Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 2 n. 12
Dicembre 1990
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò dall'India in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando in Europa, America, Australia, Asia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato questo movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.
RITORNO A KRISHNA
la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada fondò questa Associazione a New York nel 1966, spiegò gli obiettivi che si prefiggeva.
Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata dalla Bhagavadgita e dallo Srimad-Bhagavatam.
Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
Insegnare e promuovere il movimento del Sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Krsna.
Unire i membri per insegnare uno scopo di vita più semplice e naturale.
Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obiettivi sopraelencati.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi
REDATTORE CAPO
Parabhakti devi dasi
ILLUSTRAZIONE
bhakta Sandro
TRADUZIONI
bhaktin Annamaria, bhaktin Nicoletta, bhakta Maurizio,
bhaktin Rossana, bhaktin Valentina
COMPOSIZIONI
Ekacakra dasa, Mayapura-devi dasi, Ananga Manjari dasi
PROOFREADER
Arcana-viddi dasi
AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa
SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananistha devi dasi
PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".
ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
VOL. 2 N. 12 Dicembre 1990
Bhaktivedanta Book Trust Italia
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SELEZIONI E IMPIANTI: La Cromolito Milano
STAMPA: Centro Arti Grafiche - Como
VOL. 2, N° 12
AL DI LA' DELLA
TECNOLOGIA ANIMALE
Discorso di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
L'UOMO PROPONE, DIO DISPONE
COSA TI MANCA?
Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
L'OSSERVATORE VEDICO
Fatti e commenti di attualità
KRSNA APPARE
Perché il Signore discende nella Sua forma arca?
LA CUCINA DI KRSNA
Come allestire il "cenone" giusto da offrire a Krsna
I dialoghi di Stila Prabhupada
PREMI NOBEL PER GLI SCIOCCHI
LA FESTA DELLA DOMENICA
LETTERE AL DIRETTORE
IL CALENDARIO VAISNAVA
CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI
IN COPERTINA: Sri Sri RadhaRamana, le murti installate al tempio di Chignolo d'Isola il 14 agosto scorso in occasione di Janmasthami, l'apparizione di Sri Krsna, a cui è dedicato l'articolo a pag. 15 (foto: Ramaragava dasa). Le foto nell'articolo sono di Ramaraghava dasa, Visnupriya dasi, Haladhara dasa, bhakta Nicola, Ganesa.
I CENTRI HARE KRISHNA IN EUROPA
EUROPA
GRAN BRETAGNA E IRLANDA
Belfast, Irlanda del Nord—140 Upper Dunmurray Lane, Belfast/Tel. 621757
Dublin, Irlanda—1 Crow St., Dublin 2/Tel. (01) 773997
Leicester, Inghilterra—30 Rendell Road, Leicester/Tel. (0533) 681256
Manchester, Inghilterra—20 Mayfield Rd. Whalley Range, Manchester M16 8FT/Tel. (061) 2264416
London, (city) Inghilterra 10 Soho St., London W1/Tel. (01) 4373662
London, (country) - Inghilterra - Bhaktivedanta Manor, Letchmore Heath, Watford,
Hertfordshire W2 8EP/Tel. (09276) 7244
Scozia—Karuna Bhavan, Bank House Road, Lesmahagiow, Lanarkshire/Tel. (0555) 894790
COMUNITA' AGRICOLE
Lake Island of Inish Rath—Lisnaskea, County Fermanagh, Northern Ireland/Tel. (3657) 21512
RISTORANTI
Dublin, Irlanda—Golden Avatar, Tel. (01) 795933
London, Inghilterra—Govinda's, 9/10 Soho St./Tel. (01) 4373662
ITALIA
Bergamo Villaggio Hare Krsna, 24040 Chignolo d'Isola (BG), Tel. (035) 490706
Bologna—via Ramo Barchetta 2, Castagnolo Minore, Bentivoglio, Tel. (051) 863924
Cagliari—Flumini di Quartu, Loc. Niu Crobu, Tel. (070) 805534
Catania—via Roma 249, Mascalucia (CT), Tel. (095) 823474
Napoli—via Vesuvio 33/35, Ercolano (NA), Tel. (081) 7390398
Padova—via delle Granze 107, loc. Camin (PD), Tel. (049) 760007
Roma—via Tor Tre Teste 142, Roma, Tel. (06) 262913
COMUNITA' AGRICOLE
Firenze - Villa Vrndavana, via Comunale degli Scopeti, 108, 50026
San Casciano in Val di Pesa (FI), Tel. (055) 820054
Contone (Svizzera Italiana) - Fattoria Nandagrama, Cantone Ticino, Tel. (0041-92) 622747
RISTORANTI
Catania - Govinda, via San Nicolò al Borgo 28, Catania, Tel. (095) 552252
Milano—Govinda, via Valpetrosa 3/5, Milano, Tel. (02) 863924
Roma—Govinda, via San Simone 73/A (Via dei Coronari) Roma, Tel. (06) 6541973
ALTRI PAESI EUROPEI
Amsterdam, Olanda—Krishna Dham, 225 Ruysdaelkade, 1072 AW, Tel. (020) 751404
Atene, Grecia—Poseidonos 27 Iliupoli, 16345, Tel. 19937068
Barcellona, Spagna—C/de L'Oblit, 67, 08026, Tel. (93) 3479933
Bergen, Norvegia—Storhaugen 6, , Tel. (05) 290545
Bruxelles, Belgio—49 Rue Marché aux Poullet, Tel. (02) 5138605/06
Copenhagen Danimarca—Kongens Tvaeurej 11, , Tel. (01) 868581
Dudingen, Svizzera—Im Stillen Tal, CH 3186 (FR), Tel. (037) 432698
Gothenburg, Svezia—Hare Krsna Center, Grimmeredsvagen 103, 42169 Vastra Frolunda, Tel. (031) 290966
Grodinge, Svezia—Korsnas Gard, 140, Tel. (0753) 29151
Helsinki, Finlandia—Govinda's, JAAKArinkatu 10D, Tel. (065) 0039
Heidelberg, Germania - Kurfursten Anlage 5, Tel.(06221) 15101
Septon, Belgio—Chateau de Petit Somme, Tel. (086) 322480
Stoccolma, Svezia—Fridhemsgatan 22, Tel. (08) 549002
Valencia, Spagna—C/de Almirante Cadarso 12, Vedat de Torrente, Tel. (961) 55962
Vienna, Austria—Center for Vedic Studies, Liechtensteinstrasse 23/II, Tel. (0222) 3101033
Zurigo, Svizzera—Bergstrasse 54, Tel. (01) 693279
COMUNITA' AGRICOLE
Bavarian Forest (Bayrisher Wald) Germania - (NavaJiyadaNrsimha-Ksetra)
(contattare ISKCON Heidelberg)
Brihuega, Spagna - New Vraja Mandala - (Santa Clara) Brihuega, Guadalajara, Tel. (11) 280018
Jarna, Svezia—Almviks Gard, Tel. (46) 75552068
Valencay, Francia (New Mayapur) - Lucay Le Male, 36600, Tel. (54) 402688
AL DI LA' DELLA
TECNOLOGIA ANIMALE
Benché oggi gli scienziati abbiano sviluppato una tecnologia sofisticata, sostanzialmente l'uomo ne sa quanto il suo cane:
mangiar bene, dormire placidamente, avere una piacevole vita sessuale, difendersi dai nemici.
Ma che dire della tecnologia umana? In che cosa un corpo vivo si differenzia da un corpo morto? Chi siamo noi in realtà? Da dove siamo venuti? Possiamo avere le risposte a tutti questi interrogativi... da qualcuno che sa.
Estratto da La coscienza di Krsna, il dono incomparabile
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Lo scopo del Movimento Hare Krsna è quello di riportare l'uomo alla sua coscienza originaria: la coscienza di Krsna, la coscienza purificata. Quando cade dalle nuvole l'acqua è incontaminata come l'acqua distillata, ma non appena tocca il suolo diventa fangosa e torbida. Similmente, in origine noi siamo anime spirituali pure, frammenti infinitesimali di Krsna, e in conseguenza di ciò la nostra posizione costituzionale è pura come quella di Dio. Nella Bhagavadgita Sri Krsna dice:
mamaivamso jivaloke
jivabhutah sanatanah
manah sastanindryani
prakrtisthani karsati
"Gli esseri che vivono in questo mondo condizionato sono Miei frammenti eterni, ma per effetto della vita condizionata lottano assai duramente con i sei sensi, tra cui la mente" (Bg. 15.7).
Perciò tutti gli esseri viventi sono parti infinitesimali di Krsna. Quando diciamo Krsna dovremmo sempre ricordare che stiamo parlando di Dio. Krsna è Dio, la Persona Suprema infinitamente affascinante. Come i frammenti d'oro equivalgono per qualità all'oro di una riserva aurea, così le minute particelle del corpo di Krsna equivalgono per qualità a Krsna Stesso. La composizione chimica del corpo di Dio e il corpo spirituale eterno dell'essere vivente sono della stessa natura: sono spirituali: Ciò significa che in origine, nella nostra condizione di non contaminazione, noi possedevamo una forma equivalente a quella di Dio; tuttavia, come la pioggia cade sul terreno, così noi entriamo in contatto con questo mondo che è manipolato dall'energia materiale esterna di Krsna.
Quando parliamo di energia esterna o di natura materiale, sorge spontaneo l'interrogativo: "L'energia di chi? La natura di che?" L'energia materiale, o natura, non agisce indipendentemente (1).Vedendo una macchina, uno sciocco può pensare che funziona automaticamente, ma in realtà non è così: c'è un guidatore, qualcuno che controlla, anche se a volte, a causa della nostra vista limitata, non possiamo vedere la persona addetta al controllo della macchina. Esistono molti meccanismi elettronici che funzionano in modo decisamente meraviglioso, ma dietro questi complessi sistemi c'è uno scienziato che preme un pulsante. Questo concetto è molto semplice da capire: poiché un'automobile è materia, non può funzionare di propria spontanea volontà, ma deve agire sotto una direzione spirituale.
Un registratore funziona, ma funziona secondo i piani e sotto le direttive di un essere vivente, un essere umano. La macchina è completa, ma a meno che non sia manovrata da un'anima spirituale, non può funzionare. Secondo questo stesso ordine di idee dovremmo comprendere che la manifestazione cosmica che chiamiamo natura è una grande macchina, e che dietro questa macchina c'è Dio, Krsna. Dio corrisponde all'affermazione di Krsna nella Bhagavadgita:
mayadhyaksena prakrtih
suyate sacaracaram
hetunanena kaunteya
jagad viparivartate
"La natura materiale agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, e genera tutti gli esseri, mobili e immobili. Sempre per Mio ordine questa manifestazione è creata e poi annientata in un ciclo perpetuo" (Bg. 9.10). Come vediamo, Krsna afferma che la natura materiale agisce sotto la Sua direzione, il che significa che dietro ogni cosa c'è una persona che detiene il supremo controllo. La civiltà moderna non lo comprende a causa della mancanza di conoscenza. Per questa ragione l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna ha il fine di illuminare tutte le persone che sono state fuorviate dalle tre influenze della natura materiale. In altre parole, il nostro scopo è quello di risvegliare tutti gli uomini alla loro condizione naturale.
Soprattutto negli Stati Uniti esistono molte Università e molti settori di conoscenza, ma essi non si occupano di questi argomenti.
Qual è mai la facoltà che si occupa della conoscenza che Sri Krsna impartisce nella Bhagavadgita? Quando parlai davanti a studenti e professori universitari al Massacchusetts Institute of Technology, il primo quesito che sollevai fu: "Qual è la disciplina che studia la differenza fra un uomo morto e uno vivo?" Quando un uomo muore qualcosa va perduto. Dov'è la tecnologia che sia in grado di rimpiazzare ciò che è andato perduto? Perché gli scienziati non cercano di risolvere questo problema? Data l'estrema difficoltà dell'argomento, esso viene accantonato dagli scienziati che si dedicano con grande impegno alla tecnologia del mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. La letteratura vedica, tuttavia, c'informa che questa è tecnologia animale. Anche gli animali fanno del loro meglio per mangiar bene, per avere una piacevole vita sessuale, per dormire placidamente e difendersi. Qual è allora la differenza che separa la coscienza dell'uomo da quella degli animali? Il fatto è che la conoscenza dell'uomo andrebbe sviluppata affinché diventi possibile indagare sulla differenza che esiste tra un corpo vivo e un corpo morto.
Tale conoscenza spirituale fu impartita da Krsna ad Arjuna all'inizio della Bhagavad-gita. Poiché era un amico di Krsna, Arjuna era un uomo molto intelligente, ma la sua conoscenza, come quella di tutti gli uomini, era limitata. Krsna tuttavia parlò di argomenti che esulavano dalla conoscenza limitata di Arjuna. Questi argomenti sono definiti adhoksaja perché la nostra percezione diretta, mediante la quale acquisiamo la conoscenza materiale, non basta a renderli accessibili. Noi, per esempio, disponiamo di molti potenti microscopi che ci permettono di vedere quello che non possiamo vedere con la nostra vista limitata, ma non c'è microscopio che possa mostrarci l'anima all'interno del corpo. Ciò nondimeno l'anima esiste.
"Dove sono? Cosa sono?"
La Bhagavadgita c'informa che nel corpo c'è un proprietario: l'anima spirituale. Io sono il proprietario del mio corpo, e altre anime sono le proprietarie dei loro corpi. Io dico "la mia mano", ma non "io mano". Poiché parlo della "mia mano", io sono diverso dalla mano, di cui sono il proprietario. Similmente parliamo del "mio occhio", della "mia gamba", del "mio questo", del "mio quello". Tra tutti questi oggetti che mi appartengono, dove sono io? La ricerca della risposta a questo interrogativo è il procedimento della meditazione.
Un'autentica meditazione verte sul chiedersi: "Dove sono? Che cosa sono?" Per quanti sforzi materiali possiamo fare, non troveremo risposte a queste domande, e per questa ragione tutte le università mettono da parte tali interrogativi. Dicono: "E' un argomento troppo difficile". Oppure lo liquidano con la frase: E' irrilevante".
Così i costruttori dirigono la loro attenzione sulla creazione e sul tentativo di perfezionare il carro senza cavalli e l'uccello senza ali. Un tempo i carri venivano trainati dai cavalli e l'inquinamento atmosferico non esisteva, ma oggi esistono auto e razzi e gli scienziati ne sono molto fieri. "Noi abbiamo inventato carri senza cavalli e uccelli senza ali", si vantano. Anche se inventano imitazioni di ali per l'aeroplano o per il razzo, non possono inventare un corpo senz'anima. Se saranno in grado di farlo realmente, gliene sarà dato merito, ma un tentativo del genere sarà necessariamente frustrato, perché sappiamo che non esiste una macchina capace di funzionare senza l'intervento di un'anima spirituale. Anche i computer più sofisticati devono essere manovrati da esperti. Analogamente dovremmo sapere che la grande macchina della manifestazione cosmica è manovrata da uno spirito supremo. Questo spirito supremo è Krsna.
Gli scienziati sono in cerca della causa prima, ossia della persona che ha il controllo di questo universo materiale, e avanzano differenti teorie e proposte, ma il vero mezzo di conoscenza è facilissimo e perfetto: dobbiamo soltanto ascoltare dalla persona perfetta: Krsna. Accettando la conoscenza impartita nella Bhagavadgita, qualsiasi persona può immediatamente sapere che la grande macchina cosmica, di cui la Terra fa parte, funziona in modo così meraviglioso per il fatto che dietro di lei c'è un guidatore: Krsna.
Il nostro metodo per acquisire conoscenza è facilissimo.
La Bhagavadgita, le istruzioni di Krsna, è il libro di conoscenza più importante che ci è
stato dato dall'adipurusa Stesso, la Persona Primordiale, Dio la Persona Suprema. Egli è davvero la persona perfetta. Si potrebbe per altro obbiettare che anche se noi l'abbiamo accettato come persona perfetta, molti altri non lo fanno. Questo non ci deve far pensare che il fatto di accettarlo sia dovuto a un capriccio. Egli è considerato la persona perfetta sulla base della testimonianza di molte autorità. Noi non consideriamo Krsna perfetto soltanto sulla base dei nostri capricci o delle nostre sensazioni. No, Krsna è considerato Dio da molte autorità vediche, tra cui Vyasadeva, l'autore di tutta la letteratura vedica. Il tesoro della conoscenza è contenuto nei Veda, e il loro autore, Vyasadeva, accetta Krsna come Dio, la Persona Suprema (2).
Non esiste persona nella creazione che possa affermare di non essere controllata. Ciascuno, per quanto importante o potente possa essere, è soggetto a un controllo superiore. Krsna, invece, non è controllato da nessuno: perciò Krsna è Dio. Egli controlla tutti, ma non c'è nessuno che sia superiore. Krsna, invece, non è controllato da nessuno; perciò Krsna è Dio. Egli controlla tutti, ma non c'è nessuno che sia uguale o superiore a Lui, nessuno che Lo controlli o che condivida la Sua posizione di controllo assoluto. Ciò può apparire molto strano perché oggi esistono molti cosiddetti "dei". Effettivamente gli "dei" sono diventati molto a buon mercato, soprattutto perché sono importati dall'India. La gente degli altri Paesi è fortunata che lì non si fabbrichino "dei", ma in India se ne fanno praticamente tutti i giorni. Spesso sentiamo dire che Dio è in arrivo a Los Angeles o a New York e che la gente si sta radunando per riceverLo, ecc., ma Krsna non è il genere di Dio creato in una fabbrica mistica. No. Lui non è stato fatto Dio: Lui è Dio.
Sulla base del principio di autorità noi dovremmo quindi sapere che dietro questa gigantesca manifestazione materiale c'è Dio Krsna e che Egli è accettato da tutte le autorità vediche. Il fatto di accettare l'autorità non è nuovo per noi, tutti accettano l'autorità in una forma o nell'altra. Per istruirci andiamo da un insegnante o in una scuola, o semplicemente impariamo da nostro padre o da nostra madre.
Tutte queste persone sono autorità, e fa parte della nostra natura apprendere da loro. Da bambini chiedevamo: "Papà, cos'è questo?" e nostro padre diceva: "Questa è una penna", "Questo è un paio di occhiali" o "Questo è un tavolo". In questo modo, fin dall'inizio della vita, un bambino impara da suo padre e da sua madre. Un bravo padre e una brava madre non ingannano mai il figlioletto che pone loro una domanda. Essi gli forniscono un'informazione esatta e corretta. Analogamente, se riceviamo un'informazione spirituale da un'autorità, e se l'autorità non è un mistificatore, potremo essere sicuri che la nostra conoscenza è perfetta. Se però tentiamo di giungere a conclusioni servendoci dei nostri poteri speculativi, siamo soggetti a cadere nell'errore.
Il procedimento induttivo, mediante il quale partendo da eventi particolari o da casi individuali si può arrivare, col ragionamento, a una conclusione generale, non è mai un procedimento perfetto. Poiché noi siamo limitati e la nostra esperienza è limitata, il metodo induttivo per acquisire della conoscenza rimarrà sempre imperfetto.
Krsna, la fonte perfetta della conoscenza
Ma se riceviamo l'informazione dalla fonte perfetta, Krsna, e se ripetiamo tale informazione, allora anche ciò di cui stiamo parlando può essere considerato perfetto e autorevole. Il procedimento parampara, che consiste nel trasmettere la conoscenza attraverso la successione dei maestri, significa ascoltare da Krsna, o da autorità che hanno accettato Krsna, e ripetere esattamente quanto essi hanno detto.
Nella Bhagavadgita Krsna raccomanda questo metodo di acquisizione della conoscenza: evam parampara praptam imam rajarsayo viduh "Questa scienza suprema fu così ricevuta attraverso la catena di successione da maestro a discepolo, e i re santi la compresero secondo questo metodo" (Bg. 4.2).
Anticamente la conoscenza fu trasmessa da grandi resanti che erano le autorità. In epoche anteriori, comunque, questi re erano rsi grandi eruditi e devoti e giacché non erano uomini comuni, il governo cui presiedevano funzionava perfettamente. Nella civiltà vedica sono numerosi gli esempi di re che raggiunsero la perfezione come devoti di Dio. Dhruva Maharaja, per esempio, andò nella foresta alla ricerca di Dio, e praticando severe penitenze e austerità Lo trovò in appena sei mesi.
Anche il metodo della Coscienza di Krsna si basa sull'austerità, ma non è di difficile attuazione. Ci sono delle restrizioni che regolano l'alimentazione e la vita sessuale (ci si nutre soltanto di prasada, cibo in precedenza offerto a Krsna, e l'attività sessuale è limitata alla vita coniugale); inoltre sono osservate altre regole che facilitano e favoriscono la realizzazione spirituale. Oggi non è possibile imitare Dhruva Maharaja, ma grazie all'osservanza di alcuni principi vedici fondamentali, possiamo gradualmente elevare la nostra coscienza spirituale, la coscienza di Krsna. Il nostro progressivo avanzamento è parallelo al perfezionamento della nostra coscienza. Che utilità c'è nel diventare uno scienziato o un filosofo, se non possiamo sapere quale sarà la nostra prossima vita?
Uno studente realizzato nella Coscienza di Krsna può dire con grande facilità quale sarà la sua prossima vita, chi è Dio, che cos'è l'essere vivente e qual è la relazione che esso ha con Dio. La sua conoscenza è perfetta perché proviene da perfetti libri di conoscenza, come la Bhagavadgita e lo Srimad-Bhagavatam.
Questo, dunque, è il metodo della coscienza di Krsna. Poiché è un metodo molto facile, qualsiasi persona può adottarlo e rendere perfetta la propria vita. Se qualcuno dice: "Io non sono affatto istruito, non sono in grado di leggere libri", non sarà certo rifiutato per questo. Egli può sempre rendere perfetta la sua vita recitando il Mahamantra: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Krsna ci ha dato una lingua e due orecchie, e forse ci sorprenderà sapere che Krsna deve essere compreso attraverso le orecchie e la lingua e non con gli occhi. Ascoltando il Suo messaggio, impariamo a controllare la lingua, e quando la lingua è controllata, allora anche gli altri sensi gradualmente lo saranno. La lingua è fra tutti i sensi il più vorace e il più difficile da controllare, ma per controllarla è sufficiente recitare il mahamantra e gustare il prasada di Krsna, il cibo offerto a Krsna.
Noi non possiamo comprendere Krsna con la percezione sensoriale o con la speculazione. Non è possibile perché Krsna è così grande che è situato al di là della portata dei nostri sensi.
Tuttavia potrà essere compreso se ci abbandoneremo a Lui. Krsna raccomanda quindi questo procedimento:
sarvadharman parityajya
mam ekam saranam vraja
aham tvam sarvapapebhyo
moksayisyami ma sucah
"Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me soltanto; Io ti proteggerò da tutte le reazioni peccaminose, non hai nulla da temere" (B.g. 18.66).
Sfortunatamente la ribellione è la nostra malattia: noi resistiamo automaticamente all'autorità. Eppure, anche se diciamo di rifiutare l'autorità, la natura è così forte che ci impone la sua. Siamo obbligati ad accettare la sua autorità.
Che cosa c'è di più patetico di un uomo che sostiene di rifiutare qualsiasi autorità, ma finisce col seguire ciecamente i suoi sensi, dovunque essi lo trascinino? La nostra falsa pretesa d'indipendenza è soltanto stupidità. Tutti noi siamo sottoposti all'autorità, eppure affermiamo di non volere autorità, ciò è definito maya, illusione. Beneinteso, noi godiamo di una certa indipendenza: siamo liberi di scegliere l'autorità dei nostri sensi o l'autorità di Krsna. La migliore, e suprema autorità è Krsna, perché Egli è il nostro eterno amico e parla sempre per il nostro bene. Dal momento che dobbiamo accettare un'autorità perché non accettare la Sua? Grazie al semplice ascolto delle Sue glorie dalla Bhagavadgita e dallo Srimad-Bhagavatam, e col canto e la recitazione dei Suoi nomi Hare Krsna possiamo rapidamente rendere perfetta la nostra vita.
NOTE
(1) Tale concetto è assurdo. Nella Bhagavadgita è chiaramente stabilito che la natura materiale non funziona in modo indipendente.
(2) e anche il maestro spirituale di Vyasadeva, Narada, accetta Krsna come Dio. Il maestro spirituale di Narada, Brahma, accetta Krsna non solo come la Persona Suprema, ma anche come la Persona che ha il controllo supremo: isvarah paramah krsnah Colui che ha il controllo supremo è Krsna.
Dal 1944 un'oasi di conoscenza trascendentale è disponibile a tutti
La Coscienza di Krishna ogni mese anche a casa vostra con
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L'UOMO PROPONE,
DIO DISPONE
di HARIKESA SWAMI
Da millenni filosofi e teologi discutono attorno alla seguente domanda: quando ci accade qualcosa è il semplice caso, è predestinazione o è invece volontà divina? In che cosa consiste la nostra libertà se Dio controlla tutto?
Sri Krsna, la Persona Suprema, dice nella Bhagavadgita (1861): "Io sono situato nel cuore di ognuno e dirigo l'errare di tutti gli esseri viventi". Quest'affermazione è comunque da intendere nel modo seguente: quando Krsna afferma che guida l'errare di tutti gli esseri viventi, non significa che Egli sia responsabile di tutte le vicissitudini che capitano nel mondo materiale e che noi non possediamo nessuna libertà di azione (libero arbitrio). Possiamo infatti notare che ciascuno agisce nella quotidianità come meglio crede, secondo il proprio desiderio, aspettandosi magari un certo risultato.
In realtà questa libertà l'abbiamo, perché se Krsna non ci permettesse di agire come desideriamo, la parola "indipendenza" non avrebbe alcun significato.
La nostra indipendenza è però molto limitata. Possiamo sì desiderare e decidere di fare una determinata cosa, ma è Krsna che rende possibile l'attuazione delle nostre attività. Senza il Suo permesso non possiamo fare niente. Nuovamente questo non vuol comunque dire che Krsna è la causa delle nostre azioni. Noi agiamo a causa del nostro desiderio e Krsna dispone perché tali azioni si realizzino.
Il risultato delle nostre attività dipende dunque da Krsna, ma l'attività in se stessa parte dal nostro desiderio.
Quando ci apprestiamo a fare qualcosa, ci sono in gioco tanti fattori. Le nostre capacità fisiche e le circostanze, e inoltre bisogna tener conto del luogo e del tempo e soprattutto del permesso da parte dell'Anima Suprema, perché Egli non permetterà di ottenere un certo risultato, se questo non ci spetta secondo il nostro karma. Quando meritiamo fortuna, secondo la legge del karma, la legge di causa ed effetto, allora ci sarà permesso di svolgere l'attività che porterà, appunto, fortuna. Ma quando siamo destinati a essere sfortunati o a provare un qualsiasi tipo di dispiacere, non ci sarà permesso di svolgere un'attività a buon fine. Questa è la complessa natura della legge di causa ed effetto. E' molto difficile capire queste profonde connessioni, perché ci sono tanti motivi concomitanti che talvolta risalgono a vite precedenti. Ciò nonostante possiamo esaminare più a fondo questa tematica: per esempio vogliamo effettuare un'azione, ovvero sviluppiamo un desiderio, ma il nostro desiderio è solo un piccolo fattore, perché nello stesso tempo anche gli altri coinvolti hanno i propri desideri e, soprattutto, anche Krsna ha i Suoi desideri.
Che situazione complicata! Krsna ha i Suoi piani, voi avete i vostri piani e io ho i miei. Ognuno ha piani diversi e desideri personali e questo in tempi diversi, in luoghi diversi, con differenti presupposti; inoltre ogni individuo ha il proprio determinato karma. In qualche modo alla fine dovranno tornare i conti.
Dobbiamo ringraziare l'Anima Suprema, che si trova nel nostro cuore e nel cuore di tutti gli esseri viventi, perché solo Lei è in grado di conoscere tutti questi fattori e di coordinarli. Per questo è detto che dovremmo dipendere completamente da Krsna.
Siamo così limitati! Possiamo agire ma il risultato dipende da tanti fattori che non possiamo influenzare. Il desiderio di Krsna, i desideri degli altri, l'influsso del tempo, del luogo e delle circostanze. Chi è in grado di influenzare queste condizioni?
Talvolta esistono veramente delle persone che tentano di riuscirci, come, a esempio, quel multimiliardario americano un po' matto, che cercava di influenzare il luogo in cui viveva. Fece schermare la sua casa e lui stesso visse in una stanza sterilizzata, attrezzata con una speciale aria condizionata capace di filtrare i batteri; mangiò solo cose che venivano preparate sotto un severo controllo igienico e che gli venivano servite nella camera attraverso un lungo canale filtrante. In questo modo egli voleva controllare le condizioni del luogo e, in ultima analisi, impedire le malattie e la morte, sfuggendo anche all'influenza del tempo. Ma cosa accadde poi? Gli venne il cancro, poiché non poteva influenzare il suo karma. Cercarono di trasportarlo con il suo aereo privato in ospedale, per poterlo operare, ma morì durante il volo. In questo modo egli cercò di essere il controllore di tutti gli avvenimenti, ma in realtà è la morte che controlla tutto.
Dovremmo quindi capire che tutto dipende dal Signore Supremo.
Spesso possiamo renderci conto, durante la nostra stessa vita, che riusciamo a ottenere qualcosa solo quando ci viene concesso dal Signore Supremo. A volte si lavora molto, molto duramente, ma non si ottiene nulla; mentre altre volte, non ci si impegna molto ma si ottiene un grande risultato. Questo dimostra chiaramente che tra le nostre attività e il risultato, non c'è una correlazione diretta, e che non è lo sforzo a garantire il risultato desiderato.
Per questo Krsna dice a Arjuna nella Bhagavadgita (8.7): "Pensa sempre a me nella mia forma di Krsna, e allo stesso tempo compi il tuo dovere".
Questo ci indica i due fattori più importanti: 1. pensa sempre a Krsna e dipendi da Lui; 2. sforzati seriamente di compiere il tuo dovere.
L'uomo propone, Dio dispone.
Noi potremo avere i nostri piani, ma per realizzarli dipendiamo completamente dalla guida del Signore Supremo. Per questo gli esseri viventi devono imparare a soddisfare Krsna, il Signore Supremo, con le loro azioni. Questo si chiama servizio devozionale, ovvero bhaktiyoga. In questo modo possiamo imparare e capire qual è la nostra vera posizione: noi siamo molto piccoli, Krsna invece è molto Grande ed è il Supremo.
Il nostro vero compito perciò è abbandonarci completamente a Krsna perché se noi, piccoli e insignificanti come siamo, cercheremo di rifugiarci nel Signore Supremo, diventeremo anche noi grandi.
Se saremo conosciuti come i più grandi servitori di Krsna, questo sarà il complimento più grande.
L'uomo moderno pensa che si tratti di una bella cosa poter dire: noi siamo dio, onnipotenti e controllori. Ma questa è un'illusione. Il vero traguardo di un devoto è capire di essere un eterno servitore di Krsna e che bisognerebbe abbandonarsi a Lui; in altre parole i desideri di Krsna dovrebbero diventare i nostri desideri e non dovremmo più avere desideri indipendenti.
Se ci abbandoneremo in questo modo a Krsna potremo fare delle cose grandiose per Lui e saremo davvero felici...
COSA TI MANCA?
di CITRAKA DASA ADHIKARI
se in questo momento stai leggendo "RITORNO A KRISHNA", probabilmente non senti il dolore allo stomaco sintomo della fame, né fai fatica di tenere gli occhi aperti per mancanza di sonno e il tuo istinto sessuale non dev'essere al di fuori del tuo controllo. Visto che qui non ci sono annunci di offerte di lavoro non avrai urgenti problemi economici e, se non sei sdraiato su un tavolo operatorio, è probabile che la salute non richieda immediata attenzione. Materialmente allora tutto bene o quasi. Come mai, dunque, questo sentimento di noia in sottofondo? Perché provi un vuoto al cuore che, silenzioso ma persistente, aspetta di essere colmato? Un'insoddisfazione latente che porta voglia di fare niente, preavviso di un futuro fallimentare? Sarà forse un ennesimo partner migliore, un nuovo governo o un tredici al totocalcio che potrebbero mettere le cose a posto?...Tante idee per possibili soluzioni future ma, nessuna così attraente da stimolare un'azione decisiva.
Un saggio diceva che con la fede si possono spostare le montagne tanta è la sua forza per l'ispirazione che ne genera. Le cose più difficili diventano raggiungibili quando si è ispirati, mentre se si è demotivati non si riesce ad alzare neppure un dito.
Diversi sistemi sociali, per attivare l'iniziativa della gente, si appellano proprio a questo principio che è la chiave che scatena le energie fisiche, intellettuali, spirituali, ecc. L'ispirazione, che è l'entusiasmo che motiva gli sforzi di tutti, è una caratteristica essenziale del nostro essere. La differenza tra una persona che ce l'ha e una che ne è priva è molto grande.
Ciò che forse ti manca dunque è l'ispirazione più profonda che scaturisce dal vero senso della vita e che potrebbe stimolare le tue risorse creative e le tue qualità spirituali latenti. L'obbiettivo di questa rivista è di aiutarti a riscoprire e realizzare il fine ultimo dell'esistenza, la Verità Assoluta.
Fino a non molti anni fa, su questo pianeta, c'era una forte domanda per i beni di prima necessità: poter mangiare ciò che si desiderava era una privilegio di pochi, avere il tempo e i mezzi a disposizione per un riposo, una vacanza o un viaggio era per molti un sogno... Una società cresciuta puntando su questi obbiettivi è giunta ora a un falso successo: dopo aver soddisfatto il desiderio per il benessere materiale gratificandosi edonisticamente mangiando, dormendo o accoppiandosi, ha lasciato un vuoto nei cuori di molti che si sono ritrovati nuovamente insoddisfatti.
Cosa manca quindi all'uomo di oggi? Perché non è sazio di tutta questa abbondanza? Come i pesci cominciano a decomporsi dalla testa, così quando si manifesta un malessere sociale o personale è la "testa" che non sta funzionando bene. Tutti devono trovare la risposta ai quesiti esistenziali (da dove vengo? dove vado? qual è la Verità Assoluta? ecc.) per mettere ordine nella propria "testa", altrimenti una visione della vita improvvisata e mai coltivata metodicamente può confondere facilmente e degradarci fino alla depressione, alla droga, al suicidio, alla pazzia o ad altre forme patologiche.
Nel fuoco avrai notato che le scintille prodotte rimangono luminose fino a che non si allontanano dalla fiamma. Così, finché la "scintilla", l'anima individuale, rimane in contatto con il "grande fuoco", l'Essere Supremo, il freddo dell'esistenza materiale non riesce a spegnere la luce che dà significato alla sua vita.
Allora, piuttosto che cercare una soluzione materiale per colmare questo vuoto, c'è bisogno di un mezzo capace di ricollegarti con la Persona Suprema che è la fonte dell'ispirazione, dell'amore e della soddisfazione più grande. Questo mezzo, la religione, è un metodo descritto dalle Scritture vediche in modo scientifico ed è chiamato bhaktiyoga. Per iniziare è raccomandato un approccio graduale, basato su regole e pratiche disciplinari (sadhana o vaidhi-bhakti) secondo le istruzioni del maestro spirituale, per poi giungere alla posizione naturale dell'anima, quella dell'attrazione e dell'amore spontaneo verso Dio, Sri Krsna (raganugabhakti).
Il metodo della bhakti, il servizio offerto al Signore con amore e devozione, è un tesoro immenso e la vera misericordia è riceverlo. Il Movimento per la Coscienza di Krsna ha come unico scopo di offrire questo nettare al deserto del materialismo per dissetare le anime intelligenti che stanno cercando la soluzione nella trascendenza.
Il prossimo passo da fare è quindi cercare la compagnia di un puro devoto di Krsna, aprirgli il tuo cuore con sincerità e chiedergli ciò che veramente ti manca: la coscienza di Krsna. Hare Krsna.
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Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Primo Canto: "La Creazione"
Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.
CAPITOLO QUARTO
Apparizione di Sri Narada
VERSO 3
kasmin yuge pravrtteyam
sthane va kena hetuna
kutah sancoditah krsnah
krtavan samhitam munih
kasmin: in quale; yuge: epoca; pravrtta: cominciò; iyam: questo; sthane: nel luogo; va: o; kena: per quale; hetuna: motivo; kutah: da dove; sancoditah ispirato da; krsnah: Krsna-Dvaipayana Vyasa; krtavan: compilati; samhitam: Testi vedici; munih: l'erudito.
TRADUZIONE
In che luogo e quando ebbe origine? E perché fu intrapresa? Da dove Krsnadvaipayana Vyasa, il grande saggio, ricevette l'ispirazione necessaria per compilare quest'opera?
SPIEGAZIONE
Il dotto Saunaka Muni rivolge queste domande perché lo SrimadBhagavatam è un'opera eccezionale, il capolavoro di Srila Vyasadeva. I saggi sapevano che Srila Vyasadeva aveva già ampliato in vari modi, fino al Mahabharata, il Testo originale dei Veda, per facilitarne la comprensione alle donne, ai sudra e ai membri degradati delle famiglie dei natiduevolte, cioè agli esseri di minore intelligenza. Ma lo SrimadBhagavatam trascende tutti questi sviluppi dei Veda perché non contiene nulla che si riferisca al mondo materiale. Così, le domande di Saunaka si rivelano molto intelligenti e pertinenti.
VERSO 4
tasya putro mahayogi
samadrn nirvikalpakah
ekantamatir unnidro
gudho mudha iveyate
tasya: suo; putrah: figlio; mahayogi: un grande devoto del Signore; samadrk: che mantiene il suo equilibrio mentale; nirvikalpakah: fisso sull'unità assoluta; ekantamatih: il cui pensiero è uno; unnidrah: l'ignoranza superata; gudhah: non esposto; mudhah: meschino; iva: come; iyate: sembra essere.
TRADUZIONE
Suo figlio Sukadeva era un grande devoto, un pensatore equilibrato, di una totale unità di mente. Trascendeva le attività materiali, ma non mostrandolo appariva come una persona ignorante.
SPIEGAZIONE
Srila Sukadeva Gosvami era un'anima liberata, perciò era sempre attento a non lasciarsi intrappolare dall'energia illusoria. La Bhagavad-gita descrive chiaramente quest'atteggiamento accorto. L'anima liberata e l'anima condizionata hanno attività ben differenti. L'anima liberata continua con costanza il suo cammino sulla via della spiritualità, via che per l'anima condizionata, incapace di cogliere il senso profondo delle attività spirituali, è soltanto un sogno, senza alcun senso concreto. Rispetto alle attività spirituali, l'anima condizionata "dorme", mentre l'anima liberata è completamente sveglia. Viceversa, le occupazioni dell'anima condizionata assumono un
carattere inconsistente per l'anima liberata. Si potrebbe credere che l'anima condizionata e quella liberata agiscano sullo stesso piano, ma quest'analogia è ingannevole. Entrambe sono attive, ma l'una è attenta al piacere dei sensi, l'altra alla realizzazione spirituale. L'anima condizionata s'immerge nella materia, verso cui l'anima liberata si mostra totalmente indifferente. E questa indifferenza si spiega nel modo seguente.
VERSO 5
drstvanuyantam rsim atmajam apy anagnam
devyo hriya paridadhur na sutasya citram
tad viksya prcchati munau jagadus tavasti
stripumbhida na tu sutasya viviktadrsteh
drstva: vedendo; anuyantam: seguendo; rsim: il saggio; atmajam: suo figlio; api: nonostante; anagnam: non svestito; devyah: graziose fanciulle; hriya: per pudore; paridadhuh: coprirono il corpo; na: non; sutasya: del figlio; citram: sorprendente; tat viksya: vedendo questo; prcchati: chiese; munau: al muni (Vyasa); jagaduh: risposero; tava: tuo; asti: ci sono; stripum: maschio e femmina; bhida: differenze; na: non; tu: ma; sutasya: del figlio; vivikta: purificato; drsteh: di colui che osserva.
TRADUZIONE
Un giorno, Sukadeva Gosvami vide alcune belle fanciulle che facevano il bagno senza vestiti. Nessuna pensò di nascondersi o coprirsi. Non fu così quando sopraggiunse Sri Vyasadeva, che seguiva suo figlio. Anche se egli non era svestito, le ragazze si coprirono coi loro abiti. Perché questi comportamenti diversi?, chiese Vyasadeva. Le ragazze gli risposero che mentre suo figlio aveva una visione pura e non faceva distinzione tra maschile e femminile, lui vedeva tale differenza.
SPIEGAZIONE
La Bhagavad-gita (5.18) insegna che il saggio erudito guarda con occhio equanime il nobile e dotto brahmana e il mangiatore di cani (candala), e anche il cane e la mucca, perché possiede una visione spirituale. Srila Sukadeva Gosvami aveva raggiunto questo livello. Non faceva quindi alcuna distinzione tra maschile e femminile; ciò che egli vedeva era l'anima, ricoperta da differenti involucri. Le giovani bagnanti sapevano capire i pensieri di un uomo dal suo sguardo, come si percepisce l'innocenza di un bambino solo a guardarlo. Sukadeva Gosvami era un ragazzo di sedici anni con tutte le parti del corpo sviluppate, e sebbene fosse nudo come le giovani donne, la sua visione era perfettamente pura e innocente, senza la minima contaminazione materiale, perché aveva raggiunto un livello che trascende ogni rapporto sessuale. Le ragazze, grazie a un loro particolare potere, capirono subito che egli era puro, e non provarono alcun turbamento al suo passaggio. Ma quando passò suo padre, anziano e vestito, si coprirono in tutta fretta. Avrebbero potuto essere le figlie o le nipoti di Vyasadeva, tuttavia scelsero, secondo le norme sociali, di coprirsi in sua presenza. Egli svolgeva il ruolo di padre di famiglia e non poteva quindi evitare di discriminare tra uomo e donna.
Bisogna dunque sforzarsi di distinguere l'anima spirituale dal corpo materiale, senza attaccarsi alle designazioni esterne di maschile e femminile. Finché sussistono queste distinzioni nella mente, non si deve cercare di diventare un sannyasi come Sukadeva Gosvami. Bisogna essere convinti, almeno intellettualmente, che l'essere in sé, l'anima, non è né maschile né femminile. L'involucro esterno, costituito di materia, è formato dalla natura materiale in modo da provocare un'attrazione per il sesso opposto e così mantenere l'essere vivente prigioniero dell'esistenza condizionata. L'essere liberato si eleva al di sopra di queste dualità perverse; non fa differenza tra un'anima e l'altra. Per lui, tutti partecipano di un'unica natura spirituale. Essere liberati significa dunque possedere perfettamente questa visione spirituale, e Srila Sukadeva Gosvami aveva raggiunto questo livello. Anche Srila Vyasadeva era situato sullo stesso piano, ma poiché era un uomo di famiglia ne seguiva le norme, e non faceva nulla per farsi passare come anima liberata.
VERSO 6
katham alaksitah pauraih
sampraptah kuru-jangalan
unmattamuka-jadavad
vicaran gajasahvaye
katham: come; alaksitah: riconosciuto; pauraih: dai cittadini; sampraptah: avendo raggiunto; kuru-jangalan: le province di Kuru e di Jangala; unmatta: pazzo; muka: muto; jadavat: come uno stolto; vicaran: errando; gajasahvaye: Hastinapura.
TRADUZIONE
Come gli abitanti di Hastinapura riconobbero Srila Sukadeva Gosvami, il figlio di Vyasa, quando entrò nella città dopo aver errato per le provincie di Kuru e Jangala, con l'aspetto di un pazzo, privo d'intelligenza e di parola?
SPIEGAZIONE
L'attuale città di Delhi si chiamava un tempo Hastinapura dal nome del suo fondatore, il re Hasti. Gosvami Sukadeva, dopo aver lasciato la casa paterna, aveva cominciato a vagabondare di qua e di là con l'aria di un pazzo. Come avrebbe potuto la gente riconoscere la sua grandezza? Non si può giudicare un saggio guardandolo, ma ascoltando le sue parole. Si devono avvicinare i sadhu, i grandi saggi, non per vederli, ma per ascoltarli. E se non si è pronti ad ascoltare le loro parole, non si avrà alcun beneficio dalla loro presenza. Sukadeva Gosvami, un vero sadhu, sapeva parlare delle attività trascendentali del Signore. Soddisfare i capricci del pubblico facendo il prestigiatore di parole non lo interessava. Ma nel momento in cui narrò il Bhagavatam, gli fu riconosciuto il suo giusto valore. Esteriormente poteva sembrare un pazzo, privo d'intelligenza e di parola, ma in realtà era il più grande saggio e spiritualista.
VERSO 7
katham va pandaveyasya
rajarser munina saha
samvadah samabhut tata
yatraisa satvati srutih
katham: come; va: anche; pandaveyasya: del discendente di Pandu (Pariksit); rajarseh: del re che era un saggio; munina: il muni; saha: con; samvadah: discussione; samabhut: ebbe luogo; tata: o carissimo; yatra: su che cosa; esa: questa; satvati: sublime; srutih: l'essenza dei Veda.
TRADUZIONE
E come il re santo Pariksit incontrò questo grande saggio, ricevendo così la rivelazione della sublime essenza dei Veda [lo Srimad-Bhagavatam]?
SPIEGAZIONE
Lo SrimadBhagavatam è l'essenza dei Veda, come questo verso conferma. Non si tratta di un racconto immaginario, come pensano talvolta gli ignoranti. E' anche detto Sukasamhita, l'inno vedico cantato da Sri Sukadeva Gosvami, il grande saggio liberato.
VERSO 8
sa godohanamatram hi
grhesu grhamedhinam
aveksate mahabhagas
tirthikurvams tad asramam
sah: egli (Sukadeva Gosvami); go-dohana-matram: soltanto per il tempo necessario a mungere una mucca; hi: certamente; grhesu: nelle case; grha-medhinam: dei capifamiglia; aveksate: aspetta; mahabhagah: il più fortunato; tirthi: pellegrinaggio; kurvan: trasformando; tat asramam: la dimora.
TRADUZIONE
Sukadeva Gosvami aveva l'abitudine di non rimanere sulla soglia di una casa più del tempo necessario per mungere una mucca. In realtà, egli si presentava solo per purificare la dimora.
SPIEGAZIONE
Sukadeva Gosvami incontrò l'imperatore Pariksit e lo illuminò sul messaggio dello SrimadBhagavatam. Aveva l'abitudine di restare in una casa una trentina di minuti soltanto, il tempo necessario per mungere una mucca. Accettava poi i doni che gli offriva il padre di famiglia così benedetto dalla provvidenza e ne santificava la dimora con la sua presenza benefica. Sukadeva Gosvami ci dà dunque l'esempio del predicatore perfetto, situato sul piano trascendentale. I sannyasi impegnati a predicare il messaggio di Dio dovrebbero comprendere dal suo comportamento che essi non devono intrattenere con le famiglie alcun rapporto oltre a quello necessario a illuminarle spiritualmente, e non devono chiedere la carità se non al fine di purificare le loro dimore. Chi ha abbracciato l'ordine di rinuncia non deve lasciarsi affascinare dal luccichio dei beni materiali che possiede l'uomo di famiglia, e dipendere così da qualche materialista. Questo sarebbe per lui più pericoloso che bere del veleno o commettere suicidio.
VERSO 9
abhimanyusutam suta
prahur bhagavatottamam
tasya janma mahascaryam
karmani ca grnihi nah
abhimanyusutam: il figlio di Abhimanyu (Pariksit); suta: o Suta; prahuh: è detto essere; bhagavatauttamam: il devoto di prim'ordine; tasya: la sua; janma: nascita; mahaascaryam: molto meravigliose; karmani: azioni; ca: e; grnihi: racconta per favore; nah: a noi.
TRADUZIONE
Si dice che Maharaja Pariksit, il figlio di Abhimanyu, fosse un devoto di prim'ordine; si dice che la sua nascita e i suoi atti fossero tutti meravigliosi. O Suta, parlaci di lui.
SPIEGAZIONE
La nascita di Maharaja Pariksit fu meravigliosa perché egli fu protetto, nel grembo materno, dal Signore Supremo, Sri Krsna. Anche le sue attività sono meravigliose perché castigò Kali, che stava per uccidere una mucca. Uccidere la mucca significa distruggere la civiltà umana. L'imperatore volle proteggere la mucca e impedire a Kali, personificazione del peccato, di compiere questo gesto abominevole. Infine, anche la sua morte fu meravigliosa perché ne fu avvisato in anticipo, cosa straordinaria tra i mortali. Egli seppe approfittare dell'avvertimento e si preparò a morire sedendosi sulle rive del Gange per ascoltare la narrazione delle attività trascendentali del Signore. Inoltre, durante i giorni in cui ascoltò lo SrimadBhagavatam, non mangiò niente, non bevve niente e non dormì neanche un istante. Tutto ciò che lo riguarda è dunque meraviglioso, e la narrazione delle sue attività merita un ascolto attento. Ecco perché, in questo verso, i saggi manifestano il desiderio di ascoltare nei particolari questo racconto.
VERSO 10
sa samrat kasya va hetoh
pandunam manavardhanah
prayopavisto gangayam anadrtyadhiratsriyam
sah: egli; samrat: l'imperatore; kasya: per quale; va: o; hetoh: ragione; pandunam: dei figli di Pandu; mana-vardhanah: colui che arricchisce la famiglia; prayaupavistah: sedendo e digiunando; gangayam: sulle rive del Gange; anadrtya: trascurando; adhirat: del regno; sriyam: opulenze.
TRADUZIONE
Era un grande imperatore e il signore di tutte le opulenze regali del suo patrimonio. Era così potente e così nobile che accrebbe il prestigio della dinastia Pandu. Perché abbandonò ogni cosa per sedersi sulle rive del Gange e digiunare in attesa della morte?
SPIEGAZIONE
Maharaja Pariksit era imperatore del mondo, compresi i mari e gli oceani. Non aveva dovuto conquistare questo regno con le proprie forze, ma lo aveva ereditato dai nonni, Maharaja Yudhisthira e i suoi fratelli. Lo amministrava con grande arte e si dimostrava così all'altezza dei suoi illustri antenati. Nulla si poteva rimproverare dunque alla sua opulenza o all'esercizio delle sue funzioni regali. Perché volle abbandonare tutte queste cose favorevoli per sedersi sulle rive del Gange e digiunare fino alla morte? Questo è un gesto davvero sorprendente, perciò i saggi desiderano ardentemente conoscerne il motivo.
VERSO 11
namanti yatpadaniketam atmanah
sivaya haniya dhanani satravah
katham sa virah sriyam anga dustyajam
yuvaisatotsrastum aho sahasubhih
namanti: si prosternano; yatpadaniketam: ai suoi piedi; atmanah: il loro proprio; sivaya: benessere; haniya: portando; dhanani: ricchezze;
satravah: nemici; katham: per quale ragione; sah: egli; virah: il valoroso; sriyam: opulenze; anga: o; dustyajam: insuperabile; yuva: in piena giovinezza; aisata: desiderò; utsrastum: abbandonare; aho: esclamazione; saha: con; asubhih: vita.
TRADUZIONE
Era un imperatore così grande che tutti i nemici venivano a prosternarsi ai suoi piedi, ritenendo nel proprio interesse abbandonargli le loro ricchezze. Era pieno di vigore e giovinezza, e godeva di opulenze regali incomparabili. Perché volle lasciare tutto, compresa la vita stessa?
SPIEGAZIONE
Niente nella vita di Maharaja Pariksit era spiacevole. Ancora nel fiore degli anni, potente, ricco, poteva pienamente godere della vita. Nessuna ragione, quindi, di ritirarsi. Non trovava alcuna difficoltà nel raccogliere il tributo dei suoi popoli, perché mostrava tale potenza e valore che anche i nemici venivano a prosternarsi ai suoi piedi e abbandonavano a lui tutte le loro ricchezze ritenendo ciò nel loro interesse. Maharaja Pariksit era un re molto pio. Vinse tutti i suoi nemici, perciò il suo regno era sempre più fiorente. Latte, cereali e metalli erano abbondanti, e tutti i fiumi e le montagne erano prodighi di ricchezze naturali. Sul piano materiale, dunque, tutto era pienamente soddisfacente. L'imperatore non aveva alcuna ragione apparente di abbandonare in modo così precoce il regno e la vita. I saggi sono dunque impazienti di ascoltare tutto ciò che può chiarire la questione.
VERSO 12
sivaya lokasya bhavaya bhutaye
ya uttama-sloka-parayana janah
jivanti natmartham asau parasrayam
mumoca nirvidya kutah kalevaram
sivaya: il bene; lokasya: di tutti gli esseri; bhavaya: per il progresso; bhutaye: per la prosperità; ye: coloro che sono; uttama-sloka-parayanah: votati alla causa del Signore Supremo; janah: uomini; jivanti: vivono; na: ma non; atma-artham: motivo egoistico; asau: questo; para-asrayam: rifugio
per gli altri; mumoca: abbandonò; nirvidya: essendo libero da ogni attaccamento; kutah: per quale ragione; kalevaram: corpo mortale.
TRADUZIONE
Coloro che sono votati alla causa del Signore Supremo vivono solo per il bene, il progresso e la felicità altrui; essi non perseguono scopi personali. Quindi, sebbene libero da ogni attaccamento per le cose di questo mondo, come l'imperatore Pariksit poté lasciare il suo corpo materiale, diventato un rifugio per gli altri?
SPIEGAZIONE
Poiché era un devoto del Signore, Pariksit Maharaja era un re modello e un padre di famiglia ideale. Il devoto del Signore possiede automaticamente ogni qualità, e l'imperatore ne fu il migliore esempio. Egli non provava alcun attaccamento per le ricchezze materiali che possedeva. Ma poiché era un re, doveva vegliare al perfetto benessere dei cittadini, non solo per quella vita ma anche per la successiva. Non avrebbe mai permesso che si aprissero dei mattatoi o che venisse uccisa anche una sola mucca.
(continua)
L'Osservatore Vedico
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo
a cura di Giorgio Cerquetti Goura Krsna dasa
A TAVOLA!
Immaginate di avere fame e di avere il frigorifero vuoto.
Non c'è niente da mangiare per voi, per i vostri familiari e per i vostri amici. Immaginate che la situazione sia estesa a tutta l'Italia; comincerete a pensare che gli altri Paesi d'Europa si faranno vedere e verranno in vostro soccorso. Il mondo non vi lascerà a digiuno, ovviamente "gli altri" vi aiuteranno e non morirete di fame. E se ciò non accadesse? Che cosa pensereste delle altre nazioni, e definireste ancora civili e progressiste, o il vostro giudizio sarebbe di condanna e di stupore per tanto cinismo e disinteresse egoistico?
La scorsa primavera, dopo nove anni, si sono rincontrati i rappresentanti delle quarantadue nazioni più povere del mondo, ventotto delle quali si trovano in Africa, nove in Asia, quattro sono nazioni insulari del Pacifico e dell'Oceano Indiano e una si trova nel Mar delle Antille. La conclusione dell'incontro è deprimente: cinquecento milioni di persone hanno bisogno di aiuto immediato per garantire la loro minima sopravvivenza fisica.
Negli ultimi anni la situazione è andata peggiorando, i paesi ricchi sono diventati sempre più ricchi a discapito di quelli poveri che hanno visto aumentare le loro condizioni miserevoli in maniera ancora più umiliante con un generale calo del già basso tenore di vita, un peggioramento dello stato di salute e una diminuzione dell'alfabetismo. Siamo in dicembre e ci sediamo a tavola come tutti gli altri giorni dell'anno, la differenza è che in questo periodo natalizio le tavole sono più imbandite, più ricche, c'è più opulenza. In passato avevamo già invitato tutti a diventare più buoni e più civili e a evitare di mangiare animali, almeno nel periodo di Natale. Oltre a rinnovarvi quel consiglio, questa volta vorremmo invitarvi a riflettere sulle "tavole" lontane e dimenticate, disadorne e prive di cibo. Riusciamo a mangiare e a digerire sapendo che altri esseri, umani come noi, soffrono di denutrizione e muoiono di fame? E se un giorno toccasse all'Italia? E se un giorno vi trovaste sfortunatamente a passare dalla parte di quelli che hanno, a quella di quelli che non hanno?
Le Scritture vediche spiegano chiaramente che su questo pianeta c'è cibo per tutti, il problema non è la produzione, ma la distribuzione della terra. I paesi ricchi accumulano e sprecano in quantità enormi, sufficienti a sfamare abbondantemente l'intera popolazione del pianeta.
Siamo tutti figli di Dio, abitanti dello stesso pianeta che, come una gigantesca astronave, viaggia nello spazio con il suo carico di passeggeri.
Se un giorno leggendo la cronaca di eventuali viaggi spaziali, vi dovesse capitare di scorrere un tragico resoconto, come quello che ora vi proporremo, che cosa ne pensereste?
"L'astronave partì con il suo consueto carico di cibo, acqua e aria sufficienti per i singoli membri dell'equipaggio per il lungo viaggio di andata e ritorno. Gli specialisti di alimentazione e medicina avevano calcolato con ampi margini di sicurezza che le provviste, variate e di ottima qualità, sarebbero state sufficienti per i lunghi anni del viaggio. Purtroppo, a un certo punto del tragitto nello spazio, alcuni membri dell'equipaggio si sono impadroniti con un colpo di mano del magazzino di viveri e hanno avidamente cominciato a consumare le scorte approntate per il sostentamento dell'intero equipaggio. Alcuni astronauti hanno cominciato a soffrire la fame e sono poi deceduti per denutrizione e per le malattie conseguenti. Si sono scatenati episodi di violenza per il controllo delle ultime riserve di cibo dell'astronave e l'intera missione è stata abbandonata perché i ribelli hanno avuto la meglio. Il quadro della situazione è tragico. Quello che resta dell'equipaggio spaziale ha interrotto i contatti con la base, il progetto è definitivamente fallito".
Anche noi siamo passeggeri dell'astronave Terra e, se perdiamo di vista la vera missione di questo importantissimo viaggio che è la vita umana, faremo la fine del soprammenzionato equipaggio spaziale. La vita è breve, il nostro soggiorno sulla terra sarà coronato dal successo solo se riusciremo a capire il fine spirituale dell'esistenza. Dobbiamo fare qualcosa per evitare la spiacevole ingiustizia di cui ci rende complici la società contemporanea. Non possiamo definirci devoti di Dio e neanche esseri umani civili se tolleriamo che qualcuno viva nella completa abbondanza e qualcun altro nella più precaria indigenza.
La Sri Isopanisad ci fornisce una semplice formula per il benessere economico di ogni abitante di questo pianeta. "Il Signore è Maestro e proprietario di tutto ciò che esiste in questo universo, sia dell'animato come dell'inanimato. Noi dobbiamo quindi usare solo il necessario e prendere solo la parte che ci è stata assegnata, sapendo bene a chi tutto appartiene."
Per contribuire ad arginare gli spaventosi effetti della fame nel mondo, da alcuni anni il Movimento Hare Krsna ha intrapreso su scala mondiale un programma di distribuzione gratuita di cibo alle popolazioni povere e indigenti. Qualcosa è già stato fatto, il programma continua e senz'altro potremo fare molto di più con il vostro aiuto.
Pensateci, la prossima volta che vi alzerete da tavola, ci sono tante "tavole" lontane e dimenticate...
KRSNA APPARE
di CITRAKA DASA e PARABHAKTI DEVI DASI
Chi è Krsna? Un profeta, un personaggio storico, il principe azzurro, un eroe mitologico indiano, un amante appassionato, un personaggio del politeismo indù?
Dal punto di vista storico, Krsna è apparso su questa Terra circa cinquemila anni fa e la Sua permanenza è durata centoventicinque anni. Da un punto di vista filosofico e più ampio, invece, possiamo capire che Krsna è Dio, la Persona Suprema, ed è sempre presente ovunque anche se a volte è visibile e a volte non lo è.
Anche quando il Signore era personalmente presente su questo pianeta, gente priva di conoscenza l'aveva preso per un ordinario uomo di questo mondo materiale, e tutt'ora, in quest'era, molti considerano Krsna nulla più che un personaggio mitologico. Grandi santi e saggi, però, hanno sempre accettato Sri Krsna come Dio, la Persona Suprema. Vyasadeva, per esempio, è autore della Letteratura vedica e del Vedanta Sutra, che è l'opera teologica più sofisticata che sia mai stata scritta; un simile saggio avrebbe mai abbandonato la sua rigorosa ricerca filosofica per indugiare in favole mitologiche? Eppure, lo stesso Vyasadeva sentì che la sua vita sarebbe stata incompleta se non avesse scritto un'opera completamente dedicata alla descrizione della forma, delle qualità e dei passatempi della Persona Suprema, Sri Krsna: lo Srimad Bhagavatam.
Secondo le Scritture vediche Dio ha tre differenti aspetti. Il primo, detto brahmajyoti, è il Suo aspetto impersonale, luminoso e onnipervadente. Il secondo, il paramatma, è l'Anima Suprema presente nel cuore di ogni essere che dà conoscenza, memoria e oblio. In ultimo, Dio ha il Suo aspetto personale, la Sua forma originale che è eterna e piena di conoscenza e beatitudine; nel Suo aspetto personale, il Signore non ha solo una forma, ma ha anche un nome, una dimora, delle caratteristiche personali, dei compagni eterni e svolge diverse attività spirituali.
Tutto questo, però è al di fuori della percezione dei nostri sensi. La nostra mente e la nostra intelligenza sono limitate. Come il tentativo di una formica di capire il mondo, anche il nostro sforzo per capire Dio illimitato resta sempre insufficiente.
Ma Dio, che è onnipotente, può senz'altro rivelarsi a noi anche in questo mondo materiale. E lo fa. Lo fa per illuminare gli esseri condizionati manifestando la Sua forma trascendentale.
Come spiega la Bhagavadgita, Krsna appare di era in era in questo mondo materiale per favorire i Suoi devoti e ristabilire gli eterni principi della religione, per il beneficio di tutti gli esseri.
Krsna non nasce come una persona ordinaria, forzato e sottomesso alle leggi
della natura; la Sua nascita è una sorta di trascendentale commedia, messa in scena dal Signore stesso.
Non esiste alcun potere che possa impedire all'Essere Supremo di apparire di fronte a noi nella Sua forma personale: il Signore, per esempio può mostrarsi nella forma di divinità, apparentemente fatta di legno, marmo o pietra, ma, essendo Dio assoluto, non esiste differenza tra Lui e la Sua forma. E anche se usa elementi materiali perché possano essere percepiti dalla nostra visione ristretta, Krsna è presente dove la Sua forma è presente.
Egli si mostra a noi in questo modo, perché allo stato attuale della nostra imperfetta esistenza materiale, non possiamo vedere il Signore Supremo a causa della contaminazione dei nostri sensi, ma, per favorire i devoti che vogliono servirLo, Egli Si presenta in modo tale che essi possano avvicinarLo.
Sri Krsna non è un personaggio né mitologico né mondano, ma può essere compreso solo con devozione pura. Questo è infatti anche il tema principale di cui Sri Krsna parla nella Bhagavadgita: cioè che il puro amore e la devozione per Dio sono lo scopo ultimo della religione.
E' ovvio che non è sufficiente una visione materialista per vedere Dio. Dalla letteratura vedica si può comprendere che, per poter vedere eternamente Dio, bisogna avere gli "occhi spalmati del balsamo della devozione", ma anime tanto elevate sono assai rare.
Come possono allora persone come noi sviluppare amore e devozione per Krsna? Sempre le Scritture vediche consigliano l'adorazione della forma trascendentale di Krsna nel tempio: la murti.
La forma della murti non è concepita secondo l'immaginazione e il gusto personale dei devoti, essa esiste eternamente ed è descritta e autorizzata dalle Scritture vediche come pure il metodo per adorarla.
L'arcavigraha (come è anche detta la forma del Signore installata nel tempio da un maestro spirituale autentico per l'adorazione) non è differente dalla forma originale di Sri Krsna.
Dal Signore è emanato un numero incalcolabile di forme come Baladeva, Rama e Nrsimha che sono sempre tutte Dio, la persona Suprema: l'arcavigraha adorata nel tempio è anch'essa un'emanazione plenaria del Signore.
Rendendo culto all'arcavigraha, è possibile entrare immediatamente in contatto con Dio che, grazie alla Sua onnipotenza, accetta il servizio, anche imperfetto, dei Suoi devoti senza mai rimproverarli per i loro errori. L'arca-vigraha scende su richiesta degli acarya
e possiede la stessa potenza di Krsna essendo Krsna stesso.
Anche se scende nella forma di murti, Krsna non lascia mai il Suo regno dove gode di meravigliosi scambi d'amore con i Suoi amici e svolge eternamente le Sue trascendentali attività.
Ciò nonostante Egli è sempre presente accanto ai Suoi devoti.
Il Signore è così gentile che vuole dare anche alle anime condizionate la possibilità di partecipare a questi divertimenti trascendentali, e il Suo devoto, il grande saggio Narada Muni (uno dei dodici mahajana) ha perciò provveduto alla stesura del sistema di adorazione al Signore Supremo nella forma arca, il Narada-pancaratra, secondo il quale Dio viene servito, ogni giorno con diverse cerimonie in cui viene lavato, vestito, decorato e glorificato dai Suoi devoti. Ed è questo il sistema che Srila Prabhupada ha portato all'Occidente con il movimento per la coscienza di Krsna.
Nei templi dell'ISKCON, l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, tutta la vita dei devoti è incentrata sulla presenza delle murti e tutte le attività si svolgono per il loro piacere. Le murti sono considerate infatti le proprietarie del tempio e le beneficiarie di tutto il servizio prestato dai loro bhakta.
I devoti e gli ospiti hanno così l'opportunità di essere a contatto con il Signore
contemplando le forme delle murti, pregandole personalmente, adorandole, offrendo loro un servizio e familiarizzando, in questo modo, con la quotidiana presenza di Sri Krsna nella loro vita.
Questa è appunto l'essenza della pratica della bhakti: prepararci per la nostra vita eterna nel mondo spirituale, nostra vera origine e nostra vera casa. E' un metodo autorizzato, semplice e naturale al quale tutti possono partecipare.
Krsna appare e vi aspetta...
figure:
La vita dei templi dell'lSKCON,
l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, è strettamente legata alla presenza della forma visibile del Signore, la forma arca. Nelle foto un devoto prepara la cupola dell'altare, mentre altre devote giunte da numerosi templi per assistere alle cerimonie dell'installazione delle nuove murti, preparano ghirlande e vestiti meravigliosi. Nella foto in alto Sri Sri RadhaRamana, la forma di Krsna installata nel tempio di Chignolo d'Isola in occasione di Janmasthami, l'anniversario dell'apparizione di Sri Krsna.
Per preparare il tempio ad accogliere la presenza del Signore Supremo, vengono compiute numerose cerimonie, le cerimonie del fuoco (in alto a sinistra). Una delle principali attività svolte per l'adorazione di Krsna, è la cucina: oltre a cucinare molte volte al giorno per il piacere delle murti, i devoti preparano, nelle grandi occasioni come Janmasthami, centinaia di piatti diversi che vengono offerti a Krsna (sotto) e poi distribuiti a tutti gli ospiti. Un'altra cerimonia splendida è l'abisekha, il bagno alle murti, fatto con l'acqua e con i prodotti puri della mucca come il latte, il ghi e lo yogurt (a sinistra in basso). Nella foto qui a lato uno dei sacerdoti che ha officiato le cerimonie per l'installazione di Sri Sri RadhaRamana colloca il cakra, uno dei quattro simboli di Visnu, sul tetto del tempio, in corrispondenza dell'altare delle murti secondo l'antica tradizione vedica.
Sri Sri RadhaRamana le murti del tempio di Chignolo d'Isola e il particolare della mano di Srimati Radharani; in questo tempio come in tutti gli altri templi di Krsna, la forma visibile del Signore è al centro delle attività di tutti i devoti che si sentono benedetti dalla Sua presenza. I devoti (in basso) danzano e cantano con entusiasmo nel tempio sotto lo sguardo misericordioso del Signore Supremo. Nella foto a destra, il giorno seguente l'installazione delle murti, i devoti festeggiano l'apparizione di Srila Prabhupada, il fondatore acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, con la puspapuja, una cerimonia nella quale si offrono al maestro spirituale fiori e preghiere di glorificazione.
LA CUCINA DI KRSNA
Dal tarkari Zuppa di dal con verdure
200 g di mung dal o piselli secchi, 2 l di acqua, 2 o 3 foglie di alloro, 3 c. di sale, 1 bastoncino di cannella, 1 c. di curcuma, 1 C. di burro, 300 g di verdure assortite lavate e tagliate a cubetti, 2 C. di ghi, 1,5 c. di semi di cumino, 2 peperoncini secchi sbriciolati, 1 c. di zenzero fresco grattugiato, un pizzico di assafetida, 1 C. di foglie di coriandolo fresco, 2 limoni lavati e tagliati ognuno in otto fette. Mondate, lavate il dal e scolatelo. Mettete a bollire in una pentola pesante o in una padella grande l'acqua, il sale, le foglie di alloro e i pezzi di cannella. Quando l'acqua bolle aggiungete il dal. Non appena riprende a bollire, coprite parzialmente la pentola e cuocete a fuoco medio per circa 20 minuti finché il dal diventa tenero. Togliete la schiuma che si sarà formata in superficie e aggiungete la curcuma, il burro e le verdure già tagliate; rimettete il coperchio e continuate la cottura (a fiamma moderata) finché le verdure saranno tenere e i legumi completamente sfatti. Intanto scaldate 2 cucchiai di ghi in un tegamino, unendo i semi di cumino e il peperoncino sbriciolato. Quando i semi di cumino cominciano a scurirsi unite lo zenzero grattugiato e l'assafetida, e friggete per qualche secondo ancora. Unite il condimento al dal, coprite subito e lasciate cuocere per 4 o 5 minuti ancora. Il dal tarkari dovrebbe avere una consistenza cremosa, se sarà troppo denso allungate con un po' di acqua calda.
Nimbu chawal Riso al limone
350 g di riso basmati o di altra buona qualità a grana lunga, 1 C. di ghi o di olio vegetale, 0,5 c. di semi di cumino, 0,5 c. di semi di mostarda nera, 1 bastoncino di cannella a pezzetti, 1 peperoncino verde fresco a pezzetti, 825 ml di acqua, 1 c. di sale, 0,5 c. di curcuma (facoltativo), 125 ml di succo di limone, qualche noce di burro, 1 limone tagliato in 8 fettine, 5 o 6 foglie di prezzemolo.
Lasciate il riso in acqua fredda per 1520 minuti, poi lavatelo e scolatelo. Scaldate il ghi o l'olio in una padella a fuoco medio e soffriggete i semi di cumino, la mostarda nera e la cannella. Appena i semi di cumino cominciano a cambiare colore, aggiungete il peperoncino tritato e infine il riso scolato. Soffriggete il riso mescolando per 2 o 3 minuti: quando comincia a diventare lucido versate l'acqua salata già calda e fatelo bollire per 1 minuto (se volete il riso giallo unite all'acqua un pizzico di curcuma in polvere). Coprite la pentola, abbassate la fiamma e lasciate cuocere senza mescolare per 15 minuti circa, cioè fino a quando tutta l'acqua sarà asciugata. Sollevate il coperchio e togliete la cannella intera. Versate il succo di limone sopra il riso e condite col burro e fate cuocere, senza coperchio, per altri 2 o 3 minuti. Infine, guarnite con le fettine di limone e un po' di prezzemolo tritato.
Bhatura Panini lievitati fritti
150 ml di yogurt al naturale, 25 g. di lievito fresco, 150 g di farina bianca, 300 g di farina integrale setacciata, 2 c. di sale, 1 C. di ghi o burro, 125 ml di acqua tiepida, ghi o olio vegetale per friggere. Fate sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, e impastate yogurt, sale, burro o ghi e farina. Lavorate la pasta per circa 10 minuti finché diventa liscia ed elastica. Coprite con un panno umido e lasciate a lievitare in un luogo caldo per alcune ore. Dopo la lievitazione, lavorate ancora un po' la pasta, fatene 15 palline e stendetele in dischetti sottili. Quando il ghi sarà ben caldo, appoggiate un bhatura sulla superficie, dopo qualche secondo andrà a fondo e ritornerà in superficie; giratelo e friggetelo fino a che si gonfierà e sarà dorato.
Alu gauranga Patate dorate gratinate
450 g di panir (cagliata o ricotta), 10 patate di grandezza media, 1/2 c. di assafetida, 3 c. di sale, 1 c. di pepe nero appena macinato, 3 C. di foglie di coriandolo tritate, 3 C. di coriandolo in polvere, 700 ml di panna (o panna acida) mescolata con un cucchiaio di curcuma, 100 g di burro, 2 C. di latte in polvere. Lavate, sbucciate le patate e tagliatele a fette sottili: ungete una teglia a bordi alti e coprite il fondo con un terzo delle patate.
Spolverate questo strato con un terzo di ogni spezia in questo ordine: assafetida, sale, pepe, coriandolo fresco e coriandolo in polvere. Coprite con uno strato di panir sbriciolato (un terzo della quantità totale) e con un terzo della panna. Aggiungete anche un terzo del burro. Procedete così anche per il secondo e il terzo strato fino ad esaurire gli ingredienti. Alla fine cospargete il tutto con un sottile strato di latte in polvere. Coprite la teglia con un foglio di alluminio e mettete in forno a 200 gradi per circa 45 minuti.
Togliete il foglio di alluminio prima che la cottura sia completa affinché possa gratinare la superficie.
Pakora Frittelle di verdure
Qualsiasi verdura può essere usata
per fare i pakora. I pakora si accompagnano bene con i chutney.
225 g di farina di ceci, 1 C. di semi di kalinji, 1/2 c. di cannella in polvere, 1/4 di c. di paprika, 2 c. di coriandolo in polvere, 2 c. di cumino in polvere, 2 c. di curcuma, un pizzico, di assafetida, 2 c. di sale, 1/2 c. di lievito in polvere per salati (facoltativo), 250 ml di acqua fredda, 700 g di verdure pulite e tagliate, ghi o olio vegetale per friggere. Setacciate la farina di ceci, aggiungete le spezie, il sale e il lievito. Unite lentamente l'acqua fredda battendo fino ad avere una pastella liscia abbastanza densa per ricoprire le verdure. Mettete il ghi o l'olio vegetale a fiamma medio/alta; la temperatura sarà giusta quando una goccia di pastella lasciata cadere nel ghi verrà immediatamente in superficie sfrigolando. Impanate le verdure nella pastella e friggetele nel ghi per qualche minuto (ogni verdura ha un tempo di cottura diverso); quando i pakora sono dorati e croccanti toglieteli e fateli scolare.
Seb ki chatni Chutney di mele
Questa ricetta può essere usata anche per fare chatni di altra frutta, come pesche, prugne, albicocche, manghi, guava ribes e more. Potete tralasciare l'assafetida e usare peperoncini.
6 mele, 4 C. di ghi o di olio vegetale, 2 c. di zenzero fresco grattugiato, 2 bastoncini di cannella, 1 c. di semi di anice, 2 o 3 peperoncini sbriciolati, 5 chiodi di garofano, 1 c. di curcuma, 1 pizzico di assafetida, 4 C. di acqua, 4 C. di zucchero di canna. Lavate, sbucciate le mele, togliete il torsolo, e tagliatele a dadini. In una pentola scaldate il ghi; quando inizia a fumare aggiungete lo zenzero, la cannella, i semi di anice, i peperoncini e i chiodi di garofano e rosolate per circa 30 secondi. Aggiungete immediatamente la curcuma, l'assafetida, le mele e rosolatele per 5 o 6 minuti, poi aggiungete l'acqua. Mettete il coperchio e cuocete per circa 15 minuti mescolando spesso finché le mele sono tenere, poi aggiungete lo zucchero, alzate la fiamma e mescolate continuamente fino a che il chatni si raddensa.
Burfi Dolce di latte
2 l di latte intero, 100 g di zucchero, 1 C. di burro. Per un burfi più ricco eliminate il burro e sostituite parte (o tutto) del latte con panna da cucina.
Versate il latte in una pentola larga con il fondo spesso (meglio d'acciaio) e scaldatelo a fiamma alta. Quando il latte tende a salire, abbassate la fiamma in modo che continui a bollire costantemente senza uscire dalla pentola. Mescolate regolarmente e uniformemente in modo che il latte non si attacchi con una grossa spatola di legno.
Dopo circa 45 minuti, il latte sarà simile a una pasta e la spatola lascerà per qualche istante il vuoto sul fondo della pentola.
Aggiungete ora lo zucchero e il burro e continuate a cuocere mescolando continuamente finché il burfi diventa molto denso e appiccicoso.
Cuocetelo il più possibile, finché è raddensato al massimo, e poi fatelo cuocere ancora qualche minuto.
Il burfi è in sé stesso molto saporito, ma se volete dargli un sapore diverso questo è il momento di aggiungere frutta secca tritata, estratto di vaniglia, cocco tostato o semi di cardamomo in polvere, tutti gusti tradizionali per il burfi. Trasferite il burfi su un vassoio imburrato, e quando è abbastanza freddo tagliatelo a pezzettini o fatene delle palline.
LETTERE AL DIRETTORE
Egregio direttore di Ritorno a Krishna,
sono un chimico del consiglio nazionale delle ricerche e studioso di Storia della scienza. Ho letto con interesse l'articolo riguardante l'evoluzione (Evoluzione o Produzione? n. d. r.) sul volume 2 n. 4 e ho deciso di ribadirlo.
Devo dire che sostanzialmente sono d'accordo sul contenuto dell'articolo. Personalmente ho avuto modo di constatare quanto molti lavori scientifici, pubblicati da riviste anche prestigiose, siano risultati completamente falsi. Un caso clamoroso si verificò in Francia pochi mesi fa a proposito di un articolo in cui si asseriva che l'acqua avesse una sua memoria, poi risultato completamente inventato. Altri articoli sono invece risultati o copiati o orecchiati. Purtroppo la corsa alla notorietà, ai premi e ai guadagni facili genera molti disonesti anche nel campo scientifico. Tale teoria viene citata spesso a sproposito da teologi e predicatori in quanto essi tendono sostanzialmente a negarla anziché metterla nella giusta luce. Premetto che mi sono convertito da alcuni anni all'induismo personalista e perciò pongo la creazione come un atto fondamentale di Dio, la Persona Suprema, dai tanti nomi, ma sempre UNO. E' assurdo negare che non vi sia stata una certa evoluzione durante il trascorrere dei secoli nell'ambito di una stessa specie. In milioni di anni si sono avuti sulla Terra cambiamenti climatici, ambientali e geologici tali che molte specie sono scomparse, molte si sono adattate alle nuove condizioni mediante il meccanismo provato della mutazione genetica. Lo provano i fossili, i meccanismi di adattamento sviluppati dagli animali rispetto alle fonti di cibo, e i meccanismi di difesa sviluppati dalle fonti di cibo per non essere mangiati. Lo provano i meccanismi di simbiosi e lo provano gli adattamenti che sono avvenuti sotto i nostri occhi da quando è iniziato lo studio sistematico di tale campo della scienza. Ma, sottolineo ma, ciò è avvenuto nell'ambito della stessa specie, e ciò non è in contraddizione con il Dio creatore. La frode invece si fa evidente quando alcuni scienziati in mala fede, o che non ci hanno capito niente, vanno dicendo che vi è stato passaggio genetico da una specie all'altra. In altri termini questi sedicenti scienziati o insegnanti pensano che sia stato possibile che una formica si sia tramutata in un elefante o che dall'evoluzione delle scimmie si sia ottenuto l'essere umano. Ciò è completamente falso. Nessuno ha mai trovato prove attendibili sul cambiamento di specie, anzi vi sono prove del contrario. Addirittura specie affini come l'asino e il cavallo generano figli sterili. Come potrebbero queste specie evolvere se solo la loro prima generazione è sterile?
E' accertato ormai che l'Acido Desossiribonucleico (DNA) è il depositario delle informazioni genetiche. Esso, tramite il codice genetico a triplette di basi, presiede alla costruzione delle proteine. Il DNA è chimicamente simile in tutte le cellule, siano esse appartenenti al mondo animale che vegetale. Esso però è specifico di ciascuna specie o addirittura di ciascun individuo. E' vero che il DNA può subire traslocazioni, inversioni, ridisposizioni, ma esistono nelle cellule meccanismi tali da riparare il danno subito. Nel caso in cui la mutazione genetica divenga definitiva, vi sono nel genoma segnali tali da imitare una punteggiatura, molto complicati, i quali provvedono a disporre la mutazione nella posizione più opportuna al fine di ottenere la massima efficacia e utilità. Oggi la scienza è giunta al punto di poter trasferire in batteri i geni di altri organismi al fine di indurre il batterio in oggetto a produrre particolari sostanze utili all'Uomo, ma nonostante queste manipolazioni genetiche i batteri sempre batteri rimangono con il loro specifico DNA nel quale è stato inglobato il gene dell'altra specie. Da quanto detto lo scrivente ne discende che la vita è un fenomeno collettivo; dovuto all'azione simultanea degli organi, delle cellule e della coscienza. Questi sono strettamente specifici di ciascuna specie e di ciascun individuo. Non ha senso pertanto parlare di evoluzione da una specie verso altre.
Giuseppe Scala CNR Roma
IL CALENDARIO VAISNAVA
Sri Gaurabda 504, 1990/1991 dopo Cristo
2 Dicembre 90, domenica
Purnima. Fine di Katyayanivrata
5 Dicembre 90, mercoledì
Scomparsa di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, digiuno fino a mezzogiorno
12 Dicembre 90, mercoledì Suddha Ekadasi. Digiuno per Saphala Ekadasi. Scomparsa di Devananda Pandita
13 Dicembre 90, giovedì
Dvadasi, rompere il digiuno tra le 7.54 e le 10.48
14 Dicembre 90, venerdì
Scomparsa di Mahesha Pandita e Uddharana Datta
17 Dicembre 90, lunedì
Apparizione di Lokana dasa Thakura
Scomparsa di Srila Jiva Gosvami e di Jagadisha Pandita
28 Dicembre 90, venerdì
Dvadasi. Digiuno per Putrada Ekadasi. Apparizione di Jagadisha Pandita
29 Dicembre 90, sabato
Trayodasi, rompere il digiuno tra le 8.02 e le 10.56
31 Dicembre 90, lunedì
Purnima. Sri Krsna Pusyabhisekha
DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Premi Nobel Per Gli Sciocchi
Conversazione tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni suoi discepoli nel corso di una passeggiata mattutina a Ginevra, giugno 1974.
Srila Prabhupada: Tutti i grandi leaders del mondo pensano scioccamente di essere indipendenti. Sono come i cani che dimenticano di essere controllati dai loro padroni. Il cane non sa di essere controllato e pensa: "Ora sono libero. Bau! Bau! Bau!" ma poi il suo padrone gli fa smettere di dire sciocchezze tirando un po' la catena.
Devoto: Specialmente in occidente, Srila Prabhupada, alla gente non piace l'idea di essere controllata.
Srila Prabhupada: Per questo sono dei mascalzoni. Krsna dice proprio ahankara-vimudatma kartaham iti manyate: "Gli sciocchi e gli stolti pensano di poter fare ciò che vogliono." Tutti sono controllati a ogni passo anche se pensano: "Sto facendo ciò che mi pare". Per questo sono degli sciocchi. Malgrado la loro grande casa, la bella strada, la loro bella macchina, sono degli sciocchi che pensano di essere indipendenti, di non morire mai, ma non appena maya (l'energia materiale) li colpisce in pieno, devono morire. Immediatamente protestano dicendo "Ho ancora tante cose da fare" ma maya dirà "No, no, signore, lei deve morire subito". E pensano di non essere controllati. Che assurdità!. Non appena mangiamo un po' più del necessario, maya dice: "Devi digiunare per tre giorni". E non saremmo controllati? Guardate solo quanto è sciocca questa gente. E prendono dei premi Nobel!
Devoto: Nessuno ha mai preso un premio Nobel per aver detto: "Siamo tutti controllati".
Srila Prabhupada: Questo accade perché anche gli uomini che assegnano i premi Nobel sono degli sciocchi. Questa è una società di sciocchi e di mascalzoni. Per questo il mio guru maharaja (maestro spirituale) usava dire che questa è una società fatta di imbroglioni e di imbrogliati.
Devoto: Ho preparato un tema da discutere questa mattina.
Srila Prabhupada: Qual è?
Devoto: Gli psicologi hanno formulato l'ipotesi che le persone siano condizionate dal proprio ambiente, dall'educazione, dai genitori, dagli insegnanti, etc. e che quindi agiscano e pensino di conseguenza. Sostengono che la Coscienza di Krsna non sia altro che un tipo di condizionamento, e che, vivendo in un tempio Hare Krsna non si faccia altro che lasciare un tipo di condizionamento per un altro.
Srila Prabhupada: Sì. Siamo d'accordo che la Coscienza di Krsna sia senz'altro condizionante. Nella situazione in cui siete, dovete essere condizionati. Se vi farete condizionare da Dio, sarà la perfezione; se vi farete condizionare da maya, sarà un bel problema. Ma in entrambe i casi sarete condizionati. Non potete essere indipendenti. Purtroppo pensate di essere indipendenti, questa è la sciocchezza. Invece dovreste sempre pensare: "Devo essere sempre condizionato, questa è la posizione costituzionale della mia vita". Nella Bhagavadgita Krsna dice mahatmanas tu mam partha daivim prakrtim asritah: "I mahatma, le grandi anime, sono controllati dalla mia natura spirituale". E' ovvio quindi che i devoti siano condizionati: sono controllati dalla natura spirituale di Krsna (daivi prakrti). Per prima cosa è necessario capire che essere condizionati è la nostra posizione naturale. Ora, da chi dovremmo essere condizionati? Krsna dice sarvadarman parityajya mam ekam saranam vraja: "Devi lasciarti condizionare da me, devi abbandonarti a me. Solo allora sarai felice". Chi pensa di non dover essere condizionato è in maya, in illusione. I Veda dicono nityo nityanam cetanas cetananam eko bahunan yo vidadhati kaman: "Fra
tutti gli esseri viventi eterni, uno solo fornisce a tutti gli altri tutto il necessario per vivere". Quindi Dio ci fornisce il necessario per vivere, e noi dobbiamo riconoscere di essere sotto il Suo controllo e servirLo. Supponete di procurarmi quanto mi occorre per vivere: non dovrei forse contraccambiare servendovi in qualche modo? E' impossibile esse indipendenti. Questi sciocchi propongono una filosofia errata, quest'idea di indipendenza completa, e diventano invece sempre più condizionati dall'energia materiale, l'energia esterna di Krsna.
Devoto: Pensano che siccome i nostri problemi derivano da un errato tipo di condizionamento subìto durante l'infanzia, ci dovrebbe essere fornita la possibilità di avere una buona famiglia durante l'infanzia, di ricevere una buona educazione, etc.; in questo modo si potrebbero evitare le reazioni negative che si scatenano più in là negli anni.
Srila Prabhupada: Ciò significa che si dovrebbe offrire ai bambini l'opportunità di essere condizionati meglio. Con questo però non viene eliminato il condizionamento. Solo degli sciocchi potrebbero pensare di lasciare i bambini completamente liberi.
Devoto: I bambini possono essere lasciati liberi se vengono condizionati positivamente.
Srila Prabhupada: Buono o cattivo che sia il condizionamento, il fatto è che non c'è libertà. Si suggerisce di sostituire il condizionamento positivo a quello negativo, ma questa non è libertà. Immaginate di essere in prigione, siete pesantemente condizionati, ma anche quando sarete rilasciati e riotterrete la vostra pseudo libertà sarete sempre condizionati dalle leggi dello Stato. Non sarete liberi, sarete soltanto passati da un condizionamento negativo a uno positivo. Sarete dei buoni cittadini che vivono pacificamente solo se rispetterete le leggi dello Stato. Come potreste pensare di essere liberi? E' una sciocchezza.
Devoto: In altre parole, dunque, tu pensi di fornire alla gente un condizionamento migliore.
Srila Prabhupada: Non un condizionamento migliore, il migliore dei condizionamenti: essere controllati da Krsna. Questo è il modo migliore di vivere ed è l'unico modo per liberarsi dal controllo dell'energia materiale.
La pratica del bhakti-yoga, il servizio di devozione, ha il potere di alleviare direttamente le sofferenze materiali dell'essere individuale, che d'altronde gli sono estranee. Ma per lo più gli uomini la ignorano, per questo il grande saggio Vyasadeva ha compilato queste scritture vediche che parlano della Verità Assoluta.
(Srimad Bhagavatam 1.7.6)
Srimad Bhagavatam (10 vol.)
il frutto maturo della Letteratura vedica che copre l'intera gamma della conoscenza umana e divina e spiega scientificamente la teologia vaisnava.
Sri Caitanyacaritamrta (8 vol.)
gli insegnamenti, la vita e i divertimenti trascendentali di Sri Caitanya Mahaprabhu, il più recente avatara di Krsna, apparso cinquecento anni fa.
La Bhagavadgita così com'è, le parole dell'Essere Supremo, Sri Krsna, l'ABC della vita spirituale.
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Il Libro di Krsna
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HARE HARE
fine del numero di dicembre 1990.