Ritorno a Krishna
La rivista del movimento Hare Krishna
volume 10 n. 4
luglio-agosto 1998
Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya
dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, a sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, America, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha aperto in tutto il mondo asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krsna.
I suoi discepoli continuano il Movimento a cui egli ha dato vita.
La Rivista del Movimento Hare Krishna
RITORNO
A KRISHNA
FONDATA NEL 1944
FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio Ali Krsna devi dasi
REDAZIONE:
Nikunja Vasini devi dasi, Pancaratra dasa, Rasika devi dasi, Virabhadra dasa
AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa
ABBONAMENTI:
Dananistha devi dasi
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PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.
NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.
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RITORNO A KRISHNA Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89
Vol. 10 N. 4 - luglio-agosto 1998
Fotolito: Fotolitografie Fiorentine, Dicomano, FI
Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.
Sped. in Abb. Post. Comma 20/C Legge 662/96 Filiale Firenze
SOMMARIO
CONOSCENZA PRIVA DI DUBBI
Una lezione di Srila Prabhupada
ALLA SCOPERTA DELL'ORIENTE
Puskara
SRIMAD BHAGAVATAM
In esclusiva la pubblicazione dell'Undicesimo Canto
SRILA PRABHUPADA LILAMRTA
La biografia di Prabhupada
MAESTRI IN CUCINA
Menù per l'estate
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Come evitare le trappole di Maya
LA VITA DEL RE KULASEKARA
IL MAHABHARATA
Continua il grande racconto epico
CALENDARIO VAISNAVA
Ricorrenze, Festività e Celebrazioni della tradizione vaisnava
LA FESTA DELLA DOMENICA
CONOSCENZA
PRIVA DI DUBBI
Trovare la fede grazie
alla conoscenza scientifica offerta dal metodo del puro bhakti yoga
Una conferenza tenuta a Los Angeles, il 25 Agosto 1972,
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna.
ato vai kavayo nityam
bhaktim paramaya muda
vasudeve bhagavati
kurvanty atmaprasadanim
"Perciò, tutti gli spiritualisti, da tempo immemorabile, servono il Signore
Supremo, Sri Krsna, con grande felicità, perché il servizio di devozione vivifica l'anima" (SrimadBhagavatam 1.2.22).
Atah significa "perciò". Quando dopo una discussione si giunge a una conclusione, si dice "perciò". Qui "perciò" significa che si è fermamente convinti. Come descritto nel verso precedente, chidyante sarvasamsayah: "Tutti i dubbi sono distrutti".
Samsayah significa "dubbio". Questa mattina parlavamo con un amico scienziato circa l'origine primaria di ogni cosa. Prima di tutto, la conclusione è che qui ogni cosa è relativa. Qui, per esempio, un uomo è il figlio di un altro uomo che è figlio di un altro. Questo mondo è un mondo relativo: ogni cosa dipende da qualcos'altro. Nessuno è indipendente. La fonte originale è senziente o non senziente? La fonte originale deve essere senziente. Nella nostra esperienza noi vediamo che esistono forme inerti ed esseri viventi. Qui vedo una piccola formica e una grande pietra. La grande pietra è non senziente, non può muoversi. Potrei aspettare per milioni di anni ma la pietra non si muoverà perché non è senziente. Ma la formichina si muove. Se proviamo a controllare i suoi movimenti, la vedremo darsi da fare da questa parte, dall'altra e da questa ancora. Ciò mostra che la formica è senziente. Gli esseri senzienti sono superiori alla materia. Ci sono due cose nella nostra esperienza: una è senziente, l'altra no. Come osservatore, a volte le controllo entrambe, ma non sono il controllore supremo. Posso osservare sia il senziente che il non senziente, quindi, per il momento, sono superiore a entrambi. La fonte originale di ogni cosa, il conoscitore supremo, l'analizzatore supremo, deve essere senziente. Non può non esserlo. Possiamo fare questa analisi con la conoscenza sperimentale. Il nostro movimento per la coscienza di Krsna non è sentimentale, noi possiamo spiegare in che modo Dio ha creato. La Bibbia afferma: "Dio disse: 'Sia la creazione, e la creazione fu". Ma i lettori della Bibbia non sono in grado di spiegare come Dio creò. Perciò in questa era moderna, scientificamente progredita, le persone non accettano la Bibbia. Noi però possiamo spiegare come Dio creò ogni cosa. Possiamo spiegare come Dio possa creare soltanto desiderandolo.
Chidyante sarvasamsayah. Seguendo il bhagavatadharma o studiando lo SrimadBhagavatam, che presenta la conoscenza definitiva di ogni cosa, è possibile liberarci completamente da ogni dubbio. E' possibile essere sicuri che Dio è una persona, che è senziente, che è il direttore supremo, il conoscitore supremo, il fisico supremo, il chimico supremo. Egli è ogni cosa al grado supremo.
Poiché è il Supremo, Krsna può fare ogni cosa. A Vrndavana Egli sollevò la montagna Govardhana. C'erano torrenti di pioggia e Vrndavana era allagata. Tutti gli abitanti non sapevano che fare e si rivolsero a Krsna in cerca di protezione perché non conoscevano altri che Krsna. Krsna disse: "Va bene, ora solleverò questa montagna. Che diventi un grande ombrello per l'intero villaggio!". Gli atei dicono che queste sono tutte storie. No, non sono storie, perché Dio è il Supremo. Essendo il fisico supremo, Egli sa come rendere una montagna priva di peso. Conosce l'arte.
Innumerevoli pianeti giganteschi fluttuano nel cielo. Chi li fa fluttuare? Tu non riusciresti a far fluttuare nell'aria nemmeno un piccolo oggetto, eppure milioni di miliardi di pianeti fluttuano nello spazio. Chi l'ha reso possibile? Dio. Perciò Egli è chiamato l'onnipotente, il grande. Quindi se Krsna è Dio, sarebbe difficile per Lui rendere una montagna priva di peso? No. Egli può entrare anche nell'oceano. Quindi Egli deve conoscere le leggi fisiche per poter penetrare l'oceano. E' sufficiente comprenderne la tecnica. Anche gli scienziati moderni entrano nell'oceano, galleggiano sull'oceano con delle macchine.
Conoscendo le leggi fisiche perfettamente, è possibile entrare nelle acque senza macchine, è possibile fluttuare nell'aria senza macchine, è possibile sollevare una montagna senza macchine: è questione di conoscenza perfetta. Quando si è avanzati nella conoscenza spirituale, nel servizio devozionale, allora chidyante sarvasamsayah, tutti i dubbi sono distrutti. Generalmente le persone pensano: "Davvero Krsna sollevò una montagna? Sono tutte storie". Poiché gli atei parlano in questo modo, noi potremmo pensare: "Sì, forse sono storie". Invece no. Se siete coscienti di Krsna, dovreste essere fermamente convinti: "Sì, Krsna l'ha fatto". "E' possibile perché conosce perfettamente la scienza di Dio. La conosce e può farlo. Chi conosce la giusta scienza può trasformare una cosa in un'altra. Un elettricista può trasformare l'aria calda di un condizionatore in aria fredda e viceversa perché ne conosce la scienza. Voi non potete farlo.
Non studiate Krsna pensando: "Anch'io sono Krsna" No. Questo è un modo sbagliato di pensare. Tutti credono nella "filosofia del ranocchio". Quando un ranocchio la cui unica esperienza è un pozzo ampio un metro sente parlare delle dimensioni dell'Oceano Atlantico, pensa: "Com'è possibile?" Suppone che l'oceano potrebbe essere un po' più grande del suo pozzo, un metro e mezzo, due metri. A tre metri scoppia perché non ha ulteriore conoscenza. Non sa che il suo pozzo largo un metro non potrà mai essere paragonato all'Oceano Atlantico. Poiché i nostri sensi sono limitati, abbiamo un'energia creativa limitata, una cosiddetta conoscenza scientifica, e un'altra cosiddetta conoscenza. Noi pensiamo che Dio potrebbe essere un po' più grande di noi, ma non appena sentiamo che Egli può sollevare una montagna e il mondo intero noi dubitiamo.
Se però si è avanzati nella coscienza di Krsna, si è liberi da ogni dubbio. Bisogna conoscere Krsna perfettamente e ciò è possibile col servizio devozionale. Nella Bhagavad-gita Krsna afferma: "Chi Mi vuole comprendere perfettamente si deve impegnare nel servizio devozionale".
Krsna, in realtà, non può essere compreso perfettamente, ma i nostri dubbi possono essere dissipati dalla bhakti, cioè dal servizio devozionale.
Perché non con la conoscenza? Ci sono tre vie: karma (l'azione interessata), jnana (la conoscenza speculativa) e bhakti. Krsna non può essere conosciuto con la conoscenza scientifica. I cosiddetti scienziati sono sempre pieni di dubbi, sono insicuri. Non è possibile comprendere Dio con la conoscenza speculativa perché Dio è illimitato e la nostra conoscenza è limitata. Com'è possibile quindi comprendere Dio? Allora, com'è possibile per i bhakta, i devoti, conoscere Dio? Essi non hanno un'istruzione superiore né sono degli scienziati. Come possono conoscerLo è indicato nella Bhagavad-gita:
tesam satatayuktanam
bhajatam pritipurvakam
dadami buddhiyogam tam
yena mam upayanti te
"A coloro che mi servono con amore e devozione, Io dò l'intelligenza con la quale potranno venire a Me". Tam significa "a lui". A chi? Bhajatam pritipurvakam: a chi è impegnato nel servizio di devozione con amore e fede. Dio è dentro di te, non devi cercare Dio. Hrdy antahsthah: Dio è all'interno del tuo cuore e ti può dare l'intelligenza per comprenderLo. All'inizio di questo capitolo è affermato: "Ascoltare e cantare ciò che riguarda Krsna sono attività pie".
Krsna dice che a chi è impegnato nel servizio devozionale e nell'ascolto di ciò che Lo riguarda gli fornisce l'intelligenza necessaria. Se si è sinceri, se si è veramente dei devoti, Krsna aiuterà. GuruKrsnakrpa. Il guru è la misericordia di Krsna. Krsna ci aiuta interiormente ed esternamente.
L'aiuto esterno è il guru, il rappresentante di Krsna. Krsna è sempre disposto ad aiutarci, e quando Krsna ci aiuta è molto facile comprenderLo. Perciò il devoto è al di là di ogni dubbio. Ciò non significa che noi accettiamo ciecamente Krsna quale Dio, la Persona Suprema: No: noi abbiamo le nostre argomentazioni scientifiche e filosofiche. Dopodiché accettiamo Krsna.
Chi accetta Krsna scientificamente e filosoficamente è chiamato uttama-adhikari, un devoto di prima categoria. Ci sono tre livelli di devoti: kanisthaadhikari (il livello inferiore), madhyamaadhikari (il livello medio) e uttamaadhikari (il livello superiore). Il devoto di terzo livello accetta l'esistenza di Dio ma è pieno di dubbi. Il devoto di secondo livello ha dubbi ma accetta Dio sulla base dell'autorità dei Veda. Il devoto di primo livello sa perfettamente che Dio esiste. Chidyante sarvasamsayah: è al di sopra di ogni dubbio. "Sì, Krsna è Dio, la Persona Suprema. Ecco qua Krsna! Il mio Signore è presente qui, in questo tempio. Egli è venuto molto gentilmente, misericordiosamente, per accettare il mio servizio". Questi sono i pensieri del devoto di prima categoria. Non appena Sri Caitanya Mahaprabhu vide Krsna nella Sua forma di Jagannatha nel tempio, svenne. "Ecco il Mio Signore che stavo cercando". In questo verso è affermato: "Ato vai kavayo nityam bhaktim paramaya muda". Kavayah significa "devoti di prima categoria". Nityam: "perpetuamente, eternamente". Bhaktim: "servizio devozionale". Paramaya: "trascendentale".
Queste distinzioni primo, secondo e terzo livello non sono dei comuni livelli materiali. Anche nel mondo spirituale ci sono queste divisioni, proprio come ci sono divisioni per quanto riguarda la luce del sole: lo splendore del sole, il globo solare e il dio del sole. Anche se ti trovi alla luce del sole, ciò non significa che conosci il globo solare o il dio del sole. Questo richiede un altro livello di conoscenza. Nello stesso modo, ci sono diversi stadi di servizio devozionale: kanisthaadhikari, madhyamaadhikari e uttamaadhikari.
L'uttamaadhikari è fermamente convinto che Krsna è Dio, la Persona Suprema: nessuno può dissuaderlo. Egli può convincere gli altri che Krsna è Dio, la Persona Suprema, ma nessuno potrà convincerlo che Krsna non è Dio. Perciò coloro che hanno veramente acquisito la conoscenza della coscienza di Krsna, la scienza di Dio, sono saldamente fissi nel servizio di Krsna, Vasudeva.
Che dire del devoto di terzo livello? Se lui prosegue nel servizio devozionale secondo le norme e regole, gradatamente acquisirà la conoscenza di Krsna e rimarrà distaccato dall'attrazione materiale. Ogni cosa arriverà. Lo Srimad-Bhagavatam afferma:
vasudeve bhagavati
bhaktiyogah prayojitah
janayaty asu vairagyam
jnanam ca yad ahaitukam
"Chi serve il Signore Supremo, Sri Krsna, con amore e devozione, acquisisce subito per la Sua grazia la conoscenza e il distacco". Prayojitah significa "appena incominciato". Il kanistha adhikari deve aderire ai principi del servizio devozionale e gradualmente ogni cosa gli sarà rivelata.
All'inizio, a causa dei nostri ottusi sensi materiali, non possiamo comprendere Krsna e il servizio a Krsna. Pensiamo che il canto dei nomi di Krsna equivalga a un canto comune emesso con diverse vibrazioni, non riusciamo a capire che il nome di Krsna è trascendentale, che è Krsna stesso. Se eseguiamo il servizio devozionale con la dovuta serietà, ogni cosa gradualmente ci sarà rivelata, ma se seguiamo svogliatamente le regole, allora rimarremo al terzo livello: non saremo in grado di elevarci alle posizioni di secondo e primo livello, e tutti i nostri dubbi rimarranno.
Molte grazie.
Puskara
Scelto dal Signore della creazione come luogo per il suo tempio, ha attratto asceti e saggi per migliaia di anni e ancora oggi turisti e pellegrini si bagnano nel lago creato dal fiore di loto per ottenere ricchezza e buona fortuna.
Di Rasika Devi Dasi
Una volta, Brahma, il creatore dell'universo, decise secondo le prescrizioni dei Veda, di compiere un sacrificio. Per la scelta del luogo adatto decise di utilizzare un metodo inusuale: scelse di viaggiare nell'universo con un fiore di loto tra le dita e dove il fiore si fosse posato, scivolando dalle sue mani, là avrebbe compiuto il suo sacrificio. Ma il fiore scivolando si aprì e i suoi petali toccarono tre luoghi diversi formando, in ognuno di essi, un lago. Poiché i laghi vennero creati dal tocco di un fiore, puspa in sanscrito, il luogo divenne noto come Puskara.
Il sacrificio, secondo precisi calcoli astrologici, doveva essere celebrato nell'undicesimo giorno di luna crescente del mese di Kartika (ottobre-novembre) e per l'occasione vennero invitati tutti i saggi, i deva e i brahmana con le loro consorti.
Lo Srstikhanda del Padma Purana racconta che Brahma, accompagnato da tutti gli invitati, si recò a Puskara per celebrare il sacrificio che doveva essere celebrato in un particolare momento e in compagnia della propria moglie. Ma Savitri, la sposa di Brahma non era ancora arrivata e il momento di buon augurio per l'inizio del sacrificio si stava avvicinando senza che giungessero sue notizie. Brahma in ansia per questo ritardo che avrebbe potuto compromettere la buona riuscita del sacrificio chiese a Indra, il re dei pianeti celesti, di trovare immediatamente una donna, che una volta diventata sua moglie, avrebbe potuto assisterlo nel sacrificio. Indra scelse una pastorella ma poiché la casta richiesta per partecipare a un sacrificio è quella dei brahmana, i deva decisero di purificare la ragazza passandola attraverso una mucca che i Veda considerano pure quanto i brahmana. La ragazza quindi prese il nome di Gayatri, "colei che fu passata attraverso una mucca".
Quando Savitri arrivò nell'arena del sacrificio, trovando suo marito seduto accanto a un'altra donna, venne presa dall'ira e lo maledisse ad essere adorato soltanto nel giorno di luna piena del mese di kartika. Dopo aver pronunciato la sua maledizione Savitri abbandonò il sacrificio e si recò su una collina poco distante dove si impegnò in severe penitenze. In quel luogo, oggi, sorge un tempio a lei dedicato. Gayatri successivamente mitigò la maledizione di Savitri aggiungendo che chiunque, durante la luna piena del mese di Kartika, adori Brahma verrà benedetto dalla ricchezza e dopo la morte si ricongiungerà con lui. Sulla collina opposta a quella di Savitri sorge il tempio di Gayatri Devi.
LA FORTUNA DI VISITARE PUSKARA
Le glorie di Puskara sono descritte nel Mahabharata, nel Ramayana, nel Padma Purana e in altri testi vedici. Lo SrimadBhagavatam (12.12.61) afferma: "Colui che controllando la mente, digiuna e studia la scritture nei luoghi santi di Puskara, Mathura o Dvaraka sarà liberato dalla paura".
Nel Mahabarata, il saggio Pulastya, descrivendo i luoghi sacri a Bhisma, il nonno dei Pandava, parla di Puskara descrivendolo come uno dei luoghi più famosi dell'universo e affermando che chiunque vi si rechi verrà elevato alla stessa posizione di Brahma. Il solo pensiero di Puskara, aggiunge il saggio, è in grado di liberare da ogni peccato.
Tempo dopo che Brahma aveva concesso le sue benedizioni legate al luogo santo di Puskara, i deva si lamentarono affermando che essendo così facile per gli esseri umani raggiungere i pianeti celesti essi avrebbero trascurato i loro doveri religiosi e la terra sarebbe stata dominate dall'irreligione e dalle sue conseguenze. Brahma proclamò, quindi, che da quel momento in poi si sarebbero raggiunti i pianeti celesti solamente bagnandosi a Puskara durante gli ultimi cinque giorni del mese di Kartika. Oggi migliaia di pellegrini visitano Puskara durante quei giorni accompagnati da grandi festeggiamenti.
IL LUOGO PREFERITO DAI SAGGI
Per migliaia di anni Puskara è stato famoso come un luogo santo e oggi diversi luoghi nei dintorni onorano la presenza passata dei saggi dell'epoca vedica che in quei luoghi hanno compito rigide penitente e meditazioni come Agastya, Pulastya e Markandeya. Fu a Puskara che la danzatrice celeste Menaka sedusse Visvamitra distraendolo dalle sue meditazioni che lo avrebbero elevato dalla sua posizione di guerriero a quella di brahmanarsi ovvero di brahmana saggio, il quale, più tardi, avrebbe raggiunto il suo obbiettivo a Puskara.
Oggi dopo migliaia di anni dall'epoca di Visvamitra i pellegrini si recano ancora in questo luogo per soddisfare i loro desideri. Coloro che possiedono la più alta comprensione, tuttavia, pregano nel luogo santo la divinità che lo presiede per ottenere la soddisfazione di un unico desiderio: che possano un giorno ottenere il puro amore per Krsna.
PER VISITARE PUSKARA
Come arrivare: Puskara si trova in India, nello stato del Rajasthan, a 130 chilometri da Jaipur. Arrivati a Jaipur prendete un autobus o un treno per Ajmer e da lì un autobus per Puskara. E' difficile trovare collegamenti diretti per Puskara anche se ormai le compagnie private organizzano tragitti diretti in autobus più o meno confortevoli verso le più ambite mete turistiche tra le quali Puskara è tra le prime nella lista.
Dove alloggiare: Pus kara ha hotel e guest house per tutti i gusti e per tutte le tasche e in grande quantità ma se pensate di visitare Puskara durante il periodo di luna piena del mese di Kartika (Kartika Purnima) prenotate con diversi mesi di anticipo. In questi giorni si svolge anche la famosa fiera dei cammelli e turisti e pellegrini si riversano in questo luogo a migliaia.
Dove mangiare: Nell'area di Puskara è vietato introdurre o cucinare cibi che non siano completamente vegetariani nonché le bevande alcoliche. Il tempio di Brahma ha il suo ristorante conosciuto come R.S. Restaurant.
LA FIERA DEI CAMMELLI
La fiera dei cammelli si tiene a Puskara ogni anno per cinque giorni (incluso il giorno di luna piena) nel mese di Kartika (ottobrenovembre). Questa fiera ha un'origine antica: per molti secoli migliaia di pellegrini si sono recati a Puskara durante il periodo di Kartika Purnima per ottenere benefici spirituali e buona fortuna cosicché divenne naturale utilizzare questo ritrovo come un momento di scambio commerciale. Quella che era cominciata come una piccola occasione di commercio è diventata la più grande fiera di cammelli del mondo.
Durante quei giorni una tendopoli si stende a perdita d'occhio verso la pianura orientale di Puskara dove commercianti di cammelli, di cavalli, incantatori di serpenti, giostre e donne riccamente vestite nei vistosi colori rajasthani si perdono in un miscuglio di colori. La fiera attrae ogni anno 200.000 persone con i loro 50.000 animali tra cammelli, cavalli, mucche e bufali d'acqua.
I TEMPLI
A Puskara si trovano più di 400 templi dedicati a diversi deva. Qui ne indichiamo i principali con il tempio di Brahma in prima fila.
Il tempio di Brahma: Il tempio di Brahma si trova nella parte occidentale della città. Sull'altare siede Brahma accompagnato sulla destra da Savitri e sinistra da Gayatri. Il tempio e la divinità originali furono distrutti da Aurangzeb durante il periodo di governo Moghul nel XVII secolo. Il tempio fu successivamente ricostruito nel 1809.
Il tempio di Savitri: Il tempio di Savitri, la moglie di Brahma; è situato su una collina a circa tre chilometri dal tempio di Brahma. La collina è la stessa sulla quale Savitri si recò a fare penitenza dopo aver maledetto Brahma durante il sacrificio. Anche se il tempio è uno dei luoghi più suggestivi di Puskara, siccome raggiungerlo richiede una famosa camminata di circa un'ora, molti pellegrini si accontentano di ammirarlo da lontano.
Il tempio di Gayatri: Il tempio di Gayatri si trova sulla collina opposta a quella in cui è situato il tempio di Savitri. Guardando il panorama da lontano, le due colline con i loro templi fanno da meravigliosa cornice alla cittadina di Puskara nel cui centro si stende il lago creato dal tocco del fiore di loto caduto dalle mani di Brahma.
Figure:
(Sopra una veduta panoramica di Puskara. Sotto il ghata di Madhya Puskara durante la stagione secca)
(Sotto, un raduno dei mercanti di cammelli)
(Sotto, pellegrini riuniti per l'adorazione della divinità di Brahma nel tempio di Puskara)
Tra tutte le scritture vediche il più illuminante testo che descrive la Personalità di Sri Krsna
SRIMADBHAGAVATAM
'UNDICESIMO CANTO'
Scritture Vediche
SRIMADBHAGAVATAM
Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli.
Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile.
Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.
CANTO 11
CAPITOLO 2
VERSO 30
ata atyantikam ksemam
prcchamo bhavato 'naghah
samsare 'smin ksanardho 'pi
sat-sangah sevadhir nrnam
atah: perciò; atyantikam: supremo;
ksemam: bene; prcchamah: io chiedo;
bhavatah: a voi; anaghah: o voi che siete
senza peccato; samsare: nel ciclo di
nascite e morti; asmin: questo;
ksana-ardhah: che dura soltanto mezzo
istante; api: perfino; sat-sangah: la
compagnia dei devoti del Signore;
sevadhih: un grande tesoro; nrnam: per
gli esseri umani.
TRADUZIONE
Perciò, a voi che siete completamente
liberi dal peccato, io chiedo il favore di
spiegarmi quale sia il bene supremo.
Dopo tutto, in questo mondo di nascita
e morte, anche un solo attimo
trascorso in compagnia dei puri devoti
è un tesoro senza prezzo per qualsiasi
uomo.
SPIEGAZIONE
Il termine sevadhih, "un grande tesoro", è
particolarmente significativo in questo
verso. Come un uomo comune viene
sopraffatto dalla gioia quando scopre un
tesoro inaspettato, così una persona
veramente intelligente prova una felicità
travolgente nell'ottenere la compagnia di
un puro devoto del Signore, grazie alla
quale la vita può facilmente diventare
perfetta. Secondo Srila Jiva Gosvami le
parole atyantikam ksemam, ossia "il bene
supremo", indicano la situazione nella
quale non si può essere toccati neppure
dalla minima paura. Ora ci troviamo
invischiati nel ciclo di nascita, malattia,
vecchiaia e morte (samsara). Poiché tutta
la nostra situazione può essere
sconvolta in un istante, siamo costantemente in
preda della paura, ma i puri devoti del Signore
possono insegnarci il metodo pratico per
liberarci dall'esistenza materiale e per
conseguenza da ogni genere di paura.
Secondo Visvanatha Cakravarti Thakura,
l'etichetta normale vorrebbe che si chiedesse
subito all'ospite che è arrivato come sta. Ma
questa domanda non si addice ai devoti del
Signore che sono soddisfatti in se stessi e sono in
grado di concedere ogni benessere. Secondo
Srila Visvanatha, il re sapeva che sarebbe stato
inutile chiedere ai saggi notizie dei loro affari,
perché l'unica occupazione dei puri devoti del
Signore consiste nel perseguire lo scopo
supremo della vita. Secondo la Bhagavad-gita,
lo scopo della vita è liberarsi dal ciclo di nascite
e morti e ristabilirsi nella posizione di eterni
servitori di Dio, a livello della felicità spirituale. I
puri devoti del Signore non perdono tempo
interessandosi di comuni affari di questo mondo.
Talvolta gli sciocchi parenti di un predicatore
Vaisnava, si lamentano del fatto che questo
predicatore trascendentale non sta usando la
propria vita per fare carriera, e che trascurando
gli affari materiali, abbia perso una grande
quantità di denaro dedicandosi invece alla pratica
della vita spirituale. Questi ignoranti non possono
nemmeno immaginare l'illimitata prosperità che è
possibile ottenere situandosi a livello spirituale e
sottomettendosi anima e corpo alla missione del
Signore. Lo stesso re Nimi era un Vaisnava
colto; perciò non chiese scioccamente ai saggi
notizie di qualche affare terreno, ma subito
s'informò a proposito dell'atyantikam ksemam,
il più elevato e perfetto fine della vita.
Secondo Visvanatha Cakravarti Thakura, la
parola anaghah, "voi che siete senza peccato",
ha due significati. Anaghah indica che i nove
Yogendra erano personalmente liberi da ogni
peccato, e che la grande fortuna di vederli e
ascoltarli, era sufficiente a liberare un comune
peccatore dalle sue colpe e a permettergli di
ottenere tutto ciò che poteva desiderare.
Si potrebbe obiettare che i grandi saggi erano
appena arrivati, e il re non avrebbe dovuto
essere così impaziente da presentare subito le
sue domande sulla perfezione della vita. Forse il
re avrebbe dovuto aspettare che i saggi stessi
sollecitassero le sue domande. Questa ipotetica
obiezione trova qui risposta con l'espressione
ksanardho 'pi. Perfino un solo istante in
compagnia dei puri devoti, o anche meno, è
sufficiente a conferire la perfezione della vita.
Una persona comune, alla quale viene offerto un
grande tesoro, proverà l'immediato desiderio di
impossessarsene. In modo analogo il re Nimi
pensava: "Perché dovrei considerarmi così
fortunato da poter godere della compagnia di
questi grandi saggi per lungo tempo? Io sono una
persona comune, perciò senza dubbio ve ne
andrete ben presto. Perciò, voglio approfittare
immediatamente della vostra santa compagnia."
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, in
questo mondo esistono differenti forme di
misericordia. La misericordia comune non può
mettere fine a ogni infelicità. In altre parole, esistono
molti filantropi, altruisti e riformatori sociali che
certamente lavorano per migliorare le condizioni
dell'umanità, e queste persone sono considerate
universalmente misericordiose, ma nonostante la
loro misericordia, l'umanità continua a soffrire
nella trappola di nascita, vecchiaia, malattia e
morte. Io posso distribuire cibo ai bisognosi, ma
anche dopo aver usufruito del mio dono
caritatevole, il povero tornerà ad avere fame, o
soffrirà per qualche altra ragione. Il semplice
umanitarismo, o l'altruismo, non libera la gente
dall'infelicità. L'infelicità viene semplicemente
rimandata oppure trasformata. Il re Nimi era
felice di vedere i nava-yogendra, perché
sapeva che essi erano per l'eternità perfetti
compagni del Signore Supremo, e pensava: "Voi
non avete la tendenza a commettere attività
illecite come me, che sono uno sfortunato
materialista. Quindi ciò che dite non nasconde
alcun inganno o sfruttamento."
Le anime condizionate dalla materia passano
giorni e notti a discutere di argomenti che
riguardano la gratificazione dei sensi. Non
trovano mai il tempo di ascoltare ciò che
riguarda la conoscenza trascendentale. Tuttavia,
anche ascoltando in modo accidentale o per
brevissimo tempo gli argomenti che riguardano
Krsna (hari-katha), in compagnia dei puri
devoti del Signore, tali anime vedranno che la
sofferenza della vita materiale si affievolisce in
loro. Quando si vedono le persone liberate, si
ascolta da loro ciò che riguarda Krsna, si
ricorda il loro santo comportamento e la
tendenza a legarsi nell'illusione della
gratificazione dei sensi diminuisce, si diventa
desiderosi di servire il Signore Supremo.
VERSO 31
dharman bhagavatan bruta
yadi nah srutaye ksamam
yaih prasannah prapannaya
dasyaty atmanam apy ajah
dharman bhagavatan: la scienza del servizio
devozionale; bruta: ti prego di dire; yadi: se;
nah: di noi; srutaye: di ascoltare in modo
adeguato; ksamam: c'è la capacità; yaih: con il
quale (servizio di devozione); prasannah:
soddisfatto; prapannaya: a chi ha preso rifugio;
dasyati: darà; atmanam: Se stesso; api:
sebbene; ajah: il Signore Supremo non nato.
TRADUZIONE
Vi prego, se mi considerate capace di
ascoltare adeguatamente questi argomenti,
parlate del modo in cui ci si impegna nel
servizio devozionale al Signore Supremo.
Quando un essere vivente offre un servizio
d'amore al Signore Supremo, il Signore è
immediatamente soddisfatto, e in cambio
darà perfino Se stesso all'anima sottomessa.
SPIEGAZIONE
Nel mondo materiale sono due le categorie di
filosofi materialisti che presentano le proprie
opinioni sul Signore Supremo. Alcuni cosiddetti
teologi affermano che noi siamo infinitamente
differenti da Dio, e perciò tendono a considerare
il Signore come qualcosa che si trova molto al di
là del nostro potere di comprensione. Questi
filosofi estremisti nel loro dualismo si proclamano
esternamente o ufficialmente credenti virtuosi e
religiosi, ma considerano Dio così differente da
tutto ciò che fa parte della nostra esperienza che,
secondo loro è ben poco il vantaggio che si può
ottenere nel cercare di discutere della personalità
o degli attributi del Signore Supremo. Queste
persone solo esteriormente fedeli si dedicano
generalmente alle attività interessate e alla
gratificazione grossolana dei sensi, affascinate
come sono dalle relazioni terrene del mondo
materiale che si mascherano col nome di società,
di amicizia e amore.
Gli advaita-vadi, i filosofi non dualisti,
sostengono che non esiste differenza tra Dio e
l'essere vivente, e che lo scopo principale della
vita consiste nel lasciare l'esistenza personale,
dovuta all'illusione, e nel fondersi nella radiosità
impersonale del Brahman, che è privo di nome,
di forma, di varietà e personalità. Così né l'una
né l'altra categoria di filosofi speculativi, riesce a
comprendere Dio, la Persona Suprema e
trascendentale.
Nel Suo sublime insegnamento detto
acintya-bhedabheda-tattva la simultanea unità
e differenza Caitanya Mahaprabhu ha
chiaramente dimostrato che noi siamo per qualità
uguali a Dio, ma differenti per quantità. Dio è
coscienza personale, e ha una forma personale.
Similmente anche noi siamo coscienza personale,
e alla fine, quando saremo liberati, avremo anche
noi una forma eterna. La differenza è che la
forma eterna e la personalità del Signore
Supremo contengono una potenza e un'opulenza
illimitate, mentre la nostra potenza e la nostra
opulenza sono infinitesimali. Noi siamo coscienti
del nostro corpo personale, mentre Sri Krsna,
la Verità Assoluta, è cosciente del corpo di ogni
essere, com'è affermato nella Bhagavad-gita
(ksetra-jnam capi mam viddhi sarva-ksetresu
bharata).
Tuttavia benché Dio sia infinitamente più grande
dell'essere vivente, entrambi, Dio e l'essere
individuale, sono personalità eterne dotate di
forma, di attività e di sentimenti.
Il Signore Supremo, Krsna, Si espande in
innumerevoli esseri viventi per godere con loro
dei rasa, le relazioni estatiche. Gli esseri viventi
sono frammenti di Sri Krsna, e sono fatti per
servirLo con amore. Sebbene il Signore
Supremo sia eternamente il dominatore, e
l'essere vivente sia eternamente dominato,
quando l'essere vivente si sottomette al Signore
con una sincera attitudine d'amore, desiderando
servire il Signore per l'eternità, senza aspettarsi
minimamente un compenso personale per questo
servizio, il Signore ne è immediatamente
compiaciuto, come esprime qui il termine
prasannah. Krsna, Dio, la Persona Suprema, è
così infinitamente misericordioso e generoso che,
nella Sua gratitudine verso un servitore così
sottomesso e affettuoso, sente immediatamente il
desiderio di offrire qualsiasi cosa, perfino Se
stesso, al Suo devoto sottomesso.
Sono numerosi gli esempi pratici, riportati dalla
storia, che testimoniano questa tendenza
amorevole di Dio, la Persona Suprema. Per
amore di madre Yasoda il piccolo Krsna, nella
Sua forma di Damodara, Si sottomise alla Sua
affettuosa madre e acconsentì a farSi legare con
una corda, come un bambino che dev'essere
punito. Similmente, poiché Si sentiva in debito
verso i Pandava per l 'intenso amore che
provavano per Lui, Krsna nella Sua forma di
Partha-sarathi acconsentì volentieri a guidare il
carro di Arjuna sul campo di battaglia di
Kuruksetra. Anche a Vrndavana Krsna è
sempre intento a pensare al modo di soddisfare
le gopi, che sono universalmente riconosciute
come le più elevate ed amorevoli devote del
Signore.
Questi profondi sentimenti d'amore tra il Signore
e i Suoi puri devoti non sarebbero possibili, se
gli esseri viventi non fossero per qualità uguali a
Dio, la Persona Suprema, anzi, frammenti
infinitesimali del Signore. D'altra parte, poiché
sia Dio, la Persona Suprema, sia gli esseri viventi
sono individui per l'eternità, ognuno con una
propria coscienza individuale eterna, questi
scambi d'amore sono una realtà eterna nel regno
di Dio. In altre parole, l'unità assoluta con Dio e
l'assoluta diversità da Dio sono soltanto
immaginazioni teoriche di filosofi speculativi
appartenenti a differenti scuole. La perfezione
dell'amore spirituale descritta in questo verso si
basa sulla simultanea unità e diversità, e questa
realtà assoluta fu presentata nei particolari da Sri
Krsna stesso nella Sua incarnazione brahminica
come Caitanya Mahaprabhu. I seguaci di
Caitanya Mahaprabhu hanno esposto questa
perfetta dottrina in innumerevoli libri che
raggiungono l'apice negli insegnamenti di Sua
Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada, il quale ha presentato questa
conoscenza nel modo più perfetto, in modo da
poter essere compresa non soltanto in India ma
da tutta la gente del mondo. Questo nostro
insignificante tentativo serve soltanto a
completare la sua traduzione e il suo commento
allo Srimad-Bhagavatam, e noi preghiamo
costantemente per ottenere la sua guida, in
modo che la sua opera possa venire
completata esattamente come lui
avrebbe desiderato. Se una persona
riesce a comprendere gli insegnamenti
di Caitanya Mahaprabhu, così come
essi sono stati presentati in lingua
occidentale, sicuramente il Signore sarà
soddisfatto di un così grande e sincero
ricercatore della verità spirituale.
VERSO 32
sri-narada uvaca
evam te nimina prsta
vasudeva mahattamah
pratipujyabruvan pritya
sa-sadasyartvijam nrpam
sri-naradah uvaca: Sri Narada disse;
evam: così; te: essi; nimina: dal re
Nimi; prstah: interrogato; vasudeva:
o Vasudeva; mahat-tamah: i migliori
tra i santi; pratipujya: offrendogli in
cambio parole rispettose; abruvan: essi
parlarono; pritya: affettuosamente;
sa-sadasya: che era accompagnato dai
membri dell'assemblea sacrificale;
rtvijam: e dai sacerdoti; nrpam: al re.
TRADUZIONE
Sri Narada disse:
"O Vasudeva, quando Maharaja
Nimi ebbe così interrogato i nove
Yogendra sul servizio devozionale
al Signore, quei grandi santi
ringraziarono sinceramente il re per
le sue domande e gli parlarono con
affetto in presenza dei sacerdoti
brahmana e di tutti coloro che
partecipavano al sacrificio.
SPIEGAZIONE
Secondo Sridhara Svami, non solo il
re, ma anche i membri dell'assemblea e
i sacerdoti che conducevano il
sacrificio, tutti erano concentrati
nell'ascolto e nel canto delle glorie del
servizio devozionale a Dio, la Persona
Suprema. Per rispondere alle domande
del re, i saggi parleranno ora a turno, a
cominciare da Kavi.
VERSO 33
sri-kavir uvaca
manye 'kutascid-bhayam acyutasya
padambujopasanam atra nityam
udvigna-buddher asad-atma-bhavad
visvatmana yatra nivartate bhih
sri-kavih uvaca: Sri Kavi disse; manye: io
considero; akutascit-bhayam: mancanza di
paura; acyutasya: del Signore infallibile;
pada-ambuja: dai piedi di loto; upasanam:
l'adorazione; atra: in questo mondo; nityam:
costantemente; udvigna-buddheh: di una
persona che ha l'intelligenza disturbata; asat: ciò
che è soltanto temporaneo; atma-bhavat:
considerandosi; visva-atmana: completamente;
yatra: nel quale (servizio al Signore); nivartate:
cessa; bhih: la paura.
TRADUZIONE
Sri Kavi disse:
"Io penso che una persona sempre turbata
nell'intelligenza a causa della sua falsa
identificazione col mondo materiale
temporaneo possa ottenere la vera libertà
dalla paura soltanto adorando i piedi di loto
dell'infallibile Signore Supremo. Nel
compimento di questo servizio devozionale
ogni paura scompare completamente.
SPIEGAZIONE
Secondo l'opinione di Srila Sridhara Svami
l'espressione asad-atma-bhavat in questo verso
indica che l'essere vivente è costantemente
disturbato dalla paura perché identifica il proprio
sé eterno con il corpo materiale temporaneo e
con ciò che lo riguarda. Similmente, Srila
Visvanatha Cakravarti Thakura ha affermato,
bhakti-pratikula-deha-gehadisv asaktim. A
causa dell'attaccamento al corpo materiale e a
ciò che consideriamo la nostra casa, la famiglia,
gli amici e così via, la nostra intelligenza è
sempre turbata dalla paura, e siamo incapaci di
apprezzare o di praticare il puro servizio devozionale
che si offre al Signore Supremo. Le cosiddette
attività religiose compiute in una concezione della
vita basata sul corpo sono sempre
accompagnate dalla paura e dall'ansia riguardo al
risultato finale. Il puro servizio devozionale a
Dio, la Persona Suprema, ci libera invece dalla
paura e dall'ansia perché viene compiuto a livello
di Vaikuntha, il livello spirituale, dove la paura e
l'ansia non esistono. Secondo Srila Jiva
Gosvami, il metodo del bhakti-yoga è così
potente che perfino nella fase di
sadhana-bhakti, fase in cui si pratica il servizio
devozionale secondo regole precise, il neofita
può sperimentare direttamente la libertà dalla
paura, per la misericordia del Signore. Man
mano che il nostro servizio devozionale matura, il
Signore Si rivela al devoto, e la paura viene vinta
completamente, e per sempre.
Ogni essere vivente ha una tendenza naturale a
servire Dio, ma a causa della falsa identificazione
col corpo temporaneo perde il contatto con
questa tendenza costituzionale pura, e si attacca
invece all'infausto desiderio di gratificazione dei
sensi, nella forma del corpo, della casa, della
famiglia e così via. Il risultato di questo falso
attaccamento è una continua sofferenza che può
essere sradicata soltanto dal servizio devozionale
al Signore Supremo.
A questo proposito Srila Bhaktisiddhanta
Sarasvati ha citato il verso seguente:
tavad bhayam dravina-deha-suhrn-nimittam
sokah sprha paribhavo vipulas ca lobhah
tavan mamety asad-avagraha arti-mulam
yavan na te 'nghrim abhayam pravrnita lokah
"O mio Signore, le persone del mondo sono
tormentate da ogni forma di ansia materiale
hanno sempre paura. Cercano sempre di
proteggere la ricchezza, il corpo e gli amici, si
lamentano continuamente e nutrono desideri
illeciti, si circondano di cose illecite e basano le
loro avide iniziative sul concetto temporaneo di
'io' e 'mio'. Finché non accettano il rifugio sicuro
dei Tuoi piedi di loto, saranno immersi in tale
stato di ansietà." (S.B. 3.9.6)
VERSO 34
ye vai bhagavata prokta
upaya hy atma-labdhaye
anjah pumsam avidusam
viddhi bhagavatan hi tan
ye: che; vai: certamente; bhagavata: da Dio, la
Persona Suprema; proktah: enunciati; upayah: i
mezzi; hi: in verità; atma-labdhaye: per
realizzare l'Anima Suprema; anjah: facilmente;
pumsam: dalle persone; avidusam: meno
intelligenti; viddhi: sappi; bhagavatan: sono il
bhagavata-dharma; hi: certamente; tan: questi.
TRADUZIONE
Perfino gli esseri viventi più ignoranti
possono arrivare a conoscere molto
facilmente il Signore Supremo, se adottano i
mezzi che sono stati prescritti dal Signore
Supremo stesso. Il metodo che il Signore
raccomanda dev'essere riconosciuto come
bhagavata-dharma, ossia il servizio
devozionale offerto a Dio, la Persona
Suprema.
SPIEGAZIONE
Esistono molte Scritture vediche, come la
Manu-samhita, che presentano le regole
fondamentali per il governo pacifico della società
umana. Questa conoscenza vedica è basata sul
sistema del varnasrama, che divide
scientificamente la società umana in quattro
categorie relative all'attività lavorativa e in
quattro categorie spirituali. Secondo Srila
Sridhara Svami, però, la conoscenza che ci può
portare a contatto diretto con Dio, la Persona
Suprema, è detta ati-rahasyam, la conoscenza
più confidenziale (ati-rahasyatvat
sva-mukhenaiva bhagavatavidusam api
pumsam anjah sukhenaivatma-labdhaye).
Il bhagavata-dharma è così confidenziale che
viene esposto dal Signore stesso. L'essenza del
bhagavata-dharma è data nella
Bhagavad-gita, dove Krsna istruisce
personalmente Arjuna. Eppure, nell'undicesimo
Canto dello Srimad-Bhagavatam il Signore
darà a Uddhava istruzioni che superano perfino
gli insegnamenti offerti ad Arjuna nella
Bhagavad-gita. Come Srila Prabhupada ha
affermato: "Senza dubbio la Bhagavad-gita è
stata enunciata dal Signore sul campo di battaglia
di Kuruksetra allo scopo di incoraggiare Arjuna
a combattere, eppure per completare la
conoscenza trascendentale della Bhagavad-gita
il Signore istruì Uddhava. Il Signore voleva che
Uddhava compisse la Sua missione, diffondendo
la conoscenza che non aveva esposto nemmeno
nella Bhagavad-gita." (S.B. 3.4.32,
spiegazione). E' chiaro quindi che la conoscenza
presentata qui dai nove Yogendra non è una loro
speculazione
personale, ma è conoscenza autentica,
enunciata originariamente dal Signore
stesso.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta
Sarasvati, nel corso del loro vagare da
un capo all'altro nel ciclo di nascite e
morti, gli esseri viventi perdono ogni
contatto con Dio, la Persona Suprema,
ma quando ascoltano i discorsi
eternamente propizi enunciati dal
Signore Supremo per il loro bene, e
comprendono la loro identità eterna di
anime spirituali, allora l'esperienza
realizzata che ci fa capire di essere eterni
servitori di Krsna diventa la base del
bhagavata-dharma. Quando l'anima
sperimenta la posizione di puro
Vaisnava, di servitore di Dio, non esiste
più la sensazione di essere differenti da
Dio o di essere uguali a Dio, né si prova
qualche interesse per il regno della
gratificazione materiale dei sensi. Il puro
devoto percepisce soltanto il proprio
particolare servizio devozionale che offre
al Signore Supremo, e si considera un
frammento individuale del rifugio
supremo. Un puro devoto sperimenta
che il suo stesso essere è legato con le
corde della devozione amorosa al rifugio
supremo in Persona, in una delle Sue
espansioni personali dirette. E in tale
stato di perfetta coscienza, il devoto può
percepire le differenti forme onnipresenti
della Verità Assoluta.
(Continua sul prossimo numero)
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SRILA PRABHUPADA
LILAMRTA
La Biografia di un Santo del XX Secolo
di Satsvarupa dasa Gosvami
Prosegue la pubblicazione integrale della biografia di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, così come è presentata nel volume intitolato Srila Prabhupada Lilamrita.
Decima Puntata
Circa un mese dopo, Abhay stava di nuovo prevedendo un imminente incontro con Srila Bhaktisiddhanta, questa volta ad Allahabad. Abhay era da poco tempo tornato da Vrindavana al suo lavoro presso la farmacia Prayag, quando i devoti della Gaudiya Math di Allahabad gli comunicarono alcune buone notizie. Si erano assicurati terra e fondi per costruire un fabbricato, la Sri Rupa Gaudiya Math, e Srila Bhaktisiddhanta sarebbe arrivato il ventuno di novembre per presenziare alla cerimonia della posa della prima pietra. Sri William Malcolm Haily, il governatore delle Provincie Unite, sarebbe stato l'ospite d'onore, in una grande cerimonia, e avrebbe posato la prima pietra alla presenza di Srila Bhaktisiddhanta. Quando Abhay apprese che si sarebbe anche tenuta una cerimonia di iniziazione, chiese se poteva essere iniziato. Atulananda, il presidente del matha, assicurò ad Abhay che l'avrebbe introdotto a Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati.
A casa Abhay discusse il progetto dell'iniziazione con la moglie. Lei non aveva obiezioni, ma non desiderava essere iniziata a sua volta. Essi stavano già compiendo l'adorazione delle Divinità a casa propria e offrendo Loro il cibo. Credevano in Dio e vivevano serenamente.
Per Abhay, tuttavia, ciò non era abbastanza. Benché non volesse forzare sua moglie, sapeva che lui doveva essere iniziato da un puro devoto. Evitare di vivere nel peccato, agire in modo pio queste cose erano necessarie e buone, ma in se stesse non costituiscono la vita spirituale e non possono soddisfare il desiderio dell'anima. La meta suprema dell'esistenza e l'assoluta necessità del sé era l'amore per Krishna. Questo amore per Krishna era stato infuso in lui da suo padre, e ora Abhay doveva fare il prossimo passo. Suo padre ne sarebbe stato molto soddisfatto. Ciò che aveva appreso da suo padre stava ora acquistando solidità per opera di una persona capace di guidare le anime cadute del mondo all'amore trascendentale per Dio. Abhay sapeva che avrebbe dovuto andare avanti e prendere completo rifugio nelle istruzioni del suo maestro spirituale. Anche le Scritture insegnano: "Chi ha il desiderio di conoscere la Verità Assoluta deve prendere rifugio in un maestro spirituale che sia situato nella linea di successione dei maestri e sia fisso nella coscienza di Krishna". Anche Sri Caitanya, che era Krishna Stesso, aveva accettato un maestro spirituale, e solo dopo l'iniziazione aveva manifestato i pieni sintomi dell'amore estatico per Krishna mentre cantava i Santi Nomi. L'iniziazione che Abhay aveva ricevuto a vent'anni da un sacerdote di famiglia non era stata presa in seria considerazione da Abhay. Era stata una formalità relativa alla religione, ma un guru non era un semplice sacerdote addetto a celebrare i riti; così Abhay aveva respinto l'idea di aver già avuto un guru. Non aveva mai ricevuto istruzioni da lui a proposito della bhakti e il suo guru di famiglia non lo aveva legato a Krishna attraverso la linea di successione di maestri. Attraverso l'iniziazione Bhaktisiddhanta Sarasvati, invece, lo avrebbe collegato direttamente con Krishna. Bhaktisiddhanta, figlio di Bhaktivinoda Thakura e discepolo di Gaurakisora dasa Babaji, era il guru nella dodicesima generazione di discepoli a partire da Sri Caitanya. Egli era il principale studioso dei Veda dell'epoca, il vaisnava esperto che può guidare sulla via del ritorno a Dio. Egli era stato investito di potere dai suoi predecessori affinché operasse il beneficio più alto distribuendo a tutti la coscienza di Krishna, il rimedio per ogni sofferenza. Abhay sentiva di aver già accettato Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati come suo maestro spirituale e di aver già ricevuto i suoi ordini fin dal loro primo incontro. Ora, se Srila Bhaktisiddhanta lo accettava come discepolo, la relazione sarebbe stata confermata. Egli sarebbe arrivato così presto, dopo che Abhay lo aveva visto e ascoltato a Vrindavana! E' così che Krishna agisce, attraverso il suo rappresentante. Era come se venendo nel luogo in cui Abhay aveva la famiglia e gli affari, il suo maestro spirituale venisse a trascinarlo maggiormente nella vita spirituale. Senza che Abhay avesse fatto il tentativo di far accadere ciò, la sua relazione con Srila Bhaktisiddhanta stava diventando più profonda. Ora Srila Bhaktisiddhanta stava venendo da lui per una disposizione superiore.
Il giorno della cerimonia Bhaktisiddhanta Sarasvati incontrò i suoi discepoli alla Gaudiya Math di Allahabad di via South Mallaca. Mentre egli parlava di harikatha e riceveva domande, Atulananda Brahmacari colse l'opportunità per presentargli alcuni devoti, tra cui Abhay, come candidati per l'iniziazione. I devoti di Allahabad erano orgogliosi del signor De, che di sera frequentava regolarmente il matha, guidava i bhajana, ascoltava gli insegnamenti e a sua volta li trasmetteva e spesso introduceva ospiti rispettabili. Aveva contribuito con denaro e aveva indotto i suoi colleghi a fare altrettanto. A mani giunte, Abhay guardò umilmente il suo maestro spirituale. Srila Bhaktisiddhanta e lui si trovavano ora faccia a faccia; Srila Bhaktisiddhanta lo riconobbe e fu visibilmente compiaciuto di rivederlo. Lo conosceva già. "Sì", disse, scambiando uno sguardo con Abhay, "ama ascoltare. Non se ne va via. L'ho notato. Lo accetterò come mio discepolo".
Mentre il momento e le parole si imprimevano nel suo essere, Abhay era in estasi. Atulananda era piacevolmente sorpreso che il suo Gurudeva avesse già dato il benestare per il signor De. Altri discepoli nella stanza erano contenti di vedere l'immediata considerazione espressa verso il signor De come ottimo ascoltatore. Alcuni si domandavano quando e come Srila Bhaktisiddhanta fosse giunto a tale apprezzamento del giovane farmacista.
Alla cerimonia per le iniziazioni Srila Bhaktisiddhanta era seduto sul vyasasana, e la stanza era piena di ospiti e di membri della Gaudiya Math. Coloro che dovevano essere iniziati sedevano intorno a un piccolo monticello di terra, dove uno dei sannyasi di Srila Bhaktisiddhanta aveva preparato un fuoco e offerto cereali e frutti nelle fiamme, mentre ognuno cantava i mantra per la purificazione. La sorella e il fratello di Abhay erano presenti, ma la moglie non c'era.
Abhay si scaldava in presenza del suo Gurudeva. "Sì, ama ascoltare" le parole del suo maestro spirituale e il suo sguardo, quando l'aveva riconosciuto erano rimasti con Abhay. Abhay voleva soddisfare ancora il suo maestro spirituale con un buon ascolto. "Poi", pensava, "sarò in grado di parlare bene". Le Opere Vediche descrivono nove metodi di servizio devozionale, il primo dei quali è sravanam, l'ascolto di ciò che si riferisce a Krishna; poi segue kirtanam, il canto e la glorificazione di Krishna. Sedendo pazientemente e ascoltando, a Kosi aveva soddisfatto il rappresentante di Krishna, e quando il rappresentante di Krishna è soddisfatto, anche Krishna è soddisfatto. Bhaktisiddhanta Sarasvati non lo aveva elogiato per la donazione a favore del matha, né gli aveva consigliato di abbandonare la famiglia e gli affari per lavorare con lui, né aveva chiesto ad Abhay di compiere rigide austerità, come fanno gli yogi che mortificano il corpo con i digiuni e con difficili voti. Aveva detto, invece: "Ama ascoltare, l'ho notato". Abhay pensava a queste cose e di nuovo ascoltava con attenzione mentre il suo maestro spirituale dirigeva le iniziazioni.
Finalmente Srila Bhaktisiddhanta chiese ad Abhay di farsi avanti per ricevere l'iniziazione all'harinama, accettando il japa di tulasi. Dopo aver offerto i suoi omaggi, Abhay stese la sua destra per ricevere la corona del japa dalla mano del suo maestro spirituale. Contemporaneamente ricevette il sacro filo brahminico, che stava a rappresentare la seconda iniziazione. Generalmente Srila Bhaktisiddhanta dava la prima iniziazione, e solo dopo un po' di tempo, quando era soddisfatto dei progressi del suo discepolo, concedeva la seconda iniziazione. Tuttavia offrì ad Abhay le due iniziazioni contemporaneamente. Ora Abhay era un discepolo pronto a spiccare il volo, un brahmana che poteva compiere sacrifici, come questo yajna del fuoco per l'iniziazione; poteva adorare la Divinità nel tempio e si poteva supporre che avrebbe fatto ampie dissertazioni. Srila Bhaktisiddhanta aggiunse al suo nome, Charan, il termine aravinda, "loto"; ora egli era Abhay Charanaravinda.
Dopo che Srila Bhaktisiddhanta ebbe lasciato Allahabad per Calcutta, Abhay sentì acutamente la responsabilità di lavorare a vantaggio del suo maestro spirituale. Al momento dell'iniziazione Srila Bhaktisiddhanta aveva consigliato ad Abhay di studiare il Bhakti-rasamritasindhu di Rupa Gosvami che metteva in rilievo gli scambi d'amore tra Krishna e i Suoi devoti, e spiegava come il devoto può avanzare nella vita spirituale. Il Bhaktirasamrita-sindhu era il testo di "legge" per il servizio devozionale, e Abhay voleva studiarlo con attenzione. Era contento di intensificare le sue visite al centro di Allahabad e di portare nuove persone. Anche nel corso del suo primo incontro con il maestro spirituale egli aveva ricevuto l'istruzione di predicare la missione di Sri Caitanya e ora cominciava a considerare fermamente e attentamente come avrebbe potuto mettere in pratica questa istruzione. Predicare era una responsabilità almeno altrettanto impegnativa di quella della famiglia e degli affari. Anche a casa sua egli voleva impegnarsi il più possibile nella predica. Discuteva con sua moglie il progetto di invitare le persone a casa, di offrire il prasadam e parlare di Krishna. Lei però non condivideva il suo entusiasmo.
Srila Prabhupada: Mia moglie era una devota di Krishna, ma aveva idee diverse. Secondo la sua idea era sufficiente adorare Dio e vivere serenamente. La mia idea invece era di predicare.
* * *
Non era possibile per Abhay viaggiare con il suo maestro spirituale o anche vederlo spesso. Gli impegni della farmacia lo tenevano occupato e doveva spostarsi continuamente. Tutte le volte che era possibile, tuttavia, cercava di andare a Calcutta quando anche Srila Bhaktisiddhanta era là. Così, nel corso dei successivi quattro anni, egli fece in modo di incontrare il suo maestro circa una dozzina di volte.
Quando Abhay visitava Calcutta, il devoto incaricato dei libri alla Gaudiya Math, Nityananda Brahmacari, andava a rilevarlo alla stazione dei treni di Howrah con una carrozza a due cavalli che apparteneva al matha. Nityananda considerava Abhay una persona eccezionalmente umile e tollerante.
Mentre correvano insieme verso il matha, Abhay si informava ansiosamente delle ultime attività di Srila Bhaktisiddhanta: i suoi viaggi, le sue pubblicazioni, il numero di centri che erano stati aperti, ciò che i discepoli stavano facendo. Non parlavano molto degli affari di Abhay. Abhay rimaneva al tempio circa cinque giorni; talvolta visitava una delle sue sorelle che viveva a Calcutta, ma la principale ragione delle sue visite in quella città era Srila Bhaktisiddhanta; Abhay coglieva ogni opportunità per vederlo.
Abhay non cercava di diventare un leader all'interno dell'organizzazione della Gaudiya Math. Il suo maestro spirituale aveva iniziato diciotto sannyasi, ed essi svolgevano la maggior parte della predica e le funzioni direttive della missione. Abhay era sempre il capofamiglia occupato nei suoi impegni familiari e viveva al matha solo nel tempo delle sue brevi visite. Eppure egli aveva cominciato a sviluppare una relazione stretta con il suo maestro spirituale.
Talvolta Abhay andava a incontrarlo al Caitanya Math, il luogo di nascita di Sri Caitanya a Mayapur. Un giorno Abhay si trovava nel cortile del Caitanya Math quando un grosso serpente uscì strisciando dinanzi a lui. Abhay chiamò i suoi confratelli che accorsero, ma si limitarono a stare a guardare, incerti sul da farsi. Srila Bhaktisiddhanta uscì sulla veranda del secondo piano, vide il serpente e immediatamente ordinò di ucciderlo. Un ragazzo allora afferrò un grosso bastone e lo uccise.
Srila Prabhupada: Io pensavo: "Perché mai il mio maestro spirituale ha ordinato di uccidere il serpente?". Ero un po' sorpreso; più tardi, però, trovai questo verso: modeta sadhur api vriscikasarpahatya anche le persone sante sono contente quando uno scorpione o un serpente viene ucciso. Mi era rimasto un dubbio. Ero stupito che il mio maestro spirituale avesse ordinato di uccidere un serpente, ma dopo aver letto che al serpente e ad altre creature simili al serpente non deve essere mostrata alcuna misericordia, mi sentii soddisfatto.
Srila Bhaktisiddhanta era considerato così austero e ferrato nell'argomentazione contro gli altri filosofi, che perfino i suoi discepoli erano cauti nell'avvicinarlo, se egli sedeva da solo e loro non avevano alcuna particolare questione da sottoporgli. Eppure, benché il contatto di Abhay con lui fosse abbastanza limitato, Srila Bhaktisiddhanta lo trattava gentilmente.
Srila Prabhupada: Tutte le volte che incontravo il mio Guru Maharaja, egli mi trattava molto affettuosamente. Talvolta i miei confratelli sollevavano qualche obiezione perché io parlavo un po' troppo liberamente con lui, e citavano il proverbio inglese che afferma: "Gli sciocchi corrono là dove gli angeli temono di camminare". Io però pensavo: "Sciocco? Sì, forse sarò così, ma questo è il mio modo di fare" . Il mio maestro era sempre molto affettuoso con me. Quando gli offrivo gli omaggi, egli era solito rispondere "Daso 'smi: "Sono il tuo servitore" .
Talvolta, quando Srila Bhaktisiddhanta camminava avanti e indietro cantando il mantra ad alta voce, mentre faceva scorrere tra le dita le perle del japa, Abhay entrava nella stanza e cantava anche lui, camminandogli accanto. Una volta Srila Bhaktisiddhanta quando Abhay entrò nella stanza era seduto su un divano, Abhay prese una sedia e si sedette accanto a lui a uguale livello. In seguito notò che tutti gli altri discepoli nella stanza erano seduti a un livello più basso dei piedi del loro maestro spirituale. Per quanto in quella occasione Srila Bhaktisiddhanta non gli avesse detto nulla, Abhay non si sedette più a uguale livello con il suo maestro spirituale.
Un giorno Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati stava parlando in una stanza a un folto gruppo di discepoli e Abhay ascoltava, quando un uomo anziano seduto accanto a lui gli rivolse la parola. Mentre Abhay si sporgeva per sentire ciò che l'uomo voleva chiedergli, all'improvviso Srila Bhaktisiddhanta si rivolse infastidito ai due discepoli apparentemente disattenti: "Babu", disse rivolgendosi prima all'uomo anziano seduto accanto ad Abhay, "credi di avermi comprato con la tua donazione di centocinquanta rupie al mese?". Poi, rivolto ad Abhay: "Perché non vieni qui", disse, "e parli al posto mio?". Abhay rimase visibilmente mortificato, ma fece tesoro del rimprovero. Fu in un incontro privato che Srila Bhaktisiddhanta parlò ad Abhay dei rischi che aveva corso predicando con tanto ardire.
Srila Prabhupada: Il contributo del mio Guru Maharaja consiste nel fatto di aver sconfitto la casta dei gosvami. Egli sgominò questo brahmanesimo. Lo fece nello stesso modo in cui Caitanya Mahaprabhu lo aveva fatto. Come Sri Caitanya dice: "kiba vipra, kiba nyasi, sudra kene naya/ yei Krishnatattvavetta, sei "guru" haya: non vi è considerazione della posizione di sannyasi, di brahmana, di sudra o di grihasta. No, chiunque conosca la coscienza di Krishna è perfetto, è un gosvami e un brahmana".
Nessun altro aveva insegnato ciò dal tempo di Sri Caitanya. Questo fu il contributo del mio Guru Maharaja. Fu per questa ragione che dovette affrontare tante veementi proteste dai brahmana della casta dei gosvami. Una volta essi cospirarono contro di lui il mio Guru Maharaja me lo confidò personalmente. Per sua grazia quando c'incontravamo da soli egli parlava con me e mi disse personalmente che quelle persone volevano ucciderlo. Avevano raccolto venticinquemila rupie e cercarono di corrompere l'ufficiale di polizia addetto a quella zona, dicendo: "Prendi questo denaro. Noi agiremo contro Bhaktisiddhanta Sarasvati e tu non prenderai alcun provvedimento". Il poliziotto comprese da quelle parole che essi avevano l'intenzione di ucciderlo. Così (l'ufficiale di polizia) andò da Bhaktisiddhanta Sarasvati e gli parlò con franchezza: "Naturalmente, noi accettiamo "buste" e stiamo a questo gioco, ma non per un sadhu, non per una persona santa. Non oserei mai farlo". L'ufficiale di polizia aveva rifiutato e avvertì il mio Guru Maharaja: "Abbi cura di te, questa è la tua posizione". Ciò accadeva a causa delle sue violente proteste.
Srila Bhaktisiddhanta apprezzava l'audacia nei suoi discepoli. Abhay aveva sentito dire che una volta uno dei discepoli di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati aveva parlato molto schiettamente in un incontro pubblico e aveva denunciato un monaco mayavadi molto famoso, definendolo "un prete sciocco". Il commento aveva provocato una spaccatura nell'uditorio e alcuni discepoli riferirono l'incidente a Srila Bhaktisiddhanta, pensando che egli si sarebbe lamentato per il disturbo causato dal suo discepolo. Srila Bhaktisiddhanta, invece, notò compiaciuto: "Ha fatto bene". Non gli piaceva, al contrario, sentir dire che qualcuno accettava il compromesso.
Srila Prabhupada: Quando il mio Guru Maharaja era presente, perfino grandi studiosi temevano di parlare anche con uno dei suoi discepoli principianti. Il mio Guru Maharaja era chiamato "enciclopedia vivente". Poteva parlare con qualsiasi persona su qualsiasi argomento, e non scendeva mai a compromesso. I cosiddetti santi, avatara e yogi ogni persona falsa era un nemico per il mio Guru Maharaja. Non faceva mai compromessi. Alcuni confratelli si lamentavano dicendo che questa predica era una "tecnica tagliente" e non avrebbe avuto successo, ma coloro che lo criticavano caddero.
Srila Bhaktisiddhanta era conosciuto come simha ("leone") guru. Ogni tanto, quando vedeva qualcuno che conosceva come un fautore dell'impersonalismo lo chiamava in causa e lo sfidava: "Perché stai ingannando la gente con la filosofia mayavada?". Diceva spesso ai suoi discepoli di non scendere mai a compromesso. "Perché illudete la gente?", soleva dire, "dovete affermare la pura verità, senza illusioni. Il denaro verrà ugualmente".
Ogni volta che Srila Bhaktisiddhanta scriveva o parlava della filosofia vaisnava, non transigeva; la conclusione concordava con gli sastra ed era basata su una logica ferrea. Talvolta accadeva ad Abhay di ascoltare gli insegnamenti eterni espressi in un modo singolare, e Abhay sapeva che non li avrebbe mai dimenticati. "Non cercare di vedere Dio", diceva Srila Bhaktisiddhanta, "ma agisci in modo che Dio ti veda".
Srila Bhaktisiddhanta condannava i proprietari dei templi che facevano affari esibendo le Divinità come mezzo di sostentamento. "Il lavoro di spazzino della strada è più onorevole", diceva. Aveva coniato una frase in Bengali: "salagramdvara badam bhanga": i preti considerano la Divinità salagrama una pietra per schiacciare le noci. In altre parole, se una persona mostra la forma salagrama del Signore (o qualsiasi altra forma della Divinità) con il solo proposito di guadagnare, non sta considerando la Divinità come il Signore, ma la considera una pietra, un mezzo per il suo sostentamento.
Abhay ebbe l'opportunità di vedere il comportamento di Srila Bhaktisiddhanta con il nazionalista Subhas Chandra Bose, che era stato compagno di Abhay allo "Scottish Churches' College". Bose era venuto con un atteggiamento in qualche modo critico verso Srila Bhaktisiddhanta a causa del suo tentativo di reclutare giovani per la vita religiosa.
Srila Prabhupada: Subhas Chandra Bose arrivò e disse: "Quante persone hai fatto prigioniere! Esse non stanno facendo niente per il nazionalismo!".
Il mio Guru Maharaja rispose: "Bene, tu ti assicuri molti uomini forti per la propaganda nazionalista, ma queste persone sono così deboli. Puoi constatarlo, sono molto magri. Perciò, non porre gli occhi su di loro. Lascia che mangino qualcosa e cantino Hare Krishna". In questo modo egli lo evitò.
Srila Bhaktisiddhanta era solito dire che il giorno in cui i giudici nei tribunali sarebbero stati devoti di Krishna con il tilaka vaisnava sulla fronte, allora egli avrebbe saputo che la missione di diffondere la coscienza di Krishna stava ottenendo il successo.
Egli disse che Gesù Cristo era uno saktyavesa avatara, un'incarnazione di Dio investita di potere. "Come avrebbe potuto essere diversamente?", egli disse, "egli sacrificò ogni cosa per Dio!".
Nel suo linguaggio erudito dichiarava: "Non vi è possibilità che il contegno dei materialisti possa elevarli fino all'autocrate trascendentale", ma talvolta parlando esprimeva il medesimo concetto in maniera più terrena: "Gli studiosi materialisti che stanno cercando di capire il Signore Supremo con i loro sensi e con la speculazione mentale, sono simili a una persona che cerchi di assaggiare il miele contenuto in un barattolo leccandone la parte esterna". "La filosofia senza religione", egli diceva, "è arida speculazione e la religione senza filosofia è sentimento e talvolta fanatismo".
(Continua nel prossimo numero)
MAESTRI IN CUCINA
MENU FRESCO
D'ESTATE
di Kurma dasa
Un fresco menù a base di verdure crude per contrastare il caldo dell'estate con una combinazione di cibi leggeri e nutrienti.
Gazpacho
Il gazpacho è una deliziosa minestra fredda messicana a base di pomodoro, cetriolo e peperone. Favolosa durante le calde giornate estive per un pranzo rapido e fresco.
Preparazione: 10 minuti
Raffreddamento: un'ora
Ingredienti per 46 persone:
1 grosso cetriolo tagliato a cubetti di 0,5 cm (tenerne da parte circa un terzo)
1 peperone verde piccolo tagliato a cubetti di 0,5 cm (tenerne da parte un cucchiaio)
2 pomodori maturi tritati (tenerne da parte la metà)
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva (tenerne da parte un cucchiaino)
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di succo di limone appena spremuto
1/4 di cucchiaino di assafetida gialla in polvere
2 cucchiaini di miele
1/2 cucchiaino di aneto essiccato
2 cucchiai di maionese senza uova
2 tazze di succo di pomodoro
2 cucchiai di coriandolo fresco tritato per guarnire
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato per guarnire
1. Frullate tutti gli ingredienti (esclusi quelli tenuti da parte e quelli che servono per guarnire) fino ad ottenere una crema che verserete in una terrina.
2. Fate scaldare a fuoco moderato l'olio tenuto da parte in una padella di media grandezza e fatevi soffriggere l'assafetida. Abbassate la fiamma e aggiungete le verdure tenute da parte (cetriolo, peperone, pomodoro). Mescolate il composto alla minestra frullata e mettete in frigorifero. Servitela guarnita con il coriandolo e il prezzemolo.
Tabbouleh
Insalata di grano bulgur
Quest'insalata libanese è uno dei più famosi piatti freddi del medio oriente. Il grano bulgur (grano macinato) non solo è delizioso e saporito ma anche ricco di valori nutritivi. Provate questo questa ricetta per un piatto unico fuori dal comune.
Ammollo del grano bulgur: un'ora e mezza
Preparazione: 10 minuti
Ingredienti per 6 persone:
250 g di grano bulgur fine
1/2 cucchiaino di assafetida gialla in polvere
almeno 1/2 tazza di succo di limone appena spremuto
1/2 tazza di olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino e 1/2 di sale
1/4 di cucchiaino di pepe nero appena macinato
3 tazze di prezzemolo fresco tritato finemente
3 cucchiai di menta fresca
2 cucchiaini di sumac (facoltativo)
1 tazza di cetriolo non sbucciato senza semi tagliato a cubetti di 1 cm
2 pomodori medi tagliati a dadini
foglie di lattuga per guarnire
1. Mettete a bagno il grano bulgur in acqua calda. Scolatelo ed eliminate l'eccesso d'acqua. Stendetelo sopra un panno e fatelo asciugare.
2. Mettete in una grande insalatiera il grano, l'assafetida, il succo di limone, l'olio d'oliva, il sale, il pepe, il prezzemolo, la menta, il sumac e mescolate bene. Aggiungete il cetriolo e i pomodori e rimescolate. Fate insaporire e servite guarnito con foglie di lattuga.
Sorbetto di anguria
Per finire in freschezza vi suggeriamo questo delizioso sorbetto a base di anguria rossa e ben matura.
Preparazione: 15 minuti
Refrigerazione: qualche ora
Ingredienti per 6 persone:
6 tazze (1,5 l) di succo di anguria
1 tazza di zucchero
6 cucchiaini di succo di limone
2 tazze di panna
6 rametti di menta fresca
1. Mescolate il succo di anguria, lo zucchero e il succo di limone in una terrina di acciaio e mettetelo nel congelatore dove lo lascerete fino a quando si sarà leggermente rappreso.
2. Togliete il sorbetto dal congelatore e versatelo in ciotole di vetro da dessert. Versatevi sopra un po' di panna e guarnite con dei rametti di menta fresca. Servite subito.
Nota: In alternativa potete congelare il succo di anguria durante la notte e frullarlo il giorno successivo il modo che abbia la consistenza di un sorbetto.
I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Come evitare le trappole di Maya
Questo dialogo fra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed alcuni suoi discepoli si svolse a Seattle il 14 Ottobre 1968, al termine di una lezione sulla Bhagavad-gita così com'è.
Srila Prabhupada (Sentendo la campanella e la musica di un venditore ambulante di gelati) Che cos'è?
Discepolo: E' un venditore ambulante di gelati, Srila Prabhupada.
Srila Prabhupada: Oh, gelati. (risata) Voi comprate i gelati?
Discepolo: No, Srila Prabhupada. A volte li fanno con le uova o con i sottoprodotti della macellazione o chissà con che altro. Comunque, il gelataio va avanti e indietro per la strada.
Srila Prabhupada: Sta sollecitando a comprare?
Discepolo: Sì.
Srila Prabhupada: (Ridendo mentre la musica del gelataio diventa sempre più alta) Non mangiate il gelato, è maya. (Ridendo) Venite, venite a godere. Venite, venite a godere. (Canticchia ridendo) Appena comincerete a godere rimarrete intrappolati. E' così. Funziona come nella pesca. Il pescatore tira l'esca che richiama il pesce: "Vieni, vieni a godere. Vieni, vieni a godere!" E appena il pesce abbocca Hop! (risata) finito (Prabhupada imita il rumore soffocato di un pesce preso all'amo). A quel punto il pescatore guarda il pesce e gli dice: "Dove vuoi andare ora? Vieni nella mia borsa, sì, ti friggerò a dovere".
Capite? Tutto ciò è spiegato nello Srimad Bhagavatam. Il pesce perde la vita perché non ha controllato la sua gola. Non sa controllare i desideri di gola perciò perde la vita. Capite?
Lo stesso è per il cervo nella foresta. Il cacciatore suona dolcemente il flauto e tutti i cervi si radunano per ascoltarlo. In questo modo il cacciatore riesce a prenderne uno in trappola e il cervo perde la vita. In altre parole, così come il pesce perde la vita a causa del gusto, il cervo perde la vita a causa dell'udito.
Gusto, udito. L'elefante rimane intrappolato a causa dell'attrazione sessuale. Sapete come viene catturato un elefante? Viene addestrata una femmina di elefante e la si manda dal maschio. Lui la segue e così l'elefante cade in una grande fossa dove rimane per un po' di tempo. Dopodiché viene incatenato e portato via.
Il Bhagavatam ci offre vari esempi dai quali è possibile capire che i nostri sensi materiali possono intrappolarci nell'illusione. Quella grossa ape nera, come si chiama?
Bhramara? Qual è il nome inglese per quella grossa ape nera? (Facendo un ronzio dimostrativo).
Discepolo: Un calabrone?
Srila Prabhupada: Può essere. Comunque, rimane intrappolata a causa del profumo del fiore di loto. Entra nel fiore e perde la vita. Così, anche a causa dell'influenza di un solo senso incontrollato, ognuna di queste creature perde la vita. Ciò nonostante, in questa cosiddetta civiltà moderna, tutti i nostri sensi sono privi di controllo. Potete quindi immaginare qual è la nostra posizione. Questi esempi sono presi dal mondo degli animali e degli insetti dove solo un senso senza controllo è predominante. Ma in questa, cosiddetta, civiltà moderna tutti i nostri sensi sono privi di controllo. Qual è la nostra posizione? Capite? Con riferimento a questo argomento, lo Srimad Bhagavatam ci dà un altro esempio. Immaginate un uomo che ha sei mogli e appena entra in casa ognuna di loro cercasse di trascinarlo gridando: "Vieni nella mia stanza". Capite? Una moglie lo tira per la mano sinistra, un'altra lo tira per la mano destra, un'altra ancora lo tira per la gamba sinistra, un'altra per la gamba destra e così via. E lui si domanda: "Dove devo andare?" Capite? In questa società moderna questa è la nostra posizione: siamo esseri umani schiacciati dai sensi, che fino ad oggi abbiamo trascurato di tenere sotto controllo. Invece di controllare i sensi, la maggior parte della gente ne è divenuta schiava. Molti stanno perdendo l'opportunità, questa grande opportunità della vita umana di controllare i sensi nel servizio di Krsna e poi di tornare nella Sua eterna dimora (un discepolo alza la mano) Sì?
Discepolo: Srila Prabhupada, quelle persone che concentrano la loro attenzione nel dirigersi verso pianeti materiali più elevati, dove il piacere dei sensi è ancora più facilmente soddisfatto, hanno occasioni più numerose di rimanere intrappolati?
Srila Prabhupada: No. Tutti in questo mondo materiale sono intrappolati dal piacere dei sensi. Sia nei pianeti più alti sia in questi pianeti mediani o nei pianeti inferiori, si è intrappolati dal piacere dei sensi. C'è l'impeto dei sensi fra gli esseri umani e c'è l'impeto dei sensi fra gli animali. Sia gli uomini che gli animali hanno l'impulso dei sensi perciò dobbiamo chiederci a che cosa si è ridotto questo cosiddetto essere umano? Noi, cosiddetti esseri civili, che cosa stiamo facendo? Stiamo facendo esattamente le stesse cose che fanno gli animali: mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. La stessa cosa che fa anche un cane.
Ad ogni modo, dovunque tu voglia andare nel mondo materiale, sia sui pianeti più alti, sia sui pianeti mediani, sia sui pianeti inferiori, il piacere dei sensi e predominante.
Solo nel mondo spirituale il piacere dei sensi non esiste, nel mondo spirituale ogni sforzo è diretto a soddisfare Krsna. Qui tutti cercano di soddisfare i loro sensi, questa è la legge del mondo materiale e finché continuerai a cercare di soddisfare i tuoi sensi, sarai costretto a rimanere quaggiù; se invece sarai in grado di indirizzare i tuoi sensi nel soddisfare i sensi di Krsna, risveglierai la tua vita spirituale, E' molto semplice.
Hrsikena hrsikesa sevanam: utilizza i tuoi sensi per soddisfare Krsna, il Signore, il padrone di tutti i sensi. Questa è la bhakti, questo è servizio devozionale.
Sei dotato di sensi perciò devi soddisfarli. Siccome hai questi sensi, li devi soddisfare. La domanda quindi è: come puoi soddisfarli, qual è il metodo adatto?
L'anima condizionata non sa che quando cerca di soddisfare i sensi di Krsna i suoi sensi saranno automaticamente soddisfatti. Se per esempio, come ho già detto tante volte, voglio avere i rami e le foglie di un albero sani, non devo innaffiarli direttamente, ma devo innaffiare le radici. Oppure, se voglio avere braccia e dita sane, invece di cercare di nutrirle direttamente, devo nutrire il mio stomaco: Così, automaticamente, le mie braccia e le mie dita saranno soddisfatte.
Coscienza di Krsna significa che non dobbiamo cercare di soddisfare i nostri sensi direttamente ma cercare di soddisfare i sensi di Krsna: in questo modo i nostri sensi saranno automaticamente soddisfatti. Questo è il segreto della coscienza di Krsna.
La vita del re Kulasekara
Uno dei principali santi
della antica tradizione vaisnava
originaria del Sud dell'India
di Syamasundara Dasa
Il nome del re Kulasekhara è noto ai seguaci di Srila Prabhupada. Srila Prabhupada era solito recitare il Mukundamalastotra, scritto da questo re santo. Questo stotra è noto nell'ISKCON come "Le Preghiere del Re Kulasekhara".
Chi sono gli Alvar?
Lo Srimad Bhagavatam (11.5.3940) afferma: "Nell'età di Kali coloro che bevono l'acqua dei fiumi sacri del Dravidadesa (India del Sud) quali il Tamraparni, il Krtamala, il Payasvini, l'estremamente sacro Kaveri e il Pratici Mahanadi diverranno sicuramente dei puri devoti del Signore Supremo, Vasudeva". Gli Alvar sono dodici grandi devoti vissuti nell'India del Sud. Secondo la tradizione vaisnava gli Alvar non sono persone comuni ma sono l'incarnazione degli oggetti dell'adorazione di Sri Krsna (parsada). La parola tamil alvar significa letteralmente "annegato nell'amore per Dio".
Sebbene gli studiosi moderni affermino che gli Alvar vissero tra il VII e il IX secolo d.C. secondo la tradizione della Sri Sampradaya essi vissero tra i 4.700 e i 6.200 anni fa. Date a parte, tutti gli Alvar composero canzoni devozionali, per la maggior parte in lingua tamil, in onore di Sri Krsna e delle Sue incarnazioni. Le loro canzoni rispecchiano la profonda conoscenza della scienza di Dio e i seguaci della Sri Sampradaya le considerano allo stesso livello dei Veda. Gli acarya, i grandi maestri spirituali, della Sri Sampradaya, quali Nathamuni, Yamunacarya, Ramanujacarya e Vedantadesika impararono non solo i quattro Veda in lingua sanscrita ma anche il Divyapradhanda, il Veda in lingua tamil, che consiste nelle quattromila canzoni degli alvar.
Un santo nascosto
Maharaja Kulasekhara nacque nella dinastia Sera della famiglia reale di Tranvacore, la parte Sud del moderno stato del Kerala, nell'India Sud-occidentale. I re di queste terre non reclamavano per se la proprietà del regno ma consideravano se stessi vassalli e ministri di Ananta Padmanabha Swami, la divinità di Sri Visnu che considerano come il vero proprietario. Ananta Padmanabha, situata a Tiruvananthapuram (Trivandrum), era ed è ancora oggi, la Divinità adorata dagli abitanti del luogo. Il re di Tranvacore si recava almeno due volte al giorno davanti al Signore per offrirGli i suoi omaggi e per riportare l'amministrazione del regno. (La tradizione del Maharaja di Tranvacore di visitare Ananta Padmanabha Swami continua ancora oggi sebbene il re non abbia più potere politico).
Tali erano le qualità sante e virtuose dell'antica linea dei re vedici in cui Maharaja Kulasekhara nacque.
Prima della nascita di Kulasekhara (intorno al 3.000 a.C.) i suoi genitori non avevano ancora figli. Una situazione preoccupante per un monarca. Drdhavrata Maharaja, il padre di Kulasekhara, pregò intensamente ed adorò Sri Narayana, un espansione di Sri Krsna. Il Signore, soddisfatto della sua adorazione, benedì Drdhavrata ad avere come figlio una porzione plenaria della gemma Kaustubha, il gioiello che Sri Krsna indossa intorno al collo. Questo figlio era Kulasekhara.
Per prepararsi al trono della dinastia Sera, il principe Kulasekhara imparò l'arte della guerra e di governare di pari passo con le scritture vediche. Quando Kulasekhara raggiunse l'età adatta, Drdhavrata lo incoronò re e si ritirò nella foresta per compiere indisturbato le pratiche della vita spirituale come è consigliato a tutti i re nelle scritture vediche.
Kulasekhara era uno ksatriya (un re e un soldato) di grande valore e divenne il sovrano non soltanto delle terre dei Sera ma anche di quelle vicine appartenenti alle dinastie Chola e Pandya. L'amministrazione impeccabile di Kulasekhara portò al regno pace, virtù, giustizia e felicità. Egli nutriva la gente ed era la personificazione della magnanimità.
Nonostante le sue buone qualità il re era spiritualmente cieco. Il ruolo di re mondano gli aveva offuscato la mente in quanto considerava se stesso indipendente da Dio. Ma Sri Krsna aveva un piano per il re Kulasekhara. Per la misericordia senza causa di Sri Krsna la coscienza del re Kulasekhara gradualmente cambiò. La percezione spirituale scese su di lui e cominciò a vedere il mondo nella sua giusta luce. Fu inoltre benedetto con la visione della vera natura del Signore. Secondo la tradizione vaisnava, Sri Narayana inviò Visvaksena, il Suo comandante in capo, all'Alvar Kulasekhara per iniziarlo alla filosofia vaisnava.
Benedetto dalla misericordia del Signore il re Kulasekhara spesso raggiungeva l'estasi spirituale. Egli registrò le sue visioni spirituali e le sue profonde realizzazioni nelle sue canzoni devozionali che divennero parte del Divyaprabandha. Adesso il re vedeva tutto con occhi purificati e sviluppò un forte sentimento di distacco dalla vita materiale. Ogni giorno condannava la sua posizione mondana di re, costantemente desiderando intensamente di recarsi a Sri Rangam al tempio della divinità di Ranganatha Swami e di rimanere per sempre ai Suoi piedi di loto. A volte il re piangeva desiderando di recarsi nel luogo santo di Tirumalai (Tirupati) per potersi prostrare davanti alla divinità di Sri Venkatesvara. Altre volte si struggeva da desiderio di visitare tutti i luoghi santi e di poter risiedere in ognuno di essi per tutto il resto della sua vita. Un divino mal d'amore si era insinuato nel suo cuore.
Il re Kulasekhara si sentiva schiavo del suo trono e non provava alcun piacere nella ricchezza e nello splendore reale. Per alleviare la sua sete spirituale invitò nella sua città quanti più saggi poteva riunire e in loro compagnia studiò tutte le scritture vediche. Inoltre raccolse le più preziose gemme di saggezza e le riunì insieme in una ghirlanda (mala) di poemi conosciuti successivamente come Mukundamala. Srila Prabhupada era particolarmente affezionato a quest'opera e spesso recitava uno dei suoi versi:
krsna tadiyapada-pankajapanjarantam
adyaiva me visatu manasaraja-hamsa
pranaprayanasamaye
kaphavata pittaih
kanthavarodhanavidau
smaranam kutas te
"O Sri Krsna fa che il cigno reale della mia mente possa penetrare l'elaborato stelo del fiore di loto dei Tuoi piedi. Come sarà possibile per me ricordarTi al momento della morte quando la mia gola sarà soffocata da muco, bile e aria?"
Devoto di Sri Rama
L'Alvar Kulasekhara volle ascoltare tutti i giorni il Ramayana di Valmiki, la storia di Sri Ramacandra, l'incarnazione di Sri Krsna del re perfetto. Kulasekhara era talmente immerso nella coscienza spirituale che viveva e respirava le attività di Sri Rama sentendole sempre nuove e presenti.
Un giorno mentre il suo guru recitava il Ramayana, Kulasekhara udì questo verso:
Là vi sono due volte settemila giganti
Con il cuore empio e la mano crudele.
Qui è Rama, noto per la sua virtù;
Come può l'eroe combattere da solo?
Dopo aver sentito: "Come può l'eroe combattere da solo? " Kulasekhara si alzò in un impeto di devozione per il suo Rama e comandò al suo esercito di marciare con lui verso il luogo in cui Rama combatteva da solo. Per sollevare il re dall'angoscia i suoi ministri ordinarono a un drappello di soldati di andare incontro al re, che stava uscendo dal palazzo, e di annunciargli la vittoria di Rama. Nel suo delirio spirituale Kulasekhara credette alla loro storia e tornò a casa.
Il re celebrò con grande cura ogni evento importante menzionato durante la recitazione giornaliera del Ramayana. Kulasekhara fece sì che la divinità di Rama venisse portata in processione per le vie della città; dopodiché offriva a tutti una festa di prasadam, il cibo offerto a Rama.
Per evitare che Kulasekhara precipitasse in un coma spirituale il suo guru a volte evitava quelle parti del Ramayana che potevano disturbare il re. Un giorno, tuttavia, mentre il guru era assente suo figlio compì la lettura della scrittura senza discriminazione. Sentendo la storia del rapimento di Sita, la moglie di Rama, da parte del re Ravana il re Kulasekhara furioso nella sua estasi spirituale urlò: "Io marcerò attraverso l'oceano e ridurrò l'isola di Lanka in cenere, ucciderò il suo re Ravana con tutti i suoi amici e parenti, salverò la triste Sita e la ricondurrò dal mio Signore Rama!"
Kulasekhara si alzò, si armò, radunò il suo esercito, marciò verso la spiaggia e con tutto l'esercito si gettò in mare. Si dice a quel punto che la divinità di Rama apparve davanti al re Kulasekhara e lo consolò.
In compagnia di Sita, Sri Rama disse a Kulasekhara: "O mio fedele servitore, ascoltami. Noi torniamo vincitori dal campo di battaglia. Tutti i nostri nemici sono stati annientati e noi abbiamo portato in salvo Sita Devi. Il tuo desidero è stato soddisfatto.
Ritorniamo in città. Lascia che ti guidi verso la spiaggia così come trasporto le anime dall'oceano della nascita e della morte sulla spiaggia del mondo spirituale".
Quindi Sri Rama sollevò Kulasekhara e lo portò in salvo sulla spiaggia e dopo averlo riaccompagnato in città, scomparve.
I ministri del re erano enormemente preoccupati. Come potevano aiutare il re a governare il regno quando lui si trovava in un tale stato? Essi conclusero che la sua associazione con i devoti fosse la causa di tutta quella infatuazione divina e decisero di dispensarlo dalla loro associazione. Nello stesso tempo il re aveva deciso di ritirarsi a Sri Rangam.
I ministri pensarono: "Una volta là il re non tornerà più indietro". Quindi pianificarono di trattenere il re nella sua città. Ogni qual volta il re comunicava ai suoi ministri la sua intenzione di recarsi a Sri Rangam i ministri facevano in modo che un gruppo di vaisnava giungesse in città così che il re posticipasse il suo viaggio per rispetto verso di loro.
In breve, la corte del re, il suo palazzo, i suoi appartamenti privati e tutti i luoghi pubblici si riempirono di vaisnava. Il re dava ai devoti libero accesso e familiarità, li venerava e li adorava.
I ministri considerando i devoti come una distrazione erano perplessi sul da farsi. Se volevano dissuadere il re dal recarsi a Sri Rangam dovevano soffrire la presenza di tutti quei devoti del Signore ma se avessero cercato di dispensare il re dalla loro presenza sapevano che il re avrebbe rinunciato al regno.
Cercarono quindi di screditare i devoti accusandoli del furto, da loro organizzato, della preziosa collana appartenente alla divinità di Sri Rama adorata dal re. Ma quando Kulasekhara udì l'accusa esclamò: "O ministri, coloro che amano Dio sono incapaci di rubare. Non vi è vizio nei loro pensieri e nelle loro attività. Per provare la verità della mia convinzione e la falsità della vostra accusa contro questi devoti innocenti voglio che mi portiate un vaso contenente un cobra velenoso nel quale introdurrò la mia mano". Dopo che un servitore ebbe portato ciò che era stato ordinato, il re, senza timore, infilò la mano nel vaso della morte estraendola incolume.
Pieni di vergogna i ministri abbassarono il capo realizzando quanto fosse inutile cercare di ingannare il re. Quindi caddero ai suoi piedi e confessando il loro trucco posero la collana davanti a lui con timore e rispetto. Kulasekhara li perdonò chiedendo loro di diventare servitori dei vaisnava.
_Non voglio avere più niente a che fare con questi vili ministri" il re penso, _Mi hanno disgustato. Tutto il mondo mi disgusta. Preferirei bruciare piuttosto che sopportare la compagnia di tali bruti così lontani da Dio".
Il re si ritira
Il santo re Kulasekhara decise quindi di abbandonare il regno. Istallò sul trono suo figlio Drdhavrata (così chiamato in onore del nonno) e, accompagnato da sua figlia, partì per Sri Rangam.
Arrivato a Sri Rangam, il re Kulasekhara diede sua figlia in sposa alla divinità di Sri Ranganatha. (La figlia di Kulasekhara è considerata essere un porzione di Niladevi, una delle energie del Signore). Kulasekhara risiedé a Sri Rangam per molti anni impegnandosi nel servizio di devozione al Signore a ai Suoi devoti. A volte si recava in pellegrinaggio in altri luoghi sacri come Tirupati, Ayodhya e Chitrakuta. Mentre si trovava a Sri Rangam, Kulasekhara compose il Perumaltirumoli, un opera contenente 103 canzoni devozionali.
Durante i suoi ultimi giorni Kulasekhara si recò al tempio di Nammalvar a Tirunagari vicino alla moderna Tinevelli. Da Tirunagari si recò a in un luogo santo chiamato Brahmadesa MannarKoil dove servì la divinità di RajaGopala. All'età di 67 anni il re Kulasekhara tornò nel mondo spirituale.
MAHA-BRARATA
Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrita
Tradotto dal sanscrito da Hrdayananda Gosvami,
e reso in lingua italiana dallo staff del Centro Studi Bhaktivedanta
coordinato da Matsya Avatara Dasa
Con questo numero prosegue la pubblicazione
del Sabhaparva del MahaBharata;
qui di seguito viene riportato il capitolo V.
Sri Vaisampayana disse:
"I figli di Pandu erano grandi anime sulla Terra dedite alla missione di Dio e, dopo che ebbero preso posto assieme ad altre grandi personalità e ai celesti Gandharva, arrivò nella sala delle assemblee, in compagnia di alcuni saggi, il potentissimo asceta Narada Muni, colui che, nella creazione del Signore, viaggia a suo piacimento per tutti i pianeti dell'universo materiale e spirituale. (1)
O re dei re, insieme a santi profeti come Parijata, Raivata il saggio, Sumukha e Saumya, Devarsi Narada, il sapiente dei deva dall'incommensurabile splendore, venne con piacere alla velocità del pensiero per far visita ai Pandava nella loro sala reale.
Vedendo arrivare il santo Narada, il maggiore dei Pandava (2) che conosceva tutte le leggi sacre, si alzò all'istante insieme ai fratelli e si chinò umilmente, accogliendo il saggio con affetto genuino.
Offertogli un seggio degno di lui, secondo le usanze, il re, da vero esperto nei principi sacri, continuò ad onorarlo con cerimonie rituali, doni, mucche (3), gemme e con tutto ciò che il saggio avrebbe potuto desiderare. Il santo veggente, Narada, che a nulla aspirava se non a servire il Signore, si dichiarò soddisfatto dalle ricche offerte e dalla devozione del re Yudhisthira.
Onorato da tutti i Pandava, Devarsi Narada, che conosceva l'essenza dei Veda, interrogò Yudhisthira sulla sua vita religiosa, sulla sua felicità personale e sul tema della prosperità economica.
Così parlò Narada Muni:
"Il tuo paese è prospero e i tuoi progetti si stanno realizzando? La tua mente e il tuo cuore trovano piacere nella giustizia? Tu e i tuoi sudditi siete felici al punto che le vostre menti non conoscono frustrazione? In quanto re, tu sei il rappresentante di Dio sulla Terra, o Monarca, perciò ti chiedo se segui i principi cui i tuoi avi si attennero scrupolosamente e che hanno portato prosperità e virtù all'umanità intera. Sei certo che la ricchezza del paese non diminuisca per troppa generosità, né la generosità per avidità di profitto, e di non sacrificare entrambe ai tuoi desideri ed al tuo piacere? Tu sei il più grande dei conquistatori, perciò chiedo a te, che conosci le forze impercettibili del tempo, se ne ripartisci l'uso in maniera adeguata occupandoti di economia, di religione e anche svagandoti.
Tu che sei senza peccato, impieghi le sei qualità dei re (4) nell'approfondimento dei sette modi di far politica e analizzi le quattordici aree di forza e di debolezza (5)?
Considerando con onestà te stesso e gli altri, mantieni la pace e pratichi le otto vie dell'azione, o Bharata? Guida dei Bharata, ti accerti che le tue sei classi di consiglieri non siano né prive di ricchezza né corrotte da essa e che siano leali nei tuoi confronti? Rimuovi ogni dubbio sulla loro lealtà attraverso un'analisi attenta e mediante l'utilizzo di spie? Tu e i tuoi ministri siete attenti a non violare mai la segretezza dei delicati affari di stato? Utilizzi al momento giusto la guerra e la pace, la concordia e la divisione? E ti comporti in modo adeguato con coloro che sono neutrali o che occupano una posizione intermedia fra te e i tuoi nemici?
Eroe, hai scelto fra i tuoi ministri uomini che ti eguaglino in intelligenza e che condividano la tua visione; uomini puliti nel corpo e nella mente, abili e tolleranti, nobilmente educati e a te sicuramente fedeli? Il successo di un re origina dai buoni consigli, o Bharata, e viene ben custodito da quei ministri il cui valore è la capacità di progettare e che si pongono come autorevoli riferimenti sapienziali.
Eviti di cadere preda del sonno e ti svegli al momento giusto? Conosci le tue priorità e ti alzi prontamente al termine della notte per considerarle? Eviti di fare piani da solo o con troppe persone? Ti accerti che il tuo ben ponderato progetto non sia teso solo alla ricerca del favore pubblico?
Una volta decisa la tua politica, che inizia sommessamente ma finisce nella gloria, attui con prontezza in pratica i tuoi programmi, evitando di ritardarne la realizzazione? Il tuo controllo si estende a tutta l'amministrazione? Non hai dubbi riguardo ad essa, né la eviti? Perché di fatto, la reale possibilità di svolgere bene tutti gli affari di stato deriva dall'intima conoscenza che tu ne hai. Eroico sovrano, è di dominio pubblico che i tuoi doveri sono totalmente o quasi espletati e che nessuno di essi verrà lasciato in sospeso? Insegnanti formatisi su autorevoli libri della saggezza, guidano le azioni dei principi e dei guerrieri in tutti gli ambiti? Sai tenerti vicino almeno un saggio, insieme a migliaia di sciocchi? Certamente una persona saggia saprà trovare la soluzione migliore di questioni complicate. Tutte le fortezze sono ben fornite di ricchezze, di cereali, di armi, di acqua, di macchinari, di artieri e di arcieri?
Basta un solo consigliere intelligente, che abbia dominato le proprie passioni, che possieda coraggio ed una visione nitida a fare la fortuna di un re o di un principe.
Sei informato sui diciotto consiglieri dei tirtha (6) stranieri e sui dieci e sui cinque di parte tua, per mezzo di gruppi di tre spie, ognuno sconosciuto all'altro?
Per stare al sicuro da chi ti invidia, sei sempre all'erta e in guardia? Sei sempre attento e sai con chiarezza quali sono i tuoi nemici, tu, uccisore di nemici?
Il tuo sacerdote (7) è umile, viene da famiglia nobile e conosce molte scritture? Ti assicuri che le sue richieste non siano motivate dall'invidia e lo onori? E' un uomo intelligente ed onesto, che conosce i doveri del re e del sacerdote regale, e si prende cura dei tuoi fuochi sacrificali, annunciando puntualmente che il fuoco è stato acceso e che gli sono state offerte oblazioni? E' esperto nei vari rami della conoscenza Vedica e dice, per tuo profitto, ciò che in verità indicano gli astri? Per ogni situazione complicata, conosce la volontà di Dio e sa agire con esperienza per il tuo bene? Nelle grandi opere hai impegnato i tuoi dipendenti migliori, i tuoi servitori medi in compiti più semplici e i meno abili ed esperti nei doveri più umili? Attribuisci compiti che conferiscono gloria a consiglieri che sono in sé gloriosi, puliti nel corpo e nella mente, fedeli a tuo padre, ai tuoi avi e alieni da ogni frode? O nobile Bharata, ti accerti che i cittadini non vengano oppressi con punizioni troppo crudeli e che i tuoi ministri governino con lealtà?
Sei certo che i sacerdoti addetti ai sacrifici non ti sottovalutino e non ti considerino degradato, come fanno le donne nei confronti di un marito lussurioso e collerico? Il comandante del tuo esercito è intrepido fino all'eroismo, saggio, determinato ma discreto, cresciuto in una buona famiglia, fedele ed esperto? Tutti i tuoi capi militari sono abili in battaglia, uomini coraggiosi capaci di azioni nobili e grandiose, e tu li rispetti e li onori? Dai al tuo esercito cibo adeguato e salario a tempo debito, senza ritardare o andare per le lunghe? Quando non ricevono cibo e salario in tempo, i dipendenti si ritrovano in povertà o addirittura in miseria e così diventano ostili verso i loro superiori; e questa è una situazione fra le più deprecabili. Tutti i figli delle famiglie nobili ti sono immutabilmente devoti, rispettano la tua posizione eminente e sono pronti a dare la loro vita per te in battaglia? Eviti di rendere eccessivo il tuo potere e di occuparti senza obiettività, a capriccio, di questioni di vita o di morte?
Un uomo che (nel tuo paese) eccelle in ciò che fa, riceve grandi onori o cibo e salario migliori? Ricompensi gli scienziati e i saggi secondo le loro qualifiche? Nobile Bharata mantieni le mogli di coloro che hanno dato la vita per te o che hanno subito calamità per il tuo bene? O Partha, proteggi come se fosse un tuo figlio quel nemico che, in preda alla paura, è divenuto impotente o che è stato sconfitto da te in battaglia?
Sei giusto ed equanime verso tutto il pianeta, o signore della terra, e degno di fiducia come lo sono un padre e una madre? E quando senti che il tuo nemico è caduto nel vizio o che gli è capitato un qualche inconveniente, nobile Bharata, lo attacchi con prontezza, dopo aver attentamente verificato il tuo triplice potere, dopo aver pagato il tuo esercito in anticipo e ben sapendo, Maharaja, che sia la vittoria che la sconfitta dipendono dalla retroguardia? Distribuisci con discernimento il bottino predato al nemico, agli uomini più importanti del tuo esercito, secondo il loro merito, o Parantapa (8)? Ti accerti di aver dominato i tuoi sensi e il tuo io, Partha, prima di sottomettere i nemici disattenti o incapaci di controllare i propri sensi? Prima di attaccare i tuoi nemici, cerchi, secondo la tradizione, di percorrere con perizia le vie della gentilezza e dei doni, facendo sorgere nel tuo avversario disparità di opinioni e sopendo la sua prontezza di reazione? Signore della terra, prima di avventurarti con intensa volontà di vittoria in una spedizione militare, prepari anche una base ben munita? E una volta conseguita la vittoria, proteggi con cura i tuoi nuovi sudditi?
Il tuo esercito è munito degli otto elementi e dei quattro tipi di forza (9), è ben condotto dai migliori guerrieri e sa sconfiggere coloro che ti si oppongono? Uccidi i tuoi nemici in battaglia, Maharaja, senza saccheggiare i civili e i raccolti, Parantapa? Nelle tue terre e in quelle straniere, hai messo agenti che sappian fare ciò che devono proteggendosi l'un l'altro?
Ciò che mangi, i profumi e ogni altra cosa con cui vieni direttamente a contatto, è controllato da uomini nei quali riponi la tua fiducia e il tuo affetto? Sono uomini nobili e a te devoti coloro che si occupano della tua tesoreria, delle tue sale interne, dei tuoi veicoli, degli accessi e delle tue entrate? Proteggi per prima cosa te stesso dai servitori esterni ed interni e poi loro dai tuoi parenti e anche da loro stessi? Al mattino, questi servitori ti informano su quanto è stato speso per le tue bevande, il tuo gioco d'azzardo, il tuo divertimento e per le donne?
Riesci a coprire le spese con un quarto, la metà o con tre quarti delle tue entrate? Favorisci sempre i tuoi parenti, i tuoi insegnanti, i più anziani, i mercanti e gli artigiani, con doni in gioielli o con cereali, quando essi dipendono da te nei momenti di bisogno? Tutti i contabili e gli impiegati che hanno a che fare con le entrate e con le spese, ti relazionano ogni mattina su di esse? Eviti di rimuovere dai loro incarichi coloro che sono esperti nel loro lavoro, che si preoccupano di te e fanno il tuo bene, se prima non ti hanno offeso? O Bharata, dopo aver capito quali uomini siano superiori quali inferiori e quali mediocri, li impegni in attività a ciascuno di loro confacenti? Sei sicuro, re, che non siano al tuo servizio persone avide, ladri, nemici e gente incapace di un comportamento buono e fattivo? Il regno non è per caso tormentato da gente avida, da ladri, da principi o donne aggressivi, o da te? I contadini sono soddisfatti e hanno di che nutrirsi? Le riserve d'acqua sono ampiamente distribuite, abbondanti e organizzate in modo che l'agricoltura non dipenda soltanto dalle piogge dei deva? Quando i raccolti e il cibo scarseggiano, dimostri la tua misericordia al contadino garantendogli un prestito all'interesse di un pratika (10) per cento?
Nel tuo regno ci sono persone buone, oneste, che svolgono bene i loro incarichi professionali? Caro re, quando una società può valersi di efficienti servizi, le persone stanno bene e sono felici. I cinque doveri (11), vengono svolti con cura da cinque uomini disinteressati che lavorano assieme, o re, per il bene della tua nazione?
Fai sorvegliare villaggi e città per proteggere il paese, e stabilisci un servizio di sicurezza tale da garantire la protezione sia dei villaggi più piccoli che di quelli grandi? I ladri recidivi e i malviventi che dimorano nel tuo regno, vengono spinti dai tuoi soldati verso le terre selvagge e disabitate?
Offri conforto adeguato e protezione alle donne, evitando tuttavia di riporre in loro la tua fiducia o di parlargli di questioni che richiedono segretezza? Dopo aver ascoltato le tue spie, dopo aver riflettuto sulle loro relazioni e dopo esserti accertato di chi si trova nel tuo palazzo, ti corichi felice e sereno la notte? Signore della terra, dopo aver dormito per i primi due periodi della notte (yama) ciascuno di tre ore, ti alzi in quello finale e mediti a fondo sui tuoi doveri pratici e religiosi? Ti alzi per tempo, avendo stabilito l'ora e, insieme ai tuoi ministri, Pandava, dai regolare udienza a uomini adeguatamente puliti e vestiti? Uccisore dei nemici, vi sono guardie armate di spada, indossanti begli abiti rossi, che garantiscono da vicino la tua sicurezza?
Signore della terra, come Yama in persona anche tu giudichi coloro che sono da punire o da premiare, trattandoli con giustizia, sia che tu li ami oppure no?
Ti liberi dei problemi fisici con erbe medicinali e con abitudini regolate e di quelli mentali servendo sempre i tuoi superiori, Partha? Medici esperti nelle otto branchie della medicina, veritieri e amici devoti, si occupano sempre del benessere del tuo corpo? Signore della Terra, mai in nessuna circostanza, per arroganza, illusione o egoismo allontani o trascuri querelanti e persone venute da te per avere giustizia né, per avidità, illusione, amicizia o affetto impedisci o rifiuti il lavoro a coloro che si sono rifugiati nel tuo regno? E i tuoi sudditi, sia di città che di campagna, si uniscono mai contro di te o in qualche modo si vendono ad altri?
Il tuo nemico, quando è debole viene sconfitto con la forza e quando è forte con la diplomazia, oppure con forza e diplomazia congiunte? I principi della terra ti sono affezionati? Se da te richiesti, darebbero la loro vita per il tuo bene? A tuo supremo beneficio, onori i brahmana e le persone sante secondo le loro qualificazioni nel sapere?
I principi religiosi si basano sui tre Veda e tali principi venivano seguiti dai tuoi predecessori; ti conformi tu a quei principi e adempi gli stessi doveri sacri? Nella tua casa i nati due volte possono profittare di cibi deliziosi di eccellente qualità; tu controlli personalmente il servizio e offri doni ai tuoi ospiti santi?
Con la mente concentrata e in pieno controllo della tua identità spirituale, ti sforzi di eseguire comunque e bene sacrifici come il vajapeya e il pundarika? Offri i tuoi omaggi ai parenti, agli insegnanti, ai più anziani, alle Divinità, agli asceti, ai santuari, agli alberi sacri, ai nobili e ai brahmana? Tu che sei senza peccato, le tue azioni e i tuoi pensieri ti conducono verso una vita lunga e di nobile reputazione e indicando le vie della pietà, della prosperità e della soddisfazione? Il regno di colui che vive con questa coscienza non andrà mai in rovina. Un simile re conquista la terra e consegue una gioia incomparabile.
Non accade mai nel tuo regno che un'anima pura e rispettabile, dalle abitudini oneste, sia falsamente accusata di latrocinio da uomini avidi e ciechi di fronte alle scritture e al bene comune, e venga messa a morte? Succede mai che un ladro che ha commesso un furto, viene interrogato, inchiodato dalla testimonianza di coloro che l'hanno visto compiere il suo crimine, venga lasciato libero perché corrompe, migliore degli uomini, qualcuno interessato alla sua ricchezza? Quando sorgono questioni fra ricchi e poveri, evitano i tuoi ministri di considerare il problema in modo iniquo, condizionati dal desiderio di ricchezza?
Essere ateo, mentire, andare in collera, intossicarsi, procrastinare, non frequentare persone erudite, essere pigri, incapaci di attenzione, consultarsi con un solo consigliere o con persone che considerano un solo punto di vista, consultarsi con coloro che non conoscono gli scopi reali, non dar corso a progetti già definiti, fallire nel mantenere segreto un consiglio, non portare avanti ciò che è di buon auspicio, essere schiavi degli oggetti dei sensi: questi sono i quattordici difetti di un re. Tu li escludi tutti dalla tua vita? I Veda ti sono di aiuto? La tua ricchezza dà buoni frutti? Che genere di successo ha tua moglie? E in che modo ciò che hai imparato si è rivelato utile?"
Yudhisthira chiese:
"In che modo i Veda possono essere di aiuto? Quando la ricchezza dà buoni frutti? In che modo una moglie ha successo e come si può mettere a profitto ciò che si è imparato? Narada Muni rispose:
"Il frutto dei Veda è l'agnihotra, il sacrificio a Dio. La ricchezza dà buoni frutti se elargita in carità e quando viene utilizzata per acquistare il necessario al sostentamento. Una moglie ha successo quando è affettuosa e quando cresce bene i figli. E lo studio è redditizio quando da esso derivano un comportamento retto e azioni nobili."
Sri Vaisampayana continuò:
"Dopo aver detto ciò, il grande saggio, l'asceta Narada, pose ancora le seguenti domande a Yudhisthira, anima virtuosa."
Disse Narada Muni:
"Quando giungono mercanti da lontano, in cerca di guadagno, i tuoi esattori fanno pagare loro soltanto la tassa dovuta? E quando questi mercanti portano i loro prodotti al mercato, vengono onorati nella tua capitale e nel tuo regno e non fraudolentemente imbrogliati?
Ascolti gli anziani che sanno qual è il tuo bene, caro re?
Le loro parole sono colme di virtù e di senso pratico perché i saggi anziani sono concentrati sulla volontà di Dio. I brahmana ricevono miele e ghi, affinché, grazie alle loro benedizioni, ci siano abbondanza nel campo del contadino, gioia per i tori e le mucche, frutta e fiori in gran quantità e un aumento della virtù?
Fornisci sempre agli artigiani gli strumenti e i materiali loro necessari e dai loro un rifugio appropriato nella stagione delle piogge? Ti accorgi se è stato fatto un buon lavoro, Maharaja e, in presenza di cittadini onorabili, lodi chi lo ha eseguito e lo onori?
Conosci a fondo tutti i manuali, o migliore dei Bharata quelli che parlano degli elefanti, dei cavalli e dei carri, incomparabile re? Nella tua casa si studiano le norme del Dhanur Veda (12) i manuali di ingegneria meccanica e quelli di urbanistica, Bharatarsabha? Tu che sei senza peccato, sai come usare i potentissimi strumenti di distruzione, quali l'arma brahmadanda e tutti i veleni che si utilizzano per annientare i nemici? Proteggi con cura il tuo regno dai pericoli del fuoco, dai serpenti e dagli animali predatori, dalla malattia e dai demoni?
Poiché conosci la legge di Dio, ti prendi cura, come un padre amorevole, dei ciechi, dei muti e degli storpi, di coloro che hanno perso un arto o una persona amata e di coloro che hanno lasciato la vita mondana per cercare Dio?
Sri Vaisampayana disse:
"Dopo aver ascoltato queste parole dal più nobile dei brahmana, il magnanimo Yudhisthira, toro dei Kuru, s'inchinò ai piedi del saggio e lo onorò in letizia. Poi il re disse al santo Narada, che splendeva come un deva:
"Agirò esattamente nel modo che tu hai indicato, poiché adesso la mia comprensione si è approfondita" e, dopo questa affermazione, il re tenne fede alla sua parola e conquistò tutta la terra circondata dall'oceano.
Narada Muni disse:
"Un re che agisce in questo modo, proteggendo le quattro divisioni della società umana (13), otterrà la felicità e, dopo aver tratto piacere da questo mondo, raggiungerà il pianeta di Indra, re dei pianeti celesti."
Note:
(1) La Bhagavadgita (VIII.16) conferma che l'universo materiale comprende innumerevoli sistemi planetari, caratterizzati dalla presenza del tempo e dalle quattro piaghe dell'esistenza condizionata: nascita, malattia, vecchiaia e morte. Il Signore Stesso descrive però anche un altro universo (cfr. Bhagavadgita XV.16), quello spirituale, dove non esistono limiti di tempo né di spazio. Esso è la sede originaria di tutti i viventi e comprende un numero infinito di pianeti chiamati Vaikuntha, ovvero 'senza ansietà', poiché le caratteristiche di coloro che li abitano (persone che hanno ripreso coscienza del vero sé e che si sono liberate da tutti i limiti e condizionamenti materiali) sono l'eternità, la conoscenza e la beatitudine.
(2) Maharaja Yudhisthira.
(3) Le mucche compaiono quale dono gradito assieme ad oro e gioielli per l'importanza che questo animale ricopre nella civiltà vedica. Il grande saggio Canakya pone la mucca fra le sette madri dell'uomo perché fornisce gratuitamente agli umani il latte, alimento fondamentale per il loro nutrimento. L'uomo si nutre essenzialmente di latte in particolare nei primi anni di vita, ma non solo; per questo la mucca può essere considerata come una madre e merita particolari cure e riguardi.
4) Abile dialettica, prontezza nell'offrire sostegno, intelligenza nelle relazioni coi nemici, memoria, conoscenza dell'etica, conoscenza della politica.
5) La terra, le fortezze, i carri, gli elefanti, la cavalleria, i fanti, i principali ufficiali di stato, il gineceo, le riserve di cibo, il computo dell'esercito e delle entrate, i trattati religiosi, i conti dello stato, le entrate, le cantine.
6) Area geografica politica, economica o spirituale. In questo caso luogo dove risiedono potenze politiche.
7) Il re, di solito, beneficiava di un sacerdote, detto purohit, che si occupava degli aspetti liturgici, e del rajaguru, che invece curava la sua vita intima e spirituale.
8) Letteralmente 'annientatore di nemici'. Epiteto riferito ai grandi sovrani della storia tradizionale indiana, in questo caso a Maharaja Yudhisthira.
9) I quattro tipi di forza sono: le truppe regolari, gli alleati, i mercenari, e gli irregolari.
10) Valuta equivalente a una moneta di metallo chiamata Karsapana.
11) Proteggere la città, la fortezza, i mercanti, gli agricoltori e punire i criminali.
12) La scienza militare.
13) L'originario sistema sociale (cfr. Bhagavadgita IV.13) che si ripartisce in quattro varna o 'classi sociali' e quattro asrama 'stadi di vita', nella tradizione vedicovaisnava definito daivi varnasramadharma.
I quattro varna sono costituiti: dai brahmana, che svolgono il ruolo di insegnanti e di sacerdoti, rappresentando la testa del corpo sociale; dagli ksatriya (re, militari, politici, amministratori), che rappresentano le sue braccia; dai vaisya: produttori di ricchezze (commercianti, agricoltori) per il mantenimento della società, di cui rappresentano lo stomaco; ed infine dagli sudra (lavoratori e operai), che dipendono dai membri delle altre classi con le quali costituiscono il corpo sociale, di cui rappresentano gli arti inferiori.
I quattro asrama sono invece costituiti: dai brahmacarin, alunni religiosi, studenti che fanno voto di castità e che si dedicano al servizio del maestro spirituale; dai grhastha, i capofamiglia; dai vanaprastha, coniugi che si ritirano nella selva dopo una irreprensibile vita di famiglia; ed infine dai sannyasin, che rinunciano al mondo per dedicarsi completamente alla realizzazione spirituale.
Nel corso degli ultimi millenni questa suddivisione sociale è stata ideologicamente adulterata, in gran parte proprio da coloro che si ritenevano i depositari della tradizione, cioè gli smarta brahmana 'brahmani di casta'.
La loro interpretazione rigida e restrittiva del diritto di nascita, al fine di procurarsi e mantenere privilegi, fra i quali quelli provenienti dal monopolio del rituale religioso, ha fatto degenerare l'intero sistema sociale indiano al punto da ridurlo ad iniquo strumento di oppressione delle classi più deboli.
Questa è la situazione che hanno trovato in India i primi studiosi europei a partire dal XV sec. Costoro, confinando il fenomeno all'interno degli ultimi millenni, e scambiandolo erroneamente con il modello originario descritto nella letteratura Vedica, lo divulgarono in occidente con il nome di 'sistema delle caste'.
(Continua sul prossimo numero)
Calendario Vaisnava
VAMANA MASA
11 Giugno - 9 Luglio
5 Luglio, Domenica: Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
6 Luglio, Lunedì: Si interrompe i1 digiuno dalle 05:40 alle 10:46.
9 Luglio, Giovedì: Scomparsa di Sanatana Goswami. Ha inizio il primo mese di Caturmasya. Ci si astiene dal mangiare vegetali con foglie verdi.
SRIDHARA MASA
10 Luglio 4 Agosto
14 Luglio, Martedì: Scomparsa di Gopal Bhatta Goswami.
16 Luglio, Giovedì: Scomparsa di Lokanatha Goswami.
19 Luglio, Domenica: Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
20 Luglio, Lunedì: Si interrompe il digiuno dalle 05:51 alle 10:51.
27 Luglio, Lunedì: Scomparsa di Raghunandana Thakur. Scomparsa di Vamsidas Babaji.
4 Agosto, Martedì: Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi. Ha inizio la cerimonia del Radha Govinda Jhulan Yatra.
5 Agosto, Mercoledì: Si interrompe il digiuno dalle 06:08 alle 07:35. Scomparsa di Rupa Goswami. Scomparsa di Gauridas Pandit.
7 Agosto, Venerdì: termina la cerimonia del Jhulan Yatra. Apparizione di Sri Balarama. Digiuno fino a mezzogiorno. Ha inizio il secondo mese di Caturmasya. Ci si astiene dal mangiare lo yogurt.
HRSIKESA MASA
8 Agosto 6 Settembre
15 Agosto, Sabato: Krsna Janmastami. Digiuno fino a
mezzanotte.
16 Agosto, Domenica: Apparizione di Srila Prabhupada.
Digiuno fino a mezzogiorno.
18 Agosto, Martedì: Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
19 Agosto, Mercoledì: Si interrompe il digiuno dalle 06:23
alle 11:00.
27 Agosto, Giovedì: Apparizione di Sita (moglie di
Advaita acarya).
28 Agosto, Venerdì: Apparizione della gopi Lalita.
30 Agosto, Domenica: Apparizione di Srimati Radharani.
Digiuno fino a mezzogiorno.
n.b. Gli orari prescritti per l'interruzione del digiuno di Ekadasi tengono conto dell'ora legale.
La Festa Della Domenica
Tutte le Domeniche dell'anno,
dalle prime ore del pomeriggio,
siete invitati ad una splendida festa!
La Festa sarà animata da conferenze,
danze e canti trascendentali.
Sarà l'occasione per conoscere
l'antica saggezza dell'India.
Inoltre potrete gradire le succulente specialità
vegetariane che vi saranno servite durante il banchetto della serata.
Templi principali
BERGAMO Villaggio Hare Krishna, (da Medolago strada per Terno d'Isola) 24040 Chignolo d'Isola (BG) - Tel. 035/4940706
BOLOGNA via Ramo Barchetta, 2 Castagnolo Minore, 40010 Bentivoglio (BO) Tel. 051/863924
FIRENZE Villa Vrindavana, Via degli Scopeti 108 50026 San Casciano Val di Pesa Tel. 055/820054
ROMA Sri Gaura Mandala, Pian del Pavone, via Mazzanese, Km. 0,700 01036 Nepi (VI) - Tel. 0761/527038 527251
VICENZA PrabhupadaDesh, Via Roma, 9 Albettone (VI) Tel. 0444/790573
Svizzera italiana
MENDRISIO Centro Vedico Rama Keli, Grotto del Bosco 6862 Rancate Tel. 0041/91/6466616
Centri Culturali
ASTI Frazione Valle Reale, 20 14018 Roatto (AT) Tel. 0141/938406
BRESCIA Hare Krishna Club, via Gabriele Rosa, 17 25121 Brescia Tel. 030/2400995
MILANO Centro Culturale Govinda, via Valpetrosa, 3/5 20123 Milano Tel. 02/862417
PADOVA Centro Culturale Hare Krishna, corso del Popolo, 1 - Padova - Tel. 049/8751219
ROMA Hare Krishna Forum, piazza Campo de' Fiori, 27 00186 Roma Tel. 06/6832660
Fine del numero di luglio-agosto 1998.