Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

rivista del movimento Hare Krishna

volume 1 n. 7
Novembre 1989

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.











Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore-Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commento dei testi classici dell'india vedica.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana, e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando costantemente in Europa, America, Australia, Africa e Asia, Srila Prabhupada ha strutturato il suo movimento internazionale in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.


RITORNO A KRISHNA

la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada costituì questa Associazione a New York nel 1966, mise per iscritto gli obiettivi che essa si prefiggeva.

1. Diffondere sistematicamente il sapere spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti trascendentali e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri allo scopo di insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti allo scopo di raggiungere i fini sopraelencati.










La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

volume 1 n. 7

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'Ambrosio (Ali Krsna devi dasi)

REDATTORE CAPO
Haladhara dasa

REDATTORI
Goura Krsna dasa, Gitamrta devi dasi

TRADUZIONI
Prema Cintamani devi dasi, bhaktin Rosanna,
bhaktin Paola

COMPOSIZIONI
Krsna kanti dasa, Lalita devi dasi, Ananga Manjari dasi

GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Haladhara dasa, bhaktin Paola

AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa

SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananista devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga, La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s. si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa ''servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a
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Tel. 055/80764148077534828470, Fax 055/8076630
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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n°199 del 13/03/89

VOL. 1 N. 7  Novembre 1989

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
SELEZIONI E IMPIANTI: La Cromolito  Milano
STAMPA: Arti Grafiche F.lli Fiorin S.p.A.  Milano




QUANDO GLI UOMINI
DIVENTANO ANIMALI
Conferenza tenuta all'Università di Washington nell'ottobre 1968 da
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

L'OSSERVATORE VEDICO

L'ILLUSIONE DI CONOSCERE
La vera natura degli esseri viventi è spirituale, ma quando si rigetta questa natura, Krsna, attraverso la Sua energia materiale, ci da l'illusione di conoscere.

I dialoghi di Srila Prabhupada
IL SOGNO NOTTURNO E
QUELLO DIURNO

LA FESTA DELLA DOMENICA

Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del grande classico spirituale
scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa,
tradotto e commentato da Sua Divina Grazia Srila Prabhupada

Luoghi Sacri
GURUVAYUR
Processioni grandiose in una straordinaria atmosfera di devozione attirano folle di pellegrini in un antico tempio nell'India del sud

CARI LETTORI

CANTA HARE KRSNA E SARAI FELICE

IN COPERTINA: Sri Krsna e Sri Balarama nelle foreste di Vrndavana.










QUANDO
GLI UOMINI
DIVENTANO
ANIMALI

Conferenza tenuta nell'ottobre 1968
all'Università di Washington a Seattle da
SUA DIVINA GRAZIA A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
fondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.

om ajnanatimirandasya
jnananjanasalakaya
caksur unmilitamyena
tasmai srigurave namah

"Sono nato nelle più profonde tenebre dell'ignoranza, ma il mio maestro spirituale ha aperto i miei occhi con la torcia della conoscenza. Offro a Lui i miei rispettosi omaggi."

Tutti in questo mondo materiale sono nati nell'ignoranza e nelle tenebre. In effetti la natura di questo mondo materiale è di essere oscuro. Può essere illuminata dalla luce del sole, dal chiarore della luna, dal fuoco o dall'elettricità, ma questa natura è buia. E' provato scientificamente. Chiunque quindi sia nato in questo mondo materiale, a cominciare da Brahma, la persona più elevata dei più elevati pianeti dell'universo, per arrivare alla formica  è nato nelle tenebre dell'ignoranza. I Veda dicono: tamasi ma jyotir gama "Non rimanere nelle tenebre, vieni alla luce". Per raggiungerla è necessario un maestro spirituale. E' dovere del maestro spirituale aprire gli occhi della persona che si trova nelle tenebre con la torcia della conoscenza e al maestro spirituale vanno offerti i propri rispettosi omaggi.
La gente non va lasciata nelle tenebre, deve essere portata alla luce. Per questa ragione, in ogni società umana esiste un qualche tipo di religione. Qual è lo scopo dell'Induismo, dell'Islamismo, del Cristianesimo o del Buddismo? Quello di portare la gente alla luce. Questo è lo scopo della religione.
E che cos'è questa luce? Questa luce è Dio, la Persona Suprema. Lo Srimad-Bhagavatam afferma: dharmam tu saksad bhagavatpranitam: "Le leggi vengono date direttamente da Dio, la Persona Suprema". Nello Stato ci sono leggi che occorre rispettare. Il capo dello Stato stabilisce delle leggi e il buon cittadino deve rispettarle e vivere pacificamente. Le leggi possono variare a seconda del tempo, delle circostanze e della gente. La legislazione indiana può non concordare al 100% con quella degli Stati Uniti  ma in ogni Stato esistono comunque delle leggi che bisogna rispettare.
Bisogna conformarsi alla legge altrimenti si è considerati al più basso livello della società, dei criminali, e si è soggetti a delle pene. Questo è il principio fondamentale.
Similmente religione significa obbedire alle leggi di Dio. Questo è il suo significato. E se un essere umano non obbedisce alle leggi di Dio non è migliore di un animale. Tutte le Scritture, tutti i principi religiosi hanno come scopo quello di elevare l'uomo dal piano animale a quello umano. Una persona priva di principi religiosi, priva della coscienza di Dio, non è migliore di un animale. Questo è il verdetto delle Scritture Vediche.

aharanidrabhayamaithunam ca
samanyam etat pasubhir naranam
dharmo hi tesam adhiko viseso
dharmena hinah pasubhih samanah

Mangiare, dormire, riprodursi e difendersi  questi quattro principi sono comuni sia agli esseri umani che agli animali. Ciò che distingue la vita umana da quella animale è che l'uomo può cercare Dio e un animale non può farlo. Questa è la differenza. L'uomo che è privo dello stimolo a ricercare Dio non è migliore dell'animale.
Sfortunatamente al momento attuale, in ogni stato e in ogni società la gente sta cercando di dimenticare Dio. Alcune persone dicono pubblicamente che non esiste nessun Dio; altre che se anche ci fosse è morto, e così via.
Hanno edificato questa cosiddetta società del progresso, piena di grattacieli, ma stanno dimenticando che tutto il loro progresso dipende da Dio, da Krsna. La condizione in cui versa la società umana è molto precaria.
C'è una bella storia che descrive cosa succede ad una società che dimentica Dio, la Persona Suprema.
C'era una volta un topo che era continuamente tormentato da un gatto. Allora il topo andò da un santo che possedeva poteri mistici e gli disse: "Signore, sono nei guai."
"Qual è il tuo problema?"
Il topo disse: "Sono sempre inseguito da un gatto e non riesco mai a stare in pace."
"Cosa vuoi allora?"
"Fammi per favore diventare un gatto."
"Va bene, eccoti trasformato in gatto."
Dopo qualche giorno il gatto ritornò dal santo e gli disse: "Signore sono ancora nei guai."
"Qual è il tuo problema?"
"I cani mi danno la caccia."
"Cosa vuoi allora?"
"Fammi diventare un cane."
"Va bene, eccoti trasformato in cane." Dopo alcuni giorni, il cane ritornò e gli disse: "Signore, sono ancora nei guai."
"Qual è il tuo problema?"
"Le volpi mi danno la caccia."
"Cosa vuoi allora?"
"Diventare una volpe."
"Va bene, eccoti trasformato in volpe."
Poi la volpe ritornò e disse: "Le tigri mi danno la caccia."
"Cosa vuoi allora?"
"Voglio diventare una tigre."
"Va bene, eccoti trasformato in tigre."
La tigre cominciò a fissare il santo. "Ti devo mangiare", gli disse.
"Mi devi mangiare? Ti ho trasformato in tigre ed ora vuoi mangiarmi?"
"Sì. Sono una tigre ed ora ti devo mangiare."
Allora il santo lo maledì. "Ridiventa topo!" E la tigre si ritrasformò in un topo.
Così è la nostra civiltà. L'altro giorno ho letto sul World Almanac che entro un secolo la gente vivrà sottoterra, come i topi. Il progresso scientifico ha creato la bomba atomica per uccidere gli uomini e quando essa verrà usata la gente dovrà andare sottoterra a vivere come topi. Dalla tigre al topo. Questo è ciò che accadrà; è una legge naturale.
Se sfidate le leggi dello Stato, sarete in difficoltà. Similmente, se continuerete a sfidare l'autorità del Signore Supremo, dovrete soffrire. Diventerete ancora dei topi. Non appena la bomba atomica esploderà la civiltà presente sull'intero globo verrà distrutta. Potrà anche non piacervi pensare a queste cose  sono molto sgradevoli  ma questi sono i fatti.
Satyam grhyat priyam ghryan ma priyah satyam apriyam. E' solo per convenzione sociale che se si vuole parlare della verità bisogna parlarne in modo molto gradevole. Ma noi non siamo per le convenzioni sociali. Noi siamo predicatori, servitori di Dio, e dobbiamo parlare della verità autentica, che piaccia o no.
Una civiltà atea non può essere una civiltà felice. Questa è la realtà. Abbiamo dato vita al movimento per la Coscienza di Krsna per risvegliare questa civiltà infelice. Provate soltanto ad amare Dio; questo è ciò che semplicemente chiediamo. L'amore è presente in voi  voi volete amare qualcuno. Un ragazzo cerca di amare una ragazza; una ragazza cerca di amare un ragazzo. Questo è naturale perché la propensione all'amore è presente in tutti. Abbiamo però creato delle circostanze per cui il nostro amore è frustrato. Tutti sono frustrati  mariti, mogli, ragazzi, ragazze. La frustrazione è presente ovunque perché la nostra propensione all'amore non è utilizzata correttamente. Perché? Perché abbiamo dimenticato di amare Dio, la Persona Suprema. Questa è la malattia di cui soffriamo.
Lo scopo della religione è insegnare alla gente come amare Dio. Questo è lo scopo di tutte le religioni. Che la religione sia quella cristiana, quella induista o quella islamica, il suo scopo è quello di insegnarvi come amare Dio perché questa è la nostra posizione costituzionale.
Lo SrimadBhagavatam (1.2.6) dice: sa vai pumsam paro dharmo yato bhaktir adhoksaje. Nel dizionario inglese la parola dharma è generalmente tradotta in "religione", un tipo di fede, ma il vero significato di dharma è "caratteristica fondamentale". Ad esempio, il dharma dello zucchero, la sua caratteristica fondamentale, è la dolcezza. Se vi viene data della polvere bianca, e vi accorgete che non è dolce, direte subito, "questo non è zucchero, è qualcos'altro." Quindi la dolcezza è il dharma dello zucchero. Allo stesso modo il sapore salato è la caratteristica fondamentale del sale, e il sapore piccante è la caratteristica fondamentale del chili.
Ora, qual è la vostra caratteristica fondamentale? Voi siete un'entità vivente, e dovete comprendere la vostra caratteristica fondamentale. La caratteristica fondamentale è il vostro dharma, la religione  non la religione cristiana, la religione induista, una religione o un'altra. La vostra caratteristica eterna, fondamentale è la religione.
Qual è questa caratteristica? La vostra caratteristica fondamentale è che voi volete amare qualcuno e di conseguenza volete servirlo. Questa è la vostra caratteristica fondamentale. Voi amate la vostra famiglia, amate la vostra società, la vostra comunità, il vostro Paese. E poiché li amate, volete servirli. Questa tendenza ad impegnarsi nel servizio d'amore è la vostra caratteristica fondamentale, il vostro dharma.
A prescindere dal fatto che siate cristiani, musulmani o induisti questa caratteristica sarà sempre presente in voi. Immaginiamo che oggi siate cristiani. Domani potreste diventare induisti, ma la vostra attitudine a servire, quello spirito d'amore, rimarrà con voi. La tendenza quindi ad amare e a servire gli altri è il vostro dharma, la vostra religione. Questa è la forma universale della religione.
Dovete utilizzare il vostro servizio d'amore in modo tale da essere completamente soddisfatti. Se non siete felici è perché il vostro spirito d'amore è mal riposto. Siete confusi e frustrati. Lo SrimadBhagavatam ci insegna come utilizzare perfettamente il nostro spirito di devozione amorosa:

sa vai pumsam paro dharmo
yato bhaktir adhoksaje
ahaituky apratihata
yayatma suprasidati

Si chiama religione di prima classe quella che vi insegna ad amare Dio. E questa religione vi darà completa soddisfazione.
Se svilupperete al massimo il vostro amore per Dio, diventerete perfetti. Sentirete la perfezione all'interno di voi. State cercando con tutte le vostre forze la soddisfazione, la soddisfazione completa, che potrete ottenere solo amando Dio. Amare Dio è la funzione naturale di ogni entità vivente. Non ha importanza che voi siate cristiani, induisti o musulmani. Cercate solo di sviluppare il vostro amore per Dio. La vostra religione sarà allora estremamente piacevole. In caso contrario sarà soltanto una perdita di tempo (srama eva hi kevalam).
Se dopo aver eseguito i rituali di un particolare tipo di religione per tutta la vita non avete sviluppato amore per Dio, avete solo perso tempo.
Il Movimento per la Coscienza di Krsna è l'apice di tutte le altre religioni. Noi invitiamo tutti i cristiani, i musulmani e gli induisti  tutti  ad associarsi con noi e a provare ad amare Dio. E il metodo è veramente semplice: cantare i santi nomi Hare Krsna Hare Krsna, Krsna Krsna Hare Hare/Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.
Tutti i miei studenti sono americani e provengono da famiglie cristiane o da famiglie ebraiche. Nessuno di loro proviene da famiglie induiste. Quindi il metodo che ho insegnato loro  il metodo del canto del mantra Hare Krsna  è universale. Non è induista o indiano.
La parola sanscrita mantra è la combinazione di due sillabe, manas e traya. Manas significa "mente" e traya significa "liberazione". Il mantra quindi è ciò che vi libera dalla speculazione mentale, dall'indugiare sul piano mentale. Se cantate questo mantra  Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare scoprirete velocemente che vi state spostando dalle tenebre alla luce.
Non desidero prendervi molto tempo, ma voglio semplicemente imprimere nella vostra mente quanto sia importante il canto Hare Krsna. Provate a fare un esperimento: cantate Hare Krsna per una settimana e guardate quanto progresso spirituale fate. Non c'è niente da pagare, quindi non c'è niente da perdere. Però si ottiene un grande vantaggio: questo è garantito. Perciò cantate Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare/Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.
Molte grazie.















L'Osservatore Vedico

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo
a cura di Goura Krsna dasa

CINQUEMILA ANNI FA

Parlando con i devoti vi potrà capitare di venire a conoscenza di avvenimenti datati cinquemila anni ed oltre, queste informazioni contrastano con la storia così come viene insegnata oggi nelle scuole. La storia vedica presentata nei Purana e nel Mahabharata narra fatti umani che risalgono a decine di migliaia di anni fa.
Ad esempio l'epoca in cui viviamo si chiama Kali yuga ed è l'ultima di un ciclo di quattro ere; questa epoca, yuga, è caratterizzata dalla progressiva scomparsa dei principi della religione e l'interesse è rivolto esclusivamente verso il benessere materiale.
Un ciclo di quattro ere dura quattro milioni e trecentoventimila anni solari. Il primo yuga è quello di Satya, nel quale regnano la virtù, la saggezza e la religione, non c'è la minima traccia d'ignoranza e di vizio; dura 1728000 anni. Il treta yuga, in cui comincia ad apparire il vizio, dura 1296000 anni, e lo Dvapara yuga, durante il quale la virtù e la religione declinano ancora, dura 628000 anni. Il quarto yuga è quello di Kali, iniziato circa cinquemila anni fa, in questa epoca, l'attuale, abbondano i conflitti e l'ignoranza, l'irreligione ed il vizio, la religione è ridotta al minimo; la sua durata è di 432000 anni. Grazie alla traduzione di Srila Prabhupada dei testi sanscriti, ed alla distribuzione degli stessi operata su scala mondiale dai devoti, queste informazioni storiche sono oggi accessibili a tutti. Però non sono completamente nuove per l'Occidente: nel XVIII secolo, Jean Baptiste Gentil, orientalista di chiara fama, ed alcuni missionari cristiani inviarono in Francia delle tavole astronomiche indiane che attestavano la remota antichità della scienza astronomica in India. Tra questi documenti risaltavano le "Tavole di Tirvalur" che furono poi collocate nel
Deposito della Marina. Le Tavole provano che l'epoca detta di Kali yuga iniziava il 16 febbraio dell'anno 3125 avanti Cristo, alle ore 2.27' e 30" del mattino.
"Gli indiani  spiegò poi l'astronomo Jean Siylvain Bailly  dicono che all'inizio dell'era di Kali avvenne una congiunzione di tutti i pianeti e sia le loro tavole effettivamente indicano questa congiunzione, sia le nostre mostrano che essa poté effettivamente avvenire."
Queste informazioni furono stampate a Parigi nel 1787 nel celebre "Traitè de l'Astronomie Indienne", ma furono ignorate da molti cosiddetti studiosi troppo presi dall'idea che la civiltà fosse una prerogativa esclusivamente europea.
Ci auguriamo che in futuro le scuole inizino ad insegnare la storia del mondo con onestà e chiarezza, senza visioni di parte e discriminazioni antiscientifiche. La storia dell'umanità è molto più antica ed affascinante di quanto ci hanno finora detto gli storici.



SCORBUTICO

Spesso un carattere aspro, intrattabile e irascibile viene definito "scorbutico". Ma qual'è il vero significato di questa parola? Gli scorbutici erano in origine solo i malati di scorbuto, malattia dovuta a una gravissima carenza di vitamina C.
Nei tempi passati erano soprattutto i marinai a soffrire di questa deficienza alimentare perché trascorrevano lunghi periodi in mare senza mai mangiare frutta o verdura fresca. Le cronache di allora descrivono lo sbarco degli equipaggi nei porti come pressoché inevitabilmente caratterizzato da risse, violenze e comportamenti rudi.
Un recente studio storico e scientifico pubblicato sulla rivista History Today ha riaperto la discussione sugli effetti devastanti per il corpo e per la mente di questa malattia dei carnivori. La studiosa americana Susan Maclean Kybett è arrivata alla conclusione, dopo aver attentamente analizzato le relazioni dei medici di corte e diversi documenti iconografici come i ritratti del dispotico sovrano, che Enrico VIII sia morto di scorbuto. La scoperta della Kybett, che proseguirà i suoi studi sull'influenza dello scorbuto sulla storia, spiega che i violenti e repentini cambiamenti d'umore del sovrano inglese sono "tipici di un'avitaminosi gravissima in fase ormai molto avanzata". History Today non ha dubbi: "fu il roastbeef a portare Enrico VIII alla tomba. Il re amava le carni sanguinolente e disprezzava i miti alimenti vegetali". E non era il solo purtroppo, questo suo gusto era largamente condiviso dall'aristocrazia britannica, che infatti lo assecondò nella sua ferocia e crudeltà.
Un'alimentazione vegetariana avrebbe senz'altro reso Enrico VIII più conciliante, ben diverso sarebbe stato il sua atteggiamento verso il Papa del quale rifiutò l'autorità dando così origine alla chiesa Anglicana e proclamandosene capo indiscusso. E anche verso le sue due mogli, Anna Bolena e Caterina Howard, che per altro non furono le sole a salire sul patibolo a causa sua, il re infatti aveva la brutta abitudine nella sua collera facile e distruttiva, di far decapitare anche amici, parenti e ministri. La sua vita all'insegna della violenza e del terrore dimostra ancora una volta che la malattia di un governante ha sempre conseguenze incalcolabili sulla storia e sui suoi sudditi. Rinnoviamo quindi il nostro invito a tutti coloro che si trovano in una posizione di "potere" economico, politico o religioso, a fare il possibile per condurre una vita pacifica e equilibrata. Il buon governo dovrebbe garantire sicurezza e protezione a tutti gli esseri, umani e non umani.















L'ILLUSIONE
DI CONOSCERE

di MADHUSEVITA DASA ADHIKARI

Un grande santo e devoto di Krsna, Srila Bhaktivinoda Thakura, aveva pregato il Signore di perdonarlo per aver preso rifugio nella conoscenza materiale. Queste sono le sue parole:
"Ho fiduciosamente trascorso il mio tempo nei piaceri della cultura mondana e non ho mai venerato i Tuoi piedi di loto, o Signore. Adesso Tu sei il mio unico rifugio."
"Studiando senza sosta, le mie speranze crebbero poiché ritenevo che la conoscenza materiale fosse il vero sentiero della vita. Quanto inutile era quella speranza e quanto confusa si dimostrò quella conoscenza. Ora so che un simile sapere è ignoranza..."
Egli si rende conto di aver creduto di conoscere, di capire, ma in effetti si era trovato in uno stato di confusione dal quale non sapeva come uscire. Conoscenza e confusione non possono coesistere. Quando si conosce veramente qualcuno o qualcosa non si può essere incerti o confusi sull'identità di quel qualcuno o di quel qualcosa. Se so che quel bambino è mio figlio non sarò incerto sulla sua identità; se so che quell'edificio è la mia casa non sarò confuso sulla scelta della soglia da varcare.
Da dove nascono allora la confusione e l'incertezza che caratterizzano la vita delle persone in questo mondo? E' sufficiente la conoscenza che ci viene impartita nella famiglia, nelle scuole o nelle università per renderci liberi dalla confusione?
Quando si nasce in una determinata famiglia vengono imposti un nome e un cognome che determinano l'appartenenza a quella famiglia. La famiglia ci informa a proposito dei nostri parenti, nonni, bisnonni, zii e cugini; ma per quanto estesa possa essere, la nostra famiglia rimane sempre un minuscolo nucleo di persone fra innumerevoli altre famiglie, e le relazioni familiari cambiano con le morti e le nascite che le rendono effimere e presto dimenticate. E' dunque così importante ciò che apprendiamo in famiglia?
Allo stesso modo, al momento della nascita si acquisisce una nazionalità: cittadino italiano, francese, americano, indiano, ecc. Poi si frequenta una scuola dove si apprendono le glorie del particolare luogo in cui si è apparsi, dei predecessori che hanno reso possibile l'esistenza di questa nazione e gli eventi che hanno portato fino ai nostri giorni; si impara a modulare i suoni in un certo modo e quella è la nostra lingua, il modo di trasmettere informazioni; le vette raggiunte dall'intelletto umano nei diversi campi del sapere si manifestano a noi in tutta la loro gloria: filosofia, fisica, biologia, sociologia. Milioni di parole scritte per darci cognizione di ciò che siamo.
Rimaniamo comunque esseri la cui esistenza è incerta, su un piccolo pianeta in un universo imperscrutabile schiacciati dal tempo inesorabile.
La scienza ufficiale, da parte sua, cerca di determinare la nostra origine, la relazione con il mondo in cui viviamo e il fine a cui dovrebbe tendere la nostra vita; ma le versioni cambiano frequentemente e la scienza non sta dando sicurezza sul futuro degli esseri viventi, e senza un traguardo certo e sicuro non ci possono essere né tranquillità, né tanto meno felicità. Non c'è vera conoscenza perciò la gente è confusa. Crede di conoscere sé stessa, il mondo in cui vive, perché vive, ma è inevitabilmente frustrata e confusa.
Com'è possibile che neanche la scienza, l'espressione più elevata dell'intelletto umano, riesca a dare certezza all'uomo nella forma di conoscenza perfetta?
La risposta a questa domanda viene nuovamente dalle parole di Srila Bhaktivinoda Thakura:
"La scienza di questo mondo è scienza nata dalla Tua energia illusoria (maya). Essa ostacola il servizio di devozione e trasforma l'anima eterna in un somaro, incoraggiando la sua infatuazione per questo mondo temporaneo."
"Ecco qui un tale somaro, il quale così a lungo ha trasportato sul proprio dorso il fardello dell'esistenza materiale. Ora, nella mia vecchiaia, mancandomi la forza di provare gioia, nulla mi dà piacere."
La scienza di questo mondo è scienza materiale. Essa non riesce a superare i limiti di questa energia materiale, la quale costringe l'anima in una condizione d'illusione. Non basta conoscere la materia per rispondere alle domande dell'uomo perché la conoscenza materiale non ci parla dell'anima spirituale, la nostra vera identità, ma soltanto della copertura esterna e mutevole chiamata corpo e di ciò che circonda il corpo. E noi rimaniamo infatuati dal corpo. Scambiando questo corpo per la sua vera identità, l'anima crede di conoscere il suo vero nome, la sua vera natura, il vero traguardo della sua esistenza, ma in realtà conosce solo il nome e la nazionalità del corpo, la natura del corpo e il traguardo del corpo, cioè esistere il più a lungo possibile per cercare di essere felici in questo mondo, e questa presunta conoscenza non genera altro che confusione e ignoranza.
Un chirurgo, ad esempio, può operare molti pazienti nel corso della giornata, aprire addomi, toraci o teste, tagliare e cucire gli organi interni, le ossa o la pelle; in quei momenti non prova naturalmente alcun desiderio di godere sensualmente toccando gli intestini, il cervello o i polmoni insanguinati. La sera quando ritorna a casa però, e va a letto con la sua giovane moglie, dimentica cosa c'è nel corpo e accarezza con desiderio la stessa pelle, palpa gli stessi organi e stringe le stesse ossa. La sua cognizione del corpo è cambiata, non è più la stessa. Egli è spinto ad essere attratto, disgustato o indifferente, cioè ad assumere diversi atteggiamenti nei confronti del corpo, da qualcosa che sfugge al suo controllo. Perciò la sua conoscenza non è stabile ma mutevole e confusa.
Le Scritture Vediche e i grandi saggi e santi del passato ci informano che la conoscenza materiale ha il potere di confonderci, perché è un'energia del Signore Supremo e la sua funzione è quella di soddisfare il desiderio delle
anime di essere felici nell'ignoranza della loro vera natura.
La vera natura degli esseri viventi è spirituale, ma quando si rigetta questa natura, Krsna, attraverso la sua energia materiale (maya), ci dà l'illusione di conoscere. E l'essere vivente diventa un somaro, una bestia da soma che trasporta incessantemente il fardello della propria cosiddetta conoscenza che è in realtà ignoranza. Nell'ultima fase della vita questa ignoranza si fa più acuta: è la vana, disperata ricerca di trattenere ciò che il tempo sta inesorabilmente portandosi via. In queste circostanze la conoscenza materiale non è più di nessun aiuto.
I sensi e la mente, gli strumenti attraverso i quali l'essere vivente credeva di conoscere e godere, sono ormai pressoché inutili, e la gioia è solo il nebuloso ricordo di pochi e fittizi momenti del passato, immersi nel dolore del presente. Bhaktivinoda Thakura così descrive questa condizione:
"La vita ormai è diventata agonia, il mio sapere si è dimostrato privo di valore e l'ignoranza ha penetrato il mio cuore con il dolore intollerabile e bruciante di una freccia acuminata."
"O Signore, non cerco altro tesoro in questo mondo che i Tuoi piedi di loto. Bhaktivinoda abbandona ogni cosa e fa di essi la somma e la sostanza della propria vita."
La coscienza di Krsna è il traguardo della vita umana. Essa significa conoscenza eterna della nostra posizione di frammenti della Verità Assoluta e conoscenza diretta del carattere supremo della verità: Krsna. Raggiunto questo livello di conoscenza, qualsiasi altro fine nella vita e il mezzo conoscitivo che lo accompagna si manifestano come prodotti dell'ignoranza: ignoranza della nostra vera identità e di quella della Verità Assoluta.
Quando un bambino cresce e diventa uomo, i valori che si sforzava di raggiungere, o per cui combatteva con i propri coetanei, così come i mezzi che adottava, rivelano la loro inadeguatezza nel soddisfare le sue reali esigenze. Si illudeva di conoscere cosa significa veramente la vita. Ora da adulto capisce realmente come stanno le cose. Allo stesso modo l'anima la cui coscienza ritrova la maturità spirituale abbandona i tentativi di conoscere sé stessa nella materia e accetta la conoscenza dalla fonte originale dell'esistenza: Krsna.
Personalità come Bhaktivinoda Thakura sono anime libere dall'ignoranza che soffoca gli esseri condizionati, ma come il maestro di scuola che pur sapendo perfettamente leggere e scrivere prende la matita e scrive A B C per insegnare agli alunni, le anime pure prendono su di sé i problemi della gente di questo mondo per insegnarci, con le loro preghiere e il loro servizio devozionale, come liberarci e tornare ai piedi di loto di Krsna.
Il Movimento per la Coscienza di Krsna vuole offrire a tutti l'opportunità di conoscere realmente, attraverso le informazioni presenti nelle Scritture rivelate e le realizzazioni che le persone sante ci hanno lasciato, il supremo fine della vita, Krsna, e i mezzi per raggiungerLo.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Il Sogno Notturno e Quello Diurno

Conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e uno studente universitario  Los Angeles  Gennaio 1974

Studente: Nei vostri libri dite che questo mondo è come un sogno.
Srila Prabhupada: Sì. E' un sogno.
Studente: In che senso è un sogno?
Srila Prabhupada: Ad esempio, la notte scorsa tu hai fatto dei sogni che ora però non hanno alcun valore. Sono andati via. E di nuovo stanotte quando dormirai, dimenticherai tutte queste cose e sognerai. Non ricorderai stanotte mentre sognerai che: "Ho la mia casa, ho una moglie." Dimenticherai tutto. Quindi questo è un sogno.
Studente: E' vero o non è vero?
Srila Prabhupada: Come potrebbe essere vero? Di notte tu lo dimentichi. Ti ricordi mentre dormi di avere una moglie e che stai dormendo in un letto? Quando sei andato a tremila miglia di distanza e hai visto qualcosa di totalmente diverso nel tuo sogno, ricordi che hai un posto dove vivere?
Studente: No.
Srila Prabhupada: Quindi questo è un sogno. Stanotte ciò che vedi adesso sarà solo un sogno proprio come quello che hai visto la notte scorsa. Ora ti rendi conto che quello era solo un sogno. Quindi entrambi sono sogni. Tu sei soltanto un turista. Tu vedi dei sogni. Tu, anima spirituale, sei reale. Ma il tuo corpo materiale e tutto ciò di materiale che ti circonda e che tu vedi sono solo sogni.
Studente: Ma io ho l'impressione che questa esperienza sia reale e che il mio sogno non lo sia. Qual è la differenza...
Srila Prabhupada: No. Quest'esperienza è completamente irreale. Come potrebbe essere vera? Se fosse vera come potresti dimenticarla di notte? Come potresti dimenticarla se fosse vera? Di notte tu ti ricordi di tutto questo?
Studente: No, non lo ricordo.
Srila Prabhupada: Allora  come può essere vero? Proprio come tu non ricordi il sogno della notte scorsa e lo chiami quindi "sogno", allo stesso modo quest'esperienza  poiché di notte la dimentichi  è solo un sogno...
Studente: Ma ho l'impres...
Srila Prabhupada: Questo è un sogno diurno e quello è un sogno notturno. E' tutto qui. Quando sogni di notte, percepisci quel sogno come realtà. Pensi sia vero. E' un sogno ma tu piangi: "C'è una tigre! Tigre! Tigre!" Dov'è la tigre? Ma tu la vedi realmente  una tigre. "Sto per essere ucciso da una tigre." Ma dov'è la tigre?... Oppure sogni di abbracciare una splendida ragazza. Dov'è quella splendida ragazza? E in realtà sta veramente accadendo.
Studente: Sta veramente accadendo?
Srila Prabhupada: In un certo senso sta accadendo perché c'è un'emissione di seme. Emissione notturna. Ma dov'è la ragazza? Non è un sogno? Allo stesso modo anche questa pseudoreale esperienza di vita è un sogno. Tu hai l'impressione di un qualcosa di reale ma è un sogno. Perciò viene chiamata maya-sukhaya, felicità illusoria. La tua felicità notturna e quella diurna sono la stessa cosa. Di notte tu sogni di abbracciare una bella ragazza che non c'è. E nello stesso modo di giorno, qualsiasi "avanzamento" tu faccia non esiste. Mayasukhaya: stai sognando "Questa soluzione mi renderà felice", oppure "Quella soluzione mi renderà felice", ma la soluzione in questione è solo un sogno. Tu prendi questo sogno per realtà perché dura a lungo. Di notte il sogno dura solo mezz'ora. Ma questo sogno diurno dura dodici o più ore. Questa è la differenza. Questo è un sogno di 12 ore e quello è un sogno di mezz'ora, ma in realtà entrambi sono sogni. Ma siccome uno dura 12 ore lo consideri reale. Questa si chiama illusione.
Studente: Illusione.
Srila Prabhupada: Sì. Tu fai differenza tra te stesso e un animale, ma dimentichi che proprio come l'animale morirà anche tu morirai. Dov'è allora il tuo progresso? Vivrai per sempre? Anche tu morirai. Come puoi credere di essere più evoluto dell'animale? Questo è ciò che affermano le Scritture Vediche. Aharanidrabhaya-maithunam cal samanam etat pasubhir naranam: mangiare, dormire, riprodursi e difendersi sono le attività degli animali e voi fate lo stesso. In che cosa quindi vi distinguete dagli animali? Voi morirete e moriranno gli animali. Ma se dite: "Io morirò fra cent'anni e questa formica morirà tra un'ora", ciò non significa che ciò in effetti sia vero. E' un problema di tempo. Oppure prendi ad esempio questo immenso universo: sarà distrutto. Come il tuo corpo sarà distrutto anche questo universo sarà distrutto. Annientato. Dissolto. E' una legge naturale, ogni cosa, si dissolverà. Quindi è un sogno. E' solo un sogno di lunga durata. Niente altro. Ma il vantaggio di avere questo corpo umano è che in questo sogno, si può comprendere la realtà. Dio. Questo è il vantaggio. Se quindi non si trae vantaggio da questo sogno, si perderà tutto.
Studente: Quindi io sarei mezzo addormentato?
Srila Prabhupada: Sì. Questa è la situazione. Per questa ragione le Scritture Vediche dicono uttistha: "Alzati! Alzati! Alzati!" Jagrata: "Svegliati!" Prapya varan nibodhata: "Ora hai l'occasione, approfittane". Tamasi ma jyotir gama: "Non rimanere nelle tenebre, vieni alla luce". Queste sono gli insegnamenti Vedici. E noi insegniamo le stesse cose. "La realtà è qui  è Krsna. Non rimanete in questo posto oscuro. Venite a questa coscienza elevata."











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Libri

SRIMADBHAGAVATAM

Primo Canto: "La Creazione"

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.



CAPITOLO DUE

La divinità e il servizio di devozione

Ogni essere possiede una forma eterna sul piano spirituale, e Krsna è per tutti l'eterno oggetto di attrazione. Krsna è il tutto completo e ogni cosa è parte integrante della Sua persona. La parte serve il tutto e il tutto ne accetta i servizi. Questa è la relazione che unisce ogni essere a Krsna, una relazione trascendentale, completamente diversa da tutte quelle che conosciamo sul piano materiale. Questa unione attraverso il servizio costituisce la forma di relazione più soave e più profonda a livello spirituale, come si realizza progredendo sul sentiero della devozione. Anche nello stato condizionato dell'esistenza materiale tutti dovrebbero impegnarsi nel trascendentale servizio d'amore al Signore per trovare a poco a poco il vero senso della vita e la piena soddisfazione.



VERSO 7


vasudeve bhagavati
bhaktiyogah prayojitah
janayaty asu vairagyam
jnanam ca yad ahaitukam

vasudeve: a Krsna; bhagavati: alla Persona Suprema, Dio; bhaktiyogah: il servizio di devozione; prayojitah: essendo applicato; janayati: produce; asu: molto presto; vairagyam:
distacco; jnanam: conoscenza; ca: e; yat: ciò che; ahaitukam: incondizionato.



TRADUZIONE

Chi serve il Signore Supremo, Sri Krsna, con amore e devozione, acquisisce subito, per la Sua grazia, la conoscenza e il distacco.



SPIEGAZIONE

Coloro che vedono nel servizio di devozione al Signore Supremo, Sri Krsna, l'espressione di una emotività più o meno materiale potrebbero obiettare che le Scritture raccomandano altre vie di realizzazione spirituale: quella del sacrificio, della carità, dell'austerità, della conoscenza, dei poteri mistici, e così via. Secondo loro, la bhakti, o servizio di devozione al Signore, è riservata a coloro che si mostrano incapaci di praticare un metodo superiore. Si sente dire che la via della bhakti sia più adatta alle donne, ai sudra e ai vaisya, la cui intelligenza è meno acuta. Ma in realtà non è così. La pratica della bhakti, la più elevata di tutte le attività trascendentali, è sublime e contemporaneamente facile. E' sublime per i puri devoti, che sono seriamente desiderosi di entrare in contatto con il Signore Supremo, e facile per i neofiti, che si trovano ancora sulla soglia dell'edificio della bhakti. Entrare a contatto con la Persona Suprema, Sri Krsna, è una grande scienza, aperta a tutti—sudra, vaisya, donne, inclusi gli esseri considerati di bassa nascita e inferiori perfino ai sudra. A maggior ragione converrà agli uomini particolarmente elevati, brahmana qualificati o grandi re santi e realizzati. Le nobili pratiche del sacrificio, della carità, delle austerità, ecc. rappresentano altrettanti corollari alla pura scienza della bhakti.
I princìpi della conoscenza e del distacco costituiscono due importanti fattori sul sentiero della realizzazione spirituale. Lo sviluppo della spiritualità comporta una conoscenza perfetta di tutte le cose materiali e spirituali, e il risultato di questa conoscenza si manifesta col distacco dal mondo materiale e con l'attaccamento alle attività spirituali. In realtà, distaccarsi dalle cose materiali non significa smettere ogni attività, come pensano gli ignoranti. Il naiskarma consiste piuttosto nel rinunciare a ogni attività che generi conseguenze materiali, buone o cattive. La negazione non implica la negazione di ogni punto di vista positivo. Il rifiuto del nonessenziale non implica il rifiuto dell'essenziale. Similmente, il distacco dalle forme materiali non implica la negazione della forma positiva, che la bhakti ha come obiettivo di realizzazione. Quando si realizza questa forma positiva automaticamente viene rifiutata ogni forma negativa. Perciò con lo sviluppo della bhakti— impegno positivo al servizio della forma positiva—ci si distacca naturalmente dagli oggetti inferiori per attaccarsi ai valori superiori. Così, la pratica della bhakti, occupazione suprema, sottrae l'essere vivente agli effimeri piaceri dei sensi. Ed è questa la caratteristica del puro devoto. Egli non è uno sciocco e non si lascia imprigionare a livello di energie inferiori, né si attacca a valori materiali. Non si può acquisire questa conoscenza con qualche sterile ragionamento perché solo la grazia dell'Onnipotente la rende accessibile. In conclusione, il puro devoto possiede tutte le buone qualità, come la conoscenza e il distacco, ma colui che possiede soltanto la conoscenza o il distacco non possiede necessariamente i principi della bhakti. La bhakti costituisce dunque la suprema occupazione dell'uomo.



VERSO 8


dharmah svanusthitah pumsam
visvaksenakathasu yah
notpadayed yadi ratim
srama eva hi kevalam

dharmah: occupazione; svanusthitah: svolta secondo la propria posizione; pumsam: degli uomini; visvaksena: il Signore Supremo, o la Sua emanazione plenaria; kathasu: nel messaggio di; yah: ciò che; na: non; utpadayet: produce; yadi: se; ratim: attrazione; sramah: sforzo inutile; eva: soltanto; hi: certamente; kevalam: interamente.



TRADUZIONE

Le occupazioni che ogni uomo svolge secondo la propria posizione sono sforzi inutili se non suscitano attrazione per il messaggio del Signore Supremo.



SPIEGAZIONE

Secondo le diverse concezioni che l'uomo ha della vita esistono differenti occupazioni. Il materialista ostinato, per esempio, non vede più in là del corpo materiale grossolano; per lui esiste solo ciò che i suoi sensi possono percepire. Le sue occupazioni si limitano alla sfera dell'egoismo nella forma convergente o divergente. L'egoismo convergente è accentrato sul corpo e si riscontra più spesso nel regno animale. L'egoismo divergente si manifesta invece tra gli uomini e si estende alla famiglia, alla comunità, alla provincia, al paese, alla nazione, e talvolta al mondo intero, e mira solo al benessere del corpo grossolano. Più elevati dei bassi materialisti sono gli speculatori mentali, che vagano sul piano della mente. La loro occupazione è quella di scrivere poesie, di filosofare o propagare qualche dottrina dell'"ismo", sempre con lo scopo di soddisfare in modo egoistico il corpo e la mente. Ma al di là del corpo e della mente c'è l'anima spirituale, assopita, senza la quale tutte le attività del corpo e della mente sono nulle. Sfortunatamente, gli uomini di scarsa intelligenza ignorano tutto dell'anima, delle sue esigenze, della sua superiorità sul corpo e sulla mente, perciò non trovano mai soddisfazione nelle loro attività. Sorge quindi la questione sulla soddisfazione del sé reale. Il sé si trova al di là del corpo grossolano e della mente sottile. E' il potente principio attivo del corpo e della mente. Se l'uomo ignora le esigenze dell'anima assopita non può trovare la vera felicità, nonostante tutti gli sforzi per soddisfare il corpo e la mente, che costituiscono solo gli involucri esterni e superflui dell'anima spirituale. Sono dunque le necessità dell'anima che si devono soddisfare. Non si può soddisfare un uccello prigioniero semplicemente lustrando la sua gabbia. E' necessario conoscere le vere necessità dell'uccello.
Il vero bisogno dell'anima condizionata è quello di uscire dalla sfera limitata della schiavitù materiale, e soddisfare il suo desiderio di libertà totale. L'anima vuol varcare i confini dell'universo per vedere la libera luce e l'elemento spirituale. Questa libertà completa si trova quando s'incontra il Tutto spirituale completo, il Signore Supremo. In tutti gli esseri dorme
un puro affetto per Dio; l'esistenza materiale che si manifesta attraverso il corpo e la mente, deriva dal fatto che l'amore per Dio si è pervertito spostandosi sulla materia grossolana e sottile. Dobbiamo dunque impegnarci in attività che risveglino la nostra coscienza divina. Ciò è possibile solo ascoltando e cantando le attività divine del Signore Supremo, e questo verso aggiunge che ogni occupazione che non aiuti a sviluppare un attaccamento per l'ascolto e il canto del sublime messaggio di Dio è una semplice perdita di tempo. Nessun'altra occupazione (a qualsiasi "ismo" appartenga) può dare la liberazione all'anima. Anche gli sforzi di colui che ricerca la salvezza sono considerati inutili, perché egli non riuscirà a cogliere la sorgente di tutta la libertà. Il basso materialista dovrebbe avere sufficiente buon senso per capire che i guadagni materiali che può acquisire in questa vita o nella prossima saranno sempre limitati dal tempo e dallo spazio. Anche se giunge fino a Svargaloka, il sistema planetario più evoluto dell'universo materiale, non vi troverà un rifugio permanente per la sua anima assetata di felicità. Egli potrà soddisfarla soltanto col metodo scientifico e perfetto del puro servizio di devozione.



VERSO 9


dharmasya hy apavargyasya
nartho 'rthayopakalpate
narthasya dharmaikantasya
kamo labhaya hi smrtah

dharmasya: occupazione; hi: certamente; apavargyasya: diretta alla liberazione finale; na: non; arthah: fine; arthaya: per i benefici materiali; upakalpate: è destinata a; na: neppure; arthasya: dei guadagni materiali; dharmaekaantasya: per colui che è impegnato nell'occupazione ultima; kamah: piacere dei sensi; labhaya: acquisizione di; hi: esattamente; smrtah: è descritta dai grandi saggi.



TRADUZIONE

Tutte le occupazioni dell'uomo devono avere come fine ultimo la liberazione, nessuna deve essere svolta per qualche guadagno materiale. Inoltre, secondo i saggi, chi s'impegna nell'occupazione ultima, il servizio supremo, non deve mai usare il guadagno materiale per la soddisfazione dei sensi.



SPIEGAZIONE

Abbiamo già spiegato che il puro servizio di devozione al Signore è automaticamente seguito dalla conoscenza perfetta e dal distacco dall'esistenza materiale. Ma alcuni pensano che tutte le occupazioni, comprese le attività religiose, debbano essere svolte per ottenere guadagni materiali. E' infatti tendenza generale degli uomini comuni, in ogni parte del mondo, aspettarsi qualche ricompensa materiale in cambio delle loro occupazioni, anche a livello religioso. Anche i Veda promettono allettanti benefici materiali in cambio di atti pii, e la maggior parte degli uomini si lascia attrarre da queste promesse. Perché i cosiddetti uomini pii si lasciano attrarre dai guadagni materiali? Perché questi guadagni servono ad appagare alcuni desideri, procurando così una certa soddisfazione ai sensi. Questo meccanismo che mette in moto l'attività materiale include la cosiddetta religiosità, seguita dall'acquisizione di benefici materiali, seguita a sua volta dall'appagamento di desideri materiali. Questa soddisfazione dei sensi è lo scopo a cui mirano tutti gli uomini "indaffarati" di questo mondo. Ma l'affermazione di Suta Gosvami in questo sloka, che contiene la sentenza dello SrimadBhagavatam, rende totalmente nullo questo modo di agire.
Non si dovrebbe svolgere un servizio o un'occupazione al solo fine di trarne guadagni materiali, né si dovrebbero usare i guadagni materiali per appagare i nostri sensi. Il verso seguente insegna come si devono usare i guadagni materiali.



VERSO 10


kamasya nendriyapritir
labho jiveta yavata
jivasya tattvajijnasa
nartho yas ceha karmabhih

kamasya: dei desideri; na: non; indriya: i sensi; pritih: soddisfazione; labhah: guadagno jiveta: mantenimento di se stessi; yavata: nella misura in cui; jivasya: dell'essere vivente; tattva: la Verità Assoluta; jijnasa: domande; na: non; arthah: fine; yah ca iha: qualunque altra cosa; karmabhih: con le occupazioni.



TRADUZIONE

Il nostro desiderio non dev'essere quello di vivere per soddisfare i sensi, ma solo quello di condurre una vita sana, sufficiente al proprio sostentamento, perché la forma umana deve guidare alla ricerca della Verità Assoluta. E questo dovrebbe essere l'unico obiettivo di ogni azione.



SPIEGAZIONE

Le società materialistiche, completamente confuse, sono dirette, a torto, verso l'appagamento dei sensi. A tutti i livelli, si tratti di politica, di servizi sociali, di attività filantropiche, altruistiche, religiose o mistiche, si ritrova, sempre più marcata, la stessa nota del godimento dei sensi. Sul piano politico i dirigenti lottano tra loro per soddisfare ciascuno i propri desideri personali. Gli elettori favoriscono questo o quel candidato solo in funzione delle sue promesse di agevolazioni materiali, ma appena provano qualche insoddisfazione nell'ambito del godimento dei sensi spodestano i loro capi politici. E poiché l'insoddisfazione è frequente, le agitazioni politiche si accumulano. In tutti i settori si ripete la stessa cosa. Nessuno si impegna a risolvere i veri problemi dell'esistenza. Anche coloro che desiderano essere liberati e aspirano a fondersi con l'Assoluto, commettendo così un suicidio spirituale, agiscono per la soddisfazione dei loro sensi. Al contrario, lo Srimad-Bhagavatam insegna che non si deve vivere per il piacere dei sensi. Bisogna soddisfare i sensi solo nella misura necessaria al mantenimento del corpo. Poiché il corpo è costituito dai sensi, che richiedono un certo appagamento, sono state stabilite delle norme per soddisfare i sensi in modo regolato. I sensi non devono mai essere abbandonati senza freno al piacere. Per esempio, il matrimonio, l'unione di un uomo e di una donna, è necessario alla procreazione, ma non deve mai avere come scopo il piacere dei sensi. Quando scompaiono le restrizioni volontarie si fa propaganda in favore del controllo delle nascite; ma gli sciocchi ignorano che il controllo delle nascite avviene spontaneamente quando ci si dedica alla ricerca della Verità Assoluta. Infatti, gli studenti sempre assorti in questa ricerca non si lasciano mai affascinare dai vani piaceri dei sensi. In ogni campo dell'esistenza, dunque, il fine ultimo dev'essere quello di ricercare la Verità Assoluta. Questo genere di occupazione darà la felicità a tutti, perché l'uomo sarà meno assorto nei diversi modi di soddisfare i sensi. Il verso seguente spiegherà che cos'è la Verità Assoluta.



VERSO 11


vadanti tat tattvavidas
tattvam yaj jnanam advayam
brahmeti paramatmeti
bhagavan iti sabdyate

vadanti: essi dicono; tat: ciò; tattvavidhah: le anime erudite; tattvam: la Verità Assoluta; yat: che; jnanam: conoscenza; advayam: non dualistica; brahma iti: conosciuta come Brahman; paramatma iti: conosciuta come Paramatma; bhagavan iti: conosciuta come Bhagavan; sabdyate: così inteso.



TRADUZIONE

I saggi trascendentalisti che conoscono la Verità Assoluta chiamano questa sostanza unica, al di là di ogni dualità, con il nome di Brahman, Paramatma o Bhagavan.



SPIEGAZIONE

La Verità Assoluta è contemporaneamente soggetto e oggetto perché in Essa non c'è alcuna differenza qualitativa. Perciò, Brahman, Paramatma e Bhagavan sono uguali sul piano qualitativo. Questa sostanza unica è realizzata come Brahman impersonale da coloro che studiano le Upanisad, come Paramatma "localizzato" dagli hiranyagarbha o yogi, come Bhagavan dai devoti. Bhagavan, la Persona Suprema, il Signore Sovrano, rappresenta l'aspetto supremo della Verità Assoluta. Il Paramatma è la manifestazione parziale del Signore Supremo, mentre il Brahman impersonale è lo sfolgorio irradiante del Suo corpo, come i raggi che emanano dal corpo del dio del sole. Gli studenti di minore intelligenza sostengono talvolta la superiorità di un aspetto della Verità Assoluta—quello che essi hanno realizzato—sugli altri, ma coloro che hanno una perfetta visione della Verità Assoluta sanno che i Suoi tre aspetti non sono che diverse prospettive dell'unica sostanza, vista da diverse angolazioni.
Come si è visto nel primo sloka del primo capitolo, la Verità Suprema è sufficiente in Se stessa, possiede la conoscenza perfetta ed è libera da ogni illusione generata dal concetto della relatività. Nel mondo del relativo ciò che conosce è differente da ciò che è conosciuto, mentre sul piano della Verità Assoluta non c'è alcuna differenza. Nel mondo del relativo, chi conosce è l'anima spirituale vivente, o energia superiore, e ciò che è conosciuto è la materia inerte, o energia inferiore. C'è dunque dualità tra l'energia inferiore e l'energia superiore. Nel regno assoluto, invece, conoscente e conosciuto appartengono entrambi all'energia superiore. Tre forme di energia emanano dalla sorgente suprema. Tra l'energia e la sua sorgente non esistono differenze fondamentali, tuttavia si distinguono differenti qualità di energie. Il regno assoluto e gli esseri viventi appartengono all'energia superiore, mentre il mondo materiale è costituito di energia inferiore. Quando l'essere vivente viene a contatto con l'energia inferiore, cade sotto l'illusione e crede così di appartenere all'energia inferiore; da ciò deriva il concetto di relatività nel mondo materiale. Ma nell'Assoluto non esiste nessun senso di diversità conoscente e conosciuto, perciò là tutto è assoluto.



VERSO 12


tac chraddadhana munayo
jnanavairagyayuktaya
pasyanty atmani catmanam
bhaktya srutagrhitaya

tat: ciò; sraddadhanah: coloro che s'informano seriamente; munayah: i saggi; jnana: conoscenza; vairagya: distacco; (continua nel prossimo numero)















Luoghi Sacri

GURUVAYUR

Dove il cielo incontra la terra

Processioni grandiose in una straordinaria atmosfera di devozione attirano folle di pellegrini in un antico tempio nell'India del sud

di JAGATGURU SWAMI

A Guruvayur, per il piacere di Sri Krsna, si svolge una processione ogni sera. La Divinità di Sri Krsna nella Sua forma di Narayana a quattro braccia cavalca, nel Suo trono dorato, un elefante ingioiellato.

Molti fattori contribuiscono alla popolarità dei principali templi dell'India. Sri Rangam, situato sulle sponde del fiume Kaveri, è popolare perché è molto antico. Badarinatha, sull'Himalaya, è famoso per la sua posizione geografica. Konark, il tempio del sole nell'Orissa, è noto per la sua particolare architettura e Vyenkatesvara, nella città collinare di Tirumala nell'India del sud, deve molta della sua fama perché si crede che le Sue Divinità esaudiscano i desideri dei Loro devoti. Tutti questi fattori si combinano a Guruvayur, nello stato del Kerala, nell'India del sud. Guruvayur è uno dei templi più incantevoli e gloriosi di tutta l'India.
A Guruvayur non ci sono né cinema, né rivendite di liquori, né night club. Guruvayur è una città santa dove la gente si reca per fare avanzamento spirituale.
Immersi in un'atmosfera di devozione a Krsna, i visitatori sentono immediatamente di aver trasceso questo mondo materiale per il mondo divino.
Molto appropriatamente Guruvayur è nota come Bhuloka Vaikuntha: luogo in cui il paradiso s'incontra con la terra.
Una visita a Guruvayur, molto comune per i devoti indiani, è qualcosa che pochi occidentali hanno sperimentato. E' incredibile la quantità di devoti che si recano quotidianamente a venerare Krsna. La fede dei pellegrini che visitano Guruvayur trova espressione nei loro volti fervidi e sinceri. Quando entrano nel tempio, seduti nei grandi corridoi al di fuori della camera della Divinità, i pellegrini ascoltano i sacerdoti raccontare i molti miracoli compiutisi a Guruvayur. Con le mani giunte per timore reverenziale, i devoti pregano di poter anch'essi ricevere le benedizioni di Sri Krsna.
Il programma del tempio inizia alle 3 del mattino con il darsana (visita alla Divinità) seguito dall'abhiseka (bagno della Divinità) e continua fino alle 10 di sera ora in cui la Divinità si riposa per la notte.
Durante la giornata l'adorazione elaborata alla Divinità di Sri Krsna impegna i sacerdoti del tempio e le migliaia di visitatori in attività coscienti di Krsna. Al suono della musica e dei canti, i devoti offrono ogni giorno in regalo alla Divinità centinaia di preparazioni vegetariane, sete colorate e altri sontuosi capi di vestiario, gioielli, ghirlande di fiori e persino elefanti.
Al mattino si celebrano matrimoni, uno dopo l'altro. Le coppie di devoti, sicuri che sposandosi al tempio di Guruvayur si ottengano grandi benedizioni, vi si recano da ogni parte dell'India del sud.
Alla sera, vengono eseguite per il pubblico danze classiche come il Bharata-natyam e il Kathakali.
I danzatori mescolano la danza al teatro per descrivere i passatempi di Sri Krsna. Nell'India del sud, queste danze tradizionali esistono da migliaia di anni e nessuna funzione del tempio è completa senza di esse.
Alla sera si svolge l'avvenimento principale della giornata: la Divinità viene portata in processione con elefanti addobbati con ornamenti d'oro e gioielli.
La bellezza della Divinità e la grandiosità degli elefanti attirano ogni sera migliaia di pellegrini desiderosi di assistere alla processione. Prima dell'arrivo della Divinità vengono fatti preparativi molto elaborati. Poi, quando la folla entusiasta si ferma in attesa, un devoto soffia tre volte in una conchiglia. I sacerdoti arrivano velocemente dalla camera della Divinità trasportando Sri Krsna su di un trono d'oro che viene caricato sul primo elefante.
Circondata dai sacerdoti che reggono ombrelli multicolori e diversi ventagli, dai musicisti che suonano tamburi, cembali, gong e trombe e da devoti entusiasti che cantano i nomi del Signore, la Divinità viene trasportata intorno al perimetro del tempio, illuminata da diecimila lampade ad olio.
Dopo circa un'ora, quando il giro attorno al tempio è stato completato, gli elefanti ritornano al punto di partenza e restano immobili fino a quando la Divinità non viene rimossa dal trono d'oro e riportata nella Sua camera. Sono circa le 10.00 di sera e il tempio viene chiuso per la notte.
Siccome la processione con gli elefanti si svolge tutte le sere dell'anno, il tempio di Guruvayur possiede un allevamento di elefanti di cui 36 vengono addestrati alle funzioni della cerimonia. Nella storia del tempio parecchi elefanti si sono distinti come elefanti speciali. Uno dei più famosi era Kesava, noto anche come Gajaraja, "il re degli elefanti". La devozione unica di Kesava al suo servizio a Guruvayur non sarà facilmente dimenticata. Quando Kesava diventò il capo branco degli elefanti del tempio, non tollerò più che un altro elefante potesse trasportare la Divinità. Una volta, quando venne selezionato un altro elefante, Kesava si infuriò talmente che attaccò l'altro elefante e lo scacciò via. Quando Kesava trasportava la Divinità, dimostrava grande passione nello svolgere il suo servizio tirando le catene che legavano le sue zampe. Kesava servì Sri Krsna a Guruvayur per più di cinquanta anni. Nel corso di un festival si ammalò proprio al momento della processione della Divinità. Quando il suo immenso corpo iniziò a tremare, fu tolto dalla processione e portato in una stalla vicina dove digiunò per tutta la notte. La sera successiva, quando la conchiglia risuonò per annunciare l'apparizione della Divinità, Kesava cadde steso davanti al tempio e tra migliaia di devoti che cantavano e suonavano strumenti musicali, la sua anima lasciò il corpo per raggiungere l'eterno regno di Vaikuntha.
Quando i pellegrini arrivano a Guruvayur ricordano Kesava vedendo le sue zanne e il suo ritratto esposti sull'ingresso principale della camera della Divinità. In tutta la città molti negozi vendono ritratti a colori di Kesava.
A Guruvayur, durante i giorni dei grandi festival o nei momenti che procedono la processione della sera, quando migliaia di lampade ad olio vengono accese o quando si ascolta la storia di Kesava, il re degli elefanti, i pellegrini sentono crescere naturalmente in loro il desiderio di glorificare Dio, la Persona Suprema: Sri Krsna.

figure:
Per preparare la processione della sera un devoto (a destra) accende una della diecimila lampade che illumineranno la strada. Sopra, un regolare flusso di pellegrini entra nel tempio di Guruvayur per offrire gli omaggi alla Divinità. Coppie appena sposate ricevono ghirlande nel corso di uno dei molti matrimoni che vengono celebrati quotidianamente a Guruvayur (in fondo a sinistra). Sotto le zanne del famoso elefante Kesava (a sinistra) i pellegrini attendono di poter entrare nella camera della Divinità.
Un elefante fa il bagno (a sinistra) nell'allevamento degli elefanti del tempio. Giovani danzatori, rappresentano i passatempi di Sri Krsna (sopra a sinistra). Sopra, musicisti e servitori della Divinità guidano la processione quotidiana.
















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L'edizione italiana di RITORNO A KRISHNA, che ha ormai sette mesi, ha già raccolto migliaia di abbonamenti che arrivano in tutte le regioni d'Italia.
Cinquecento anni fa, il Signore Caitanya Mahaprabhu, il più recente avatara di Krsna, predisse che il canto dei santi nomi di Dio "Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare \ Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare" si sarebbe diffuso in ogni città e in ogni villaggio. Ora questa profezia si sta avverando e chi legge questa trascendentale rivista svilupperà senz'altro interesse per la coscienza di Krsna e per il canto dei santi nomi.
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CANTA HARE KRISHNA E SARAI FELICE

Introdotto in Occidente da Srila Prabhupada, il mantra Hare Krishna in poco più di vent'anni è diventato familiare in tutto il mondo, molti l'hanno ascoltato o addirittura cantato. In realtà dietro la danza e il canto dei devoti di Krishna c'è un significato profondo e attuale. La vibrazione trascendentale ottenuta cantando Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare è il metodo sublime per ravvivare la nostra coscienza originale. La coscienza di Krishna non è un'imposizione artificiale sulla mente.
Questa coscienza è l'energia originale e naturale dell'essere vivente. Quando sentiamo questa vibrazione trascendentale, la nostra coscienza si risveglia. Questo facilissimo metodo di meditazione è raccomandato per questa epoca. Anche con l'esperienza pratica si può percepire che cantando questo mahamantra, o grande canto della liberazione, si sente subito un'estasi che proviene dal livello spirituale. Il canto del mantra Hare Krishna si attua sul piano spirituale, perciò questa vibrazione sonora supera tutti gli strati inferiori di coscienza, cioè quella sensuale, quella mentale e quella intellettuale. Quando il mantra è cantato con amore da un puro devoto del Signore ha la massima efficacia su coloro che ascoltano.
Il mantra è composto da tre nomi: Krishna significa "Infinitamente Affascinante", Rama significa "la Fonte inesauribile di ogni gioia" e Hare si riferisce alla potenza devozionale del Signore. Quindi il mahamantra significa: "O Signore infinitamente affascinante, o fonte inesauribile di ogni gioia, o potenza del Signore, Ti prego di impegnarmi a servirTi con devozione."










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