Tagliare le radici del crimine
di Krishna Dharma Dasa
Ci sono circa 80.000 persone imprigionate nelle carceri della Gran Bretagna. Il doppio di quanti ce ne fossero dieci anni fa e il numero sta ancora aumentando. Stranamente, perché il numero dei crimini sta diminuendo. Questo punto, tuttavia, è al centro di un dibattito, in quando molti sostengono che la gente è meno disposta a denunciare piccoli crimini, vedendo che la polizia, quando è molto impegnata, non è incline a considerare i piccoli crimini ed anche se lo facesse servirebbe a poco. La possibilità di riottenere oggetti rubati o che un colpevole sia arrestato per crimini minori è molto remota. Comunque, quei malviventi che vengono a trovarsi davanti al giudice hanno più possibilità di ricevere una sentenza di colpevolezza di quanto non accadesse precedentemente. Questo, almeno, è il punto di vista del “Prisons Reforms Trust”, che afferma che nonostante il numero dei colpevoli riconosciuti in giudizio sia rimasto più o meno lo stesso, c’è stato una “notevole inflazione di sentenze ed una mancanza di fiducia in efficai misure alternative.” Questo fatto viene attribuito ad un certo numero di fattori, come la domanda pubblica di sentenze esemplari, nel caso di crimini particolarmente odiosi, come gli assassini di bambini. Ma in modo particolare deriva dal punto di vista politico prevalente che “la prigione funziona”, una frase coniata da Michael Howard quando era Ministro degli Interni circa quindici anni fa. Subito dopo il New Labour conquistò il potere con il suo manifesto che prometteva “contro il crimine, contro la causa del crimine,” una strategia perseguita fino ai giorni nostri.
Rendere i cattivi peggiori
Ma la prigione funziona? Le statistiche mostrano che circa il sessanta percento dei prigionieri compie ancora un crimine entro due anni dall’uscita dalla prigione. La prigione è un luogo eccellente per incontrare altri criminali ed apprendere nuovi trucchi. Le scritture vediche affermano che la nostra coscienza prende velocemente forma in accordo alle persone che frequentiamo, che in prigione difficilmente possono essere del tipo migliore. Considerando questo fatto, un altro Ministro degli Interni, David Waddington, affermò in un documento governativo: “La prigione è un modo costoso per rendere i cattivi peggiori.” Tuttavia bisogna dire che i corsi di addestramento e di riabilitazione cercano di rettificare i criminali. Ma mentre questi corsi possono essere di aiuto in alcuni casi, sembra che non lo siano abbastanza in altri casi. È quindi un maggiore addestramento la soluzione? In accordo alle scritture vediche la risposta è sì, ma l’addestramento deve essere di un certo tipo e ricevuto preferibilmente prima di essere detenuti nelle prigioni di Sua Maestà. Srila Prabhupada scrive: “Semplicemente emettere leggi e ordinanze non può rendere i cittadini obbedienti e rispettosi della legge. Questo è impossibile.
In tutto il mondo ci sono tanti stati, tante assemblee legislative e parlamenti, ma nonostante tutto i cittadini rimangono disonesti e ladri. Essere buoni cittadini, perciò non può essere una costrizione; i cittadini devono essere addestrati.” Egli continua affermando che l’addestramento deve essere impartito in accordo al varnasrama, il sistema vedico che organizza la società in ordini spirituali e di occupazione, con lo scopo finale di risvegliare la nostra coscienza di Krishna. In una società addestrata ed organizzata in questo modo, il crimine diminuisce per diversi motivi. Primo motivo, il sistema del varnasrama ridurrebbe il numero di persone non addestrate, disoccupate e possibilmente nella necessità di sentirsi forzati a commettere crimini. Ma il beneficio principale, e che tende ad essere assente dai programmi governativi, è il beneficio spirituale. L’addestramento vedico nella spiritualità o nella coscienza di Dio rende le persone pacifiche, riducendo così la causa originale di tutte le trasgressioni morali: il desiderio materiale. Poiché pensiamo che avere di più significa essere più felici, generalmente non ci fermeremo facilmente nel nostro tentativo di ottenere di più, anche infrangendo le leggi se in questo modo possiamo ottenere quello che desideriamo.
La Sfida dell’Appicazione
Applicare il varnasrama ed impegnare ognuno in accordo alle proprie propensità, con quello che ne consegue, è naturalmente un grande sfida, ma il suo scopo essenziale di risvegliare la nostra coscienza di Krishna è qualcosa che possiamo fare anche ora. In una conversazione con il sindaco di Evanston, nell’Illinois, che in quel momento stava sperimentando seri problemi con la criminalità, Srila Prabhupada chiese che venisse dato all’ISKCON un grande edificio da essere destinato al Krishna kirtana e alla distribuzione di prasadam. Egli disse che questo era il modo di curare una persona dalla sua “infezione materiale” che conduce al crimine. “Quindi se curiamo questa infezione” disse Prabhupada, “di nuovo una persona diventa buona. Questa è quindi la cura. Non è una cosa esterna, artificiale, imposta su qualcuno. No, la bontà si trova dentro di noi” In altre parole, siamo tutti intrinsecamente, buoni, essendo parti del supremo buono, o Dio. Dobbiamo solo risvegliare la nostra natura spirituale originale e la bontà emergerà. Essere curati dall’infezione materiale significa anche trovare in noi stessi la felicità che cerchiamo futilmente altrove. Incantati da una impressionante mostra di avvisi pubblicitari che ci incoraggiano a comprare prodotti di cui non abbiamo bisogno e che a fatica ci possiamo permettere, siamo afflitti dal desiderio e quindi dalla frustrazione quando non siamo in grado di procurarci questi oggetti, o se riusciamo a procurarceli, questi non riescono a soddisfarci. Di conseguenza vediamo che vengono elaborate statistiche sulla depressione, ed anche un aumento nell’uso di alcol e droghe, principali cause del crimine. L’unico modo di invertire questa tendenza è connetterci con Krishna, l’origine di tutta la felicità spirituale. Allora la pace e la soddisfazione sicuramente prevarranno. Altrimenti i nostri programmi di riforma sociale, privi di contenuti spirituali, saranno sempre un fallimento.
Krishna Dharma Dasa vive a Manchester, in Inghilterra. Ha tradotto il Mahabharata, il Ramayana ed il Panca Tantra.