella tradizione più vicina alla cucina indiana.
SUGO CON PISELLI E MELANZANE
Sgusciate 300 gr. di piselli freschi, e fateli scottare in acqua bollente salata per dieci minuti. Nel frattempo pulite una melanzana, tagliatela a cubetti e friggetela velocemente nel burro chiarificato ben caldo. Se la melanzana non è fuori stagione e ha la buccia tenera, non c'è bisogno di sbucciarla. Se la friggete, non c'è nemmeno bisogno di salarla e lasciarle perdere l'acqua prima di cucinarla.
Scolate i piselli, conservando l'acqua di cottura per allungare il sugo oppure per preparare una minestra. Con un bicchiere di questa acqua di cottura dei piselli potete frullare tre o quattro pomodori freschi e puliti per ottenere la passata di pomodoro. Aggiungete al pomodoro i piselli scolati e le melanzane fritte, lasciate scaldare bene a fiamma bassa aggiungendo un pizzico di sale e gli aromi che preferite: rosmarino, basilico, alloro, peperoncino, eccetera. Il sugo di pomodoro dovrebbe cuocere molto lentamente, e a lungo, per diventare un classico "sugo all'italiana".
BESCIAMELLA
Anche la besciamella (o salsa bianca) è una ricetta tradizionalmente usata nella cucina mediterranea, perché arricchisce tutti i piatti al forno, e permette di ottenere una crosticina dorata senza l'impiego di formaggio.
Sciogliete 100 gr. di burro in una pentola non troppo bassa, a fiamma media, e, quando si è sciolto, prima che cominci a soffriggere, aggiungete 100 gr. di farina bianca o semi integrale, mescolando bene con un cucchiaio di legno. Lasciate rosolare a fiamma bassa, sempre mescolando, finché cominciate a sentire un profumo come di biscotti.
A questo punto spegnete il fuoco, e aggiungete pian piano, sempre mescolando, il latte, fino ad ottenere la consistenza desiderata. Nel caso improbabile che si formassero dei grumi, potete frullarli con un frullatore a immersione: infatti questi non sono i soliti grumi di farina cruda, difficilissimi da stemperare, ma semplici agglomerati di farina e burro già cotti, e quindi molto più teneri. Alla fine aggiungete il sale e la noce moscata.
SUGO BIANCO CON
ASPARAGI E PISELLI
Si può ottenere anche un ottimo sugo bianco usando un cucchiaio di panna da cucina. Gli asparagi vanno puliti con grande attenzione e delicatezza. Preparate tre scodelle: in una metterete le punte, nella seconda la parte mediana tenera, e nella terza i gambi degli asparagi, dopo averli sbucciati accuratamente. Nella terza scodella aggiungete anche 300 gr. di piselli freschi sgusciati. Ora fate sciogliere in un tegame una noce di burro, aggiungete subito il contenuto della terza scodella (i piselli e i gambi di asparagi), una presa di sale e mezzo bicchiere d'acqua. E' meglio coprire il tegame con un coperchio, magari di pyrex trasparente, per controllare meglio le verdure.
Dopo cinque o dieci minuti di cottura, aggiungete il contenuto della seconda scodella (la parte verde e tenera dei gambi), e continuate a cuocere. Quando tutto sarà ben tenero, aggiungete le punte di asparagi, un pizzico di noce moscata, un cucchiaio o due di panna da cucina, e un cucchiaio di prezzemolo tritato. Lasciate appassire e spegnete il fuoco. La panna non va cotta a lungo, altrimenti si scioglie e diventa burro. Anche questo sugo è caratteristico della tradizione italiana.
VERDURE BRASATE
Lavate e pulite accuratamente 500 gr. di verdure di stagione (carote, sedano, patate, fagiolini, carciofi, peperoni gialli o rossi, eccetera), tagliatele a pezzetti e versatele in un tegame con una noce di burro e un cucchiaio di olio extra vergine di oliva, in cui precedentemente avrete fatto rosolare un cucchiaio di farina. Aggiungete il sale necessario, e cominciate a scaldare le verdure. Dopo qualche minuto, versate sulle verdure un bicchiere di succo d'uva non troppo dolce. Ne potrete trovare facilmente in commercio, perché ormai si diffonde sempre più l'uso di bere succo d'uva o succo di frutta limpido (di mele, di ciliege, ecc.) al posto del vino.
In questa ricetta, alle verdure potete aggiungere gli aromi che desiderate: rosmarino, salvia, ginepro, alloro, mirto, basilico, prezzemolo, maggiorana, dragoncello, e chi più ne ha più ne metta. Coprite la pentola e lasciate cuocere a fiamma bassa finché le verdure non saranno ben tenere, poi servite calde (dopo l'offerta a Krsna, naturalmente!)
Hare Krsna
Hare Krsna
Krsna Krsna
Hare Hare
Hare Rama
Hare Rama
Rama Rama
Hare Hare
CANTARE I SANTI NOMI TI LIBERA!
IL GIOIELLO LETTERARIO DELL'INDIA MEDIOEVALE
Sri Caitanya caritamrita
L'opera, in otto volumi, presenta la vita e gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Questa grande personalità spirituale dell'India del XVI secolo ha generato un profondo cambiamento nella società indiana soffocata nel sistema delle caste.
Facendo rivivere l'aspetto monoteista della tradizione religiosa indiana, Sri Caitanya, con la diffusione della coscienza di Krishna e del canto collettivo del mantra
hare krishna hare krishna
krishna krishna hare hare
hare rama hare rama
rama rama hare hare,
ha riportato l'attenzione di studiosi e religiosi sull'aspetto personale della Verità Assoluta, Sri Krishna.
Completata nella stesura originale bengalese l'anno 1616 da Krishnadasa Kaviraja Gosvami,
l'intera Sri Caitanyacaritamrita giunge soltanto ora ai lettori occidentali.
Un importante contributo allo studio dell'eredità religiosa, filosofica e culturale dell'India.
fine del numero di giugno 1991.