Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



La Bhagavad-gita nello spazio
di Nanda Dulala Dasa

La signora Sunita Williams era a bordo della navicella spaziale americana, Discovery, lanciata in dicembre. Sunita, i cui genitori sono indiani del Gujarat, sebbene cresciuta negli USA ha assorbito la cultura indiana. Nel suo bagaglio per il volo spaziale, Sunita insieme ad alcuni samosa e ad una divinità di Ganesha, ha portato una Bhagavad-gita. L’umanità ha a lungo desiderato di conquistare il non noto, il misterioso. Dapprima si manifestò la passione per i mari e le terre straniere; ora è lo spazio infinito che chiama. Vogliamo visitareg li altri pianeti e perfino vivere nello spazio. E questo è naturale, perché come anime spirituali abbiamo il diritto costituzionale di andare in ogni parte dei cieli materiali e spirituali. Una persona non informata potrebbe pensare che questa tentazione di conquistare lo spazio sia solo recente. Sri Krishna però nella Bhagavad-gita 8.16 dice, abrahma bhunaval lokah punar avartino ‘rjuna: “Mio caro Arjuna, anche se ti rechi sul pianeta più elevato, Brahmaloka, dovrai tornare indietro.”

Questa affermazione ha per noi due significati. In primo luogo, il viaggio interplanetario non è nuovo per la razza umana. Aveva già luogo nei tempi vedici. Per esempio, lo Srimad-Bhagavatam narra il viaggio del re Kakudmi a Brahmaloka e i viaggi di Bhrigu Muni a Brahmaloka,al monte Kailasa e a Vaikuntha. In secondo luogo e più importante, secondo il Signore Stesso, anche se qualcuno riesce ad andare sui pianeti più elevati, i suoi sforzi sono in definitiva inutili. Immaginate qualcuno che investe in una società sapendo bene che sta andando verso la bancarotta, sarebbe sicuramente da considerarsi uno sciocco, ma anche noi non riusciamo a capire che tutto nel mondo materiale, compresi i pianeti intorno a noi, è temporaneo e perciò tutto quello che noi investiamo qui è inutile.

I Veda consigliano molti sacrifici per elevarsi ai pianeti celesti ed alcuni eruditi arrivano perfino a pensare che questo sia l’intero scopo della saggezza vedica. La realtà però è qualcosa di diverso. Perché sciupare il nostro tempo ad andare in un luogo che un giorno verrà distrutto? Al giorno d’oggi le persone cambiano spesso casa; non amano stare nello stesso alloggio per più di qualche anno. Questa tendenza esiste perché tutti noi siamo lontani dalla nostra casa originale e permanente: il mondo spirituale dove risiede Sri Krishna. Cercare una residenza adatta all’interno del mondo materiale temporaneo non funzionerà, perciò ascoltando il consiglio di Sri Krishna dovremmo cercare di andare tutti a Krishnaloka. Paras tasmat tu bhavo ’nyo ’vyakto ’vyaktat sanatanah (Bhagavad-gita 8.20). Là ci attende una vita di eternità, felicità e conoscenza. D’altra parte, vivere nel mondo materiale è come vivere in prigione.

Proprio come un detenuto non può passare liberamente da una cella all’altra, così noi non possiamo spostarci da un pianeta ad unaltro. In base alle leggi di Dio siamo sulla Terra a causa del nostro karma. Anche se potessimo andare da un pianeta ad un altro, questo non ci renderebbe felici, non di più di quanto cambiare cella può far felice un detenuto. Noi possiamo essere veramente felici solo nel mondo spirituale, fuori dalle mura della prigione del mondo materiale. Se semplicemente ci atteniamo alle istruzioni di Sri Krishna cercando d’impegnarci nel servizio devozionale a Lui, ci sarà concesso di risiedere eternamente sul Suo pianeta. Là la tentazione di avventurarci nello spazio non ci perseguiterà. Sri Krishna dice (Bhagavad-gita 8.15):
mam upetya punar janma
duhkhalayam asasvatam
napnuvanti mahatmanah
samsiddhim paramam gatah
“Dopo averMi raggiunto, le grandi anime, yogi colmi di devozione, non tornano mai più in questo mondo temporaneo e pieno di sofferenza perché hanno ottenuto la perfezione più alta.” Sebbene siamo tentati da ciò che è temporaneo, dovremmo cercare ciò che è permanente. Posso solo augurare a Sunita, l’astronauta, di aver sfogliato le pagine della Bhagavad-gita durante la sua permanenza nello spazio e di essere rimasta attratta dalle descrizioni del mondo spirituale.Questo sarebbe per lei un vero e duraturo beneficio.
Nanda Dulala Dasa si è unito all’ISKCON in India nel 2000. Fa parte del gruppo BTG dell’India e presta il suo aiuto insegnando la coscienza di Krishna agli studenti universitari a Mumbai.