Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Un miliardario rinunciato
di Vraja Vihari Dasa

Nonostante le apparenze Warren Buffet potrebbe essere un rinunciato? L’Hindustan Times ha mostrato grande apprezzamento per questo gentiluomo che, anche se “provvisto d’immense risorse finanziarie”, nel suo cuore è una persona semplice. Quando tolse a Bill Gates il vanto della corona che spetta alla persona più ricca del mondo, i media rivelarono la forte riluttanza del signor Buffet a mettere in mostra la propria ricchezza. L’Hindustan Times fece conoscere la determinazione del signor Buffet di mantenere il suo semplice stile di vita. “È facile non mostrare il proprio denaro se non ne hai,” faceva notare il redattore, “ma il dirigente capo e presidente della Berkshire Hathaway non ha preso un aumento di paga nell’ultimo quarto di secolo, rimborsa la sua compagnia delle spese telefoniche e si sente soddisfatto del suo stipendio annuale di 100.000 dollari, una miseria per un dirigente capo al giorno d’oggi.” L’editoriale faceva osservare che il dirigente capo finanziario del signor Buffet prende quattro volte quella cifra. Inoltre il signor Buffet si reca al lavoro guidando la propria macchina e “rifiuta tutto ciò che è edonistico”.


La Vita Umana: Una Vita di responsabilità

Fa piacere sentire il rifiuto di Warren Buffet di perseguire un’esistenza basata sul “prendo tutto ciò che voglio”, che caratterizza la società moderna. In quest’epoca in cui l’avidità grossolana viene nascosta e le ambizioni semplici e le abitudini frugali vengono disapprovate, la sobrietà del signor Buffet ha pochi confronti. Le Scritture vediche esaltano l’importanza di non aumentare artificialmente i desideri personali.
isavasyam idam sarvam
yat kinca jagatyam jagat
tena tyaktena bhunjitha
ma gridhah kasya svid dhanam
“Il Signore possiede e controlla tutto ciò che esiste in questo universo, sia l’animato sia l’inanimato. Noi dobbiamo quindi usare solo il necessario e accettare solo la parte che ci è stata assegnata sapendo bene a chi tutto appartiene.” (Sri Isopanisad, Mantra 1)

Quando riconosciamo che il Signore Supremo è il proprietario di tutto e diamo il nostro piccolo contributo per garantire che ci si prenda cura delle necessità di tutti, conduciamo una vita responsabile. Se invece consideriamo questo corpo come il tutto e impegniamo le nostre ambizioni e i nostri scopi per renderlo importante in questo mondo, limitiamo le nostre possibilità di essere felici. Un profondo senso d’insicurezza sorge in noi per il cambiamento delle condizioni di mercato, per il variare delle vicende politiche e per il crollo dei mercati finanziari. Queste paure spingono l’uomo ad abbandonare ogni scrupolo morale e i valori spirituali onorati nel tempo, creando un mondo di feroce competizione. Srila Prabhupada espone in modo eloquente le attività sconsiderate dell’uomo moderno: Secondo le leggi della natura, gli esseri viventi che sono più in basso nella scala dell’evoluzione non mangiano o raccolgono più del necessario. Per conseguenza nel regno animale in generale non esistono problemi economici o scarsità di necessità primarie.

Se si mette un sacchetto di riso in un luogo pubblico, gli uccelli verranno a mangiarne alcuni chicchi e poi se ne andranno. L’essere umano invece porterà via tutto il sacchetto. Egli mangerà tutto quanto il suo stomaco può contenere e poi cercherà di mettere da parte il resto. Secondo le Scritture raccogliere più del necessario (atyahara) è proibito. Oggi il mondo intero soffre per questa ragione.

–Il Nettare dell’Istruzione, Verso 2, Spiegazione



La Mente Eternamente Insoddisfatta

Oltre alla responsabilità sociale, un’altra ragione per vivere con semplicità è che in questo modo la nostra soddisfazione personale è garantita. Possiamo soddisfare i nostri desideri ma la nostra mente rimane insoddisfatta. “La Terra produce abbastanza per soddisfare le necessità di ogni uomo,” dice Gandhi, “ma non l’avidità degli uomini.” Il signor Buffet ed altre rare persone dello stesso tipo sono fortunate ad essere risparmiate dai folli desideri della mente. La mente umana è mutevole e se lasciata libera non trova pace. Se lasciamo libero il nostro desiderio di provare vari piaceri, la mente ci propone quelli non ancora provati. E quanto più essi sono inafferrabili, tanto più grande è il desiderio di ottenerli. Il piacere di tutte le cose materiali segue la legge dei rendimenti marginali decrescenti: ogni piacere successivo che deriva da un oggetto o da una persona riduce il nostro gusto per quel piacere.

C’è un drastico divario tra l’attesa del piacere e il piacere sperimentato. Per colare questo divario la mente ci spinge disperatamente a spendere di più, a comprare di più e a non avere limitazioni. Nella ricerca della felicità, le richieste della mente rimangono eternamente insoddisfatte. È come grattarsi per un prurito: il sollievo momentaneo è seguito da un prurito più grande e più ti gratti, più il prurito aumenta. Continuare a grattarsi dà solo sofferenza e fa sanguinare. A questo proposito lo Srimad-Bhagavatam mostra la posizione di Hiranyakasipu, il re degli asura o degli anti-teisti:
sa ittham nirjita-kakub
eka-rad visayan priyan
yathopajosam bhunjano
natripyad ajitendriyah
“Sebbene avesse ottenuto il potere di controllo su ogni direzione e, per quanto era possibile, godesse di tutte le forme di piacere dei sensi, Hiranyakasipu non era soddisfatto perché, invece di controllare i sensi, era rimasto il loro servitore.” (Srimad-Bhagavatam, 7.4.19)

Sebbene l’universo s’inchinasse al suo volere, Hiranyakasipu non era felice. Alla fine la sua lussuria e la sua avidità insoddisfatte generarono in lui una collera così violenta contro il figlio che causò la sua rovina.


Essere Collegati con Dio: Il Segreto della Soddisfazione

“Chi si accontenta è ricco,” diceva il saggio Lao Tzu. Se conduciamo una vita centrata su Dio, fondata sulla preghiera e il servizio, saremo sempre sereni. L’impulso della mente irrequieta di “ottenere quello che voglio quando voglio” viene sostituito dal desiderio di migliorare la qualità della nostra offerta a Dio, a Krishna. La fondamentale funzione della mente è accettare e respingere. Questo continuo accettare e respingere della mente fa sì che non siamo mai tranquilli e felici. Il collegamento con Krishna ci aiuta invece ad ignorare e a trascendere l’insignificante agitazione della mente: molti devoti del movimento Hare Krishna prima vivevano una vita dedita alle droghe, all’alcool e al sesso illecito, ma il metodo della coscienza di Krishna ha cambiato tutto ciò ed ora sono felici di ignorare queste attrazioni e di eseguire con gioia le pratiche del servizio devozionale. I devoti che vivono un vita centrata su Dio riempiono i loro cuori dell’amoroso ricordo di Krishna.
Assorbirsi nel canto dei santi nomi di Krishna e nell’ascolto dei Suoi divertimenti fa sperimentare una felicità spirituale che aiuta a trascendere il continuo bombardamento della mente. Nella misura in cui siamo collegati a Krishna, la nostra felicità può solo crescere con il trascorrere del tempo e contemporaneamente il desiderio di possessi materiali svanisce.


Lezioni dalla Storia

Quando Sri Krishna apparve cinquecento anni fa nella forma di Sri Caitanya Mahaprabhu, rivelò le glorie dei Suoi devoti assorti nell’amore per Krishna. Sridhara era un povero venditore di foglie di banana (khola-veca) che a stento guadagnava il necessario per vivere. Tuttavia era felice di offrire il cinquanta per cento dei suoi guadagni per servire il Signore e trascorse gran parte della sua vita cantando felicemente i nomi di Krishna e ascoltando parlare di Lui. Sri Caitanya gli rivelò la Sua suprema maestà e poi chiese a Sridhara di chiedere qualsiasi benedizione desiderasse. Sridhara non fu tentato da ricchezze illimitate, da poteri mistici e nemmeno dall’opulenza del regno di Dio. Egli desiderava soltanto ricordare il Signore ed essere impegnato nel puro servizio d’amore e devozione. Nello stesso modo, Maharaja Ambarisa fu un re ideale, che possedeva la ricchezza della coscienza di Krishna nel suo cuore. Egli usò tutti i suoi sensi e la sua ricchezza per servire Krishna. Era l’imperatore del pianeta e tuttavia era anche la persona più rinunciata perché la sua vita era centrata sul servizio a Krishna e agli altri esseri viventi. Srila Rupa Gosvami, discepolo di Sri Caitanya ha scritto:
anasaktasya visayan
yatharham upayunjatah
nirbandhah krisna-sambandhe
yuktam vairagyam ucyate
prapancikataya buddhya
hari-sambandhi-vastunah
mumuksubhih parityago
vairagyam phalgu kathyate
“Quando una persona non ha attaccamenti ma nello stesso tempo accetta ogni cosa in relazione a Krishna, è ben situata per quanto riguarda il possesso. Viceversa, colui che rifiuta ogni cosa ignorando la relazione che Krishna ha con ogni cosa, non è completo nella sua rinuncia.” (Bhakti-rasamrita-sindhu 1.2.255-256)


Possedere Krishna: Un Principio più Elevato

Una persona cosciente di Krishna sa che possedere Krishna è un principio più elevato della semplice rinuncia. Un devoto ama Krishna e sa che tutto Gli appartiene. Egli quindi usa tutto ciò che ha al servizio del suo amato Signore. Srila Prabhupada ci ha consigliato di usare tutte le risorse materiali e tutte le comodità moderne non a nostro vantaggio ma per adorare Krishna e proclamarNe le glorie. Servire Krishna con la Sua energia materiale è una vera rinuncia perché con questo servizio rinunciamo al concetto profondamente radicato di essere goditori e proprietari di questo mondo. Se trovi un portafoglio pieno di banconote da 100 euro hai tre scelte. La prima è quella di tenerlo, la seconda di rinunciare ad esso e la terza di riportarlo al proprietario. La prima scelta rappresenta la persona che desidera godere in questo mondo; la seconda il filosofo che decide di rinunciare al mondo — fatta eccezione per quello che già gli appartiene. La terza, che significa usare la proprietà di Dio per servirLo, è l’unica scelta responsabile. Il devoto usa la sua ricchezza per servire Dio, rinunciando al falso senso di possesso e di piacere. Perciò il signor Buffet potrebbe portare la sua rinuncia ad un livello più elevato. Sia che una persona sia povera come Sridhara, ricca come Ambarisa Maharaja o in una qualsiasi situazione intermedia può essere un grande rinunciato semplicemente possedendo Krishna.
Vraja Vihari Dasa, dottore in economia e commercio, fa servizio a tempo pieno nel tempio di Mumbai e insegna la coscienza di Krishna agli studenti di vari college.