Ritorno a Krishna
rivista del movimento Hare Krishna
volume 1 n. 6
ottobre 1989
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commento dei testi classici dell'india vedica.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana, e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando costantemente in Europa, America, Australia, Africa e Asia, Srila Prabhupada ha strutturato il suo movimento internazionale in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.
RITORNO A KRISHNA
la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada costituì questa Associazione a New York nel 1966, mise per iscritto gli obiettivi che essa si prefiggeva.
1. Diffondere sistematicamente il sapere spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti trascendentali e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri allo scopo di insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti allo scopo di raggiungere i fini sopraelencati.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'Ambrosio (Ali Krsna devi dasi)
REDATTORE CAPO
Haladhara dasa
REDATTORI
Goura Krsna dasa, Gitamrta devi dasi
TRADUZIONI
Prema Cintamani devi dasi, bhaktin Rosanna,
bhaktin Paola
COMPOSIZIONI
Krsna kanti dasa, Lalita devi dasi, Ananga Manjari dasi
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Haladhara dasa, bhaktin Paola
AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa
SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananista devi dasi
PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.
NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".
ABBONAMENTI.
RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a: Bhaktivedanta Book Trust Italia Via Comunale degli Scopeti, 108 50026 San Casciano Val di Pesa FI
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© Bhaktivedanta Book Trust Tutti i diritti riservati
RITORNO A KRISHNA Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
VOL. 1 N. 6 Ottobre 1989
Bhaktivedanta Book Trust Italia
Via Comunale Scopeti, 108 50026
S. Casciano Val di Pesa FI
SELEZIONI E IMPIANTI: La Cromolito Milano
STAMPA: Arti Grafiche F.lli Fiorin S.p.A. Milano
VOL. 1, N°6
COME VEDERE E CONOSCERE DIO
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
spiega come vedere Dio nel proprio cuore.
L'OSSERVATORE VEDICO
La nostra eredità Vedica
LA COLONNA DI ELIODORO
La presenza in occidente dei devoti di Krsna ventidue secoli fa
I dialoghi di Srila Prabhupada
LA NATURA NON COMMETTE ERRORI
LA FESTA DELLA DOMENICA
FORSE AVETE BISOGNO DI UN GURU
Domande alla Harvard Divinity School
Libri
SRIMAD-BHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del grande classico spirituale
scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa,
tradotto e commentato da Sua Divina Grazia Srila Prabhupada
LETTERE AL DIRETTORE
CANTA HARE KRSNA E SARAI FELICE
IN COPERTINA: Le forme divine di Sri Sri Radha Vrajasundara nel tempio dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna nella comunità di Villa Vrindavana a San Casciano in Val di Pesa
COME
VEDERE E
CONOSCERE
DIO
Conferenza tenuta nell'ottobre 1968
presso il Centro Hare Krsna di Seattle da
Sua Divina Grazia
A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
fondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Noi adoriamo Govinda, Dio, la Persona Suprema, la Persona Originale. E questa canzone che adesso stiamo cantando - govindam adipurusam tam aham bhajami arriva fino a Lui. Lui la sta ascoltando. Non potete dire che Lui non la stia ascoltando. Specialmente in quest'epoca scientifica in cui i messaggi radio si diffondono per migliaia e migliaia di miglia in modo tale che voi possiate ascoltarli, è facile comprendere come Govinda, Krsna, possa ascoltare la vostra sincera preghiera.
Proprio come è possibile vedere un'immagine televisiva trasmessa da migliaia e migliaia di miglia di distanza, si può sempre vedere nel proprio cuore Govinda se si possiede la giusta preparazione. Questo è ciò che afferma la Brahmasamhita (5.38): premanjanacchurrita bhaktivilocanena santah sadaiva hrdayesu vilokayanti. C'è una televisione nel cuore; non occorre che compriate un apparecchio televisivo è dentro il vostro cuore. E anche Dio è presente nel vostro cuore. Voi potete vederLo, potete ascoltarLo, potete parlare con Lui, se riparate l'apparecchio. E il modo per ripararlo è la coscienza di Krsna.
Per riparare un televisore c'è bisogno di un tecnico esperto. Similmente, voi avete bisogno dell'aiuto di una persona esperta nella coscienza di Krsna. Solo allora l'apparecchio presente nel vostro cuore funzionerà e sarete in grado di vedere Krsna. Questa è la perfezione dello yoga.
Le Scritture ci insegnano il modo per raggiungere questa perfezione: sadhu-sastraguruvakya cittete kariya aikya. La realizzazione spirituale può essere perfezionata seguendo tre linee parallele: sadhu (persone sante che sono anime realizzate), sastra (Scritture Vediche autorevoli), e guru (il maestro spirituale). Il binario ferroviario è composto da due rotaie parallele; se esse sono in ordine i vagoni arriveranno senza difficoltà alla loro destinazione. Nella coscienza di Krsna ci sono tre linee parallele: l'associazione con persone sante (sadhu), la fede nelle Scritture (sastra) e l'accettare un maestro spirituale autentico (guru). Se metterete il vostro veicolo su queste tre linee parallele, arriverete direttamente a Krsna senza alcun inconveniente.
Nella Bhagavadgita, Krsna, Dio, la Persona Suprema, spiega Se Stesso. Ma immaginiamo che voi diciate: "Come posso credere che Krsna abbia detto queste parole? Qualcuno può averle scritte in nome di Krsna". No. Dato che la Bhagavad-gita è accettata da persone sante, dobbiamo accettarla anche noi. A partire da Vyasadeva e Narada attraverso i numerosi acarya (maestri spirituali) come Ramanujacarya, Madhvacarya, Visnusvami e Sri Caitanya, tutti hanno accettato la Bhagavad-gita dicendo: "Sì. E' enunciata da Dio, Krsna." Quindi questa è la prova dell'autenticità della Bhagavad-gita. I sadhu, persone sante, hanno accettato la Bhagavadgita come Scrittura, quindi è una Scrittura. Questa è la prova.
E' una questione di buonsenso. Quando gli avvocati accettano un libro come codice di giurisprudenza, sappiamo che il libro da loro scelto è un codice autorevole. Non è possibile quindi obiettare: "Perché dovrei accettare questo libro come codice?" Lo testimonia il fatto che gli avvocati l'hanno accettato. Nello stesso modo, quando i medici considerano autorevole un libro, sappiamo che quel libro è un libro di medicina autorevole. Analogamente, poiché le persone sante accettano come Scrittura la Bhagavadgita, non possiamo negare che essa sia una Scrittura. Queste sono quindi le due linee di sadhu e sastra, le persone sante e le Scritture.
E chi può essere considerato guru, maestro spirituale? Colui che segue e spiega le Scritture. Il sadhu conferma le Scritture e il maestro spirituale segue e spiega le Scritture. Quindi sadhu, sastra e guru sono sempre in accordo tra loro.
Ciò che le Scritture enunciano viene accettato dalle persone sante e viene seguìto e spiegato dal maestro spirituale che spiega solo questo. Le Scritture sono la base come in tribunale la base è il codice. Persone sante, Scritture e maestro spirituale: quando seguirete queste tre linee parallele la vostra vita avrà successo.
All'inizio del 7° Capitolo della Bhagavadgita Krsna parla dello yoga. Nei primi sei capitoli ha spiegato la posizione costituzionale dell'essere vivente. Fino a che tale posizione non viene compresa, le vostre attività yoga in relazione a Krsna non potranno in realtà iniziare. Immaginiamo che voi lavoriate in un ufficio. Se il vostro incarico non è stato definito se non sapete quali sono i vostri compiti - non potrete lavorare in modo adeguato. La dattilografa, l'impiegato, il fattorino fanno il proprio lavoro correttamente perché conoscono i loro compiti. Perciò per praticare lo yoga occorre per prima cosa comprendere la posizione costituzionale dell'essere vivente, e ciò viene spiegato nei primi sei capitoli della Bhagavadgita.
Quindi yoga significa comprendere la propria posizione costituzionale e agire in questa posizione. Il primo passo è controllare i sensi (yogam indriyasamyamah). Attualmente tutti sono impegnati nella gratificazione dei sensi. Quando camminate per strada, vedete che tutti sono impegnatissimi. Il negoziante è impegnato, l'automobilista è impegnato, tutti sono impegnatissimi. In che cosa sono impegnati? Se guardate bene di che cosa si stanno occupando, scoprirete che la loro unica occupazione è la gratificazione dei sensi. Solo questo. Tutti sono impegnati nel tentativo di gratificare i propri sensi. Questa è la vita materiale. La vita spirituale, o yoga, significa invece controllare i sensi e comprendere la nostra posizione costituzionale di anime spirituali.
La vita spirituale inizia quando ci si chiede: "Chi sono? Perché sono qui? Perché mi trovo in questa condizione così miserabile? Ci sono dei rimedi?". Quando ci si pongono queste domande la vita spirituale ha inizio. La forma umana ha lo scopo di dare una risposta a questi interrogativi. Gli animali non conoscono nient'altro che la gratificazione dei sensi. Non hanno alcuna capacità di comprendere; la loro coscienza non è sviluppata. Nel parco di Green Lake, per esempio, ci sono molte papere. Non appena qualcuno si avvicina con un po' di cibo, si radunano: "Kaa, Kaa, Kaa, Kaa." Poi, dopo aver mangiato, si accoppiano. Tutto qui. La vita dei gatti e dei cani è la stessa e lo è anche quella umana se non ci chiediamo mai chi siamo. Se si è soltanto guidati dagli stimoli dei sensi, non si è migliori delle papere e dei cani.
Nei primi sei capitoli della Bhagavad-gita Krsna spiega che l'essere vivente è una scintilla spirituale. E' molto difficile capire dove essa si trovi perché è estremamente minuscola. Nessun microscopio può catturarla. Tuttavia essa è presente nel vostro corpo. E' per questa presenza che voi vi muovete, parlate, fate dei progetti tutto ciò che fate è dovuto all'influenza di quella scintilla spirituale.
Noi siamo minute scintille dello Spirito Supremo, proprio come particelle del sole. I raggi del sole sono composti da particelle luminose che unendosi formano la luce del sole. Nello stesso modo, noi siamo particelle di Dio, e per questa ragione abbiamo le Sue stesse inclinazioni - pensare, sentire, volere, creare tutto. Ciò che vedete in voi stessi è presente anche in Dio. Di conseguenza, poiché noi siamo persone, Dio non può essere impersonale. Io possiedo molte inclinazioni, ma in minuscola quantità, e le stesse inclinazioni sono presenti in Krsna, in Dio, in quantità illimitata. Questa è la scienza della coscienza di Krsna.
Noi siamo piccoli e infinitesimali, ciò nonostante abbiamo molte inclinazioni, molti desideri, molti interessi, molta attività mentale. Immaginate soltanto quanto grandi debbano essere i desideri, le attività e l'attività mentale di Dio! Qualitativamente quindi Dio e l'essere vivente sono uno, ma quantitativamente sono differenti. Egli è grande, noi siamo piccoli. Egli è infinito, noi siamo infinitesimali.
Quando le scintille sono presenti nel fuoco ardono con molta facilità, ma quando ne escono si estinguono immediatamente. Analogamente, poiché noi siamo scintille di Krsna, quando ci associamo con Lui, la qualità rischiarante che è in noi si manifesta. Diversamente, siamo praticamente estinti, coperti. La scintilla vivente non può estinguersi. Se potesse, come potremmo manifestare il nostro stato vivente? No, non si estingue; è coperta. Quando il fuoco è coperto, potete sentirne ugualmente il calore, ma non potete vederlo direttamente. Similmente, quando la scintilla spirituale è coperta dal vestito materiale, il corpo, potete vederne gli effetti le vostre attività ma non potete vederla direttamente. Per vedere direttamente la scintilla spirituale, per scoprire la vostra originale natura spirituale, dovete praticare lo yoga.
Nel primo verso del 6° capitolo della Bhagavad-gita, Krsna spiega il metodo dello yoga: mavy asaktamanah partha yogam yunjam madasrayah. Dovete impegnare costantemente la mente pensando a Krsna. Questo è il metodo yoga che noi presentiamo come coscienza di Krsna. E non è molto difficile. Krsna è bello, completamente affascinante, e compie molte attività. La letteratura Vedica è piena delle attività di Krsna. E la Bhagavadgita è piena degli insegnamenti di Krsna. Comprendendo semplicemente che Dio è grande ci si pone in uno stato neutro di comprensione. Bisogna elevarsi molto di più per comprendere quanto Egli sia grande.
Naturalmente non è possibile capire pienamente quanto grande Egli sia perché i nostri sensi sono sempre imperfetti, ma per quanto possibile dobbiamo. Potete ascoltare informazioni sulle attività di Dio, sulla Sua posizione e potete porre le vostre domande e trarne i vostri giudizi. Allora capirete senza alcun dubbio chi è Dio.
Vero yoga è mavy asaktamanah, pensare sempre a Krsna. Alla fine del 6° capitolo della Bhagavadgita Krsna spiega che chi è costantemente assorto nel pensare a Lui è il più grande degli yogi. Nel vostro paese lo yoga è molto popolare ma voi non sapete come sia uno yogi di prima categoria. Krsna dice: yoginam api sarvesam mad-gatenantaratmana", "Tra molte migliaia di yogi, colui che vede sempre la forma la forma di Krsna nel suo cuore è il più grande."
Dovete quindi praticare il sistema di yoga più elevato che Krsna descrive come mavy asaktamanah: "Fa che la tua mente sia legata a Me." La mente è il mezzo per legarsi e generalmente ci leghiamo a una persona un ragazzo, una ragazza e così via. L'attaccamento impersonale è falso. Lo yoga ha inizio quando si lega la mente a Krsna, e culmina nell'amore per Lui. Per esempio (Srila Prabhupada indica un quadro), quel quadro rappresenta Srimati Radharani che ama Krsna e Gli offre una ghirlanda mentre Lui suona il flauto. Potete sempre pensare a questo quadro, sarete allora costantemente in samadhi (estasi dello yoga). Perché cercate di pensare a qualcosa di impersonale, al vuoto? Se cercate di meditare sul vuoto, inizierete pensando a una luce, a un colore così molti pensieri si affacceranno alla vostra mente. La mente deve pensare a qualche forma. Come si può fare a meno della forma? Non è possibile. Perché quindi non concentrare la propria mente sulla forma suprema, Sri Krsna?
Isvarah paramah Krsnah sac-cid-ananda-vigraha. Dio, la Persona Suprema, il Controllore Supremo è Krsna.
L'Osservatore Vedico
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo
a cura di Goura Krsna dasa
IL BEL MONDO NUOVO
Nel 1933 cominciò in Germania la scalata al potere di Adolf Hitler, che sognava uno stato forte nazionalsocialista (nazista) a cui diede il nome di "Reich".
Un anno prima Aldous Huxley, scienziato e filosofo, pubblicò il suo libro "Il mondo nuovo" che ancora oggi attrae gli intellettuali contemporanei dell'ondata postideologica.
Huxley era contrario a uno stato di tipo totalitario, uso a mantenere il controllo politico e sociale dei cittadini con la forza e la repressione. Più il potere si impone con la forza e più i consensi sono fittizi e quindi deboli. Nella sua ipotesi di società futura il potere assoluto e onnicomprensivo dello stato non si perpetua affatto con la forza, ma attraverso un continuo convincimento amorevole e suadente.
In quella società, spiega lo scienziato, tutto è individualità, non si debbono più fare figli: chi nasce, prodotto artificialmente e con il futuro già stabilito, viene curato, educato e cresciuto dallo stato. Ogni adulto ha una sua destinazione lavorativa, tutti i servizi sono efficienti e la medicina, super sviluppata, fa rimanere tutti giovani fino all'istante della morte.
Tutto è predisposto per godere, divertirsi e stare allegri, non ci sarà motivo di crearsi problemi e angosce. Uomini e donne sono uguali, liberi da legami e responsabilità interpersonali, la sessualità ha modo di esprimersi liberamente senza tabù e senza vergogna.
La sovranità incontrastata in questo tipo di società sarà in mano all'Ordine, alla Scienza e all'Igiene.
La Scienza diventerà di fatto la Nuova Religione, sarà l'unica forma di conoscenza e il principio organizzatore della vita e del mondo. Non ci saranno più popoli, etnie, fedi e tradizioni diverse, ma solo individui sempre più standardizzati e materialisti.
Hitler è andato al potere con un uso intelligente della radio e della propaganda. Oggi il controllo collettivo è facilitato dalla televisione e dalla pubblicità dolce, suadente e "onnipervadente".
Sono passati molti anni dall'uscita di questo libro e purtroppo ci stiamo avvicinando al tipo di società descritta da Huxley. Gli individui liberi da lui preannunciati si chiamano oggi "single". Vivono da soli, sono efficienti e si divertono. Nella sola Germania sette milioni di donne vivono "sole".
La frusta con cui far lavorare e produrre, oggi si chiama "tempo libero".
Si lavora cinque giorni (presto diventeranno quattro) per spendere poi tutto nei due successivi. Hobby, vacanze, passatempi e svaghi di ogni genere sono i nuovi rituali del "nuovo mondo" che si sta avvicinando.
L'illimitata affermazione dell'uomo sulla natura sta distruggendo l'ambiente; l'aria, l'acqua e la terra sono inquinati in modo tossico e quasi irreversibile.
La scienza sta perdendo il suo aspetto storico di ricerca del "sapere" per diventare tecnologia al servizio dei gruppi industriali.
Industria vuol dire guadagno, la logica del "profitto" non tiene conto dei valori spirituali e morali. Il materialismo scientifico non ha bisogno della religione, mentre la religione ha bisogno di essere filosofica e scientifica in egual modo.
Recentemente la Chiesa ha annullato l'ingiusta condanna di Galileo e ha reso omaggio alla scienza in un momento storico in cui questa non lo merita affatto. I Veda non sono libri ermetici e sibillini, contengono tutte le informazioni per sviluppare una società civile che non generi effetti "boomerang" come l'inquinamento e che sia in grado di soddisfare le esigenze materiali e spirituali di tutti. Mezzi di comunicazione che stanno trasformando il pianeta in un "villaggio globale" esistono, ma sono spesso gestiti male, perché sono finalizzati alla creazione di un "nuovo mondo" alla Huxley. La società dei consumi avanza e trasforma gli uomini e le donne in compratori che all'occasione possono anche diventare "oggetti" da vendere e da comprare.
Qualche avanguardia afferma da tempo che tutti hanno un prezzo, è solo una questione di zeri. Per favore non fatevi comprare.
Il vero "mondo nuovo" di domani ha bisogno, da adesso, di voi, della vostra coscienza libera e incontaminata.
IL NOME
Da qualche mese scrivo su questo giornale commenti e punti di vista su varie situazioni contemporanee e non.
Il titolo della rubrica è abbastanza chiaro, ma cercherò di spiegarlo meglio. "Vedico" vuol dire che l'osservazione della realtà è fatta da me attraverso gli insegnamenti contenuti appunto nei testi vedici che gentilmente Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ha tradotto dal sanscrito e ha diffuso poi in tutto il mondo. Il mio nome italiano è Giorgio Cerquetti, Goura Krsna dasa è il mio nome spirituale. Dasa vuol dire servitore e Goura Krsna è uno dei nomi dell'ultimo avatara di Krsna: Caitanya Mahaprabhu. Goura vuol dire dorato, questo nome era stato dato a Sri Caitanya proprio perché il colore della Sua carnagione era giallo dorato.
La Nostra Eredità Vedica
LA COLONNA DI ELIODORO
Una scoperta archeologica dimostra che c'erano già devoti occidentali di Krsna ventidue secoli fa.
Eliodoro fu ambasciatore greco in India nel secondo secolo a.C. Sono pochi i particolari noti sulle relazioni diplomatiche tra i Greci e gli Indiani a quell'epoca, e ancor meno si sa di Eliodoro. Ma la colonna da lui eretta, intorno al 113 a.C. 1, a Besnagar, nell'India centrale, è considerata uno dei più importanti reperti archeologici nel subcontinente indiano. L'iscrizione sulla colonna ha un notevole valore storico per il Movimento per la Coscienza di Krsna e per il mondo perché è una prova irrefutabile del fatto che la filosofia della coscienza di Krsna ha esercitato un impatto sugli Occidentali almeno duemiladuecento anni fa. Eliodoro fu inviato alla corte del re Bhagabhadra da Antialkidas, il re greco di Taxila. Il regno di Taxila faceva parte della Battriana, una regione dell'India nordoccidentale che era stata conquistata da Alessandro Magno nel 325 a.C. Al tempo di Antialkidas la zona posta sotto la giurisdizione greca comprendeva gli odierni Afghanistan, Pakistan e Punjab. 2
La colonna eretta da Eliodoro giunse per la prima volta all'attenzione degli Occidentali nel 1877, durante una ricerca archeologica condotta dal generale Alexander Cunningham. L'iscrizione tuttavia passò inosservata a causa dello spesso rivestimento di minio che copriva la colonna. Era costume dei pellegrini che si recavano là, a scopo di culto, spalmare la colonna di vernice vermiglia. La colonna dedusse Cunningham dalla sua forma apparteneva al periodo degli imperatori Gupta 3 (300-550 d.C.). Ventidue anni dopo, invece, quando l'iscrizione fu portata alla luce, diventò chiaro che il monumento era di parecchi secoli più antico. 4
Nel gennaio 1901 un certo signor Lake distinse quelle che giudicò essere alcune lettere impresse sulla parte inferiore della colonna, e la rimozione di una parte della vernice dimostrò che egli aveva ragione. Il dottor J.H. Marshall, che accompagnava il Signor Lake, descrisse la scoperta sul Journal of the Royal Asiatic Society nel 1909. Cunningham, spiegò Marshall, si era sbagliato sull'età della colonna e "difficilmente avrebbe potuto immaginare il valore del documento che così mancò di scoprire... Un'occhiata alle poche lettere portate allo scoperto sarebbe stata sufficiente per capire che la colonna era anteriore di molti secoli all'epoca dei Gupta. Questa fu una vera sorpresa per me, ma una sorpresa ancora maggiore mi attendeva quando si resero leggibili le prime righe dell'iscrizione". 5
Forniamo qui una riproduzione dell'iscrizione, insieme alla translitterazione e alla traduzione dell'antico testo braminico così come comparve sul Journal of the Royal Asiatic Society:
1 Devadevasa Va(sude)vasa Garudadhvajo ayam
2 karito i(a) Heliodorena bhaga-
3 vatena Diyasa putrena Takhasilakena
4 Yonodatena agatena maharajasa
5 Amtalikitasa upa(m)ta samkasamrano
6 Kasiput(r)asa (Bh)agabhadrasa tratarasa
7 vasena (chatu)dasena rajena vadhamanasa
"Questa colonnaGaruda di Vasudeva (Vishnu), il Dio degli Dei, fu qui eretta da Eliodoro, figlio di Dion e abitante della Tassilia, che giunse quale ambasciatore greco dal Grande Re Antialkidas al Re Kasiputra Bhagabhadra, il Salvatore, allora regnante prosperamente nel quattordicesimo anno del suo regno."
1 - Trini amutapadani-(su) anuthitani
2 - nayamti svaga damo chago apramado
"Tre precetti (passi) immortali...quando vengono praticati conducono in paradiso: l'autocontrollo, la carità e la coscienziosità."
Dall'iscrizione risulta chiaro che Eliodoro era un vaisnava, un devoto di Visnu. Vasudeva e Visnu sono entrambi nomi popolari di Krsna, Dio, la Persona Suprema, e l'adesione di Eliodoro ai principi dell'autocontrollo (damo), dell'abnegazione (chago) e della vigilanza (apramado) conferma ulteriormente la sua condizione di devoto di Krsna. Il professor Kunja Govinda Gosvami dell'Università di Calcutta conclude che Eliodoro "conosceva egregiamente i testi riguardanti la religione Bhagavat (Vaisnava)". 6
A quanto ci consta, Eliodoro è il primo occidentale di cui sia stata documentata la conversione al vaisnavismo. Alcuni studiosi, tuttavia, in particolare A.L. Barsham 7 e Thomas Hopkins, sono dell'opinione che Eliodoro non sia stato l'unico greco a convertirsi alla coscienza di Krsna. Hopkins, presidente della sezione di studi religiosi del Franklin and Marshall College, ha affermato: "Eliodoro non è stato probabilmente l'unico straniero a
convertirsi alle pratiche devozionali vaisnava, anche se forse è stato l'unico a erigere una colonna, quantomeno una che esista tuttora . Sicuramente ce ne devono essere stati molti altri". 8
E' interessante notare che la colonna ha altri meriti storici. Alla fine del secolo scorso parecchi indologi (Weber, Macnicol e altri) avevano notato "punti di somiglianza" tra la filosofia vaisnava della pura devozione a Krsna e la dottrina cristiana. Essi avevano espresso la supposizione che la devozione per Krsna dovesse essere una derivazione distorta del cristianesimo, e a sostegno della loro tesi avevano citato analogie esistenti tra alcune storie riferite a Krsna e altre riferite a Cristo. 9
Tuttavia, la scoperta dell'iscrizione sulla colonna di Eliodoro mise a tacere le loro speculazioni. C'era ormai la prova conclusiva che la tradizione vaisnava era anteriore al cristianesimo di almeno duecento anni.
La colonna tolse di mezzo anche un'altra nozione erronea. Per secoli si era generalmente ritenuto che la tradizione ortodossa dell'India non accettasse convertiti. Uno storico islamico, Abhu Raihan Alberuni, che si era recato in India nel 1017 d.C., cercò di spiegare nel suo libro "Indica" perché l'ortodossia indiana non accettasse stranieri. Alberuni avanzò l'idea che la pratica si fosse sviluppata solo dopo l'incursione musulmana in India, successiva al 674 d.C. 10
L'antagonismo tra musulmani e induisti sembra essere la ragione principale atta a giustificare la pratica della nonconversione. Prima della presenza musulmana, invece, per molti secoli non vi erano state preclusioni alle conversioni alla fede ortodossa, come è dimostrato dalla colonna di Eliodoro.
Il vaisnavismo è il sentiero seguito dai componenti dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. I convertiti occidentali sono stati profondamente colpiti, come lo fu Eliodoro, dalla filosofia e dalla pratica del vaisnavismo. Ma, per ironia della sorte, persone disinformate tentano di diffamare il movimento per la coscienza di Krsna e la tradizione, collaudata dal tempo, che essa rappresenta. Queste persone si sforzano di considerare in blocco i devoti del movimento Hare Krsna come affiliati a uno degli effimeri culti dei nostri giorni, molti dei quali hanno notoriamente pratiche e motivazioni discutibili.
Di fronte al precedente storico stabilito da Eliodoro, queste accuse mosse contro i moderni vaisnava risultano chiaramente infondate. La colonna di Eliodoro, eretta in onore di Sri Krsna, è una prova del fatto che la filosofia vaisnava della devozione a Krsna ha avuto seguaci dall'Occidente molto tempo prima della sua recente affermazione come Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
NOTE
1. Survira Jaiswal, The Origin and Development of Vaisnavism (new Delhi, Munshiram Manoharlal, 1980), p. 116
2. A.L. Basham, a cura di, A Cultural History of India (Londra, Clarendon Press, 1974) p. 431
3. Journal of the Royal Asiatic Society (Londra, JRAS, Pub., 1909), pp. 10531054
4. Ibid
5. Ibid, p. 1054
6. Kunja Govinda Gosvami, A Study of Vaisnavism (Calcutta, Oriental Book Agency, 1956), p. 6
7. A.L. Basham, The World That Was India, 3° e. (Oxford, Taplinger Pub., Co. 1967), p. 60
8. Steven J. Gelberg, a cura di, Hare Krsna Hare Krsna (New York, Grove Press, Inc., 1983),
p. 117
9. Jaiswal, Op. cit., p. 2
10. Ahamad H. Dani, Alberuni's India (Lexhore, India, Univ. of Islambad, 1973), p. 37
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
La Natura Non Commette Errori
Conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, il suo discepolo dottor Thoudam Singh e alcuni ospiti tenutasi nel dicembre 1973 a Venice Beech, Los Angeles.
Dott. Singh: Ora gli scienziati hanno creato un particolare settore chiamato gerontologia che studia come prolungare la vita.
Srila Prabhupada: Ciò a cui essi dovrebbero aspirare è l'interruzione delle sofferenze. Immaginiamo che un uomo soffra di molte malattie diverse e che i dottori prolunghino la sua vita. Che beneficio ne trarrà?
Dott. Singh: E' quello che fanno con i trapianti cardiaci.
Srila Prabhupada: E' un'assurdità! Che fermino la morte; questo sarebbe un risultato. Che pongano termine a tutte le malattie: ah, questo sarebbe un risultato. Ma non possono farlo. Perciò la loro ricerca è semplicemente lotta per l'esistenza. Krsna dice nella Bhagavadgita (15.7): "Gli esseri viventi, nel mondo delle condizioni, sono Miei frammenti eterni, essendo condizionati lottano duramente contro i sei sensi, tra cui la mente."
Dott. Singh: Ora la società si trova a fronteggiare una crisi del petrolio.
Srila Prabhupada: Se costruiamo una società che dipende dal petrolio questo va contro le leggi della natura. Secondo le leggi della natura ora verrà l'inverno, ma gli scienziati non possono fermarlo e trasformarlo in estate. E' un errore pensare di poter controllare la natura. Nella Bhagavadgita Krsna dice che l'essere vivente pensa di essere l'autore delle attività che in realtà vengono compiute dalla natura. Il sole ora sta sorgendo. Possono far scendere il buio? E quando sarà buio potranno ordinare al sole di alzarsi?
Non riescono a realizzare che se vogliono realmente conquistare la natura, devono cercare di conquistare la nascita, la morte, la vecchiaia e la malattia. Nella Bhagavadgita (7.14) Krsna dice: "Questa Mia energia divina, costituita dalle tre influenze della natura materiale, è difficile da superare. Ma chi si abbandona a Me ne varca facilmente i limiti". Dott. Singh: E' molto difficile quindi superare le leggi della natura?
Srila Prabhupada: Per i materialisti è impossibile, ma per chi si arrende a Krsna è facile. Dott. Singh: Per spiegare la ragione della presenza di tante varietà di esseri viventi, gli scienziati affermano che a un certo momento, nel corso dell'evoluzione, i geni delle cellule
che normalmente si riproducono perfettamente per la generazione successiva commettono a volte un errore di trascrizione qualcosa di simile ad una stampante che a volte fa errori. In determinate circostanze, questi errori o mutazioni persistendo hanno dato luogo al formarsi di specie diverse di esseri viventi a causa di questi geni anomali.
Srila Prabhupada: Ma quell'"errore" continua da tempo immemorabile perché tutte le specie viventi sono sempre esistite. L'"errore" quindi è eterno. Ma quando un "errore" è permanente, non è un errore: è intelligenza.
Dott. Singh: Ma gli scienziati dicono che senza mutazioni esisterebbe nell'intero universo un solo genere di essere vivente.
Srila Prabhupada: No. Ogni entità vivente ha una mente diversa ed è per questo che esistono così tante specie diverse per ospitare mentalità diverse. Noi, per esempio, stiamo passeggiando, ma la maggior parte della gente non si sta unendo a noi perché possiede una mentalità diversa dalla nostra. Perché c'è questa differenza?
Dott. Singh: Può essere un errore.
Srila Prabhupada: Non è un errore. E' il loro desiderio e al momento della morte ciascuno otterrà un corpo che corrisponderà esattamente al suo desiderio. Krsna dice nella Bhagavad-gita (8.6): "Senza dubbio, sono i ricordi che si hanno all'istante di lasciare il corpo che determinano la condizione futura dell'essere, o figlio di Kunti". Ciò che penserete al momento della morte determinerà esattamente il vostro corpo successivo. La natura vi fornirà il corpo; la decisione non sta a voi ma alla natura, ed essa lavora sotto la direzione di Dio.
Dott. Singh: Ma la scienza sembra poter dimostrare che le diverse specie sono dovute ad errori.
Srila Prabhupada: Questo è il loro errore! Non ci sono errori nelle leggi della natura. Nei treni ci sono vetture di prima, di seconda e terza classe. Se acquistate un biglietto di terza classe, ma per errore salite su una vettura di seconda classe, non vi sarà permesso rimanervi. Non è per errore che le classi esistono; così è stato stabilito. L'errore l'avete commesso voi entrando nella classe sbagliata. Dio è così preciso che conosce qualunque genere di errore si possa commettere. Perciò, a seconda degli errori che commetterete, riceverete un particolare tipo di corpo. Ci sono 8.400.000 specie viventi e la natura agisce, assegnando corpi differenti, con precisione matematica. Quando lo stato costruisce una città, costruisce una prigione, prima che la città sia completata, perché sa che ci saranno molti criminali da mandare in prigione. Questo non è un errore del governo: è un errore dei criminali. Dato che diventano criminali devono andare in prigione. L'errore è loro.
La natura non commette errori. Krsna dice: "La natura materiale agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, e genera tutti gli esseri mobili e immobili." (Bg. 9.10). La natura agisce sotto la supervisione di Dio, Krsna, come può quindi sbagliare? Siamo noi che sbagliamo, siamo illusi, i nostri sensi sono imperfetti e tendiamo ad ingannare. Questa è la differenza tra Dio e l'uomo. Dio non ha sensi imperfetti: i Suoi sensi sono perfetti.
Dott. WolfRottkay: Se i nostri sensi sono difettosi, anche i potenziamenti tecnologici dei nostri sensi, come i microscopi e i telescopi, devono esserlo.
Srila Prabhupada: Sì. Esistenza materiale significa esistenza difettosa. Se costruite qualcosa con una conoscenza difettosa e dei sensi imperfetti, qualunque cosa voi costruiate sarà difettosa.
Dott. Singh: Ma loro sembrano abbastanza soddisfatti.
Srila Prabhupada: Anche l'asino è contento di portare il carico del lavandaio. In alcune parti dell'India a volte si vedono cani morire di fame, ma non appena trovano una cagna, trovano soddisfazione nel sesso. Questa è soddisfazione? Il cane sta morendo di fame ma è contento di accoppiarsi. Tutti sono soddisfatti, anche il verme negli escrementi.
E' una legge naturale.
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Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Primo Canto: "La Creazione"
Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.
CAPITOLO DUE
La divinità e il servizio di devozione
VERSO 2
suta uvaca
yam pravrajantam anupetam apetakrtyam
dvaipayano virahakatara ajuhava
putreti tanmayataya taravo 'bhinedus
tam sarvabhutahrdayam munim anato 'smi
sutah: Suta Gosvami; uvaca: disse; yam: il quale; pravrajantam: allontanandosi per accettare l'ordine di rinuncia; anupetam: senza ricevere il filo sacro; apeta: senza sottoporsi alle cerimonie di purificazione; krtyam: doveri prescritti; dvaipayanah: Vyasadeva; viraha: separazione; katarah: temendo; ajuhava: esclamò; putra iti: o figlio mio; tatmayataya: così assorti; taravah: tutti gli alberi; abhineduh: risposero; tam: a lui; sarva: tutti; bhuta: esseri viventi; hrdayam: cuore; munim: saggio; anatah asmi: offro il mio rispettoso omaggio.
TRADUZIONE
Srila Sata Gosvami disse:
Il mio rispettoso omaggio al grande saggio Sukadeva Gosvami, che può entrare nel cuore di tutti. Quando lasciò la famiglia per abbracciare l'ordine di rinuncia (sannyasa), senza aver ricevuto il filo sacro o essersi sottoposto alle cerimonie d'uso, suo padre, Vyasadeva, temendo la separazione da lui, gridò: "Oh, figlio mio!" Ma soltanto gli alberi, che erano immersi negli stessi sentimenti di separazione, risposero al suo richiamo.
SPIEGAZIONE
Il sistema varnasrama richiede l'adempimento di numerosi doveri. Per esempio, chi desidera studiare i Veda deve avvicinare un maestro spirituale qualificato e chiedergli di essere accettato come discepolo. Il filo sacro è il segno di coloro che si sono qualificati per studiare le Scritture sotto la guida dell'acarya, o maestro spirituale autentico. Ma Sri Sukadeva Gosvami non dovette sottoporsi a nessun rito purificatore perché era un'anima liberata fin dalla nascita.
Per l'uomo nato in condizioni normali il rito purificatore del filo sacro rappresenta la seconda nascita, quella spirituale. Quando comincia a brillare la luce che orienta sulla via del progresso spirituale, egli avvicina un maestro per essere istruito nella scienza dei Veda. E il maestro spirituale, quando vede la sua sincerità, lo accetta come discepolo e gli dà il filo sacro. In questo modo egli diventa dvija, "natoduevolte". Dopo essersi così qualificato può intraprendere lo studio dei Veda e, una volta esperto in questa conoscenza, può diventare un vipra. Il vipra, o brahmana qualificato, realizza così l'Assoluto e continuando a progredire nella via spirituale diventa un vaisnava, un devoto del Signore. Lo stadio di vaisnava rappresenta un grado superiore per il brahmana, che deve necessariamente diventare un vaisnava se aspira alla perfezione; il vaisnava, infatti, è un brahmana erudito e perfettamente realizzato.
Srila Sukadeva Gosvami era un vaisnava fin dalla nascita; non aveva dunque bisogno di sottoporsi a tutti i riti purificatori prescritti dall'istituzione del varnasrama. Lo scopo finale del varnasramadharma è di trasformare un uomo comune in un puro devoto del Signore, in un vaisnava. E chiunque diventi un vaisnava, riconosciuto come tale da un uttamaadhikari o vaisnava di prim'ordine, deve già essere considerato un brahmana, qualunque sia la sua origine o le sue azioni passate. Sri Caitanya Mahaprabhu accettò questo principio e riconobbe Srila Haridasa Thakura come l'acarya dei santi nomi, sebbene fosse di origine musulmana. In conclusione, Srila Sukadeva Gosvami era nato vaisnava e possedeva quindi tutte le qualità brahminiche. Egli non dovette sottostare a nessuna cerimonia d'uso. Inoltre, qualsiasi uomo di bassa nascita, persino Kirata, Hana, Andhra, Pulinda, Pulkasa, Abhira, Sumbha, Yavana, Khasa o ancora inferiore, può giungere all'apice della perfezione trascendentale per la grazia di un vaisnava.
Srila Sukadeva Gosvami è il maestro spirituale di Sri Suta Gosvami, perciò quest'ultimo gli offre il suo rispettoso omaggio prima di cominciare a rispondere alle domande dei saggi di Naimisaranya.
VERSO 3
yah svanubhavam akhilasrutisaram ekam
adhyatmadipam atititirsatam tamo 'ndham
samsarinam karunayaha puranaguhyam
tam vyasasunum upayami gurum muninam
yah: colui che; svaanubhavam: assimilato con l'esperienza; akhila: completamente; sruti: i Veda; saram: crema; ekam: l'unica; adhyatma: trascendentale; dipam: fiaccola; atititirsatam: che desiderano superare; tamah andham: le profonde tenebre dell'esistenza materiale; samsarinam: dei materialisti; karunaya: per la sua misericordia incondizionata; aha: disse; purana: supplemento dei Veda; guhyam: molto confidenziale; tam: a lui; vyasa-sunum: il figlio di Vyasadeva; upayami: offro il mio rispettoso omaggio; gurum: maestro spirituale; muninam: dei grandi saggi.
TRADUZIONE
Offro il mio rispettoso omaggio al maestro spirituale di tutti i saggi [Sukadeva], figlio di Vyasadeva, a lui che, nella sua infinita compassione per i bassi materialisti che lottano per superare le più profonde tenebre dell'esistenza, ha narrato questo meraviglioso Purana, crema dei Veda, di cui è complemento, dopo averlo egli stesso assimilato con l'esperienza.
SPIEGAZIONE
In questa preghiera, Srila Suta Gosvami riassume tutta l'introduzione dello SrimadBhagavatam. Lo SrimadBhagavatam è il commento e il complemento dei Vedantasutra. I Vedanta-sutra, o Brahmasutra, furono compilati da Vyasadeva con lo scopo di presentare soltanto la crema del sapere vedico, e lo SrimadBhagavatam ne costituisce il commento originale.
Srila Sukadeva Gosvami era un maestro realizzato, perfettamente esperto nel Vedantasutra, di cui per esperienza aveva realizzato anche il commento, cioè lo SrimadBhagavatam. E al solo scopo di benedire con la sua grazia infinita i materialisti smarriti che cercano di liberarsi dall'ignoranza, egli recitò per la prima volta questa conoscenza confidenziale.
E' assurdo sostenere che un materialista possa essere felice. Dal grande Brahma fino alla minuscola formica, nessuna creatura dalla coscienza materiale può essere felice. Ognuno cerca di assicurarsi una felicità permanente, ma le leggi della natura materiale rendono vano ogni tentativo. Perciò l'universo materiale è considerato il luogo più oscuro nella creazione di Dio. Tuttavia, semplicemente desiderando la liberazione gli sfortunati materialisti possono uscire da questo luogo. Purtroppo sono così insensati che non desiderano neppure sfuggire alle loro sofferenze. Perciò sono paragonati ai cammelli, che mangiano le spine perché godono del gusto delle spine quando si mischiano con il sangue. Non si accorgono che la loro lingua viene lacerata dalle spine e quindi succhiano il proprio sangue. Così, il materialista trova il suo sangue delizioso come il miele e sebbene sia continuamente ferito dalle proprie invenzioni materiali non desidera sfuggire alla sua condizione. Questi materialisti sono detti karmi.
Tra migliaia e migliaia di karmi, qualcuno soltanto si stancherà delle attività materiali e desidererà uscire dal suo labirinto. Questi uomini intelligenti sono detti jnani. A loro è destinato il Vedantasutra. Ma Srila Vyasadeva, come manifestazione del Signore Supremo, prevedeva che uomini senza scrupoli avrebbero abusato del Vedantasutra, perciò vi aggiunse un complemento, il Bhagavata Purana, o SrimadBhagavatam. Si afferma chiaramente che lo SrimadBhagavatam costituisce il commento originale dei Brahmasutra. Srila Vyasadeva trasmise lo SrimadBhagavatam al figlio, Srila Sukadeva Gosvami, che aveva già raggiunto il livello della liberazione trascendentale. Srila Sukadeva lo realizzò personalmente e lo spiegò a sua volta. Per la sua misericordia il Bhagavatavedantasutra è accessibile a tutte le anime sincere che desiderano uscire dall'esistenza materiale.
Lo SrimadBhagavatam è l'incomparabile commento del Vedantasutra. Sripada Sankaracarya non osò toccarlo perché sapeva quanto fosse difficile offuscare il commento originale del grande trattato di filosofia. Egli scrisse un suo commento del Vedantasutra, il Sarirakabhasya, e i suoi cosiddetti discepoli condannarono in seguito lo SrimadBhagavatam, considerandolo una "nuova" interpretazione del Vedantasutra. Ma nessuno deve lasciarsi ingannare dalla propaganda della scuola mayavada, che rinnega lo SrimadBhagavatam. Alla luce di questo verso introduttivo lo studente neofita deve comprendere che lo SrimadBhagavatam è l'unico Testo spirituale per i paramahamsa, coloro che sono completamente liberi dal difetto materiale della malizia. I mayavadi sono invidiosi del Signore Supremo, Narayana, che lo stesso Sripada Sankaracarya riconosceva come l'Essere che trascende la creazione materiale. Questi mayavadi invidiosi non possono accedere allo Srimad-Bhagavatam; invece, coloro che desiderano sinceramente liberarsi dall'esistenza materiale possono prendere rifugio in questa Scrittura perché è presentata da Srila Sukadeva Gosvami, un'anima perfettamente liberata. Lo SrimadBhagavatam è la fiaccola trascendentale che permette di vedere perfettamente la trascendentale Verità Assoluta nei Suoi aspetti di Brahman, di Paramatma e Bhagavan.
VERSO 4
narayanam namaskrtya
naram caiva narottamam
devim sarasvatim vyasam
tato jayam udirayet
narayanam: Dio, la Persona Suprema; namahkrtya: dopo aver offerto il mio rispettoso omaggio; naram ca eva: e Nara-Narayana Rsi; narauttamam: il più perfetto degli uomini; devim: la dea; sarasvatim: la regina del sapere; vyasam: Vyasadeva; tatah: poi; jayam: tutto ciò che serve a conquistare; udirayet: sia annunciato.
TRADUZIONE
Prima di esporre questo SrimadBhagavatam, arma della nostra conquista, offro il mio rispettoso omaggio a Narayana, il Signore Supremo, a Naranarayana Rsi, il più perfetto tra gli uomini, a nostra madre Sarasvati, dea del sapere, e a Srila Vyasadeva, l'autore.
SPIEGAZIONE
Tutte le Scritture vediche, compresi i Purana, servono a vincere le profonde tenebre dell'esistenza materiale. Eccessivamente attratto dai piaceri dei sensi materiali, l'essere vivente ha dimenticato da tempo immemorabile la propria relazione con Dio. In questo mondo, la sua lotta per l'esistenza è perpetua e nessun progetto gli permetterà mai di uscirne. Se desidera vincere definitivamente questa lotta per l'esistenza, deve ristabilire la sua eterna relazione con Dio. E scegliendo tale rimedio dovrà prendere rifugio nelle Scritture come i Veda e i Purana. La gente sciocca sostiene che i Purana non hanno alcun legame con i Veda, mentre in realtà i Purana sono spiegazioni complementari dei Veda, destinate a diversi tipi di uomini. Gli uomini non sono tutti uguali. Alcuni sono sotto l'influenza della virtù, altri della passione, altri ancora dell'ignoranza. I Purana sono suddivisi in modo che ogni uomo possa trarne vantaggio al fine di ravvivare la propria condizione perduta e mettere termine alla dura lotta per l'esistenza. Sri Suta Gosvami mostra in questo verso come procedere prima di iniziare il canto di questi Purana. Coloro che desiderano insegnare il messaggio dei Veda e dei Purana devono seguire il metodo che egli offre. Lo Srimad-Bhagavatam è il Purana immacolato, destinato in particolare a coloro che vogliono liberarsi definitivamente dal condizionamento materiale.
VERSO 5
munayah sadhu prsto 'ham
bhavadbhir lokamangalam
yat krtah krsnasamprasno
yenatma suprasidati
munayah: o saggi; sadhu: in modo pertinente; prstah: interrogato; aham: io; bhavadbhih: da tutti voi; loka: il mondo; mangalam: il bene; yat: perché; krtah: fatto; krsna: il Signore Supremo; samprasnah: domanda d'interesse; yena: con la quale; atma: il sé; suprasidati: pienamente soddisfatto.
TRADUZIONE
O saggi, mi avete rivolto domande pertinenti. Queste domande hanno valore perché si riferiscono a Sri Krsna, e vanno così a beneficio di tutti. Solo queste domande hanno il potere di soddisfare completamente l'anima.
SPIEGAZIONE
Come si è detto precedentemente, lo studio dello Srimad-Bhagavatam deve permettere di conoscere la Verità Assoluta. Le domande dei saggi di Naimisaranya sono dunque giuste e pertinenti perché riguardano Sri Krsna, la Verità Assoluta, il Signore Supremo. Nella Bhagavadgita (15.15) Krsna afferma che i Veda non contengono altro che l'esigenza incombente di conoscere Lui, Sri Krsna. Così, le domande che si riferiscono a Krsna rappresentano la sintesi e l'essenza di tutta la ricerca vedica.
Il mondo intero è pieno di domande e risposte. Uccelli, bestie e uomini agiscono tutti in un ciclo perpetuo di domande e risposte. Al mattino gli uccelli nel nido cinguettano mille domande e mille risposte, e scesa la sera, quando ritornano al nido, riprendono ancora più di prima. L'uomo, a sua volta, si affanna instancabilmente intorno a un mucchio di domande e risposte, eccetto di notte quando dorme profondamente. L'uomo d'affari freme di domande e risposte sulla fluttuazione del mercato, e così l'avvocato, lo studente, il legislatore, il politico e il giornalista. Domande e risposte si succedono ininterrottamente senza mai procurare soddisfazione a nessuno. L'anima, infatti, è soddisfatta solo con le domande e le risposte che si riferiscono a Krsna.
Krsna è la persona con cui scambiamo la relazione più intima, accettandoLo come il maestro, l'amico, il padre, il figlio o l'oggetto dei nostri sentimenti amorosi. Dimenticando Krsna, abbiamo creato miriadi di argomenti per domande e risposte, ma nessuna di esse potrà mai darci piena soddisfazione. Ogni cosa, eccetto Krsna, procura una soddisfazione solo temporanea, ma se cerchiamo la soddisfazione completa la troveremo soltanto nelle domande e nelle risposte che riguardano Krsna. Non un istante della nostra vita trascorre senza dover affrontare domande e risposte. Poiché lo SrimadBhagavatam è costituito da una serie di domande e risposte legate a Krsna, noi troveremo la soddisfazione suprema solo leggendo e ascoltando il messaggio di quest'opera trascendentale. Si dovrebbe studiare lo SrimadBhagavatam e dare una soluzione globale a tutti i problemi sociali, politici e religiosi. Lo SrimadBhagavatam e Krsna sono la somma totale di ciò che esiste.
VERSO 6
sa vai pumsam paro dharmo
yato bhaktir adhoksaje
ahaituky apratihata
yayatma suprasidati
sah: quella; vai: certamente; pumsam: degli uomini; parah: suprema; dharmah: occupazione; yatah: per la quale; bhaktih: servizio di devozione; adhoksaje: alla Trascendenza; ahaituki: incondizionato; apratihata: ininterrotto; yaya: col quale; atma: il sé; suprasidati: pienamente soddisfatto.
TRADUZIONE
L'occupazione suprema (dharma) per l'uomo è quella che conduce al servizio d'amore e devozione al Signore trascendentale. Questo servizio di devozione dev'essere ininterrotto e incondizionato per soddisfare completamente l'anima.
SPIEGAZIONE
In questo verso Srila Suta Gosvami risponde alla prima domanda dei saggi di Naimisaranya. Essi lo avevano pregato di riassumere l'insieme delle Scritture rivelate e presentarne l'essenza in modo che le anime cadute, cioè gli uomini in generale, potessero comprenderla facilmente. I Veda prescrivono due modi di agire: l'uno inferiore, detto pravrttimarga o via della soddisfazione dei sensi, e l'altro superiore, detto nivrttimarga o via della rinuncia. L'esistenza materiale rappresenta una condizione patologica, poiché l'essere vivente è fatto per la vita spirituale, detta brahmabhuta, piena di eternità, conoscenza e felicità. L'esistenza materiale, invece, è temporanea, illusoria e piena di sofferenza: non c'è la felicità, ma soltanto il vano sforzo di sfuggire alla sofferenza. Ciò che si chiama felicità non è che un'interruzione momentanea della sofferenza. Perciò la via del godimento materiale, temporanea, miserabile e illusoria, è inferiore. Invece, la via del servizio di devozione al Signore Supremo conduce alla vita eterna, piena di conoscenza e felicità, ed è quindi la via superiore, la via dell'occupazione suprema.
Succede talvolta che in questa occupazione suprema si inseriscano elementi di ordine inferiore che la contaminano. Per esempio, se si adotta il servizio di devozione per trarne benefici materiali, si crea certamente un ostacolo allo sviluppo della rinuncia. La rinuncia e l'abnegazione per il beneficio ultimo è senza dubbio superiore a piaceri che offre la morbosa condizione materiale. I piaceri materiali non fanno altro che aggravare la malattia protraendone la durata. E' necessario dunque che il servizio di devozione al Signore sia puro, cioè libero dal minimo desiderio di godimento materiale. Ognuno dovrebbe intraprendere la via superiore, quella del puro servizio di devozione, libero da ogni desiderio futile, da ogni azione interessata, da ogni speculazione intellettuale. Solo così troverà l'eterna soddisfazione.
Abbiamo scelto di tradurre il termine dharma con "occupazione" perché la sua radice indica "ciò che sostiene la nostra esistenza". Sostegno dell'esistenza è il coordinamento delle attività dell'essere secondo la relazione eterna che lo unisce al Signore Supremo, Sri Krsna. Krsna è il centro intorno a cui gravitano tutti gli esseri viventi. Tra tutti gli esseri, tra tutte le forme eterne, Egli è l'infinitamente affascinante.
(continua nel prossimo numero)
FORSE AVETE
BISOGNO DI UN
GURU
Domande alla Harvard Divinity School
Il Prof. Harvey Cox dell'Università di Harvard ha recentemente invitato Subhananda dasa, un devoto degli Hare Krsna, a tenere tre conferenze sul ruolo tradizionale del guru. E' seguita una discussione sull'argomento tra il Prof. Cox, i suoi studenti e il loro ospite.
Studente: L'idea di "guida spirituale" o "maestro spirituale" non è esclusiva della tradizione spirituale indiana, come tu sai. La si può trovare, sotto forme diversificate, in un ampio spettro di contesti religiosi e culturali: l'abate o il priore dei cristiani, il rabbino degli ebrei, il roshi dello Zen e così via. Nonostante ciò, la maggior parte degli occidentali sembra non accettare di buon grado l'idea di potersi sottomettere a una guida spirituale. Secondo te da che cosa dipende?
Subhananda dasa: E' dovuto a una mancanza di interesse per la vita spirituale. Noi viviamo in una società che è orientata verso tutto ciò che è materiale, così la maggior parte della gente non è interessata all'argomento. Questa mancanza di interesse trae origine dal nostro scetticismo moderno il nostro rifiuto del reale concetto di un'assoluta e perfetta Verità. La maggior parte della gente se prova qualche interesse per la filosofia o per la religione tende ad essere relativista; "Ognuno ha la sua verità personale". Se non c'è realmente alcuna Verità definitiva, obiettiva, assoluta se tutto è relativo e soggettivo allora l'idea del guru, di colui che insegna la Verità, diventa priva di significato. E così noi consideriamo i
guru soltanto come persone che diffondono un loro personale o altrui concetto relativo di verità o di realtà.
Studente: Oltre a tutto la maggior parte della gente è riluttante ad accettare il presupposto della perfettibilità umana. Sebbene possa esistere una verità obiettiva, essi dicono, la natura umana è talmente soggetta all'errore che nessuno può percepire in pieno la verità.
Subhananda dasa: Sì. La Verità Assoluta, ossia Dio, appare così infinita, trascendente ed esoterica, che il poterLa percepire è al di là delle nostre capacità umane. Noi pensiamo quindi che nessuno possa realizzare perfettamente la Verità. Noi accettiamo l'idea di "insegnante" solo in senso limitato. Una persona, noi pensiamo, può essere in grado di insegnarci qualcosa delle sue intuizioni relative su verità relative. Ma chiunque dichiari di possedere la perfetta conoscenza della verità deve essere considerato un ciarlatano. Vediamo questo tipo di scetticismo negli stereotipi dei media "il guru": un magro e anziano individuo, con i capelli fluenti e la barba lunga, che dispensa misteriosi aforismi ed enigmi cosmici e spreme ricchezze dai suoi seguaci.
Studente: Io penso che forse per orgoglio alcune persone non amino molto l'idea di doversi sottomettere.
Subhananda dasa: Sì. Preferiremmo essere nella posizione dell'insegnante, non in quella dello studente. La sottomissione a un insegnante implica il riconoscimento di aver bisogno di una guida e di istruzioni. E questo è umiliante. La maggior parte di noi si sottomette alla guida di un'altra persona solo come ultima risorsa, quando il nostro buonsenso viene a mancare.
Studente: Ma tutti noi sappiamo che personalità autorevoli possono corrompersi. Tutti noi abbiamo avuto, suppongo, esperienze negative con figure autorevoli i genitori, gli insegnanti, i politici, il clero. Penso che abbiamo la tendenza a diffidare di qualsiasi guru perché potrebbe essere corrotto.
Subhananda dasa: Sfortunatamente questo timore è fondato. Per ogni autentico guru ce ne sono molti altri non qualificati, non autentici, le cui motivazioni sono discutibili. E di sicuro alcuni sono evidentemente dei ciarlatani e degli imbroglioni. Il problema è che spesso il potere corrompe. E quando un guru è investito di un potere assoluto per tradizione o per autodelibera, troppo spesso accade che questo potere assoluto corrompe. Se le motivazioni di una persona nel voler diventare la guida spirituale di un'altra sono anche soltanto leggermente tinte dal desiderio di soddisfazione personale, molto probabilmente questa persona si trasformerà in uno sfruttatore. Perciò occorre essere molto cauti. Esistono dei maestri spirituali autentici. Ma per trovare un guru autentico occorre essere un autentico ricercatore.
Studente: Perché molta gente sembra imbattersi in guru che hanno qualifiche e motivazioni così discutibili?
Subhananda dasa: Perché molti sedicenti ricercatori non vogliono veramente un guru autentico e tradizionale. Non vogliono una vita spirituale impegnativa e non vogliono fare i sacrifici necessari. Un guru autentico esigerà una vera sottomissione personale e una ferma rinuncia ai piaceri materiali. La maggior parte della gente invece non vuole spingersi così lontano. Vuole un guru che faccia poche domande e fornisca "un'elevazione" poco costosa e artificiale.
C'è anche da dire che difficilmente in America un guru parla dei testi tradizionali che forniscono principi secondo i quali gli aspiranti seguaci possano valutare l'autenticità dell'insegnante. In molti casi, ne sono certo, i guru evitano di farlo consapevolmente. Alcuni maestri arrivano al punto di negare l'importanza dei testi tradizionali, affermando di essere loro stessi in grado di fornire quell'esperienza spirituale che le Scritture possono solo descrivere. E' soltanto una tattica per non esporsi. I seguaci vengono lasciati senza alcun principio che permetta loro di valutare l'autenticità del guru eccetto, naturalmente, i principi personali del guru. Chiunque conosca la tradizione spirituale indiana attraverso i testi tradizionali può rendersi conto di ciò. Ma molti seguaci sono spiritualmente degli illetterati, e ignorano la profondità e la ricchezza delle tradizioni che il loro guru sostiene di rappresentare. All'insegna dell'"esperienza" pensano che il ragionamento analitico sia una perdita di tempo e in questo modo restano privi di qualsiasi conoscenza delle realtà spirituali salvo vaghi concetti come "luce", "spirito", "amore", "Uno", e così via. Potrete pensare che quanto ho detto sia esagerato. Se lo pensate, andate e guardate con i vostri occhi. Parlate con i seguaci di alcuni guru. Ne resterete sorpresi.
Studente: Penso che ciò che hai detto sui guru autentici sia stato utile. Mi farebbe piacere che tu approfondissi il concetto di guru ideale, così come si articola nella vostra tradizione.
Subhananda dasa: Bene, la cosa fondamentale per un guru è la profonda conoscenza della scienza della Verità Assoluta. Inoltre, un guru autentico è un'anima pienamente realizzata. E' libero dall'illusione. Sa di essere un essere spirituale eterno e quindi non si identifica più con la materia. Sa che la Verità Assoluta è la sorgente e l'essenza di ogni cosa. Questa conoscenza non è né teorica né speculativa; si basa sulla percezione diretta della realtà. Il guru sperimenta direttamente la verità, non la conosce soltanto teoricamente. Non è solo un filosofo o un teologo: è un mistico. Ha sperimentato e sta sperimentando ciò di cui parla.
Il guru realizzato non conosce solo la verità. Ama la verità. Nel suo significato originale il termine filosofo vuole dire "colui che ama la verità". Si potrebbe quindi dire che il maestro spirituale è il filosofo ideale. Egli non ama un mero concetto o un'idea, per quanto grandiosa o sublime essa possa essere. E' la Verità Assoluta, Dio, che suscita in lui i più profondi sentimenti devozionali. Ci sono naturalmente molte interpretazioni della natura e della funzione del guru anche nella tradizione spirituale indiana. Ma piuttosto che cercare di fornirne una visione d'insieme, parlo dal punto di vista della principale e più influente tradizione teista indiana, la tradizione Vaisnava, rappresentata da grandi pensatori come
Ramanuja, Madhva e Sri Caitanya.
Studente: Prima stavi parlando dell'ascetismo del guru...
Subhananda dasa: Sì. Questa è un'altra caratteristica classica dell'autentico guru. Egli ha rinunciato al desiderio di acquisizione e di gratificazione materiale. Poiché è libero da ahankara, il falso ego, non ha alcuna indulgenza, né fisica né mentale, verso se stesso. In altre parole, non è sufficiente sapere teoricamente di essere diversi dal corpo materiale. Occorre comprendere la propria identità spirituale realizzandola direttamente. Chi realizza direttamente la sua identità spirituale, rinuncia a quegli oggetti, a quei piaceri che hanno a che fare con il corpo temporaneo. Tale persona realizza che, come è temporaneo il corpo, così lo è anche tutto ciò che possiede e i suoi piaceri che quindi in definitiva non hanno nessun significato reale. Paragonati al piacere sublime che si prova nel servizio devozionale a Sri Krsna, tutti i piaceri materiali appaiono noiosi e privi di vita. Questa rinuncia o ascetismo può provenire soltanto da un reale avanzamento spirituale. Per questa ragione Srila Rupa Gosvami dice: "Solo una persona spiritualmente avanzata che riesce a tollerare gli impulsi della parola, le richieste della mente, gli impulsi della fame e quelli della lingua, dello stomaco e dei genitali è qualificata ad assumere la posizione di guru". Il fatto che qualcuno abbia assunto questa posizione pur essendo ancora attaccato alle cose materiali dovrebbe farci esitare.
Studente: Quindi la pratica è importante quanto la filosofia?
Subhananda dasa: Sì. Se il guru non è una persona dedita alla rinuncia se è ancora dedito alle attività e alla gratificazione materiale come riuscirà a liberare gli altri dall'egoismo e dall'illusione? Egli stesso deve dare l'esempio più elevato. Il guru viene anche chiamato acarya colui che insegna con l'esempio personale. In altre parole, egli stesso vive sulla base della conoscenza che insegna. Le sue azioni, le sue parole, le sue attitudini riflettono completamente la verità sublime di cui parla.
Le sue azioni sono un esempio che gli altri devono seguire. Se si è minimamente
sensibili, la sua presenza può addolcire il cuore, elevare i sentimenti e ispirare l'azione sublime.
Studente: Le qualità del guru che hai elencato finora che deve essere realizzato spiritualmente, che deve aver rinunciato alle cose materiali e che deve essere di grande esempio agli altri sembrano più che altro dei criteri generali sulla santità. Che cosa distingue in modo unico un guru al di là del fatto di essere un santo?
Subhananda dasa: Il fattore che lo distingue è ovviamente che il guru insegna. Non è soltanto un santo, rende santi anche gli altri. Ciò significa compassione. Non si appaga del suo personale avanzamento spirituale, di essere liberato o salvato. Desidera queste cose per gli altri. La compassione infatti è il vero sintomo della spiritualità.
E' importante notare come il guru trasmette la conoscenza al suo discepolo. La gente pensa erroneamente che l'illuminazione di un suo discepolo sia una sorta di misteriosa impresa nella quale il guru inietta magicamente la conoscenza come se lo sovraccaricasse di corrente elettrica. In realtà il guru spiega tutto al suo discepolo seguendo la logica, la ragione, l'autorità delle scritture e la tradizione.
Studente: Prima spiegavi il modo per essere sicuri della validità della conoscenza che il guru insegna e hai collegato questo concetto alla successione storica dei maestri.
Subhananda dasa: Questo è un punto cruciale. Ci dovrebbe essere un test sulla validità. Oggi tutti si considerano dei guru, nel senso che tutti istintivamente presumono di vedere le cose come realmente sono. Ci affidiamo ai vasti e oscuri dati delle ordinarie percezioni quotidiane dei nostri sensi e delle nostre impressioni mentali e arriviamo a conclusioni ampie sulla natura delle cose. Ma poiché le impressioni sensorie e mentali differiscono largamente da persona a persona, arriviamo a conclusioni completamente differenti. A una moltitudine di individui corrisponde una moltitudine di concezioni diverse del mondo. Noi tutti pensiamo di essere il guru di noi stessi. Ma chiaramente chiunque pensi di essere il proprio guru ha per discepolo un folle.
L'idea di guru presuppone l'esistenza, la realtà di una conoscenza perfetta e obiettiva conoscenza che potrebbe essere percepita direttamente, se solo avessimo gli occhi per vederla. All'interno della grande tradizione di cui faccio parte, la conoscenza perfetta e infallibile è chiamata veda saggezza eterna e divina, preservata dalla tradizione orale e in seguito compilata sotto forma di scritture vediche. Per tradizione la conoscenza vedica viene trasmessa attraverso quella che viene chiamata parampara, la successione disciplica. La conoscenza è preservata con cura e trasmessa dal maestro al discepolo, di generazione in generazione. In altre parole, il guru ha il sacro dovere di trasmettere la conoscenza vedica così com'è, senza aggiunte soggettive o interpretazioni speculative.
Prof. Cox: Vorrei cortesemente richiamare l'attenzione, su un interessante contrasto non credo tanto tra la tradizione induista e quella cristiana, ma tra ciò cui forse ci si può riferire come elementi conformi ed elementi contrari alla successione disciplica all'interno di ogni particolare tradizione religiosa. Penso che nella cristianità si trovino sia esempi favorevoli sia esempi che si oppongono all'interpretazione in chiave disciplica.
Esiste il concetto di successione apostolica, di cui il Papa è considerato il rappresentante, e molte chiese si basano su questa nozione di successione discendente.
Ci sono, però, e io penso anche che derivino da Gesù, visioni della verità non discendenti e non appartenenti alla successione disciplica. L'idea di fondo qui è che una successione di maestri possa corrompersi e spesso si corrompe. Infatti molte di esse hanno all'interno della loro struttura la possibilità di corrompersi. Per questa ragione Dio a volte appare nella società umana come antagonista della successione piuttosto che come perpetratore. Quando Gesù critica la successione disciplica del suo tempo, dice: "Voi dite che vostro padre è Abramo, ma io vi dico che Dio può far risorgere dai sassi i figli di Abramo." Si unì a Giovanni Battista, il quale fondò quello che voi chiamereste movimento contrario alla successione. Abbiamo inoltre un esempio interessante, quello di San Paolo, che fu una specie di personificazione della concezione non discendente di maestri nel primo periodo del Cristianesimo. Egli infatti ricevette una rivelazione diretta da Dio e da Cristo e non cercò assolutamente la legittimazione da parte dei precedenti discepoli. Vorrei che tu rispondessi su questo argomento la tensione tra la trasmissione disciplica e... chiamiamola così, la rivelazione carismatica ossia la verità rivelata, che spesso non è discendente.
Subhananda dasa: Hai certamente ragione quando metti in rilievo il fatto che una successione possa diventare e diventi corrotta. Le successioni si indeboliscono e insieme cessano di funzionare. La storia delle religioni sicuramente ne fornisce molti esempi. Tuttavia è importante comprendere che la successione dei maestri Vaisnava non è puramente storica ma anche rivelata. In alcun modo è preclusa la rivelazione carismatica o la verità rivelata. La successione non implica necessariamente la semplice trasmissione meccanica del dogma. Il guru non è un mero e pedante funzionario. L'eterna conoscenza vedica nasce da ciascun anello congiunto alla catena. Essa diventa reale e dinamica attraverso la vitalità spirituale del guru. Egli realizza la verità e trasmette i frutti di tale realizzazione, incluso l'esatto processo attraverso il quale il discepolo stesso può conseguire la sua realizzazione. Krsna dice ad Arjuna nella Bhagavadgita: "L'anima realizzata può impartirti la conoscenza perché ha visto la verità." E' chiaro inoltre che il Signore, nella Sua forma di intimo testimone e di guida, l'Anima Suprema, il Paramatma, rivela sempre la conoscenza spirituale all'interno del Suo puro devoto. La successione disciplica ha quindi una funzione rivelatoria, sebbene tale funzione rimanga intatta solo finché gli anelli della catena sono robusti.
Tuttavia, poiché per una ragione o per l'altra la successione disciplica può corrompersi o perdere la sua vitalità spirituale, Dio interverrà personalmente o tramite un Suo rappresentante. Tu hai fatto l'esempio di Gesù Cristo che criticò la successione esistente al suo tempo. Mi sembra però che egli criticasse non il concetto di successione in se stesso ma la corruzione della successione, la decadenza o l'uso improprio della discendenza, o semplicemente i limiti di una particolare discendenza. I cattolici in ogni modo direbbero che lo stesso Gesù ha stabilito una nuova successione, quella apostolica, sebbene, come tu suggerisci, il pensiero dei protestanti tenderebbe a esserle contrario. Nella conoscenza vaisnava il Signore interviene storicamente quando una tradizione si corrompe o si perde o ha bisogno di essere rivitalizzata. Nella Bhagavadgita Sri Krsna stesso spiegò ad Arjuna che con l'interruzione dell'antica successione di maestri, l'eterna scienza dello yoga era andata perduta e per questa ragione era necessario che Lui personalmente la ripresentasse al Suo discepolo, Arjuna, nella Gita.
Le successioni discipliche possono degradarsi in una forma di ortodossia arcaica, cosa che non dovrebbe accadere.
Studente: Se il compito primario del guru è trasmettere la conoscenza vedica, è possibile limitarsi ad orientare la propria vita sulle basi della conoscenza delle Scritture, senza la necessità di accettare un guru? Perché non si possono affrontare direttamente le Scritture?
Subhananda dasa: Aderire alle Scritture Vediche senza la guida pratica e diretta di un maestro spirituale non è sufficiente per l'avanzamento spirituale, e le ragioni
sono varie. Per prima cosa la letteratura Vedica descrive la Verità Assoluta sotto diverse angolazioni e prescrive cammini diversi per giungere alla Verità. Il maestro spirituale conosce la mentalità particolare di ciascun discepolo e lo istruisce personalmente a seconda della sua mentalità. Si fa in genere l'esempio della farmacia in cui ci sono migliaia di medicine; è necessario però ricorrere a un medico che possa prescrivere la medicina adatta per quel particolare disturbo.
La seconda ragione è che l'aspirante spiritualista beneficia dell'esempio personale di un'anima che ha raggiunto la perfezione. Poiché il guru esemplifica in prima persona la sapienza vedica, quella sapienza diventa tangibile e reale per il discepolo. La terza ragione consiste nel fatto che in ultima analisi non è per i suoi sforzi che il discepolo avanza nel cammino spirituale. E' per grazia divina.
Le benedizioni del Signore sono distribuite dal Suo rappresentante, il maestro spirituale. Un verso dello Svetasvatara Upanisad afferma: "Solo a quelle grandi anime che simultaneamente hanno fede assoluta nel Signore e nel maestro spirituale, viene automaticamente rivelato il profondo significato della conoscenza vedica."
Studente: Vorrei che mi spiegassi di nuovo la funzione del guru come emissario al quale ti sei riferito con l'espressione: manifestazione esterna di Dio.
Subhananda dasa: Il guru autentico è il rappresentante di Dio. Agisce come intermediario tra l'aspirante alla spiritualità e il Signore. Il guru non ostacola l'approccio dell'anima al Signore, anzi lo facilita, mentre sotto l'influenza di maya, l'illusione, l'anima priva di aiuto non riesce né a percepire né ad avvicinare Dio direttamente. Si avvicina a Lui per mezzo del maestro spirituale. Il discepolo vede Dio, si potrebbe dire, attraverso il suo maestro spirituale e questa visione è realmente diretta. Si può vedere un albero attraverso la finestra della propria camera, ma la percezione dell'albero è sempre diretta.
Ciò significa che il guru deve essere "trasparente" un tramite trasparente che permette al discepolo di avvicinarsi al Signore. Il guru non riceve l'adorazione del suo discepolo come se questa fosse tributata a lui stesso, ma la trasferisce a Dio. Dio appare attraverso la mediazione del guru per liberare l'anima impegnata nella ricerca.
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"La via del Ritorno a Krishna consiste nell'ascoltare ciò che riguarda il Signore Supremo e il Suo Santo Nome, la Sua forma, le Sue qualità, i Suoi divertimenti e la varietà di ciò che Lo circonda.
SrimadBhagavatam
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di Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
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LETTERE AL DIRETTORE
Cari amici devoti,
vi prego di permettermi di considerarvi miei amici, questo è il sentimento che sento nascere nel mio cuore.
Vi scrivo questa mia lettera per ringraziarvi per il vostro onorevole impegno nel pubblicare questa bellissima rivista.
Mi piace molto e ritengo sia molto importante per il movimento Hare Krsna.
Ho avuto il primo contatto con la Coscienza di Krsna tramite il libro "La vita viene dalla vita", passato dalle mani di mio fratello maggiore alle mie. Il libro era stato offerto a mio fratello da due devoti che, per grande fortuna, ha incontrato circa un anno fa. Da quel "benedetto" giorno la mia vita va verso la serenità, la parte opposta di dove era diretta prima.
Ora ho il piacere di ricevere a casa la rivista, così la mia serenità e il mio amore per Krsna aumentano e si stabiliscono sempre più.
Non potrò mai ringraziare abbastanza Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta
Swami Prabhupada per la sua misericordia incondizionata; porgo a lui i miei più umili e rispettosi omaggi.
Porgo il mio più sincero grazie a tutti voi e in particolare a quei devoti impegnati nella realizzazione della rivista. Vi prego di fare il possibile perché la rivista continui ad essere pubblicata.
Grazie di cuore. Hare Krsna.
Bertoldo Oriana Mestre
Caro Bertoldo, grazie per la tua lettera. Grazie per l'incoraggiamento e per l'apprezzamento che hai manifestato nelle tue parole.
Sicuramente noi cercheremo di fare il possibile perché la rivista giunga regolarmente nella tua casa, come nella casa di coloro che sono interessati a riceverla e saremmo molto grati a te e a tutti gli altri lettori se continuerete a mandarci le vostre lettere con domande e consigli.
Saremo contenti di rispondervi e instaurare con voi un rapporto più personale chiarendo i vostri dubbi, facendo tesoro dei vostri consigli e suggerimenti e accettando con entusiasmo i vostri apprezzamenti.
Il cammino spirituale è pieno di realizzazioni nuove ed eccitanti e percorrerlo in compagnia di altri devoti è sicuramente il modo migliore per avanzare con passo sicuro verso la meta che tutti noi vorremmo raggiungere: la libertà dalle catene materiali e il ritorno nella nostra dimora originale, con Krsna, dove eternità, conoscenza e felicità regnano incondizionate.
A presto. Hare Krsna.
A.K.d.d.
Inviate le lettere con le vostre domande, consigli, suggerimenti a:
Ali Krsna devidasi, Villaggio Hare Krishna, 24040 Chignolo d'Isola, BG
HARE KRSNA HARE KRSNA
KRSNA KRSNA HARE HARE
HARE RAMA HARE RAMA
RAMA RAMA HARE HARE
CANTA HARE KRISHNA E SARAI FELICE
Introdotto in Occidente da Srila Prabhupada, il mantra Hare Krishna in poco più di vent'anni è diventato familiare in tutto il mondo, molti l'hanno ascoltato o addirittura cantato. In realtà dietro la danza e il canto dei devoti di Krishna c'è un significato profondo e attuale. La vibrazione trascendentale ottenuta cantando Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare è il metodo sublime per ravvivare la nostra coscienza originale. La coscienza di Krishna non è un'imposizione artificiale sulla mente.
Questa coscienza è l'energia originale e naturale dell'essere vivente. Quando sentiamo questa vibrazione trascendentale, la nostra coscienza si risveglia. Questo facilissimo metodo di meditazione è raccomandato per questa epoca. Anche con l'esperienza pratica si può percepire che cantando questo mahamantra, o grande canto della liberazione, si sente subito un'estasi che proviene dal livello spirituale. Il canto del mantra Hare Krishna si attua sul piano spirituale, perciò questa vibrazione sonora supera tutti gli strati inferiori di coscienza, cioè quella sensuale, quella mentale e quella intellettuale. Quando il mantra è cantato con amore da un puro devoto del Signore ha la massima efficacia su coloro che ascoltano.
Il mantra è composto da tre nomi: Krishna significa "Infinitamente Affascinante", Rama significa "la Fonte inesauribile di ogni gioia" e Hare si riferisce alla potenza devozionale del Signore. Quindi il mahamantra significa: "O Signore infinitamente affascinante, o fonte inesauribile di ogni gioia, o potenza del Signore, Ti prego di impegnarmi a servirTi con devozione."
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Per informazioni scrivere a: Bhaktivedanta Book Trust Italia, via Comunale degli Scopeti 108, 50026 S. Casciano Val di Pesa, FI, oppure presso il centro Hare Krsna più vicino.
fine del numero di ottobre 1989.