IL VANTAGGIO DI ESSERE CARITATEVOLI
Possiamo servire tutti e trarne beneficio noi stessi contribuendo al Movimento per la
Coscienza di Krishna, “il Movimento che dà vita alla società umana”
di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya
dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
etavaj janma-saphalyam
dehinam iha dehisu
pranair arthair dhiya vaca
sreya-acaranam sada
“È dovere di ogni essere vivente compiere attività benefiche dedicando a favore degli altri la propria vita, la propria ricchezza, l’intelligenza e le parole.” –Srimad-Bhagavatam 10.22-35
Ci sono molte anime incarnate nelle 8.400.000 specie di vita. Tra esse, le persone che vivono in modo civile e in particolare quelle che seguono i principi vedici, sono dette ariane. La forma umana si ottiene dopo un processo evolutivo che richiede moltissimi anni. Lo Srimad-Bhagavatam (11.9.29) afferma:
labdhva su-durlabham idam bahu-sambhavante
manusyam artha-dam anityam apiha dhirah
turnam yateta na pated anu-mîtyu yavan
nihsreyasaya visayah khalu sarvatah syat
“Dopo moltissime nascite e morti si raggiunge la rara forma di vita umana, che, sebbene temporanea, offre l’opportunità di ottenere la perfezione più alta. Un essere umano sobrio dovrebbe quindi sforzarsi, senza perdere tempo, di raggiungere la perfezione suprema della vita finché il corpo, che è sempre soggetto alla morte, non è ancora giunto alla sua fine. Dopo tutto, la gratificazione dei sensi è ottenibile perfino nelle specie di vita più basse, mentre la coscienza di Krishna è accessibile soltanto all’essere umano.”
Tra tutte le anime incarnate, quelle che hanno preso la forma umana possono raggiungere la liberazione. Siamo incatenati al ciclo delle nascite e delle morti e dobbiamo subire la vecchiaia e le malattie, tuttavia non ci arrendiamo ancora. Pensiamo: “Va bene, voglio continuare così.” Questo però non è un avanzamento nella conoscenza, è solo ignoranza. C’è un modo per fermare il ripetersi delle nascite e delle morti, della vecchiaia e delle malattie. Perciò in questa era, particolarmente in questa vita, dovremmo cercare di liberarci da questo incatenamento. Tale è la funzione specifica della forma umana. Il verso di oggi parla di dehi. Ci sono molti dehi. Dehi indica colui che ha un corpo materiale. Nella Bhagavad-gita (2.13) Sri Krishna dice:
dehino ’smin yatha dehe
kaumaram yauvanam jara
tatha dehantara-praptir
dhiras tatra na muhyati
“Come l’anima incarnata passa, in questo corpo, dall’infanzia alla gioventù e poi alla vecchiaia, così l’anima passa in un altro corpo all’istante della morte. La persona saggia non è turbata da questo cambiamento."
Il significato di dehi è: “Io non sono questo corpo, ma l’ho accettato.” Come scegliamo un vestito, nello stesso modo, secondo il nostro desiderio e il nostro karma, abbiamo accettato un certo corpo e per conseguenza siamo sottoposti a diversi tipi di sofferenza e di piacere. Questo è ciò che accade.
Un Vantaggio Immediato contro uno Permanente
Il verso dello Srimad-Bhagavatam di oggi afferma che il dovere di tutti coloro che hanno una forma umana è sreya acaranam: agire per sreya. Nella letteratura vedica troviamo i termini sreya e preya. Ogni persona comune è impegnata in qualche tipo di azione per gratificarsi i sensi. Tutti lavorano duramente per soddisfare i sensi secondo la misura del proprio desiderio. Questo è chiamato preya, un vantaggio immediato, ma c’è un altro tipo di attività, chiamato sreya. Ai ragazzi piace giocare. Questo è preya, ma i responsabili si preoccupano che i ragazzi non crescano viziati e abbiano una buona educazione per la loro vita futura. Questo è sreya. Il Bhagavatam dice che in questa vita non dovremmo cercare preya, il vantaggio immediato o ciò che dà un’immediata gratificazione dei sensi.
Dovremmo chiederci: Chi sono? Perché mi trovo in una condizione di vita materiale? In che modo posso uscirne? Queste domande riguardano sreya. Ottenuta la forma umana, le persone dovrebbero impegnarsi ad agire per conseguire lo scopo supremo della vita e questo scopo supremo è Krishna, Visnu. Ma non lo sanno. Nello Srimad-Bhagavatam (7.5.31) Prahlada Maharaja dice:
na te viduh svartha-gatim hi visnum
durasaya ye bahir-artha-maninah
andhayathandhair upaniyamanas
te ’pisa-tantryam uru-damni baddhah
“Le persone fortemente invischiate nella coscienza del godimento materiale, che per questa ragione hanno accettato come loro capo o guru un uomo ugualmente cieco, attaccato agli oggetti esterni dei sensi, non possono capire che il fine dell’esistenza è tornare a Dio, nella nostra dimora originale e d’impegnarci al servizio di Sri Visnu. Come i ciechi guidati da un altro cieco perdono la strada e cadono nel fosso, così le persone attaccate alla materia, guidate da un altro uomo attaccato alla materia, sono saldamente legate dalle corde robuste dell’attività interessata e continuano a vivere la loro vita materialista tormentate dalle tre forme di sofferenza.”
Poiché siamo prigionieri dell’energia esterna, maya, abbiamo dimenticato il nostro vero interesse e agiamo per un interesse diverso – per preya e non per sreya. Sreya è Visnu, Krishna.
Come Aiutare gli Altri
Non voglio prendervi troppo tempo. Siete tutti uomini molto occupati e vi ringrazio moltissimo di essere qui oggi. Chiediamo la vostra cooperazione. Nel verso di oggi si trovano le parole pranair arthair dhiya vaca. Possiamo aiutare gli altri in vari modi: con la vita, la ricchezza, l’intelligenza e le parole. Alcuni dedicano la loro vita a questo grande movimento, la coscienza di Krishna. Questi giovani americani, europei e indiani hanno dedicato la loro vita alla diffusione della coscienza di Krishna. Se una persona non può dedicare la sua vita, per quanto possibile, dovrebbe donare il suo denaro. Secondo l’insegnamento dei maestri spirituali che ci hanno preceduto, ognuno dovrebbe sacrificare a Krishna il cinquanta per cento del proprio reddito.
Rupa Gosvami ne ha dato l’esempio. Non importa se il vostro reddito è di cinque lakh [500.000 rupie] al mese o solo di cinque rupie. Dovreste offrire la maggior parte del vostro reddito al Supremo. Se il governo ha il diritto di tassare le vostre rendite, non ha forse Krishna lo stesso diritto? Egli vi fornisce moltissime cose. Che cosa vi fornisce il governo? Krishna vi dà la luce del sole, Krishna vi dà la luce della luna. Krishna vi dà l’aria. Krishna vi dà il cibo. La Katha Upanisad (2.2.13) afferma, nityo nityanam cetanas cetananam eko bahunam yo vidadhati kaman: “Il Signore Supremo è eterno e anche gli esseri viventi lo sono. Il Signore Supremo possiede la conoscenza e anche gli esseri viventi la possiedono. La differenza è che il Signore Supremo fornisce tutto ciò che è necessario per la vita alla moltitudine degli esseri viventi. “Krishna soddisfa tutti i vostri desideri, non volete dunque pagarGli un po’ di tasse?”
L’Esempio di Bali Maharaja
Krishna non è solo Colui che dà tutto, è anche un mendicante. Nella forma di Vamanadeva, Egli Si manifestò come mendicante davanti a Bali Maharaja. Bali Maharaja aveva conquistato tutto il mondo, compresi i pianeti superiori, e tutti gli esseri celesti ne erano molto turbati. Allora Krishna, nella forma di Vamanadeva, Si presentò a Bali Maharaja come un mendicante: “Maharaja, tu sei molto caritatevole. Ti prego, famMi dono di tre passi di terra.” Dunque Krishna, sebbene sia Colui che mantiene tutti, a volte interpreta la parte di un mendicante. Non è un mendicante, ma chiede l’elemosina per dare beneficio a chi è caritatevole. Chiunque dà in carità ne è beneficato. Bali Maharaja diede tutto a Vamanadeva. Questo è detto sarvasvatmanivedanam: offrire tutto al Signore. Devoti diversi offrono diversi tipi di servizio devozionale a Krishna nell’ambito dei nove elencati da Prahlada Maharaja nello Srimad-Bhagavatam (7.5.23)
sravanam kirtanam visnoh
smaranam pada-sevanam
arcanam vandanam dasyam
sakhyam atma-nivedanam
“Ascoltare e cantare il santo nome, glorificare la forma, le qualità, i divertimenti di Sri Visnu e ciò che lo circonda, ricordarli, servire i piedi di loto del Signore, offrire al Signore una rispettosa adorazione mediante sedici differenti oggetti, offrire preghiere al Signore, diventare Suo servitore, considerare il Signore come il proprio migliore amico, sottomettere ogni cosa a Lui (in altri termini, servirLo con il corpo, la mente e le parole) – questi nove metodi sono considerati puro servizio devozionale.”
Bali Maharaja praticò atmanivedanam, dando a Krishna tutto ciò che possedeva. Nella Bhagavad-gita (9.27) Sri Krishna dice:
yat karosi yad asnasi
yaj juhosi dadasi yat
yat tapasyasi kaunteya
tat kurusva mad-arpanam
Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa mangi, sacrifichi e dai in carità, come pure le austerità che compi – offri tutto a Me, o figlio di Kunti.”
Tutti hanno qualcosa da offrire in carità. Voi siete tutti uomini d’affari e forse avete istituito un fondo per le opere di carità. Tutti hanno una naturale inclinazione a dare in carità. Krishna dice: “Se sei disposto a dare qualcosa in carità, è meglio che tu la offra a Me.” Ecco dunque una possibilità – il Movimento per la Coscienza di Krishna. Pranair arthair dhiya vaca. Qualcuno può dedicare la propria vita e qualcun altro può dare in carità al massimo delle sue possibilità. Se non si ha la possibilità di dedicare la propria vita o di dare in carità, allora si può offrire la propria intelligenza e infine si possono offrire anche le proprie parole. Il Movimento per la Coscienza di Krishna è molto importante. Perciò qualcuno offre la propria vita, qualcuno la propria ricchezza, qualcuno la propria intelligenza e qualcun altro le proprie parole.
Se qualcuno non può offrire la propria vita o non ha denaro, può usare la propria intelligenza per dare consigli come: “Se andate dal Tal dei Tali, o se fate questo, se impostate la vostra vita in questo modo per avanzare nela coscienza di Krishna ...” Anche questo è servizio. Significa usare la propria intelligenza. Se poi una persona non ha denaro, non ha idee e non può dedicare la propria vita, allora può dare le proprie parole. Come può farlo? Ripetendo le parole di Krishna. Nella Bhagavad-gita (18.66) Krishna dice:
sarva-dharman parityajya
mam ekam saranam vraja
aham tvam sarva-papebhyo
moksayisami ma sucah
“Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato, non temere.”
A qualcuno potete dire: “Sono venuto da lei, signore, per dirle che dovrebbe arrendersi a Krishna. Per favore, si arrenda a Krishna.” Le parole non costano. Oppure potete dire: “Per favore, canta Hare Krishna.” Penso che sia facile. Non ci sono spese; non c’è perdita. Mi sento molto obbligato verso di voi che cercate di fare del vostro meglio per diffondere questo movimento e nello stesso tempo devo dire che questo movimento è molto, molto importante. Questo è il movimento che dà vita alla società umana. è un fatto. Non È un movimento falso, architettato, inventato. È un movimento autorizzato. Krishna dice: sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja [Bg. 18.66) e noi insegniamo questa filosofia in tutto il mondo. E in ogni parte del mondo abbiamo devoti completamente arresi a Krishna.
Vi ringrazio moltissimo.