Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 2 n. 11
Novembre 1990
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commento dei testi classici dell'india vedica.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana, e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando costantemente in Europa, America, Australia, Africa e Asia, Srila Prabhupada ha strutturato il suo movimento internazionale in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.
RITORNO A KRISHNA
la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada costituì questa Associazione a New York nel 1966, mise per iscritto gli obiettivi che essa si prefiggeva.
1. Diffondere sistematicamente il sapere spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti trascendentali e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri allo scopo di insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti allo scopo di raggiungere i fini sopraelencati.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi
REDATTORE CAPO
Parabhakti dasi
REDATTORI
Goura Krsna dasa - Giorgio Cerquetti
Gitamrta devi dasi,
TRADUZIONI
bhaktin Rosanna, bhaktin Nicoletta
COMPOSIZIONI
Ekacakra dasa, Mayapura-devi dasi, Ananga Manjari dasi
Krsna Kanti dasa, Lalita devi dasi
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Parabhakti dasi
AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa
SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananistha devi dasi
PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".
ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
VOL. 2 N. 11 Novembre 1990
Bhaktivedanta Book Trust Italia
Via Bonazza 12 50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI
SELEZIONI E IMPIANTI: La Cromolito Milano
STAMPA: Centro Arti Grafiche - Como
VOL. 2, N° 11
LIBERARSI DAL CICLO
DI NASCITE E MORTI
Conferenza tenuta da Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
I dialoghi di Srila Prabhupada
LA DIALETTICA ASSURDA
Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Luoghi Santi
DA SEMPRE
Un paradiso della coscienza di Krsna
PRINCIPI, PANDITA E PROVERBI
Le massime di Canakya Pandita: i proverbi più grandi del mondo
L'OSSERVATORE VEDICO
Fatti e commenti di attualità
LA FESTA DELLA DOMENICA
IL CALENDARIO VAISNAVA
CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI
IN COPERTINA: Krsna e Radharani
LIBERARSI
DAL CICLO DI
NASCITE E
MORTI
Conferenza di Sua Divina Grazia
A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
Fondatore acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
ajo 'pi sann avyayatma
bhutanam isvaro 'pi san
prakrtim svam adhisthaya
sambhavamy atmamayaya
(B.G 4.6)
"Sono nonnato e il Mio corpo trascendentale non si deteriora mai; sono il Signore di tutti gli esseri, tuttavia discendo in ogni era in questo universo nella Mia forma originale e trascendentale".
Krsna è il non nato e anche noi lo siamo ma la differenza è che noi, contrariamente al Signore, siamo intrappolati in un corpo materiale. Non possiamo perciò mantenere la nostra posizione di non nati: dobbiamo prendere nascita e trasmigrare da un corpo all'altro senza nessuna garanzia di quale tipo di corpo dovremo ricevere successivamente. Persino in questa vita siamo obbligati ad accettare un corpo dopo l'altro. Il bambino perde il suo corpo infantile; il ragazzo perde il suo corpo di adolescente per accettare quello di giovane che poi lascerà per quello di un adulto. E' naturale perciò concludere che si lascia il vecchio corpo e che poiché bisogna accettarne un altro si accetterà nuovamente un corpo di bambino.
Questo è il ciclo naturale di questo mondo materiale che è simile al mutare delle stagioni. Dopo la primavera arriva l'estate e dopo l'estate arriva l'autunno e poi l'inverno e in seguito di nuovo la primavera. Similmente, dopo il giorno viene la notte e dopo la notte ritorna il giorno. E proprio come questi cambiamenti ciclici si susseguono uno dopo l'altro così noi cambiamo un corpo dopo l'altro ed è naturale concludere che dopo aver lasciato il corpo che attualmente possediamo ne riceveremo un altro (bhutva bhutva praliyate).
E' una conclusione logica che viene supportata dagli sastra, le scritture Vediche, e che viene confermata dall'autorità più elevata, Krsna stesso. Perché allora non dovremmo accettarla? Se non l'accettiamo se pensiamo che non ci sia vita dopo la morte siamo degli sciocchi.
La vita dopo la morte c'è e c'è anche la possibilità di liberarsi dal ciclo di nascite e morti ripetute e conseguire l'immortalità; poiché però siamo abituati ad accettare un corpo dopo l'altro da tempo immemorabile, è difficile per noi pensare ad una vita eterna. L'esistenza materiale è così problematica che si arriva a pensare che se c'è una vita eterna anche questa deve essere piena di problemi. Per esempio un ammalato che prende medicine amare, che è costretto a stare steso in un letto dove mangia ed evacua impossibilitato a muoversi, può trovare questa vita talmente intollerabile da pensare: "Voglio suicidarmi". Analogamente, la vita materiale è talmente miserabile che presi dalla disperazione si decide talvolta di abbracciare la filosofia del vuoto o dell'impersonalismo per cercare di negare la vera esistenza e rendere qualsiasi cosa un nulla. In realtà non è né possibile né necessario diventare un nulla.
La nostra condizione materiale è un problema ma nel momento in cui ne usciremo troveremo la vera vita, la vita eterna. Poiché siamo frammenti infinitesimali di Krsna che è aja, trascende la nascita e la morte, anche noi siamo aja. Come potremmo essere diversi? Se mio padre è felice, perché io, che sono suo figlio dovrei essere infelice? Posso naturalmente concludere che godrò delle proprietà di mio padre allo stesso modo di come ne gode lui. Similmente, Dio, Krsna, è infinitamente potente, infinitamente attraente, possiede una conoscenza infinita e completa di ogni cosa e sebbene io non sia completo sono un Suo frammento infinitesimale e perciò posseggo parzialmente tutte le Sue qualità.
Dio non muore, così neppure io dovrò morire. Questa è la mia posizione. E' spiegato nella Bhagavadgita (2.20): na jayate mriyate va kadacit. Descrivendo l'anima, Krsna dice che non è mai nata (na jayate), e, non essendo mai nata, come può morire? Sulla morte non si discute (mriyate va). La morte è per chi è nato, e se uno non è nato, non può nemmeno morire. Purtroppo però non capiamo queste cose. Conduciamo ricerche scientifiche ma non sappiamo che ogni essere vivente è un'anima spirituale che non ha né nascita né morte: in questo consiste la nostra ignoranza. L'anima è eterna, immortale e primordiale (nityah sasvato yam purano). L'anima non muore quando il corpo viene distrutto (na hanyate hanyamane sarire) e nonostante ciò deve accettare un altro corpo; questo processo viene chiamato bhavaroga, la malattia materiale.
Krsna è l'essere vivente Supremo (nityo nityanam cetanas cetanam) e noi siamo esattamente come Lui; ciò che ci differenzia da Lui è che Krsna è vibhu, illimitato, mentre noi siamo anu, limitati. Qualitativamente siamo buoni come Lui quindi qualunque tendenza Lui possieda è presente anche in noi. Krsna per esempio tende ad amare persone del sesso opposto ed è per questo che noi abbiamo questa tendenza.
L'amore primordiale è presente nell'amore eterno tra Radha e Krsna. Anche noi cerchiamo l'amore eterno ma poiché siamo condizionati dalle leggi materiali, il nostro amore si interrompe. Ma se riusciamo a trascendere questa interruzione, possiamo partecipare ad amori simili a quelli tra Krsna e Radharani. Il nostro obiettivo quindi è ritornare a casa, ritornare a Krsna perché poiché Krsna è eterno, noi avremo un corpo eterno.
Sebbene Krsna sia eterno, non nato, si dice che qualche volta prenda nascita ma la Sua nascita è comunque diversa dalla nostra.
Il Signore dice nella Bhagavadgita (4.9): "O Arjuna, colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività non dovrà più rinascere nel mondo materiale quando lascia il corpo, ma raggiungerà la Mia dimora eterna".
Lo SrimadBhagavatam afferma che quando Krsna apparve la prima volta non prese nascita dall'utero di Devaki; apparve prima nella forma maestosa a quattro braccia di Visnu e poi si trasformò in un neonato in grembo a Devaki. La nascita di Krsna è perciò trascendentale mentre la nostra avviene forzatamente, secondo le leggi della natura. Krsna non è soggetto alle leggi della natura perché queste agiscono secondo le Sue direttive (mayadhyaksena prakrtih suyate sacaracaram). Prakrti, la natura, agisce secondo gli ordini di Krsna e noi agiamo secondo i suoi ordini. Krsna è il padrone della natura e noi siamo i servitori della natura. Quindi può sembrare che Egli sia nato nel nostro stesso modo, ma la realtà è diversa. Solo gli sciocchi sostengono che Lui ha preso nascita come un comune essere vivente. Lo conferma Krsna stesso nella Bhagavadgita (9.11), avajananti mam mudha manusim tanum asritam: "Poiché sono apparso come un semplice essere umano, gli sciocchi credono che io sia solo una persona qualsiasi". Param bhavam ajanantah. "Non conoscono il mistero che sta dietro al fatto che Dio nasca come essere umano".
Krsna è in ogni luogo ed è situato nel cuore di ciascuno (isvarah sarva bhutanam hrddese 'rjuna tisthati); poiché è dentro di noi ed è infinitamente potente perché dovrebbe essere difficile per Lui apparire davanti a noi? Quando il grande devoto Dhruva Maharaja meditava sulla forma a quattro braccia di Visnu, la sua meditazione si interruppe improvvisamente e Dhruva vide davanti a sé la stessa forma su cui stava meditando. Era stato così difficile per Krsna apparire in questo modo? Naturalmente no. Allo stesso modo non fu difficile per Lui apparire davanti a Devaki nella stessa forma a quattro braccia. Quindi Krsna dice janma karma ca me divyam: "Bisogna conoscere la Mia nascita e le Mie attività trascendentali".
Perché Krsna nasce? Per glorificare le persone molto pie e molto avanzate nella comprensione spirituale. Krsna appare come figlio di Devaki per glorificare Devaki che è una Sua devota, e diventa figlio di Yasoda per glorificare Yasoda.
Similmente, Krsna appare nella dinastia di Maharaja Yadu. Suo grande devoto, solo per glorificarlo. Per questo è conosciuto anche come Yadava, discendente di Maharaja Yadu.
Krsna non è obbligato in nessun modo a nascere in una particolare famiglia o in un particolare paese; prende nascita per glorificare una particolare persona o una particolare famiglia per la loro devozione. La sua nascita pertanto viene chiamata divyam, trascendentale.
Il Signore non è costretto a nascere, mentre noi lo siamo.
Questa è la differenza tra la nostra nascita e la nascita di Krsna. Se per il nostro karma, le nostre attività, siamo adatti a nascere in una buona famiglia che fa parte della società umana o di quella degli esseri celesti, dovremo farlo ma se le nostre attività sono paragonabili a quelle animali dovremo nascere in una famiglia di animali. Questa è la forza del karma. Karmana daivanetrena jantor dehopapattaye (S. B. 3.31.1). Prendiamo un particolare tipo di corpo a seconda del nostro karma. La forma umana ha come scopo la comprensione della Verità Suprema e Assoluta (athato brahma-jijnasa). Se però non ci sforziamo, se facciamo cattivo uso di questa opportunità e ci comportiamo come animali, ritorneremo ad una forma di vita animale. Il Movimento per la Coscienza di Krsna cerca quindi di evitare che la gente cada in una vita animale.
L'apparizione di Sri Krsna è paragonata alla vegetazione degli alberi di sandalo nelle colline Malaya (malayasyeva candanam). Ci sono due Malaya, le colline Malaya e quella parte del mondo conosciuta come Malesia. L'albero candana, il sandalo, può crescere dovunque, non ci sono regole speciali per cui debba crescere in Malesia o nelle colline Malaya ma poiché il sandalo cresce in modo notevole in quelle due parti del mondo, è conosciuto come malayacandana. In occidente c'è un'acqua profumata, l'acqua di colonia che può essere prodotta ovunque ma che essendo stata in origine prodotta nella città di Colonia, è chiamata acqua di colonia. Così, il sandalo può crescere ovunque ma poiché in origine cresceva in modo notevole in Malesia e nelle colline Malaya, è chiamato legno di sandalo malese.
L'India è un paese tropicale e il legno di sandalo è molto rinfrescante; la gente quindi usa la sua polpa come cosmetico. Persino adesso, durante le afose giornate estive, coloro che possono permetterselo massaggiano il corpo con la polpa di sandalo che li rinfresca per tutto il giorno. In India è d'uso apporre dopo il bagno per santificare il corpo il tilaka, offrire i propri omaggi alla Divinità, prendere del candanaprasada nella stanza della Divinità e spalmarselo sul corpo. Questa operazione viene chiamata prasadhanam.
Tuttavia è detto che nel kaliyuga, l'era in cui viviamo, snanam eva prasadhanam (S. B. 12.2.5): può chiamarsi prasadham anche un semplice bagno. In India persino le persone più povere fanno un bagno quotidiano di primo mattino; quando però venni in America mi accorsi che è molto difficoltoso fare un bagno ogni giorno e che non era una pratica molto diffusa. In India siamo abituati a vedere gente che fa il bagno tre volte al giorno mentre a New York ho visto persone che vanno a farsi il bagno a casa di amici perché a casa loro non hanno la possibilità di farlo. Questi sono sintomi del kaliyuga. Snanam eva prasadhanam. Nel kaliyuga sarà persino difficile farsi un bagno.
Un altro sintomo del kaliyuga è daksyam kutumba-bharanam (S.B. 12.2.7): si diventerà famosi per le proprie attività pie solo perché si è stati in grado di mantenere la propria famiglia. La parola daksyam che significa "famoso per attività pie" deriva da daksa che significa "esperto". In kali-yuga si sarà considerati esperti se si potrà mantenere una famiglia composta da moglie e uno o due figli. In India la famiglia tradizionale è di tipo patriarcale ed è composta da marito e moglie, genitori e figli, suoceri e così via. In kaliyuga invece sarà difficile mantenere una famiglia composta soltanto dalla moglie e uno o due figli. Quando vivevo a New York, tra la gente che partecipava ai nostri programmi spirituali, c'era una vecchia signora che aveva un figlio ormai adulto alla quale chiesi: "Perché tuo figlio non si sposa?". Lei mi rispose: "Si sposerà quando sarà in grado di mantenere una famiglia". Il Bhagavatam quindi spiega che se una persona sarà in grado di mantenere la propria famiglia sarà considerata una persona onorata e che se una ragazza troverà marito sarà considerata molto fortunata. Non è nelle nostre intenzione criticare, ma i sintomi del kali-yuga sono molto gravi. Il kaliyuga dura 432.000 anni e nonostante ne siano trascorsi solo 5.000, incontriamo già molte difficoltà e più andremo avanti più i tempi saranno difficili. La cosa migliore da fare perciò è completare la nostra Coscienza di Krsna e ritornare a casa, ritornare a Dio. Solo questo ci potrà salvare. Se invece ritorneremo a vivere ancora in quest'epoca, avremo giorni sempre più difficili e saremo costretti a soffrire sempre più.
FESTA
OGNI DOMENICA POMERIGGIO IN TUTTI I CENTRI HARE KRSNA
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I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
La Dialettica Assurda
Conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e un sacerdote esistenzialistasocialista a Los Angeles, Dicembre 1973.
Sacerdote: Finalmente stiamo iniziando a capire il significato reale e intrinseco del Cristianesimo e della religione in generale: Dio che condivide la sofferenza dell'uomo e l'uomo che impara a convivere con l'inevitabilità del suo dolore.
Srila Prabhupada: Questa è mascalzonaggine, perché Dio dovrebbe condividere le sofferenze dell'uomo?
Sacerdote: In questo modo l'uomo potrebbe accettare più prontamente la sofferenza come parte inscindibile dalla realtà.
Srila Prabhupada: Lei è un sacerdote veramente bravo. La gente cerca la felicità e lei sostiene che deve accettare la sofferenza. E' una proposta assurda. Come anime spirituali, frammenti infinitesimali dello Spirito Supremo, cerchiamo naturalmente di ridurre al minimo la sofferenza e raggiungere la Sua dimora spirituale, dove non esiste sofferenza. Tutti cercano di essere perfettamente felici. Si lotta per questa ragione; è il significato della civiltà umana. Non dobbiamo rassegnarci a soffrire. Noi non vogliamo soffrire. Se voi credete veramente in Dio, se siete veramente teista, perché dite che dobbiamo soffrire, e che persino Dio deve soffrire?
Sacerdote: Sono quello che voi chiamereste un "teista ateo".
Srila Prabhupada: Cosa?
Sacerdote: Un teista ateo.
Srila Prabhupada: Teista ateo? Cosa significa?
Sacerdote: Significa che io credo che Dio sia essenzialmente una nostra invenzione... un'idea.
Srila Prabhupada: Voi pensate che Dio sia un'idea?
Sacerdote: Sì, per quanto sia un'idea necessaria. L'idea di un essere Supremo, di una Suprema autorità è qualcosa che ci siamo imposti perché ci possa apparentemente consolare, ci possa confortare. La maggior parte della gente è ignorante e quindi ha bisogno di Dio che, come dice Marx, è il suo oppio... Dio che le assicura una fine felice, che è la sua panacea e il suo schermo contro la disperazione e la frustrazione.
Srila Prabhupada: Voi dite che Dio è solo un'idea. Io dico che Dio non è solo un'idea, Dio è una realtà. Potete provare il contrario?
Sacerdote: Secondo il mio parere non è assolutamente necessario un essere Supremo.
Srila Prabhupada: Ma persino il vostro Lenin diceva che era necessaria un'autorità suprema; solo che lui voleva diventare quell'autorità, voleva diventare Dio.
Sacerdote: Certo e lo è stato. Per un certo periodo di tempo lo è stato.
Srila Prabhupada: No, non poteva diventare Dio. Era soggetto alle Sue leggi ed è morto. E' morto. Non poteva salvarsi dalla morte quindi non era l'autorità suprema. Lenin fu costretto a morire e questo significa che deve esistere un'altra autorità suprema.
Sacerdote: Tutto in fin dei conti è comunque privo di senso quindi anche la morte non ha significato.
Srila Prabhupada: Perché dite "privo di senso"? Se la morte non avesse alcun significato perché ne avreste tanta paura? Se adesso io venissi ad uccidervi, avreste paura. Perché?
Sacerdote: Il fatto che la morte sia priva di senso non significa che io non le dia alcun valore in determinate circostanze.
Srila Prabhupada: Ma perché continuate a dire "privo di senso"? Prima avete detto che state lottando per la "rivoluzione" e per "cambiare la società". Perché lottate in questo modo per diffondere le vostre idee quando in ultima analisi tutto è privo di senso?
Sacerdote: Prendete i numeri: sono certamente utili ma non significano niente fino a quando non vengono messi insieme. Sono privi di significato.
Srila Prabhupada: Se così fosse anche quello che state facendo non ha senso.
Sacerdote: Sì, perché in ultima analisi tutto è privo di senso.
Srila Prabhupada: Allora siete peggio di un mascalzone. Anzi chiamarvi mascalzone sarebbe per voi un onore. State lavorando a cose prive di senso.
Sacerdote: Sto dicendo che tutti possono presentare il proprio pensiero... qualunque esso sia.
Srila Prabhupada: Perché allora state cercando di reclutare così tanti seguaci? Perché non lasciate che la gente faccia quello che vuole?
Sacerdote: Fare quello che si vuole può includere la diffusione del proprio pensiero.
Srila Prabhupada: No, no, no. Voi avete le vostre idee, siate soddisfatto di queste. Non mi infastidite.
Sacerdote: Potrebbe far parte delle mie idee infastidirvi.
Srila Prabhupada: Allora potrebbe far parte delle mie idee colpirvi la testa con una scarpa.
Sacerdote: Ma prendiamo Lenin. Nessuno lo ha mai colpito.
Srila Prabhupada: No, no. Anche Lenin fu colpito: fu colpito dalla morte. Fu colpito anche se non voleva ammetterlo. Era talmente mascalzone che anche se veniva colpito continuamente, persino quando stava diventando vecchio e ammalato, persino mentre stava morendo, non smetteva di pensare: "Niente mi potrà colpire". Ciò significa che era il primo dei mascalzoni. Un uomo sano di mente ammetterebbe: "Si, sarò colpito" mentre un mascalzone non lo ammetterà mai.
Sacerdote: Dobbiamo guardare le cose esistenzialmente. Fintanto che qualcosa esiste, le daremo valore ma quando cesserà di esistere non ci dovranno essere né rimorsi né lamenti.
Srila Prabhupada: Se non c'è niente di cui lamentarsi perché lottate affannosamente per vivere a lungo, per esistere il maggior tempo possibile? Perché semplicemente non morire?
Sacerdote: E' come... se avete dei soldi in mano, fintanto che li avrete potrete utilizzarli; se li perdete però non preoccupatevi. Non esiste niente di cui preoccuparsi. E' così che vedo la morte.
Srila Prabhupada: Anche se usate parole grosse come queste in pratica vi preoccupate, vi lamentate.
Sacerdote: D'accordo, posso anche venir meno alla mia filosofia ma ciò non toglie che questa sia la filosofia ideale.
Srila Prabhupada: Queste non sono buone ragioni. Nessun uomo sensato potrebbe accettare questa filosofia: non è una filosofia è semplicemente frustrazione e la frustrazione non è vita. La frustrazione è solo frustrazione.
Sacerdote: Forse la frustrazione è l'unica realtà. E' quanto sosteneva Albert Camus che ne fece uno dei temi principali dei suoi scritti. Frustrazione, nessun significato. E una notte mentre guidava cadde in un burrone. Forse aveva pensato che se la vita era senza senso tanto valeva buttarsi in un burrone e farla finita.
Srila Prabhupada: Pazzo. Doveva essere pazzo perché non sapeva chi era, un'anima eterna, un frammento infinitesimale di Dio. Diventò pazzo perché non sapeva ciò che bisogna sapere.
Sacerdote: Milioni e milioni di persone considerano i suoi libri un vangelo.
Srila Prabhupada: Di che cosa parlavano?
Sacerdote: Dicevano che la vita in ultima analisi è assurda, che non ha nessun reale significato e che siamo noi che le attribuiamo significato.
Srila Prabhupada: Perché allora cercava di dare un senso all'assurdo? Se tutto è assurdo perché scrivere libri?
Sacerdote: Sì, questo è quanto Camus sembra aver realizzato... che se tutto è assurdo non c'è alcun bisogno di parlare, di scrivere e persino di vivere.
Srila Prabhupada: Il punto è che voi dite che la vita è assurda mentre io sostengo il contrario. Chi deciderà chi dei due ha ragione?
Sacerdote: Penso che nessuno potrà mai farlo.
Srila Prabhupada: Sarà deciso al momento della morte. Tutto qui. Un mascalzone penserà stupidamente che la vita sia assurda, ma la morte non sarà assurda. Mrtyuh sarvaharas caham. Sri Krsna dice: "Tutti alla fine devono accettarMi come morte''. Entrambi dovremo morire. Voi non volete morire e neppure io vorrei morire, ma entrambi dobbiamo accettare quest'autorità suprema che è Dio.
Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Primo Canto: "La Creazione"
Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.
CAPITOLO TRE
Krsna è la fonte di tutti gli avatara
L'importanza di questi racconti consiste nel fatto che sono in relazione con le attività del Signore in tempi e luoghi diversi. Srila Sukadeva Gosvami, il più grande di tutti gli esseri realizzati, accettò da suo padre, Vyasadeva, questo Testo come oggetto di studio. Srila Vyasadeva rappresenta una grande autorità in campo spirituale e l'importanza dello SrimadBhagavatam era tale che volle trasmetterne il messaggio - paragonabile alla crema che si estrae dal latte - al suo nobile figlio Srila Sukadeva Gosvami. Le Scritture vediche sono come un oceano riempito con il latte della conoscenza, e lo SrimadBhagavatam, che racchiude la versione autentica, istruttiva e piacevole delle attività del Signore e dei Suoi devoti, è l'essenza di quest'oceano, come la crema che si estrae dal latte.
Non serve a niente, comunque, ricevere il messaggio del Bhagavatam dagli infedeli, atei o recitatori di professione, che fanno di questa conoscenza un commercio per la massa degli uomini. Srila Sukadeva Gosvami non praticò mai un tale commercio, non pensò mai di usare questo messaggio per mantenere una famiglia. Lo SrimadBhagavatam dev'essere ricevuto da un rappresentante di Sukadeva, che avrà troncato ogni legame con la famiglia e abbracciato l'ordine di rinuncia.
Il latte è certamente un alimento sano e nutriente, ma quando è toccato dalla lingua di un serpente perde tutte le sue qualità e diventa persino causa di morte. Così, coloro che non aderiscono alla disciplina vaisnava dovrebbero guardarsi bene dal fare un
commercio del racconto dello SrimadBhagavatam e diventare così causa di morte spirituale per tutti quelli che li ascoltano. Nella Bhagavadgita il Signore afferma che l'unico scopo dello studio dei Veda è conoscerLo. Lo SrimadBhagavatam è Sri Krsna Stesso nella forma di conoscenza scritta. Costituisce quindi la crema di tutti i Veda, e poiché riunisce tutti i fatti storici di tutti i tempi in relazione a Sri Krsna, rappresenta anche l'essenza di tutti i Racconti storici.
VERSO 42
sa tu samsravayam asa
maharajam pariksitam
prayopavistam gangayam
paritam paramarsibhih
sah: il figlio di Vyasadeva; tu: ancora; samsravayam asa: li rese udibili; maharajam: all'imperatore; pariksitam: di nome Pariksit; praya-upavistam: che si sedette senza bere né mangiare aspettando la morte; gangayam: sulle rive del Gange; paritam: circondato da; paramarsibhih: i grandi saggi.
TRADUZIONE
Sukadeva Gosvami, il figlio di Vyasadeva, trasmise a sua volta lo SrimadBhagavatam al grande imperatore Pariksit, che, seduto sulle rive del Gange e circondato da grandi saggi, aspettava, senza mangiare né bere, che giungesse la morte.
SPIEGAZIONE
Tutti i messaggi spirituali devono essere ricevuti attraverso la successione di maestri spirituali. Questa successione è detta parampara. Ogni altro metodo deteriora l'autenticità di questo messaggio, che si tratti dello SrimadBhagavatam o di un altro Testo vedico. In origine, Vyasadeva trasmise il suo messaggio spirituale a Sukadeva Gosvami, dal quale lo ricevette più tardi Suta Gosvami. E' dunque da Suta Gosvami o dal suo rappresentante nella successione di maestri spirituali che dobbiamo riceverlo, e non da un qualsiasi interprete non qualificato.
L'imperatore Pariksit ricevette in anticipo la notizia della sua morte e lasciò subito la famiglia e il regno per andare a sedersi sulle rive del Gange e digiunare fino alla morte. In omaggio alla sua dignità imperiale, tutti i grandi saggi, rsi, filosofi e yogi lo raggiunsero nel luogo che aveva scelto. Gli offrirono suggerimenti sul dovere da compiere in punto di morte e fu infine deciso che egli avrebbe ascoltato da Sukadeva Gosvami il messaggio di Sri Krsna. Gli fu narrato così lo Srimad-Bhagavatam.
Anche Sripada Sankaracarya, che predicò la filosofia mayavada e sottolineò l'aspetto impersonale dell'Assoluto raccomandò di prendere rifugio ai piedi di loto di Sri Krsna perché non si ottiene nulla da interminabili discussioni sulla natura dell'Assoluto. Ammise così, in modo indiretto, che tutte le sue sottili interpretazioni grammaticali del Vedantasutra non potevano essere di alcun aiuto a chi si trova in punto di morte. In quell'attimo decisivo si deve cantare il nome di Govinda questa è la raccomandazione di tutti i grandi spiritualisti. Molto tempo prima, Sukadeva Gosvami aveva insegnato la stessa verità: si deve ricordare Narayana al momento di lasciare il corpo. Questa è l'essenza di tutte le attività spirituali. Conformandosi a questa verità, Maharaja Pariksit ascoltò lo SrimadBhagavatam dallo stesso Sukadeva Gosvami, autorità in materia. L'oratore e l'ascoltatore furono così entrambi liberati, con lo stesso metodo.
VERSO 43
krsne svadhamopagate
dharma-jnanadibhih saha
kalau nastadrsam esa
puranarko 'dhunoditah
krsne: di Krsna; svadhama: nel Suo regno; upagate: essendo ritornato; dharma: religione; jnana: conoscenza; adibhih: eccetera; saha: con; kalau: nell'età di Kali; nastadrsam: di coloro che hanno perso la vista; esah: tutti questi; puranaarkah: il Purana che brilla come il sole; adhuna: proprio ora; uditah: è sorto.
TRADUZIONE
Questo Bhagavata Purana, radioso come il sole, è sorto subito dopo la partenza di Sri Krsna per il Suo regno assoluto, seguito dalla religione e dalla conoscenza. Tutti coloro la cui visione è stata oscurata dalle dense tenebre dell'era di Kali riceveranno luce da questo Purana.
SPIEGAZIONE
Sri Krsna possiede un regno (dhama) eterno dove Si diverte eternamente con i Suoi compagni e con tutto ciò che eternamente Lo circonda. Questo regno eterno è una manifestazione della Sua energia interna, mentre l'universo materiale costituisce una manifestazione della Sua energia esterna. Quando Egli discende nell'universo materiale, viene attraverso la Sua potenza interna, detta atmamaya, e con tutto ciò che Lo circonda. Il Signore Stesso conferma nella Bhagavadgita che Egli discende in questo mondo tramite la Sua propria potenza, o atmamaya. La Sua forma, il Suo nome, la Sua fama, il Suo regno e tutto ciò che Lo circonda non sono dunque creazioni della materia. Egli discende per richiamare a Sé le anime cadute e ristabilire i princìpi della religione, da Lui Stesso enunciati. Oltre a Dio nessuno può stabilire questi princìpi. Lui solo, o un essere qualificato a cui Egli ha conferito un potere particolare, può dettare i codici della religione. La vera religione consiste nel conoscere Dio, la relazione che ci unisce a Lui, i nostri doveri verso di Lui e, infine il nostro destino dopo aver lasciato il corpo materiale. Ma le anime condizionate, prigioniere dell'energia materiale, hanno una scarsa conoscenza di questi princìpi di vita; la maggior parte di loro vive come gli animali: mangiano, dormono, si accoppiano, hanno paura e si difendono. Questi esseri degradati, con il pretesto della religiosità, della conoscenza o della salvezza rincorrono avidamente solo il piacere dei sensi. E quest'età di Kali, età della discordia, li rende ancora più ciechi. In fondo, gli uomini della nostra era non sono che animali altamente raffinati del tutto ignoranti nelle questioni spirituali e nei princìpi della religione o dell'esistenza divina. Sono così ciechi da essere incapaci di vedere al di là delle esigenze del corpo. Non sanno niente dell'anima spirituale, situata oltre il dominio della mente, dell'intelligenza e del falso ego, ma sono molto fieri dei loro progressi nel campo della conoscenza empirica, della scienza e del benessere materiale. Poiché hanno perso di vista il vero scopo dell'esistenza, si espongono in questa vita a innumerevoli rischi, che li condurranno a rinascere in corpi di cani o di porci dopo aver lasciato il loro involucro carnale presente.
Sri Krsna, il Signore Supremo, è apparso poco prima dell'inizio del kaliyuga ed è ritornato nel Suo regno eterno all'inizio di quest'era. Durante la Sua permanenza sulla Terra rivelò ogni cosa attraverso le Sue attività. In particolare, enunciò la Bhagavadgita e sradicò tutti i falsi principi di spiritualità. Prima di lasciare questo mondo diede a Vyasadeva, tramite Narada, i poteri necessari alla compilazione dello Srimad-Bhagavatam. Questi due Testi, la Bhagavadgita e lo Srimad-Bhagavatam, sono come due fiaccole nella notte del kaliyuga, due fonti di luce per guidare gli uomini ciechi di questa era. Se essi desiderano ritornare a vedere la vera luce della vita, devono affidarsi soltanto a questi due Testi; sarà così realizzato lo scopo della loro esistenza. La Bhagavadgita è uno studio preliminare allo SrimadBhagavatam, che rappresenta il summum bonum della vita, o Sri Krsna in persona. Dobbiamo quindi riconoscere nello SrimadBhagavatam la manifestazione di Sri Krsna. Chi vede lo SrimadBhagavatam così com'è vede anche Sri Krsna in persona, perché non sono differenti l'uno dall'altro.
VERSO 44
tatra kirtayato vipra
viprarser bhuritejasah
aham cadhyagamam tatra
nivistas tadanugrahat
so 'ham vah sravayisyami
yathadhitam yathamati
tatra: là; kirtayatah: recitando; viprah: o brahmana; viprarseh: dal grande brahmanarsi; bhuri: grandemente; tejasah: potente; aham: io; ca: anche; adhyagamam: potei comprendere; tatra: in quest'assemblea; nivistah: essendo perfettamente attento; tatanugrahat: per sua misericordia; sah: questa stessa cosa; aham: io; vah: a te; sravayisyami: ti farò ascoltare; yathaadhitam yathamati: secondo la mia realizzazione.
TRADUZIONE
O dotti brahmana, quando in quel luogo [dove si trovava Maharaja Pariksit] Sukadeva Gosvami narrò lo Srimad-Bhagavatam, ho potuto, per la sua grazia, ascoltare con tutta la mia attenzione le parole del grande e potente saggio. Cercherò di farvi udire il suo messaggio, così come l'ho ricevuto e realizzato.
SPIEGAZIONE
Si può certamente percepire la presenza di Sri Krsna nelle pagine dello SrimadBhagavatam, ma si deve riceverne il messaggio da un'anima nobile e realizzata come Sukadeva Gosvami. A nulla serve ricevere questo messaggio da un narratore di professione, il cui solo scopo è quello di guadagnare qualche soldo per appagare i suoi desideri sessuali. Nessuno può comprendere lo SrimadBhagavatam vivendo a contatto con persone che si abbandonano ai piaceri sessuali o persone che danno di questo Testo un'interpretazione contaminata da erudizione profana. Si deve piuttosto ascoltare il Bhagavatam da un rappresentante di Sukadeva Gosvami e da nessun altro, se si desidera vedere Sri Krsna nelle sue pagine. Questo è il segreto per recepirne il messaggio; non c'è altra alternativa. Suta Gosvami è l'autentico rappresentante di Sukadeva Gosvami perché si cura di presentare il messaggio del Bhagavatam esattamente come l'ha ricevuto dal nobile ed erudito brahmana, che trasmetteva intatto l'insegnamento ricevuto dal suo illustre padre. Ascoltare non è sufficiente; si deve anche prestare al Testo una particolare attenzione per realizzarlo. Il termine nivistah significa che Suta Gosvami ha assorbito il nettare del Bhagavatam attraverso le orecchie; questo è il modo autentico per ricevere il messaggio del Bhagavatam. Si deve dunque ascoltare con ogni attenzione da una fonte autorizzata, solo così si potrà realizzare la presenza di Sri Krsna in ogni pagina. Questo è il segreto. Nessuno può ascoltare attentamente se non ha la mente pura, e nessuno può avere una mente pura se le sue azioni non sono pure. Nessuno è puro nelle azioni se il suo cibo, il suo riposo, le sue attività sessuali e i mezzi usati per difendersi non sono puri. Ma se in un modo o nell'altro si giunge ad ascoltare molto attentamente e da una fonte autentica il messaggio dello SrimadBhagavatam, fin dall'inizio si potrà sicuramente vedere in ogni pagina Sri Krsna in persona.
Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sul terzo capitolo del Primo Canto dello SrimadBhagavatam, intitolato: "Krsna è la fonte di tutti gli avatara".
CAPITOLO QUATTRO
Apparizione di Sri Narada
VERSO 1
vyasa uvaca
iti bruvanam samstuya
muninam dirghasatrinam
vrddhah kulapatih sutam
bahvrcah saunako 'bravit
vyasah: Vyasadeva; uvaca: disse; iti: così; bruvanam: parlando; samstuya: complimentandosi; muninam: dei grandi saggi; dirgha: prolungato; satrinam: di coloro che compiono il sacrificio; vrddhah: anziano; kula-patih: il capo dell'assemblea; sutam: a Suta Gosvami; bahurcah: erudito; saunakah: di nome Saunaka; abravit: si rivolse.
TRADUZIONE
Vyasadeva disse:
Dopo aver ascoltato le parole di Suta Gosvami, Saunaka Muni, l'anziano maestro in erudizione, a capo di tutti i rsi impegnati nel compimento del lungo sacrificio, comincia il suo elogio.
SPIEGAZIONE
Quando un'assemblea di saggi rivolge il suo elogio a un oratore, la parola tocca all'anziano, al capo dell'assemblea, il quale deve possedere una vasta conoscenza. Sri Saunaka Rsi ha tutte queste qualità, perciò si alza per glorificare Sri Suta Gosvami quando questi esprime il desiderio di presentare lo SrimadBhagavatam, così come l'ha ascoltato da Sukadeva Gosvami e realizzato personalmente. La realizzazione personale non sta nello sforzo pretenzioso di superare l'acarya precedente con lo sfoggio della propria conoscenza, bensì nel riporre in lui una fiducia totale e assimilare perfettamente il suo insegnamento, e poterlo trasmettere a sua volta, adeguatamente, secondo le circostanze. Il messaggio originale del Testo sacro dev'essere mantenuto intatto. Senza voler estrarne qualche significato oscuro, si deve presentarlo in modo da facilitarne la comprensione e suscitare l'interesse di chi ascolta. Questa è la vera realizzazione. Il capo dell'assemblea dei saggi, Saunaka Muni, poté stimare il valore dell'oratore, Sri Suta Gosvami, appena questi pronunciò le parole yathadhitam yatha mati, ed è con grande felicità e con estasi che si prepara a offrirgli il suo elogio. Nessun uomo sensato deve ascoltare le affermazioni di qualcuno che non rappresenta l'acarya originale. Ma in questa assemblea, dove lo SrimadBhagavatam è trasmesso per la seconda volta, sia l'oratore sia l'ascoltatore sono ugualmente qualificati. Se si trasmette il messaggio dell'opera rispettando questa regola lo scopo sarà facilmente ottenuto, altrimenti leggere il Bhagavatam per qualsiasi altro motivo è inutile, sia per chi parla sia per chi ascolta.
VERSO 2
saunaka uvaca
suta suta mahabhaga
vada no vadatam vara
katham bhagavatim punyam
yad aha bhagavan chukah
saunakah: Saunaka; uvaca: disse; suta suta: o Suta Gosvami; maha-bhaga: il più fortunato; vada: parla per favore; nah: a noi; vadatam: di coloro che parlano; vara: rispettato; katham: messaggio; bhagavatim: dello SrimadBhagavatam; punyam: virtuoso; yat: che; dha: disse; bhagavan: grandemente potente; sukah: Sri Sukadeva Gosvami.
TRADUZIONE
Saunaka disse:
O Suta Gosvami, tu sei il più fortunato e il più rispettato degli oratori. Rivelaci, per favore, il puro messaggio dello Srimad-Bhagavatam, presentato dal grande e potente saggio Sukadeva Gosvami.
SPIEGAZIONE
La ripetizione, in questo verso, del nome di Suta Gosvami esprime l'intensa gioia di Saunaka Gosvami. Questi, come tutti i saggi dell'assemblea, è impaziente di ascoltare il racconto dello SrimadBhagavatam così come fu narrato da Sukadeva Gosvami. Nessuno di loro desidera ascoltarlo da un mistificatore, che lo interpreterebbe a modo suo, per servire i propri interessi. Gli pseudonarratori del Bhagavatam sono per lo più i narratori di professione e gli impersonalisti cosiddetti eruditi, incapaci di cogliere la natura trascendentale delle attività della Persona Suprema. Questi impersonalisti attribuiscono generalmente al Bhagavatam un significato adatto alle loro teorie; i recitatori di professione, invece, saltano direttamente al Decimo Canto e spiegano in modo sbagliato la parte più intima dei divertimenti del Signore. Questi due tipi di oratori sono totalmente privi delle qualità richieste per trasmettere il messaggio del Bhagavatam. Solo l'oratore pronto a presentare il messaggio alla luce degli insegnamenti di Sukadeva Gosvami e l'ascoltatore pronto a riceverlo da Sukadeva Gosvami o dal suo rappresentante, sono qualificati per partecipare agli scambi trascendentali che costituiscono l'oggetto dello SrimadBhagavatam.
(continua nel prossimo numero)
DA SEMPRE
testo di KRSNA CAITANYA DASA
fotografie di RAMA RAGHAVA DASA
Quel mondo limpido che è proprio dell'equilibrio, degli spazi vasti ed interiori; del saperli riempire utilmente.
Non sarà più necessario quando avremo trovato la pace, cercarla.
Secondo l'insegnamento della Bhagavad-gita la causa di ogni nostro soffrire è l'ignoranza: noi non sappiamo cosa, ne come, ne quando, ne con chi e tentiamo.
Ma fino a quando e fino a dove saremo capaci di volere quella libertà che libera non è stata mai dalle influenze che ci condizionano?
Il Karma è subire necessarie reazioni ma anche innescarne altre.
Cause che legano effetti di ritorno per mantenerci alla giustizia del dovuto.
E scambiano col presente il frutto maturo del passato.
E' una conoscenza che va al di là di tutto quanto sia materialmente conoscibile. E' una regola eterna, la condizione essenziale dell'essere.
Tutto questo nei gesti e nei modi di una sfida quotidiana: io con te, grazie a te o contro di te?
I sensi, li usiamo o ci usano?
La mente, amica o nemica?
L'intelligenza, guida o è travolta?
L'anima, persa o ritrovata?
muka kavitva kare
yansabara smarane
pangu giri langhe andha
dekhe taragane
(cc adi lila 8.5)
"Per la misericordia del Signore
anche un muto può recitare poesie,
uno zoppo scalare montagne, un cieco vedere le stelle nel cielo".
E finalmente si parla di noi e delle nostre speranze: quali confini vogliamo porre, ora, all'amore di Dio?
Tasyaitasya jano nunam
nayam vedoruvikramam
kalyamano 'pi balino
vayor iva ghanavalih
(SB 3.30.1)
La persona, trascinata dalla potenza invincibile del tempo, resta inconsapevole come la nuvola spinta dal vento.
tesam satata-yuktanam
bhajatam priti-purvakam
dadami buddhi-yogam tam
yena mam upayanti te
(Bg 10.10)
Ma il Signore per raggiungerlo regala Intelligenza Vera:
Ecco la chiave: impegnarsi al Suo servizio. Il Lavoro Sacro si chiama Servizio di Devozione ed è per tutti.
Lo puoi trovare sui pascoli di montagna o sull'altare, nel tempio o nella scuola, in giardino, in ufficio, per le strade.
O in ogni casa.
Ma cosa porta l'anima nel corpo?
HARE KRSNA
HARE KRSNA
KRSNA KRSNA
HARE HARE
HARE RAMA
HARE RAMA
RAMA RAMA
HARE HARE
yathaidhamsi samiddho 'gnir
bhasmat kurute 'rjuna
jnanagnih sarva-karmani
bhasmasat kurute tatha
(Bg 4.37)
Come il fuoco che trasforma, il ferro nel fuoco si fa freddo, il fuoco che purifica. E nel fuoco, l'inizio, la svolta, la resa, la fiducia, l'impegno.
om ajnana-timirandhasya
jnananjana-salakaya
caksur unmilitam yena
tasmai sri-gurave namah
"Sono nato nelle più profonde tenebre dell'ignoranza, ma il mio maestro spirituale mi ha aperto gli occhi con la torcia della conoscenza..."
Dalla Comunità Spirituale di Villa Vrindavana
Via Comunale degli Scopeti, 108
50026 San Casciano in Val di Pesa (Firenze)
Tel. 055/820054
figura:
Il saggio brahmana Canakya istruisce il re Chandragupta.
Principi, Pandita e Proverbi
Sebbene non così ben conosciute al di fuori dell'India, le massime di Canakya Pandita
appartengono alla categoria dei più grandi proverbi del mondo.
di SATYARAJA DASA
Quando un mio vecchio amico di università mi disse che avrebbe tenuto un corso sui proverbi alla Nuova Scuola per la Ricerca Sociale di New York, iniziai subito a pensare come avrei potuto assisterlo. Essendo specializzato in letteratura inglese era sempre pronto a venire in mio soccorso quando avevo bisogno di aiuto per preparare una lezione per la scuola sulla Coscienza di Krsna o per fare ricerche su un progetto letterario. Ora ero in grado di restituire il favore.
Era in trepidazione per questo suo nuovo corso e mi chiese se la tradizione Vedica offriva qualche delucidazione sulla natura dei proverbi. Gli chiesi in risposta di spiegare prima esattamente che cosa intendesse per "proverbi". Mi disse che il proverbio è una massima, un detto semplice e breve che riassume una profonda verità.
All'inizio pensai ai succinti codici del Vedantasutra che esprimono profonda saggezza filosofica. Ma mentre il mio amico continuava a parlare citando proverbi molto conosciuti e i loro autori come Confucio e Lao Tzu, realizzai che i lavori di Canakya Pandita che Srila Prabhupada citava in quasi ogni volume che produceva, potevano più appropriatamente essere chiamati proverbi.
Srila Prabhupada usava spesso i detti di Canakya, che sono venerati in tutto il subcontinente indiano, per illustrare i concetti della Coscienza di Krsna. Nello SrimadBhagavatam (1.13.15, spiegazione) per esempio Srila Prabhupada cita il consiglio di Canakya che dice, che le istruzioni morali valide dovrebbero essere accettate anche se vengono impartite da una persona di bassa nascita o non qualificata. Anche se l'oro è coperto da escrementi, dice Canakya, è sempre oro.
Srila Prabhupada spiegò che Canakya, un grande saggio vissuto trecento anni prima di Cristo, era un brahmana, un saggio, si riferì persino a lui come ad un santo.
Sebbene una volta Srila Prabhupada abbia sottolineato che Canakya non era in senso stretto un puro Vaisnava, dagli scritti di Srila Prabhupada risulta chiaro che aveva un grande rispetto per la saggezza del Pandita.
Più raccontavo al mio amico di Canakya più realizzavamo entrambi che i lavori di Canakya avrebbero accresciuto immensamente il corso sui proverbi. Tuttavia la mia conoscenza di Canakya Pandita come personalità storica lasciava molto a desiderare. Per me egli era per lo più un'astrazione, un leggendario veggente che il mio maestro spirituale citava frequentemente. Per aiutare veramente il mio amico avevo bisogno di lavorarci sopra.
Ci recammo alla biblioteca della Quarantaduesima Strada per fare ricerche sulla vita e sui tempi di Canakya. Scoprimmo che Canakya Pandita è comunemente noto agli storici come Kautilya (sebbene sia anche conosciuto come Visnugupta e Vatsyayana). Oltre ad aver composto volumi di proverbi, Canakya è famoso per il suo Arthasastra ("Trattato sulla Economia Politica") e per essere stato consigliere del re Candragupta Maurya, uno dei capi avversari di Alessandro il Grande.
Candragupta è noto agli storici greci come Sandrocottus ed è il fondatore della dinastia Maurya. Nella parte iniziale della sua carriera vagò per il Punjab e, insieme ai suoi compatrioti, si oppose alle forze
conquistatrici di Alessandro. La storia
narra che il consigliere capo di Candragupta, Canakya Pandita, fu il vero responsabile della vittoria finale del re. Nel "The
Minister's Signet Ring", un'opera del sesto
secolo dopo Cristo, che si prefigge la
descrizione delle ultime fasi del trionfo di
Candragupta su Alessandro e sui principi
Nanda, il re stesso viene dipinto come un
giovane debole e insignificante; il vero
governatore dell'impero era Canakya.
Nel 321 avanti Cristo Candragupta
conquistò Magadha (Sud del Bihar).
Continuò ad annettere varie parti dell'India
del nord e combatté contro il greco Selsucus Nicator, ex generale di Alessandro.
Con il saggio consiglio di Canakya, Candragupta governò per ventiquattro anni.
L'impero Maurya durò comunque più di
120 anni, guidato prima dal figlio del padre
fondatore, Bindusara, e successivamente
da suo nipote, il famoso imperatore Asoka
che alla fine si convertì al Buddismo.
Durante il regno di Candragupta (321-297 A.C.), Canakya Pandita diventò
ampiamente famoso per la sua saggezza
e per la sua conoscenza delle scritture. Era
un uomo austero e semplice e anche profondamente religioso. Contemporaneo di
Aristotele che fu convocato dai Macedoni
per insegnare ad Alessandro il Grande,
Canakya viene a volte paragonato al grande filosofo greco e altre volte a Macchiavelli perché il suo Arthasastra ha molte
affinità con il Principe. Aristotele e Canakya
hanno anche un atteggiamento comune nei
riguardi delle forme di governo repubblicane.
La cosa più sorprendente che scoprimmo presto io e il mio amico su Candragupta e Canakya Pandita era che la
comparsa di entrambi fu profetizzata
dallo SrimadBhagavatam (12.1.11,12) che
fu compilato quasi 2.500 anni prima del
loro tempo:
nava nandam dvijah kascit
prapannan uddharisyati
tesam abhave jagatim
maurya bhoksyanti vai kalau
"Un certo brahmana (Canakya) tradirà
la fiducia del re Nanda e dei suoi otto figli
e distruggerà la loro dinastia. In loro assenza il mondo sarà governato dai Maurya mentre l'era di Kali continua".
sa eva candraguptam vai
dvijo rajye 'bhiseksyati
tatsuto varisaras tu
tatas casokavardhanah
"Tale brahmana metterà sul trono Candragupta, il cui figlio si chiamerà Varisara (Bindusara). Il figlio di Varisara sarà Asokavardhana (l'imperatore Asoka)".
Questi antichi versi sanscriti predicono in pieno l'essenza della storia della dinastia Maurya, menzionando Candragupta e i suoi discendenti per nome. Sebbene Canakya non venga specificamente nominato, c'è un chiaro riferimento e commentatori Vaisnava come Sridhara Svami, Visvanatha Cakravarti Thakura e recentemente Hrdayananda dasa Goswami, dicono che la sua identificazione con il brahmana a cui si allude in questo verso sia inevitabile.
Anche un grande maestro della Coscienza di Krsna dell'età moderna, Srila Bhaktivinoda Thakura (18381914) reputò importante questo periodo storico probabilmente a causa delle profezie contenute nelle scritture. Nel 18571858 egli compose in inglese un poema epico diviso in due parti intitolato Poried che intendeva completare in dodici volumi. Questi due libri, scritti in brillanti, melodiosi versi inglesi descrivono il vagabondare dei Poru che sfidarono Alessandro il Grande e furono infine sconfitti da lui.
Secondo l'ultimo insigne indologo A.L. Bhasham, il nome dei Puru deriva da Paurava che si ricollega alla dinastia dei Kuru, la famiglia sulla quale è imperniato il Mahabharata. L'opera di Bhaktivinoda Thakura espone la storia dei Poru e il suo collegamento con Candragupta e Canakya Pandita. Il primo dei due volumi pubblicati su questo argomento si trova al British Museum di Londra.
I Proverbi del Pandita
Nel reparto (dei libri) orientali dell'enorme biblioteca della Quarantaduesima Strada, io e il mio amico trovammo la Canakyanitidarpanam, una raccolta dei più famosi proverbi di Canakya. Qui alcuni dei miei preferiti:
Una persona intelligente si sposta su un piede mentre sta sull'altro. Non si
dovrebbe abbandonare la propria
posizione precedente senza aver debitamente considerato una posizione superiore.
Mi piaceva veramente questa citazione
perché mi ricordava i miei primi anni nella
Coscienza di Krsna. Prima di diventare
devoto, volevo essere certo che la vita in
Coscienza di Krsna fosse quella che i devoti dicevano. Dopo tutto, se stavo smettendo di mangiare carne, di prendere intossicanti, di fare sesso illecito e di giocare d'azzardo, volevo essere sicuro di avere qualcosa di meglio in cambio. Così cantai, lessi i libri di Srila Prabhupada e mi associai con i devoti. In questo modo "considerai debitamente" la posizione superiore della Coscienza di Krsna.
Ci si libera con la conoscenza, non rasandosi la testa.
La Coscienza di Krsna non è superficiale. Canakya cerca di avvertire il suo pubblico di non essere solo finti asceti per esibirsi. Se un uomo decide di rasarsi il capo (generalmente un segno di rinuncia) dovrebbe farlo per valide ragioni. Per di più Canakya non disapprovava il rasarsi la testa; egli stesso ostentava la testa rasata e la sikha, il ciuffo di capelli sul dietro. Una testa rasata, anche se esteriore, può essere un riflesso della propria Coscienza di Krsna interiore.
Che bene farà a uno sciocco studiare le scritture? Che bene farà a un cieco usare uno specchio?
Di nuovo viene respinta la superficialità. Questa è forse la migliore qualità di Canakya, almeno dal mio punto di vista. Non è pago del fatto che qualcuno si rada la testa o studi le scritture. E' la comprensione spirituale che proviene dal processo della Coscienza di Krsna e l'apprendimento in successione disciplica che distingue i santi dagli imbroglioni.
E' meglio perdere la propria vita che vivere senza onore. Perché perdendo il proprio corpo si prova solo una miseria momentanea mentre vivendo in disgrazia si soffre ogni giorno.
Qui Canakya spiega sreyas contro preyas, godimento a lungo termine contro godimento a breve termine. Persino nel mondo materiale la gente desidera cose che durino. La maggior parte della gente vorrebbe possedere una casa piuttosto che affittare un appartamento oppure opterebbe per una relazione a lungo termine piuttosto che per uno slancio momentaneo. Questa verità comporta una validità ancora superiore a livello spirituale. "Dell'esistente non c'è cessazione" dice Krsna "e del non esistente non c'è nessuna durata". In altre parole, se qualcosa è vera esisterà sempre.
Un sogno per esempio viene considerato irreale. Perché? Perché finisce. Similmente la vita materiale finisce e perciò viene considerata illusoria. Ma la vita spirituale è eterna. Per questa ragione è considerata reale in senso definitivo.
Chi abbandona il certo per l'incerto perde entrambe.
Coloro che comprendono i valori più elevati, quelli spirituali, rifiutano il gioco d'azzardo. Canakya consiglia di non indulgere nelle nostre tendenze speculative. Dovremmo al contrario avvicinare un maestro spirituale autentico e in questo modo avere la certezza dello scopo della vita. Il guru riceve la conoscenza in una successione disciplica che risale a Krsna stesso ed è quindi in grado di dare al suo discepolo la conoscenza perfetta. Chi riceve in questo modo la conoscenza può essere certo di raggiungere la felicità spirituale.
Un attimo della propria vita non può essere riguadagnato nemmeno per milioni di lire. Perciò quale perdita è più grande del tempo speso inutilmente?
Tempo sprecato è il tempo speso per scopi materialistici. Non si può uccidere il tempo; più propriamente si viene uccisi dal tempo. Krsna nella forma di Kala, il tempo, impegna tutti gli uomini. Preferisce impegnarli al Suo servizio diretto e se si è così fortunati da essere direttamente impegnati in servizio devozionale, la Coscienza di Krsna, il proprio tempo è certamente speso utilmente. E "milioni di dollari" non possono avvicinarsi al valore di un solo secondo in Coscienza di Krsna che ha un valore eterno e un futuro infinito.
Non ci si dovrebbe fidare di una persona malvagia nonostante parli con parole dolci perché nonostante possa esserci del miele sulla punta della sua lingua, c'è veleno nel suo cuore.
Canakya Pandita qui sostiene l'importanza di essere percettivi. Non ci si dovrebbe fidare delle apparenze poiché è detto che "persino il diavolo può citare le scritture".
Nella Coscienza di Krsna ci viene insegnato di non ascoltare solo cosa dice una persona ma anche di osservare cosa fa. Le scritture spiegano chiaramente che una persona santa si comporta in un certo modo. Canakya concorda avvertendoci di non giudicare qualcuno soltanto per le parole che emanano dalle sue labbra. Il vero santo non deve solo parlare di Dio ma deve anche vivere una vita di servizio devozionale a Lui.
Le persone virtuose e gli alberi carichi di frutti si inchinano ma gli sciocchi e i rami secchi si rompono perché non si piegano.
Inchinarsi davanti ai propri superiori e specialmente davanti alla Divinità del Signore Supremo è segno di umiltà e aiuta a ricordarsi della propria posizione di servitore. Il rifiutarsi di farlo è un riflesso della propria arroganza (o ignoranza) e può frenare il proprio progresso spirituale.
Un uomo diventa grande non perché siede su un seggio elevato ma per le sue qualità elevate. Può un corvo diventare aquila solo perché siede sulla cima di un palazzo lussuoso?
Un'altra delle più famose citazioni di Canakya in cui denigra la superficialità e la cieca accettazione. La Coscienza di Krsna è una scienza e il suo seguace viene incoraggiato ad usare tanto la logica e la ragione quanto la fede e la devozione. Solo perché qualcuno adotta la positura di grande guru su un seggio elevato non significa che sia un maestro spirituale qualificato. Le vere qualifiche sono esposte dettagliatamente nelle scritture, dai santi e dai saggi che ci hanno preceduto.
Il suono della mrdanga (tamburo) nel kirtana dichiara a voce alta che coloro che non hanno devozione per Sri Krsna sono ignobili e riprovevoli. Questo perché la mrdanga suona "dhiktam, dhiktam" che significa "Oh, che grande peccato, che grande peccato!"
Qui Canakya esprime la sua devozione alla Persona Suprema, Sri Krsna. Usando un meccanismo retorico sanscrito il Pandita mostra con arguzia il grande peccato di sprecare la propria vita al di fuori del servizio al Signore Supremo.
Riflettendo quindi sulle massime di Canakya alla luce degli insegnamenti di Srila Prabhupada, mi sentii pronto a tenere conferenze al corso sui proverbi del mio amico.
Armato di una miniera di proverbi di Canakya e dell'ancora più grande miniera di conoscenza del loro reale significato di fondo di Srila Prabhupada, mi accorsi di aver già fatto la parte più faticosa del mio lavoro.
L'Osservatore Vedico
NEFAST FOOD
"Nei locali fast food si attenta alla salute della gente. Non con armi cruenti ma con 'armi chimiche', con un eccesso di grassi (scelti tra i più abominevoli) che può innescare temibili aumenti della colesterolemia." Queste parole, scritte sull'Espresso da Emanuele Vitali nella sua rubrica settimanale "Mangiare sano" non sono più un isolato grido di allarme.
L'hamburger è stato messo sotto accusa in più parti del mondo; il periodico americano Newsweek ha dato ampio risalto alla campagna promossa dal ricco mecenate statunitense Sokolof, sopravvissuto a sessantasette anni ad un infarto cardiaco. Il ricco superstite ha speso circa un miliardo per denunciare i fast food pubblicando su diversi quotidiani un inserto a piena pagina intitolato "L'avvelenamento d'America". L'attacco frontale di Sokolof, che tra l'altro finanzia anche la National Heart Savers Association, finalizzata alla lotta contro il colesterolo, ha generato reazioni diverse, tra le quali una presa di posizione di molti medici e nutrizionisti contro il pericolo costituito da hamburger e patatine fritte.
Il silenzio dei mass media sull'argomento è stato spesso causato dalla paura di perdere gli inserzionisti pubblicitari dell'industria alimentare, che da sola copre oltre il 60% del fatturato pubblicitario.
In Francia il noto dietologo Jean Marie Bourre in un articolo sull'Express, attacca tutta l'alimentazione moderna partendo dal fast food e definendole senza mezzi termini "devastazioni compiute dai grandi criminali dell'alimentazione". Nella polemica internazionale si è inserito anche il Comitato della Massachussetts Medical Society, che ha spiegato con prove scientifiche le gravi inadeguatezze e lo squilibrio dei "pasti veloci" consumati da un crescente numero di persone nelle grandi metropoli occidentali.
La cucina dei fast food è ipergrassa e traboccante di sodio, mentre è povera di vitamine e di calcio; se volete vivere più a lungo e scampare a una morte "veloce" evitate il "fast food". Uomo avvisato, mezzo salvato.
Se poi volete salvarvi del tutto, diventate vegetariani e ricordatevi di offrire il vostro cibo a Dio.
figura:
Goura Krsna dasa accompagna il re di Puri
nella visita ai centri Hare Krsna italiani
OVERDOSE
Questa parola inglese, che negli ultimi anni ha fatto il suo lugubre ingresso nel linguaggio quotidiano, indica una quantità, o dose di droga eccessiva e letale assunta dal tossicodipendente. Per noi, devoti di Krsna, qualsiasi dose è eccessiva, non solo quando si parla di cocaina o di eroina, ma anche in riferimento ad alcool e tabacco.
Secondo le statistiche fornite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, più di tre milioni di persone muoiono ogni anni per malattie contratte fumando sigarette. Nei paesi della CEE, a causa di questa droga "legale", perdono la vita cinquecentomila persone all'anno, eppure nessun governo ha finora manifestato la pur minima intenzione di proibire la produzione, la vendita o il consumo del tabacco.
Chi lotta apertamente contro la legalizzazione delle droghe, che cosa sta facendo per arginare le morti dovute all'alcool e al tabacco?
La produzione del tabacco è la più sovvenzionata dalla politica agricola dell'Europa comunitaria, si parla di proporre un piano di riconversione agricola ai poveri campesinos delle Ande che producono foglie di coca e si fa finta di non vedere i milioni di morti premature causate dall'uso eccessivo di alcool e di tabacco.
Qualcuno si deve essere fatto una overdose di ipocrisia e non vuole mettere sullo stesso piano le vittime dell'eroina e quelle delle sostanze tossiche ormai legalizzate.
E' vero ci sono migliaia di miliardi di profitto, ma la giustizia e il benessere dei cittadini non dovrebbero essere superiori all'interesse economico di pochi?
Nessuno può negare che il tabacco e l'alcool fanno male alla salute e che, in quantità eccessiva, overdose, sono micidiali tanto quanto le famigerate droghe illegali.
Aspettiamo la giustizia.
Nel frattempo fatevi giustizia da soli, mettete "fuori legge" i vostri probabili "killers": smettete di bere e di fumare.
Vivrete meglio e più a lungo.
IL CALENDARIO VAISNAVA
Sri Gaurabda 504, 1990/1991 dopo Cristo
1 Novembre 90, giovedì
Scomparsa di Bhugarbha Gosvami e di Kasisvara Pandita.
2 Novembre 90, venerdì
Purnima. Krsna Rasayatra. TulsiSaligram Vivaha (matrimonio).
Apparizione di Nimbarkacaria. Fine di Caturmasia.
4 Novembre 90, domenica
Inizio di Katyayanivrata.
12 Novembre 90, lunedì
Suddha Ekadasi: digiuno per Utpanna Ekadasi. Scomparsa di Narahari Sarkar.
13 Novembre 90, martedì
Dvadasi: Rompere il digiuno tra le 9.06 e le 10.30. Scomparsa di Kaliya Krsna.
23 Novembre 90, venerdì
Odansasti (Sri Jagannatha indossa vestiti nuovi inamidati).
28 Novembre 90, mercoledì
Suddha Ekadasi: digiuno per Moksada Ekadasi.
29 Novembre 90, giovedì
Dvadasi: rompere il digiuno tra le 7.39 e le 10.39.
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IL MANTRA PER TUTTI
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I Grandi Classici Dell'India
La Bhagavad gita così com'è
La guida della perfezione spirituale nella versione più fedele e completa dell'opera classica più famosa della letteratura mondiale.
Il Nettare Della Devozione
La scienza completa del bhakti yoga: le cerimonie, le dinamiche e le tecniche di meditazione del misticismo indiano.
Il Libro di Krsna
Un riassunto del decimo canto del Bhagavata Purana. Presenta questa antica narrativa in forma di brevi e scorrevoli racconti didattici ed educativi.
Srimad-bhagavatam (10 vol.)
Conosciuto come l'essenza delle scritture vediche, copre tutta la gamma della conoscenza umana.
Caitanya caritamrta (8 vol.)
Presenta la vita e gli insegnamenti di Sri Caitanya, che ha fatto rivivere l'aspetto monoteista della tradizione religiosa indiana
Gli insegnamenti di Kapila deva
Dalla filosofia del sankhya al bhakti-yoga
Gli insegnamenti di Kunti devi
La famosa regina devota di Krsna
Gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu
La grande personalità spirituale dell'India del XVI secolo.
Prabhupada
Un santo nel XX secolo.
La biografia del maestro spirituale del Movimento Hare Krsna.
La cucina degli Hare Krsna
Gustosissime ricette della più antica cucina vegetariana del mondo.
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fine del numero di novembre 1990.