Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 3 n. 2
Febbraio 1991
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò dall'India in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando in Europa, America, Australia, Asia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato questo movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui egli ha dato vita.
RITORNO A KRISHNA
la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada fondò questa Associazione a New York nel 1966, spiegò gli obiettivi che si prefiggeva.
1. Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata dalla Bhagavadgita e dallo Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del Sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri per insegnare uno scopo di vita più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obiettivi sopraelencati.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi
REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi
FOTOGRAFIE: bhakta Nicola
TRADUZIONI: bhakta Maurizio, bhaktin Rossana
COMPOSIZIONI: Ananga Manjari dasi
AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
SERVIZIO ABBONAMENTI: Dananistha devi dasi
PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".
ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
VOL. 3 N. 2 Febbraio 1991
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STAMPA: Centro Arti Grafiche Fino Mornasco
I CENTRI HARE KRSNA IN EUROPA
GRAN BRETAGNA E IRLANDA: Belfast Irlanda del Nord 140 Upper Dunmurray Lane, Belfast, Tel. 621757/ Dublin Irlanda 1, Crow St., Dublin 2, Tel. (01) 773997/ Leicester Inghilterra 30, Rendell Road, Leicester. Tel. (0533) 681256/ Manchester Inghilterra 20, Maifield Rd. Whalley Range, Manchester M16 8FT, Tel. (061) 2264416/ London (city) Inghilterra 10 Soho St., London W1, Tel. (01) 4373662 / London (country) Inghilterra Bhaktivedanta Manor, Letchmore Heath Watford, Hertfordshire W2 8EP, Tel. (09276) 7244 / Scozia Karuna Bhavan Bank House Rd.. Lesmahagiow, Lanarkshire, Tel. (0555) 894790 COMUNITA' AGRICOLE Lake Island of Inish Rath Lisnaskea, County Fermanagh Northern Ireland, Tel. (3657) 21512 - RISTORANTI Dublin Irlanda Golden Avatar, Tel. (01) 795933/ London Inghilterra Govinda's 9/10 Soho St., Tel. (01) 4733662 - ITALIA: Bergamo Villaggio Hare Krishna 24040 - Chignolo d'Isola (BG), Tel. (035) 490706/ Bologna Via Ramo Barchetta 2 Castagnolo Minore, Bentivoglio, Tel. (051) 863924 / Cagliari Flumini di Quartu, Loc. Niu Crobu Tel. (070) 805534/ Catania Via Roma 249, Mascalucia (CT), Tel. (095) 823474/ Napoli Via Vesuvio 33/35, Ercolano (NA). Tel. (081) 7390398 / Padova Via delle Granze 107, Loc. Camin (PD), Tel. (049) 760007/ Roma Via Tor Tre Teste 142 Tel. (06) 262913/ COMUNITA' AGRICOLE: Firenze Villa Vrindavana Via Comunale degli Scopeti 103, San Casciano Val di Pesa (FI), Tel. (055) 820054/ Contone (Svizzera Italiana) Fattoria Nandagrama Canton Ticino, Tel. (004192) 622747/ RISTORANTI: Catania Govinda Via San Nicolò al Borgo 28, Tel. (095) 552252/ Milano Govinda Via Valpetrosa 3/5, Tel. (02) 863924/ Roma Govinda Via San Simone 73A (Via dei Coronari), Tel. (06) 6541973/ ALTRI PAESI EUROPEI: Amsterdam Olanda Krishna Dam, 225 Ruysdaelkade, 1072 AW, Tel. (020) 751404/ Atene Grecia Poseidonos 27 Iliupoli, 16345, Tel. (1) 9937068 / Barcellona Spagna C: de l'Oblit 67, 08026, Tel. (93) 3479933 / Bergen Norvegia Storhaugen 6, Tel. (05) 290545 / Bruxelles Belgio 49 Rue Marché aux Poullet, Tel. (02) 5138605/06 / Copenhagen Danimarca Kongens Tvaeurej 11, Tel. (01) 868581 / Dudingen Svizzera Im Stillen Tahl, CH 3186 (FR), Tel. (0) 432698 / Gothenburg Svezia Hare Krishna Center, Grimmeredsvagen 103, 42169 Vastra Frolunda. Tel. (031) 290966/ Grodinge Svezia Korsnas Gard 140, Tel. (0753) 29151 / Helsinky Finlandia Govinda's, JAAKArinkatu 10D, Tel. (065) 0039/ Heidelberg Germania Kurfursten Anlage 5, Tel. (06221) 15101/ Septon Belgio Chateau de Petit Somme, Tel. (086) 322480/ Stoccolma Svezia Fridhemsgatan 22, Tel. (08) 549002/ Valencia Spagna c: de Almirante Cadarso 12, Vedat de Tonrente, Tel. (961) 55962/ Vienna Austria Center for Vedic Studies, Liechtensteinstrasse 23/II, Tel. (0222) 3101033 / Zurigo Svizzera Bergstrasse 54, Tel. (01) 693279/ COMUNITA' AGRICOLE: Bavarian Forest (Bayrisher Wald) Germania (NavaJiyadaNrsimhaKsetra), Contattare ISKCON Heidelberg / Brihuega Spagna New Vraja Mandala, (Santa Clara) Brihuega, Guadalajara, Tel. (11) 280018 / Jarna Svezia Almviks Gard, Tel. (46) 75552068 / Valencay Francia (New Mayapura), Lucay le Male, 36600, Tel. (54) 402688
VOL. 3, N° 2
POSSIAMO EVITARE CHE LA NOSTRA SOCIETA' DIVENTI UNA SOCIETA' DI ANIMALI?
Discorso di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo
COM'E' SEMPRE STATO
E probabilmente sempre sarà
Libri
SRIMAD-BHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
UN GIOIELLO A KAMPUCHEA
IL MONDO DEI NOMI
I dialoghi di Srila Prabhupada
UNA SOCIETA' SENZA CERVELLO
LA FESTA DELLA DOMENICA
CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI
IL CALENDARIO VAISNAVA
IN COPERTINA:
Sri Caitanya Mahaprabhu, il più recente avatara
di Krsna di cui si festeggia l'apparizione
il 28 di questo mese, con Suo fratello Nityananda
apparsi in India cinquecento anni fa per iniziare il
movimento del sankirtana, per risvegliare nel cuore
di tutte le anime condizionate l'amore per Krsna,
la perfezione più alta dell'esistenza.
POSSIAMO EVITARE CHE
LA NOSTRA DIVENTI UNA
SOCIETA' DI ANIMALI
Molti osservatori notano che con una così comune corruzione e gli scandali divenuti ormai
un'abitudine, la società è mal messa e sta peggiorando. Cosa sta realmente accadendo, e cosa fare?
Il Bhavans Journal dell'India, intervista Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Giornalista: La prima domanda è questa: "L'influenza della religione è in declino? E se è così, questo fattore ha importanza sull'incremento della corruzione e dell'ampio deterioramento dei valori morali?"
Srila Prabhupada: Si, la religione è in declino. Questo è stato predetto nello Srimad-Bhagavatam (12.2.1).
tatas canudinam dharmah satyam saucam ksama dayal kalena balina rajan nanksyaty ayur balam smrtih "Nel kaliyuga (l'era attuale di discordia e ipocrisia) diminuiranno la religiosità, la veridicità, la pulizia, la misericordia, la durata della vita, la forza e la memoria".
Queste sono le caratteristiche dell'essere umano che lo rendono diverso dagli animali. Ma queste cose diminuiranno. Non ci sarà più misericordia, non ci sarà più veridicità, la memoria e anche la durata della vita caleranno.
Allo stesso modo anche la religione svanirà. E ciò significa che gradualmente ci situeremo a un livello animale.
Giornalista: La religione svanirà? Noi diventeremo animali?
Srila Prabhupada: Specialmente quando non c'è religione la vita è già animale. Qualsiasi uomo comune può distinguere che il cane non capisce che cos'è la religione. Anche il cane è un essere vivente, ma non è interessato a capire la Bhagavad-gita, o lo Srimad-Bhagavatam.
Non è interessato. Questa è la distinzione tra l'uomo e il cane: l'animale non è interessato.
Così quando gli esseri umani non provano alcun interesse religioso, allora sono come animali. E come può esserci pace o felicità in una società animale? Vogliono far vivere la gente come animali, e fanno le Nazioni Unite. Come è possibile? Animali uniti, società per animali uniti? Accadono cose assurde.
Giornalista: Vedi qualche segno di speranza?
Srila Prabhupada: Per lo meno hanno scoperto che la religione è in declino. Questo è un bene. "In declino" significa che stanno diventando animali. E' logico dire che l'uomo è un animale razionale. Ma quando la razionalità viene meno, non è altro che un animale, non un essere umano.
Nella società umana che tu sia cristiano, musulmano, hindù, o buddista non è importante. Deve esserci qualche sistema di religione. La società umana senza religione è una società animale. Questo è chiaro. Perché adesso la gente è così infelice? Perché non c'è religione. Rifiutano la religione.
Tolstoy una volta disse, "Fino a quando sotto la chiesa non verrà messa della dinamite, non ci potrà essere pace".
Giornalista: Sembra che ci possa essere della verità in questo.
Srila Prabhupada: Può darsi che alcuni sistemi religiosi siano stati strumentalizzati, ma questo non significa che si debba rifiutare la religione. E' la vera religione che bisogna accettare. Non bisogna rifiutarla solo perché è stata praticata in modo inadeguato dai cosiddetti sacerdoti. Se un occhio mi dà dei problemi perché ha la cataratta, non significa che sia l'occhio a dover essere tolto. E' la cataratta che deve essere tolta. Questa è coscienza di Krsna.
Giornalista: Io penso che la storia mostri che molta gente ha fatto cattivo uso della religione Non è vero?
Srila Prabhupada: Questa gente non ha la minima idea di Dio. e parlano di religione Che cos'è la religione? Religione significa dharmam tu saksad bhagavat-pranitam: "Il sentiero della religione è enunciato direttamente dal Signore Supremo". E' un ordine di Dio. Essi non hanno nessun concetto di Dio non sanno chi Dio sia e professano una cosiddetta religione. Per quanto tempo questo può andare avanti artificialmente? Si deteriorerà
Questa è la situazione attuale. Non hanno nessuna idea di Dio, quindi in che modo possono sapere qual è l'ordine di Dio. Religione significa "ordine di Dio". Per esempio legge significa "ordine dello Stato." Se non c'è nessuno Stato, allora dov'è l'ordine? Noi abbiamo un chiaro concetto di Dio, Krsna. Egli sta dando il Suo ordine, e noi l'accettiamo. Questa è religione. Se non c'è nessun Dio, nessun concetto di Dio, nessun ordine di Dio, allora dov'è la religione? Se non c'è nessun governo, allora dov'è la legge?
Giornalista: Beh, non ci sarebbe nessuna legge. Sarebbe una società fuorilegge.
Srila Prabhupada: Fuorilegge, tutti sono fuorilegge se si inventano una religione. Questo sta succedendo.
Vorrei sapere che concetto di Dio hanno nella loro religione? C'è qualcuno che sa rispondere chiaramente? Nessuno lo sa. Ma noi possiamo spiegarlo subito:
venum kvanantam aravindadalayataksam
barhavatam samasitambhudasundarangam
kandarpakotikamaniyavisesasobham
govindam adipurusam tam aham bhajami
"Io adoro Govinda, il Signore primordiale, che suona il flauto in modo meraviglioso, i Suoi occhi luminosi sono come petali di loto, una piuma di pavone orna il Suo capo, la Sua bella figura ha il colore blu delle nuvole, e il Suo fascino unico attrae milioni di cupidi" (Brahmasamhita 5.30). Noi possiamo dare immediatamente una perfetta descrizione di Dio.
Se non si ha la minima idea di Dio, che tipo di religione può mai esserci?
Giornalista: Non so.
Srila Prabhupada: E' falsa. Non hanno alcun concetto di Dio, e quindi non possono sapere cos'è la religione. Questo è il declino, e poiché la religione è in declino, gli esseri umani stanno diventando sempre più come animali.
"Animale" significa uno che non ha memoria. Un cane viene quando c'è qualcosa da mangiare; io gli dico "Hut" e lui se ne va. Ma poi ritorna, non ha memoria. Così quando si affievolisce il nostro ricordo di Dio, significa che le nostre qualità umane stanno diminuendo. Nel kaliyuga, queste qualità umane diminuiranno sempre più. Questo significa che le persone stanno diventando come cani e gatti.
Giornalista: Ecco la seconda domanda: "L'accusa tradizionale nei confronti della cultura vedica (indiana), è che è fatalistica, questo induce le persone a credere nella predestinazione, e quindi impedisce il progresso. Quanto è vera questa accusa?"
Srila Prabhupada: Cos'è il progresso? Il salto del cane è progresso? E' quello il progresso? Un cane corre qua e là su quattro zampe, e voi state correndo qua e là sulle quattro ruote dell'automobile. E' questo il progresso? Questo non è il sistema vedico. In accordo al sistema vedico, l'essere umano ha una certa quantità di energia, e siccome l'essere umano ha una coscienza più elevata di quella degli animali, allora l'energia dell'essere umano ha più valore.
Giornalista: Probabilmente nessuno ha obbiezioni sul fatto che l'essere umano abbia più libertà, o meglio, più responsabilità degli animali.
Srila Prabhupada: Perciò l'energia umana dovrebbe essere adoperata per l'avanzamento spirituale, e non per competere con i cani. Le persone sante non sono indaffarate come i cani. Oggi la gente pensa che comportarsi come cani sia vivere, ma in realtà vivere significa progredire spiritualmente. Per questo la letteratura vedica dice:
tasyaiva hetoh prayeteta kovido
na labhyate yad bhramatam upary adhah
tal labhyate duhkhavad anyatah sukham
kalena sarvatra gabhiraramhasa
"Le persone veramente intelligenti e inclini alla filosofia, dovrebbero impegnarsi solo per quel fine che non è ottenibile nemmeno viaggiando dal pianeta più alto (Brahmaloka) al più basso (Patala). Poiché la felicità che deriva dal godimento dei sensi, si ottiene automaticamente nel corso del tempo, proprio come otteniamo le miserie sebbene non le desideriamo" (SrimadBhagavatam 1.5.18).
Giornalista: Puoi spiegare più a fondo questo punto?
Srila Prabhupada: L'essere umano dovrebbe impiegare le proprie energie per qualcosa che non ha ottenuto in molte, molte vite. Per molte e molte vite l'anima è passata attraverso forme di cani, deva, gatti, uccelli, bestie da soma, e molte altre. Ci sono 8.400.000 specie differenti di corpi. Così la trasmigrazione dell'anima prosegue. E in ogni caso l'occupazione è la gratificazione dei sensi.
Giornalista: Vale a dire?
Srila Prabhupada: Per esempio, il cane è indaffarato nella gratificazione dei sensi: dov'è il cibo, dov'è il rifugio, dov'è la femmina, come difendersi? Anche l'uomo si occupa, anche se in modi diversi, delle stesse cose. E così va avanti vita dopo vita. Persino un piccolo insetto cerca di fare le stesse cose. Bestie, uccelli, pesci, dovunque la stessa lotta va avanti. Come procurarsi il cibo, come avere sesso, come cercare un rifugio, e come difendersi. La letteratura vedica dice che abbiamo agito così per molte e molte vite, e se non ci liberiamo di questa lotta per l'esistenza, dovremmo agire così per molte e molte vite ancora.
Giornalista: Comincio a capire.
Srila Prabhupada: Si, così queste cose dovrebbero essere fermate. Per questo Prahlada Maharaja fa quest'affermazione:
sukham aindriyakam daitya
dehayogena dehinam
sarvatra labhyate daivad
yatha duhkham ayatnatah
"Miei cari amici nati in famiglie demoniache, la felicità percepita dal corpo in relazione agli oggetti dei sensi può essere percepita in qualsiasi forma di vita in accordo alle nostre precedenti attività interessate. Questa felicità è ottenuta automaticamente senza alcuna fatica così come si ottiene la sofferenza". (SrimadBhagavatam 7.6.3).
Il cane ha un corpo e anch'io ho un corpo. Perciò, il mio piacere sessuale e il piacere sessuale del cane non sono diversi. Il piacere che deriva dal sesso è uguale. Un cane non ha timore di fare sesso per la strada davanti a tutti mentre noi ci nascondiamo. Questo è tutto. La gente pensa che fare sesso in un appartamento sia sintomo di civiltà. Ma non è così. Compete con i cani in nome di questa cosiddetta civiltà. Non sa che a seconda del tipo di corpo che ha acquisito ha ottenuto anche un definito piacere.
Giornalista: Cosa intendi con "ha acquisito un definito piacere"?
Srila Prabhupada: Viene definito destino. Un maiale ha ottenuto un certo tipo di corpo, e il suo cibo sono gli escrementi. Non si può cambiare la sua natura. A un maiale non piace mangiare l'halava (un dolce di semolino tostato nel burro). Non può piacergli, perché avendo ottenuto un particolare tipo di corpo deve mangiare così. Può forse qualche scienziato migliorare le abitudini di vita del maiale?
Giornalista: Ne dubito.
Srila Prabhupada: Per questo, Prahlada Maharaja dice che il piacere è già stato definito. Il piacere è di base lo stesso, ma un po' diverso in accordo al corpo. Gli uomini primitivi nella giungla fanno la stessa cosa.
Ora la gente sta pensando che civilizzazione significhi costruire grattacieli. Ma la civilizzazione vedica dice no, quello non è progresso. Il vero progresso nella vita umana è la realizzazione spirituale, quanto hai realizzato. E non se hai costruito grattacieli.
Giornalista: Ma ciò che tu stai dicendo non significa nulla per la maggior parte della gente?
Srila Prabhupada: A volte la gente fraintende. In un'alta corte, un giudice siede sobriamente, apparentemente senza far niente, e ottiene un alto salario. Qualcun altro pensa "Io lavoro così duramente, nella stessa corte, a timbrare, senza ottenere un decimo del salario del giudice". Lui pensa, "Mi do' così da fare, lavoro così duramente, e non ottengo un salario buono quanto l'uomo che sta seduto al banco.
La situazione è così; la civilizzazione vedica è fatta per la realizzazione del sé e non per gareggiare con i cani.
Giornalista: Tuttavia, non è considerato onorevole di solito lavorare duramente, sforzarsi ed magari "farsi strada" nella vita?
Srila Prabhupada: I karmi, i lavoratori interessati, sono stati descritti nella Bhagavad-gita come mudha, asini. Perché sono paragonati agli asini? Perché l'asino lavora molto duramente con pesi sulla schiena, e quando torna il suo padrone gli da' solo un po' d'erba. Sta alla porta del lavandaio e mangia erba mentre il lavandaio mette ancora pesi sulla schiena. Non comprende che se esce dalla casa del lavandaio può trovare l'erba ovunque perché faticare tanto?
Giornalista: Questo mi fa ricordare alcune persone che conosco.
Srila Prabhupada: Il lavoratore interessato è così. Si da' un gran da fare in ufficio, e se vuoi vederlo dirà: "Ho molto da fare". Così qual è il risultato del suo essere così indaffarato? Mangia due fette di toast e una tazza di thè. E per questo scopo è così indaffarato? Lui non sa il perché. Nei libri troverà che il bilancio era di un milione di dollari ed ora è diventato di due milioni. E' soddisfatto, ma mangerà sempre solo due fette di toast e una tazza di thè, e lavorerà ancora, molto duramente. Questo è ciò che significa karmi. Asini. Lavorare come asini senza nessuno scopo nella vita. Ma la civilizzazione vedica è differente. L'accusa non è giusta. La gente, nella civiltà vedica, non è pigra. Si danno da fare per qualcosa di più elevato. Prahlada Maharaja sottolinea che questo impegno è così importante che dovrebbe incominciare sin dall'infanzia. Kaumara acaret prajnah. Non si dovrebbe perdere un secondo di tempo. Questa è la civiltà vedica. Gli "asini" vedono: "questi uomini non lavorano come me", come cani e asini, e considerano che noi stiamo evitando di lavorare. E' vero, evitiamo i loro sforzi inutili. La civiltà vedica è concepita per la realizzazione spirituale.
Giornalista: Potresti darci un idea maggiore di com'è la civiltà vedica?
Srila Prabhupada: La civiltà vedica inizia con il sistema varnasrama. Il sistema del varnasrama è così organizzato: brahmana: (intellettuali consiglieri), ksatriya (amministratori), vaisya (agricoltori e mercanti), sudra (lavoratori), brahmacari (studenti), grhastha (capifamiglia), vanaprastha (persone sposate che fanno vita ritirata), sannyasi (monaci rinunciati).
Il fine ultimo è che Krsna, il Signore Supremo, dovrebbe essere adorato. Se adori Krsna, adempi a tutti i doveri prescritti, sia come brahmana che come ksatriya, vaisya, sudra, brahmacari, qualsiasi cosa tu sia. Accettala immediatamente, accetta la Coscienza di Krsna. E' così importante.
Giornalista: Se la gente avesse veramente conosciuto uno stile di vita più naturale e più soddisfacente, quale sarebbe il problema? L'avrebbero accettato, come dici tu.
Srila Prabhupada: Ma siccome non lo conoscono non c'è religione ma semplicemente una competizione fra cani. Il cane corre con quattro zampe e voi correte con quattro ruote. E voi pensate che le corse con quattro ruote siano sintomo di avanzata civilizzazione. Dunque, la civilizzazione moderna è, in pratica, fare nulla. Qualsiasi cosa è ottenibile dal destino, e la otterrete, ovunque voi siate. Ma sarebbe meglio prendere la coscienza di Krsna. L'esempio è dato da Prahlada Maharaja: sebbene voi non desideriate nulla di spiacevole, vi accadrà comunque. Similmente, anche se non la desiderate, la felicità che vi è destinata arriverà comunque. Non dovete sprecare le vostre energie per la felicità materiale. Non potete ottenerne più di quanta vi sia destinata.
Giornalista: Come puoi esserne tanto sicuro?
Srila Prabhupada: Come posso crederci? Perché soffri anche se non vuoi. Per esempio il presidente Kennedy è morto per mano di un suo stesso connazionale. Chi lo voleva, e perché è successo? Era un grande uomo, era protetto da tante persone, e tuttavia era destinato ad essere ucciso. Chi può proteggerti?
Così se condizioni di sofferenza mi spettano per destino, allora anche le altre condizioni, l'opposto, la felicità, anche lei verrà. Perché devo perdere il mio tempo per cercare di cambiare le cose? Lasciatemi usare la mia energia per la coscienza di Krsna. Non si può controllare il destino. Tutti sperimentano una certa quantità di felicità e di sofferenza. Nessuno gioisce di una felicità ininterrotta. Non è possibile.
Proprio come non si possono controllare le sofferenze della vita, non si può controllare la felicità. Verranno da sole. Perciò non perdete il vostro tempo in queste cose. Dovreste piuttosto utilizzarlo per progredire nella coscienza di Krsna.
Giornalista: Una persona cosciente di Krsna non cercherà il progresso?
Srila Prabhupada: Il fatto è che se si cerca il progresso inutilmente, qual è lo scopo? E' un fatto che non si possa cambiare il destino, quindi qual è lo scopo? Noi saremmo a posto con la quantità di gioia e di sofferenza che ci è destinata.
La civiltà vedica è fatta per la realizzazione di Dio. Questo è il punto. In India, durante festival importanti, ci sono molti milioni di persone che vanno a bagnarsi nel Gange, perché desiderano ottenere la liberazione. Non sono pigri. Fanno migliaia di chilometri, migliaia di chilometri per bagnarsi nel Gange. Non sono pigri, ma non si impegnano in competizioni animalesche. Piuttosto, fin dalla loro infanzia si interessano proprio della realizzazione spirituale.
kaumara akaret prajno dharman bhagavatan iha. Sono così attivi che vogliono cominciare sin dall'infanzia. Perciò è sbagliato pensare che siano pigri.
Giornalista: Allora la domanda che sorge spontanea è che, se il destino non può essere controllato, perché dunque non lasciare che i bambini appena nati vadano semplicemente in giro come animali e quello che sarà il loro destino verrà comunque?
Srila Prabhupada: No, il vantaggio è che possono essere educati spiritualmente. Perciò è detto tasyaiva hetoh prayateta kovidah: bisogna impegnare le proprie energie per la realizzazione spirituale. Ahaituky apratihata: il servizio devozionale, la coscienza di Krsna, non può essere frenato. Proprio come non può essere frenato il destino materiale, il tuo avanzamento nella vita spirituale non può essere frenato se tu ti sforzi per esso. Effettivamente Krsna cambierà il destino, ma solo al suo devoto. Egli dice: aham tvam sarvapapebhyo moksayisyami (Bhagavadgita 1866): "Ti proteggerò da tutte le reazioni delle attività peccaminose." Per esempio se uno è stato condannato dalla corte a essere impiccato, nessuno può evitare che accada. Nemmeno il giudice che ha emanato il verdetto può farlo. Ma se il condannato implora la misericordia del re, che è al di sopra di tutte le leggi, allora il re può cambiare la sentenza.
Perciò, ciò che noi facciamo è di arrenderci a Krsna. E se noi cerchiamo di essere artificialmente più felici attraverso lo sviluppo economico, non sarà possibile. Tanti uomini stanno lavorando duramente, ma questo significa forse che ognuno di loro diventerà un Henry Ford o un Rockefeller? Tutti stanno cercando di fare il meglio. Il destino del signor Ford era di diventare un uomo ricco, ma questo vuol forse dire che ogni altro uomo che ha lavorato sodo come Ford diventerà ricco come lui. No. E' la realtà. Non potete cambiare il vostro destino semplicemente lavorando sodo come asini o cani. Ma potete usare la stessa energia per migliorare la vostra coscienza di Krsna.
Giornalista: Cos'è esattamente la coscienza di Krsna? Potresti dirci di più?
Srila Prabhupada: Come amare Dio, questa è la Coscienza di Krsna. Se non hai imparato ad amare Dio, qual è il significato della tua religione? Quando avrai davvero sviluppato amore per Dio comprenderai la tua relazione con Lui cioè: "sono una parte infinitesimale di Dio".
Quindi il tuo amore si estenderà anche agli animali. Se veramente ami Dio, allora avrai amore anche per gli insetti. Capisci che quest'insetto ha un corpo differente, ma anche lui è una parte infinitesimale di tuo padre e perciò è tuo fratello." Allora non puoi mantenere un mattatoio. Se mantieni un mattatoio e disobbedisci al comandamento di Cristo "non uccidere" e poi ti proclami cristiano o hindù, questa non è religione. E' una semplice perdita di tempo perché non comprendi Dio, non hai alcun amore per Dio, ti stai solo etichettando sotto qualche setta ma non c'è nessuna vera religione. Questo è ciò che sta accadendo in tutto il mondo.
Giornalista: Qual è il rimedio per questa situazione?
Srila Prabhupada: Krsna è Dio la Persona Suprema. Se non accetti che Krsna sia l'Entità Suprema, cerca almeno di capire. Questa è educazione: Krsna non è indiano; Egli è Dio. Proprio come il sole sorge prima in India, ma non significa che sia indiano. Così sebbene Krsna sia apparso in India, ora è venuto nei paesi occidentali, tramite il Movimento per la Coscienza di Krsna.
Giornalista: Hare Krsna.
Srila Prabhupada: Hare Krsna.
L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Goura Krsna dasa Giorgio Cerquetti
PER GLI APPASSIONATI
La sera, dopo il telegiornale, vi sarà capitato di ascoltare l'annunciatrice che fa questa presentazione: "Ora, per gli appassionati del crimine trasmetteremo..." Che cosa avete fatto, avete cambiato canale o siete rimasti lì a guardare? Pensateci bene, siete appassionati del crimine o contrari al crimine?
E' giusto fare dei programmi per questo tipo di appassionati o sarebbe meglio convincerli, con le buone, a indirizzare la loro passione verso qualcosa di meno nocivo e pericoloso. Krsna spiega nella Bhagavad-gita che l'essere vivente è condizionato dalle tre influenze della natura materiale: ignoranza, passione e virtù. Queste influenze dominano costantemente l'essere umano, per cui chi desidera arrivare a comprendere Dio deve sganciarsi da questo predominio, prima superando l'ignoranza e la passione per arrivare alla virtù e poi, una volta situati nella virtù pura, cercare con la pratica di raggiungere la nostra vera dimensione che è spirituale.
Chi è appassionato del crimine rischia continuamente di rimanere legato agli stimoli dell'energia materiale che illude e degrada la coscienza. Il crimine non può essere né spettacolo, né oggetto di meditazione e contemplazione. Nutrire la propria mente con delitti, misfatti e cronaca nera porta gradualmente alla follia. Non consolatevi con l'idea che voi siete soli, spettatori innocenti, l'osservazione di crimini altrui può causare in voi pessimismo e depressione, e in alcuni casi vi farà emulare le tragiche gesta dei criminali, ormai elevati al ruolo di protagonisti e di modelli di comportamento. La mente è vostra e potete gestirla e alimentarla nel modo che ritenete migliore, però attenzione alle sorprese, la prevenzione è meglio del pentimento.
Studi recenti sullo stretto rapporto che intercorre tra i mezzi di comunicazione di massa e la violenza, hanno fatto avanzare l'ipotesi che molti crimini fossero stati provocati da notizie e fatti divulgati dai mass media. Una ricerca del 1970 segnalò un calo dei suicidi a Detroit durante il lungo sciopero dei giornali tra il novembre 1967 e l'agosto 1968. Chiaramente il cinema, i giornali e la televisione non sono oggettivamente imputabili, però è vero che molte persone cercano costantemente di seguire e imitare ciò che vedono e leggono. In questo caso programmi, film e racconti del crimine non fanno altro che stimolare e amplificare atteggiamenti negativi inconsci che già portiamo dentro di noi. Nel caso dell'infanzia invece contribuiscono a formare "negativamente" il carattere di un futuro adulto, che un giorno si sentirà più portato a risolvere i problemi quotidiani in modo violento e incivile.
Il discorso è lungo e complesso, qui ci limitiamo ad invitare tutti ad alleggerire la loro mente liberandola da suoni e immagini che parlano del crimine. Cominciate subito, un giorno purtroppo potreste accorgervi di essere deviati e perversi senza neanche sapere perché.
POLVERE DI STELLE
Molti definiscono la società attuale con due parole chiave "successo e spettacolo". Sembra che la cosa più importante sia emergere, farsi notare, partecipare in qualche modo a questa affollatissima gara che ha come punto d'arrivo la celebrità. Ma qual è il prezzo del successo? E quanto durano la gloria e la fama? Nel passato la capitale del "mito" era Hollywood, oggi con la diffusione della televisione si è ampliato sia il numero dei divi, sia quello degli ammiratori. Il sogno, abilmente manipolato dagli sponsor, sembra più accessibile, oggi sono molti quelli che sperano un giorno, di diventare qualcuno. Per curiosità ho sfogliato il dossier inserito in un settimanale a grande tiratura, in cui otto grandi "stelle" del cinema facevano il bilancio del loro passato. Non più limitati da un'immagine artificiale astutamente costruita con atti di finzione e sofisticazione, alcuni di loro si sono aperti rivelando una realtà triste, per quanto vera ed inevitabile.
Jane Russel, oggi settantenne, parlando del presente dice: "Oggi il cinema ritrae solo un branco di animali a letto: un'indecenza. Io censurerei tutto."
Stewart Granger, che per anni è stato l'eroe delle più rocambolesche e scenografiche avventure, è molto esplicito nell'esprimere quello che gli attraversa la mente: "Detesto i miei 77 anni. Invecchiare è un flagello. Ho basato tutta la mia vita sulla prestanza fisica, ed ora mi sembra di guidare una Chevrolet del '35: grandioso modello un tempo, ma ormai perde i colpi. Se penso alle energie e ai soldi che ho sperperato, provo ancora più rabbia. Nel '73 avevo una fortuna di venti milioni di dollari: un anno dopo ero in bolletta. Investimenti sbagliati. Un castello in Spagna, feste da mille e una notte, due motoscafi, due Maserati e due amanti. Un giorno ho acquistato tre pellicce di visone in mezz'ora: per mia madre, per la mia fiamma e per l'amica di un amico, solo perché era lì e si sentiva un po' triste." Il racconto del "vecchio leone" continua su questo tono scandagliando gli innumerevoli ricordi e si conclude con una riflessione su cui molti, che sognano il mondo del cinema, dovrebbero riflettere: "Non sono affatto orgoglioso della mia carriera di attore, cosa c'è di virile nel truccarsi il volto e declamare frasi altrui?"
Dorothy Lamour, sulla soglia degli ottanta, spiega che essere avanti con gli anni presenta un increscioso inconveniente: "Il fisico invecchia prima della mente e rimane troppa voglia di fare."
Brigitte Bardot paragona invece la vecchiaia ad un impresa di demolizione.
La Bhagavadgita è piena di versi che avrebbero potuto illuminare queste "stelle" sulla vita e sul suo significato: "Come l'anima incarnata passa in questo corpo, dall'infanzia
alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l'anima passa in un altro corpo all'istante della morte. L'anima realizzata non è turbata da questo cambiamento." Dopo aver incontrato Srila Prabhupada, il celebre John Lennon scrisse una canzone, Instant Karma, poco conosciuta in Italia ma diffusa in tutto il mondo come in tutte le altre sue canzoni. "Instant Karma si impadronirà di te, ti toccherà proprio sulla testa, faresti meglio a raccoglierti, abbastanza presto sarai morto, cosa stai cercando di fare sulla Terra?" Srila Prabhupada fu ospite per circa due mesi nella villa inglese di Lennon e cercò di fargli capire qual è la nostra vera natura e qual è il modo migliore per riavvicinarsi a Dio ed ottenere l'eternità, la felicità e la conoscenza che tanto ci mancano in questo mondo materiale. La canzone di Lennon termina con questo ritornello: "Bene, noi tutti risplendiamo come la luna, le stelle e il sole: bene, noi tutti risplendiamo, venite tutti." E' vero, spiritualmente siamo tutti "stelle", per cui è inutile e logorante lottare per ottenere un'affermazione nel mondo materiale che ci sarà poi tolta dalla morte. Inoltre dovremmo fare anche i conti con il karma, la legge di causa ed effetto che regola le conseguenze delle nostre azioni in questa vita come nelle altre. Siamo anime eterne, risplendiamo grazie alla nostra intima natura spirituale, accettiamo l'invito di Dio, torniamo nel mondo spirituale: la vera festa è là. Qui ci stiamo solo sforzando di recitare una parte, che non è la nostra. Togliamoci la maschera materiale, facciamo risplendere il nostro vero io spirituale. Siamo tutti stelle.
Vivere nei villaggi...
COME E'
SEMPRE STATO
(E probabilmente sempre sarà)
Una volta qualcuno domandò a Gandhi cosa pensasse della civiltà occidentale. Egli rispose in modo ironico, "Penso che possa essere una buona idea."
In un'altra occasione osservò: "La vera forza dell'India (dell'era antica della civiltà Vedica) sta nei suoi villaggi.
E' sempre stato facile per noi, newyorkesi, londinesi, milanesi e parigini, esprimere commenti come questi ("Cosa ne sa, comunque, questa gente?")
E' stato facile finché personalità come il Dr. Theodore Roszak e E.F. Schumacher (un economista britannico) cominciarono a focalizzare argomenti come la corruzione o l'inquinamento e scrissero libri come Dove finisce il deserto o Piccolo è bello raccontandoci ciò che quella gente conosceva da sempre.
"La coltivazione e l'espansione dei bisogni," dice Schumacher, "è l'antitesi della saggezza... l'antitesi della libertà e della pace. Ogni aumento delle necessità tende a far aumentare la propria dipendenza dalle forze esterne sulle quali non si può avere controllo, e così aumenta la paura esistenziale. Solo con una riduzione dei bisogni si può promuovere un'autentica riduzione di quelle tensioni che sono la causa ultima di contese e guerre."
Come potete osservare in queste foto, questa gente fa uso di semplici tecnologie, cose che realmente servono per risparmiare tempo e lavoro. A loro non interessa affatto quel tipo di tecnologia che ti aiuta poco e ti schiavizza tanto. Hanno a sufficienza tutto ciò che serve, ma, ai margini di profitto e alle emicranie, preferiscono la pace della mente e la libertà dell'anima.
Il tramonto (accanto al titolo) proietta un tenue splendore sulla sublime architettura. In questi villaggi possiamo trovare campi, fiori, laghi, alberi, edifici e sentieri che soddisfano i nostri desideri di bellezza.
Il bambino con la sua mucca (sopra) ci ricorda cosa significa civilizzazione. La mucca fornisce latte, burro, yogurt e formaggio, il bue tira l'aratro, e l'uomo di conoscenza insegna la saggezza, e guida le persone alla realizzazione della loro vita.
L'uomo, nella foto in alto a destra, gestisce una sola bottega (e non una catena di negozi), e fa soltanto ciò che gli è possibile per tenerlo ben provvisto di uva, manghi, cachi, arance, e altre cose per la gente del suo villaggio. Madre Natura fa il resto (e sembra farlo piuttosto bene). Ma questa abbondanza non genera tanto stupore, visto che questa gente, dall'infanzia alla vecchiaia, è assorta in una cultura cosciente di Dio.
Il giovinetto (all'estrema sinistra), sta tenendo un ektar, uno strumento musicale fatto da una zucca vuota e da una corda. Durante la sua vita avrà ogni tipo di esperienze culturale: dal suonare il tamburo, allo studio, alla realizzazione spirituale. Quando sarà vecchio come l'uomo che legge (a sinistra) la sua vita si starà ancora evolvendo. Questa gente usa a volte elementari congegni; semplicemente non permette che siano i congegni a usare lei. Con il filatoio (sotto a sinistra), quest'uomo trasforma cotone, lana e seta in filo. Mentre con il suo telaio a mano (a destra), questa donna tesse, con il filo, una stoffa. (Qui, per esempio, sta confezionando un sari. I bordi decorativi, richiedono molta esperienza). Alla fine, il sarto (sotto a destra), prende il tessuto, il suo metro a nastro, la matita, le forbici, l'ago e il filo (e magari anche una macchina per cucire), e confeziona una camicia, una giacca o qualsiasi altra cosa. Tutto questo senza ciminiere, bollatrici, chiusure o marche. Le cose sono chiare, semplici e pacifiche.
L'uomo in basso a destra, è un intellettuale, che sia o no in grado di parlarvi delle fisiche newtoniane. Egli studia l'antica letteratura vedica, che risponde a domande del genere: "Chi siamo veramente?" "Perché siamo qui?" e "Dove andremo quando moriremo?"
Come abbiamo visto la civiltà vedica (la "civiltà saggia"), si basa sulla mucca e sul bue (piuttosto che sui mattatoi e sulle fabbriche), e sul vero intellettuale (l'uomo saggio).
Qui il signor Schumacher commenta: "Il rifiuto della saggezza si è protratto così a lungo che la maggior parte dei nostri intellettuali non hanno neppure la più vaga idea di ciò che questo termine possa significare.
Come risultato tendono sempre a cercare di curare una malattia aumentandone le cause. Le malattie sono state causate dall'avere permesso che l'intelligenza sostituisse la saggezza e nessuno sforzo nella ricerca sarebbe idoneo a produrre una cura...
La saggezza si può trovare solo dentro se stessi...
Noi stiamo soffrendo per una malattia metafisica, e la cura deve perciò essere metafisica."
Persone come quelle di queste immagini ci possono indicare la cura. Esse e la letteratura Vedica raccomandano il canto del mantra Hare Krsna e uno stile di vita semplice per ottenere la libertà, la pace e la saggezza.
LA FESTA DELLA DOMENICA
Tutte le domeniche, dalle ore 16, siete invitati a una splendida festa completamente gratuita con conferenze, danze estatiche, canti trascendentali, cultura vedica, yoga e banchetti vegetariani in compagnia dei devoti di Krishna.
Venite a trovarci
I CENTRI HARE KRISHNA IN ITALIA
BERGAMO 24040, Villaggio Hare Krishna (da Medolago strada per Terno d'Isola) CHIGNOLO D'ISOLA, Tel. 035/490706
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Orari dal mercoledì al sabato:
12.30/14.30 19,00/23,00
domenica: 13,30/15,30 19,00/22,30
chiuso lunedì e martedì
Libri
SRIMAD BHAGAVATAM
Primo Canto: "La Creazione"
Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.
VERSO 24
ta eva veda durmedhair
dharyante purusair yatha
evam cakara bhagavan
vyasah krpanavatsalah
te: quello; eva: certamente; vedah: i Libri del sapere; durmedhaih: dai meno intelligenti; dharyante: possono essere assimilati; purusaih: dagli uomini; yatha: affinché; evam: così; cakara: compilò; bhagavan: il potente; vyasah: il grande saggio Vyasa; krpana-vatsalah: molto buono verso le masse ignoranti.
TRADUZIONE
Così, il grande saggio Vyasadeva, pieno di bontà per le masse ottenebrate, elaborò i Veda in modo che anche gli uomini dall'intelletto meno sviluppato potessero recepirne il messaggio.
SPIEGAZIONE
Il Veda originale è uno solo; e questo spiega perché fu diviso in numerose parti. Infatti, il seme originale di tutte le conoscenze, il Veda propriamente detto, non sarebbe stato compreso facilmente dall'uomo comune. Una regola vuole persino che nessuno tenti di studiare i Veda se non è un brahmana qualificato, regola d'altronde spesso male interpretata. Alcuni uomini, per esempio, che si dicono brahmana qualificati soltanto perché sono nati in una famiglia di brahmana, rivendicano il monopolio dello studio dei Veda solo per i brahmana di casta, cioè loro stessi. Un altro gruppo se la prende con loro per l'ingiustizia che commettono nei confronti delle altre caste, ma anche questo gruppo è nell'errore.
Il messaggio dei Veda dovette essere spiegato persino a Brahmaji dal Signore Supremo. Perciò è accessibile soltanto alle persone particolarmente guidate dalla virtù. Le persone dominate dalla passione e dall'ignoranza non possono capire il messaggio dei Veda, né possono conoscere Sri Krsna, il Signore Supremo, che rappresenta l'oggetto ultimo della conoscenza vedica. Nel satyayuga tutti gli uomini erano sotto l'influsso della virtù, ma con l'avvento del treta e dello dvaparayuga si assiste al graduale declino della virtù e alla degradazione degli uomini. Nell'età in cui viviamo, il kaliyuga, la virtù è praticamente inesistente; perciò, a beneficio della massa degli uomini, il potente saggio dal cuore magnanimo, Srila Vyasadeva, divise il Veda in numerose parti. In questo modo, gli uomini meno intelligenti, ricoperti dalla passione e dall'ignoranza, possono mettere in pratica il suo insegnamento, come spiega lo sloka seguente.
VERSO 25
strisudradvijabandhunam
trayi na srutigocara
karmasreyasi mudhanam
sreya evam bhaved iha
iti bharatam akhyanam
krpaya munina krtam
stri: il gruppo delle donne; sudra: il gruppo operaio; dvijabandhunam: i parenti dei natiduevolte; trayi: tre; na: non; srutigocara: per comprendere; karma: nelle azioni; sreyasi: per il bene; mudhanam: degli stolti; sreyah: beneficio supremo; evam: così; bhavet: possa essere raggiunto; iha: con questo; iti: pensando così; bharatam: il grande Mahabharata; akhyanam: fatti storici; krpaya: per grande compassione; munina: dal saggio; krtam: fu completato.
TRADUZIONE
Nella sua grande compassione, l'illustre saggio pensò bene di compilare il grande racconto storico del Mahabharata per permettere alle donne, ai sudra e ai parenti dei natiduevolte di raggiungere il fine ultimo dell'esistenza.
SPIEGAZIONE
I parenti dei natiduevolte sono coloro che hanno preso nascita in famiglie, spiritualmente colte, di brahmana, ksatriya e vaisya, ma senza essere degni dei loro padri. Sebbene discendano da queste famiglie, non ne possiedono le qualità, perché la purificazione che le caratterizza manca in loro. I riti destinati alla purificazione cominciano ancora prima della nascita. Il primo rito, garbhadhanasamskara, serve a purificare l'atto del concepimento, e colui che non passa attraverso questo primo atto purificatore non può essere riconosciuto come discendente di una vera famiglia di natiduevolte. Questo rito sarà più tardi seguito da numerosi altri, tra cui quello del filo sacro, che il maestro spirituale dà al discepolo al momento dell'iniziazione. Questo rito corrisponde veramente alla seconda nascita. La prima nascita avviene durante il garbhadhana-samskara, e la seconda al momento dell'iniziazione spirituale. Solo chi ha superato questi due samskara è veramente degno di portare il nome di natoduevolte.
Se un padre e una madre non accettano di seguire questi samskara e procreano dei figli solo sotto l'influsso della passione, avranno una discendenza di dvijabandhu. Questi bambini non sono certamente intelligenti come quelli nati da una famiglia in cui si rispetta la regola dei natiduevolte; vengono posti allo stesso livello delle donne e dei sudra, che sono per natura d'intelligenza inferiore. Ai sudra e alle donne non si richiede di osservare nessun samskara, tranne la cerimonia del matrimonio.
Tutte queste persone dall'intelligenza inferiore - donne, sudra, dvija-bandhu - sono prive delle qualità necessarie per comprendere il fine spirituale dei Veda, ed è per loro che fu compilato il Mahabharata. Il fine del Mahabharata è quello di servire lo stesso scopo dei Veda, perciò la Bhagavadgita, che riassume i Veda, vi è stata inserita. Le persone meno intelligenti sono attratte più dalle storie che dalla filosofia; Sri Krsna scelse dunque di presentare la filosofia dei Veda nella forma della Bhagavad-gita. Vyasadeva e Sri Krsna Si situano entrambi sul piano spirituale, e hanno così potuto contribuire insieme al benessere delle anime cadute di questa era. La Bhagavad-gita è l'essenza di tutta la conoscenza vedica e costituisce, come le Upanisad, un Testo fondamentale sulle questioni spirituali. La filosofia del Vedanta è riservata invece a coloro che sono avanzati nello studio delle scienze trascendentali. Essi sono gli unici che possono raggiungere il livello spirituale del servizio di devozione al Signore. Si tratta di una grande scienza, il cui maestro supremo è il Signore in persona, nella Sua forma di Sri Caitanya Mahaprabhu; e coloro che hanno ricevuto il potere da Lui possono, a loro volta, iniziare altri a questo trascendentale servizio d'amore.
VERSO 26
evam pravrttasya sada
bhutanam sreyasi dvijah
sarvatmakenapi yada
natusyad dhrdayam tatah
evam: così; pravrttasya: colui che è impegnato; sada: sempre; bhutanam: degli esseri viventi, sreyasi: per il bene ultimo; dvijah: o natiduevolte; sarvatmakena api: con tutti i mezzi; yada: quando; na: non; atusyat: diventa soddisfatta; hrdayam: mente; tatah: in quel momento.
TRADUZIONE
Egli aveva agito dunque per il bene assoluto di tutti gli uomini. Tuttavia, o brahmana natiduevolte, la sua mente non trovava ancora pace.
SPIEGAZIONE
Sebbene avesse compilato testi del valore dei Veda, capaci di garantire agli uomini ogni felicità, Sri Vyasadeva non era ancora soddisfatto di sé. Dopo tutta quest'attività benefica, avrebbe dovuto sentirsi soddisfatto, invece non lo era.
VERSO 27
natiprasidad dhrdayah
sarasvatyas tate sucau
vitarkayan viviktastha
idam covaca dharmavit
na: non; atiprasidat: molto soddisfatto; hrdayah: nel cuore; sarasvatyah: del fiume Sarasvati; tate: sulle rive; sucau: essendo purificato; vitarkayan: avendo considerato; viviktasthah: situato in un luogo solitario; idam ca: anche questo; uvaca: disse; dharmavit: colui che sa cos'è la religione.
TRADUZIONE
Così, il saggio dal cuore insoddisfatto si mise a riflettere, perché conosceva l'essenza della religione, e pensò tra sé:
SPIEGAZIONE
Il saggio si chiede i motivi della sua insoddisfazione. La perfezione richiede una soddisfazione totale, ma questo stato di soddisfazione perfetta si deve ricercare al di là della materia.
VERSI 2829
dhrtavratena hi maya
chandamsi guravo 'gnayah
manita nirvyalikena
grhitam canusasanam
bharatavyapadesena
hy amnayarthas ca pradarsitah
drsyate yatra dharmadi
strisudradibhir apy uta
dhrta-vratena: sotto un voto di rigida disciplina; hi: certamente; maya: da me; chandamsi: gli inni vedici; guravah: i maestri spirituali; agnayah: il fuoco del sacrificio; manitah: onorati adeguatamente; nirvyalikena: senza pretese; grhitam ca: accettai anche; anusasanam: disciplina tradizionale; bharata: il Mahabharata; vyapadesena: con la compilazione di; hi: certamente; amnayaarthah: l'importanza della successione di maestri spirituali; ca: e; pradarsitah: spiegata adeguatamente; drsyate: è mostrato; yatra: dove; dharmaadih: il sentiero della religione; strisudraadibhih api: anche per le donne, per i sudra, ecc; uta: pronunciato.
TRADUZIONE
"Seguendo una rigida disciplina, ho rispettato senza pretese il culto dei Veda, dei maestri spirituali e dell'altare del sacrificio. Ho anche osservato le regole della tradizione e mostrato l'importanza della successione di maestri spirituali attraverso gli insegnamenti del Mahabharata, affinché anche le donne, i sudra e altri [come i parenti dei natiduevolte] possano scorgere il sentiero della religione.
SPIEGAZIONE
Nessuno può cogliere il messaggio profondo dei Veda se non attraverso la successione di maestri spirituali e osservando una severa disciplina. Inoltre, l'aspirante alla conoscenza spirituale deve adorare i Veda, gli acarya e il fuoco sacrificale. Tutti questi particolari della conoscenza vedica sono presentati in modo sistematico nel Mahabharata, per facilitare la comprensione alle donne, ai sudra a ai membri non qualificati delle famiglie di brahmana,
ksatriya e vaisya. In questa era, dunque, il Mahabharata svolge un ruolo più importante dei Veda originali.
VERSO 30
tathapi bata me daihyo
hy atma caivatmana vibhuh
asampannaivabhati
brahmavarcasya sattamah
tathapi: sebbene; bata: difetto; me: mio; daihyah: situato nel corpo; hi: certamente; atma: essere vivente; ca: e; eva: anche; atmana: me stesso; vibhuh: sufficiente; asampannah: incompleto; iva abhati: sembra che; brahmavarcasya: dei vedantisti; sattamah: il Supremo.
TRADUZIONE
"Sebbene io soddisfi a tutte le esigenze dei Veda, sento ancora un vuoto in me".
SPIEGAZIONE
Non c'è dubbio che Srila Vyasadeva seguisse i principi vedici anche nei minimi particolari. Le attività conformi alle istruzioni vediche purificano l'essere immerso nella materia, ma la perfezione ultima è altrove, e senza raggiungerla, l'essere vivente, per quanto dotato sia, non può situarsi nella sua posizione spirituale, che è il suo stato naturale. Srila Vyasadeva sembra averlo dimenticato, perciò si sente insoddisfatto.
VERSO 31
kim va bhagavata dharma
na prayena nirupitah
priyah paramahamsanam
ta eva hy acyutapriyah
kim va: o; bhagavatah dharmah: le attività devozionali degli esseri individuali; na: non; prayena: quasi, nirupitah: dirette; priyah: care; paramahamsanam: degli esseri perfetti; te eva: anche ciò; hi: certamente; acyuta: l'infallibile; priyah: care.
TRADUZIONE
"Forse non ho sufficientemente insistito sulla pratica del servizio di devozione, così caro agli esseri realizzati come al Signore infallibile."
SPIEGAZIONE
Srila Vyasadeva stesso rivela qui la causa della sua insoddisfazione. Ciò che gli mancava, era di vedere tutti gli esseri ritrovare la loro condizione spirituale impegnandosi nel servizio al Signore con amore e devozione. Senza situarsi nella propria condizione naturale, di servizio al Signore, l'essere individuale, come anche il Signore stesso, non trova completa soddisfazione. Srila Vyasadeva poté sentire questa mancanza quando Narada Muni, il suo maestro spirituale, venne da lui, come spiega il verso seguente.
VERSO 32
tasyaivam khilam atmanam
manyamanasya khidyatah
krsnasya narado 'bhyagad
asramam prag udahrtam
tasya: suo; evam: così; khilam: inferiore; atmanam: anima; manyamanasya: pensando nella sua mente; khidyatah: rattristandosi; krsnasya: di Krsnadvaipayana Vyasa; naradah abhyagat: Narada venne là; asramam: capanna; prak: davanti; udahrtam: disse.
TRADUZIONE
Mentre Krsnadvaipayana Vyasa, come abbiamo visto, si rattristava per le sue debolezze, Narada arrivò davanti alla sua capanna, sulle rive del Sarasvati.
SPIEGAZIONE
Il vuoto sentito da Vyasadeva non era certo causato da una mancanza di conoscenza, ma era dovuto al fatto di aver trascurato di mettere in evidenza il servizio di devozione. Il bhagavatadharma, o puro servizio d'amore offerto al Signore, rimane inaccessibile ai monisti, che non possono dunque essere inclusi tra i paramahamsa, i più perfetti di coloro che hanno abbracciato l'ordine di rinuncia. Sebbene Vyasadeva fosse un avatara dotato di poteri, era insoddisfatto perché nessuna delle sue opere conteneva una vera e propria descrizione delle attività trascendentali del Signore, come sono abbondantemente narrate nello Srimad-Bhagavatam. Sri Krsna, dunque, ispirò Vyasadeva direttamente, nel cuore, e fu allora che questi si sentì invadere da un senso di vuoto. E' perfettamente spiegato in questo verso che tutto appare vuoto in assenza del trascendentale servizio d'amore al Signore. Questo servizio trascendentale è sufficiente a offrire la completa soddisfazione, senza bisogno di fare sforzi nel campo dell'azione interessata o della speculazione filosofica empirica.
VERSO 33
tam abhijnaya sahasa
pratyutthayagatam munih
pujayam asa vidhivan
naradam surapujitam
tam abhijnaya: vendendo il carattere propizio del suo arrivo; sahasa: improvvisamente; pratyutthaya: alzandosi; agatam: arrivato a; munih: Vyasadeva; pujayam asa: venerazione; vidhivat: con lo stesso rispetto che si offre a Vidhi (Brahma); naradam: a Narada; surapujitam: adorato dagli esseri celesti.
TRADUZIONE
All'arrivo propizio di Sri Narada, Sri Vyasadeva si alzò rispettosamente e gli offrì il suo culto con la stessa venerazione che si porta a Brahmaji, il creatore.
SPIEGAZIONE
Vidhi è un altro nome di Brahma, primo essere creato. In questo universo egli è anche il primo studente e il primo maestro dei Veda, che ricevette da Sri Krsna e trasmise poi a Narada. Narada, dunque, è il secondo acarya nella successione di maestri spirituali. Egli rappresenta Brahma e riceve gli stessi onori che si offrono a lui, padre di tutti i vidhi, o principi regolatori. Così, tutti gli altri maestri della successione spirituale sono rispettati come il maestro originale, di cui sono i rappresentanti.
Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sul quarto capitolo del primo Canto dello SrimadBhagavatam, intitolato: "Apparizione di Sri Narada".
(continua nel prossimo numero)
UN GIOIELLO A KAMPUCHEA
Angkor Wat è il più grande tempio di Visnu esistente sulla Terra.
Il complesso del tempio, splendente simbolo della cultura originale vedica dell'Asia, copre un'area di oltre 120 chilometri quadrati.
"Non ti stupisce che la cultura vedica fosse diffusa fuori dall'India già tanto tempo fa?" mi chiese Ta.
"No," dissi, "Veda significa conoscenza, e la vera conoscenza è un diritto di tutti."
di SATYARAJA DASA
Recentemente, mentre visitavo una mostra dell'Associazione Asiatica di New York, ho incontrato un personaggio estremamente interessante di nome Ta Khan, un rifugiato di guerra cambogiano. Ta conosceva bene la religiosità orientale, ma la sua conoscenza del Movimento per la Coscienza di Krsna era minima. Aveva sentito parlare del Vedanta, dello yoga, del sanatanadharma e così via, ma come la maggior parte delle persone che frequentano l'Associazione Asiatica, aveva di queste cose soltanto una conoscenza teorica. Ed era completamente all'oscuro del fatto che migliaia di occidentali avevano adottato la Coscienza di Krsna come stile di vita.
Ero fermo davanti a un meraviglioso dipinto della corte di Akhbar, quando Ta mi si avvicinò. "Sei un devoto di Krsna?" mi chiese. Ma prima che potessi rispondere, balbettò, "Ohh! Ma... ma sei americano!"
"La devozione a Krsna è la funzione eterna dell'anima," lo rassicurai, "e trascende le designazioni culturali." Continuammo insieme a visitare l'esposizione.
Ben presto si volse di nuovo verso di me, con l'evidente desiderio di parlare, ma sembrava incerto su come incominciare.
Sperando di facilitarlo, spiegai, "Krsna è Dio. In realtà, c'è un solo Dio, ma Egli è rivelato da differenti profeti secondo le capacità intellettuali e spirituali di una determinata cultura." Vedevo che era attento, e desideroso di ascoltare ancora.
"Non importa dove siamo nati," continuai, "Dio può venire da te. Non è che Krsna possa manifestarSi soltanto a un indù. Se sei sincero, Egli ti cercherà. Potrà venire personalmente, oppure manderà un Suo rappresentante." Poi ho concluso il mio piccolo sermone: "Quando Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada sbarcò in occidente nel 1965, portava con sé Krsna."
Ta sembrava contento. "So esattamente che cosa vuoi dire," si lanciò. Poi con maggiore fiducia disse, "Krsna è venuto da me in Cambogia."
Pensavo che si riferisse al concetto che la gente del suo paese aveva di Dio, e gli chiesi, "In quale forma il Signore Si è manifestato? Qual è il Suo nome nella tua terra?"
"Oh, è venuto come Krsna, e anche come Rama, è venuto nella forma del più grande tempio di Visnu che ci sia sulla Terra."
"Aspetta un momento," protestai. "Il più grande tempio di Visnu esistente è Sri Rangam, nell'India meridionale."
"Quello è il più grande tempio dell'India," mi corresse sorridendo, "ma il più grande tempio del mondo si chiama Angkor Wat, e si trova in Cambogia."
"Angkor che?"
"Forse ti piace scherzare," disse Ta, con un'espressione seria, "ma quand'ero piccolo mio padre mi ha portato a visitare questo immenso tempio di Visnu, e io non ho mai dimenticato quell'esperienza. Abbiamo pregato di poter lasciare la Cambogia," mi disse guardandomi con uno sguardo sincero, "La vita laggiù era così dura. Ho fatto un voto davanti a Visnu, che se fossi mai riuscito ad andarmene, avrei cercato i Suoi devoti per imparare ad adorarLo."
Mentre parlava, Ta aveva le lacrime agli occhi. Mi resi conto che si trattava di una persona che aveva davvero ricevuto la misericordia di Sri Visnu. E quanto a questo, anch'io l'avevo ricevuta. L'America, con tutte le sue opulenze, non è esattamente un luogo dove si possa trovare facilmente la devozione a Krsna, proprio come Kampuchea (in Cambogia). Andammo a sederci al bar dell'Associazione Asiatica.
Ero completamente affascinato dall'esperienza di Ta ad Angkor Wat. Volevo saperne di più. Divisi con lui il mio pranzo di Krsnaprasadam, e lui mi fece partecipe della sua storia.
Un membro dell'Associazione Asiatica aveva udito per combinazione qualche parola della nostra conversazione, e ci suggerì di consultare la loro collezione privata di libri: era sicuro di aver incontrato, una volta, qualche riferimento su Angkor Wat. E ovviamente fu molto emozionante per noi trovare dei libri che parlavano dell'argomento. Ta mi aveva detto che il nome Angkor Wat significa, pressappoco, "il posto nuovo", e leggemmo che il "posto nuovo" era chiamato, in passato, Yasodapura.
Conoscevo il nome Yasoda. E' il nome della madre di Krsna. Sembra che il tempio fosse stato costruito in suo onore. Dovevo saperne di più. Continuando a leggere, apprendemmo che il tempio di Sri Rangam, nell'India meridionale, è davvero considerato il più grande tempio di Visnu in India, ma che Angkor Wat è ancora più grande. Ta sorrise, orgoglioso del suo paese. "Visnu è ancora adorato a Sri Rangam," dissi, facendo un'altro tentativo di difendere la santità dell'India, "mentre è ormai parecchio tempo che Angkor Wat è diventato un tempio buddista." Ma sapevo che la mia difesa era inconsistente e irrilevante Angkor Wat rappresenta tutt'oggi una delle più monumentali offerte a Dio. Sembra che l'enorme tempio di Visnu sia stato costruito dalla dinastia Palava sotto il patrocinio del re Suryavarman II. I Palava erano per la maggior parte Vaisnava, devoti coscienti di Krsna, e con il loro grande spirito missionario portarono la cultura vedica dall'India in molte altre terre.
Angkor Wat, la gemma più preziosa tra i capolavori dei Palava, domina la pianura dove fiorì l'impero Khmer erede dei regni di Funan e Chenla a partire dal nono secolo d.C. Costruito nell'arco di circa quarant'anni, il tempio è uno dei più elaborati capolavori di architettura religiosa, superiore in splendore e magnificenza persino alle più maestose cattedrali cristiane. L'adorazione di Visnu all'interno di questo tempio impegnava migliaia di persone, fino alla caduta della dinastia Palava, nel quindicesimo secolo, quando in seguito alle trasformazioni culturali, divenne un luogo di culto del Signore Buddha.
Oggi il tempio viene in parte protetto dal suo nemico più temibile, l'acqua, da una rete di scariche nascoste installate negli anni sessanta. Mentre Ta leggeva, la descrizione di Angkor gli riportava alla mente i ricordi della sua patria e del suo voto di cercare i devoti di Visnu.
"Le sue simmetrie epiche," leggeva, "iniziano con la galleria esterna, che copre una circonferenza di 800 metri. All'interno della galleria, delle sculture in bassorilievo rievocano la storia di Visnu e Rama." Ma la cosa che fece più piacere a me e a Ta fu leggere che anche i divertimenti di Krsna sono rappresentati sui muri della grande struttura. Mentre leggevamo questa informazione in una vecchia copia del National Geographic Magazine (vol. 161, No. 5, maggio 1982), cominciammo a sentirci veramente vicini, come se il suo passato a Kampuchea e il mio impegno nel Movimento per la Coscienza di Krsna fossero collegati. E in qualche modo, lo erano. "Non ti stupisce sapere che la cultura vedica fosse diffusa fuori dall'India già tanto tempo fa?" mi chiese Ta.
"No," confessai. "La cultura vedica è un nostro diritto di naturale. Veda significa 'conoscenza', e la vera conoscenza è un diritto di tutti. Se qualcosa è profondamente vero, dev'essere vero dovunque e per tutti proprio come il sole. Non si può parlare del sole cambogiano e del sole americano: il sole è il sole. E la conoscenza vedica è la stessa cosa. Essendo vera, è vera per tutti. E' la Verità Assoluta."
Si stava facendo tardi. Ta era pensieroso. Ci eravamo incontrati solo poco prima, in quello stesso giorno, eppure eravamo già vecchi amici. Mi ripeté la sua storia; parlò delle sue tribolazioni a Kampuchea; rievocò la sua visita al tempio di Visnu. Le sue preghiere non erano state ignorate, mi disse. Non solo era riuscito a fuggire da Kampuchea sano e salvo, ma era stato condotto fino ai devoti di Visnu. Mi sentivo imbarazzato. Evidentemente si riferiva a me.
E io, a mia volta, mi sentii ancora più riconoscente verso Srila Prabhupada, che aveva generosamente impartito gli insegnamenti della Coscienza di Krsna in tutto il mondo in modo che anch'io potessi incontrare i devoti di Visnu.
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Dovunque guardiate ci sono tanti nomi. Nomi per pacchi, nomi per insegne,
nomi per posti, nomi per piante, nomi per persone. I nomi sono comodi, e forse creano un po' di confusione.
di DAMODHARA DASA
IL MONDO DEI NOMI
"La prima sessione di psicoterapia
della storia," su un campo di battaglia,
pone una domanda: "John", "Jane", "Nero", "Bianco", "Ragazza", "Ragazzo", "Studente", "Soldato"
Cosa c'è in un nome?
La gente lo salutava come un grande eroe militare. Dicevano che era forte come un leone. Con arco e frecce era al di là del credibile: poteva colpire un bersaglio alto cento piedi oscurato dai raggi della ruota di un carro persino se doveva prendere la mira guardando il riflesso ondulato del bersaglio in un secchio d'acqua. Più di una volta scacciò centinaia di soldati senza nessun aiuto.
Ma oggi, nel momento in cui si avvicina la prossima battaglia, Arjuna è sopraffatto dall'ansia. Guardando i due eserciti da una posizione favorevole, in mezzo a essi, Arjuna scende disperato dal suo carro.
Non gli era venuta meno la forza fisica. Avrebbe
ancora potuto competere con qualsiasi soldato del campo
nemico (forse con la sola eccezione di Bhisma). Ma non
erano stati neppure il coraggio e l'abilità di Bhisma a
portare Arjuna a questa depressione profonda.
Il famoso guerriero aveva perso il coraggio perché stava per prendere parte a una guerra civile una guerra
nella quale avrebbe dovuto contrapporsi al nonno, al suocero, ai cugini, agli zii, e al maestro ai cui piedi aveva imparato l'arte della guerra. Anche altri su entrambi i campi erano ora pronti a lanciare frecce, spade, e lance contro i corpi di parenti e superiori. La pelle di Arjuna bruciava e la bocca gli si era seccata mentre contemplava il terribile e imminente evento.
"Come può tutto questo generare qualcosa di buono" pensava ad alta voce. "A cosa servirebbe la nostra vittoria se in questo modo potremmo essere la rovina della nostra intera società, e di tutta la nostra tradizione? Strapperemo la struttura dei legami famigliari, e allora la nostra civiltà andrà in rovina".
Il suo unico desiderio era quello di lasciare immediatamente il campo di battaglia e il proprio ruolo. Magari andare nella foresta e intraprendere la vita di un mendicante. Egli decise: "Piuttosto che vivere con il sangue dei miei parenti vivrò con il denaro degli altri".
Zii, cugini, maestri, nonni, cognati, figli, nipoti la vera rete delle relazioni sociali che prima aveva dato tanto piacere ad Arjuna ora lo stava conducendo a un esaurimento nervoso. Come avrebbe potuto uccidere queste persone? Conosceva per nome i soldati nemici nomi che a noi potrebbero suonare strani (come Duryodhana, Bhurisrava, Drona), ma nomi che per lui significavano relazioni intime. Meditando su questi nomi e su queste relazioni Arjuna piangeva per la compassione e la disperazione.
La ricerca di Arjuna, registrata nelle pagine aperte della Bhagavadgita, era una risposta naturale a una situazione terrificante. Preso in una rete di conflittuali designazioni sociali, considerava come sua unica via d'uscita cambiare la propria designazione da "soldato" a "mendicante". Ma presto il fidato amico e maestro di Arjuna, Sri Krsna (Dio la Persona Suprema) gli mostrò che persino come mendicante sarebbe stato infelice. La risposta, diceva Sri Krsna, era quella di smettere di pensare di se stesso come "soldato", "mendicante", "studente", e iniziare a cercare la propria vera identità a un livello più profondo di quello. Altrimenti, suggeriva Krsna, la vita di Arjuna sarebbe stata piena di ansietà.
Ciò vale anche per me. E' normale per la mia vita, che se qualcuno mi avvicina sul lavoro o per la strada, e mi domanda all'improvviso chi sono, probabilmente io risponda con il mio nome. I nomi sono comodi. Rendono possibili azioni sociali reciproche. Come potremo mai autenticare documenti legali, firmare assegni, introdurci alle feste, ricordarci di vecchi amici, se non usassimo i nomi? Sarebbe pressoché impossibile.
Ma il nome non è uguale a ciò che indica. A questo proposito noi solitamente pensiamo alle parole di Shakespeare: "Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa / Avrebbe lo stesso dolce profumo con qualche altro nome. Ciò è ancora più vero se riferito a un essere umano. Così come a volte sono utili, i nomi sono anche concetti superficiali della nostra personale identità.
I nomi sono superficiali perché in un certo senso ognuno di noi ha poca scelta sulle designazioni che sono fissate in questo mondo, il mondo dei nomi. Per esempio, prendiamo quell'allegria trionfante udita in centinaia di lingue, in migliaia di camere di maternità: "E' un bambino!" Improvvisamente, quel piccolo essere umano, che era stato un mistero, un neutro, è stato catalogato. E' un bambino. Per i genitori, i parenti, gli amici di famiglia, e per tutta la cultura, ciò significa molto. Una complessa struttura di obblighi e aspettative è stata avviata. Partendo da abiti blu (e non rosa), passando poi attraverso il gioco del calcio e i Boy Scouts, la scuola superiore verso l'alta finanza, il tragitto attraverso la vita di quella piccola persona è stato in gran parte determinato per lei solo dal pronunciare la parola bambino.
Potete obiettare che la sola parola bambino non determina il futuro del bambino. E' la condizione che denota la parola. Se John Doe avesse avuto una femmina e tuttavia avesse continuato a chiamarla bambino, non sarebbe riuscito ad avverare il suo sogno soltanto con l'autorità del nome. C'è sicuramente una qualità reale, il sesso del neonato, che il nome intende solo rappresentare, e non essere. Sto forse esagerando a richiamare tanta attenzione su una semplice parola?
Si, io esagererei se si fosse trattato di aver a che fare con uno o due nomi "bambino", "bambina"; "uomo", "donna"; "Io Tarzan, Tu Jane". Allora la vita e la propria consapevolezza sarebbe un lavoro facile. Ma noi non viviamo in quel tipo di mondo. Noi, come Arjuna, viviamo in un mondo con milioni di nomi. E per peggiorare le cose, persino i nomi che chiamiamo nostri ci sono stati solitamente assegnati prima che noi potessimo scegliere. Qualcuno prima che noi emergessimo, ci stava aspettando, con un completo equipaggiamento di nomi pronti da adattare a noi. Noi non abbiamo nulla da dire in materia. Siamo controllati.
L'espressione slang americana "manubrio" è adatta. In alcune parti del paese ti chiederanno, "qual è il tuo manubrio?" se vogliono sapere il tuo nome. Questo dice molto. Un nome è un modo per controllare un'altra persona, per manovrarla. Mentre il bambino si fa strada per uscire dal grembo nel mondo delle realtà sociali, gli sono assegnati tutti i tipi di titoli: "ragazzo", "John", "americano", "bianco", "presbiteriano", "di classe media", "occidentale medio", "cittadino medio". Prima che lui sappia ciò che lo colpisce, è già nell'imbuto del vortice sociale. E quando sarà vecchio abbastanza per poter fare qualcosa, vecchio abbastanza per prendere il controllo della sua vita, "John" sarà troppo disorientato dai suoi nomi designati e dalle qualità superficiali che essi rappresentano, per essere in grado di percepire le sue più profonde qualità personali.
Lo psicologo Rollo May cita uno dei suoi pazienti che dice, "Io sono solo una collezione di specchi, che riflettono ciò che gli altri si aspettano da me". In un'indagine ben nota del 1950, una casalinga americana fece questa rivelazione:
"Ho provato tutto ciò che si suppone che le donne possano fare hobbis, giardinaggio, fare conserve, essere molto socievole con i miei vicini, unirmi a comitati, ecc.
Posso fare tutto e mi piace, ma tutto ciò non lascia tempo per pensare di riflettere chi sei veramente. Non c'è nessun problema. Tu puoi persino dare un nome. Ma io sono disperata. Chi sono?"
"Non c'è nessun problema, tu puoi persino darmi un nome", si lamenta la donna. Ma i nomi sono il suo problema. Le sono stati assegnati troppi nomi, e nessuno di loro ha raggiunto il cuore della sua personale identità.
Il principale conoscitore odierno della Bhagavadgita, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada suggerisce una cura per il problema dei nomi:
Americano o indiano, tedesco o inglese; cane o gatto, ape o pipistrello, uomo o donna: tutte queste sono etichette. Nella coscienza spirituale noi siamo liberi da tutte queste etichette.
Molte persone hanno combattuto contro false limitazioni imposte loro da designazioni superficiali; molti hanno cercato di liberarsene. Nel 1960, Teodore Roszak scrisse: "Il limite bohemiene della nostra cultura giovanile... è basato su un intensivo esame del sé, della ricchezza seppellita della coscienza personale". Oggi la storia prosegue in un modo più rispettabile. In un articolo del Newsweek, del 13 settembre 1976 sulla genealogia, (forse l'hobby che in America si sta maggiormente diffondendo), lo scrittore notava:
Sebbene le applicazioni della genealogia si estendano dall'investigare le possibili cause ereditarie del cancro all'appianare le controversie, la sola irresistibile ragione della sua nuova popolarità deriva dalla domanda "Chi sono?"
E il problema dell'identità è sviluppato profondamente in uno dei punti di discussione che si protrae da più tempo e che crea più divisione nella cultura americana il problema razziale. I nomi "nero," e "bianco hanno stimolato emozioni distruttive sin dal 1600. Nella suo romanzo autobiografico del 1937, Black Boy (Ragazzo Nero), Richard Wright raccontava della sua lotta per liberarsi da queste designazioni:
Il bianco Sud diceva di conoscere i "negri", ed io ero ciò che il bianco Sud chiamava "negro." Bene il bianco Sud non mi ha mai conosciuto non ha mai saputo cosa pensavo, cosa sentivo...
L'incalzante vita del Sud mi ha trattenuto dall'essere quel tipo di persona che avrei potuto essere stato. Sono stato quello che l'ambiente mi ha chiesto di essere, quello che la mia famiglia in conformità a ciò che dettavano i bianchi sopra di loro si aspettava da me, e quello che i bianchi avevano detto che io avrei dovuto essere.
Avendo deciso che "il Sud poteva riconoscere solo parte di un uomo," Richard Wright si diresse a nord verso Chicago nella sua ricerca di libertà. Alcuni vanno a Nord, altri prendono droghe, altri assumono genealogisti o psicologi. Vogliono lasciare, come fece Arjuna, i conflitti artificiali causati loro da designazioni assegnate da altri.
Come sono superficiali questi conflitti! Perché altri mi hanno assegnato certi nomi, o perché le circostanze mi hanno posto in una certa condizione, sono costretto in conflitti che non posso evitare, semplicemente a causa dei mandati sociali che il mio nome implica. Io sono un Hatfield, e perciò devo essere contro i McCoys.
Se sono un ateniese del V secolo A.C., allora devo combattere contro gli Spartani. Se oggi sono un Cattolico dell'Irlanda del Nord, allora devo lottare contro i Protestanti. Padroni contro lavoratori. Bianchi contro neri. Uomini contro donne. "Chiunque sopra i trenta non può essere creduto." Questo è molto frustrante per me, perché io non sto lottando per i miei diritti, o forse neanche per qualcosa in cui credo, se mi fosse data una possibilità di pensarci su. Sto difendendo qualcosa di superficiale, che qualcun altro molto probabilmente mi ha assegnato senza che io lo chiedessi.
Per essere certi, possiamo cambiare alcune delle nostre designazioni. Naturalmente l'età in ogni modo cambia per conto suo. Allora posso cambiare il mio stato di educazione, la mia occupazione, la mia classe sociale, o forse il nome che mi è stato dato, se sono determinato.
Alcuni in circostanze estreme decidono di cambiare sesso (l'Annuale Ostetrico e Ginecologico del 1975, riferisce che "è chiaro che alcune migliaia di transessuali di entrambi i sessi vivano oggi negli Stati Uniti"). O per protesta, come molti evasori di leva durante la Guerra del Vietnam, posso emigrare in Canada o in Svezia e cambiare la mia cittadinanza. D'altra parte come ultima risorsa, posso provare a disfarmi di tutti i miei nomi, fuggire da tutte le mie qualità, diventare "uno con il vuoto", come fa qualche buddista.
Ma queste reazioni al malcontento sono probabilmente senza senso come i conflitti che lo causano. Senza guardarsi dentro profondamente, il semplice liberarsi di nomi o qualità superficiali, non è di aiuto. Come Sri Krsna disse ad Arjuna, "Per ciò che non esiste non c'è durata, e per ciò che è reale non c'è fine." In altre parole le cose che mutano non sono reali, e le cose che sono reali non mutano. Il cambiare nomi non ci libera dalla tirannia dei nomi.
Ciò può portarci ad un punto alquanto disperato, non per una semplice sensazione che tutti abbiamo avuto. Viene fuori nella vostra vita in modo naturale, perché è una cosa naturale da sentire. E' quasi come cambiare nome, ma non è reale, perché è solo questione di scoprire l'identità che avete già ma senza esserne consapevoli. La questione è trovare il vostro nome permanente.
Con la direzione appropriata, questo sentimento di identità permanente, di permanente coscienza, può condurre a grandi cose. E il primo passo è molto semplice. Chiediamoci, "Qual è l'identità che ho per tutta la vita, che non posso cambiare nemmeno con le misure più drastiche?" Non pensiamo a ciò che si può cambiare. Pensiamo a ciò che non possiamo cambiare. Ora, potrebbero esserci molte risposte a questa domanda. Ma sembra che la risposta più significativa per noi attualmente possa essere: "Sono un essere umano." Si, "essere umano" è un nome. Ma perlomeno per questa vita è un nome permanente. Con questa comprensione, saltiamo il primo ostacolo il più difficile ostacolo sulla via della liberazione dalla tirannia dei nomi.
Tuttavia, quel nome "essere umano", può facilmente diventare un cliché, uno slogan sentimentale negativo come qualsiasi altro. Può non andare oltre il mandare cartoline di Natale dell'UNESCO alle persone della vostra lista di auguri. Perciò abbiamo bisogno di conoscere ciò che implica questa etichetta "essere umano. "Qual è l'essenza dell'essere umano? Cos'è che rende l'uomo così differente dagli animali? In questo modo molti filosofi e antropologhi, hanno detto e scritto così tante parole su questo argomento che può sembrare difficile giungere a una definizione finale.
Ma con uno studio un po' attento, possiamo tirare fuori un chiaro esempio nella maggior parte dei tentativi.
Io non ho lo spazio per lasciarmi andare a un'analisi completa, ma spero che pochi esempi saranno sufficienti. Per esempio, Kierkegaard, disse che l'uomo è unico perché "può concentrare tutta la sua energia sul fatto che lui è un individuo esistente." E ancora, Rollo May ha notato, "l'uomo è molto differente dal resto della natura. Possiede la consapevolezza di sé; il suo senso di identità personale lo distingue dal resto delle cose viventi e non." Non avremmo bisogno di proseguire, a parte forse risalire alla classica affermazione di Platone:
La conoscenza del sé sarebbe certamente affermata da me come essere la vera essenza della conoscenza, e in questo concordo con colui che dedicò a Delphi l'iscrizione "Conosci Te Stesso!".
Cartesio, fu una persona che si impegnò a conoscere se stesso. Dopo aver formulato la famosa affermazione, "Io penso, perciò sono," disse.
Pertanto concludo che ero una sostanza, la cui intera essenza, o natura consiste solo nel pensare, e che ciò che può esistere non necessita di nessun luogo, né dipende da qualcosa materiale; così quell'"IO," cioè, la mente [anima], per mezzo della quale io sono quel che sono, è totalmente distinta dal corpo, ed è addirittura più facile da conoscere di quest'ultimo.
Questa nostra abilità di domandarci la nostra identità le molte grandezze e sofisticazioni del cervello umano sottolineano questa abilità riceve una definizione più chiara nella letteratura Vedica dell'India. Là, leggiamo che la realizzazione del sé è la legge della vita umana, proprio come nuotare è la legge della vita del pesce, e volare è la legge della vita dell'uccello. Ogni tipo di corpo è concepito per un particolare scopo, e se quello scopo non viene perseguito. l'animale ha sprecato la sua vita. Così se l'animale umano non dedica il suo tempo a farsi serie domande sulla qualità del sé, allora, per così dire, rompe la legge della vita umana.
La nostra vita in questi corpi umani non è qualcosa di neutrale. Il corpo può essere una macchina, ma tuttavia noi abbiamo sentimenti e non possiamo negare che per la maggior parte della nostra vita i nostri sentimenti sono dolorosi. Arjuna sul campo di battaglia, la casalinga confusa ai suoi tè del PTA, Richard Wright nel Sud erano tutti sofferenti. Nella sua introduzione alla Bhagavadgita così com'è Srila Prabhupada scrive a questo proposito:
Ogni uomo è in difficoltà in tanti modi, e anche Arjuna era in difficoltà poiché doveva combattere nella Battaglia di Kuruksetra. Arjuna si sottomise a Sri Krsna, e di conseguenza fu enunciata questa Bhagavadgita. Non solo Arjuna, ma ognuno di noi è pieno di ansietà a causa di questa esistenza materiale. La nostra vera esistenza è nell'atmosfera della nonesistenza. Effettivamente noi non siamo fatti per essere minacciati dalla nonesistenza. La nostra esistenza è eterna...
Tanti esseri umani soffrono; sono pochi coloro che davvero si pongono quesiti sulla propria posizione, su ciò che sono, perché sono stati posti in questa scomoda situazione, ecc.. Fino a che non ci si risveglia e si giunge alla posizione in cui ci si pongono delle domande sul perché della propria sofferenza, fino a che non si realizza che non si vuole soffrire ma che piuttosto si desidera trovare una soluzione a tutte le sofferenze, non si può essere considerati esseri umani perfetti. L'umanità comincia quando nella mente affiorano questo genere di problematiche.
Il messaggio, allora, giunge a noi da coloro che hanno fatto ricerche sui problemi della vita, e hanno scoperto che la vita umana è fatta per la conoscenza del sé. Di tutte le forme di vita, solo l'uomo può comprendere lo scopo dell'esistenza di liberarsi dalla sofferenza portata dai nomi illusori, e raggiungere la felicità nel vero sé.
Sul campo di battaglia, Sri Krsna e Arjuna parlarono per esteso della scienza della conoscenza del sé. Krsna disse al Suo amico che il sé è spirituale: "Perché il sé non ha né nascita né morte. Non essendo mai nato mai cesserà di esistere... Non muore quando il corpo muore... come una persona indossa abiti nuovi, e abbandona quelli vecchi, allo stesso modo l'anima accetta nuovi corpi materiali, abbandonando quelli vecchi e inutili."
Krsna Si appellò alla ragione di Arjuna e alla sua percezione diretta, e lo portò da un concetto di sé frammentario e limitato ai nomi, a una consapevolezza più elevata della sua esistenza personale, al di là dei conflitti materiali. Rassicurato nella conoscenza del sé, Arjuna poté allora scegliersi un ruolo che poteva soddisfare pienamente la sua natura spirituale. In altre parole, poteva vedere la sua vera identità spirituale né guerriero né mendicante, ma eterno servitore di Dio.
Al termine del dialogo tra Arjuna e Krsna (alla fine della Bhagavadgita), Arjuna fu completamente guarito dalla propria ansia. Anche persona che studia questa conversazione oggi, può trarre da essa lo stesso beneficio. Un erudito l'ha definita, "la prima seduta di psicoterapia della storia," e per innumerevoli persone la prima è ancora la migliore.
HARE KRSNA
HARE KRSNA
KRSNA KRSNA
HARE HARE
HARE RAMA
HARE RAMA
RAMA RAMA
HARE HARE
Hare: "Oh energia del Signore!"
Krsna: "Oh Sri Krsna!"
Rama: "Oh Signore Supremo, Beneficiario Supremo!"
Srimad-Bhagavatam 9.14.48
IL CALENDARIO VAISNAVA
Sri Gaurabda 504, 1990/1991 dopo Cristo
3 Apparizione di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura,
digiuno fino a mezzogiorno. Scomparsa di Purusottama dasa Thakura.
10 Suddha Ekadasi. Digiuno per Vijaya Ekadasi.
11 Dvadasi, rompere il digiuno tra le 7.31 e le 10.54. Scomparsa di Isvara Puri.
15 Scomparsa di Jagannatha dasa Babaji e di Rasikananda.
18 Apparizione di Purusottama dasa Thakura.
25 Suddha Ekadasi. Digiuno per Amardaki vrata Ekadasi.
Scomparsa di Madhavendra Puri.
26 Trayodasi, rompere il digiuno tra le 7.07 e le 10.45.
28 Gaurapurnima: apparizione di Sri Caitanya Mahaprabhu,
digiuno fino al sorgere della luna.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Una Società Senza Cervello
Questa conversazione fra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e Raymonde Van Den Heuvel si è tenuta a Ginevra nell'estate del 1974.
Van Den Heuvel: Lavoro per l'Organizzazione Internazionale dei Lavoratori che fa parte delle Nazioni Unite.
Srila Prabhupada: La letteratura Vedica delinea quattro classi sociali, gli intellettuali, gli amministratori, i commercianti e gli operai. I lavoratori agiscono come le gambe del corpo sociale, ma in quanto gambe devono essere guidate da una testa. Tale "testa" del corpo sociale è la classe degli intellettuali. Le Nazioni Unite si stanno prendendo cura delle gambe del corpo sociale, ma che cosa stanno facendo per il cervello, la classe intellettuale?
Van Den Heuvel: Vogliamo assicurarci che i lavoratori abbiano la parte che si meritano dei profitti della società.
Srila Prabhupada: Ma il punto è che se trascuri la testa della società, allora, nonostante la vostra attenzione per le gambe, le cose non andranno molto bene, perché il cervello non sarà in ordine.
Van Den Heuvel: Ma anche questo è un aspetto importante della società, non credi? Il nostro obiettivo è quello di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori nel mondo.
Srila Prabhupada: In America la classe dei lavoratori è pagata molto bene, ma siccome non sono guidati da un cervello, da una classe di persone intelligenti, senza pensarci spendono i loro soldi per bere.
Van Den Heuvel: Il fatto che si abusi di una cosa buona, non significa necessariamente che questa sia cattiva.
Srila Prabhupada: Il punto è che tutti dovrebbero ricevere istruzioni dal cervello. Questo è l'unico modo per organizzare la società. A cosa serve lavorare sodo come un asino senza la minima intelligenza?
Van Den Heuvel: Non si può obbligare un uomo ad usare il cervello.
Srila Prabhupada: Appunto, le Nazioni Unite dovrebbero mantenere una classe di uomini intelligenti che possano fare da cervello alla società e guidare gli altri cosicché tutti siano felici.
Van Den Heuvel: Credo noterai che in ogni società, in tutto il mondo, c'è una classe sacerdotale, una classe dirigente di filosofi.
Srila Prabhupada: Classe sacerdotale! La Bibbia dice: "Non uccidere". Ma i preti hanno corretto; questo comandamento in modo che fosse coerente ai loro capricci.
Giustificano questo delitto permettendo la diffusione di migliaia di immensi mattatoi nei quali si uccidono animali innocenti. Come possono questi cosiddetti preti essere la guida della società? Ho interrogato tanti cristiani e tanti preti su questo punto: "La Bibbia insegna a non uccidere. Perché violate questo comandamento?" Mi danno sempre risposte vaghe.
Non hanno neppure insegnato alla gente ciò che è peccaminoso. Vuol dire che nella società manca un cervello.
Van Den Heuvel: La mia organizzazione non è direttamente interessata al cervello della gente.
Srila Prabhupada: La tua organizzazione potrà anche non essere direttamente interessata, ma se la società umana è priva di cervello, non importa di quale organizzazioni tu faccia parte, la gente non sarà mai felice. Se la gente non viene istruita da una classe intellettuale su come discriminare fra attività pie e attività peccaminose non sarà in nulla migliore degli animali.
Van Den Heuvel: Certo, quando parli della distinzione fra attività pie e attività peccaminose...
Srila Prabhupada: La gente ormai non vede più una tale distinzione. Ma nella nostra Associazione per la Coscienza di Krsna, fin dall'inizio io insegno ai miei studenti ad evitare le attività peccaminose. Devono cessare completamente ogni consumo di carne, ogni tipo di gioco d'azzardo, sesso illecito e intossicazione. E adesso prova semplicemente a paragonare il loro carattere e il loro comportamento con quello di chiunque altro. Perfino i preti cristiani sono sorpresi: "Questi ragazzi sono i nostri ragazzi. Com'è possibile che prima di unirsi al vostro movimento non venissero mai in chiesa e adesso siano così entusiasti di Dio?" Per strada la gente ci chiede: "Siete americani?" Come vedi, sotto la giusta guida, ogni cosa può essere corretta. Ma se nella società non c'è un cervello puoi fondare tutte le organizzazioni che vuoi, ma la gente continuerà a soffrire.
Van Den Heuvel: Non penso che tu possa aspettarti che un'associazione internazionale indottrini la gente...
Srila Prabhupada: Perché no? Dovrebbe essere internazionale: tutti. Le Nazioni Unite sono state costituite per svolgere un'attività internazionale; così la nostra proposta è che le Nazioni Unite mantengano un'organizzazione di uomini intelligenti, di prima classe, che agisca come cervello della società. Solo allora la gente potrà essere felice. Ma se vuoi che le mani e le gambe continuino a lavorare senza direzione, senza un cervello, allora non avrai mai successo.
Van Den Heuvel: Sai, io mi ritengo un servitore del genere umano, desidero aiutare le persone a comprendersi reciprocamente e a comprendere un po' meglio il mondo. Adesso sto cercando di organizzare dei corsi di istruzione per lavoratori...
Srila Prabhupada: Prima prova a comprendere tu. Sto mettendo in rilievo questo punto del cervello della società. Se non c'è una classe ideale di uomini, se il cervello non è in ordine, allora qualsiasi tipo di istruzione e di organizzazione tu crei sarà un fallimento. Le Nazioni Unite sono un'organizzazione per tutta la società umana, ma non hanno niente a che fare con il cervello della società.
Van Den Heuvel: E' vero.
Srila Prabhupada: Questo è il punto.
Van Den Heuvel: Noi siamo solo al servizio dei leaders del nostro Stato, che fa parte delle Nazioni Unite. Se il Presidente degli Stati Uniti e tutti gli altri capi di Stato non hanno cervello, temo che le Nazioni Unite non possano far niente per dargliene uno.
Srila Prabhupada: Allora la tua grande organizzazione è solo un ornamento per un corpo morto. Un corpo senza cervello è un corpo morto. Puoi adornare finché vuoi un corpo morto, ma a che scopo? Senza una classecervello che istruisca la società riguardo a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, il corpo sociale sarà morto, privo della testa. E qualsiasi lavoro tu faccia sarà semplicemente un inutile ornamento per un corpo morto.
IL GIOIELLO LETTERARIO DELL'INDIA MEDIOEVALE
Sri Caitanya caritamrita
L'opera, in otto volumi, presenta la vita e gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Questa grande personalità spirituale dell'India del XVI secolo ha generato un profondo cambiamento nella società indiana soffocata nel sistema delle caste.
Facendo rivivere l'aspetto monoteista della tradizione religiosa indiana, Sri Caitanya, con la diffusione della coscienza di Krishna e del canto collettivo del mantra
hare krishna hare krishna
krishna krishna hare hare
hare rama hare rama
rama rama hare hare,
ha riportato l'attenzione di studiosi e religiosi sull'aspetto personale della Verità Assoluta, Sri Krishna.
Completata nella stesura originale bengalese l'anno 1616 da Krishnadasa Kaviraja Gosvami,
l'intera Sri Caitanyacaritamrita giunge soltanto ora ai lettori occidentali.
Un importante contributo allo studio dell'eredità religiosa, filosofica e culturale dell'India.
fine del numero di febbraio 1991.